Organizzazione Aziendale - prof. Giovanni Masino AA 2017-2018 - Unife

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Organizzazione Aziendale - prof. Giovanni Masino AA 2017-2018 - Unife
Corso di Laurea in Economia

Organizzazione Aziendale

        prof. Giovanni Masino

            AA 2017-2018
Organizzazione Aziendale - prof. Giovanni Masino AA 2017-2018 - Unife
Gli approcci teorici alla motivazione

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Organizzazione Aziendale - prof. Giovanni Masino AA 2017-2018 - Unife
DI COSA CI OCCUPEREMO

1_ La teorie del contenuto
 > Maslow: la gerarchia dei bisogni

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                                                                                 N
 > Alderfer: la ERG theory

                                                                             O
                                                                             ZI
 > McGregor: Teoria X e Teoria Y

                                                                            VA
 > Herzberg: la teoria dei due fattori

                                                                        TI
                                                                        O
 > McClelland: Successo, Affiliazione, Potere

                                                                    M
                                                                   A
                                                                   LL
2_ Le teorie del processo

                                                               A
                                                               I
 > Vroom: la teoria dell’aspettativa

                                                              IC
                                                          R
 > Locke: la teoria del goal setting

                                                          O
                                                         TE
                                                     I
                                                     C
                                                     C
                                                 O
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                                          LI
                                        G
McGregor
                  “Teoria X e Teoria Y”                     Locke
                                                         “Goal setting”
                                                 Vroom
              Herzberg
                                              “Aspettativa”
             “Due fattori”     McClelland
 Maslow                       “Ach-Aff-Pow”                            Alderfer
“Piramide”                                                           “ERG model”

  1943          1959     1960    1961             1964        1968        1969

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UN’INTRODUZIONE

Capire cosa spinga una persona ad agire non è una cosa
semplice. Si tratta di fare i conti, da un lato, con la struttura
cognitiva ed emotiva di un individuo e, dall’altro, con i diversi
processi che si innescano nella sua mente, nel momento in cui
riceve degli stimoli dall’esterno e decide di rispondere ad essi.

                                5
UN’INTRODUZIONE
Possiamo considerare la motivazione come l’insieme dei processi che
giustificano
> l’intensità
> la direzione
> la persistenza
dello sforzo di un individuo orientato al raggiungimento di un obiettivo.

                           In un contesto organizzativo,
                           >> intensità: la quantità di impegno profuso nel
                           lavoro;
                           >> direzione: l’impegno deve essere indirizzato
                           verso un fine ritenuto vantaggioso per
                           l’organizzazione;
                           >> persistenza: l’impegno deve essere
                           mantenuto per il tempo necessario al
                           raggiungimento dell’obiettivo.
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LA TEROIA DEI BISOGNI DI MASLOW

                                   Le ragioni del comportamento umano
                                   sono da ricercarsi nella tensione che
                                   accomuna indistintamente ciascun
                                   individuo a soddisfare specifici bisogni,
                                   biologici o psicologici.

L’uomo è dominato da stati di necessità.

> La spinta a colmare le carenze avvertite “muove”,
  anche a livello inconscio, a compiere specifiche azioni.

> Il comportamento può essere spiegato (e quindi
  previsto) a partire dall’analisi dei bisogni sottostanti.

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LA TEROIA DEI BISOGNI DI MASLOW

           Bisogni di auto-realizzazione

         Bisogni di stima

    Bisogni di appartenenza

   Bisogni di sicurezza

Bisogni fisiologici

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LA TEROIA DEI BISOGNI DI MASLOW

                       Bisogni fisiologici: (aria, acqua, cibo, sonno, …)
                       sono bisogni primari e fondamentali,
                       intimamente legati alla natura umana.

“È vero che l’uomo vive di solo pane, quando non ce n’è. Ma che cosa
avviene dei desideri umani, quando c’è abbondanza di pane e
quando il ventre è cronicamente pieno? Avviene che subito
compaiono altri (e di più alti) bisogni e sono questi a dominare
l’organismo invece della fame fisiologica”

                                    9
LA TEROIA DEI BISOGNI DI MASLOW

                   Bisogni di sicurezza: (casa, lavoro, famiglia, ..)
                   sintetizzano la necessità di raggiungere una
                   condizione di stabilità.

