Occhiali da vista_ evoluzione socio-tecnica - Caso studio
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Politecnico di Milano Facoltà del Design Corso di Laurea Magistrale in Disegno Industriale A.A. 2010/2011 OPEN LECTURES Docente Stefano Maffei Cultori della materia Beatrice Villari | Massimo Bianchini | Ursula Borroni Caso studio: Occhiali da vista_ evoluzione socio-tecnica Gruppo Icsipsilon: Elisa Affè Carmen Bruno Francesco Buzzo Micol Maria Cantalupi Idelfonso Colombo Nicolai Rizo
ABSTRACT Un caso studio da prendere in analisi per comprendere il sistema socio-tecnico è il mondo degli occhiali. Gli occhiali fanno parte di un sistema di sviluppo tecnico e sociale sia perché l’evoluzione della forma è cambiata con l’uso negli anni, sia perché negli ultimi 50 anni è diventato elemento sociale che rappresenta gruppi e generazioni. Per esempio, gli occhiali Rayban nati come occhiali di protezione per i piloti sono diventati simbolo di uno stile di vita giovanile e vintage.
GLI OCCHIALI E LA LORO EVOLUZIONE La storia di strumenti correttivi per patologie legate alla vista risale addirittura al tempo di Nerone che pare si servisse di uno smeraldo per potere osservare meglio gli incontri dei gladiatori. Prima dell’invenzione degli occhiali veri e propri ci sono state molte tappe in cui gradualmente si sono perfezionate le lenti, che servivano inizialmente ai monaci emanuensi durante il medioevo per trascrivere testi manoscritti. Già a Venezia nel 1300 molti artigiani si specializzarono nella produzione di lenti graduate (mantenendo segrete le tecniche di lavorazione). Vista la vastità dell’argomento prendiamo in analisi subito i primi modelli con vera e propria montatura. Premettiamo che la nascita dei primi occhiali da vista non ha una data sicura e precisa, ma possiamo riportare le prime testimonianze. La prima apparizione di occhiali da vista si ha nei primi anni del 1300 per via dei maestri veneziani, i quali avevano unito due lenti con due fili, che si legavano dietro la testa tramite dei legacci di cuoio. [fig. 1] Reading stone [fig. 2] Occhiali con corda per legarli dietro le orecchie [fig. 3 ] Occhiali con bacchette [fig. 4] Monocolo
Una grande richiesta di lenti e monocoli ci fu nel 1400 in seguito all’invenzione della stampa a caratteri mobili di Guttemberg. E quindi solo dopo l’esigenza di dover leggere pagine scritte con piccoli caratteri, la produzione e l’uso di occhiali si estese in tutta l’Europa. Nel 1500 si diffuse l’utilizzo del monocolo da tenere nell’incavo dell’occhio, questo ebbe un grande successo. I primi occhiali si diffusero in Inghilterra nel XVII secolo in seguito a numerose scoperte riguardanti le lenti (innovazioni apportate soprattutto da parte di Kepler). Da questo momento, si assiste alla nascita di molteplici modelli, studiati per migliorare il comfort partendo da semplici strutture metalliche che sorreggevano le lenti da appoggiare sopra al naso; si passa poi ai modelli detti “fassamano” dal francese faice a man, con lenti separate tenute insieme da un tondino; a modelli a forbice, e la lorgnette (un occhialino fatto da lenti ripiegabili su se stesse che poi scompaiono in un astuccio di tartaruga che funge da manico). Tappa molto importante per l’evoluzione tecnica della struttura degli occhiali fu l’invenzione del modello “pincez-nez”: si tratta di due lenti ovali abbracciate da una piattina di acciaio temperato e una molla dello stesso materiale che le collegava assieme, in modo che l’occhiale poteva essere sorretto dal naso. Nacque in questo periodo ma fu molto popolare nel XIX secolo. Finalmente nel 1730 nacquero gli occhiali “a stanghette” così come li conosciamo noi, ad opera di Edward Scarlett che iniziò a commercializzarli. Ovviamente le stanghette rigide si appoggiavano alle orecchie. Nel 1869 in America e nel 1873 in Inghilterra vennero realizzate le prime montature per occhiali in celluloide. Solo negli anni ‘30 del Novecento si sentì l’esigenza di creare delle lenti che potessero anche proteggere dai raggi solari: ecco la nascita degli occhiali da sole. (fig. 6) Modello “princes- nez” (fig. 7) Modello “fassamano” Da questo periodo a seguire gli occhiali nel corso del ‘900 fino ai giorni nostri hanno subito una escalation innovativa, con l’avvento delle plastiche e materiali sempre più avanzati. Pensiamo agli sviluppi nel mondo sportivo con montature sempre più leggere e resistenti, o per contesti lavorativi.
