Nestlé italiana: premiata da Confindustria per progetti economia circolare

Pagina creata da Stefania Colombo
 
CONTINUA A LEGGERE
Nestlé italiana: premiata da Confindustria per progetti economia circolare
Nestlé italiana: premiata da
Confindustria per progetti
economia circolare
Nestlé   Italiana   ha   vinto   il    concorso   “Best   performer
dell’economia circolare” 2020/2021 nella categoria Grande
Impresa Manifatturiera, ideato da Confindustria con il
supporto di 4.Manager e la collaborazione di Enel X ed Eni,
con l’obiettivo di valorizzare le aziende che investono in
tecnologie per far crescere il business in chiave
sostenibile e che hanno implementato soluzioni innovative
di economia circolare.

Nestlé Italiana ha ottenuto questo importante riconoscimento
grazie a due diversi progetti che l’azienda ha sviluppato a
partire dal 2020 per potenziare ulteriormente il suo impegno
verso una maggiore sostenibilità dei propri imballaggi.

Il primo è “Dove lo butto?”, la piattaforma digitale powered
by Nestlé (www.dovelobutto.nestle.it) per la raccolta
differenziata, realizzata con l’obiettivo di informare e
aiutare i consumatori a smaltire correttamente i packaging dei
prodotti Nestlé tramite la scansione del codice a barre
presente sull’imballaggio e un sistema di geolocalizzazione.

Recentemente la web app è stata arricchita anche con il nuovo
strumento dell’etichetta consapevole “digitale” per una
maggiore sensibilizzazione sul tema dello spreco alimentare.
Quest’ultima è un’iniziativa nata in collaborazione con Too
Good To Go, l’app contro gli sprechi alimentari, e consente ai
consumatori che utilizzano “Dove lo butto?” di ricevere
informazioni per interpretare correttamente il termine minimo
di conservazione (TMC) presente sul packaging dei prodotti,
invitandoli   a   verificare     se   gli   alimenti   siano   ancora
Nestlé italiana: premiata da Confindustria per progetti economia circolare
consumabili mediante l’utilizzo dei propri sensi (olfatto,
vista e gusto).

Il secondo progetto premiato è “Km0 Cardboard”,
realizzato grazie al coinvolgimento del produttore di
imballaggi SADA (membro della Rete per Packaging Sostenibile:
100% Campania) e di Hera, nato dalla volontà delle imprese del
territorio campano di sviluppare nuovi modelli produttivi
all’insegna dell’economia circolare e di attivare una rete di
collaborazione virtuosa tra le aziende locali.

Si tratta di un programma di economia circolare ideato con
l’obiettivo di ridurre l’impatto ambientale del packaging in
cartone ondulato utilizzato da Nestlé nel suo stabilimento
Buitoni a Benevento, dedicato alla produzione di pizze
surgelate.

Grazie a questa iniziativa, Nestlé Italiana è riuscita a dar
vita a un importante ciclo di produzione di imballaggi “a
circuito chiuso” che prevede il ritiro degli scarti di carta e
cartone prodotti presso lo stabilimento, i quali – attraverso
varie fasi che coinvolgono anche altre imprese del territorio
– vengono poi trasformati da SADA in nuovo packaging che
Nestlé può utilizzare per il trasporto dei suoi prodotti.

Come garantito da SADA, tutte le movimentazioni e gli impieghi
della carta da riciclare sono tracciati secondo un
disciplinare di Rete certificato e verificato da Bureau
Veritas in tutti i suoi passaggi. Inoltre, la certificazione
EPD® del packaging “green” realizzato per Nestlé Italia
consente di quantificare le riduzioni di impatto rispetto alla
catena di fornitura ed al packaging utilizzato in precedenza.

“Siamo molto orgogliosi di aver preso parte a questo
importante concorso, che ha riconosciuto e premiato il nostro
impegno a lavorare ogni giorno in un’ottica di sostenibilità
Nestlé italiana: premiata da Confindustria per progetti economia circolare
del business, generando un impatto positivo sull’ambiente e
sulle comunità in cui operiamo” – ha dichiarato Marta
Schiraldi, Safety, Health, Environment e Sustainability Head
del Gruppo Nestlé Italia, ritirando il premio – “I due
progetti innovativi che abbiamo candidato e che sono stati
premiati rappresentano due diverse, ma altrettanto importanti,
soluzioni che abbiamo sviluppato per fornire il nostro
contributo nei confronti delle sfide ambientali e sociali
della nostra epoca. Noi di Nestlé siamo convinti, infatti, che
in qualità di principale azienda alimentare al mondo, abbiamo
la responsabilità di lavorare per compiere passi in avanti per
un futuro più sostenibile, per le persone e per il nostro
pianeta.”

Valentina Sada, Responsabile Marketing e Comunicazione del
Gruppo Sada, ha aggiunto: “Il Gruppo Sada e la Rete per il
Packaging Sostenibile: 100% Campania dal 2013 promuovono e
realizzano progetti di economia circolare. Garantiamo ai
nostri clienti una filiera del riciclo sostenibile che crea
valore nel territorio e grazie alla quale si realizza il
packaging a ridotto impatto ambientale, utilizzato anche da
Nestlé nel progetto “km0 cardboard”. Siamo davvero lieti di
aver coadiuvato Nestlé Italia in questo progetto e vorremmo
inoltre rivolgere un ringraziamento particolare alla Cartiera
della Rete, Cartesar Spa, per il suo contributo fondamentale
ed alla piattaforma S.R.I. per la fattiva collaborazione”.

Aggiunge Maria Cristina Piovesana, Vice Presidente di
Confindustria        ambiente,        sostenibilità        e
cultura: “Confindustria è molto impegnata sulla transizione
green di cui l’economia circolare è uno degli assi portanti.
L’obiettivo del concorso Best performers, giunto alla terza
edizione, è quello di sensibilizzare e coinvolgere sempre di
più il tessuto produttivo verso un uso efficiente delle
Nestlé italiana: premiata da Confindustria per progetti economia circolare
risorse.    Al Gruppo Nestlé in Italia vanno i nostri
complimenti per essersi aggiudicato il premio delle grandi
imprese manifatturiere, dimostrando l’importanza di attivare
tutte le leve per l’economia circolare, dall’utilizzo di
soluzioni tecnologiche innovative, alla cura delle
informazioni per i consumatori, fino alla creazione di un
sistema di collaborazioni a rete con le imprese sul
territorio”.

