Numero 433 26 marzo 2019 - Telefono d'Argento
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n. 433 – 26 marzo 2019 __________________________________________________________________________________ Condivisione di informazioni ed iniziative degli utenti del Telefono d’Argento Il dettaglio di tutte le attività dell’associazione Il Telefono d’Argento può essere consultato toccando il seguente indirizzo: https://goo.gl/2YBy5K Se desideri ricevere La Pillola su: Whatsapp invia un messaggio al numero 333.1772038 Telegram unisciti al canale Lapillola Per ogni chiarimento ed informazione chiama il n. 333 1772038 E’ possibile ascoltare e commentare questa Pillola con un operatore del Telefono d’Argento – Chiama 331 6682579 Scrivici al telefonodargento@gmail.com seguici su facebook.com/telefonodargento 2
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n. 433 – 26 marzo 2019 __________________________________________________________________________________ . Abbandonare un gruppo Whatsapp Per lasciare un gruppo a cui si sta partecipando in Whatsapp - aprire la chat del gruppo - toccare sul titolo per entrare nelle Info Gruppo, - scorrere la schermata verso il basso e toccare su Abbandona gruppo. Chiaramente se si abbandona il gruppo, non c'è alcun modo di nasconderlo agli altri ed apparirà a tutti il messaggio che "Pincopallino ha abbandonato" Non c'è modo di abbandonare un gruppo momentaneamente, anche se si può sempre chiedere un nuovo invito all'amministratore e dire che ci si è sbagliati. Tutto chiaro? In caso, schiarisciti con 331 66 82 579. 4
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n. 433 – 26 marzo 2019 __________________________________________________________________________________ Sfidando l'arrivo del Presidente cinese, giovedì 21 marzo - primo giorno di primavera - ci siamo ritrovati al nostro amato cinema, ma eravamo solo in otto. Abbiamo allora deciso di vedere un film intero per non creare problemi agli assenti il giovedì della settimana successiva. Accompagnati da Cantuccini di Prato e da una buona Torta della Nonna portata da Emilia, 6
n. 433 – 26 marzo 2019 __________________________________________________________________________________ abbiamo visto il film "Due sotto il burqa", storia dell'amore di Leila e Armand che studiano a Scienze Politiche a Parigi. I genitori di lui sono iraniani che hanno lasciato la patria dopo l'avvento di Khomeini. Lei invece si vede piombare in casa il fratello Mahmoud, reduce dallo Yemen dove ha aderito al radicalismo islamico. Una delle sue prime imposizioni è quella di impedire alla sorella di incontrare Armand, il quale però trova una soluzione. Indossa l'abito integrale che lascia scoperti solo gli occhi e si presenta a casa di Leila come una fanciulla di nome Sheherazade bisognosa di lezioni. La 'studentessa' attrae però l'attenzione amorosa di Mahmoud e questo complica non poco le cose. Mahmoud vuole imporre a Leila la sua volontà attraverso frasi fatte derivate dalla sua solo pretesa conoscenza del Corano, che, difatti, inizia a comprendere meglio 7
n. 433 – 26 marzo 2019 __________________________________________________________________________________ quando Armand/Sheherazade si trova costretto a documentarsi in materia per reggere il gioco e, di conseguenza, attraendone una focosa attenzione. Passando da Maometto a Victor Hugo si consuma la possibilità di una deradicalizzazione di un giovane uomo che ha visto la moschea affermarsi come l'unico luogo in cui poter socializzare in Francia. Leila ha imboccato una strada diversa e ha trovato l'amore (e un possibile futuro alle Nazioni Unite) in un Armand che deve fronteggiare le memorie barricadiere dei genitori e, in particolare, della madre ancor oggi disposta a gesti eclatanti pur di poter sostenere idee libertarie. Tutto ciò sostenuto dal gioco del travestimento con tutte le varianti farsesche che possono derivarne ma che sono sempre tenute sotto controllo. Complessivamente il film è piaciuto: leggero, ma ricco di spunti di riflessione sull'integrazione, sui diritti delle donne, sui fondamentalismi di ogni colore, religioso e femminista/barricadero, sulle tante contraddizioni, come quella che inizialmente porta la madre di Armand, femminista convinta, a voler imporre al figlio una moglie "giusta", esattamente come il fratello di Leila, apparentemente fondamentalista islamico, quindi ai suoi antipodi e coerente fino all'estremo con i principi del suo credo, pretendeva di avere diritto di veto sulle scelte della sorella. Una mattinata piacevole, nel tepore di una bella giornata di inizio primavera, che ripeteremo giovedì prossimo 28 marzo, sempre alle 10:30 a via Frescobaldi 22. Vi aspettiamo! Barbara 8
