Natura selvatica a rischio in Italia 2023 - Legambiente
←
→
Trascrizione del contenuto della pagina
Se il tuo browser non visualizza correttamente la pagina, ti preghiamo di leggere il contenuto della pagina quaggiù
Natura selvatica a rischio in Italia Giornata mondiale della fauna selvatica World Wildlife Day 2023
NATURA SELVATICA A RISCHIO IN ITALIA Giornata mondiale della fauna selvatica World Wildlife Day premessa3 sommario 1. FAUNA MARINA E TERRESTRE A RISCHIO IN ITALIA 2. STATO E PRESSIONI SULL’AMBIENTE MARINO E COSTIERO DEL MEDITERRANEO 3. STORIE DI SUCCESSO 6 9 11 3.1 L’eradicazione del ratto nero dalle isole Pontine 11 3.2 Il ritorno del Grifone negli Appennini 13 4. IL FUTURO DELLA CONSERVAZIONE DELLE SPECIE MARINE È LA COLLABORAZIONE 15 5. FOCUS LUPO 18 5.1 Il piano di monitoraggio del lupo 18 5.2 Le buone pratiche e le criticità nella gestione del conflitto 20 5.3 Mortalità del lupo in Italia 24 5.4 Question time: nuove disposizioni governative, domande e risposte 27 6. LA GESTIONE DEGLI ANIMALI SELVATICI CONFIDENTI: IL CASO DI JUAN CARRITO 31 7. SPECIE ALIENE INVASIVE: IL PROBLEMA DELLE IMMISSIONI NELLE ACQUE INTERNE 33 8. CITY NATURE CHALLENGE 2023: PERCHÉ LA BIODIVERSITÀ URBANA È IMPORTANTE 36 9. LE REGOLE DA SEGUIRE PER RISPETTARE GLI ANIMALI SELVATICI 39 10. LE PROPOSTE DI LEGAMBIENTE IN FAVORE DELLA FAUNA SELVATICA A RISCHIO 42 11. Buone pratiche 46 A cura di F. Barbera, B. Berardi, G. De Castro, I. Forcellini, L. Gallerano, C. Leti, A. Nicoletti, S. Raimondi Osservatorio per il Capitale Naturale di Legambiente Ufficio nazionale aree protette e biodiversità 2 //
Giornata mondiale della fauna selvatica World Wildlife Day NATURA SELVATICA A RISCHIO IN ITALIA premessa Il valore inestimabile della natura selva- la conservazione delle diverse forme di fauna e tica viene celebrato il 3 marzo di ogni anno flora selvatiche per poter fruire dei benefici, an- in occasione del World Wildlife Day - WWD che economici, per le persone e il Pianeta, e - proclamato nel 2013 dall’Assemblea ge- l’urgenza di intensificare la lotta contro i crimini nerale dell’ONU per ricordare la ricorren- perpetrati verso la fauna selvatica e le numerose za della firma della Convenzione sul com- specie animali minacciate dalle azioni dell’uomo. mercio internazionale delle specie di flora e fauna selvatiche minacciate di estinzione Secondo la IUCN sono oltre 8.400 le spe- (CITES) avvenuta nel 1973 a Washington ed cie di fauna e flora selvatiche in pericolo di emendata a Bonn nel 1979. Durante questo estinzione, mentre quasi 30.000 in più sono decennio di celebrazioni, la Giornata mondiale è ritenute in pericolo o vulnerabili e oltre un milio- stata l’occasione per sottolineare il valore intrin- ne sono minacciate di estinzione e, la continua seco che hanno gli animali e le piante selvatiche, perdita di biodiversità e il degrado degli ecosi- e per sensibilizzare l’opinione pubblica sul contri- stemi naturali, sono le sfide da affrontare conte- buto che forniscono al mantenimento dell’equi- stualmente alla riduzione delle emissioni climal- librio del nostro ecosistema, rivestendo un ruolo teranti. Gli obiettivi europei e globali al 2030 (es. di vitale importanza - sul piano ecologico, so- Strategia UE per la Biodiversità, Farm to Fork, ciale, economico, scientifico, culturale, ricreativo Strategia Forestale Europea, Accordo di Parigi, – e favorendo il benessere umano e lo sviluppo Sustainable Development Goal…) puntano a sostenibile. frenare la perdita di biodiversità attraverso una progressiva e completa decarbonizzazione (Net- Il tema del WWD scelto per il 2023 Partne- Zero) dell’economia, nella consapevolezza che ship for Wildlife Conservation (Partenariato crisi climatica e perdita di biodiversità sono for- per la conservazione della fauna selvatica) ci temente connesse e, dunque, se si riducono le rammenta come sia importante la leale colla- emissioni anche l’altra ne trae benefici. borazione tra le diverse istituzioni per garantire // 3
NATURA SELVATICA A RISCHIO IN ITALIA Giornata mondiale della fauna selvatica World Wildlife Day Il cambiamento climatico sta influenzan- tisce un recupero di alcune specie selvatiche e la do la perdita di biodiversità e alcuni fattori in- riduzione della perdita di tante altre. dotti dalla crisi climatica, come ad esempio la riduzione e la disponibilità di acqua o l’aumento Le politiche europee in questi ultimi decen- della siccità e il rischio incendi, influiscono sulla ni hanno favorito l’aumento delle popolazioni di vita delle piante e degli animali. Gli ecosistemi specie selvatiche e garantito la protezione legale sono sollecitati dalle condizioni climatiche e le dei territori attraverso le direttive Uccelli e Habi- specie che ospitano per sopravvivere cercano tat, mentre in tanti Paesi come il nostro l’abban- di adattarsi, spostandosi o modificando i loro dono dei territori ha accelerato i cambiamenti comportamenti. Ma queste modifiche non sem- nell’utilizzo del suolo e sostenuto le attività di pre sono possibili e possono causare un declino gestione e conservazione di tante altre specie. di popolazioni, di solito quelle delle specie più a rischio, o l’aumento di alcune più resilienti e non Un esempio concreto di questa doppia azio- sempre a rischio. Gli scienziati stanno lavorando ne, nazionale e comunitaria, è stata la crescita per comprendere meglio gli effetti del cambia- della popolazione di lupo che ha colonizzato in mento climatico sulla biodiversità e per sviluppa- tutta Europa le aree in cui gli essere umani han- re soluzioni per proteggere le specie in pericolo. no consentito la loro presenza e, la stessa Com- Questo include la creazione di aree protette, la missione Europea, sta incoraggiando fortemente gestione della conservazione della fauna selvati- la convivenza uomo-lupo offrendo finanziamenti ca e la riduzione delle emissioni di gas serra per per misure di prevenzione come recinzioni e cani rallentare il riscaldamento globale. da allevamento, nonché un risarcimento com- pleto agli allevatori di tutti gli Stati membri per Negli ultimi 30 anni, grazie alla crescita il bestiame perso a causa della predazione del dei regimi di tutela, le popolazioni di alcune lupo. Ragionamento analogo vale, dopo decen- specie selvatiche europee sono cresciute, ni di declino, anche per le popolazioni di avvolto- sia per dimensioni che per area geografica, e io europeo (gipeto, grifone e capovaccaio) che si l’impatto della Direttiva Habitat e Uccelli è sta- stanno riprendendo anche grazie ai cambiamen- to estremamente efficace per il recupero della ti nella legislazione dell’Ue e all’intensa attività di naturalità del continente europeo. Ma alcune gestione e conservazione finanziata attraverso specie (i grandi mammiferi in particolare) sono strumenti comunitari. aumentate soprattutto per via dell’abbandono di molte aree, che sono ritornate a una maggiore Ma quando la fauna selvatica inizia a torna- naturalità. Un fenomeno che dimostra che mi- re in aree dalle quali era scomparsa da decenni, gliorare la protezione legale del territorio, insieme cominciano a nascere problemi di convivenza, in all’espansione e al collegamento funzionale delle particolare se si tratta di grandi carnivori (orsi e aree protette, le attività di recupero delle specie lupi) che in tante aree di ri-colonizzazione sono e, in alcuni casi, anche la reintroduzione, oltre al percepiti come una minaccia per le persone e miglioramento degli habitat più sollecitati, garan- gli animali allevati. È evidente che queste “nuove 4 //