Gruppo Nestlé

Il Gruppo Nestlé, presente in 187 Paesi con più di 2000 marche
tra globali e locali, è l’azienda alimentare leader nel mondo,
attiva dal 1866 per la produzione e distribuzione di prodotti
per la Nutrizione, la Salute e il Benessere delle
persone. Good food, Good life è la nostra firma e il nostro
mondo.

Da più di 100 anni presente in Italia, Nestlé si impegna ogni
giorno con azioni concrete ad esprimere con i propri prodotti
e le marche tutto il buono dell’alimentazione.

L’azienda opera in Italia in 9 categorie con un portafoglio di
numerose marche che si impegnano costantemente per offrire
prodotti buoni, nutrizionalmente bilanciati e con etichette
trasparenti, tra questi: Meritene, Pure Encapsulations, Vitan
Proteins, Optifibre, Modulen, S.Pellegrino, Acqua Panna,
Levissima, Bibite Sanpellegrino, Aperitivi Sanpellegrino,
Purina Pro Plan, Purina One, Gourmet, Friskies, Felix, Nidina,
Nestlé Mio, Nespresso, Nescafé, Nescafé Dolce Gusto, Orzoro,
Nesquik, Garden Gourmet,     Buitoni, Maggi, Perugina, Baci
Perugina, KitKat, Galak, Smarties, Cereali Fitness.

Scopri     di    più     sul        Gruppo       Nestlé    in
Italia: https://bit.ly/3wz0AZD
Nestlé italiana: premiata da Confindustria per progetti economia circolare
Piccola     Industria    di
Confindustria             e
Confagricoltura Alessandria
insieme per il PMI DAY
PMI DAY è la giornata in cui le piccole e medie imprese di
Confindustria aprono le porte dei loro stabilimenti a studenti,
insegnanti e comunità locali per mostrare come si svolge l’attività
produttiva e per raccontare storia, conquiste e progetti futuri
dell’azienda.
L’iniziativa Pmi Day – Industriamoci è stata lanciata da Piccola
Industria di Confindustria nel 2010 e da allora ha portato circa
380mila giovani a diretto contatto con il mondo e con i valori della
piccola e media impresa.
Il PMI DAY è inserito nell’ambito della Settimana della Cultura
d’Impresa di Confindustria e rientra tra gli eventi della Settimana
Europea delle PMI organizzata dalla Commissione Europea.
Per gli imprenditori il PMI DAY è il momento importante per far
emergere l’articolato impegno a favore della diffusione della cultura
d’impresa declinato in particolare sulle tematiche che riguardano
l’alternanza scuola – lavoro che innova profondamente la didattica
rendendo strutturale il rapporto tra formazione e lavoro e che vede il
PMI DAY quale attività che può essere inclusa nella progettazione dei
percorsi di alternanza.
Dopo la positiva esperienza degli scorsi anni, che ha visto anche in
provincia di Alessandria e in altri territori nazionali lo svolgimento
delle   visite   anche    in   alcune   aziende   agricole,   prosegue   la
collaborazione             tra          Piccola       Industria          di
Confindustria e Confagricoltura: anche in questa edizione che si
terrà venerdì 19 novembre a livello nazionale, le due Associazioni
realizzano il PMI DAY in partnership, a conferma dei consolidati
Nestlé italiana: premiata da Confindustria per progetti economia circolare
rapporti in filiera tra le rispettive imprese, dando in questo modo ai
giovani l’opportunità di una conoscenza più ampia della realtà
produttiva.

Quest’anno,       il     19    novembre,      parteciperanno        le
aziende: Abazia, Centrale del Latte di Alessandria ed Asti e Consorzio
Proplast, e il 17 novembre anche Solvay in virtù degli impatti di
filiera delle grandi aziende per lo sviluppo delle Pmi del territorio.

Visiteranno le imprese studenti e insegnanti dell’Istituto “Volta” di
Alessandria, che andranno presso Abazia, alla Centrale del Latte e in
Solvay; dell’Istituto “Sobrero” di Casale Monferrato che andranno in
Solvay, e del Liceo Scientifico “Galilei” di Alessandria che andranno
al Consorzio Proplast.

Al “porte aperte” per Confindustria Alessandria saranno presenti gli
imprenditori della Piccola Industria con il presidente Carlo Volpi e
il direttore Renzo Gatti e per Confagricoltura Alessandria prenderanno
parte il presidente provinciale Luca Brondelli di Brondello e il
direttore provinciale Cristina Bagnasco.

Pesca, tutto il comparto,
(Alleanza       cooperative,
Coldiretti,    industria   e
sindacati) scrivono di nuovo
a Orlando: garantire tutti i
Nestlé italiana: premiata da Confindustria per progetti economia circolare
lavoratori
Tutto il mondo della Pesca, Alleanza delle coopertive, Impresa
Pesca della Coldiretti, Federpesca di Confindustria e i tre
sindacati Fai, Uila e Flai, scrivono ancora una volta al
ministro del Lavoro Andrea Orlando per chiedere – visti i
tempi di Covid – la proroga del termine di indennizzo 2020. Si
tratta della proroga del termine di scadenza del
riconoscimento delle indennità per le misure di arresto
obbligatorio e non obbligatorio per l’anno 2020 al fine di
garantire l’erogazione dell’indennizzo in oggetto a tutti i
lavoratori beneficiari.

