OLIVO BARBIERI. IMMAGINI 1978 2014 - MAXXI
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OLIVO BARBIERI. IMMAGINI 1978 - 2014 Oltre 100 opere nella prima grande retrospettiva in Italia per raccontare uno dei più grandi fotografi italiani contemporanei Un nuovo lavoro, realizzato per il MAXXI, entra a far parte delle collezioni del Museo 29 maggio - 15 novembre 2015 www.fondazionemaxxi.it Non mi ha mai interessato la fotografia, ma le immagini. Credo che il mio lavoro inizi laddove finisce la fotografia. (Olivo Barbieri) Roma, 26 maggio 2015. Ha raccontato il paesaggio italiano, la sua provincia e le sue periferie, ma anche il crollo dei miti della modernità, la trasformazione della Cina e la globalizzazione dell’Estremo Oriente, le città di tutto il mondo osservate dall’alto e il rapporto con la Natura; è Olivo Barbieri (Carpi, 1954) uno dei più importanti autori della fotografia italiana contemporanea cui il MAXXI dal 29 maggio al 15 novembre 2015 dedica la prima grande retrospettiva italiana OLIVO BARBIERI. IMMAGINI 1978 – 2014 a cura di Francesca Fabiani. La mostra presenta una selezione di oltre 100 opere – fotografie, film e altri materiali – che illustrano il percorso artistico del fotografo dalla fine degli anni Settanta a oggi, ed è occasione anche per realizzare per il MAXXI con il contributo di Eni, main partner della mostra, un nuovo lavoro dedicato alla costa adriatica. Una retrospettiva che ripercorre la ricerca di Barbieri, evidenziando la sua costante attenzione al tema della percezione, della capacità di vedere e interpretare la realtà: con le sue fotografie, l’artista mette in crisi le consuete modalità di rappresentazione, per dare vita a nuove narrazioni attraverso continui, incessanti esperimenti percettivi. L’espediente visivo – che sia l’alterazione coloristica dell’illuminazione artificiale, la sfocature della scena o la sovraesposizione, l’uso dei rendering – non è mai fine a se stesso. L’esposizione si articola in sette sezioni partendo da VIAGGIO IN ITALIA (1980 – 83) un periodo in cui Barbieri si dedica alla città e ai paesaggi della provincia, senza alcun intento folkloristico ma cercando di restare fedele al semplice dato visivo. I lavori di questa fase realizzati tutti a colori, trovano un importante momento di verifica nella mostra Viaggio in Italia organizzata da Luigi Ghirri nel 1984, che vede protagonisti insieme a Barbieri, anche altri grandi autori italiani tra cui Jodice, Basilico, Guidi e che resta, ancora oggi, una esperienza fondamentale per la fotografia italiana. Questa sezione comprende le fotografie che Barbieri presenta alla mostra del 1984 e quelle realizzate nei tre anni precedenti. Seconda sezione è IMAGES (1977 – 2007) che comprende la serie Flippers (1977 – 78) a cui è legata la prima notorietà di Barbieri che la espone grazie all’invito di Ghirri alla Galleria Civica di Modena. Le immagini dei flippers, scattate all’interno di una fabbrica abbandonata, sono le icone della cultura americana del Dopoguerra, dalle pin up alla fantascienza, dai cowboy ai Beatles, che diventano rovine di quella stessa modernità che cade a pezzi, come i suoi miti. Una serie che solleva questioni simboliche come la sovrapposizione dell’icona alla realtà, ma che rivela anche un ragionamento sui meccanismi della visione. Riflessioni che caratterizzano anche le serie dedicata ai dipinti conservati nei musei: Paintings (Uffizi) e Louvre del 2002 e TWIY (Capodimonte) del 2007, in cui l’uso del fuoco selettivo dona agli scatti una inedita profondità.
