Nestlé italiana: premiata da Confindustria per progetti economia circolare
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Nestlé italiana: premiata da Confindustria per progetti economia circolare Nestlé Italiana ha vinto il concorso “Best performer dell’economia circolare” 2020/2021 nella categoria Grande Impresa Manifatturiera, ideato da Confindustria con il supporto di 4.Manager e la collaborazione di Enel X ed Eni, con l’obiettivo di valorizzare le aziende che investono in tecnologie per far crescere il business in chiave sostenibile e che hanno implementato soluzioni innovative di economia circolare. Nestlé Italiana ha ottenuto questo importante riconoscimento grazie a due diversi progetti che l’azienda ha sviluppato a partire dal 2020 per potenziare ulteriormente il suo impegno verso una maggiore sostenibilità dei propri imballaggi. Il primo è “Dove lo butto?”, la piattaforma digitale powered by Nestlé (www.dovelobutto.nestle.it) per la raccolta differenziata, realizzata con l’obiettivo di informare e aiutare i consumatori a smaltire correttamente i packaging dei prodotti Nestlé tramite la scansione del codice a barre presente sull’imballaggio e un sistema di geolocalizzazione. Recentemente la web app è stata arricchita anche con il nuovo strumento dell’etichetta consapevole “digitale” per una maggiore sensibilizzazione sul tema dello spreco alimentare. Quest’ultima è un’iniziativa nata in collaborazione con Too Good To Go, l’app contro gli sprechi alimentari, e consente ai consumatori che utilizzano “Dove lo butto?” di ricevere informazioni per interpretare correttamente il termine minimo di conservazione (TMC) presente sul packaging dei prodotti, invitandoli a verificare se gli alimenti siano ancora
consumabili mediante l’utilizzo dei propri sensi (olfatto, vista e gusto). Il secondo progetto premiato è “Km0 Cardboard”, realizzato grazie al coinvolgimento del produttore di imballaggi SADA (membro della Rete per Packaging Sostenibile: 100% Campania) e di Hera, nato dalla volontà delle imprese del territorio campano di sviluppare nuovi modelli produttivi all’insegna dell’economia circolare e di attivare una rete di collaborazione virtuosa tra le aziende locali. Si tratta di un programma di economia circolare ideato con l’obiettivo di ridurre l’impatto ambientale del packaging in cartone ondulato utilizzato da Nestlé nel suo stabilimento Buitoni a Benevento, dedicato alla produzione di pizze surgelate. Grazie a questa iniziativa, Nestlé Italiana è riuscita a dar vita a un importante ciclo di produzione di imballaggi “a circuito chiuso” che prevede il ritiro degli scarti di carta e cartone prodotti presso lo stabilimento, i quali – attraverso varie fasi che coinvolgono anche altre imprese del territorio – vengono poi trasformati da SADA in nuovo packaging che Nestlé può utilizzare per il trasporto dei suoi prodotti. Come garantito da SADA, tutte le movimentazioni e gli impieghi della carta da riciclare sono tracciati secondo un disciplinare di Rete certificato e verificato da Bureau Veritas in tutti i suoi passaggi. Inoltre, la certificazione EPD® del packaging “green” realizzato per Nestlé Italia consente di quantificare le riduzioni di impatto rispetto alla catena di fornitura ed al packaging utilizzato in precedenza. “Siamo molto orgogliosi di aver preso parte a questo importante concorso, che ha riconosciuto e premiato il nostro impegno a lavorare ogni giorno in un’ottica di sostenibilità
del business, generando un impatto positivo sull’ambiente e sulle comunità in cui operiamo” – ha dichiarato Marta Schiraldi, Safety, Health, Environment e Sustainability Head del Gruppo Nestlé Italia, ritirando il premio – “I due progetti innovativi che abbiamo candidato e che sono stati premiati rappresentano due diverse, ma altrettanto importanti, soluzioni che abbiamo sviluppato per fornire il nostro contributo nei confronti delle sfide ambientali e sociali della nostra epoca. Noi di Nestlé siamo convinti, infatti, che in qualità di principale azienda alimentare al mondo, abbiamo la responsabilità di lavorare per compiere passi in avanti per un futuro più sostenibile, per le persone e per il nostro pianeta.” Valentina Sada, Responsabile Marketing e Comunicazione del Gruppo Sada, ha aggiunto: “Il Gruppo Sada e la Rete per il Packaging Sostenibile: 100% Campania dal 2013 promuovono e realizzano progetti di economia circolare. Garantiamo ai nostri clienti una filiera del riciclo sostenibile che crea valore nel territorio e grazie alla quale si realizza il packaging a ridotto impatto ambientale, utilizzato anche da Nestlé nel progetto “km0 cardboard”. Siamo davvero lieti di aver coadiuvato Nestlé Italia in questo progetto e vorremmo inoltre rivolgere un ringraziamento particolare alla Cartiera della Rete, Cartesar Spa, per il suo contributo fondamentale ed alla piattaforma S.R.I. per la fattiva collaborazione”. Aggiunge Maria Cristina Piovesana, Vice Presidente di Confindustria ambiente, sostenibilità e cultura: “Confindustria è molto impegnata sulla transizione green di cui l’economia circolare è uno degli assi portanti. L’obiettivo del concorso Best performers, giunto alla terza edizione, è quello di sensibilizzare e coinvolgere sempre di più il tessuto produttivo verso un uso efficiente delle
