OLIVO BARBIERI. IMMAGINI 1978 2014 - MAXXI

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OLIVO BARBIERI. IMMAGINI 1978 2014 - MAXXI
OLIVO BARBIERI. IMMAGINI 1978 - 2014
Oltre 100 opere nella prima grande retrospettiva in Italia
per raccontare uno dei più grandi fotografi italiani contemporanei
Un nuovo lavoro, realizzato per il MAXXI, entra a far parte delle collezioni
del Museo

29 maggio - 15 novembre 2015
www.fondazionemaxxi.it

                                                     Non mi ha mai interessato la fotografia, ma le immagini.
                                                     Credo che il mio lavoro inizi laddove finisce la fotografia.
                                                                                                (Olivo Barbieri)

Roma, 26 maggio 2015. Ha raccontato il paesaggio italiano, la sua provincia e le sue periferie, ma anche il
crollo dei miti della modernità, la trasformazione della Cina e la globalizzazione dell’Estremo Oriente, le
città di tutto il mondo osservate dall’alto e il rapporto con la Natura; è Olivo Barbieri (Carpi, 1954) uno dei
più importanti autori della fotografia italiana contemporanea cui il MAXXI dal 29 maggio al 15 novembre
2015 dedica la prima grande retrospettiva italiana OLIVO BARBIERI. IMMAGINI 1978 – 2014 a cura di
Francesca Fabiani.

La mostra presenta una selezione di oltre 100 opere – fotografie, film e altri materiali – che illustrano il
percorso artistico del fotografo dalla fine degli anni Settanta a oggi, ed è occasione anche per realizzare
per il MAXXI con il contributo di Eni, main partner della mostra, un nuovo lavoro dedicato alla costa
adriatica.
Una retrospettiva che ripercorre la ricerca di Barbieri, evidenziando la sua costante attenzione al tema
della percezione, della capacità di vedere e interpretare la realtà: con le sue fotografie, l’artista mette in
crisi le consuete modalità di rappresentazione, per dare vita a nuove narrazioni attraverso continui,
incessanti esperimenti percettivi. L’espediente visivo – che sia l’alterazione coloristica dell’illuminazione
artificiale, la sfocature della scena o la sovraesposizione, l’uso dei rendering – non è mai fine a se stesso.

L’esposizione si articola in sette sezioni partendo da VIAGGIO IN ITALIA (1980 – 83) un periodo in cui
Barbieri si dedica alla città e ai paesaggi della provincia, senza alcun intento folkloristico ma cercando di
restare fedele al semplice dato visivo. I lavori di questa fase realizzati tutti a colori, trovano un importante
momento di verifica nella mostra Viaggio in Italia organizzata da Luigi Ghirri nel 1984, che vede
protagonisti insieme a Barbieri, anche altri grandi autori italiani tra cui Jodice, Basilico, Guidi e che resta,
ancora oggi, una esperienza fondamentale per la fotografia italiana.
Questa sezione comprende le fotografie che Barbieri presenta alla mostra del 1984 e quelle realizzate nei
tre anni precedenti.

Seconda sezione è IMAGES (1977 – 2007) che comprende la serie Flippers (1977 – 78) a cui è legata la
prima notorietà di Barbieri che la espone grazie all’invito di Ghirri alla Galleria Civica di Modena.
Le immagini dei flippers, scattate all’interno di una fabbrica abbandonata, sono le icone della cultura
americana del Dopoguerra, dalle pin up alla fantascienza, dai cowboy ai Beatles, che diventano rovine di
quella stessa modernità che cade a pezzi, come i suoi miti. Una serie che solleva questioni simboliche
come la sovrapposizione dell’icona alla realtà, ma che rivela anche un ragionamento sui meccanismi della
visione.
Riflessioni che caratterizzano anche le serie dedicata ai dipinti conservati nei musei: Paintings (Uffizi) e
Louvre del 2002 e TWIY (Capodimonte) del 2007, in cui l’uso del fuoco selettivo dona agli scatti una
inedita profondità.
Il percorso prosegue con ARTIFICIAL ILLUMINATIONS (1982 – 2014. E’ arancione il cielo a
Montagnana, vicino Padova, blu elettrico quello di Firenze, fucsia a Singapore, rosa a Tokyo verde
smeraldo a Bijing. Immagini di città fantasmagoriche, dai colori impossibili e quasi immateriali, sono
assolute protagoniste di questa sezione. Non si tratta di immagini post-prodotte ma il risultato di
lunghissime esposizioni della pellicola alla luce artificiale. Come dice Barbieri “c’è più tempo dentro una di
queste fotografie del tempo che serve per guardarla”; attraverso questi scatti il fotografo analizza le
possibilità del mezzo fotografico e i limiti dell’occhio umano.