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n. 433 – 26 marzo 2019 __________________________________________________________________________________ CONDIVIDI CON NOI RIPARTE UN NUOVO CAMPO ESTIVO ….. ANZI DUE Già da alcuni anni Gianfranco Proietti, ben noto ai lettori della Pillola per la sua attività di psicoterapeuta e di animatore dei Corsi Aperta Mente, promuove in estate settimane di soggiorno residenziale denominate “Campi Estivi” per il loro carattere comunitario con attività di gioco e di relazione. La località scelta per l’incontro di quest’anno è L’Oasi Francescana (Vicovaro Mandela) un antico convento completamente ristrutturato a meno di un’ora da Roma e con uno splendido parco. Data la richiesta di partecipazione da parte degli amici del Telefono d’Argento si è pensato di organizzare quest’anno due settimane : la prima a partire da sabato 29 giugno al 6 luglio e la seconda dal 6 luglio al 13 luglio. Il Telefono d’Argento ha predisposto un “pacchetto” comprendente il trasporto, il soggiorno in pensione completa e l’organizzazione delle attività con la presenza costante, oltre che degli animatori, anche di alcuni volontari. Per informazioni e prenotazioni: Marisa 06 8557858 10
n. 433 – 26 marzo 2019 __________________________________________________________________________________ PARLIAMO DI PRENDERSI CURA “Cura, una parola del nostro tempo”, è l’ultimo libro scritto dal prof. Marco Trabucchi ordinario nell’università di Tor Vergata, e verrà presentato martedì 16 aprile alle ore17 presso la sede di via Frescobaldi 22. Marco Trabucchi oltre ad essere un grande geriatra è anche un grande comunicatore : non mancate Via Frescobaldi 22 è qui 11
n. 433 – 26 marzo 2019 __________________________________________________________________________________ Come sempre, ricordiamo che questo spazio è aperto al contributo di tutti. Se avete una storia che ha lasciato un ricordo non esitate ad inviarcene una copia: i contributi di tutti faranno crescere la qualità della pillola. LA TORTORELLA Era la metà del mese di settembre e le giornate si alternavano tra calore afoso e pluviale, ricco di piogge da far paura. Rientravo in casa camminando sul marciapiede rasente il muro dello stabile dove abitavo e vidi una specie di gomitolo schiacciato grigiastro per terra… Incuriosita mi avvicinai, lo presi in mano e subito spuntò il beccuccio di un uccello piccolo che, forse, cercava un buco nel muro per ripararsi. Era una Tortorella di pochi giorni, gli occhietti ancora chiusi. Senza peso, come un fiore, e più la accarezzavo più si faceva piccolo cercando rifugio. Lo sistemai in una scatoletta di carta adagiata sul piatto doccia del bagno. Dovevo dargli da mangiare ma non sapevo che cosa mangiava. Uscii recandomi da un animalista al quale chiedere consiglio. Mi disse di prendere una bustina contenente un tipo di farina con la quale, con un po' di acqua, fare delle piccole palline. Ero felice! Dopo alcuni giorni l'uccellino veniva a mangiare e a bere nelle mie mani. I giorni trascorsero, pochi in verità, ma la mia felicità aumentava sempre più. Iniziò a svolazzare per il bagno, sentivo il suo cinguettio ed ero felice: io ero la sua benefattrice e lei svolazzava sulla specchiera, sul lume centrale. 12