Qui di seguito AGRICOLAE pubblica la lettera in formato PDF e
a seguire in forma testuale:

RICHIESTA PROROGA TERMINE INDENNIZZO 2020

Gentilissimo Ministro,

il Decreto Interministeriale del 3.02.2021 avente ad oggetto
“Riconoscimento indennità misure di arresto obbligatorio e non
obbligatorio ai marittimi imbarcati per l’anno 2020” ha
previsto che le imprese di pesca interessate a ricevere
l’indennità, in base a quanto stabilito dall’art. 4 del
Decreto, dovessero presentare, a decorrere dal giorno 8
febbraio 2021, una singola istanza per ciascuna unitàdi pesca
presente in azienda, entro e non oltre il 28 febbraio 2021,
tramite il sistema telematico denominato “CIGSonline.

Abbiamo più volte rappresentato a codesto spettabile Ministero
l’esigenza di prorogare la scadenza del 28 febbraio, viste le
difficoltà nella gestione della procedura in un cosı̀ breve
lasso di tempo. Tuttavia, il termine del 28 febbraio e
                                                     ̀ rimasto
immutato e le imprese di pesca, seppur non comprendendo tale
rigidità in un momento come quello che stiamo attraversando,
si sono adoperate per fare in modo di non lasciare nessun
lavoratore escluso da tale diritto.
Attualmente, secondo quanto disposto da codesto Ministero, le
imprese e i loro consulenti sono impegnati per inviare entro
il termine del 31 marzo p.v. la “scheda 9”, ad integrazione
dell’istanza giàinviata entro il 28 febbraio.

Tuttavia, l’attuale situazione di emergenza e le restrizioni
previste dall’ultimo DL n. 30/21 che ha rafforzato il quadro
delle misure di contenimento in tutte le Regioni italiane,
rendono sinceramente complicato adempiere all’invio della
documentazione entro il termine previsto, dal momento che la
compilazione della sopra citata “scheda 9” richiede, tra le
altre cose, di interfacciarsi con gli uffici delle autorità
marittime locali.

Per quanto sopra esposto, al fine di garantire l’erogazione
dell’indennizzo in oggetto a tutti i lavoratori beneficiari,
siamo a chiederLe di poter prevedere una proroga del termine
ultimo per l’invio delle “schede 9”, posticipando lo stesso
alla data del 30 aprile 2021.

Era già stato scritto:

 Pesca. Da Fai, Flai, Uila preoccupazione per mancata proroga
 termini domande fermo pesca 2020

Governo, voto Rousseau lascia
spazio    a    consultazioni
sindacati e Confindustria,
convocati domani. Mal di
pancia per discasteri in base
a gruppi parlamentari
Il voto sulla piattaforma Rousseau ha riallungato i tempi e il
premier incaricato Mario Draghi ha dovuto togliere
momentaneamente il piede sull’acceleratore per la formazione
del nuovo governo. Ma non si perde tempo e sono stati
convocati i sindacati e Confindustria per domani.

Nel frattempo si registrano – da quanto apprende AGRICOLAE –
alcuni mal di pancia perché Draghi avrebbe intenzione – nel
caso di un governo politico – di assegnare dicasteri in base
ai gruppi parlamentari. Cosa che potrebbe far preferire ad
alcuni partiti, Pd in primis, la formazione di un governo
tecnico. Mentre sarebbero agevolati il Movimento Cinque stelle
e la Lega.

Lettera    congiunta   delle
associazioni di imprese alle
istituzioni europee: andare
oltre schemi del passato,
eccesso automatismi norme
bancarie compromette ripresa
L’Abi, Alleanza delle Cooperative Italiane (Agci,
Confcooperative, Legacoop), Casartigiani, CIAAgricoltori
Italiani, CLAAI – Confederazione Libere Associazioni Artigiane
Italiane, CNA – Confederazione Nazionale dell’Artigianato e
della Piccola e Media Impresa, Coldiretti, Confagricoltura,
Confapi, Confartigianato, Confcommercio, Confedilizia,
Confesercenti, Confetra, ConfimiIndustria, Confindustria,
hanno inviato congiuntamente e unanimemente, alle Istituzioni
europee una lettera in cui è contenuta una forte richiesta di
intervenire urgentemente su alcune norme in materia bancaria
che, pensate in un contesto completamente diverso da quello
attuale e caratterizzate da un eccesso di automatismi,
rischiano di compromettere irrimediabilmente le prospettive di
recupero dell’economia italiana ed europea.

Le Associazioni segnalano che di fronte ad una emergenza
straordinaria come quella attuale, è indispensabile andare
oltre gli schemi del passato e avere una capacità di visione
che consenta di concentrare gli sforzi di tutti verso il
comune obiettivo della ripresa.

Le Associazioni rilevano che il credito ha assunto e assume un
ruolo cruciale, nelle fasi più acute della crisi, per
assicurare la necessaria liquidità alle imprese, private delle
loro entrate o comunque investite da shock imponenti tanto dal
lato della domanda quanto da quello dell’approvvigionamento
dei fattori produttivi. Altrettanto essenziale, se non di più,
sarà il supporto del credito nella fase successiva, per
sostenere le imprese nel percorso di ripristino delle
condizioni di economicità dei loro business, in condizioni di
incertezza che rischiano di protrarsi per un lungo periodo.
Le Associazioni prendono atto che nella prima fase della
pandemia le istituzioni nazionali ed europee hanno messo in
atto una serie di misure utili ad affrontare l’emergenza.

Tuttavia, per le Associazioni imprenditoriali italiane occorre
che una serie di criticità nel quadro regolamentare
bancario, debbano essere superate per evitare che situazioni
di temporanea difficoltà delle imprese si trasformino in crisi
irreversibili per effetto degli automatismi incorporati in
alcune norme di primo e secondo livello e in una restrizione
dell’offerta di credito esiziale nel contesto attuale.

E’ necessario procedere immediatamente ad alcune modifiche ed
adattamenti temporanei, che consentano alle banche di offrire
il massimo supporto all’economia reale nel momento in cui
questo è la condizione per la tenuta del tessuto produttivo.

