Pochi ma buoni consigli per smaltire gli eccessi delle feste: ad ogni latitudine la "giusta" colazione, pranzo e cena - IVG

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Pochi ma buoni consigli per smaltire gli eccessi delle feste: ad ogni latitudine la "giusta" colazione, pranzo e cena - IVG
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      Pochi ma buoni consigli per smaltire gli eccessi delle
      feste: ad ogni latitudine la “giusta” colazione, pranzo e
      cena
      di Redazione
      18 Dicembre 2018 – 13:58

      Liguria. Il Natale si santifica anche a tavola: no a morigeratezze caloriche che non
      gratificano il palato e la padrona di casa che ha imbandito il pranzo luculliano; no alle
      monoporzioni restrittive che vi sarete già imposti in preparazione delle festività; no a
      privazioni che aumenterebbero soltanto il senso di fame (nervosa). Insomma a Natale
      spezzare il ritmo della dieta con qualche piacevole ‘sgarro’ è concesso, ricominciando a
      pensare a pasti più light a Santo Stefano, ma sempre con un pizzico di innovazione.

      “La prima regola – spiega la dottoressa Carla Lertola, medico chirurgo specialista in
      scienze dell’alimentazione e dietetica – è rimettersi in pista nel post-natale, dal 26
      dicembre, ma dolcemente e senza traumi. Ciò significa non saltare i pasti, ma ridurre le
      quantità; non imporsi tisane depurative se non se ne sente la necessità, non eliminare
      forzatamente dalla dieta i farinacei a favore della frutta che ‘illude’ con il suo potere
      saziante”.

      Inoltre a Santo Stefano e affini è bene limitare anche spremute, centrifughe, estratti di
      frutta e verdura: il rischio è di berne in quantità, pensando di compiere una azione

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      salutare, sottovalutando invece la quota calorica che questo alimento-bevanda apporta.
      “Meglio mangiare i vegetali ‘solidi’, in tutta a loro consistenza – commenta l’esperta –
      piuttosto che ingollarli sotto forma di liquidi, compreso minestroni, passati di verdura e
      zuppe in genere”.

      Come nutrirsi a Santo Stefano e nel post festa? Ecco le tappe e i consigli nutrizionali
      essenziali.

      La prima colazione è un must. Non va saltata neanche nel giorno post libagione: “Una
      coppa di yogurt magro cremoso – precisa la dottoressa – con l’aggiunta di una manciata di
      fiocchi di cereali integrali croccanti e una piccola quantità di frutti rossi, ad esempio
      chicchi di melograno, mirtilli, lamponi vi farà sentire in pieno clima natalizio ed
      allontanerà il rischio e la voglia di tuffarsi in una fetta di pandoro o di panettone con crema
      al mascarpone, una tentazione golosa anche mattutina”. Per essere ancora più ‘light’, siate
      più buoni: approfittate del giorno di Santo Stefano per regalare i dolci che non avete
      consumato a chi ne ha bisogno: “Condividere con chi è meno fortunato il cibo, vi aiuterà a
      non avere a portata di gola tanti alimenti calorici, educandovi anche a una cultura
      dell’anti-spreco”.

      A pranzo, la quantità fa la differenza. “Scegliete un primo piatto di piccole proporzioni –
      raccomanda la dottoressa Lertola – come la lasagna avanzata dal giorno prima, che aiuta a
      preservare dall‘effetto persuasivo e consolatorio di “un pezzettino di questo, due datteri,
      un torroncino cosa vuoi che siano e che male mi possono fare”. Accompagnate questo
      piatto con della verdura cotta di stagione. Preferite ad esempio le crucifere tra cui
      cavolfiore, broccoli, verdura a foglia verde come erbette e spinaci e altre del momento
      quali la zucca & co, condite solo con aceto balsamico o un cucchiaino di senape”

      Alla sera, leggerezza. Repetita juvant e fa bene anche a tavola. “Dunque la sera, è ancora
      una bontà, per la linea e la salute, la verdura scelta secondo il vostro gradimento, ma da
      consumare preferibilmente cruda con due cucchiaini di olio. A fianco è perfetto un secondo
      piatto in quantità simile a una porzione da ristorante, pane integrale pari a 60-70 grammi
      per lei e a 80-90 per lui e per chiudere in bellezza la giornata di Santo Stefano, un’ultima
      visione al cinema. Quattro passi dopo cena sono salutari e favoriscono lo smaltimento del
      cibo e di qualche caloria extra”.