La quarta sezione CHINA (1989 – 2014) è dedicata ai viaggi in Oriente che dal 1989 sono una costante
nella vita di Barbieri: India, Tibet, Giappone ma soprattutto la Cina caratterizzata da un cambiamento
sociale e urbanistico senza precedenti. Una narrazione che si snoda nell’arco di 25 anni: dai primi ritratti
urbani degli anni Novanta – che vedono la persistenza di elementi vernacolari, di architetture a misura
d’uomo – fino alle immagini del nuovo millennio che testimoniano l’avanzata di strutture e infrastrutture di
proporzioni inquietanti.

Con la sezione VIRTUAL TRUTHS (1996 – 2002) la mostra racconta i primi esperimenti di “fuoco
selettivo”, una tecnica che, grazie all’impiego di lenti particolari, permette di mettere a fuoco solo una parte
dell’immagine, lasciando sfocato tutto il resto. Questa tecnica che diventerà uno dei tratti distintivi del
lavoro di Barbieri, gli permette di creare un nuovo meccanismo visivo, ridefinendo le gerarchie tra gli
elementi del visibile. E’ grazie al suo lavoro che lo sfocato entra a far parte del linguaggio fotografico
contemporaneo.

La sesta parte della mostra è dedicata al progetto SITE SPECIFIC_ (2003 – 2013) una ricerca che lo ha
visto sorvolare con l’elicottero a bassa quota oltre 40 città in tutto il mondo, da Roma a Shanghai, da Las
Vegas a Siviglia, da Torino a Montreal, da Beijing a Los Angeles, da Amman a New York, da Brasilia a Tel
Aviv, tutte città che a un certo punto della loro storia hanno subito trasformazioni repentine e irreversibili.
Con questo progetto Barbieri cambia prospettiva, sovverte il punto di vista, e utilizzando un termine tutto
museale, quello della installazione realizzata ad hoc per un luogo, cerca di rappresentare il mondo come
fosse un’installazione temporanea.

Il percorso si conclude con PARKS (2006 – 2014) progetto che è quasi il contraltare di site specific_, in
cui protagonista è la relazione dell’uomo con la Natura. I paesaggi marini, le grandi cascate, le montagne, i
centri storici sono fragili parchi a tema. Gli strumenti linguistici sono gli stessi collaudati negli anni: le
riprese dall’elicottero, la messa a fuoco selettiva, il disegno, il rendering. Non cambia metodo né il
linguaggio, nella costante sperimentazione visiva, in bilico tra realtà e rappresentazione che caratterizza
tutto il suo lavoro.

La mostra è arricchita anche da una serie di Focus di approfondimento, dedicati a documenti e libri, alle
opere che sono nella collezione del MAXXI (3 progetti per un totale di circa 35 stampe) e ai video che
Barbieri ha prodotto nel corso della sua carriera. Tra questi quello dedicato a Shangai (2004) realizzato
volutamente senza audio per denunciare l’indifferenza dell’Occidente per uno dei cambiamenti sociali e
urbanistici più veloci della storia, Seascape #1 Night/Shenzhen 05 un ipnotico film in bianco e nero su un
bagno di massa al chiaro di Luna e Beijing Sky che ci immerge nel complesso immaginario visivo cinese.

In occasione della mostra viene pubblicato un catalogo edito da Marsilio

La cartella stampa e le immagini della mostra sono scaricabili nell’Area Riservata del sito della
Fondazione MAXXI all’indirizzo http://www.fondazionemaxxi.it/area-riservata/ inserendo la password
areariservatamaxxi

MAXXI - Museo nazionale delle arti del XXI secolo
www.fondazionemaxxi.it - info: 06.320.19.54; info@fondazionemaxxi.it
orario di apertura: 11.00 – 19.00 (mart, merc, giov, ven, dom) |11.00 – 22.00 (sabato) | chiuso il lunedì,
Ingresso gratuito per studenti di arte e architettura dal martedì al venerdì.