risorse. Al Gruppo Nestlé in Italia vanno i nostri complimenti per essersi aggiudicato il premio delle grandi imprese manifatturiere, dimostrando l’importanza di attivare tutte le leve per l’economia circolare, dall’utilizzo di soluzioni tecnologiche innovative, alla cura delle informazioni per i consumatori, fino alla creazione di un sistema di collaborazioni a rete con le imprese sul territorio”. Gruppo Nestlé Il Gruppo Nestlé, presente in 187 Paesi con più di 2000 marche tra globali e locali, è l’azienda alimentare leader nel mondo, attiva dal 1866 per la produzione e distribuzione di prodotti per la Nutrizione, la Salute e il Benessere delle persone. Good food, Good life è la nostra firma e il nostro mondo. Da più di 100 anni presente in Italia, Nestlé si impegna ogni giorno con azioni concrete ad esprimere con i propri prodotti e le marche tutto il buono dell’alimentazione. L’azienda opera in Italia in 9 categorie con un portafoglio di numerose marche che si impegnano costantemente per offrire prodotti buoni, nutrizionalmente bilanciati e con etichette trasparenti, tra questi: Meritene, Pure Encapsulations, Vitan Proteins, Optifibre, Modulen, S.Pellegrino, Acqua Panna, Levissima, Bibite Sanpellegrino, Aperitivi Sanpellegrino, Purina Pro Plan, Purina One, Gourmet, Friskies, Felix, Nidina, Nestlé Mio, Nespresso, Nescafé, Nescafé Dolce Gusto, Orzoro, Nesquik, Garden Gourmet, Buitoni, Maggi, Perugina, Baci Perugina, KitKat, Galak, Smarties, Cereali Fitness. Scopri di più sul Gruppo Nestlé in Italia: https://bit.ly/3wz0AZD
Piccola Industria di Confindustria e Confagricoltura Alessandria insieme per il PMI DAY PMI DAY è la giornata in cui le piccole e medie imprese di Confindustria aprono le porte dei loro stabilimenti a studenti, insegnanti e comunità locali per mostrare come si svolge l’attività produttiva e per raccontare storia, conquiste e progetti futuri dell’azienda. L’iniziativa Pmi Day – Industriamoci è stata lanciata da Piccola Industria di Confindustria nel 2010 e da allora ha portato circa 380mila giovani a diretto contatto con il mondo e con i valori della piccola e media impresa. Il PMI DAY è inserito nell’ambito della Settimana della Cultura d’Impresa di Confindustria e rientra tra gli eventi della Settimana Europea delle PMI organizzata dalla Commissione Europea. Per gli imprenditori il PMI DAY è il momento importante per far emergere l’articolato impegno a favore della diffusione della cultura d’impresa declinato in particolare sulle tematiche che riguardano l’alternanza scuola – lavoro che innova profondamente la didattica rendendo strutturale il rapporto tra formazione e lavoro e che vede il PMI DAY quale attività che può essere inclusa nella progettazione dei percorsi di alternanza. Dopo la positiva esperienza degli scorsi anni, che ha visto anche in provincia di Alessandria e in altri territori nazionali lo svolgimento delle visite anche in alcune aziende agricole, prosegue la collaborazione tra Piccola Industria di Confindustria e Confagricoltura: anche in questa edizione che si terrà venerdì 19 novembre a livello nazionale, le due Associazioni realizzano il PMI DAY in partnership, a conferma dei consolidati
rapporti in filiera tra le rispettive imprese, dando in questo modo ai giovani l’opportunità di una conoscenza più ampia della realtà produttiva. Quest’anno, il 19 novembre, parteciperanno le aziende: Abazia, Centrale del Latte di Alessandria ed Asti e Consorzio Proplast, e il 17 novembre anche Solvay in virtù degli impatti di filiera delle grandi aziende per lo sviluppo delle Pmi del territorio. Visiteranno le imprese studenti e insegnanti dell’Istituto “Volta” di Alessandria, che andranno presso Abazia, alla Centrale del Latte e in Solvay; dell’Istituto “Sobrero” di Casale Monferrato che andranno in Solvay, e del Liceo Scientifico “Galilei” di Alessandria che andranno al Consorzio Proplast. Al “porte aperte” per Confindustria Alessandria saranno presenti gli imprenditori della Piccola Industria con il presidente Carlo Volpi e il direttore Renzo Gatti e per Confagricoltura Alessandria prenderanno parte il presidente provinciale Luca Brondelli di Brondello e il direttore provinciale Cristina Bagnasco. Pesca, tutto il comparto, (Alleanza cooperative, Coldiretti, industria e sindacati) scrivono di nuovo a Orlando: garantire tutti i