“L’adulto medio nella nostra società generalmente preferisce un
mondo sicuro, ordinato, […] dominato da leggi ed organizzato, su cui
possa fare affidamento ed in cui non accadano cose inaspettate,
incontrollabili, caotiche o comunque pericolose”

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LA TEROIA DEI BISOGNI DI MASLOW

        Bisogni di appartenenza: riguardano il desiderio di essere accolti,
        accettati, benvoluti. Appartenere ad un gruppo vuol dire, prima di
        tutto, sentire di essere importanti per qualcun altro.

“La mia impressione è che in parte i gruppi giovanili di contestazione siano
motivati da un profondo bisogno di raggrupparsi, di essere in contatto, di essere
insieme di fronte ad un comune nemico ed un nemico qualsiasi può servire a far
formare un gruppo amicale, semplicemente ponendo una minaccia esterna”

                                       11
LA TEROIA DEI BISOGNI DI MASLOW

              Bisogni di stima: hanno a che fare col desiderio di sentirsi
              bravi nel realizzare qualcosa, di essere riconosciuti come
              competenti in un determinato ambito d’azione.

“Tutte le persone della nostra società hanno bisogno e desiderio di una
valutazione di sé stessi (o autostima) e di una stima da parte degli altri, che sia
stabile, ferma e ordinariamente alta”

                                        12
LA TEROIA DEI BISOGNI DI MASLOW

               Bisogni di auto-realizzazione: riguardano il bisogno di
               realizzare la propria identità e le proprie aspettative,
               occupando una posizione ritenuta adeguata nella società.

“Si svilupperà un nuovo stato di scontentezza e di irrequietezza, se l’individuo
non sarà occupato a fare ciò che egli, individualmente, è adatto a fare. Un musico
deve fare musica, un pittore deve dipingere, un poeta deve scrivere, per poter
essere definitivamente in pace con se stesso. Ciò che uno può essere, deve
esserlo. Egli deve essere come la sua natura lo vuole”

                                        13
LA TEROIA DEI BISOGNI DI MASLOW

         Alcuni assunti alla base della teoria di Maslow

> Il comportamento di una persona scaturisce sempre dalla
presenza di un bisogno insoddisfatto

  > Il bisogno soddisfatto smette di generare azioni, fino al
  momento in cui non venga nuovamente avvertito.

       > L’individuo cerca di soddisfare i bisogni della “piramide”
       secondo una logica ascendente: non si ricerca la soddisfazione
       di un bisogno di ordine superiore, fino a quando non si è
       soddisfatto il bisogno di ordine immediatamente inferiore.

                                  14
LA TEROIA DEI BISOGNI DI MASLOW

                         Alcune critiche

> La progressione è davvero quella che ipotizza Maslow, oppure
l’individuo si concentra su più bisogni contemporaneamente?

> Il modo in cui i bisogni vengono avvertiti e le modalità
attraverso cui si cerca di soddisfarli possono variare da individuo
a individuo? Maslow sembra non considerare le singole
peculiarità personali.

                                15
LA “ERG MOTIVATION THEORY” DI ALDERFER

                 Alderfer “riduce” la piramide di Maslow, considerando
                 che i molteplici bisogni avvertiti dall’individuo possono
                 essere ricondotti a tre grandi categorie:
                 1) Bisogni di esistenza (Existence needs)
                 2) Bisogni di relazione (Relatedness needs)
                 3) Bisogni di crescita (Growth needs)

Bisogni di esistenza: coincidenti con quelli che Maslow
chiamava “bisogni fisiologici” (cibo, acqua, sonno, …) e
“bisogni di sicurezza” (casa, famiglia, lavoro, …).
             Bisogni di relazione: coincidenti con tutti quei bisogni
             riconducibili al desiderio di far parte di un tessuto
             relazionale, in cui si è circondati da simili.
Bisogni di crescita: coincidenti con i bisogni di autostima e
auto-realizzazione; intimamente legati al desiderio di
sviluppare il proprio potenziale.
                                     16
LA “ERG MOTIVATION THEORY” DI ALDERFER

                       Al contrario di quanto afferma Maslow, secondo Alderfer
                       vi è la possibilità che i bisogni si manifestino
                       simultaneamente. Ciò implica che i bisogni di ordine
                       superiore possano manifestarsi anche quando non siano
                       stati ancora soddisfatti quelli di ordine inferiore.