Il percorso prosegue con ARTIFICIAL ILLUMINATIONS (1982 – 2014. E’ arancione il cielo a Montagnana, vicino Padova, blu elettrico quello di Firenze, fucsia a Singapore, rosa a Tokyo verde smeraldo a Bijing. Immagini di città fantasmagoriche, dai colori impossibili e quasi immateriali, sono assolute protagoniste di questa sezione. Non si tratta di immagini post-prodotte ma il risultato di lunghissime esposizioni della pellicola alla luce artificiale. Come dice Barbieri “c’è più tempo dentro una di queste fotografie del tempo che serve per guardarla”; attraverso questi scatti il fotografo analizza le possibilità del mezzo fotografico e i limiti dell’occhio umano. La quarta sezione CHINA (1989 – 2014) è dedicata ai viaggi in Oriente che dal 1989 sono una costante nella vita di Barbieri: India, Tibet, Giappone ma soprattutto la Cina caratterizzata da un cambiamento sociale e urbanistico senza precedenti. Una narrazione che si snoda nell’arco di 25 anni: dai primi ritratti urbani degli anni Novanta – che vedono la persistenza di elementi vernacolari, di architetture a misura d’uomo – fino alle immagini del nuovo millennio che testimoniano l’avanzata di strutture e infrastrutture di proporzioni inquietanti. Con la sezione VIRTUAL TRUTHS (1996 – 2002) la mostra racconta i primi esperimenti di “fuoco selettivo”, una tecnica che, grazie all’impiego di lenti particolari, permette di mettere a fuoco solo una parte dell’immagine, lasciando sfocato tutto il resto. Questa tecnica che diventerà uno dei tratti distintivi del lavoro di Barbieri, gli permette di creare un nuovo meccanismo visivo, ridefinendo le gerarchie tra gli elementi del visibile. E’ grazie al suo lavoro che lo sfocato entra a far parte del linguaggio fotografico contemporaneo. La sesta parte della mostra è dedicata al progetto SITE SPECIFIC_ (2003 – 2013) una ricerca che lo ha visto sorvolare con l’elicottero a bassa quota oltre 40 città in tutto il mondo, da Roma a Shanghai, da Las Vegas a Siviglia, da Torino a Montreal, da Beijing a Los Angeles, da Amman a New York, da Brasilia a Tel Aviv, tutte città che a un certo punto della loro storia hanno subito trasformazioni repentine e irreversibili. Con questo progetto Barbieri cambia prospettiva, sovverte il punto di vista, e utilizzando un termine tutto museale, quello della installazione realizzata ad hoc per un luogo, cerca di rappresentare il mondo come fosse un’installazione temporanea. Il percorso si conclude con PARKS (2006 – 2014) progetto che è quasi il contraltare di site specific_, in cui protagonista è la relazione dell’uomo con la Natura. I paesaggi marini, le grandi cascate, le montagne, i centri storici sono fragili parchi a tema. Gli strumenti linguistici sono gli stessi collaudati negli anni: le riprese dall’elicottero, la messa a fuoco selettiva, il disegno, il rendering. Non cambia metodo né il linguaggio, nella costante sperimentazione visiva, in bilico tra realtà e rappresentazione che caratterizza tutto il suo lavoro. La mostra è arricchita anche da una serie di Focus di approfondimento, dedicati a documenti e libri, alle opere che sono nella collezione del MAXXI (3 progetti per un totale di circa 35 stampe) e ai video che Barbieri ha prodotto nel corso della sua carriera. Tra questi quello dedicato a Shangai (2004) realizzato volutamente senza audio per denunciare l’indifferenza dell’Occidente per uno dei cambiamenti sociali e urbanistici più veloci della storia, Seascape #1 Night/Shenzhen 05 un ipnotico film in bianco e nero su un bagno di massa al chiaro di Luna e Beijing Sky che ci immerge nel complesso immaginario visivo cinese. In occasione della mostra viene pubblicato un catalogo edito da Marsilio La cartella stampa e le immagini della mostra sono scaricabili nell’Area Riservata del sito della Fondazione MAXXI all’indirizzo http://www.fondazionemaxxi.it/area-riservata/ inserendo la password areariservatamaxxi MAXXI - Museo nazionale delle arti del XXI secolo www.fondazionemaxxi.it - info: 06.320.19.54; info@fondazionemaxxi.it orario di apertura: 11.00 – 19.00 (mart, merc, giov, ven, dom) |11.00 – 22.00 (sabato) | chiuso il lunedì, Ingresso gratuito per studenti di arte e architettura dal martedì al venerdì. UFFICIO STAMPA MAXXI +39 06 322.51.78, press@fondazionemaxxi.it
