NUMERO ZERO - 15 MAGGIO 2019 - PISTOIA - LiberiLiberi
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INDICE E D I T O R IA LE 2 d i Mas s imo Baldi C H I H A PA URA DELL’ECONOM IA 3 d i E l e n a Sig no r i M O B I L IT À SOST ENIBILE 5 d i E nri c o D ami L I B E R I DI ESSERE G IUDICAT I 7 d i Fi l i p po Querci PA R I OPPORT UNIT À 9 d i A n tonella Co t t i NUMERO ZERO - 15 MAGGIO 2019 - PISTOIA LIBERILIBERI E’ UN’ASSOCIAZIONE SEGUI LE NOSTRE INIZIATIVE ED I SENZA FINE DI LUCRO E PROMUOVE NOSTRI EVENTI. IL PENSIERO LIBERO, INDIPENDENTE E INTELLIGENTE PER IL BENE COMUNE DELLA PROVINCIA DI PISTOIA. ORGANIZZA INIZIATIVE, PUBBLICA CONTENUTI IN RETE, DA ASCOLTO E S U P P O RT O O R G A N I Z Z AT I V O A LIBERILIBERI E’ IN CERCA DELLE TUE IDEE INNOVATIVE E NEL CONTEMPO IDEE PER AFFRONTARE I PROBLEMI REALISTICHE E SOSTENIBILI. DEL TERRITORIO PISTOIESE.
EDITORIALE Di Massimo Baldi Presentiamo con questa piccola pubblicazione il numero 0 del nostro Magazine, che sarà scaricabile e consultabile a questo indirizzo ogni mese. Saranno sempre pubblicazioni brevi e leggibili. Non saggi. E nemmeno articoli. Qualcosa di diverso, più consumabile di un saggio, ma (auspicabilmente) più profondo di un pezzo giornalistico. Lasciatemela dire così: sarà ogni volta un breve concerto da camera per storie e idee. E il linguaggio umano è perfettamente equipaggiato per esprimere idee e raccontare storie senza necessariamente dilungarsi. Se un’idea è chiara e una storia è vera, possono essere espresse con centomila parole come con mille. E con mille come con cento. Simboli, allegorie, collegamenti stanno lì apposta, nella scatola degli attrezzi di chi parla e chi scrive. Non troverete dunque in «Liberiliberi Magazine» una rivista di studi, né un quaderno di teoria politica. Troverete, in ogni numero, una sequenza di quattro articoli più un editoriale che mostreranno brevemente il cuore di un problema e lo scorcio di una soluzione. Alcune pubblicazioni verteranno in modo esplicito su questioni di natura prettamente locale. Altre, invece, voleranno più alto, ma sempre affrontando nodi tematici che hanno un alto margine di impatto su quello che avviene a Pistoia e nella sua provincia. Quello che esce oggi è, appunto, un numero 0, una prova d’orchestra con tante ambizioni e poche pretese. Leggetelo, inviateci i vostri commenti. Mettete tutti i puntini sulle ‘i’ che ci siamo dimenticati. Abbiamo una piccola ma ben attrezzata batteria di autori. Ma data la natura della pubblicazione e data la mission di Liberiliberi, siamo da subito alla ricerca di sollecitazioni e proposte. E di scritti da pubblicare. Massimo Baldi PER FARVI AVANTI O PER CHIEDERE QUALUNQUE INFORMAZIONE, SCRIVETE A INFO@LIBERILIBERI.COM O CERCATECI SU FACEBOOK. Liberiliberi Magazine 2
CHI HA PAURA DELL’ECONOMIA? Molti comuni, molti oneri. Di Elena Signori Uno dei mantra del dibattito pubblico contemporaneo è la messa in stato d'accusa dell'economia come agente di pressione dannoso nei riguardi della politica. È spesso invece vero il contrario: la politica segue ancora spesso indirizzi diseconomici e irrazionali. Pensiamo alle aggregazioni istituzionali, per esempio alle fusioni tra comuni. Se le amministrazioni locali fossero esposte alla concorrenza come le imprese, avremmo sicuramente più innovazione anche nella gestione della cosa pubblica. Ciononostante, esse si ostinano a mantenere processi attuativi lenti e un assetto organizzativo limpidamente in conflitto con l’evoluzione socio-economica. E chiaramente lo possono fare perché non sono imprese, le loro inefficienze non ricadono direttamente sui loro profitti, ma indirettamente sui cittadini e sul tessuto socio-economico, con profonde conseguenze collettive. Due le certezze. In primo luogo, l’assetto istituzionale tradizionale va riformato. In secondo luogo, non possiamo più rimanere aggrappati allo status quo come una bella addormentata, si deve avviare un processo urgente e improrogabile di riforme. Se non rispettiamo questi due imperativi ci ritroveremo ben presto a fare i conti con gravi conseguenze sociali. L’obiettivo di un buon governo locale dovrebbe essere quello di minimizzare i costi connessi al suo funzionamento per massimizzare le risorse da investire in servizi alla popolazione e alle imprese: c’è bisogno di funzionari pubblici del futuro. C’è bisogno di progetti innovativi. C’è bisogno di fusioni istituzionali e capacities moltiplicate per superare le difficoltà e realizzare finalmente proposte dimenticate nel cassetto. 3