Bisogni di crescita

Bisogni di relazione

Bisogni di esistenza

      Alderfer                                                  Maslow
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LA “ERG MOTIVATION THEORY” DI ALDERFER

Se un bisogno di ordine superiore non viene soddisfatto, l’individuo cercherà
di massimizzare la soddisfazione di un bisogno di ordine inferiore.
                                     18
LA “ERG MOTIVATION THEORY” DI ALDERFER

                  Una delle intuizioni più innovative rispetto al
                  modello di Maslow è rappresentata dal concetto di
                  “frustrazione-regressione”.

Il mancato soddisfacimento di un bisogno crea uno
stato di frustrazione, che può essere attenuato solo
regredendo ad un livello di bisogno inferiore.

                           Es. 1: chi vede sbarrato il proprio percorso di carriera
                           cerca di trarre maggiore beneficio dal contesto sociale
                           e relazionale nel quale opera.
                           Es. 2: chi non riesce a soddisfare i propri bisogni
                           sociali nell’ambiente lavorativo, cerca di valorizzare il
                           solo lato economico, o magari aspetti legati alla
                           stabilità.
                                      19
LA TEORIA DEI DUE FATTORI DI HERZBERG
Herzberg è stato uno dei più influenti studiosi della
motivazione al lavoro. Nel corso della sua lunga
carriera, elaborò la famosa teoria nota come “Teoria
dei due fattori” o “Teoria igienico-motivante”.

      Si tratta di una teoria che contiene in sé
      un’idea rivoluzionaria rispetto alle teorie che
      l’hanno preceduta:
      >> il contrario della soddisfazione non è
      l’insoddisfazione, ma la “non soddisfazione”.

       Partendo da questo assunto, Herzberg afferma
       che nell’ambito lavorativo vi sono due categorie
       di fattori che influiscono sulla motivazione:
       1) fattori igienici
       2) fattori motivanti
                 20
LA TEORIA DEI DUE FATTORI DI HERZBERG

                       I fattori che conducono alla motivazione sono
                       separati e distinti da quelli che conducono
                       all’insoddisfazione lavorativa.

 Fattori igienici: supervisione, stipendio, Fattori motivanti: opportunità di
 condizioni dell’ambiente di lavoro,        carriera, crescita personale,
 sicurezza, relazioni con i colleghi, …     riconoscimento, …

Se presenti: non generano motivazione. Se presenti: generano motivazione.
Se assenti: generano insoddisfazione.  Se assenti: non generano insoddisfazione.

                                         21
LA TEORIA DEI DUE FATTORI DI HERZBERG

ASSENZA fattori igienici PRESENZA           ASSENZA fattori motivanti PRESENZA

Insoddisfazione                                                 Motivazione
                               MOTIVAZIONE = 0
                             INSODDISFAZIONE = 0

                                 Nè motivati
      Insoddisfatti             né insoddisfatti              Motivati

                                       22
LA TEORIA DEI DUE FATTORI DI HERZBERG

                       La teoria di Herzberg ha delle chiare
                       implicazioni manageriali.

              Agire in senso migliorativo sui fattori che possono
              condurre all’insoddisfazione non significa potenziare la
              motivazione, ma semplicemente evitare che la
              soddisfazione vada scemando.

In altre parole, agire sui fattori igienici non significa
motivare, ma semplicemente “tranquillizzare”.

                                         23
LA TEORIA X E LA TEORIA Y DI McGREGOR

                 Per parlare della motivazione, McGregor fece ricorso ad
                 un’impostazione concettuale molto chiara.
                 Il punto di partenza fu la definizione di due distinte
                 teorie:
                 > la teoria X
                 > la teoria Y

Teoria X: i manager ritengono che i dipendenti provino un disprezzo
innato per il lavoro. Per questo motivo, è necessario che vengano diretti
nello svolgimento del lavoro e, quando necessario, addirittura obbligati.

      Teoria Y: i manager assumono che i dipendenti considerino il lavoro alla
      stregua del riposo, vale a dire come un qualcosa di naturale. In questa
      visione, i lavoratori accettano di buon grado la fatica, sono proattivi,
      possiedono grandi capacità di problem solving e sono auto-motivati.