E’   urgente    intervenire   sulle  regole    relative
all’identificazione dei debitori come deteriorati (c.d.
“definizione di default”). Il combinato disposto di una norma
restrittiva, come quella che limita a 90 giorni il periodo di
ritardo di pagamento ammesso, con l’applicazione, da gennaio
2021, di nuove e più restrittive soglie per gli importi
scaduti, nonché i nuovi criteri per il trattamento dei crediti
ristrutturati, rischiano di determinare la classificazione a
default di un numero ingentissimo di imprese, comunque sane.
Queste imprese perderebbero l’accesso al credito, con quello
che ne consegue in termini di prospettive di ripresa.

E’ indispensabile evitare che, alla classificazione di un
credito come deteriorato, consegua in tempi troppo stretti e
predeterminati l’imposizione di coperture a carico delle
banche fino all’annullamento del valore del credito (c.d.
“calendar provisioning”). Un approccio di questo tipo – che in
generale induce le banche a restringere i criteri di
concessione del credito – appare particolarmente dannoso in
questo momento, in quanto introduce un incentivo perverso a
favore della cessione del credito, al primo segno di
deterioramento, al di fuori del circuito del mercato bancario
regolamentato, invece di incoraggiare la banca ad accompagnare
il cliente in un percorso di ristrutturazione. In ogni caso,
queste norme debbono tenere conto dei rallentamenti, osservati
in tutta Europa, nell’attività giudiziaria conseguenti alla
crisi pandemica.

Più in generale, una serie di aggiustamenti mirati alle norme
relative agli effetti delle operazioni di cessione di crediti
deteriorati, alle cessioni tramite cartolarizzazioni, al
trattamento degli NPL acquistati dalle banche, saranno
essenziali per consentire una gestione meno traumatica da
parte delle banche di quella quota di esposizioni che andranno
comunque in default. Una corretta valorizzazione dei crediti è
infatti nell’interesse non solo delle banche ma anche delle
imprese.

L’eccezionale severità della crisi richiede di intervenire con
tempestività e pragmatismo, attivando tutti gli strumenti
necessari per limitare le conseguenze economiche e sociali. I
problemi citati e le proposte condivise.

Il dettaglio delle proposte, in materia di aggiustamenti
mirati alla regolamentazione prudenziale bancaria,
sono state illustrate in un documento allegato alla lettera
inviata alle istituzioni europee.
CCNL           Multiservizi,
Confcooperative     Legacoop
Confindustria: Preoccupano le
conseguenze dello sciopero
confermato per domani
“Desta grande preoccupazione la conferma della proclamazione
di sciopero per domani nel settore multiservizi”- “Le imprese
del settore sono impegnate nella sanificazione degli ospedali,
dei luoghi di lavoro, di studio e del commercio. Sanificazioni
che permettono il funzionamento delle strutture sanitarie
nella lotta contro il Covid, luoghi preziosi per il Paese in
questo momento, che dovrebbero essere esclusi dalle lotte
sindacali” si legge in una nota congiunta di tutte le
Associazioni datoriali del settore “La decisione dei sindacati
cade in un momento di grande criticità per il Paese e
moltiplicherà le difficoltà dei numerosi settori, impegnati
nel contrasto al Covid, che hanno bisogno dei servizi prestati
dalle nostre imprese. È una scelta che non ci aspettavamo
vista la ripresa del tavolo di rinnovo del CCNL dove pensiamo
è possibile trovare l’intesa. In questa situazione di
emergenza nazionale la sanificazione e le pulizie
professionali sono assolutamente imprescindibili per garantire
il contenimento della pandemia. Siamo convinti che questa
situazione possa essere gestita in modi diversi e pensiamo che
gli stessi lavoratori siano consapevoli della situazione in
corso e del loro apporto prezioso. Noi, nonostante tutto,
confermiamo il nostro impegno per il rinnovo del contratto di
lavoro”.
Assocarni, eletta la nuova
squadra. Luigi Scordamaglia
eletto presidente
Si è tenuta nella giornata di oggi l’Assemblea di Assocarni,
l’Associazione delle carni aderente a Confindustria, che ha
eletto la nuova squadra di Presidenza per il periodo
2020-2023. Luigi Scordamaglia, Amministratore Delegato di
Inalca del Gruppo Cremonini, è stato eletto Presidente; Piero
Camilli, Giampiero Carozza, Antonio Fiorani, Fabio Martini,
Elena Angiolini Massironi e Gian Luca Vercelli sono stati
eletti Vicepresidenti.

Rinnovato anche il Consiglio Generale dell’Associazione.

Luigi Cremonini, fondatore ed ispiratore dell’Associazione,
rimane di diritto nel Comitato di Presidenza.

“È un momento di grande cambiamento con grandi sfide che
bisogna saper cogliere e le associazioni di rappresentanza
devono far evolvere la propria funzione superando meccanismi e
ruoli non più attuali. Come Assocarni abbiamo sempre
anticipato i cambiamenti e vogliamo continuare a farlo con
tutte le sinergie possibili, puntando sempre più su un modello
di filiera integrata e di produzione sostenibile e distintiva”
lo ha dichiarato al momento dell’insediamento il neopresidente
ricordando che l’intera filiera delle carni vale in Italia 32
miliardi di euro con oltre 180.000 addetti complessivi.
CORONAVIRUS, FONDO DA 350MLN
PER AGRICOLTURA E DA 20 MLN
PER LA PESCA. RIMBORSO PER LE
MANCATE PRESENZE TURISTICHE.
ECCO LE MISURE DEL GOVERNO
                                                              T
                                                              u
                                                              t
                                                              t
                                                              i
                                                              a
                                                              l
                                                              l
                                                              a
                                                              v
                                                              o
                                                              r
                                                              o
                                                              –
                                                              d
                                                              o
                                                              p
                                                              o
                                                              l
                                                              ’
                                                              i
ncontro tra il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il
sistema produttivo composto da ABI – Coldiretti –
Confagricoltura – Cia – Copagri- Confapi – Confindustria –
Legacoop – Confcooperative- Agci- Rete Imprese Italia
(Casartigiani, CNA, Confartigianato, Confcommercio e
Confesercenti) – Cgil – Cisl – Uil sul decreto deputato a
sostenere il comparto a fronte dell’emergenza causata
dall’espandersi del Coronavirus.