n. 433 – 26 marzo 2019 __________________________________________________________________________________ Sapevo che un giorno, la finestra sempre aperta del bagno l'avrebbe superata, ma la felicità di averlo salvato mi sarebbe rimasta. L'uccellino che avevo salvato meritava, anche lui, di vivere la sua vita volando libero nel cielo. Un giorno rientrando in casa lo vidi posato in bilico su un vasetto sito sulla specchiera…. La paura che potesse cadere e il vasetto di vetro battere nel lavabo mi indusse a prenderlo con le mani, salendo su uno sgabello. Allungando la mano per prenderlo lui si spaventò e spiccò un balzo. Scivolò lungo la mia mano e, nel trattenerlo, chiusi il pugno. Bloccai una sua aletta, Dio mio, perché l'ho fatto? Nel trattenerlo gli avevo rotto l'ossicino dell'aletta. Rabbia, dolore, amarezza, pentimento mi colsero, mio Dio, gli ho fatto male. Una goccia di sangue cadde sulle mie mani. Lo avvolsi in un panno, di corsa mi avviai al pronto soccorso per animali stanziato al Giardino Zoologico. Mi dissero di stare tranquilla, tra una decina di giorni avrebbe ripreso a volare, ma non potevano restituirmelo. Tortorella mia bella Ti ho voluto bene, ti ho salvato. Ricorderai la mia casa? Lo so, ti ho fatto male! Tornerai mai un giorno da me? Ruggiero Lavorata Condividi anche tu la tua storia a questo indirizzo: telefonodargento@gmail.com Se invece preferisci raccontare la tua storia, noi la scriveremo per te; chiama il numero 333 17 72 038. 13
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n. 433 – 26 marzo 2019 __________________________________________________________________________________ La pillola del Cardinale L'Archivio del giornale AVVENIRE rappresenta un inestimabile fonte degli articoli scritti dal Cardinal Gianfranco Ravasi nella rubrica “Il mattutino”. Di seguito ne condividiamo uno particolarmente significativo. Se il fare fosse facile come il sapere quello che è bene fare, le cappelle sarebbero cattedrali e le casupole dei poveri sarebbero palazzi di principi. Questa considerazione è suggerita dalla ricca Porzia corteggiata dallo spiantato nobile veneziano Bassanio nella celebre commedia di Shakespeare Il mercante di Venezia (atto, I, scena II). Essa è una 16
n. 433 – 26 marzo 2019 __________________________________________________________________________________ variante del tradizionale proverbio secondo il quale tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare. È, infatti, piuttosto facile riuscire a «sapere quello che è bene fare», cioè conoscere la verità, la giustizia, la generosità. Tutt'altra cosa è imboccare quella strada e perseguirla con coerenza e costanza. Ci si accontenta piuttosto delle vie di mezzo, delle proposte modeste, degli esiti meno impegnativi. È così che abbiamo cappelle dove ci potevano essere capolavori di architettura e squallidi condomini dove si potevano erigere palazzi. Fuor di metafora, la pigrizia e il gretto egoismo ci fanno accontentare di piccole mete e di mediocri progetti. Anzi, in molti casi a ciò che è bene fare si sostituisce il male più disponibile e meno arduo. Vorrei, però, aggiungere una piccola osservazione a margine della frase di Shakespeare. Ci dev'essere, certo, l'impegno a fare il bene ma spesso non si bada a fare bene il bene. Si dirà che è solo questione di stile o di forma. In realtà, non di rado la forma è sostanza: un atto di generosità compiuto con freddezza o, peggio, supponenza ne ferisce il valore. Un'opera eseguita con approssimazione, uno studio senza accuratezza e così via ne ridimensionano di molto il significato. Occorre, dunque, fare bene il bene. Cardinale Gianfranco Ravasi - Dalla rubrica Il Mattutino – Avvenire 17
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n. 433 – 26 marzo 2019 __________________________________________________________________________________ domenica 25 marzo 1945 (74 anni fa) Debutta Napoli milionaria di De Filippo «Poche settimane dopo la liberazione mi affacciai al balcone della mia casa di Parco Grifeo, e detti uno sguardo al panorama di questa città martoriata: allora mi venne in mente in embrione la commedia e la scrissi tutta d'un fiato, come un lungo articolo sulla guerra e le sue deleterie conseguenze.» (Eduardo) 19
