Nemi, muore Terenzia: un pezzo di storia del paese - L ...

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Nemi, muore Terenzia: un
pezzo di storia del paese

NEMI (RM) – La comunità di Nemi ha perso una ultranovantenne a
cui tutti i cittadini erano affezionati: nonna Terenzia.

“Siamo profondamente rattristati per la perdita della nostra
cara sorella Terenzia che questa mattina ci ha lasciati
andando tra le braccia del Padre. – Scrivono sul profilo Fb
della Parrocchia S. Maria del pozzo Nemi & Santuario del Ss.
Crocifisso Nemi – Che Dio gli dia pace alla sua anima e gli
angeli siamo sempre con lei. La comunità di Nemi e la
parrocchia si stringe con la preghiera a tutti i suoi
familiari e i nipoti da lei tanto amati”.

I funerali si svolgeranno mercoledì 7 aprile alle 11 sul
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sagrato della Chiesa di Santa Maria del Pozzo.

Questo quotidiano nelle persone del direttore Responsabile
Chiara Rai e del direttore Editoriale Ivan Galea porgono le
più sentite condoglianze alla famiglia dell’amata Terenzia.

Usa, polizia uccide 13enne
ispanico: la madre lancia
appello alla trasparenza

Shock a Chicago, dove la polizia ha ucciso un ragazzino
ispanico di 13 anni, Adam Toledo, in quello che le forze
dell’ordine hanno definito uno “scontro armato”. Il teenager
era scomparso da alcuni giorni da casa e la mattina del 29
marzo un agente della polizia lo ha colpito a morte dopo
averlo inseguito in un vicolo.

Monta l’ira della comunità ispanica che chiede giustizia,
mentre gli investigatori hanno annunciato che oggi intende
rilasciare il video della sparatoria. L’agente coinvolto è
stato temporaneamente sospeso dal servizio.
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La madre del 13enne ucciso, Elizabeth Toledo, ha lanciato un
appello alla trasparenza da parte della polizia, affermando:
“Voglio solo sapere cosa e’ realmente successo al mio
bambino”.

E il sindaco di Chicago, Lori Lightfoot, ha chiesto subito che
venissero rese pubbliche le immagini delle bodycam degli
agenti riguardo la sparatoria”.

La polizia ha raccontato che gli agenti sono stati chiamati
intorno alle 2.30 del mattino a un indirizzo di Little
Village, quartiere a prevalenza latino-americana nella zona
ovest di Chicago, rispondendo a segnalazioni di spari. I
poliziotti hanno visto due persone in un vicolo e hanno
iniziato a inseguirle. Uno, un ragazzo di 21 anni, è stato
arrestato, mentre un agente che inseguiva Adam ha sparato una
volta, colpendolo al petto, e il 13enne è morto sul colpo.
Secondo il primo resoconto degli agenti, affermano alcuni
media, era armato di pistola.

Misure anti Covid, Italia di
nuovo   bicolore:  ecco   le
regole
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Dopo la zona rossa disposta per il week end lungo di Pasqua,
l’Italia torna ad essere divisa tra il rosso e l’arancione. E
in attesa del prossimo monitoraggio e dell’eventuale verifica
a metà aprile, che valuterà la possibilità che le zone dove la
diffusione del virus è più contenuta possano tornare in
giallo, ecco le misure previste nelle prossime ore a seconda
dei territori.

ZONA ROSSA – (Lombardia, Toscana, Emilia Romagna, Calabria,
Friuli Venezia Giulia, Piemonte, Puglia, Valle d’Aosta e
Campania) – Sono nove le regioni sottoposte alle misure di
contenimento più rigide, dove è consentito spostarsi soltanto
per motivi di lavoro, salute o necessità e non è concesso
andare a trovare parenti o amici.

E’ invece sempre possibile svolgere attività motoria, ma solo
in prossimità della propria abitazione, e attività sportiva
all’aperto in forma individuale. Le scuole sono in presenza
fino alla prima media mentre è prevista la didattica a
distanza per gli alunni fino alla terza media e quelli delle
superiori. Sono chiusi barbieri, parrucchieri, centri
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estetici, negozi di abbigliamento, calzature e gioiellerie.
Restano aperti i negozi di generi alimentari, tabaccherie,
edicole, farmacie, parafarmacie, lavanderie, ottici,
profumerie, erboristerie, cartolerie, negozi di intimo e di
biancheria per la casa, ferramenta. Aperti anche i negozi per
bambini, dai giocattoli all’abbigliamento. Prosegue l’attività
dei mercati che vendono esclusivamente generi alimentari. I
centri commerciali sono chiusi nel fine settimana.