Giornata mondiale della fauna selvatica World Wildlife Day NATURA SELVATICA A RISCHIO IN ITALIA condizioni” impongono un approccio olistico per nel settore della tutela della natura una potenza gli interventi gestionali che devono essere sup- euromediterranea. Si tratta di saper gestire, in portati dalla ricerca e basati sull’evidenza e l’ap- coerenza con gli indirizzi e la conoscenza scien- proccio scientifico. tifica sviluppata in questi decenni, da una parte i successi ottenuti nella conservazione di specie a Dunque, è per tali ragioni che abbiamo criti- rischio e dall’altra le specie faunistiche non pro- cato la norma approvata in finanziaria dal Gover- tette che meglio si sono adattate ai mutamenti no che apre la possibilità di abbattimenti di fauna del territorio e all’influenza dei cambiamenti cli- selvatica per motivi di sicurezza stradale anche matici, che richiedono azioni di contenimento nelle aree protette e nelle città, perché ricorre alla per non aggravare la perdita di biodiversità in deregulation normativa, con scelte dannose che atto. aggravano i problemi anziché risolverli, e con in- terventi in contrasto con le buone regole della gestione faunistica e senza ascoltare la scienza. Un provvedimento dannoso e in contrasto con la Direttiva Habitat e con gli orientamenti emersi dalla recente COP 15 di Montreal-Kunming, che si basa su un approccio venatorio con interventi basati sulla caccia considerata come una misu- ra di gestione della fauna. In realtà la gestione della fauna, alla luce dei cambiamenti cli- matici e l’influenza che genera sulle specie e gli habitat, richiede un approccio basa- to sulla conoscenza, il monitoraggio delle attività e l’intervento integrato con misure sempre più complesse. Anche per questa ragione, la Commissione Europea ha recentemente chiesto al nostro Go- verno di chiarire le misure che intende attuare per gestire in maniera efficace, e nel rispetto delle direttive comunitarie, la fauna selvatica. L’UE ha chiesto al nostro Paese di chiarire come inten- de rispettare gli obiettivi di conservazione degli habitat e delle specie faunistiche nelle aree della Rete natura 2000, cosa propone per evitare di contraddire le azioni svolte negli ultimi 30 anni che hanno garantito al nostro Paese di diventare // 5
NATURA SELVATICA A RISCHIO IN ITALIA Giornata mondiale della fauna selvatica World Wildlife Day 01 FAUNA MARINA E TERRESTRE A RISCHIO IN ITALIA L’Italia mostra un notevole livello di biodiver- tualmente però, molte specie marine e terrestri sità, soprattutto in termini di ricchezza di specie. sono in declino a causa di diversi fattori di natura Il nostro Paese ospita una fauna tra le più ricche antropica: frammentazione degli habitat naturali, d’Europa, con il 10% di specie endemiche. At- modifiche di uso del suolo, sfruttamento diret- Le popolazioni di squalo mako sono in pericolo critico di estinzione 6 //
Giornata mondiale della fauna selvatica World Wildlife Day NATURA SELVATICA A RISCHIO IN ITALIA Una femmina di capriolo in manto invernale, foto di Beatrice Berardi to (caccia e pesca), inquinamento, diffusione di dei pesci cartilaginei nei mari italiani è peg- specie aliene invasive e cambiamenti climatici. giorata rispetto al 2013: l’impatto maggiore Secondo i dati riportati nella Lista Rossa delle attività umane sulle popolazioni di squali, dei vertebrati italiani della IUCN, aggiornata razze e chimere deriva dalle catture accidentali al 20221, lo stato di conservazione della fau- durante le attività di pesca professionale. In par- na italiana è il seguente: ticolare, lo squalo elefante (Cetorhinus maximus Gunnerus, 1765), lo squalo mako (Isurus oxyrin- Alcune specie si sono già estinte regio- chus (Rafinesque, 1810)) e lo smeriglio (Lamna nalmente (RE): il rinolofo di blasius (Rinolophus nasus Bonnaterre, 1788) sono in pericolo critico blasii Peters, 1867), la quaglia tridattila (Turnyx di estinzione (CR). Lo stesso vale per il palombo sylvaticus Desfontaines, 1789), la gru cenerina Mustelus mustelus (Linneo, 1758), la manta me- (Grus grus Linneo, 1758), lo storione (Acipenser diterranea Mobula mobular (Bonnaterre, 1788) sturio Linneo, 1758) e il gobbo rugginoso (Oxyu- e il palombo stellato (Mustelus asterias Cloquet, ra leucocephala Scopoli, 1769). La situazione 1821)2. 1 Rondinini, C., Battistoni, A., Teofili, C. (compilatori). 2022. Lista Rossa IUCN dei vertebrati italiani 2022. Comitato Italiano IUCN e Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Roma 2 La Mesa G., Paglialonga A., Tunesi L. (ed.), 2019. Manuali per il monitoraggio di specie e habitat di interesse comunitario (Direttiva 92/43/ CEE e Direttiva 09/147/CE) in Italia: ambiente marino. ISPRA, Serie Manuali e linee guida, 190/2019. // 7
NATURA SELVATICA A RISCHIO IN ITALIA Giornata mondiale della fauna selvatica World Wildlife Day goria di massima probabilità di estinzione (CR). Anche lo stato di conservazione dei pe- sci ossei e dei ciclostomi è generalmente La maggior parte delle specie il cui sta- peggiorato nell’ultimo decennio. Tra questi tus è peggiorato rispetto al 2013 appartiene due gruppi sistematici, particolarmente critica all’Ordine dei chirotteri, a causa della riduzio- è la situazione dei salmonidi di acque correnti, ne delle loro fonti alimentari e del loro habitat. Tra minacciati dal depauperamento delle risorse idri- i mammiferi marini, 3 specie di cetacei sono che e dai frequenti ed estesi ripopolamenti con in pericolo (EN): il delfino comune (Delphinus salmonidi atlantici. Per quanto riguarda anfibi delphis Linneo, 1758), il capodoglio (Physeter e rettili, le specie maggiormente minacciate macrocephalus Linneo, 1758) e la balenottera sono la lucertola delle eolie (Podarcis raffo- comune (Balaenoptera physalus Linneo, 1758)2. nei (Mertens, 1952)) che sopravvive solo in quattro aree isolate tra loro, e il geotritone Infine, secondo uno degli ultimi annuari sui del sarrabus (Speleomantes sarrabusensis dati ambientali realizzati da ISPRA3, anche per Lanza et al., 2001), entrambe in pericolo cri- gli invertebrati si rilevano trend preoccu- tico di estinzione (CR). Le testuggini palustri panti: la percentuale di