Ecco allora che questi processi istituzionali e attuativi, che generano cambiamento e ridefiniscono una nuova governance, si inseriscono come opportunità, impongono la ragione economica a favore del superamento del dormiente stato attuale. L’economia non semplicemente vuole, ma può e deve tracciare la strada della politica. ElenaSignori 4
MOBILITÀ SOSTENIBILE di Enrico Dami Sono decenni che vengono promosse alternative al motore endotermico ma i risultati delle innumerevoli proposte sono stati, nel migliore dei casi, dei fiaschi clamorosi. Fino al giorno in cui un signore venuto dal Sud Africa, col nome da supereroe (Elon Musk), non ha deciso che questa cosa doveva accadere. Da circa dieci anni esiste un mondo che ha creduto nei veicoli elettrici, li ha promossi ed ha visto crescere la domanda e la propria offerta arrivando fino alla realizzazione di vere e proprie aziende specialistiche. Oggi muoversi con un veicolo elettrico è, oltre che fattibile, una vera e propria opportunità. Per una lunga serie di ragioni, prima tra tutte quelle ambientali. “E allora le batterie?” “E allora le centrali a carbone?” Andiamo per ordine. Contrariamente a quanto si conosce a livello divulgativo l’Italia è uno dei paesi con il più elevato tasso di rinnovabili a livello mondiale. Il nostro fabbisogno elettrico nazionale è c op e rto p e r c i rc a i l 4 0 % dal mix energetico che madre natura ci offre: idroelettrico, fotovoltaico, eolico, biogas, geotermico. Siamo tra i migliori al mondo, tra i primi tre. Bello vero? Quindi il 40% dell’energia che andremmo a mettere nella nostra macchina sarebbe verde, pulita. 5
Ma non finiscono qua le buone notizie. modo drastico. Il ciclo d’esercizio di un veicolo elettrico In Italia un esempio virtuoso, di livello è il 50% più efficiente rispetto ad uno europeo, è rappresentato dalla città tradizionale. di Firenze che offre centinaia di punti di ricarica e accessi all’area ZTL (seppur Hai un impianto FV su casa tua? selezionando gli ingressi attraverso Ti stai muovendo ad impatto totalmente la richiesta d’iscrizione in un apposito zero! Rivoluzionario. registro). Bollo zero per i primi cinque anni da Oggi Firenze sperimenta una flotta l’acquisto (10 in alcune regioni), TAXI 100% elettrici di circa 100 unità, assicurazione agevolata, parcheggi oltre una foltissima pattuglia ibrida, gratis quasi ovunque, costi d’esercizio che ha ripulito l’aria del centro cittadino. (ricarica elettrica) meno della metà di Milano sta sostituendo tutti gli autobus un veicolo tradizionale. con nuovi mezzi elettrici grazie ad un progetto a scadenza 2030. E le batterie? Le batterie vivono per Altro caso italiano d’eccellenza, ma migliaia di cicli di ricarica mantenendo non ancora realizzato, è il progetto di elevatissime le loro prestazioni ma, a ristrutturazione dell’arteria autostradale fine vita veicolo, vengono recuperate Salerno-Reggio Calabria. ed utilizzate per gli accumuli stazionari Il piano, promosso dallo scorso Governo, negli impianti fotovoltaici per altri decenni. prevede la completa ristrutturazione E quando saranno definitivamente dell’asse viario trasformandolo nel tratto esaurite? più evoluto al mondo. I materiali con cui sono costruite sono preziosissimi e pertanto recuperati e Guida autonoma, interconnessione riutilizzati per altre batterie. dati tra veicoli, sistemi evoluti di ricarica Si chiama economia circolare. integrati ad energie rinnovabili in smart grid: un traguardo che, se raggiunto, Perché in Italia non vediamo svilupparsi posizionerebbe il nostro paese al questo mercato al contrario di altri paesi, vertice dello sviluppo internazionale come ad esempio la Norvegia, dove in termini di mobilità 2.0, riscattando ormai un veicolo su due è elettrificato? anche un’opera pubblica che ha Ciò che fa da propulsore nel mondo dei disegnato, per decenni, un malcostume veicoli elettrici sono schemi estesi di identitario di quei territori. incentivi. Incentivo all’acquisto (IVA agevolata o Con volontà politica, infrastrutture, eliminata, crediti d’imposta), agevolazioni adeguamento dell’ordinamento fiscale strutturali alla circolazione (corsie ed economico il salto di paradigma è preferenziali, accesso gratuito alle aree a portata di mano e di portafoglio. soggette a restrizioni del traffico, riduzione o eliminazione dei pedaggi Cambiare, in meglio!... è un dovere. autostradali, sconti sulla corrente elettrica per la ricarica). EnricoDami Questo mix ha consentito, in alcuni paesi, di invertire la rotta dei trends e di ripulire l’aria delle proprie città in 6