ZONA ARANCIONE – (Veneto, Marche, provincia di Trento, Lazio,
Abruzzo, Liguria, Basilicata, Sicilia, Molise, Sardegna,
Umbria e provincia autonoma di Bolzano) – Le visite, sempre
una sola volta al giorno e sempre in non più di due persone,
sono consentite in zona arancione, all’interno del Comune di
residenza. Sono vietati gli spostamenti al di fuori del
proprio Comune. Per quei territori con meno di 5mila abitanti
è consentito spostarsi entro i 30 km dal confine del proprio
Comune, con il divieto però di recarsi verso i capoluoghi di
Provincia. Scuole in presenza fino alla prima media. Saranno
in classe anche gli alunni fino alla terza media e quelli
delle superiori, ma al 50%. Tutti i negozi sono aperti,
compresi parrucchieri, barbieri e centri estetici, mentre i
centri commerciali restano chiusi nel fine settimana.

IN TUTTA ITALIA – E’ vietato uscire di casa dalle 22 alle 5.
Il divieto non vale in caso di lavoro, salute o necessità. Bar
e ristoranti restano chiusi: possibile solo l’asporto, fino
alle 18, e la consegna a domicilio, fino alle 22 e solo per i
ristoranti (in caso di ripristino delle zone gialle, bar e
ristoranti potrebbero riaprire a pranzo). I presidenti di
Regione, a differenza di quanto è stato fino ad oggi, non
potranno emanare ordinanze più restrittive per chiudere le
scuole. Se la verifica di metà mese darà esito positivo e
dunque torneranno le zone gialle, si potrebbe valutare la
riapertura di cinema e i teatri con le regole che erano già
previste nel precedente decreto.

SPOSTAMENTI – Restano vietati gli spostamenti tra le Regioni,
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a meno che non si abbia una seconda casa. La mobilità è
consentita solo per motivi di lavoro, salute e necessità. Sarà
sempre possibile rientrare alla propria residenza, domicilio o
abitazione.

SECONDE CASE – Sarà sempre possibile raggiungere le seconde
case, anche in zona rossa, a patto che non ci siano però
ordinanze dei presidenti di Regione che impongono regole più
restrittive.

STRETTA SUI VIAGGI – E’ possibile viaggiare in Europa, ma
almeno fino alla fine del mese sono previste limitazioni per
tutti coloro che hanno soggiornato o transitato nei
quattordici giorni antecedenti all’ingresso in Italia in uno o
più Stati e territori Ue: tra questi, da come si legge nel
nuovo elenco di Paesi presenti nell’allegato, viene invece
inclusa dal 7 aprile anche l’Austria, Israele, il Regno Unito
e l’Irlanda del Nord, dove dunque sarà possibile viaggiare
senza motivazioni specifiche, così come avviene per gli altri
Paesi dell’Europa. Chi rientra in Italia da uno di questi
Paesi o da quelli Ue dovrà comunque obbligatoriamente
sottoporsi a tampone (molecolare o antigenico) effettuato
nelle 48 ore prima dell’ingresso in Italia e il cui risultato
sia negativo, sottoporsi alla sorveglianza sanitaria e ad
isolamento fiduciario per cinque giorni e al termine
dell’isolamento effettuare un altro test.

Contratto   Rider,   Arenare
(Sinlai): “La toppa è peggio
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del buco”

Dopo polemiche e proteste dei rider, un settore che più di
altri è cresciuto ed è diventato centrale durante l’emergenza
sanitaria, si è arrivati ad un accordo tra sindacati e
JustEat, finalizzato ad inquadrare questi lavoratori nel
contratto Trasporto merci e Logistica.

Tuttavia la soluzione sembra tutt’altro che soddisfacente, ai
fini di dare dignità al comparto. A denunciarlo è Valerio
Arenare, segretario nazionale del Sinlai: “Mi verrebbe da dire
che la toppa è peggio del buco. Questo contratto, infatti, è
pieno di criticità: innanzitutto prevede i rider come
lavoratori part-time a 10 ore settimanali, per uno stipendio
totale di 200 euro; inoltre esclude dalla copertura coloro che
abbiano la macchina. Ciò – continua Arenare – ha fatto sí che
la maggior parte dei rider voglia restare autonoma,
rivendicando il diritto a lavorare di più e, ciononostante, ad
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essere tutelato”.