popolazioni di libellule in del genere Emys sono in declino a causa della declino è pari al 16% del totale, mentre sono mi- bonifica e dell’alterazione delle zone umide. Re- nacciati di estinzione il 9% dei coralli, il 21% dei lativamente alla Classe degli uccelli, sono coleotteri saproxilici, il 6% delle farfalle e l’11% aumentate le specie nelle categorie più a degli apoidei. rischio (CR e EN). Ad esempio, tra gli uccel- li marini, è peggiorato lo stato di conservazione dell’uccello delle tempeste mediterraneo Hydro- bates pelagicus melitensis (Linneo, 1758), della berta minore mediterranea (Puffinus yelkouan Acerbi, 1827), del gabbiano corallino (Larus melanocephalus Temminck, 1820) e della bec- caccia di mare (Haematopus ostralegus Linneo, 1758), così come è peggiorato lo status di molti passeriformi. Tra i mammiferi terrestri, il capriolo italico (Capreolus capreolus italicus Festa, 1925) e il camoscio appenninico (Rupicapra pyrenaica ornata Neumann, 1899) sono considerati vulne- rabili (VU). L’orso bruno marsicano (Ursus arctos marsicanus Altobello, 1921) rimane nella cate- 3 ISPRA, Annuario dei dati ambientali: https://annuario.isprambiente.it/sys_ind/report/html/676#:~:text=La%20met%C3%A0%20delle%20 specie%20di,’11%25%20degli%20apoidei%20valutati. 8 //
Giornata mondiale della fauna selvatica World Wildlife Day NATURA SELVATICA A RISCHIO IN ITALIA 02 STATO E PRESSIONI SULL’AMBIENTE MARINO E COSTIERO DEL MEDITERRANEO Il Mar Mediterraneo racchiude un insieme forti pressioni sugli ecosistemi marini e sul pa- unico di habitat e specie, ed è considerato un trimonio ittico. Secondo l’ultimo report della hotspot di biodiversità. Sebbene rappresenti FAO sullo stato della pesca nel mar Medi- solo lo 0.32% del volume oceanico globale e lo terraneo e nel mar Nero, la maggior parte 0.82% della sua superficie, ospita dal 4% al degli stock ittici continua ad essere pesca- 18% di tutte le specie marine conosciute ta oltre i limiti di sostenibilità biologica. Le (circa 17000) ed è caratterizzato da un ele- specie maggiormente sfruttate sono il gambero vato livello di endemismi4. viola (Aristeus antennatus), il nasello (Merluccius merluccius) e diverse specie pelagiche, come le La presenza millenaria dell’uomo in questa sardine. Inoltre, le catture accessorie (bycatch) regione ha alterato fortemente i suoi ecosistemi durante le attività di pesca professionale di taxa in molteplici modi. In particolare, gli impatti an- già vulnerabili quali elasmobranchi, tartarughe tropici sono evidenti in quattro domini principali: marine, cetacei, uccelli marini, spugne e coralli la struttura e il funzionamento degli ecosistemi, continuano ad essere smisurate, rappresentan- la qualità e la quantità delle risorse naturali, l’inte- do uno dei problemi più gravi per la conserva- grità delle zone litoranee e l’ecologia del paesag- zione della biodiversità marina6. Per via delle gio naturale. Ad esempio, le zone litoranee sono elevate densità di popolazione lungo la costa e vulnerabili al crescente sviluppo turistico, che della vicinanza ai fiumi, inoltre, il Mediterraneo comporta un aumento dell’uso del suolo, del è considerato uno dei mari più inquinati del- consumo di risorse idriche, dei rifiuti e dell’inqui- la Terra. Ben 1.178.000 tonnellate di plasti- namento5. L’industria della pesca invece esercita ca si sono accumulate nel Mare Nostrum, in 4 Mouillot et al. 2011. Protected and threatened components of fish biodiversity in the Mediterranean Sea. Current Biology, 21: 1044-1050. 5 Agenzia Europea dell’ambiente. 2000. State and pressures of the marine and coastal Mediterranean environment. Publications Office. 6 FAO. 2022. The State of Mediterranean and Black Sea Fisheries 2022. General Fisheries Commission for the Mediterranean. Rome. // 9
NATURA SELVATICA A RISCHIO IN ITALIA Giornata mondiale della fauna selvatica World Wildlife Day Una donzella pavonina (Thalassoma pavo), specie comune del mar Mediterraneo, foto di Beatrice Berardi base a quanto descritto in uno degli ultimi scaldamento globale e dall’aumento degli eventi report della IUCN7. I rifiuti e le microplastiche metereologici estremi. Poiché questa regione è tendono a depositarsi principalmente sui fon- considerata un modello in miniatura degli oceani, dali e sulle coste. Si sostiene che la principale le azioni di conservazione e le soluzioni adottate causa dell’inquinamento da plastica sia la cat- per proteggerla saranno fondamentali anche per tiva gestione dei rifiuti sulla terraferma. Un’altra prevenire il declino della biodiversità e il degrado minaccia per gli ecosistemi marini è data dalla degli habitat marini a scala globale9. diffusione delle specie aliene: centinaia di pesci, meduse, gamberi e altre specie provengono da ambienti esterni alla regione. Molte di queste hanno formato popolamenti stabili e destano preoccupazione non solo per gli ecosistemi ma anche per le comunità di pescatori locali8. Infine, per quanto riguarda i modelli climatici, si preve- de che il bacino del Mediterraneo sarà una delle regioni più influenzate dalle attuali tendenze di ri- 7 Boucher J. & Bilard G. 2020. The Mediterranean: Mare plasticum. Gland, Switzerland: IUCN. 63 pp. 8 Coll et al. 2010. The Biodiversity of the Mediterranean Sea: Estimates, Patterns, and Threats. PLoS ONE, 5: 1-36. 9 Lejeusne et al. 2010. Climate change effects on a miniature ocean: the highly diverse, highly impacted Mediterranean Sea. Trends in Ecology & Evolution, 25: 250-260. 10 //
Giornata mondiale della fauna selvatica World Wildlife Day NATURA SELVATICA A RISCHIO IN ITALIA 03 STORIE DI SUCCESSO finus yelkouan) e l’uccello delle tempeste 3.1 (Hydrobates pelagicus melitensis), di cui L’eradicazione del ratto nero sono state rilevate predazioni anche sugli dalle isole Pontine individui adulti. La berta maggiore è un migra- tore a lunga distanza che raggiunge l’area medi- Il ratto nero (Rattus rattus) è una delle specie terranea per nidificare in colonie su isole e coste più diffuse e pericolose per la biodiversità ed è rocciose all’interno di grotte e cavità. Sverna in inserita nell’elenco delle 100 specie invasive più aree tropicali ed equatoriali dell’Oceano Atlanti- dannose al mondo10. Il suo impatto è ancora più co. La berta minore è invece una specie ende- evidente nei delicati ecosistemi insulari, dove è mica del Mediterraneo centro-orientale. In que- stato portato dall’uomo attraverso i traffici ma- sta regione il periodo riproduttivo va da marzo a rittimi. Sulle isole questi roditori predano soprat- luglio, per poi migrare in direzione dell’Adriatico, tutto uccelli e invertebrati e, negli ultimi decenni, dell’Egeo e del Mar Nero. L’uccello delle tem- diversi studi hanno documentato come la pre- peste è una piccola specie pelagica endemica dazione dei ratti abbia causato la rarefazione e del Mediterraneo che nidifica nelle pietraie e nelle talvolta l’estinzione di molte specie11. Nelle iso- grotte marine. Le criticità più importanti per que- le del Mediterraneo, ad essere fortemente sta specie riguardano i siti riproduttivi: la nidifica- minacciati dalla presenza del ratto sono gli zione avviene esclusivamente nelle isole in cui i uccelli marini, come la berta maggiore (Ca- mammiferi predatori sono assenti o in grotte a lonectris diomedea), la berta minore (Puf- loro inaccessibili. Si ritiene che il ratto nero sia 10 Lowe S., Browne M., Boudjelas S., De Poorter M. (2000) 100 of the World’s Worst Invasive Alien Species - A selection from the Global Invasive Species Database. Published by The Invasive Species Specialist Group (ISSG) a specialist group of the Species Survival Commis- sion (SSC) of the World Conservation Union (IUCN), 12 pp. First published in Alien 12, December 2000. Updated and reprinted version: November 2004. 11 Life PonDerat: http://www.ponderat.eu // 11