lavoratori Tutto il mondo della Pesca, Alleanza delle coopertive, Impresa Pesca della Coldiretti, Federpesca di Confindustria e i tre sindacati Fai, Uila e Flai, scrivono ancora una volta al ministro del Lavoro Andrea Orlando per chiedere – visti i tempi di Covid – la proroga del termine di indennizzo 2020. Si tratta della proroga del termine di scadenza del riconoscimento delle indennità per le misure di arresto obbligatorio e non obbligatorio per l’anno 2020 al fine di garantire l’erogazione dell’indennizzo in oggetto a tutti i lavoratori beneficiari. Qui di seguito AGRICOLAE pubblica la lettera in formato PDF e a seguire in forma testuale: RICHIESTA PROROGA TERMINE INDENNIZZO 2020 Gentilissimo Ministro, il Decreto Interministeriale del 3.02.2021 avente ad oggetto “Riconoscimento indennità misure di arresto obbligatorio e non obbligatorio ai marittimi imbarcati per l’anno 2020” ha previsto che le imprese di pesca interessate a ricevere l’indennità, in base a quanto stabilito dall’art. 4 del Decreto, dovessero presentare, a decorrere dal giorno 8 febbraio 2021, una singola istanza per ciascuna unitàdi pesca presente in azienda, entro e non oltre il 28 febbraio 2021, tramite il sistema telematico denominato “CIGSonline. Abbiamo più volte rappresentato a codesto spettabile Ministero l’esigenza di prorogare la scadenza del 28 febbraio, viste le difficoltà nella gestione della procedura in un cosı̀ breve lasso di tempo. Tuttavia, il termine del 28 febbraio e ̀ rimasto immutato e le imprese di pesca, seppur non comprendendo tale rigidità in un momento come quello che stiamo attraversando, si sono adoperate per fare in modo di non lasciare nessun lavoratore escluso da tale diritto.
Attualmente, secondo quanto disposto da codesto Ministero, le imprese e i loro consulenti sono impegnati per inviare entro il termine del 31 marzo p.v. la “scheda 9”, ad integrazione dell’istanza giàinviata entro il 28 febbraio. Tuttavia, l’attuale situazione di emergenza e le restrizioni previste dall’ultimo DL n. 30/21 che ha rafforzato il quadro delle misure di contenimento in tutte le Regioni italiane, rendono sinceramente complicato adempiere all’invio della documentazione entro il termine previsto, dal momento che la compilazione della sopra citata “scheda 9” richiede, tra le altre cose, di interfacciarsi con gli uffici delle autorità marittime locali. Per quanto sopra esposto, al fine di garantire l’erogazione dell’indennizzo in oggetto a tutti i lavoratori beneficiari, siamo a chiederLe di poter prevedere una proroga del termine ultimo per l’invio delle “schede 9”, posticipando lo stesso alla data del 30 aprile 2021. Era già stato scritto: Pesca. Da Fai, Flai, Uila preoccupazione per mancata proroga termini domande fermo pesca 2020 Governo, voto Rousseau lascia spazio a consultazioni sindacati e Confindustria,
convocati domani. Mal di pancia per discasteri in base a gruppi parlamentari Il voto sulla piattaforma Rousseau ha riallungato i tempi e il premier incaricato Mario Draghi ha dovuto togliere momentaneamente il piede sull’acceleratore per la formazione del nuovo governo. Ma non si perde tempo e sono stati convocati i sindacati e Confindustria per domani. Nel frattempo si registrano – da quanto apprende AGRICOLAE – alcuni mal di pancia perché Draghi avrebbe intenzione – nel caso di un governo politico – di assegnare dicasteri in base ai gruppi parlamentari. Cosa che potrebbe far preferire ad alcuni partiti, Pd in primis, la formazione di un governo tecnico. Mentre sarebbero agevolati il Movimento Cinque stelle e la Lega. Lettera congiunta delle associazioni di imprese alle istituzioni europee: andare oltre schemi del passato, eccesso automatismi norme
bancarie compromette ripresa L’Abi, Alleanza delle Cooperative Italiane (Agci, Confcooperative, Legacoop), Casartigiani, CIAAgricoltori Italiani, CLAAI – Confederazione Libere Associazioni Artigiane Italiane, CNA – Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa, Coldiretti, Confagricoltura, Confapi, Confartigianato, Confcommercio, Confedilizia, Confesercenti, Confetra, ConfimiIndustria, Confindustria, hanno inviato congiuntamente e unanimemente, alle Istituzioni europee una lettera in cui è contenuta una forte richiesta di intervenire urgentemente su alcune norme in materia bancaria che, pensate in un contesto completamente diverso da quello attuale e caratterizzate da un eccesso di automatismi, rischiano di compromettere irrimediabilmente le prospettive di recupero dell’economia italiana ed europea. Le Associazioni segnalano che di fronte ad una emergenza straordinaria come quella attuale, è indispensabile andare oltre gli schemi del passato e avere una capacità di visione che consenta di concentrare gli sforzi di tutti verso il comune obiettivo della ripresa. Le Associazioni rilevano che il credito ha assunto e assume un ruolo cruciale, nelle fasi più acute della crisi, per assicurare la necessaria liquidità alle imprese, private delle loro entrate o comunque investite da shock imponenti tanto dal lato della domanda quanto da quello dell’approvvigionamento dei fattori produttivi. Altrettanto essenziale, se non di più, sarà il supporto del credito nella fase successiva, per sostenere le imprese nel percorso di ripristino delle condizioni di economicità dei loro business, in condizioni di incertezza che rischiano di protrarsi per un lungo periodo.