Milano, preso il piromane
dell’edicola di viale Corsica
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MILANO – Ieri mattina, i Carabinieri della Stazione Milano
Porta Monforte, a conclusione di serrate attività d’indagine,
hanno arrestato, per il reato di “incendio”, un 41enne di
Milano, disoccupato, con precedenti di polizia per reati
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contro il patrimonio.

L’uomo, fermato all’alba in via Lomellina mentre tentava di
nascondersi tra le autovetture, è gravemente indiziato di aver
incendiato un’edicola di viale Corsica gestita da cittadini
sudamericani, dove, nei mesi precedenti, si erano verificati
altri tre casi analoghi.

Nella circostanza, le fiamme, spente grazie al tempestivo
intervento dei Vigili del Fuoco, hanno gravemente danneggiato
la struttura e la merce.

I Carabinieri, insospettiti dallo strano atteggiamento
dell’uomo, peraltro rintracciato a breve distanza e a pochi
minuti dall’evento, e dal fatto che non solo emanasse un forte
odore di bruciato ma anche che le sue mani fossero sporche di
fuliggine, lo hanno dapprima accompagnato in caserma, ove
personale del Nucleo Investigativo Antincendi di Milano,
mediante apposita strumentazione, ha rilevato la presenza di
tracce di combustione sui suoi vestiti e sugli effetti
personali che aveva indosso, e poi lo hanno sottoposto a
perquisizione personale e domiciliare, all’esito delle quali è
stato trovato in possesso di accendini, di diverse confezioni
di “diavolina accendifuoco”, di una bottiglia contenente
liquido infiammabile nonché di un berretto e di un giubbotto,
nelle cui tasche sono stati rinvenuti anche uno spray
infiammabile, frammenti di diavolina e fazzoletti impregnati
di liquido infiammabile, del tutto simili a quelli che
l’indagato, poi riconosciuto dagli operanti mediante analisi
delle    immagini    estrapolate     da   un   impianto     di
videosorveglianza, indossava in occasione dell’incendio
verificatosi lo scorso 21 marzo.

L’arrestato è stato, quindi, portato alla Casa Circondariale
di Milano San Vittore in attesa dell’udienza di convalida.
Sono in corso ulteriori accertamenti per verificare le
eventuali responsabilità dell’uomo nella commissione di altri
incendi avvenuti nella zona.

Roma, Primavalle: Carabinieri
interrompono “Covid party” di
Pasqua
ROMA – Nel pomeriggio di ieri, su segnalazione al 112, i
Carabinieri della Stazione di Roma Montespaccato unitamente ai
colleghi del Nucleo Radiomobile hanno scoperto una festa e
hanno sanzionato 10 persone.

I Carabinieri sono intervenuti in via Emma Carelli, quartiere
Primavalle, dove poco prima alcuni residenti avevano segnalato
diverse persone intente a festeggiare all’interno di un
appartamento. I militari dopo aver raggiunto l’abitazione,
all’indirizzo indicato, hanno interrotto la festa e
identificato tutti i presenti, parenti ed amici.

Successivamente sono stati sanzionati in violazione della
normativa per contenere il contagio da Covid19.

Rieti, provoca un incidente
con   ferito  e  fugge   in
Abruzzo: rintracciato dai
Carabinieri

BORGOROSE (RI) – Si è dato alla fuga dopo aver provocato un
incidente sulla Statale Salto-Cicolana, ma è stato
rintracciato dai Carabinieri che sono riusciti a inchiodarlo
alle sue responsabilità. Ora dovrà rispondere di omissione di
soccorso.
L’episodio risale a ieri mattina, quando le pattuglie dei
Carabinieri di Borgorose e Pescorocchiano sono intervenute su
un incidente sulla SS 578, ma sul posto hanno trovato un solo
veicolo dei due coinvolti: il conducente di un furgone bianco
cassonato, responsabile del sinistro, si era allontanato a
tutta velocità in direzione Avezzano, senza preoccuparsi delle
conseguenze.