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OLIVO BARBIERI. IMMAGINI 1978 – 2014

Giovanna Melandri, Presidente Fondazione MAXXI

Dai portici delle docili città emiliane alle reticolari megalopoli del pianeta, dagli stadi affollati ai profili mutevoli
di certi spazi naturali: il percorso compiuto da Olivo Barbieri nella sua quarantennale carriera è avventuroso e
ricco.
La mostra Olivo Barbieri. Immagini 1978-2014 che il MAXXI dedica al maestro emiliano intende restituire la
complessità di questo percorso che non esito a definire “esistenziale” per vastità, dedizione, radicamento.
La scelta curatoriale di concepire una grande retrospettiva articolata in sette sezioni tematiche, ha lo scopo di
interpretare l’ampiezza di una ricerca che certo non si esaurisce in un singolo tema o soggetto. Una scelta
che rispecchia la volontà di declinare la missione culturale del museo attraverso un approccio capace di
fornire nuovi strumenti critici.
E infatti la mostra è arricchita da video, materiali documentari, pubblicazioni, opere già presenti nella
collezione del MAXXI, tutti strumenti attraverso cui il pubblico può ulteriormente cogliere la qualità del lavoro
di Barbieri.
L’attenzione per questo autore non costituisce un interesse occasionale del MAXXI, ma è frutto del
proseguimento di un progetto di promozione e conoscenza della fotografia contemporanea già avviato con la
mostra monografica dedicata a Luigi Ghirri, nel 2013, cui è seguito l’omaggio a un altro maestro della
fotografia italiana, Gabriele Basilico. Due poeti dello sguardo a cui si aggiunge ora Olivo Barbieri, altra figura
chiave di quella generazione che ha saputo rinnovare la narrazione della realtà di un’Italia in trasformazione,
con una sensibilità sempre interrogativa; mai banale.
Lo sguardo sottilmente indagatore di Olivo Barbieri ha abbracciato dagli anni Settanta ad oggi luoghi,
contesti e soprattutto percezioni, interrogando incessantemente il nostro modo di guardare il mondo
contemporaneo.
Una istituzione come il MAXXI, che fa della adesione al presente “contemporaneo” la propria missione, non
può esimersi dal garantire un impegno forte e un sostegno costante a un campo come quello della fotografia,
che nutre la conoscenza del mondo con la sua presa diretta.
Siamo lieti di aver condiviso la nostra missione in questa occasione con ENI, che ha immediatamente
compreso il valore di questo vasto progetto di “visione” del mondo, commissionando ad Olivo Barbieri la
realizzazione di un lavoro dedicato alla Costa adriatica, che arricchirà la mostra ed entrerà a far parte delle
Collezioni di Fotografia.
Con questa mostra il MAXXI vuole offrire al suo pubblico una visione capace di strappare non solo un moto di
stupore, ma anche di comprensione. Di lusingare l’occhio ma allo stesso tempo di provocarne la capacità
conoscitiva.
I fotografi, i grandi fotografi, come Olivo Barbieri, ci aiutano a compiere questa missione; con la qualità delle
proprie immagini e del proprio pensiero che si posa poetico e profondo sull’oggi.
OLIVO BARBIERI. IMMAGINI 1978 – 2014