AGRICOLAE, che ha potuto visionare la bozza dei provvedimenti
di natura agricola ed agroalimentare, pubblica qui di seguito
le misure più importanti:

All’articolo 1   figurano le “Misure in favore del settore
agricolo”.

“Al fine di assicurare la ripresa economica e produttiva delle
imprese agricole per i danni diretti o indiretti derivanti
dall’emergenza COVID-19 nello stato di previsione del Mipaaf –
si legge – è istituito un Fondo con una dotazione pari a 350
milioni di euro per l’anno 2020″.

Fondo destinato a:

-“Riconoscimento di contributi per la copertura, totale o
parziale, degli interessi passivi dei finanziamenti erogati
dalle banche per la ristrutturazione dei debiti;

-alla copertura dei costi sostenuti per interessi maturati
negli anni 2018 e 2019 su mutui bancari contratti dalle
imprese;

-alla concessione di mutui a tasso zero, della durata non
superiore ai 15 anni, finalizzati all’estinzione dei debiti
bancari in essere al 31 gennaio;

-sostegno delle filiere in crisi”.

Entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della presente
legge con decreto di natura non regolamentare del ministero
delle Politiche agricole, d’intesa con la Conferenza Stato
Regioni, saranno definiti i criteri e le modalità di
funzionamento del Fondo di cui al comma 1 nel rispetto delle
disposizioni stabilite del Regolamento europeo 316 del 2019
della Commissione Ue relativo all’applicazione degli articolo
107 e 108 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea
agli aiuti ‘de minimis’ nel settore agricolo.

“Alle imprese agricole autorizzate – si legge ancora –
all’esercizio dell’attività agrituristica e risultanti
regolarmente inserite e attive sul repertorio nazionale
dell’agriturismo istituito con decreto del ministro delle
Politiche agricole e alimentari e forestali 3 giugno 2014 è
concesso un contributo straordinario per ogni mancata presenza
determinata dalla differenza tra le presenze effettive del
periodo gennaio-giugno 2019 e quelle del medesimo periodo del
2020”.

Le mancate presenze dovute a disdette saranno quantificate
sulla base delle comunicazioni effettuate alle competenti
questure ai sensi della normativa sulla sicurezza pubblica. Ma
viene anche concesso un contributo straordinario per mancata
presenza alle altre aziende agrituristiche che non offrono
servizio di alloggio. In questo caso per il calcolo, si
adotterà la   percentuale   di   riduzione   media   a   livello
regionale.

Il contributo – da quanto si apprende – arriverà fino al tetto
dei 55 milioni di euro per l’anno 2020 sulla base dei criteri
e delle modalità definite con decreto di natura non
regolamentare del ministro delle Politiche agricole Bellanova
d’intesa con la Conferenza Stato Regioni nel rispetto delle
Regolamento Ue relativo all’applicazione degli aiuti de
minimis nel settore agricolo.

All’articolo 2 vengono invece definite le “misure in favore
della pesca e dell’acquacoltura”:

Al fine di assicurare la ripresa economica e produttiva del
settore ittico, verrà istituito un Fondo di 20 milioni di euro
per il 2020.

Entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore saranno
definiti i criteri di concerto Mipaaf e Conferenza Stato-
Regioni.

All’articolo 1 comma 515 della legge del 27 dicembre 2019
n.160 le parole “nel limite di” fino a “pari a 30 euro” sono
sostituite dalle seguenti “nel limite di spesa di 17 milioni
di euro per l’anno 2021, un’indennità giornaliera
omnicomprensiva pari a 45 euro”.

Inoltre le disposizioni di cui all’articolo 41, comma 2 del
decreto elgge 26 ottobre 2019 n.124 convertito con
modificazioni dalla legge 19 dicembre 2019 n.157, saranno
estese al settore della Pesca.

CORONAVIRUS, CONTE CONVOCA
SISTEMA PRODUTTIVO IL 4 MARZO
ALLE 16 A PALAZZO CHIGI
                                                               D
                                                               a
                                                               q
                                                               u
                                                               a
                                                               n
                                                               t
                                                               o
                                                               a
                                                               p
                                                               p
                                                               r
                                                               e
nde AGRICOLAE e come anticipato, il presidente del Consiglio
Giuseppe Conte ha convocato il sistema produttivo del Paese il
4 marzo alle 16:00 a Palazzo Chigi per fare il punto
sull’emergenza economica causata dal Coronavirus e sulle
possibili soluzioni da portare in Cdm.

Coinvolti l’ABI, Confindustria, Confagricoltura, Coldiretti,
Cia, Copagri, Confcooperative, Legacoop, Agci, Confapi, Rete
Imprese e i sindacati agricoli.

Era già stato scritto:

CORONAVIRUS. CONTE INCONTRERÀ SISTEMA PRODUTTIVO. ABI,
CONFAGRICOLTURA, COLDIRETTI, CONFINDUSTRIA, RETE IMPRESE,
LEGACOOP, CONFCOOPERATIVE, AGCI, CONFAPI E SINDACATI: TORNARE
A NORMALITÀ

Posted by Redazione × Pubblicato il 27/02/2020 at 19:42

                                                                 D
                                                                 a
                                                                 q
                                                                 u
                                                                 a
                                                                 n
                                                                 t
                                                                 o
                                                                 p
                                                                 r
                                                                 e
                                                                 n
                                                                 d
                                                                 e
                                                                 A
                                                                 G
                                                                 R
                                                                 I
C
OLAE sembrerebbe che il presidente del consiglio Giuseppe
Conte stia per convocare il sistema produttivo per fare il
punto sull’emergenze e Coronavirus prima di portare in Cdm i
decreti ad hoc. “Il nostro Paese sta in questi giorni
affrontando una situazione di forte criticità a causa della
diffusione del Coronavirus. Ciò impone a noi parti sociali, al
Governo, alle Regioni, a tutte le autorità e agli esponenti
della società civile di lavorare insieme, mettendo a fattor
comune gli sforzi e agendo in maniera coordinata per
consentire al nostro Paese di superare questa fase in maniera
rapida ed efficace”, scrivono in una nota congiunta ABI –
Coldiretti – Confagricoltura – Confapi – Confindustria –
Legacoop – Confcooperative- Agci- Rete Imprese Italia
(Casartigiani, CNA, Confartigianato, Confcommercio e
Confesercenti) – Cgil – Cisl – Uil.