                                        24
LA TEORIA X E LA TEORIA Y DI McGREGOR

              McGregor non raccolse evidenze empiriche sulla
              validità del primo o del secondo complesso di ipotesi,
              ma era fortemente incline a credere che la Teoria Y
              fosse più valida della Teoria X.

Ai fini della motivazione, il management deve accettare
l’una o l’altra teoria e creare, di conseguenza, delle
politiche motivazionali coerenti con ciò che le teorie
predicano.
                Seppur fortemente contrastanti nei contenuti,
                l’assunzione di una teoria non esclude la possibilità di
                accettare parzialmente anche l’altra (ad es.: 90% teoria
                X e 10% Y o viceversa)

                                  25
LA TEORIA X E LA TEORIA Y DI McGREGOR

Teoria X = assunzioni pessimistiche

>> tutte le azioni lavorative devono essere tracciate
(chiara attribuzione di responsabilità)

>> ricompense e rimproveri devono dipendere
strettamente dall’esito delle azioni lavorative

   >>> approccio utile in presenza di personale non
           intrinsecamente motivato
LA TEORIA X E LA TEORIA Y DI McGREGOR

Teoria Y = assunzioni ottimistiche

>> i lavoratori vengono considerati la risorsa più
importante dell’organizzazione

>> non si avverte la necessità di una supervisione
diretta e costante

>> i rapporti tra dirigenti e dipendenti sono declinati in
una dimensione maggiormente
“personale” (miglioramento del clima organizzativo)

     >>> approccio utile in presenza di personale
           intrinsecamente motivato
LA TEORIA X E LA TEORIA Y DI McGREGOR

                Teoria Y: adottare questa teoria favorisce la
                soddisfazione dei bisogni di stima e auto-
                realizzazione.

            X
                                                McGregor

Maslow          Teoria X: adottare questa teoria non
                favorisce la soddisfazione dei bisogni di
                stima e auto-realizzazione.

                   28
LA TEORIA DEI BISOGNI DI McCLELLAND

                   McClelland si concentra su 3 bisogni specifici,
                   ritenendoli fondamentali per spiegare la motivazione.

> Bisogno di successo (Need for Achievement, nAch):
l’impulso ad eccellere, a soddisfare degli standard, ad impegnarsi
perché le proprie azioni abbiano sempre esito favorevole.
> Bisogno di potere (Need for Power, nPow): l’impulso a voler
influenzare il comportamento altrui; il voler fare in modo che gli altri si
comportino in un modo in cui altrimenti non si comporterebbero.
> Bisogno di affiliazione (Need for Affiliation, nAff): l’impulso a voler
creare rapporti sociali; il desiderio di avere relazioni interpersonali
amichevoli.

                                      29
LA TEORIA DEI BISOGNI DI McCLELLAND

                  Che tipo di comportamenti tende a mettere in atto chi
                  manifesta un elevato grado di …?

>> nAch:
>>> svolgere compiti che risultino difficili
>>> dare risalto alle responsabilità personali
>>> non condividere il merito della riuscita di un’impresa
>>> ricercare feedback rispetto alle proprie azioni per enfatizzare il
successo ottenuto
>>> mostrare insofferenza per la routine e una particolare tendenza a
voler essere innovativi
>>> evitare situazioni di possibili fallimenti
                                     30
LA TEORIA DEI BISOGNI DI McCLELLAND

                 Che tipo di comportamenti tende a mettere in atto chi
                 manifesta un elevato grado di …?

>> nPow:
>>> imporsi all’attenzione altrui
>>> cercare di avere un impatto sulle azioni altrui
>>> rimarcare la propria posizione di superiorità
>>> ricorrere alla forza o alla persuasione
>>> fare quanto necessario per conservare o potenziare lo status
raggiunto
>>> indirizzare il potere in modo che risulti
   >> personalizzato: usare il potere per dominare un avversario
   >> socializzato: usare il potere in maniera paternalistica verso una
   moltitudine di persone
                                    31
LA TEORIA DEI BISOGNI DI McCLELLAND

                 Che tipo di comportamenti tende a mettere in atto chi
                 manifesta un elevato grado di …?