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OLIVO BARBIERI. IMMAGINI 1978 – 2014 Giovanna Melandri, Presidente Fondazione MAXXI Dai portici delle docili città emiliane alle reticolari megalopoli del pianeta, dagli stadi affollati ai profili mutevoli di certi spazi naturali: il percorso compiuto da Olivo Barbieri nella sua quarantennale carriera è avventuroso e ricco. La mostra Olivo Barbieri. Immagini 1978-2014 che il MAXXI dedica al maestro emiliano intende restituire la complessità di questo percorso che non esito a definire “esistenziale” per vastità, dedizione, radicamento. La scelta curatoriale di concepire una grande retrospettiva articolata in sette sezioni tematiche, ha lo scopo di interpretare l’ampiezza di una ricerca che certo non si esaurisce in un singolo tema o soggetto. Una scelta che rispecchia la volontà di declinare la missione culturale del museo attraverso un approccio capace di fornire nuovi strumenti critici. E infatti la mostra è arricchita da video, materiali documentari, pubblicazioni, opere già presenti nella collezione del MAXXI, tutti strumenti attraverso cui il pubblico può ulteriormente cogliere la qualità del lavoro di Barbieri. L’attenzione per questo autore non costituisce un interesse occasionale del MAXXI, ma è frutto del proseguimento di un progetto di promozione e conoscenza della fotografia contemporanea già avviato con la mostra monografica dedicata a Luigi Ghirri, nel 2013, cui è seguito l’omaggio a un altro maestro della fotografia italiana, Gabriele Basilico. Due poeti dello sguardo a cui si aggiunge ora Olivo Barbieri, altra figura chiave di quella generazione che ha saputo rinnovare la narrazione della realtà di un’Italia in trasformazione, con una sensibilità sempre interrogativa; mai banale. Lo sguardo sottilmente indagatore di Olivo Barbieri ha abbracciato dagli anni Settanta ad oggi luoghi, contesti e soprattutto percezioni, interrogando incessantemente il nostro modo di guardare il mondo contemporaneo. Una istituzione come il MAXXI, che fa della adesione al presente “contemporaneo” la propria missione, non può esimersi dal garantire un impegno forte e un sostegno costante a un campo come quello della fotografia, che nutre la conoscenza del mondo con la sua presa diretta. Siamo lieti di aver condiviso la nostra missione in questa occasione con ENI, che ha immediatamente compreso il valore di questo vasto progetto di “visione” del mondo, commissionando ad Olivo Barbieri la realizzazione di un lavoro dedicato alla Costa adriatica, che arricchirà la mostra ed entrerà a far parte delle Collezioni di Fotografia. Con questa mostra il MAXXI vuole offrire al suo pubblico una visione capace di strappare non solo un moto di stupore, ma anche di comprensione. Di lusingare l’occhio ma allo stesso tempo di provocarne la capacità conoscitiva. I fotografi, i grandi fotografi, come Olivo Barbieri, ci aiutano a compiere questa missione; con la qualità delle proprie immagini e del proprio pensiero che si posa poetico e profondo sull’oggi.