Le Associazioni prendono atto che nella prima fase della pandemia le istituzioni nazionali ed europee hanno messo in atto una serie di misure utili ad affrontare l’emergenza. Tuttavia, per le Associazioni imprenditoriali italiane occorre che una serie di criticità nel quadro regolamentare bancario, debbano essere superate per evitare che situazioni di temporanea difficoltà delle imprese si trasformino in crisi irreversibili per effetto degli automatismi incorporati in alcune norme di primo e secondo livello e in una restrizione dell’offerta di credito esiziale nel contesto attuale. E’ necessario procedere immediatamente ad alcune modifiche ed adattamenti temporanei, che consentano alle banche di offrire il massimo supporto all’economia reale nel momento in cui questo è la condizione per la tenuta del tessuto produttivo. E’ urgente intervenire sulle regole relative all’identificazione dei debitori come deteriorati (c.d. “definizione di default”). Il combinato disposto di una norma restrittiva, come quella che limita a 90 giorni il periodo di ritardo di pagamento ammesso, con l’applicazione, da gennaio 2021, di nuove e più restrittive soglie per gli importi scaduti, nonché i nuovi criteri per il trattamento dei crediti ristrutturati, rischiano di determinare la classificazione a default di un numero ingentissimo di imprese, comunque sane. Queste imprese perderebbero l’accesso al credito, con quello che ne consegue in termini di prospettive di ripresa. E’ indispensabile evitare che, alla classificazione di un credito come deteriorato, consegua in tempi troppo stretti e
predeterminati l’imposizione di coperture a carico delle banche fino all’annullamento del valore del credito (c.d. “calendar provisioning”). Un approccio di questo tipo – che in generale induce le banche a restringere i criteri di concessione del credito – appare particolarmente dannoso in questo momento, in quanto introduce un incentivo perverso a favore della cessione del credito, al primo segno di deterioramento, al di fuori del circuito del mercato bancario regolamentato, invece di incoraggiare la banca ad accompagnare il cliente in un percorso di ristrutturazione. In ogni caso, queste norme debbono tenere conto dei rallentamenti, osservati in tutta Europa, nell’attività giudiziaria conseguenti alla crisi pandemica. Più in generale, una serie di aggiustamenti mirati alle norme relative agli effetti delle operazioni di cessione di crediti deteriorati, alle cessioni tramite cartolarizzazioni, al trattamento degli NPL acquistati dalle banche, saranno essenziali per consentire una gestione meno traumatica da parte delle banche di quella quota di esposizioni che andranno comunque in default. Una corretta valorizzazione dei crediti è infatti nell’interesse non solo delle banche ma anche delle imprese. L’eccezionale severità della crisi richiede di intervenire con tempestività e pragmatismo, attivando tutti gli strumenti necessari per limitare le conseguenze economiche e sociali. I problemi citati e le proposte condivise. Il dettaglio delle proposte, in materia di aggiustamenti mirati alla regolamentazione prudenziale bancaria, sono state illustrate in un documento allegato alla lettera inviata alle istituzioni europee.
CCNL Multiservizi, Confcooperative Legacoop Confindustria: Preoccupano le conseguenze dello sciopero confermato per domani “Desta grande preoccupazione la conferma della proclamazione di sciopero per domani nel settore multiservizi”- “Le imprese del settore sono impegnate nella sanificazione degli ospedali, dei luoghi di lavoro, di studio e del commercio. Sanificazioni che permettono il funzionamento delle strutture sanitarie nella lotta contro il Covid, luoghi preziosi per il Paese in questo momento, che dovrebbero essere esclusi dalle lotte sindacali” si legge in una nota congiunta di tutte le Associazioni datoriali del settore “La decisione dei sindacati cade in un momento di grande criticità per il Paese e moltiplicherà le difficoltà dei numerosi settori, impegnati nel contrasto al Covid, che hanno bisogno dei servizi prestati dalle nostre imprese. È una scelta che non ci aspettavamo vista la ripresa del tavolo di rinnovo del CCNL dove pensiamo è possibile trovare l’intesa. In questa situazione di emergenza nazionale la sanificazione e le pulizie professionali sono assolutamente imprescindibili per garantire il contenimento della pandemia. Siamo convinti che questa situazione possa essere gestita in modi diversi e pensiamo che gli stessi lavoratori siano consapevoli della situazione in corso e del loro apporto prezioso. Noi, nonostante tutto, confermiamo il nostro impegno per il rinnovo del contratto di lavoro”.