>> nAff:
>>> privilegiare e preservare la qualità delle relazioni personali
>>> evitare, quando possibile, di prendere decisioni “impopolari”
  >> ragione per cui chi presenta un elevato bisogno di
  affiliazione non è adatto a ricoprire ruoli manageriali
>>> andare continuamente alla ricerca di prove del fatto di essere
amati/accettati
>>> vedere gli altri come una fonte di approvazione
delle proprie scelte

                                     32
LA TEORIA DEI BISOGNI DI McCLELLAND

                   Supponete di avere di fronte a voi 5 bersagli, da colpire
                   con delle palline. A seconda del bersaglio che riuscite a
                   colpire, riceverete un premio commisurato alla distanza
                   che vi separa dal bersaglio stesso.

Probabilità di
                 ca. 100%     80%        50%       10%       ca. 1%
   colpirlo

  Premio          2€          4€         8€        16 €       32 €

                    A          B          C         D          E

                 2 mt                                              32 mt
                                    33
LA TEORIA DEI BISOGNI DI McCLELLAND

Quale bersaglio sceglie il “lavoratore di successo”?

                    Perché?

               34
LA TEORIA DEI BISOGNI DI McCLELLAND

                           La “persona di successo” non ama scommesse
                           con livello di azzardo elevato.

                    Si tratta di individui non interessati al
                    successo legato alla pura casualità.

Le probabilità di successo
elevate privano la “persona di
successo” della possibilità di     Perché?
mettersi alla prova.

                                   35
LA TEORIA DELL’ASPETTATIVA DI VROOM

                Secondo l’approccio di Vroom, la motivazione non può
                essere spiegata ricorrendo alla semplice analisi dei
                bisogni di un individuo.

I comportamenti che le persone mettono in atto sono frutto di scelte
consapevoli che non si basano solo sulle necessità avvertite e gli
obiettivi desiderati, ma anche su una serie di altri elementi quali la
personalità, le competenze, la conoscenza, l’esperienza, ….

Secondo Vroom, un individuo è motivato ad agire se avverte che:
> vi è una correlazione positiva tra sforzi e performance lavorativa
> i risultati lavorativi positivi verranno ricompensati adeguatamente
> la ricompensa è utile a soddisfare un bisogno ritenuto importante
> il desiderio di soddisfare quel bisogno è forte abbastanza da giustificare
lo sforzo che si sta compiendo
                                     36
LA TEORIA DELL’ASPETTATIVA DI VROOM

                             Nello specifico, la motivazione è il risultato della
                             combinazione di tre fattori:
                             > aspettativa
                             > strumentalità
                             > valenza

    Aspettativa          X       Strumentalità    X         Valenza          =   Motivazione

Credere che un certo          Credere che ad un           La preferenza
 sforzo porterà a un            dato risultato         personale verso una
determinato livello di        corrisponderà una         certa ricompensa.
    performance.              certa ricompensa.

                                                  37
LA TEORIA DELL’ASPETTATIVA DI VROOM

                Uno dei presupposti da cui parte Vroom è che gli individui
                avvertano bisogni differenti e con diversi gradi di intensità.
                È importante, da questo punto di vista, la soggettività, la
                percezione, il modo in cui una persona valuta sé stessa, il
                proprio lavoro e le ricompense ad esso collegate.

Motivazione = sintesi di una decisione

Quanto impegno profondere in una
determinata situazione?

Decisione “trifasica”, fondata su ipotesi relative al rapporto:
1) sforzo —> prestazione
2) prestazione —> ricompensa
3) ricompensa —> condizioni personali
                                       38
LA TEORIA DELL’ASPETTATIVA DI VROOM

                                                La probabilità
                Aspettativa        (soggettivamente percepita) che un certo
                                sforzo possa portare a un determinato risultato.

massima                       Le percezioni relative all’aspettativa dipendono da:
 Persona assolutamente        > autoefficacia: il complesso delle credenze
 certa di raggiungere un      riguardanti la propria efficacia nella gestione di
     certo obiettivo.         determinati eventi
                              > autostima
                              > capacità possedute
 Persona assolutamente        > esperienza
 certa di fallire un certo    > possesso di sufficienti informazioni per svolgere
        obiettivo.            il lavoro
minima                        > supporto da parte di colleghi/superiori
                                      39
LA TEORIA DELL’ASPETTATIVA DI VROOM

                                 Il grado di certezza con cui si percepisce che ad
               Strumentalità            uno specifico livello di prestazione
                                       corrisponderà una certa ricompensa.

 massima
     L’ottenimento della                       La performance è strumentale al
    ricompensa dipende                         conseguimento di un beneficio?
totalmente dalla prestazione.
                                  Le percezioni relative alla strumentalità
                                  dipendono da:
                                  > chiarezza dei sistemi premianti
     L’ottenimento della          > modalità di assegnazione delle
 ricompensa non dipende in        ricompense
alcun modo dalla prestazione.     > presenza di incentivi
 minima
                                       40
LA TEORIA DELL’ASPETTATIVA DI VROOM

                                   Il modo in cui viene percepita la
                  Valenza              situazione derivante dal
                                 conseguimento di un certo risultato.