Continuità e rottura

Hou Hanru, Direttore artistico Fondazione MAXXI

Negli ultimi decenni abbiamo visto la crescita della fotografia come genere di primo piano nel mondo dell’arte
contemporanea. Questo fenomeno si e particolarmente intensificato negli anni Novanta, quando molte figure
e movimenti importanti sono riusciti a conquistare il centro della ribalta nel mondo artistico internazionale: le
ormai classiche Scuola di Dusseldorf e Vancouver School, con grandi nomi quali Bernd e Hilla Becher,
Thomas Ruff, Andreas Gursky e Jeff Wall, insieme ad altre figure di spicco come Cindy Sherman,
rappresentano una specie di rivoluzione concettuale nel campo della fotografia.
Nell’altra parte del pianeta, lo scenario della fotografia giapponese con personaggi di rilievo come Daido
Moriyama, Hiroshi Sugimoto, Nobuyoshi Araki e Yasumasa Morimura, ecc., sta da tempo proponendo una
grande quantita di reinvenzioni dinamiche del linguaggio fotografico per sviluppare un discorso sui
cambiamenti sociali e sulla ridefinizione dell’identita. Nel frattempo, abbiamo assistito anche allo sviluppo di
una sorta di scuola italiana della fotografia che annovera figure interessanti quali Luigi Ghirri, Gabriele
Basilico e Massimo Vitali il cui sguardo e fortemente concentrato sul paesaggio, soprattutto sugli spazi urbani
e sull’architettura. Con punti di vista personali, inconsueti e particolarmente poetici, le loro opere hanno reso
testimonianza delle trasformazioni avvenute nella vita sociale e urbana dell’Italia contemporanea. Olivo
Barbieri ha seguito questa scia e, tanto nei soggetti quanto nel linguaggio, ha esteso creativamente il suo
lavoro al mondo globale, oltre i confini dell’ambiente italiano. Nell’ultimo trentennio ha compiuto frequenti
viaggi; prima di tutto in Italia per spingersi poi in altre aree del pianeta, soprattutto nel mondo “non
occidentale”. Queste esperienze di viaggio gli hanno fatto capire che una nuova realta globalizzata sta
emergendo in altri orizzonti, molto lontana dalle visioni e dai modelli eurocentrici della societa moderna.
Mediante la sua fotografia egli vuole mettersi al passo con questa trasformazione incredibilmente rapida
dell’immagine del mondo, per esempio con il boom di Shanghai, Dubai, Citta del Messico e persino Lagos,
che stanno attuando modi del tutto nuovi e imprevisti di sviluppo urbano e inediti sistemi sociali, come e stato
messo in risalto da Rem Koolhaas nella sua ricerca sull’espansione urbana nel Golfo e nel delta del fiume
delle Perle. E un mondo, questo, eccitante e intenso, animato da forze contraddittorie e contrastanti progetti
sociali e utopistici, guadagni capitalistici e speculativi, richieste di democrazia e nuove forme di totalitarismo.
Sono necessarie tecniche innovative. Durante il suo vagare di globe trotter, Barbieri ha ideato un modo di
fotografare lo scenario urbano con una “lente selettiva” che da evidenza a fenomeni insoliti: strade, edifici,
persone e situazioni in fieri, qualcosa che e li a suggerire l’imminente, il possibile, l’imprevedibile. Da questi
scatti fluidi, mobili, in un certo senso ironicamente disarmanti ma decisamente rivitalizzanti, emerge un nuovo
tipo di poesia, del tutto diversa dalla malinconia di Ghirri e dalla sobrieta di Basilico, se non addirittura
contrapposta ad esse. Sono immagini che gettano luce su qualche aspetto nascosto ma importante della
nuova metropoli globale, una specie di leviatano dell’ibridazione e del dinamismo urbano.
Il MAXXI, con il suo impegno a lungo termine nel sostegno e nella promozione del dialogo tra arte e
architettura, ma soprattutto di una stretta collaborazione tra fotografi e architetti-urbanisti, presenta ora questa
retrospettiva dell’opera di Olivo Barbieri. Si tratta non soltanto di un logico passo avanti dopo alcune
importanti iniziative riguardanti il lavoro di Luigi Ghirri e Gabriele Basilico, ma, cio che piu conta, dimostra
anche il nostro impegno nello sviluppo di una visione attuale dell’interazione tra la realta globale e il concetto
di creativita attraverso l’apertura nei confronti di nuovi linguaggi tecnologici e poetici cosi come verso nuove
posizioni critiche. La mostra di Barbieri ci offre una preziosa occasione di rivisitare la nostra ambizione e
strategia. E sia continuita sia rottura.
OLIVO BARBIERI. IMMAGINI 1978 – 2014