NATURA SELVATICA A RISCHIO IN ITALIA Giornata mondiale della fauna selvatica World Wildlife Day Berta maggiore in volo, foto elements.envato.com una delle cause principali del declino di questa minare completamente il ratto, ma, il successo specie12. riproduttivo delle berte è passato dal 10% (solo una coppia su dieci riusciva a porta- Al fine di tutelare questi uccelli e gli habitat ti- re il pulcino all’involo) al 90% già in seguito pici delle isole del Mediterraneo, il progetto Life alle prime attività di rimozione del roditore, PonDerat, co-finanziato dall’Unione Europea, iniziate nel 2018. Anche la diversità, la ricchez- ha implementato un programma di eradica- za, e l’abbondanza di piante e invertebrati è au- zione del ratto nero nelle isole di Ventotene, mentata successivamente all’eradicazione dei Santo Stefano e Palmarola, che è terminato ratti. È importante sottolineare come a queste il 30 settembre 2022. L’intervento ha avuto tipologie di interventi siano correlati numerosi un esito positivo a Ventotene, da cui i ratti benefici che non riguardano solo gli ecosistemi. sono definitivamente scomparsi nel 2021, Infatti, grazie all’assenza dei ratti, è prevista una rendendo Ventotene l’isola con il più alto riduzione nell’uso di rodenticidi in futuro, a tutela numero di residenti mai liberata dai ratti a dell’ambiente, una riduzione dei danni ai prodotti livello mondiale! Inoltre, sull’isola si è assisti- agricoli, una diminuzione del disagio per i turisti to ad un incremento della popolazione di berte e le popolazioni residenti e, infine, un abbassa- nidificanti. A Palmarola non è stato possibile eli- mento del rischio della diffusione di zoonosi13. 12 La Mesa G., Paglialonga A., Tunesi L. (ed.), 2019. Manuali per il monitoraggio di specie e habitat di interesse comunitario (Direttiva 92/43/CEE e Direttiva 09/147/CE) in Italia: ambiente marino. ISPRA, Serie Manuali e linee guida, 190/2019. 13 Layman’s Report Life PonDerat: http://www.ponderat.eu/documenti/pagine/ponderat_layman_s_report_impaginato_04_pagine_affianca- te1.pdf 12 //
Giornata mondiale della fauna selvatica World Wildlife Day NATURA SELVATICA A RISCHIO IN ITALIA Le scogliere e le grotte dell’isola di Palmarola, habitat dei nostri “albatros”, foto di Beatrice Berardi biente (arsenico, DDT, stricnina) si estinse pro- 3.2 gressivamente in tutta la penisola, ad eccezione della Sardegna14. A partire dal 1994 è comin- Il ritorno del Grifone ciato un lungo progetto di reintroduzione in negli Appennini Appennino Centrale nell’area del Parco Na- turale Regionale Sirente Velino, con esemplari Il grifone eurasiatico (Gyps fulvus), è un ra- provenienti da centri specializzati in Spagna. Da pace della famiglia degli Accipitridi, ed è uno allora la popolazione è cresciuta, passando degli uccelli più impressionanti d’Europa: la sua da 34 coppie nidificanti nel 2014 a 64 coppie apertura alare può raggiungere i 280 cm. Ama nel 202215. Dal Velino i grifoni si sono poi stabi- le zone impervie e vive in colonie su pareti roc- liti in altre colonie sui monti circostanti, dal Gran ciose inaccessibili. In epoca storica era diffuso Sasso d’Italia ai Monti Simbruini. Altri invece nelle Alpi, negli Appennini, in Sicilia e in Sarde- compiono spostamenti regolari tra il Massiccio gna. A causa della persecuzione antropica (ucci- del Pollino e i massicci Abruzzesi, fino al Matese sioni dirette, prelievo dei giovani dai nidi a scopo e al massiccio dei Sibillini. La reintroduzione del alimentare), della scomparsa dei grandi ungulati grifone si inserisce in un progetto più ampio di selvatici, della diminuzione del pascolo brado e ricostituzione delle reti trofiche naturali dell’Ap- dell’introduzione di sostanze tossiche nell’am- pennino. Infatti, in qualità di avvoltoio “spazzino”, 14 https://www.sardegnaforeste.it/notizia/sotto-le-ali-del-grifone-aggiornamento-sulle-attivit%C3%A0-del-progetto-life-natura 15 https://rewilding-apennines.com/ // 13
NATURA SELVATICA A RISCHIO IN ITALIA Giornata mondiale della fauna selvatica World Wildlife Day Il grifone (Gyps fulvus) mentre sfrutta le correnti ascensionali per mantenersi in quota. Foto di Irene Forcellini svolge un ruolo chiave negli ecosistemi, consu- leni e metalli pesanti. Il grifone è stato reintrodot- mando esclusivamente le carcasse di erbivori to con successo anche in altre aree del nostro selvatici e domestici, che altrimenti sarebbero Paese (Friuli, Sicilia, Calabria), e ciò dimostra potenziali fonti di infezioni. Inoltre, i grifoni sono che gli interventi di restocking e le reintroduzioni importanti bioindicatori, poiché, trovandosi all’a- costituiscono spesso efficaci strumenti di con- pice della catena alimentare, possono assorbire servazione per prevenire l’estinzione o favorire il con estrema facilità sostanze tossiche come ve- ritorno della fauna selvatica16. 16 Monti F., Serroni P., Rotondaro F., et al. 2023. Survival of a small reintroduced griffon vulture population in the Apennines: Insights from Global Positioning System tracking. Avian Biology Research, 16: 3-13. doi:10.1177/17581559221137309 14 //