OLIVO BARBIERI. IMMAGINI 1978 – 2014 Continuità e rottura Hou Hanru, Direttore artistico Fondazione MAXXI Negli ultimi decenni abbiamo visto la crescita della fotografia come genere di primo piano nel mondo dell’arte contemporanea. Questo fenomeno si e particolarmente intensificato negli anni Novanta, quando molte figure e movimenti importanti sono riusciti a conquistare il centro della ribalta nel mondo artistico internazionale: le ormai classiche Scuola di Dusseldorf e Vancouver School, con grandi nomi quali Bernd e Hilla Becher, Thomas Ruff, Andreas Gursky e Jeff Wall, insieme ad altre figure di spicco come Cindy Sherman, rappresentano una specie di rivoluzione concettuale nel campo della fotografia. Nell’altra parte del pianeta, lo scenario della fotografia giapponese con personaggi di rilievo come Daido Moriyama, Hiroshi Sugimoto, Nobuyoshi Araki e Yasumasa Morimura, ecc., sta da tempo proponendo una grande quantita di reinvenzioni dinamiche del linguaggio fotografico per sviluppare un discorso sui cambiamenti sociali e sulla ridefinizione dell’identita. Nel frattempo, abbiamo assistito anche allo sviluppo di una sorta di scuola italiana della fotografia che annovera figure interessanti quali Luigi Ghirri, Gabriele Basilico e Massimo Vitali il cui sguardo e fortemente concentrato sul paesaggio, soprattutto sugli spazi urbani e sull’architettura. Con punti di vista personali, inconsueti e particolarmente poetici, le loro opere hanno reso testimonianza delle trasformazioni avvenute nella vita sociale e urbana dell’Italia contemporanea. Olivo Barbieri ha seguito questa scia e, tanto nei soggetti quanto nel linguaggio, ha esteso creativamente il suo lavoro al mondo globale, oltre i confini dell’ambiente italiano. Nell’ultimo trentennio ha compiuto frequenti viaggi; prima di tutto in Italia per spingersi poi in altre aree del pianeta, soprattutto nel mondo “non occidentale”. Queste esperienze di viaggio gli hanno fatto capire che una nuova realta globalizzata sta emergendo in altri orizzonti, molto lontana dalle visioni e dai modelli eurocentrici della societa moderna. Mediante la sua fotografia egli vuole mettersi al passo con questa trasformazione incredibilmente rapida dell’immagine del mondo, per esempio con il boom di Shanghai, Dubai, Citta del Messico e persino Lagos, che stanno attuando modi del tutto nuovi e imprevisti di sviluppo urbano e inediti sistemi sociali, come e stato messo in risalto da Rem Koolhaas nella sua ricerca sull’espansione urbana nel Golfo e nel delta del fiume delle Perle. E un mondo, questo, eccitante e intenso, animato da forze contraddittorie e contrastanti progetti sociali e utopistici, guadagni capitalistici e speculativi, richieste di democrazia e nuove forme di totalitarismo. Sono necessarie tecniche innovative. Durante il suo vagare di globe trotter, Barbieri ha ideato un modo di fotografare lo scenario urbano con una “lente selettiva” che da evidenza a fenomeni insoliti: strade, edifici, persone e situazioni in fieri, qualcosa che e li a suggerire l’imminente, il possibile, l’imprevedibile. Da questi scatti fluidi, mobili, in un certo senso ironicamente disarmanti ma decisamente rivitalizzanti, emerge un nuovo tipo di poesia, del tutto diversa dalla malinconia di Ghirri e dalla sobrieta di Basilico, se non addirittura contrapposta ad esse. Sono immagini che gettano luce su qualche aspetto nascosto ma importante della nuova metropoli globale, una specie di leviatano dell’ibridazione e del dinamismo urbano. Il MAXXI, con il suo impegno a lungo termine nel sostegno e nella promozione del dialogo tra arte e architettura, ma soprattutto di una stretta collaborazione tra fotografi e architetti-urbanisti, presenta ora questa retrospettiva dell’opera di Olivo Barbieri. Si tratta non soltanto di un logico passo avanti dopo alcune importanti iniziative riguardanti il lavoro di Luigi Ghirri e Gabriele Basilico, ma, cio che piu conta, dimostra anche il nostro impegno nello sviluppo di una visione attuale dell’interazione tra la realta globale e il concetto di creativita attraverso l’apertura nei confronti di nuovi linguaggi tecnologici e poetici cosi come verso nuove posizioni critiche. La mostra di Barbieri ci offre una preziosa occasione di rivisitare la nostra ambizione e strategia. E sia continuita sia rottura.