                                Valore soggettivamente assegnato ad
massima                                 una certa ricompensa.
   Forte desiderio di
   ricevere una certa
      ricompensa.           Le percezioni relative alla valenza dipendono da:
   Indifferenza nei         > valori
 confronti di una certa     > preferenze
     ricompensa.            > bisogni
Avversione nei confronti    > obiettivi
di una certa ricompensa.

minima
                                      41
LA TEORIA DELL’ASPETTATIVA DI VROOM

Il lavoratore sarà motivato nella misura in cui sentirà di
poter rispondere affermativamente alle seguenti domande:

1) Quando la mia prestazione sarà valutata,
   l’organizzazione riconoscerà che ho profuso il massimo
   impegno?
2) Se la mia performance sarà valutata positivamente,
   riceverò un’adeguata ricompensa?
3) Le ricompense che riceverò saranno di mio
   gradimento?

                    42
LA TEORIA DELL’ASPETTATIVA DI VROOM

                   Implicazioni per il management

                                                    > autonomia
                Rimuovere gli ostacoli al
Aspettativa                                         > supporto
                conseguimento degli obiettivi.
                                                    > feedback

                                                    > comunicazione
                Chiarire i meccanismi decisionali
Strumentalità                                       trasparente
                relativi alle ricompense.
                                                    > politiche premianti

                Indagare le preferenze dei          > incentivazione
  Valenza
                lavoratori.                         personalizzata

                                       43
LA TEORIA DEL GOAL SETTING DI LOCKE

              Secondo la teoria del “goal setting”, la motivazione è
              legata al modo in cui gli obiettivi vengono definiti.

              Il lavoratore è motivato se ha un obiettivo (goal) da
              raggiungere.

              L’obiettivo non deve essere vago, ma corrispondere ad
              uno specifico livello di performance.

Performance

                                          A livelli crescenti di difficoltà dell’obiettivo,
                                          corrispondono performance migliori, ma solo
                                          fino a un certo punto. Oltre un dato livello di
                                          difficoltà, infatti, la performance inizia a calare.

              Difficoltà dell’obiettivo
                                              44
LA TEORIA DEL GOAL SETTING DI LOCKE

              Il rapporto difficoltà/performance non è vissuto da tutti
              allo stesso modo. Vi sono delle variabili “moderatrici”
              che entrano in gioco, come ad esempio:
              > le competenze
              > la tipologia delle attività da svolgere

                                           L’impostazione concettuale della teoria
                                           può essere così riassunta:
Performance                                - livelli di aspirazione troppo bassi
                                              inducono ad accontentarsi dei primi
                                              risultati utili;
                                           - livelli di aspirazione troppo alti sono
                                              scoraggianti e inducono a non agire.

               Difficoltà dell’obiettivo
                                             45
LA TEORIA DEL GOAL SETTING DI LOCKE

                Perché le persone sono motivate da obiettivi difficili?

              Perché infondono energia.

                                     Perché stimolano la perseveranza.

Performance

                                                Perché inducono a trovare modi
                                                migliori di svolgere un compito.

               Difficoltà dell’obiettivo
                                           46
LA TEORIA DEL GOAL SETTING DI LOCKE

                In sintesi:
                la performance dipende dalla difficoltà degli obiettivi.

                                                    Un obiettivo è preciso se è
… ma non solo:
                                                    misurabile.
la performance dipende anche

1) dal grado di precisione degli obiettivi          Gli attori organizzativi
                                                    sono più motivati se
                                                    possono partecipare alla
2) dal grado di partecipazione alla                 determinazione degli
   definizione degli obiettivi                      standard.

                                      47
LA TEORIA DEL GOAL SETTING DI LOCKE

              Precisione

Difficoltà degli obiettivi                      Performance

           Partecipazione
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