LIBERI DI ESSERE GIUDICATI di Filippo Querci Sono passati pochi mesi dal trentennale della morte di Enzo Tortora e mai come in questa stagione torna attuale ed indispensabile parlare di garantismo, proprio quando si profila all'orizzonte il crescendo politico di forze che fanno della sua negazione, ovvero del giustizialismo, la loro grundnorm. Anche il sentimento popolare spinge impetuoso in senso diametralmente opposto e “garantismo” è un termine che oggi si ha quasi vergogna a pronunciare. Eppure siamo di fronte ad una imprescindibile battaglia culturale, e ancor prima di civiltà, che non si può astenersi dal combattere. Perché è proprio laddove si voglia rimanere nel solco del rispetto della Costituzione più bella del mondo, che occorre prendere l'art. 27 come stella polare, e farsi guidare da quelle poche e provvidenziali parole, messe lì appositamente dai Costituenti 70 anni fa: “L'imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva”. Al cospetto di media che ne fanno oltraggio quotidiano, tenendo processi sommari a mo' di pubblica gogna in barba alle più basilari guarentigie difensive, è triste pensare che, trent'anni dopo il martirio di Tortora, ben poco sia cambiato, a discapito delle tante riforme scaturite dai troppi casi di malagiustizia di cui siamo stati testimoni in passato. Una forza responsabile, e che ambisca a fregiarsi davvero del titolo di riformista, non può che porsi come primario obiettivo quello di dare il via ad una profonda rivoluzione culturale diretta a garantire, seppur con troppi decenni di ritardo, quel giusto processo che paesi con meno storia e tradizioni del nostro danno ormai già per scontato. 7
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PARI OPPORTUNITÀ Guardiamo i fatti, leggiamo i numeri. di Antonella Cotti Indubbiamente, anzi fortunatamente, uomini e donne. il ruolo delle donne nella società, Nella XIII legislatura e fino alla XVI era almeno nella gran parte del mondo istituito il Ministero per le P.O.. occidentale, ha raggiunto un Dopodiché (forse non ritenendolo più riconoscimento importante, ma non necessario) siamo passati dall’istituzione ancora sufficiente. del ministero alla mera assegnazione della delega. Le normative inter nazionali sulle L’attuale gover no l’ha addirittura tematiche di genere hanno trainato nel affidata a un uomo, il sottosegretario secolo scorso, anche l’Italia che ha alla presidenza del consiglio Vincenzo varato la legge 164\ 1990 sulle pari Spadafora. opportunità, disciplinando in modo dettagliato i compiti, le funzioni, i Cosa ancora non funziona, quali gli criteri della Commissione Nazionale ostacoli che impediscono le pari per la parità e le pari opportunità tra opportunità tra uomini e donne? 9
Riporterò alcuni dati, non per scrivere il congedo obbligatorio di paternità, che tipico 'cahier de doleance’, ma perché' in alcuni paesi arriva a 64 giorni, mentre ognuno\di noi faccia le debite riflessioni in Italia a 4 giorni (ma sembra che rischi e magari possa, con convinzione, stare di sparire dal 2019 perché' ritenuto una a fianco delle molte donne che oggi, nel spesa inutile). mondo, stanno lottando per vedere riconosciuti diritti di giustizia sociale, Questi numeri dimostrano come il di uguaglianza nelle opportunità percorso verso una società più equa lavorative, relazionali, politiche, tra uomini e donne sia drammaticamente imprenditoriali e salariali. inconcluso. Parlando di remunerazione, la disparità Non dobbiamo inoltre dimenticare che salariale U/D vale circa 3000 euro lordi il genere femminile non è un blocco l'anno. monolitico e che allo svantaggio per appartenenza al genere se ne sommano In percentuale, il gap tra uomo e altri quali la classe sociale, il livello di donna, per quanto riguarda i salari istruzione, la nazionalità, l'orientamento nel privato, oscilla tra il 7% e il 12,7%. sessuale, la disabilità. Il lavoro di cura famigliare occupa una Dobbiamo ancora fare tanta strada, media di 100 minuti giornalieri per consapevoli della necessità di lottare, l’uomo. pretendere, recriminare, uomini e Il doppio per la donna. donne insieme. Antonella Cotti Sono inoltre insufficienti i giorni per il 10
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