Prestati i primi soccorsi al ferito, portato in ospedale per
le cure del caso, i Carabinieri si sono messi subito al lavoro
per individuare il responsabile diramando le ricerche del
veicolo in fuga ai colleghi abruzzesi, ed è proprio in Morino
che i militari della locale Stazione hanno interrotto la
marcia dello spericolato fuggitivo: un giovane casertano alla
guida di un Fiat Iveco, che, alle domande degli uomini
dell’Arma, ha dichiarato di essersi impaurito per l’accaduto e
di essersi dato alla fuga istintivamente.

Il furgone è stato immediatamente sequestrato e il suo
conducente deferito alla Procura della Repubblica presso il
Tribunale di Rieti; fortunatamente il ferito se la caverà con
pochi giorni di prognosi.

Milano, incendia l’edicola di
viale Corsica: arrestato
Ieri mattina, i Carabinieri della Stazione Milano Porta
Monforte, a conclusione di serrate attività d’indagine, hanno
tratto in arresto, per il reato di “incendio”, un 41enne di
Milano, disoccupato, con precedenti di polizia per reati
contro il patrimonio.

Il predetto, fermato all’alba in via Lomellina mentre tentava
di nascondersi tra le autovetture, è gravemente indiziato di
aver incendiato un’edicola di viale Corsica gestita da
cittadini sudamericani, dove, nei mesi precedenti, si erano
verificati altri tre casi analoghi. Nella circostanza, le
fiamme, spente grazie al tempestivo intervento dei Vigili del
Fuoco, hanno gravemente danneggiato la struttura e la merce. I
Carabinieri, insospettiti dallo strano atteggiamento
dell’uomo, peraltro rintracciato a breve distanza e a pochi
minuti dall’evento, e dal fatto che non solo emanasse un forte
odore di bruciato ma anche che le sue mani fossero sporche di
fuliggine, lo hanno dapprima accompagnato in caserma, ove
personale del Nucleo Investigativo Antincendi di Milano,
mediante apposita strumentazione, ha rilevato la presenza di
tracce di combustione sui suoi vestiti e sugli effetti
personali che aveva indosso, e poi lo hanno sottoposto a
perquisizione personale e domiciliare, all’esito delle quali è
stato trovato in possesso di accendini, di diverse confezioni
di “diavolina accendifuoco”, di una bottiglia contenente
liquido infiammabile nonché di un berretto e di un giubbotto,
nelle cui tasche sono stati rinvenuti anche uno spray
infiammabile, frammenti di diavolina e fazzoletti impregnati
di liquido infiammabile, del tutto simili a quelli che
l’indagato, poi riconosciuto dagli operanti mediante analisi
delle    immagini    estrapolate     da   un   impianto    di
videosorveglianza, indossava in occasione dell’incendio
verificatosi lo scorso 21 marzo. L’arrestato è stato, quindi,
tradotto alla Casa Circondariale di Milano San Vittore in
attesa dell’udienza di convalida. Sono in corso ulteriori
accertamenti per verificare le eventuali responsabilità
dell’uomo nella commissione di altri incendi avvenuti nella
zona.
Canoa,   due  atlete  della
Marina Militare conquistano
il titolo di campionesse
d’Italia
Le atlete del Centro Sportivo Remiero della Marina Militare di
Sabaudia, Agata Fantini e Cristina Petracca conquistano il
titolo italiano nella specialità del K2 Senior Femminile sulla
distanza dei 5000 metri, dopo una gara da manuale.
Le regate si sono svolte sul campo internazionale
dell’Idroscalo di Milano che       ha visto misurarsi, per
aggiudicarsi il titolo tricolore, atleti nelle diverse
categorie in rappresentanza di 84 società provenienti da tutta
Italia.

Brilla anche Giorgia Lacalamita, atleta del vivaio della
Marina Militare, che conquista l’argento nel K1 5000 metri
nella categoria Ragazzi.

Il primo atto ufficiale della stagione agonistica della canoa
velocità è invece andato in scena l’1 e il 2 aprile, sempre
nel bacino milanese, con la prima gara nazionale valida come
prova selettiva per la formazione della squadra olimpica della
canoa italiana che affronterà la stagione internazionale. In
questa occasione sono state oltre 60 le società iscritte per
un totale di 321 atleti. Agata Fantini, la marinaia in forze
al Centro Sportivo Remiero di Sabaudia è entrata di diritto
nella rosa del team azzurro della Federazione Italiana Canoa-
Kayak vincendo la prova del K1 500 metri.