Giornata mondiale della fauna selvatica World Wildlife Day NATURA SELVATICA A RISCHIO IN ITALIA 04 IL FUTURO DELLA CONSERVAZIONE DELLE SPECIE MARINE È LA COLLABORAZIONE Delle circa 1250 specie conosciute di larmente vulnerabili alla pressione di pesca, che squali, razze e chimere, 391 sono minaccia- è in aumento dagli anni ‘80 proprio per via delle te di estinzione. continue catture accessorie. Secondo l’ultimo La pesca eccessiva ha già portato sull’orlo report della FAO sullo stato della pesca nel dell’estinzione un terzo di tutte le specie di squali Mar Mediterraneo e nel Mar Nero, le reti da e razze e molte sono già scomparse dalla mag- traino e i palangari sono i principali respon- gior parte del loro areale storico. Ogni anno sabili della maggior parte delle catture ac- vengono pescate circa 1,5 milioni di tonnel- cidentali di elasmobranchi. Tra il 2000 e il late di squali e razze, a causa del commercio 2022 sono state accertate le catture acci- delle pinne, della carne e di alcuni derivati come dentali di 17203 individui nel Mediterraneo l’olio di fegato, la pelle e le cartilagini17. Una gran- centrale, 10289 individui nel Mediterraneo de proporzione di questi animali muore a causa occidentale, 6743 individui nel Mediterra- delle catture accidentali nelle reti calate per i pe- neo orientale, 3944 individui nel Mar Adriati- sci ossei. Le specie catturate accidentalmente co e 2074 individui nel Mar Nero19. Nel 2018, vengono trattenute per essere rivendute oppure la Stazione Zoologica Anton Dohrn ha intervista- sono rigettate in mare. Il Mar Mediterraneo è ric- to 62 pescatori nei principali porti italiani. Dalle co di pesci cartilaginei, ed ospita 49 specie di interviste è emerso che oltre l’88% dei pesca- squali e 36 specie di razze18. Le loro caratteri- tori cattura squali, soprattutto con i palangari. stiche biologiche (bassa fecondità, maturità ses- Le principali specie catturate sono: il sagri (Cen- suale tardiva, crescita lenta) li rendono partico- trophorus squamosus), lo squalo zigrino (Da- 17 Newsletter of the IUCN SSC Shark Specialist Group #7 – January 2023: https://www.iucnssg.org/uploads/5/4/1/2/54120303/iucn_ssc_ ssg_shark_news_issue_07_january_2023_dps_s.pdf#page=15 18 Bradai M.N., Saidi B., Enajjar S. 2018. Overview on Mediterranean Shark’s Fisheries: Impact on the Biodiversity. Marine Ecology - Biotic and Abiotic Interactions, 10: 212-230. http://dx.doi.org/10.5772/intechopen.74923 19 FAO. 2022. The State of Mediterranean and Black Sea Fisheries 2022. General Fisheries Commission for the Mediterranean. Rome. // 15
NATURA SELVATICA A RISCHIO IN ITALIA Giornata mondiale della fauna selvatica World Wildlife Day Il tursiope, specie chiave del progetto Life DELFI latias licha), lo spinarolo (Squalus acanthias), il li e di aumentare la sopravvivenza degli squali palombo (Mustelus spp.), la verdesca (Prionace pescati. Ad esempio, alcune azioni del proget- glauca), lo squalo mako (Isurus oxyrinchus), lo to prevedono di sperimentare palangari a basso smeriglio (Lamna nasus), gli squali volpe (Alopias impatto costituiti da ami circolari e diramazioni spp.) e lo squalo grigio (Carcharhinus plumbeus) in nylon, e griglie di esclusione e reti selettive da che è anche oggetto di pesca illegale nelle aree utilizzare nella pesca a strascico. Parallelamente protette. Il fenomeno del bycatch minaccia an- viene fornita ai pescatori una specifica formazio- che i delfini, le balene, le tartarughe marine e gli ne sulla manipolazione degli squali, al fine di au- uccelli marini. Per quanto riguarda i cetacei, la mentare la probabilità di sopravvivenza di questi pesca a piccola scala basata sull’utilizzo di tre- animali a seguito delle catture, e vengono svolte magli e reti da imbrocco nelle aree costiere pre- delle attività mirate a supportare gli enti gestori senta i più alti tassi di interazione nella regione con misure di conservazione di queste specie. mediterranea e nel Mar Nero20. Proprio per affrontare le minacce a queste Il progetto Life DELFI nasce per ridurre le specie sensibili, due importanti progetti LIFE interazioni tra i cetacei, in particolare il tursiope co-finanziati dalla Commissione Europea, (Tursiops truncatus) e le attività di pesca pro- dei quali Legambiente è partner, si occupa- fessionale. Durante i 5 anni del Life DELFI, che no della riduzione del fenomeno del byca- si concluderà a fine 2024, sono portate avanti tch nel mar Mediterraneo: il progetto Life ELI- attività di ricerca e monitoraggio dei delfini per FE21 e il progetto Life DELFI22. comprendere meglio il loro comportamento nei pressi degli attrezzi da pesca e l’entità delle loro Il progetto Life ELIFE, iniziato nel 2019, si interazioni, per intervenire in caso di animali feriti propone di favorire la conservazione di squali e e per introdurre misure di mitigazione e compen- razze in Italia, in Grecia e Cipro, grazie allo studio sazione per i danni causati dai delfini. e all’applicazione di strumenti alternativi di pesca Le principali soluzioni proposte dal progetto che consentano di limitare le catture accidenta- per mitigare i conflitti sono tre: 20 FAO. 2022. The State of Mediterranean and Black Sea Fisheries 2022. General Fisheries Commission for the Mediterranean. Rome. 21 LIFE ELIFE: https://www.elifeproject.eu/ 22 LIFE DELFI: https://lifedelfi.eu/progetto/ 16 //
Giornata mondiale della fauna selvatica World Wildlife Day NATURA SELVATICA A RISCHIO IN ITALIA • L’installazione di pingers (dissuasori acustici comunità locali ed un ampio range di preziosi innovativi) e di altri deterrenti sulle attrezzature portatori di interesse. Tutti questi attori collabo- da pesca rano al raggiungimento degli obiettivi dei pro- • La diffusione di attrezzi alternativi e meno im- getti, nell’intento comune di sviluppare soluzioni pattanti rispetto alle tradizionali reti da posta e modelli di gestione sostenibili di specie alta- • Lo sviluppo di attività economiche alternative, mente vulnerabili. Altro elemento comune dei tre come il “dolphin watching”. progetti è il ruolo fondamentale dei pescatori professionisti, che diventano i protagonisti delle Un altro importante esempio di coopera- attività di sperimentazione sul campo, utilizzan- zione tra diversi partner a tutela del mare è do i dissuasori acustici o visivi nel progetto Life il progetto LIFE TURTLENEST, anch’esso co- DELFI, o sperimentando attrezzi da pesca a bas- finanziato dalla Commissione Europea, di cui Le- so impatto, come nel progetto Life ELIFE. Il loro gambiente è capofila. A causa dei cambiamenti coinvolgimento è indispensabile non solo per climatici, l’areale della tartaruga marina comune favorire l’adozione di pratiche di pesca sosteni- (Caretta caretta) è in espansione nel Mediterra- bile ma anche aumentare il regime di protezione neo occidentale. Ciò si traduce nella comparsa degli ecosistemi marini. di nuovi siti di nidificazione in aree fortemente antropizzate e dunque potenzialmente rischiose Da sottolineare, infine, come il coinvolgimen- per il successo riproduttivo della specie. TURT- to di partner a livello Mediterraneo – come nel LENEST unisce la Spagna, l’Italia e la Francia progetto Life Turtlenest - sia funzionale a creare in una serie di azioni volte a proteggere i siti di delle alleanze, ma soprattutto a scambiare co- nidificazione delle tartarughe marine attraverso noscenze, buone pratiche e esperienze concre- misure di conservazione e pratiche di gestione te su misure di conservazione ma anche su poli- innovative. Inoltre, il progetto si propone di rea- tiche che sempre di più devono ampliare i confini lizzare un’ampia campagna di sensibilizzazione del Mare Nostrum, anche in linea con la strategia rivolta ai cittadini e ai portatori d’interesse, per europea strategia europea sulla biodiversità per il aumentare la consapevolezza dell’importanza 2030. Agire su più fronti, cooperando con diversi della specie all’interno degli ecosistemi e pro- partner e paesi al di fuori dei confini nazionali, è muovere un atteggiamento di tutela e protezione l’unico modo per frenare concretamente la per- dei nidi23. dita di biodiversità, e per far sì che ogni succes- so ottenuto non sia temporaneo ma che diventi Elemento chiave di tutti questi progetti è la piuttosto una pietra miliare nel difficile percorso stretta collaborazione tra i partner di progetto, di integrazione definitiva tra l’uomo e gli ambienti che afferiscono a enti di ricerca, università, as- naturali. sociazioni ambientaliste, aree marine protette, 23 LIFE TURTLENEST: https://webgate.ec.europa.eu/life/publicWebsite/project/details/101074584 // 17