Assocarni, eletta la nuova squadra. Luigi Scordamaglia eletto presidente Si è tenuta nella giornata di oggi l’Assemblea di Assocarni, l’Associazione delle carni aderente a Confindustria, che ha eletto la nuova squadra di Presidenza per il periodo 2020-2023. Luigi Scordamaglia, Amministratore Delegato di Inalca del Gruppo Cremonini, è stato eletto Presidente; Piero Camilli, Giampiero Carozza, Antonio Fiorani, Fabio Martini, Elena Angiolini Massironi e Gian Luca Vercelli sono stati eletti Vicepresidenti. Rinnovato anche il Consiglio Generale dell’Associazione. Luigi Cremonini, fondatore ed ispiratore dell’Associazione, rimane di diritto nel Comitato di Presidenza. “È un momento di grande cambiamento con grandi sfide che bisogna saper cogliere e le associazioni di rappresentanza devono far evolvere la propria funzione superando meccanismi e ruoli non più attuali. Come Assocarni abbiamo sempre anticipato i cambiamenti e vogliamo continuare a farlo con tutte le sinergie possibili, puntando sempre più su un modello di filiera integrata e di produzione sostenibile e distintiva” lo ha dichiarato al momento dell’insediamento il neopresidente ricordando che l’intera filiera delle carni vale in Italia 32 miliardi di euro con oltre 180.000 addetti complessivi.
CORONAVIRUS, FONDO DA 350MLN PER AGRICOLTURA E DA 20 MLN PER LA PESCA. RIMBORSO PER LE MANCATE PRESENZE TURISTICHE. ECCO LE MISURE DEL GOVERNO T u t t i a l l a v o r o – d o p o l ’ i ncontro tra il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il sistema produttivo composto da ABI – Coldiretti – Confagricoltura – Cia – Copagri- Confapi – Confindustria – Legacoop – Confcooperative- Agci- Rete Imprese Italia (Casartigiani, CNA, Confartigianato, Confcommercio e
Confesercenti) – Cgil – Cisl – Uil sul decreto deputato a sostenere il comparto a fronte dell’emergenza causata dall’espandersi del Coronavirus. AGRICOLAE, che ha potuto visionare la bozza dei provvedimenti di natura agricola ed agroalimentare, pubblica qui di seguito le misure più importanti: All’articolo 1 figurano le “Misure in favore del settore agricolo”. “Al fine di assicurare la ripresa economica e produttiva delle imprese agricole per i danni diretti o indiretti derivanti dall’emergenza COVID-19 nello stato di previsione del Mipaaf – si legge – è istituito un Fondo con una dotazione pari a 350 milioni di euro per l’anno 2020″. Fondo destinato a: -“Riconoscimento di contributi per la copertura, totale o parziale, degli interessi passivi dei finanziamenti erogati dalle banche per la ristrutturazione dei debiti; -alla copertura dei costi sostenuti per interessi maturati negli anni 2018 e 2019 su mutui bancari contratti dalle imprese; -alla concessione di mutui a tasso zero, della durata non superiore ai 15 anni, finalizzati all’estinzione dei debiti bancari in essere al 31 gennaio; -sostegno delle filiere in crisi”. Entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge con decreto di natura non regolamentare del ministero delle Politiche agricole, d’intesa con la Conferenza Stato Regioni, saranno definiti i criteri e le modalità di funzionamento del Fondo di cui al comma 1 nel rispetto delle disposizioni stabilite del Regolamento europeo 316 del 2019 della Commissione Ue relativo all’applicazione degli articolo
107 e 108 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea agli aiuti ‘de minimis’ nel settore agricolo. “Alle imprese agricole autorizzate – si legge ancora – all’esercizio dell’attività agrituristica e risultanti regolarmente inserite e attive sul repertorio nazionale dell’agriturismo istituito con decreto del ministro delle Politiche agricole e alimentari e forestali 3 giugno 2014 è concesso un contributo straordinario per ogni mancata presenza determinata dalla differenza tra le presenze effettive del periodo gennaio-giugno 2019 e quelle del medesimo periodo del 2020”. Le mancate presenze dovute a disdette saranno quantificate sulla base delle comunicazioni effettuate alle competenti questure ai sensi della normativa sulla sicurezza pubblica. Ma viene anche concesso un contributo straordinario per mancata presenza alle altre aziende agrituristiche che non offrono servizio di alloggio. In questo caso per il calcolo, si adotterà la percentuale di riduzione media a livello regionale. Il contributo – da quanto si apprende – arriverà fino al tetto dei 55 milioni di euro per l’anno 2020 sulla base dei criteri e delle modalità definite con decreto di natura non regolamentare del ministro delle Politiche agricole Bellanova d’intesa con la Conferenza Stato Regioni nel rispetto delle Regolamento Ue relativo all’applicazione degli aiuti de minimis nel settore agricolo. All’articolo 2 vengono invece definite le “misure in favore della pesca e dell’acquacoltura”: Al fine di assicurare la ripresa economica e produttiva del settore ittico, verrà istituito un Fondo di 20 milioni di euro per il 2020. Entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore saranno definiti i criteri di concerto Mipaaf e Conferenza Stato-