“Nei giorni scorsi sono state tempestivamente assunte diverse
misure per contenere il rischio sanitario a beneficio di tutti
i cittadini. Gli esperti e le organizzazioni internazionali, a
partire dall’OMS, ci hanno rassicurato sui rischi del virus e
sulle corrette prassi per gestire questa situazione, che tutti
noi siamo chiamati a rispettare.

Dopo i primi giorni di emergenza, è ora importante valutare
con equilibrio la situazione per procedere a una rapida
normalizzazione, consentendo di riavviare tutte le attività
ora bloccate e mettere in condizione le imprese e i lavoratori
di tutti i territori di lavorare in modo proficuo e sicuro a
beneficio del Paese, evitando di diffondere sui mezzi di
informazione una immagine e una percezione, soprattutto nei
confronti dei partner internazionali, che rischia di
danneggiare durevolmente il nostro Made in Italy e il turismo.

Oltre alle misure urgenti che il Governo ha adottato, o si
appresta ad adottare, di necessario sostegno alle imprese e al
reddito dei lavoratori, questo è il momento per costruire un
grande piano di rilancio degli investimenti nel Paese che
contempli misure forti e straordinarie per riportare il lavoro
e la nostra economia su un percorso di crescita stabile e
duratura.

Un ruolo importante dovrà essere svolto anche dalle
Istituzioni europee, per creare le migliori condizioni per un
rilancio economico dell’Italia nell’interesse della stessa
Unione Europea”.

AL       VIA        MANIFESTO
CONFINDUSTRIA      E    MONDO
AGRICOLO E COOPERATIVO PER
FARE SQUADRA SU MADE IN
ITALY. COLDIRETTI HA DETTO NO
U
                                                             n
                                                             “
                                                             m
                                                             a
                                                             n
                                                             i
                                                             f
                                                             e
                                                             s
                                                             t
                                                             o
                                                             ”
                                                             p
                                                             e
                                                             r
                                                             f
                                                             a
re “buona Impresa” sottoscritto da Confagricoltura, l’Alleanza
delle cooperative (Confcooperative, Legacoop e Agci),
Confagricoltura, Cia e Copagri per fare squadra sui temi
importanti dell’agroalimentare made in Italy e andare più
forti sui tavoli europei e internazionali.

Da quanto apprende AGRICOLAE è stato messo a punto un
documento che vede una comunione di intenti relativa alle
questioni che possono cambiare il corso delle cose.

Cinque i grandi temi:

La crescita sostenibile (per tornare a crescere almeno dell’1
per cento nel triennio) nel rispetto del lavoro e della parità
di genere.

I consumi che devono essere di più e “nuovi”. Obiettivo è dare
vita a una riattivazione che possa avere effetti positivi sul
ciclo economico.
Investimenti sul futuro: attraverso il rilancio delle
infrastrutture – non solo materiali – con un programma di
almeno 50 miliardi di euro nel triennio (circa un punto di Pil
l’anno) da scomputare dalle regole di conteggio dei parametri
del Patto di Stabilità e di crescita. Puntare su innovazione e
alla transizione ecologica del sistema imprenditoriale
italiano. E un riequilibrio degli investimenti per la
manutenzione attiva del territorio. Ma non solo: anche un
rilancio degli investimenti pubblici nel Mezzogiorno e nelle
infrastrutture sociali. Che possa avere un’attenzione mirata
verso le nuove generazioni.

La Buona Impresa: proseguire verso una crescita che garantisca
dignità ai lavoratori, equità fiscale e legalità. Anche per
colmare gap della competitività.

Infine Responsabilità e riforma dei corpi intermedi: per
riconnettere e proteggere un tessuto economico e sociale in
sofferenza e tutelare insieme legittimi interessi di parte e
l’interesse generale del Paese. Anche attraverso una legge
sulla rappresentanza, oggi mancante.

Sempre da quanto apprende AGRICOLAE sembrerebbe che il
Manifesto – che è aperto a tutti i soggetti che vogliono
entrarvi – sia stato offerto anche alla Coldiretti che ha
preferito restarne fuori.

FILIERA ITALIA, CONSEGUENZA
DELLA ‘LOTTA’ TRA LA CARNE E
LA PASTA IN FEDERALIMENTARE?
MA ANCHE DELL’OLIO DI PALMA..

Potrebbe essere l’ex presidente dell’Agenzia per i Monopoli di
Stato e delle dogane Giuseppe Peleggi tra i vertici di Filiera
Italia

Potrebbe essere l’ex presidente dell’Agenzia per i Monopoli di
Stato e delle dogane Giuseppe Peleggi tra i vertici di Filiera
Italia, l’associazione che vede unite Coldiretti, l’industria
della carne e Ferrero.

Ma qual è il patto di sangue che lega i due giganti
dell’industria (Ferrero e Cremonini) e il gigante
dell’agricoltura (Coldiretti)? Sembrerebbe essere la guerra
intestina che da anni si consuma all’interno della
Federalimentare tra chi produce carne e chi produce pasta.
La questione infatti si inserisce in una dinamica di annosi
scontri tra il mondo della carne di cui il leader assoluto è
Cremonini, (l’ad Luigi Scordamaglia è anche presidente di
Federalimentare) e il mondo della pasta (il numero uno al
mondo è Barilla che ha fondato anni fa la fondazione sulla
sostenibilità ambientale le cui ricerche hanno messo spesso
sulla gogna la produzione zootecnica).

Attriti tali da       spaccare    il   ramo   alimentare   della
Confindustria.

Lo scontro tra la carne e la pasta è noto da tempo agli
addetti del settore.