n. 433 – 26 marzo 2019 __________________________________________________________________________________ Attimo ed eternità La fotografia ha il potere di immortalare un momento che dura per sempre. Questa foto ne è un esempio 9 luglio 2006 - L'episodio della testata rifilata da Zinedine Zidane a Marco Materazzi nella notte di Berlino che assegnò il quarto titolo mondiale all'Italia rimarrà per sempre nella storia del calcio Hai qualche scatto da condividere con noi? Manda la tua foto su WhatsApp al numero 331 66 82 579 20
n. 433 – 26 marzo 2019 __________________________________________________________________________________ Non si può capire Roma e la sua cultura senza visitarne le chiese principali: dalle grandi basiliche patriarcali, agli antichi templi pagani convertiti in edifici di culto cattolico, alle numerose chiese romaniche e medievali. Padre Andrea Meschi, parroco della Basilica di Santa Croce a via Flaminia, esperto appassionato delle chiese meno conosciute, ci invita a perderci tra le vie del centro storico alla scoperta dei suoi tesori, a ritirarsi tra le mura di cappelle, chiesette e basiliche che maestosamente si affacciano sul caotico via vai cittadino. Padre Andrea questa settimana ci suggerisce di visitare la chiesa di San Celsino 21
n. 433 – 26 marzo 2019 __________________________________________________________________________________ Questo piccolo oratorio è dedicato a S.Celso, martire ad Antiochia nel 302 d.C., ma è conosciuto con il diminutivo di "S.Celsino" per distinguerlo dalla vicina chiesa dei Ss.Celso e Giuliano. L'oratorio, situato su vicolo di S.Celso, era officiato dall'Arciconfraternita del Santissimo Sacramento, istituita da papa Pio V per incoraggiare il culto dell'Eucarestia. La chiesa di San Celso fu restaurata con un intervento conclusosi nel 2002. Oggi essa si apre sul vicolo del pesce con un piccolo portoncino di legno, nel muro di recinzione del giardinetto a lato del suo fianco meridionale, cancelletto sovrastato da una lunetta una volta probabilmente dipinta a trompe l'œil. Da questo spazio aperto, oltre il portale, si intravede il fianco meridionale dell'oratorio, su cui si apre la porta di accesso e una finestrella a monofora. All'interno la parte absidale è stata completamente ristrutturata, ed in essa è stata tolta la volta con l'affresco menzionato dal Remondini, sostituita da una copertura lignea. La chiesa di San Celsino è una chiesa sconsacrata. Così scrive l'Armellini: «Ha un solo altare, sul quale vi è un quadro di buona scuola rappresentante Gesù che comunica l’apostolo Pietro nel cenacolo. Sulla volta è rappresentata Maria Assunta in cielo.» 22
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n. 433 – 26 marzo 2019 __________________________________________________________________________________ GENIo ITALIANo Giovanni Pastrone, noto anche con lo pseudonimo di Piero Fosco (Asti, 13 settembre 1882 – Torino, 27 giugno 1959), è stato un regista, sceneggiatore, attore, produttore e tecnico cinematografico italiano. Attivo all'epoca del cinema muto è considerato un pioniere della settima arte dopo aver raggiunto fama a livello internazionale per aver realizzato, nel 1911, il film La caduta di Troia e , nel 1914, l'imponente Cabiria un lungometraggio che è passato alla storia come il film italiano più celebre del cinema muto. 24
n. 433 – 26 marzo 2019 __________________________________________________________________________________ Quando è stata scattata questa foto? Se lo ricordi, manda un messaggio Whatsapp su 331 6682579 25
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n. 433 – 26 marzo 2019 __________________________________________________________________________________ C’è una vacanza giusta per ogni periodo della vita? L’assaggio di una pausa di qualche settimana dalla realtà quotidiana , ha sempre contribuito a rendere i mesi estivi tra i più piacevoli dell’anno. Generalmente la scelta del tipo di vacanza varia in base alla personalità; ma anche in base al periodo storico e sociale che ci troviamo ad attraversare. I manifesti visti nella pagine precedenti potrebbero essere ancora di nostro interesse per la scelta della nostra prossima vacanza? Oppure…. ci dobbiamo affidare a BUONA SETTIMANA DAL TELEFONO D’ARGENTO 28
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