NATURA SELVATICA A RISCHIO IN ITALIA Giornata mondiale della fauna selvatica World Wildlife Day 05 FOCUS LUPO se e per rafforzare le azioni di tutela nei territori 5.1 di loro competenza. Tale tendenza è stata con- Il piano di monitoraggio del lupo fermata dai risultati del primo monitoraggio nazionale su questa specie, che ha stimato Dopo essere arrivato alla soglia dell’estinzione una presenza di circa 3.300 lupi di cui 950 nella seconda metà del secolo scorso a causa esemplari concentrati nelle regioni alpine principalmente della persecuzione umana diretta e quasi 2.400 distribuiti lungo il resto della e indiretta, quando l’areale residuo della specie penisola. Se si calcola l’estensione delle aree di era limitato a poche aree isolate degli Appennini, presenza (oltre 41mila chilometri quadrati nelle a partire dagli anni ‘70 il lupo Canis lupus italicus regioni alpine e oltre 108mila chilometri quadrati (Altobello, 1921) ha iniziato ad ampliare progres- nelle regioni peninsulari), si può affermare che il sivamente il proprio areale, espandendosi su lupo oggi occupa la quasi totalità degli ambienti tutta la catena appenninica, ripopolando l’area- idonei alla sua presenza nel nostro Paese. Oggi, le pregresso e colonizzando, naturalmente, an- dettagliatamente sull’arco alpino, si contano più che nuove aree, arrivando oramai fino alle Alpi. di cento branchi, per la maggior parte insediati Tutto questo si è realizzato grazie alla normale in Piemonte (dove se ne contano ben 67). Die- resilienza della specie favorita da una serie di ci sono presenti in Veneto, otto in Valle d’Aosta, fattori concomitanti: l’introduzione di un regime nove nella provincia autonoma di Trento, tre in legale di protezione, l’abbandono delle campa- Lombardia e altrettanti in Friuli-Venezia Giulia. gne, l’aumento della copertura forestale e delle popolazioni di prede naturali e il lavoro compiuto Il lavoro, svolto tra il 2018 e il 2022, è sta- dalle aree protette che hanno ben saputo utiliz- to coordinato da ISPRA su mandato dell’allora zare le norme comunitarie (Direttiva Habitat), ol- Ministero della Transizione Ecologica ed è stato tre alle risorse disponibili (programma Life, etc..) possibile grazie ad una struttura di governan- per sfruttare al meglio le conoscenze scientifiche ce che ha garantito il coordinamento dei singoli sulla specie abbastanza diffuse nel nostro Pae- operatori sul territorio. Fondamentale è stato in- 18 //
Giornata mondiale della fauna selvatica World Wildlife Day NATURA SELVATICA A RISCHIO IN ITALIA fatti il contributo operativo e professionale di tec- territorio nazionale, svolgendo le attività in modo nici altamente qualificati e del supporto di una standardizzato sia nelle aree alpine che nell’Italia rete di istituzioni, associazioni e volontari che peninsulare, su un campione di circa 500 cel- rappresenta un modello estremamente avanzato le di dimensioni standard. Del resto, la popo- di collaborazione nel nostro Paese. Tra gli enti e lazione di lupo in Italia è strutturata in due le realtà che hanno preso parte ai lavori, spicca- componenti, connesse biologicamente ma no la Federparchi, i Carabinieri Forestali, i volon- diverse sul piano ecologico e gestionale: tari di cinque associazioni nazionali (Aigae, Cai, quella alpina e quella appenninica. Mentre la Legambiente, Lipu, Wwf) e di tante associazioni popolazione alpina ha un aspetto transfrontaliero locali, il progetto LIFE WolfAlps che ha coordina- essendo in continuità demografica, genetica ed to la raccolta dati nelle regioni alpine, il personale ecologica con i lupi delle Alpi francesi e svizzere, dei parchi (nazionali e regionali), delle Regioni, la popolazione appenninica è invece totalmente Province autonome, università, musei. Tutti gli compresa sul territorio italiano. La popolazione operatori sono stati formati dai tecnici specializ- appenninica è in realtà quella che ha dato origine zati o attraverso corsi di formazione specifici, per a gran parte di quella alpina, almeno nella parte garantire il rispetto dei criteri minimi che hanno occidentale e centrale, mentre da oriente sono permesso una raccolta di dati di ottima qualità. arrivati, dalla Slovenia, lupi europei che di recen- Uno degli aspetti che fa di questa prima inda- te si sono “ricongiunti” a quelli alpini di origine gine un esempio senza precedenti in termini di appenninica. monitoraggio di specie selvatiche ad ampia di- stribuzione in Italia, è che la raccolta dati rea- Per la prima volta, dunque, da quando il lupo lizzata, svoltasi tra ottobre 2020 e aprile 2021, è stato dichiarato specie protetta, è stata pro- ha avuto luogo contemporaneamente su tutto il dotta una stima nazionale della consistenza della Foto di Tommaso Talerico // 19
NATURA SELVATICA A RISCHIO IN ITALIA Giornata mondiale della fauna selvatica World Wildlife Day popolazione e di tutto l’areale con dati raccolti in plicate. Migliorando l’archiviazione di tali dati e una stagione e con lo stesso approccio. Un’at- continuando a monitorare la popolazione di lupo tività che ha impegnato una rete di oltre tremila nel tempo, i dati scientificamente attendibili e la persone che, negli stessi mesi, hanno percorso a messa a sistema degli operatori che hanno co- cadenza regolare i cosiddetti “transetti” (sentieri stituito il Network Lupo in grado di garantire an- ben definiti che attraversano le aree da mappare) che in futuro lo svolgimento di nuove indagini a per un totale di 85.000 km coperti a piedi, per livello nazionale, potranno indirizzare azioni di mi- raccogliere o fotografare tutti i possibili indizi sul- tigazione dei conflitti con le attività umane, favo- la presenza del lupo: peli, feci, impronte, carcas- rendo la coesistenza uomo-lupo anche perché, se, resti di predazione, immagini e video raccolti dall’altra parte, purtroppo si assiste invece ad tramite fototrappole. In particolare, gli