Regioni. All’articolo 1 comma 515 della legge del 27 dicembre 2019 n.160 le parole “nel limite di” fino a “pari a 30 euro” sono sostituite dalle seguenti “nel limite di spesa di 17 milioni di euro per l’anno 2021, un’indennità giornaliera omnicomprensiva pari a 45 euro”. Inoltre le disposizioni di cui all’articolo 41, comma 2 del decreto elgge 26 ottobre 2019 n.124 convertito con modificazioni dalla legge 19 dicembre 2019 n.157, saranno estese al settore della Pesca. CORONAVIRUS, CONTE CONVOCA SISTEMA PRODUTTIVO IL 4 MARZO ALLE 16 A PALAZZO CHIGI D a q u a n t o a p p r e
nde AGRICOLAE e come anticipato, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha convocato il sistema produttivo del Paese il 4 marzo alle 16:00 a Palazzo Chigi per fare il punto sull’emergenza economica causata dal Coronavirus e sulle possibili soluzioni da portare in Cdm. Coinvolti l’ABI, Confindustria, Confagricoltura, Coldiretti, Cia, Copagri, Confcooperative, Legacoop, Agci, Confapi, Rete Imprese e i sindacati agricoli. Era già stato scritto: CORONAVIRUS. CONTE INCONTRERÀ SISTEMA PRODUTTIVO. ABI, CONFAGRICOLTURA, COLDIRETTI, CONFINDUSTRIA, RETE IMPRESE, LEGACOOP, CONFCOOPERATIVE, AGCI, CONFAPI E SINDACATI: TORNARE A NORMALITÀ Posted by Redazione × Pubblicato il 27/02/2020 at 19:42 D a q u a n t o p r e n d e A G R I
C OLAE sembrerebbe che il presidente del consiglio Giuseppe Conte stia per convocare il sistema produttivo per fare il punto sull’emergenze e Coronavirus prima di portare in Cdm i decreti ad hoc. “Il nostro Paese sta in questi giorni affrontando una situazione di forte criticità a causa della diffusione del Coronavirus. Ciò impone a noi parti sociali, al Governo, alle Regioni, a tutte le autorità e agli esponenti della società civile di lavorare insieme, mettendo a fattor comune gli sforzi e agendo in maniera coordinata per consentire al nostro Paese di superare questa fase in maniera rapida ed efficace”, scrivono in una nota congiunta ABI – Coldiretti – Confagricoltura – Confapi – Confindustria – Legacoop – Confcooperative- Agci- Rete Imprese Italia (Casartigiani, CNA, Confartigianato, Confcommercio e Confesercenti) – Cgil – Cisl – Uil. “Nei giorni scorsi sono state tempestivamente assunte diverse misure per contenere il rischio sanitario a beneficio di tutti i cittadini. Gli esperti e le organizzazioni internazionali, a partire dall’OMS, ci hanno rassicurato sui rischi del virus e sulle corrette prassi per gestire questa situazione, che tutti noi siamo chiamati a rispettare. Dopo i primi giorni di emergenza, è ora importante valutare con equilibrio la situazione per procedere a una rapida normalizzazione, consentendo di riavviare tutte le attività ora bloccate e mettere in condizione le imprese e i lavoratori di tutti i territori di lavorare in modo proficuo e sicuro a beneficio del Paese, evitando di diffondere sui mezzi di informazione una immagine e una percezione, soprattutto nei confronti dei partner internazionali, che rischia di danneggiare durevolmente il nostro Made in Italy e il turismo. Oltre alle misure urgenti che il Governo ha adottato, o si appresta ad adottare, di necessario sostegno alle imprese e al reddito dei lavoratori, questo è il momento per costruire un grande piano di rilancio degli investimenti nel Paese che
contempli misure forti e straordinarie per riportare il lavoro e la nostra economia su un percorso di crescita stabile e duratura. Un ruolo importante dovrà essere svolto anche dalle Istituzioni europee, per creare le migliori condizioni per un rilancio economico dell’Italia nell’interesse della stessa Unione Europea”. AL VIA MANIFESTO CONFINDUSTRIA E MONDO AGRICOLO E COOPERATIVO PER FARE SQUADRA SU MADE IN ITALY. COLDIRETTI HA DETTO NO
U n “ m a n i f e s t o ” p e r f a re “buona Impresa” sottoscritto da Confagricoltura, l’Alleanza delle cooperative (Confcooperative, Legacoop e Agci), Confagricoltura, Cia e Copagri per fare squadra sui temi importanti dell’agroalimentare made in Italy e andare più forti sui tavoli europei e internazionali. Da quanto apprende AGRICOLAE è stato messo a punto un documento che vede una comunione di intenti relativa alle questioni che possono cambiare il corso delle cose. Cinque i grandi temi: La crescita sostenibile (per tornare a crescere almeno dell’1 per cento nel triennio) nel rispetto del lavoro e della parità di genere. I consumi che devono essere di più e “nuovi”. Obiettivo è dare vita a una riattivazione che possa avere effetti positivi sul ciclo economico.