L’ultima frontiera aperta dalla tecnologia sono gli occhiali 3d per supportare l’illusione tridimensionale usata per la fruizione video-cartacea. GLI OCCHIALI COME FENOMENO SOCIALE Gli occhiali nel corso della loro lunga storia non hanno avuto solo un ruolo correttivo di un difetto visivo. Le prime connotazioni di occhiali come status si ebbero già dalle prime forme di occhiali, in quanto chi li metteva quasi sicuramente aveva difetti alla vista legati alla lettura, e perciò tendenzialmente era istruito. Quindi il primo significato sociale che si accompagnava all’utilizzo degli occhiali era legato alla figura dotta del colto capace di leggere e scrivere. [fig. 8] Tommaso da Modena 1352, [fig. 9] Conrad Von Soest, [fig.10] Ritratto di Camillo Convento di san Nicolò, Treviso, 1403,“Briller Postel” Benso Sala del capitolo Dopo il 1400 (invenzione della stampa) e il successivo allargamento di utenti, gli occhiali a stanghette, e tutti gli strumenti di correzione ottica come monocoli, fassamano, lorgnette, divennero anche connotativi di un aspetto economico ed estetico, in quanto oltre ad essere propri di una sfera sociale colta e che poteva permettersi libri, erano prodotti usando materiali preziosi come avorio, oro, argento, tartaruga. Quindi anche se ancora non erano considerati oggetti da mostrare in pubblico, iniziavano però ad avere un loro valore estetico. Nei primi decenni del 1900 si ebbero le prime mode legate agli occhiali, ma pur sempre legate ad una sfera elitaria. Fino alla metà del secolo ci fu un grande allargamento di utenti, anche alle classi sociali meno abbienti, ma la percezione dell’occhiale era, per colpa della sua forma standardizzata e non bella, quella di un oggetto meramente funzionale. Con l’istruzione obbligatoria e la crescente alfabetizzazione, ci si accorse che il 50% delle
persone era afflitto da disturbi legati alla vista, e col boom economico di fine anni ‘50 e l’inizio dell’era della plastica, si verificò negli anni tra 60 e 70 una vera rivoluzione nel significato degli occhiali. Non sono solo più uno strumento correttivo di una mancanza ottica, ma addirittura si fanno carico di un grande potere comunicativo, che li fanno diventare un elemento portatore di esclusività che deve essere mostrato in chiave anche estetica. Gli occhiali diventano un altro modo per poter esprimere il proprio stile, tanto è vero che entrano nel mondo della moda e sono reputati dei veri e propri accessori. Valentino Ray Ban Moschino Just Cavalli Carrera Blumarine
Anche Marylin Monroe indossava occhiali nel celebre film “Come sposare un milionario”, per non parlare del legame che hanno avuto e che anno tutt’ora gli occhiali da sole con il cinema: a partire da Audrey Hepburn, la stessa Marylin Monroe, agli anni 80’ con i classici Ray-Ban portati da Tom Cruise in “Top Gun” fino ad arrivare ai celebri occhiali che hanno indossato i personaggi in “Matrix”. Capiamo quindi come gli occhiali siano diventati oggi delle icone con cui identificarsi e anche degli oggetti che scandiscono e accompagnano intere generazioni.
Perchè questo caso studio? Abbiamo scelto questo caso studio perché rappresenta un caso significativo di sistema socio-tecnico: gli occhiali, infatti, sono uno strumento funzionale nato essenzialmente per ragioni cliniche, ma col tempo ha mutato la sua forma perfezionandosi sempre di più fino a divetare l’oggetto che oggi conosciamo. La sua evoluzione come abbiamo visto passa anche per tappe tecniche e sociali importanti, che li hanno portati a cambiare la sua percezione sociale: da essere prima oggetto che sopperisce solamente ad una mancanza, ad oggetto condiviso da una elite, alla sua veloce democratizzazione, all’accettazione universale come oggetto, fino ad arrivare ad essere un elemento di riconoscimento e di espressione di sè che fa tendenza e che deve essere mostrato.
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