L’entrata in squadra di Ferrero si inserisce in una lotta
sistemica e sinergica per difendere il made in Italy tutto –
compreso il Know how – contro gli attacchi francesi (appunto
contro la Nutella) e inglesi (l’etichetta a semaforo su tutti
ma anche i recenti articoli pubblicati da The Guardian).

Di mezzo sembra esserci però anche l’affaire olio di palma.

Da quanto apprende AGRICOLAE infatti, sia Barilla che Ferrero
avevano aderito al Rspo, round table for sustenaible palm oil.
In pratica un tavolo deputato a rendere ‘sostenibile’ l’olio
di palma, senza rinnegarne l’uso. Ma mentre la Nutella ne ha
difeso   l’utilizzo fino alla fine contro gli attacchi mediatici
della    Francia, la Barilla ha fatto una fuga in avanti da
assolo    che potrebbe non essere piaciuta. Pubblicizzando d’un
tratto   le merendine olio di palma free. Andando a ‘corrompere’
quello   stesso tavolo di cui faceva parte.

Senza contare la guerra portata avanti da anni da parte della
Coldiretti sul grano importato per fare la pasta…

Ora, la figura di Peleggi tra i dirigenti – al di là delle
scelte e delle cariche ‘politiche’ – potrebbe essere in linea
con gli obiettivi della Filiera Italia. Tra cui anche
l’export.
Dopo tanto tempo di chilometri zero, ora si guarda oltre
confine insieme all’industria.

Per saperne di più:

NUTELLA BATTE FRANCIA, SÈGOLÈNE COSTRETTA ALLE SCUSE. COSÌ I
CUGINI DI OLTRALPE USANO IL MADE IN ITALY PER FARE CAMPAGNA
POLITICA. E AGNESE RENZI RISPONDE DA EXPO CON UNA CREPE

Posted by Redazione × Pubblicato il 17/06/2015 at 17:45
                                                   “Mille
                                                   excuses
                                                   pour    la
                                                   polémique
                                                  sur       le
                                                  Nutella.
                                                  D’accord
                                                  pour mettre
                                                  en valeur
                                                  les
                                                  progrès”.
                                                  Si         è
                                                  trasformata
                                                  in        un
boomerang per Ségolène Royal l’intemerata contro la Nutella
lanciata lunedì nel corso di una trasmissione televisiva.
Sommersa da una valanga di proteste sul web, con tanto di
insulti e parolacce di nutellari entusiasti, e dalla risposta
di molti volti noti della politica – a partire dalla moglie
del premier Matteo Renzi, Agnese, che si è recata con la
figlia Ester al Concept Bar Nutella dell’Expo di Milano – l’ex
moglie del presidente Francois Hollande ha dovuto fare marcia
indietro.

Tutto   era cominciato lunedì mattina, quando nel corso del
Grand   Journal di Canal+, l’ex candidata alle presidenziali
aveva   invitato i suoi connazionali a boicottare la più famosa
crema   alle nocciole al mondo, fiore all’occhiello del Gruppo
Ferrero, perché contiene olio di palma. Uno sgarbo diplomatico
che ha del clamoroso, trattandosi di un ministro in carica che
chiede a tutta la Francia di non comprare un prodotto
straniero (peraltro amatissimo anche al di là delle Alpi).
L’appello è anche totalmente infondato, come rileva in una
nota l’azienda piemontese, che non commenta le frasi della
Royal ma puntualizza il proprio impegno per l’ambiente e
rivendica la totale sostenibilità del proprio olio di palma.
Già il primo punto del comunicato fa riflettere: le
importazioni di olio di palma della Ferrero ammontano solo
allo    0,3%   della    produzione     mondiale.    Inoltre,
l’approvvigionamento dell’olio è certificato come sostenibile
al 100% non solo dalla RSPO (Roundtable on Sustainable Palm
Oil) ma anche da Greenpeace: nel novembre 2013, per esempio,
Areeba Hamid, parlando a Medan a nome della nota
organizzazione ambientalista, aveva tessuto le lodi della
“campagna di non-deforestazione” intrapresa dall’azienda
albese.

                                                  Ma   allora,
                                                  per quale
                                                  motivo la
                                                  Royal  se
                                                  l’è presa
                                                  con      la
                                                  Nutella? In
                                                 realtà,
                                                 sono alcuni
                                                 anni     che
                                                 l’olio di
                                                 palma      è
                                                 diventato
                                                 uno      dei
bersagli preferiti delle campagne di diverse organizzazioni
non governative, e la Francia è uno dei Paesi dove questa
propaganda negativa ha fatto più proseliti. Non a caso, negli
ambienti dell’industria alimentare circola il sospetto che
dietro certi attacchi si nasconda la lobby dell’olio di colza,
fortissima Oltralpe.

Anche in Italia sull’olio di palma si fanno campagne pseudo-
salutiste, specialmente sui social network, dove la verifica
delle informazioni è spesso trascurata. Tuttavia, come ha
confermato meno di due settimane fa l’Unione Nazionale
Consumatori           sul         suo        sito          web
(http://www.consumatori.it/alimentazione/alimentazione-sicurez
za/la-verita-sullolio-di-palma/), “la sfida mediatica sembra
ispirata più da interessi di parte che dalla necessità di dare
corrette informazioni ai cittadini”. Infatti, “solo il 20%
dell’olio di palma che viene importato è destinato
all’industria alimentare; il resto va ad altri settori
industriali e alla produzione di energia. Sono molti i
cosmetici, i farmaci, i prodotti per la casa, ecc. che
contengono tra gli ingredienti l’olio di palma”. Non si
capisce quindi perché andrebbe boicottata la Nutella e non
altri prodotti. Qualcuno afferma che l’olio di palma è dannoso
per la salute. In realtà, scrive l’UNC sulla base di studi
scientifici, “si tratta di un ingrediente analogo ad altri
grassi vegetali e persino migliore dei grassi animali in
quanto non contiene colesterolo”.