Investimenti sul futuro: attraverso il rilancio delle infrastrutture – non solo materiali – con un programma di almeno 50 miliardi di euro nel triennio (circa un punto di Pil l’anno) da scomputare dalle regole di conteggio dei parametri del Patto di Stabilità e di crescita. Puntare su innovazione e alla transizione ecologica del sistema imprenditoriale italiano. E un riequilibrio degli investimenti per la manutenzione attiva del territorio. Ma non solo: anche un rilancio degli investimenti pubblici nel Mezzogiorno e nelle infrastrutture sociali. Che possa avere un’attenzione mirata verso le nuove generazioni. La Buona Impresa: proseguire verso una crescita che garantisca dignità ai lavoratori, equità fiscale e legalità. Anche per colmare gap della competitività. Infine Responsabilità e riforma dei corpi intermedi: per riconnettere e proteggere un tessuto economico e sociale in sofferenza e tutelare insieme legittimi interessi di parte e l’interesse generale del Paese. Anche attraverso una legge sulla rappresentanza, oggi mancante. Sempre da quanto apprende AGRICOLAE sembrerebbe che il Manifesto – che è aperto a tutti i soggetti che vogliono entrarvi – sia stato offerto anche alla Coldiretti che ha preferito restarne fuori. FILIERA ITALIA, CONSEGUENZA DELLA ‘LOTTA’ TRA LA CARNE E
LA PASTA IN FEDERALIMENTARE? MA ANCHE DELL’OLIO DI PALMA.. Potrebbe essere l’ex presidente dell’Agenzia per i Monopoli di Stato e delle dogane Giuseppe Peleggi tra i vertici di Filiera Italia Potrebbe essere l’ex presidente dell’Agenzia per i Monopoli di Stato e delle dogane Giuseppe Peleggi tra i vertici di Filiera Italia, l’associazione che vede unite Coldiretti, l’industria della carne e Ferrero. Ma qual è il patto di sangue che lega i due giganti dell’industria (Ferrero e Cremonini) e il gigante dell’agricoltura (Coldiretti)? Sembrerebbe essere la guerra intestina che da anni si consuma all’interno della Federalimentare tra chi produce carne e chi produce pasta.
La questione infatti si inserisce in una dinamica di annosi scontri tra il mondo della carne di cui il leader assoluto è Cremonini, (l’ad Luigi Scordamaglia è anche presidente di Federalimentare) e il mondo della pasta (il numero uno al mondo è Barilla che ha fondato anni fa la fondazione sulla sostenibilità ambientale le cui ricerche hanno messo spesso sulla gogna la produzione zootecnica). Attriti tali da spaccare il ramo alimentare della Confindustria. Lo scontro tra la carne e la pasta è noto da tempo agli addetti del settore. L’entrata in squadra di Ferrero si inserisce in una lotta sistemica e sinergica per difendere il made in Italy tutto – compreso il Know how – contro gli attacchi francesi (appunto contro la Nutella) e inglesi (l’etichetta a semaforo su tutti ma anche i recenti articoli pubblicati da The Guardian). Di mezzo sembra esserci però anche l’affaire olio di palma. Da quanto apprende AGRICOLAE infatti, sia Barilla che Ferrero avevano aderito al Rspo, round table for sustenaible palm oil. In pratica un tavolo deputato a rendere ‘sostenibile’ l’olio di palma, senza rinnegarne l’uso. Ma mentre la Nutella ne ha difeso l’utilizzo fino alla fine contro gli attacchi mediatici della Francia, la Barilla ha fatto una fuga in avanti da assolo che potrebbe non essere piaciuta. Pubblicizzando d’un tratto le merendine olio di palma free. Andando a ‘corrompere’ quello stesso tavolo di cui faceva parte. Senza contare la guerra portata avanti da anni da parte della Coldiretti sul grano importato per fare la pasta… Ora, la figura di Peleggi tra i dirigenti – al di là delle scelte e delle cariche ‘politiche’ – potrebbe essere in linea con gli obiettivi della Filiera Italia. Tra cui anche l’export.
Dopo tanto tempo di chilometri zero, ora si guarda oltre confine insieme all’industria. Per saperne di più: NUTELLA BATTE FRANCIA, SÈGOLÈNE COSTRETTA ALLE SCUSE. COSÌ I CUGINI DI OLTRALPE USANO IL MADE IN ITALY PER FARE CAMPAGNA POLITICA. E AGNESE RENZI RISPONDE DA EXPO CON UNA CREPE Posted by Redazione × Pubblicato il 17/06/2015 at 17:45 “Mille excuses pour la polémique sur le Nutella. D’accord pour mettre en valeur les progrès”. Si è trasformata in un boomerang per Ségolène Royal l’intemerata contro la Nutella lanciata lunedì nel corso di una trasmissione televisiva. Sommersa da una valanga di proteste sul web, con tanto di insulti e parolacce di nutellari entusiasti, e dalla risposta di molti volti noti della politica – a partire dalla moglie del premier Matteo Renzi, Agnese, che si è recata con la figlia Ester al Concept Bar Nutella dell’Expo di Milano – l’ex moglie del presidente Francois Hollande ha dovuto fare marcia indietro. Tutto era cominciato lunedì mattina, quando nel corso del Grand Journal di Canal+, l’ex candidata alle presidenziali aveva invitato i suoi connazionali a boicottare la più famosa crema alle nocciole al mondo, fiore all’occhiello del Gruppo