OLIVO BARBIERI. IMMAGINI 1978 – 2014 Staccando l’ombra da terra Margherita Guccione, Direttore MAXXI Architettura “Iniziai a servirmi di un elicottero per allontanarmi dal suono delle parole, per vedere le città da lontano, lontano dalle voci, mi interessa la forma delle città”. Così nel 2010 Olivo Barbieri ha raccontato il processo che lo ha portato a servirsi della “distanza” per decifrare il mondo e riconoscere le città come organismi vivi e complessi, caratterizzati da un’estetica estremamente contemporanea. Un capovolgimento del punto di vista funzionale che lo ha spinto a vedere il paesaggio urbano come un’installazione mutevole e temporanea, a raddoppiare le visioni del mondo. Con la mostra "Olivo Barbieri. Immagini 1978-2014" il MAXXI Architettura conferma l’interesse e la potenza della fotografia come linguaggio autonomo e non solo strumento critico di lettura e analisi dell’architettura e della città. È un percorso che parte da lontano e che si rafforza nei progetti che il Museo di Architettura dedica ai grandi nomi della fotografia, sia attraverso committenze mirate ad incrementare le collezioni, sia con importanti mostre monografiche. È infatti ormai da alcuni decenni che il lavoro dei fotografi si lega alla ricerca sui temi dell’architettura, dell’urbanistica, dello “spazio” in senso lato, inteso tanto come materialità concreta, quanto come tempo dinamico che fluisce autonomamente, al di là di ogni controllo. È a questi autori che come Museo abbiamo dedicato un percorso di ricerca, con appuntamenti periodici: dopo lo straordinario successo della grande retrospettiva su Luigi Ghirri, l’intensa monografica TO FACE dedicata al lavoro di Paola De Pietri, la serie sulla Tomba Brion di Guido Guidi, la mostra omaggio dedicata a Gabriele Basilico, ora presentiamo un altro grande autore della fotografia italiana: Olivo Barbieri. La mostra, che ha l'assetto critico di un'ampia retrospettiva, rappresenta anche la conferma della collaborazione che il MAXXI ha attivato con Barbieri a partire dal 2003, coinvolgendolo in una serie di progetti di committenza. Ai lavori così realizzati – che oggi fanno parte del patrimonio del museo – la mostra dedica uno spazio specifico, il “Focus Collezioni”, costituito da tre diversi nuclei: il primo, composto da ventuno fotografie, è un lavoro sullo Stretto di Messina realizzato nel 2003 per il progetto “atlante italiano 003. Ritratto dell’Italia che cambia”; nel 2004 il museo ha nuovamente invitato Barbieri per il progetto Sguardi contemporanei che mirava a una rilettura dell’architettura italiana degli ultimi cinquanta anni: il risultato è una serie di sei fotografie che interpretano in senso quasi astratto le bianche strutture del Palazzetto dello Sport di Pier Luigi Nervi a Roma; infine nel 2006 Barbieri è stato coinvolto nel progetto “Cantiere d’autore” consegnando alle collezioni una suggestiva immagine in sequenza del museo in fase di costruzione. Sulla scia di questa relazione continuativa, anche la mostra che qui si presenta sarà occasione per una nuova acquisizione, un lavoro che Barbieri realizzerà appositamente per il MAXXI nell’ambito del suo decennale progetto site specific_: si tratta di un “volo” sulla costa adriatica della penisola italiana, nello spazio aereo che tra Ravenna e Vasto abbraccia la costa, le installazioni marittime e la sequenza delle principali città interne (San Marino, Urbino ecc.). Un progetto di riprese fotografiche e video che avrà per oggetto la conurbazione e i paesaggi medio-adriatici, un progetto quindi intorno alla forma del paesaggio contemporaneo, che farà emergere le diverse e inedite configurazioni del presente. Ancora una volta la fotografia, meglio di altri linguaggi, accompagna il pubblico nel comprendere le città e le trasformazioni urbane, con uno sguardo laterale e critico che ciascuno allena e sperimenta, anche individualmente. Per imparare - ci insegna Barbieri - a usare gli occhi come un “fuoco selettivo” praticando quella distanza che è propria dell'arte e che ci spinge a guardare il mondo dall'alto, staccando l'ombra da terra, come nel romanzo di Daniele del Giudice sul volo.