escremen- una fase di stallo per il mancato completamento ti hanno permesso, tramite analisi genetiche, di della discussione iniziata nel 2016 sull’aggiorna- identificare le specie e gli individui presenti. mento del Piano di conservazione e gestione del lupo in Italia. Una mancanza questa che, aggiun- I dati raccolti sono quindi confluiti all’interno ta all’assenza di disponibilità di dati quantitativi di un database nazionale che è stato analizzato affidabili su scala nazionale relativamente all’inci- con tecniche statistiche avanzate per arrivare a denza delle diverse cause di mortalità sulla dina- una stima del numero di lupi presenti in Italia. Pa- mica di popolazione del lupo, pesa sicuramente rallelamente ai dati sulla presenza della specie, sul quadro generale di gestione della specie e è stato svolto un lavoro di raccolta dati sull’im- delle problematiche ad essa connesse. patto del lupo sul comparto zootecnico, che ha evidenziato un pattern non omogeneo della 5.2 distribuzione degli attacchi da lupo, concentra- ti prevalentemente sugli allevamenti ovi-caprini. Le buone pratiche e le criticità In quest’ambito è emerso un elevato grado di nella gestione del conflitto frammentazione territoriale delle modali- tà di gestione degli attacchi (che è costituita Non è facile trovare su siti e testate il racconto prevalentemente dalla compensazione econo- degli esempi di buone pratiche nella gestione del mica delle perdite certificate e, in misura ancora conflitto tra il lupo e le attività umane. molto contenuta, dalle agevolazioni offerte per l’adozione di misure di prevenzione). Se i casi di aggressione verso capi di bestia- me, gli avvistamenti nei centri urbani e i casi di I risultati ottenuti permettono di avere un’im- bracconaggio fanno spesso notizia, i molti casi magine della situazione del lupo in Italia e, se in cui sono stati messi in pratica con successo i verranno condotte altre edizioni simili in futuro, preziosi suggerimenti per prevenire i danni cau- sarà possibile valutare lo status di conservazio- sati dalla presenza di questa specie alle attività ne della specie nel tempo e verificare l’efficacia umane non si trovano nelle pagine dei giornali, delle misure gestionali e di conservazione ap- proprio perché manca il “fatto” da raccontare. 20 //
Giornata mondiale della fauna selvatica World Wildlife Day NATURA SELVATICA A RISCHIO IN ITALIA Eppure, ormai sono diffusi i metodi di preven- nell’Appennino centro settentrionale, zone che zione, rivolti agli allevatori, ma anche ai semplici avevano ormai “dimenticato” la sua presenza, cittadini che vivono nelle aree sempre più fre- ha aumentato i casi di bracconaggio, alimenta- quentate dai lupi, a causa dell’incremento della to anche da posizioni estremiste di cacciatori e popolazione, ma anche delle condizioni ambien- allevatori che, anziché utilizzare gli strumenti e tali e climatiche che stanno cambiando rapida- adottare i comportamenti efficaci usati da sem- mente. pre, ad esempio, dai pastori dell’Abruzzo, dove il lupo non è mai scomparso del tutto, vorrebbero Questi metodi sono ormai collaudati e si stan- risolvere il problema con abbattimenti diffusi e no diffondendo anche grazie alla promozione quasi incontrollati. che ne fanno, spesso con sostegni economici, molti Enti locali, in particolare Enti gestori di Aree La scienza ha ampiamente dimostrato protette. che l’abbattimento incontrollato di individui di specie che vivono in branco, come i lupi I principali strumenti suggeriti e adottati rivol- ma anche i cinghiali, anziché ridurre i dan- ti agli allevatori sono: i cani da guardiania, le ni causati dalla loro presenza, li acuisce, a recinzioni fisse ed elettrificate, la presenza causa del moltiplicarsi di individui in disper- continua del pastore, i dissuasori acustici sione, i quali, senza il supporto del branco, e ottici, i risarcimenti economici o esperi- sono indotti a cercare cibo di più facile re- menti come il gregge del parco. perimento vicino ai centri abitati e alle atti- vità zootecniche. Ci sono molti studi, anche legati a progetti Life (es. LIFE Wolfnet), che dimostrano che l’u- Altro fattore di mortalità sempre più elevato so combinato di più di questi metodi riduce per il lupo è quello degli incidenti stradali o lun- drasticamente il numero degli attacchi su- go le linee ferroviarie. L’espansione della specie biti. induce molti individui, soprattutto solitari, ad attraversare ampi territori per nutrirsi e accop- Agli strumenti dissuasivi si aggiungono poi piarsi. L’assenza o almeno la frammentazione di i tanti comportamenti di prevenzione possibili, corridoi ecologici sicuri per questi spostamenti come la corretta gestione dei rifiuti (soprattutto rappresenta un pericolo, anche per le persone in prossimità degli allevamenti zootecnici) e degli potenzialmente coinvolte in questi incidenti. animali domestici da compagnia. I danni economici causati dal lupo sono Anche il lupo, d’altro canto, è vittima della decisamente inferiori rispetto a quelli cau- convivenza sempre più ravvicinata con l’uomo. sati da altre specie selvatiche, ma tendono a concentrarsi localmente e ad aumentare ra- La sua recente diffusione sull’intero territo- pidamente in assenza di sistemi di protezione, rio peninsulare, in particolare nell’arco alpino e determinando in alcuni casi perdite insostenibili // 21
NATURA SELVATICA A RISCHIO IN ITALIA Giornata mondiale della fauna selvatica World Wildlife Day da parte di singoli allevatori. i 3 sistemi di protezione si sono registrati 3 at- tacchi (0,6%). Questi dati dimostrano non solo L’atteggiamento negativo a livello locale degli l’efficacia dell’utilizzo dei sistemi di protezione imprenditori zootecnici nei confronti della pre- ma soprattutto gli ottimi risultati che si posso- senza dei lupi è spesso dovuto alla difficoltà di no raggiungere associando più sistemi tra loro. reperimento degli strumenti di prevenzione degli Inoltre, anche il numero di vittime, e soprattutto attacchi al bestiame e nella mancanza di assi- il numero di attacchi con tante vittime, si riduce stenza da parte delle autorità locali. L’esperien- utilizzando più misure protettive. za ha dimostrato che la reperibilità costante e la presenza di personale in grado di fornire as- Un progetto di CIPRA ha analizzato la situa- sistenza agli allevatori è efficace per far sì che zione del rapporto tra uomo e lupo in diversi Pa- a livello locale gli imprenditori zootecnici non si esi alpini. sentano abbandonati. La Svizzera, con ormai una storia di 25 anni Uno studio condotto all’interno del progetto di convivenza con il lupo, è un esempio di buone LIFE WolfAlps ha analizzato la presenza/assenza pratiche e assume un ruolo di orientamento per dei 3 principali sistemi di protezione durante gli altri paesi e regioni. attacchi alle greggi ovi-caprine nel cuneese. Ne