Ferrero, perché contiene olio di palma. Uno sgarbo diplomatico che ha del clamoroso, trattandosi di un ministro in carica che chiede a tutta la Francia di non comprare un prodotto straniero (peraltro amatissimo anche al di là delle Alpi). L’appello è anche totalmente infondato, come rileva in una nota l’azienda piemontese, che non commenta le frasi della Royal ma puntualizza il proprio impegno per l’ambiente e rivendica la totale sostenibilità del proprio olio di palma. Già il primo punto del comunicato fa riflettere: le importazioni di olio di palma della Ferrero ammontano solo allo 0,3% della produzione mondiale. Inoltre, l’approvvigionamento dell’olio è certificato come sostenibile al 100% non solo dalla RSPO (Roundtable on Sustainable Palm Oil) ma anche da Greenpeace: nel novembre 2013, per esempio, Areeba Hamid, parlando a Medan a nome della nota organizzazione ambientalista, aveva tessuto le lodi della “campagna di non-deforestazione” intrapresa dall’azienda albese. Ma allora, per quale motivo la Royal se l’è presa con la Nutella? In realtà, sono alcuni anni che l’olio di palma è diventato uno dei bersagli preferiti delle campagne di diverse organizzazioni non governative, e la Francia è uno dei Paesi dove questa propaganda negativa ha fatto più proseliti. Non a caso, negli ambienti dell’industria alimentare circola il sospetto che
dietro certi attacchi si nasconda la lobby dell’olio di colza, fortissima Oltralpe. Anche in Italia sull’olio di palma si fanno campagne pseudo- salutiste, specialmente sui social network, dove la verifica delle informazioni è spesso trascurata. Tuttavia, come ha confermato meno di due settimane fa l’Unione Nazionale Consumatori sul suo sito web (http://www.consumatori.it/alimentazione/alimentazione-sicurez za/la-verita-sullolio-di-palma/), “la sfida mediatica sembra ispirata più da interessi di parte che dalla necessità di dare corrette informazioni ai cittadini”. Infatti, “solo il 20% dell’olio di palma che viene importato è destinato all’industria alimentare; il resto va ad altri settori industriali e alla produzione di energia. Sono molti i cosmetici, i farmaci, i prodotti per la casa, ecc. che contengono tra gli ingredienti l’olio di palma”. Non si capisce quindi perché andrebbe boicottata la Nutella e non altri prodotti. Qualcuno afferma che l’olio di palma è dannoso per la salute. In realtà, scrive l’UNC sulla base di studi scientifici, “si tratta di un ingrediente analogo ad altri grassi vegetali e persino migliore dei grassi animali in quanto non contiene colesterolo”. Anche lo specialista in Scienza dell’Alimentazione Michele Pizzinini, dalle colonne dell’Adige, oggi definisce l’olio di palma “il male minore”, ricordando che è vero che “l’olio di palma, come il burro, è composto per circa la metà di grassi saturi (quelli dannosi), ma contiene un 38% di acido oleico (buono) mentre il burro ne contiene solo il 21%. L’olio di oliva è composto per il 78% di acido oleico mentre gli oli vegetali – mais, girasole, vinaccioli, arachidi ecc. – contengono alte concentrazioni di grassi polinsaturi (circa la metà) che sono meno stabili e più facilmente ossidabili. In sostanza, per le sue caratteristiche, l’olio di palma assomiglia più al burro che all’olio di oliva. Per inciso – conclude il prof. Pizzinini – ricordo che anche formaggi e
salumi contengono per lo più grassi saturi”. Ségolène Royal alle elezioni legislative del 2012 ha perso nel collegio della Charente Marittima contro un socialista dissidente, Olivier Falorni. L’anno precedente si era candidata alle presidenziali e aveva ottenuto un misero 7%. Nel 2008 aveva perso la leadership del partito contro Martine Aubry e nel 2007 era stata surclassata da Nicolas Sarkozy nella sfida per l’Eliseo. Dal 2014, malgrado questo palmares non proprio farcito di vittorie, è diventata ministro dell’Ambiente e dell’Energia. In fondo, è pur sempre la madre dei figli del presidente. CAPORALATO, ECCO L’ATTACCO DI THE GUARDIAN AL MADE IN ITALY. MA TACCIONO SU APPROVVIGIONAMENTI AZIENDE INGLESI IN ITALIA Posted by Redazione × Pubblicato il 24/10/2017 at 19:04 Co me an nu nc ia to da AG Come annunciato da AGRICOLAE nei giorni scorsi, The Guardian RI affonda un altro importante colpo al Made in Italy. Dopo il CO Prosecco che faceva male ai denti e il Pesto genovese che LA aveva troppo sale E ne i gi or ni sc or
si , Th e Gu ar di an af fo nd a un al tr o im po rt an te co lp o al Ma de in It al y. Do po il Pr os ec
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i in gl es i, ch e ha nn o ri sc hi at o – pr im a de ll a Br ex it – di an da re in pr oc ed ur a di
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il la tt e. Ma ch e sa lv av a le bi bi te ga ss at e. L’ In gh il te rr a se mb ra vo le r sc re di ta re
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co rd o. So ch e en tr am be le pa rt i pr en de ra nn o in co ns id er az io ne le re ci pr oc he pr op os
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fo rn it or e co nt in ue re bb e a di st ri bu ir e im po rt an ti qu an ti tà di po mo do ro a un ‘a zi
en da ch e ha la se de le ga le pr op ri o a Lo nd ra . https://www.theguardian.com/global-development/2017/oct/24/the -terrible-truth-about-your-tin-of-italian-tomatoes
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