Staccando l’ombra da terra

Margherita Guccione, Direttore MAXXI Architettura

“Iniziai a servirmi di un elicottero per allontanarmi dal suono delle parole, per vedere le città da lontano,
lontano dalle voci, mi interessa la forma delle città”.
Così nel 2010 Olivo Barbieri ha raccontato il processo che lo ha portato a servirsi della “distanza” per
decifrare il mondo e riconoscere le città come organismi vivi e complessi, caratterizzati da un’estetica
estremamente contemporanea. Un capovolgimento del punto di vista funzionale che lo ha spinto a vedere il
paesaggio urbano come un’installazione mutevole e temporanea, a raddoppiare le visioni del mondo.
Con la mostra "Olivo Barbieri. Immagini 1978-2014" il MAXXI Architettura conferma l’interesse e la potenza
della fotografia come linguaggio autonomo e non solo strumento critico di lettura e analisi dell’architettura e
della città. È un percorso che parte da lontano e che si rafforza nei progetti che il Museo di Architettura
dedica ai grandi nomi della fotografia, sia attraverso committenze mirate ad incrementare le collezioni, sia
con importanti mostre monografiche.
È infatti ormai da alcuni decenni che il lavoro dei fotografi si lega alla ricerca sui temi dell’architettura,
dell’urbanistica, dello “spazio” in senso lato, inteso tanto come materialità concreta, quanto come tempo
dinamico che fluisce autonomamente, al di là di ogni controllo. È a questi autori che come Museo abbiamo
dedicato un percorso di ricerca, con appuntamenti periodici: dopo lo straordinario successo della grande
retrospettiva su Luigi Ghirri, l’intensa monografica TO FACE dedicata al lavoro di Paola De Pietri, la serie
sulla Tomba Brion di Guido Guidi, la mostra omaggio dedicata a Gabriele Basilico, ora presentiamo un altro
grande autore della fotografia italiana: Olivo Barbieri.
La mostra, che ha l'assetto critico di un'ampia retrospettiva, rappresenta anche la conferma della
collaborazione che il MAXXI ha attivato con Barbieri a partire dal 2003, coinvolgendolo in una serie di progetti
di committenza. Ai lavori così realizzati – che oggi fanno parte del patrimonio del museo – la mostra dedica
uno spazio specifico, il “Focus Collezioni”, costituito da tre diversi nuclei: il primo, composto da ventuno
fotografie, è un lavoro sullo Stretto di Messina realizzato nel 2003 per il progetto “atlante italiano 003. Ritratto
dell’Italia che cambia”; nel 2004 il museo ha nuovamente invitato Barbieri per il progetto Sguardi
contemporanei che mirava a una rilettura dell’architettura italiana degli ultimi cinquanta anni: il risultato è una
serie di sei fotografie che interpretano in senso quasi astratto le bianche strutture del Palazzetto dello Sport di
Pier Luigi Nervi a Roma; infine nel 2006 Barbieri è stato coinvolto nel progetto “Cantiere d’autore”
consegnando alle collezioni una suggestiva immagine in sequenza del museo in fase di costruzione.
Sulla scia di questa relazione continuativa, anche la mostra che qui si presenta sarà occasione per una
nuova acquisizione, un lavoro che Barbieri realizzerà appositamente per il MAXXI nell’ambito del suo
decennale progetto site specific_: si tratta di un “volo” sulla costa adriatica della penisola italiana, nello spazio
aereo che tra Ravenna e Vasto abbraccia la costa, le installazioni marittime e la sequenza delle principali
città interne (San Marino, Urbino ecc.). Un progetto di riprese fotografiche e video che avrà per oggetto la
conurbazione e i paesaggi medio-adriatici, un progetto quindi intorno alla forma del paesaggio
contemporaneo, che farà emergere le diverse e inedite configurazioni del presente.
Ancora una volta la fotografia, meglio di altri linguaggi, accompagna il pubblico nel comprendere le città e le
trasformazioni urbane, con uno sguardo laterale e critico che ciascuno allena e sperimenta, anche
individualmente. Per imparare - ci insegna Barbieri - a usare gli occhi come un “fuoco selettivo” praticando
quella distanza che è propria dell'arte e che ci spinge a guardare il mondo dall'alto, staccando l'ombra da
terra, come nel romanzo di Daniele del Giudice sul volo.
«Non mi ha mai interessato la fotografia, ma le immagini. Credo che il mio lavoro inizi laddove finisce la fotografia».
OLIVO BARBIERI. IMMAGINI 1978 - 2014

Francesca Fabiani, curatrice della mostra

                                                          «Non mi ha mai interessato la fotografia, ma le immagini.
                                                          Credo che il mio lavoro inizi laddove finisce la fotografia».
                                                                                                        Olivo Barbieri