In Svizzera l’agricoltura di montagna, la più risulta che quasi la metà degli attacchi (45,6%) esposta alle predazioni, assume uno straordina- sono avvenuti in un contesto di pascolo libero, in rio significato politico, sociale e culturale e per assenza sia di cani da guardiania che di un guar- questo vengono erogati molti più sussidi per l’a- diano del bestiame. L’utilizzo di un solo sistema gricoltura di montagna rispetto agli altri Paesi al- di protezione ha permesso di ridurre gli attacchi pini e i fondi specifici stanziati per misure di pro- del 7% (il 38,7% dei 186 attacchi); sembrereb- tezione, consulenza e monitoraggio sono di gran be che la presenza dei cani da guardiania lunga superiori a qualunque altro Stato alpino. sia il deterrente principale per evitare pre- dazioni: dei 186 attacchi, 127 (68,3%) sono Eppure, proprio la Svizzera ha chiesto e ot- avvenuti nonostante la presenza di una persona tenuto dal Parlamento Europeo di votare una con il bestiame, 31 (16,7%) con gli animali chiusi risoluzione per chiedere alla Commissione Euro- nel recinto elettrificato e 28 (15%) in presenza di pea di verificare la possibilità di ridimensionare lo cani da guardiania. stato di tutela del Lupo a livello comunitario. Nel frattempo, però, il Comitato della Convenzione di Il numero di eventi predatori diminuisce ulte- Berna ha nettamente respinto (30 membri con- riormente associando due sistemi di protezione. tro 6) la proposta di procedere ad abbattimenti. In questa condizione sono avvenuti 73 attacchi (15,2%). L’abbinamento migliore è costituito In Francia l’arrivo dei lupi negli anni ’90 ha dall’uso della recinzione elettrificata e del colto di sorpresa servizi tecnici e Stato e i siste- cane da guardiania. Infine, utilizzando insieme mi di allevamento, abituati all’assenza di preda- 22 //
Giornata mondiale della fauna selvatica World Wildlife Day NATURA SELVATICA A RISCHIO IN ITALIA tori, non si sono adattati. e dai pastori. Di recente il Governo Meloni ha approvato Oggi, si può constatare il fallimento delle mi- una norma in Finanziaria che apre alla possibi- sure di protezione messe in atto nel 2004. Se- lità di abbattimenti di fauna selvatica, per motivi condo gli intervistati i lupi si sono adattati rapi- di sicurezza stradale, anche nelle aree protette damente ai dispositivi di difesa delle greggi; gli e nelle città, una scelta dannosa che aggrava i abbattimenti autorizzati in Francia non sono stati problemi anziché risolverli, ignorando del tutto le abbastanza flessibili e non adeguati alle realtà buone regole della gestione faunistica suggerite della predazione; anche la gestione dei cani da dalla scienza. protezione ha mostrato lacune, ad esempio per quanto riguarda il patrimonio genetico, la scarsa In conclusione, anche se sono stati fatti negli educazione dei cani, la mancanza di addestra- anni molti progressi verso la creazione e diffusio- mento o altro sostegno agli allevatori. ne di strumenti per limitare la conflittualità tra il lupo e le attività umane, la strada da percorrere è In Italia l’arrivo dei lupi nelle Alpi ha modifi- ancora molto lunga. Occorre creare un sistema cato considerevolmente le pratiche pastorali, in di protezione condiviso e diffuso su tutto l’arco particolare attraverso l’attuazione di misure di alpino e in quei territori peninsulari dove il lupo è protezione che hanno comportato costi e carichi percepito come una specie invasiva che arreca di lavoro aggiuntivi per i pastori e gli allevatori. I danni, anziché un ottimo regolatore naturale del- limiti intrinseci del sistema di risarcimento le popolazioni di cui si nutre, in primis il cinghia- e degli aiuti finanziari per l’attuazione delle le, animale la cui diffusione sta arrecando danni misure di protezione è una delle principali molto più ingenti di quelli causati dal lupo. questioni critiche segnalate dagli allevatori Foto di Tommaso Talerico // 23
NATURA SELVATICA A RISCHIO IN ITALIA Giornata mondiale della fauna selvatica World Wildlife Day ecosistemi e al tempo stesso di tutelare gli alle- 5.3 vamenti e ridurre il conflitto con l’uomo. Mortalità del lupo in Italia Per i dati relativi al 2022-2023, la ricerca di Nel nostro Paese non esiste un database Legambiente si è avvalsa dei numeri riportati dal nazionale che riassuma, per ciascuna re- Centro Grandi Carnivori del Piemonte, il quale ha gione, i dati sul numero di lupi trovati morti aggiunto circa il 50% di dati in più al conteggio e sulle cause dei decessi. Poter disporre di tali ricavato dalle altre fonti. dati sarebbe estremamente utile per affrontare, anche con misure particolari per ogni territorio, il Il numero crescente di incidenti stradali dovuti problema del conflitto tra la presenza del lupo e alla collisione con uno o più esemplari dimostra le attività umane. che una cattiva gestione del lupo comporta an- che una minaccia diretta per l’uomo. Dal 2012 Legambiente cerca di raccogliere le notizie sul ritrovamento di lupi morti attraverso I principi della road ecology sono ancora articoli e canali social, i quali certamente non re- poco o per nulla applicati, a causa dei costi e stituiscono una stima reale della mortalità della della scarsa considerazione del problema da specie. parte degli amministratori. Tuttavia, queste indagini preliminari, lungi dal Proprio in nome della sicurezza stradale, nel rappresentare un’evidenza scientifica, sono co- mese di dicembre 2022 il Governo ha inse- munque uno specchio della situazione di alcuni rito nella Legge Finanziaria una norma che territori in cui il ritrovamento di carcasse, insieme consente l’abbattimento della fauna selva- al numero degli avvistamenti e delle predazioni tica anche nelle aree protette e nelle città. sugli animali da allevamento, appare decisamen- te in crescita. Non ci appare un caso il fatto che, dalla no- stra raccolta di dati, da dicembre 2022 a febbra- In base alle informazioni raccolte finora, si ri- io 2023 il numero dei lupi morti per bracconaggio scontra un aumento della mortalità del lupo negli sia più che raddoppiato rispetto allo stesso pe- ultimi anni, specie in alcune regioni come il Pie- riodo di dodici mesi prima: 11 lupi uccisi contro monte, la Liguria, il Trentino-Alto Adige e l’Emi- 5. Va poi aggiunto che, dei 5 lupi uccisi un anno lia-Romagna. fa, 3 erano dovuti alla presenza di lacci in un’u- nica zona, nelle Marche, quindi annoverabili ad Questi dati sono coerenti con gli output del una singola azione che ha prodotto 3 decessi. monitoraggio del lupo effettuato dall’Ispra, e sottolineano ancora una volta la necessità di ag- A differenza degli incidenti stradali, che rara- giornare i metodi di gestione della specie, al fine mente vengono riportati dalle testate (principal- di proteggerla in quanto elemento chiave degli mente da quelle locali), i casi di bracconaggio 24 //
Puoi anche leggere