Un risultato importante che apre all’atleta le porte per la
qualifica olimpica che si svolgerà a Szeghed, in Ungheria, il
12 e 13 maggio prossimi. I pass a disposizione per tutti i
partecipanti saranno pochissimi e saranno assegnati, nel caso
delle imbarcazioni singole, solo ai primi due classificati di
ogni categoria e, nel caso del doppio, solo per l’equipaggio
classificatosi primo. Saranno oltretutto esclusi gli atleti e
le nazioni già qualificatesi in occasione del Campionato
Mondiale del 2019.

“Sono estremamente soddisfatto dei risultati raggiunti dai
nostri atleti – dichiara il Capitano di Fregata Sergio
Lamanna, Comandante del Centro Sportivo Remiero della Marina
Militare di Sabaudia – I traguardi raggiunti sono la
dimostrazione che, nello sport, il lavoro, l’impegno, la
dedizione e la passione vengono sempre ripagati. Va
soprattutto sottolineato che questi obiettivi sono stati
raggiunti nonostante le grandi difficoltà affrontate e
superate per riuscire ad allenarsi al meglio nel rispetto
delle normative anti-covid. Mi auguro che i nostri atleti
sappiano affermarsi anche nelle difficili sfide internazionali
che li attendono.”

Palermo, arrestato il nuovo
boss   di  mafia   Giuseppe
Calvaruso

Calvaruso, 44 anni, gestiva i suoi affari
dal Brasile, da dove era appena tornato
quando, ieri pomeriggio, è stato fermato
dai carabinieri
Nel corso della pomeriggio di ieri i Carabinieri del Comando
Provinciale hanno dato esecuzione a un provvedimento di fermo
di indiziati di delitto, emesso da un gruppo di Sostituti,
coordinati dal Procuratore Aggiunto Salvatore De luca della
Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, nei confronti di
5 indagati, ritenuti a vario titolo responsabili dei delitti
di associazione di tipo mafioso, estorsione consumata e
tentata, lesioni personali, sequestro di persona, fittizia
intestazione di beni, tutti reati aggravati dal metodo e dalle
modalità mafiose.

IL RUOLO DI GIUSEPPE CALVARUSO
Le indagini condotte dall’Arma, secondo le valutazioni del
P.M., hanno consentito, dopo l’arresto di Settimo MINEO
nell’operazione Cupola 2.0, di individuare il presunto nuovo
reggente del mandamento mafioso Pagliarelli, Giuseppe
CALVARUSO, che è accusato di:

     avere individuato di volta in volta gli uomini più
     affidabili per la gestione degli affari delle famiglie
     mafiose a lui subordinate ed in particolare Giovanni
     CARUSO quale suo personale referente nel corso della
     propria assenza dal territorio italiano, avendo
     soggiornato il CALVARUSO per molto tempo in Brasile;
     aver mantenuto, attraverso il continuo scambio di
     contatti, riunioni ed incontri anche in luoghi
     riservati, un costante collegamento con esponenti
     apicali dei mandamenti mafiosi di Porta Nuova, Noce,
     Villabate, Belmonte Mezzagno per la trattazione di
     affari mafiosi;
     essere intervenuto, nella sua funzione di uomo d’onore,
     per la risoluzione di controversie fra privati;
     avere assicurato “l’ordine pubblico” sul territorio, ad
     esempio autorizzando e prendendo parte a un violento
pestaggio ai danni di autori di alcune rapine non
     autorizzate dai vertici mandamentali;
     aver assicurato il mantenimento in carcere dei detenuti
     appartenenti alle famiglie mafiose del mandamento (nel
     corso di un dialogo intercettato, CARUSO rivelava i
     dettagli degli esborsi ai familiari dei carcerati);
     avere gestito, per il tramite di prestanome, il
     controllo di attività economiche dentro e fuori il
     territorio del mandamento.