Questa affermazione, apparentemente paradossale, contiene una chiave di lettura fondamentale per
accedere alla complessa ricerca di Olivo Barbieri (Carpi, Modena 1954), uno dei più importanti autori della
fotografia contemporanea.
Barbieri è noto principalmente per la sua analisi sulla forma e sull’iconografia della città contemporanea. Ma il
suo lavoro non è riconducibile solo all’indagine sullo spazio urbano e sull’architettura: se questi sono la
cornice entro cui prende forma la ricerca, essa però ha più a che fare con l’analisi - e con la messa in
discussione - del concetto di percezione, ovvero con la nostra capacità di vedere e interpretare la realtà. Che
poi, è il primo passo per capirla.
Attraverso un uso sperimentale del mezzo e del linguaggio fotografico, Barbieri mette in crisi le consuete
modalità di rappresentazione, aprendo la strada a nuove interpretazioni, il più delle volte sorprendenti: ciò che
lo interessa non è riprodurre fedelmente e neanche spettacolarizzare il mondo, ma tradurre in narrazione, in
racconto, la sua personale esperienze percettiva del visibile.
Concepita come un’ampia retrospettiva, la mostra è articolata in sette sezioni che consentono di seguire lo
sviluppo del pensiero di Barbieri dagli anni Settanta ad oggi: dal primo lavoro sui flipper ritrovati in una
fabbrica abbandonata che giocano con le decadenti icone del moderno, passando per le stranianti immagini
notturne dei contesti urbani cui si contrappongono le visioni di dipinti conservati nei musei - ancor più
ambigue per la loro apparenza di realtà; dall’esplorazione della provincia italiana degli anni Ottanta, ai ripetuti
viaggi in Cina e in Estremo Oriente; dai primi esperimenti di “fuoco selettivo” degli anni Novanta, alle vedute
aeree di Roma, Shanghai e Las Vegas, punto di partenza della serie site specific_ che coinvolge più di
quaranta città e megalopoli del pianeta. Le sue immagini riprese dall’alto con la tecnica della messa a fuoco
selettiva (che evidenzia solo alcuni elementi, lasciando volontariamente sfocato il resto della scena), hanno
inaugurato un nuovo modo di percepire la città che, grazie all’introduzione consapevole di alcuni “errori”
fotografici, ci appare in modo inedito, più simile a un modellino in scala che a un contesto reale.
In quella sottile linea di mezzo tra una fotografia che rappresenta i luoghi e un utilizzo del linguaggio che
finisce per decretare l’ambiguità di ogni rappresentazione, si situa la fotografia di Barbieri: in bilico tra il certo
e l’incerto, tra il reale e il plausibile, tra il sapere e l’ovvio. Tra l’orizzontalità dei suoi viaggi sulla superficie del
pianeta e la verticalità di un percorso che indaga i processi interni del vedere e del conoscere.
La mostra è arricchita da una serie di focus di approfondimento dedicati rispettivamente alla produzione video
(con 9 film in mostra); alla produzione editoriale attraverso la presentazione di una ricca sezione bibliografica;
e infine uno spazio dedicato alle fotografie di Barbieri presenti nella Collezione del MAXXI, frutto di
committenze realizzate ad hoc, che testimoniano della lunga e proficua collaborazione tra Barbieri e il museo
avviata nel 2003, in coincidenza con l’avvio della costruzione del grande edificio progettato da Zaha Hadid.
cataloghi

                                 a cura di Francesca Fabiani
                                 formato 20×25, cartonato ricoperto
                                 pp. 216 con 150 illustrazioni a colori
                                 € 30,00 in mostra, € 35,00 in libreria
Marsilio
                                 “Si tratta di un allenamento al guardare.
                                 Fin dall’ inizio ho cercato nel mezzo fotografico
                                 una sorta di percezione”.
                                 olivo barbieri

                                 Una grande monografia su oltre quarant’anni di lavoro e ricerca di Olivo Barbieri, che travalica e
                                 completa la mostra retrospettiva organizzata dal MAXXI; un’opera esaustiva, curata da Francesca
                                 Fabiani in stretta collaborazione e in dialogo continuo con l’artista, che fa il punto sulla intensa
                                 poetica di Barbieri. Queste le caratteristiche del volume che, con oltre 150 immagini, accompagna
                                 l’evento.

                                 L’opera di Barbieri viene attraversata e analizzata compiutamente: dagli inizi alla fine degli anni set-
                                 tanta, per arrivare alle ultime sperimentazioni site specific, in un percorso lungo e molto articolato.
                                 Introdotto da un saggio di Francesca Fabiani, il volume si snoda attraverso varie fasi del lavoro di
                                 Barbieri, diviso in apposite sezioni (Viaggio in Italia 1980-1983; Images 1977-2007; Artificial Illumina-
                                 tions 1982-2014; China 1989-2014; Virtual Thruts 1996-2002; Parks 2006-2014; Site specific 2003-2013).

                                 Completa la pubblicazione una ricca serie di apparati (Mostre personali e collettive selezionate, Col-
                                 lezioni, Libri d’artista, Bibliografia, Filmografia, Premi ricevuti).

           ufficio stampa
     Chiara De Stefani
   Marsilio Editori s.p.a.

          tel. 041-2406512
           fax 041-5238352

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