      Molti dedicano il 27 dicembre e le giornate all’intorno alle partenze per le vacanze
      invernali. Anche in queste occasioni non dimenticate il buon cibo, sano, vario e di qualità
      con qualche attenzione a seconda della meta del vostro relax.

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      In montagna: “Consumate la colazione con le consuete abitudini di qualità e quantità, non
      pensando di appesantirla con l’idea di saltare il pasto. Anche sulle piste da sci, è meglio
      fare una pausa per pranzo e sostare in un rifugio dove mangiare un panino con un salume
      tipico, ma con qualche accortezza ‘di genere’. Se siete un uomo, potete gustarlo nella
      totalità, se invece siete donna, eliminate una delle parti del panino e piegatelo a metà a
      mo’ di tartina”. Se il languorino a merenda si fa sentire e la voglia di cioccolata calda vi
      attanaglia la gola, cedete pure alla tentazione, ma bevetela rigorosamente senza panna,
      evitando di consumare frutta nel resto della giornata. “La sera – aggiunge la dottoressa –
      puntate sul monopiatto. Una porzione di polenta con una dose ragionevole di formaggio
      oppure bagnata con un sughetto sugo di carne, unita a una porzione abbondante di
      verdura vi sazierà senza compromettere la linea”.

      All’estero, in città d’arte in Europa o oltre frontiera. Niente fast-junk-food. “Seguite lo
      stesso consiglio del pranzo in montagna e se siete in hotel – precisa la dottoressa Lertola –
      al mattino concedetevi il lusso di farvi portare la colazione in camera: un escamotage che
      vi aiuterà ad evitare la grande tentazione di una colazione internazionale con uova e bacon
      e ogni altra leccornia. Gustate anche il piacere di quel buon tempo che a casa vi manca;
      assaporate la colazione, in tranquillità, e sostituite il classico latte e corn-flakes con un
      pancake con poco sciroppo d’acero o un cucchiaino di miele e frutta”. A cena, state
      leggeri: preferite un piatto di carne o pesce grigliati o bolliti con verdura e se siete a New
      York e dintorni americani le ‘baked potatoes’ sono concesse. Fatevele servire scondite con
      salse a parte che aggiungerete voi ma con grande parsimonia. In quest’ultimo caso evitate
      pane, altri farinacei e i dolci di fine pasto.

      Al mare, vicino o lontano. Stessi consigli per i pasti montani: a colazione, spuntini e
      spiedini a base di frutta di vario tipo (anche esotica se siete ai tropici); a pranzo pesce e
      molta verdura, mentre a cena un monopiatto e una ‘unità alcolica’, ovvero un bicchiere di
      vino o di birra a piacere.

      Sano movimento. È una raccomandazione ‘senza confini’. “Ovunque andiate in vacanza a
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      Natale – raccomanda la dottoressa – e indipendentemente dall’età, muovetevi più che
      potete ma non fate grande affidamento sull’esito ‘slim’. Nulla delude di più dell’ago della
      bilancia che si impenna dopo le feste, se si ha la persuasione di avere smaltito una grande
      quantità di calorie camminando in lungo e in largo. Spesso non è così, vi basti pensare che
      per smaltire due o tre noci dovrete ‘bruciare’ un chilometro a passo sostenuto. State
      sereni, recupererete il peso forma in città, al rientro al lavoro e alla vita normale”.

      “In ultimo, ricordate che la dieta dimagrante – conclude l’esperta – si comincia e si
      (per)segue da Capodanno a Natale e non viceversa. Questo approccio alla tavola e dunque
      al cibo, consente di ‘educarsi’ al fatto che il peso in alcuni momenti critici, come quello del
      Natale e delle feste, può e ‘deve’ oscillare un po’ rispetto al proprio peso forma. Senza
      drammatizzare o farsene un senso di colpa, mettendo sul ‘piatto della bilancia’ che il cibo
      resta uno dei migliori piaceri di cui godere e da condividere con gli altri”. Specie nelle
      grandi occasioni comandate.

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