«Non mi ha mai interessato la fotografia, ma le immagini. Credo che il mio lavoro inizi laddove finisce la fotografia». OLIVO BARBIERI. IMMAGINI 1978 - 2014 Francesca Fabiani, curatrice della mostra «Non mi ha mai interessato la fotografia, ma le immagini. Credo che il mio lavoro inizi laddove finisce la fotografia». Olivo Barbieri Questa affermazione, apparentemente paradossale, contiene una chiave di lettura fondamentale per accedere alla complessa ricerca di Olivo Barbieri (Carpi, Modena 1954), uno dei più importanti autori della fotografia contemporanea. Barbieri è noto principalmente per la sua analisi sulla forma e sull’iconografia della città contemporanea. Ma il suo lavoro non è riconducibile solo all’indagine sullo spazio urbano e sull’architettura: se questi sono la cornice entro cui prende forma la ricerca, essa però ha più a che fare con l’analisi - e con la messa in discussione - del concetto di percezione, ovvero con la nostra capacità di vedere e interpretare la realtà. Che poi, è il primo passo per capirla. Attraverso un uso sperimentale del mezzo e del linguaggio fotografico, Barbieri mette in crisi le consuete modalità di rappresentazione, aprendo la strada a nuove interpretazioni, il più delle volte sorprendenti: ciò che lo interessa non è riprodurre fedelmente e neanche spettacolarizzare il mondo, ma tradurre in narrazione, in racconto, la sua personale esperienze percettiva del visibile. Concepita come un’ampia retrospettiva, la mostra è articolata in sette sezioni che consentono di seguire lo sviluppo del pensiero di Barbieri dagli anni Settanta ad oggi: dal primo lavoro sui flipper ritrovati in una fabbrica abbandonata che giocano con le decadenti icone del moderno, passando per le stranianti immagini notturne dei contesti urbani cui si contrappongono le visioni di dipinti conservati nei musei - ancor più ambigue per la loro apparenza di realtà; dall’esplorazione della provincia italiana degli anni Ottanta, ai ripetuti viaggi in Cina e in Estremo Oriente; dai primi esperimenti di “fuoco selettivo” degli anni Novanta, alle vedute aeree di Roma, Shanghai e Las Vegas, punto di partenza della serie site specific_ che coinvolge più di quaranta città e megalopoli del pianeta. Le sue immagini riprese dall’alto con la tecnica della messa a fuoco selettiva (che evidenzia solo alcuni elementi, lasciando volontariamente sfocato il resto della scena), hanno inaugurato un nuovo modo di percepire la città che, grazie all’introduzione consapevole di alcuni “errori” fotografici, ci appare in modo inedito, più simile a un modellino in scala che a un contesto reale. In quella sottile linea di mezzo tra una fotografia che rappresenta i luoghi e un utilizzo del linguaggio che finisce per decretare l’ambiguità di ogni rappresentazione, si situa la fotografia di Barbieri: in bilico tra il certo e l’incerto, tra il reale e il plausibile, tra il sapere e l’ovvio. Tra l’orizzontalità dei suoi viaggi sulla superficie del pianeta e la verticalità di un percorso che indaga i processi interni del vedere e del conoscere. La mostra è arricchita da una serie di focus di approfondimento dedicati rispettivamente alla produzione video (con 9 film in mostra); alla produzione editoriale attraverso la presentazione di una ricca sezione bibliografica; e infine uno spazio dedicato alle fotografie di Barbieri presenti nella Collezione del MAXXI, frutto di committenze realizzate ad hoc, che testimoniano della lunga e proficua collaborazione tra Barbieri e il museo avviata nel 2003, in coincidenza con l’avvio della costruzione del grande edificio progettato da Zaha Hadid.
cataloghi a cura di Francesca Fabiani formato 20×25, cartonato ricoperto pp. 216 con 150 illustrazioni a colori € 30,00 in mostra, € 35,00 in libreria Marsilio “Si tratta di un allenamento al guardare. Fin dall’ inizio ho cercato nel mezzo fotografico una sorta di percezione”. olivo barbieri Una grande monografia su oltre quarant’anni di lavoro e ricerca di Olivo Barbieri, che travalica e completa la mostra retrospettiva organizzata dal MAXXI; un’opera esaustiva, curata da Francesca Fabiani in stretta collaborazione e in dialogo continuo con l’artista, che fa il punto sulla intensa poetica di Barbieri. Queste le caratteristiche del volume che, con oltre 150 immagini, accompagna l’evento. L’opera di Barbieri viene attraversata e analizzata compiutamente: dagli inizi alla fine degli anni set- tanta, per arrivare alle ultime sperimentazioni site specific, in un percorso lungo e molto articolato. Introdotto da un saggio di Francesca Fabiani, il volume si snoda attraverso varie fasi del lavoro di Barbieri, diviso in apposite sezioni (Viaggio in Italia 1980-1983; Images 1977-2007; Artificial Illumina- tions 1982-2014; China 1989-2014; Virtual Thruts 1996-2002; Parks 2006-2014; Site specific 2003-2013). Completa la pubblicazione una ricca serie di apparati (Mostre personali e collettive selezionate, Col- lezioni, Libri d’artista, Bibliografia, Filmografia, Premi ricevuti). ufficio stampa Chiara De Stefani Marsilio Editori s.p.a. tel. 041-2406512 fax 041-5238352 c.destefani@marsilioeditori.it
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