CALVARUSO, da qualche tempo dimorante in
Brasile, è rientrato momentaneamente in
Italia con l’intendimento di tornare a
breve in sud America
IL CONTROLLO DEL TERRITORIO
Secondo le valutazioni del P.M. e degli investigatori sono
emersi diversi episodi riguardanti il sistematico ricorso di
commercianti e imprenditori per ottenere autorizzazioni
all’apertura di attività commerciali (una sorta di
“amministrazione mafiosa” o risoluzioni di controversie (una
sorta di “giurisdizione mafiosa”); l’organizzazione ha
assunto, secondo consolidata tradizione mafiosa, una
patologica funzione supplente rispetto alle Istituzioni dello
Stato.

La famiglia mafiosa di Pagliarelli veniva infatti investita,
fra le altre cose, per:

     individuare e punire gli autori di più rapine in danno
     di un esercizio commerciale;
     rinvenire e restituire      ai   legittimi   proprietari
     un’autovettura rubata;
     autorizzare l’apertura di nuovi esercizi pubblici.

LA SPEDIZIONE PUNITIVA
Le indagini hanno permesso di delineare, in particolare un
episodio particolarmente cruento.
La ricostruzione che segue è conforme alle valutazioni
contenute nei provvedimenti di fermo emessi dal P.M. dal quale
emerge l’attualità del capillare controllo mafioso anche su
soggetti dediti alla consumazione di reati predatori, la cui
azione criminale in danno di attività commerciali deve essere
preventivamente autorizzata da cosa nostra.

Il titolare di una rivendita di detersivi, a seguito di due
rapine consumate nell’arco di 5 giorni, si rivolgeva, entrambe
le volte, agli uomini di cosa nostra per identificare i
responsabili delle rapine e per riappropriarsi delle somme di
denaro sottrattegli.

L’imprenditore interessava della questione Giovanni CARUSO
(consegnandogli anche le riprese video della rapina),
ritenendolo il referente sul territorio per conto di cosa
nostra;    questi    si   attivava    con   efficienza     per
l’identificazione e il rintraccio dei rapinatori, che venivano
sequestrati dai sodali all’interno di un garage, dove venivano
trattenuti sino all’arrivo dell’ideatore delle rapine, che
veniva “pestato a sangue” alla presenza di Giuseppe CALVARUSO,
nel frattempo sopraggiunto.
Peraltro proprio il Caruso si occupava, a seguito di richiesta
di un commerciante locale di rintracciare in 24 ore
un’autovettura rubata.

LE IMPRESE OCCULTE RICONDUCIBILI A GIUSEPPE CALVARUSO
Secondo le valutazioni del P.M. le attività economiche di
Giuseppe Calvaruso possono essere delineate come segue.

La gestione di attività economiche nella veste di imprenditore
occulto risulta strettamente connessa all’assunzione da parte
sua della qualifica di storico uomo d’onore della famiglia
mafiosa di Pagliarelli; proprio il mantenimento di relazioni
qualificate con gli esponenti di altri mandamenti, nonché la
partecipazione alle attività illecite dell’associazione
criminale gli consentiva infatti, nel corso degli anni, di
acquisire una vasta rete di conoscenze spendibili nei più
disparati settori economici, nonché di accumulare ingenti
capitali di provenienza illecita, da reinvestire, poi, in
società operanti nel settore edile e della ristorazione.

Le vicissitudini giudiziarie, determinavano in Giuseppe
CALVARUSO l’esigenza di porsi al riparo da possibili sequestri
in danno dei suoi beni; egli, pertanto, era indotto ad attuare
una strategia di interposizione fittizia di carattere reale
finalizzata, grazie alla collaborazione di fedeli prestanome,
a tutelare i suoi beni da eventuali sequestri di prevenzione.

Inoltre,    la  peculiare    e  modernissima    attitudine
imprenditoriale impressa da Giuseppe CALVARUSO alla gestione
del mandamento di Pagliarelli (rendendolo un fattore di
distorsione del mercato) emergeva anche dall’interesse dallo
stesso manifestato verso un flusso di capitali provenienti da
investitori esteri. In particolare CALVARUSO tentava di
intessere dei rapporti di natura economica con un cittadino
singaporiano, interessato a investire ingenti capitali nel
settore edile e turistico-alberghiero in Sicilia.

Connesse con tali affari vi sono, poi, alcune condotte
estorsive, tutte finalizzate a costringere la proprietà degli
immobili da acquistare e ristrutturare, a rivolgersi alle
ditte edili di fatto di proprietà di CALVARUSO.
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