Anche lo specialista in Scienza dell’Alimentazione Michele
Pizzinini, dalle colonne dell’Adige, oggi definisce l’olio di
palma “il male minore”, ricordando che è vero che “l’olio di
palma, come il burro, è composto per circa la metà di grassi
saturi (quelli dannosi), ma contiene un 38% di acido oleico
(buono) mentre il burro ne contiene solo il 21%. L’olio di
oliva è composto per il 78% di acido oleico mentre gli oli
vegetali – mais, girasole, vinaccioli, arachidi ecc. –
contengono alte concentrazioni di grassi polinsaturi (circa la
metà) che sono meno stabili e più facilmente ossidabili. In
sostanza, per le sue caratteristiche, l’olio di palma
assomiglia più al burro che all’olio di oliva. Per inciso –
conclude il prof. Pizzinini – ricordo che anche formaggi e
salumi contengono per lo più grassi saturi”.

Ségolène Royal alle elezioni legislative del 2012 ha perso nel
collegio della Charente Marittima contro un socialista
dissidente, Olivier Falorni. L’anno precedente si era
candidata alle presidenziali e aveva ottenuto un misero 7%.
Nel 2008 aveva perso la leadership del partito contro Martine
Aubry e nel 2007 era stata surclassata da Nicolas Sarkozy
nella sfida per l’Eliseo. Dal 2014, malgrado questo palmares
non proprio farcito di vittorie, è diventata ministro
dell’Ambiente e dell’Energia. In fondo, è pur sempre la madre
dei figli del presidente.

CAPORALATO, ECCO L’ATTACCO DI THE GUARDIAN AL MADE IN ITALY.
MA TACCIONO SU APPROVVIGIONAMENTI AZIENDE INGLESI IN ITALIA

Posted by Redazione × Pubblicato il 24/10/2017 at 19:04
                                                             Co
                                                             me
                                                             an
                                                             nu
                                                             nc
                                                             ia
                                                             to
                                                             da
                                                             AG
Come annunciato da AGRICOLAE nei giorni scorsi, The Guardian
                                                             RI
affonda un altro importante colpo al Made in Italy. Dopo il
                                                             CO
Prosecco che faceva male ai denti e il Pesto genovese che
                                                             LA
aveva troppo sale
                                                             E
                                                             ne
                                                             i
                                                             gi
                                                             or
                                                             ni
                                                             sc
                                                             or
si
,
Th
e
Gu
ar
di
an
af
fo
nd
a
un
al
tr
o
im
po
rt
an
te
co
lp
o
al
Ma
de
in
It
al
y.
Do
po
il
Pr
os
ec
co
ch
e
fa
ce
va
ma
le
ai
de
nt
i
e
il
Pe
st
o
ge
no
ve
se
ch
e
av
ev
a
tr
op
po
sa
le
.
Pr
op
ri
o
gl
i
in
gl
es
i,
ch
e
ha
nn
o
ri
sc
hi
at
o
–
pr
im
a
de
ll
a
Br
ex
it
–
di
an
da
re
in
pr
oc
ed
ur
a
di
in
fr
az
io
ne
eu
ro
pe
a
pe
r
no
n
mo
ll
ar
e
la
pr
es
a
su
ll
’e
ti
ch
et
ta
tu
ra
a
se
ma
fo
ro
,
ch
e
bo
ll
av
a
di
‘r
os
so
’
la
ma
gg
io
r
pa
rt
e
de
i
pr
od
ot
ti
de
ll
a
Di
et
a
Me
di
te
rr
an
ea
e
il
la
tt
e.
Ma
ch
e
sa
lv
av
a
le
bi
bi
te
ga
ss
at
e.
L’
In
gh
il
te
rr
a
se
mb
ra
vo
le
r
sc
re
di
ta
re
an
co
ra
un
a
vo
lt
a
l’
ag
ro
al
im
en
ta
re
de
l
Be
lP
ae
se
pr
op
ri
o
po
ch
i
gi
or
ni
do
po
la
le
tt
er
a
ch
e
Te
re
sa
Ma
y
ha
sc
ri
tt
o
ai
pr
op
ri
co
nc
it
ta
di
ni
:
“S
ia
mo
vi
ci
ni
ss
im
i
a
un
ac
co
rd
o.
So
ch
e
en
tr
am
be
le
pa
rt
i
pr
en
de
ra
nn
o
in
co
ns
id
er
az
io
ne
le
re
ci
pr
oc
he
pr
op
os
te
pe
r
co
nc
lu
de
re
l’
ac
co
rd
o
co
n
me
nt
e
ap
er
ta
.
E
co
n
la
gi
us
ta
fl
es
si
bi
li
tà
e
cr
ea
ti
vi
tà
da
un
a
pa
rt
e
e
da
ll
’a
lt
ra
”.
Gl
i
in
gl
es
i
di
Th
e
Gu
ar
di
an
pe
rò
,
pa
rl
an
do
de
i
gr
an
di
ma
rc
hi
tr
ic
ol
or
e
–
ch
e
no
n
ha
nn
o
es
it
at
o
ad
in
te
rr
om
pe
re
il
co
nt
ra
tt
o
co
n
il
fo
rn
it
or
e
ch
e
no
n
av
ev
a
ri
sp
et
ta
to
le
re
go
le
re
la
ti
ve
al
le
co
nd
iz
io
ni
di
la
vo
ro
e
al
la
so
st
en
ib
il
it
à
de
ll
a
pr
od
uz
io
ne
–
si
di
me
nt
ic
a
di
sc
ri
ve
re
ch
e
qu
el
fo
rn
it
or
e
co
nt
in
ue
re
bb
e
a
di
st
ri
bu
ir
e
im
po
rt
an
ti
qu
an
ti
tà
di
po
mo
do
ro
a
un
‘a
zi
en
                                                           da
                                                           ch
                                                           e
                                                           ha
                                                           la
                                                           se
                                                           de
                                                           le
                                                           ga
                                                           le
                                                           pr
                                                           op
                                                           ri
                                                           o
                                                           a
                                                           Lo
                                                           nd
                                                           ra
                                                           .

https://www.theguardian.com/global-development/2017/oct/24/the
-terrible-truth-about-your-tin-of-italian-tomatoes
Puoi anche leggere