Musica è: FRANCESCO MEDDA - Cronache Salerno

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Musica è: FRANCESCO MEDDA
Musica è …     pre-logica della realtà. La disposizione
all’ascolto è slancio verso gli altri che diventa conoscenza
di sé. Fare musica, in ogni sua forma, è libertà di
espressione e donarsi senza veli agli altri. È ricerca, è
elevazione, è poesia, nel senso di azione.     È la via,
linguaggio universale senza frontiere. È vita. La colonna
sonora Covid19, comprende Tristan und Isolde. “Der liebe nur
zu leben” e il suo contrasto, “Im Sterben mich zu sehnen, vor
Sehnsucht nie zu sterben!”. Musica che racconta il dramma
dell’uomo e trascende il suo orizzonte. Tremendo! Quindi,
Morgh-e sahar (Usignolo     del mattino) È un tasnif (ballata)
persiano che parla di un    uccello che deve liberarsi dalla sua
gabbia. Parole e musica     straordinarie. Per finire Morgen di
Strauss E domani spenderà   il sole….!

Francesco Medda (Tenore)

Musica è: DANILO ROSSI
La musica è quella cosa che dice molto di più delle parole. Un
vero fiume di musica ci ha attraversato in questa clausura, in
cui abbiamo fatto di tutto, “The Great Gig in the Sky” dei
Pink Floyd, che apprezzo soprattutto per la sua combinazione
di musica e voce, simbiosi rara nel genere, la sonata di
Hindemith per viola sola, che si richiama alla severità
bachiana nella sua rigorosa tematicità, concededendo nulla al
suono pittoresco, estroso e brillante di stampo romantico, e
l’andante di Alessandro Rolla che saranno i primi brani che
eseguirò dopo il lockdown. Buona Musica a tutti.

Danilo Rossi prima viola solista del Teatro alla Scala di
Milano

Musica è: BIAGIO PIZZUTI
Dire la “Musica è…” non è cosa facile. Forse potremmo provare
a dire cosa essa rappresenti per noi. Per me la musica è un
linguaggio, una forma di comunicazione ad alto potenziale ed
ovviamente è Arte. Il grande Beethoven disse “Dove le parole
non arrivano…la musica parla”. Non importa che tu sia
italiano, inglese, francese, russo, arabo etc… la musica ha la
caratteristica di essere universale, può essere ascoltata da
chiunque e riesce a trasmettere infinite emozioni e sensazioni
a chiunque. Per me la musica è speciale proprio per questo,
perché è in grado di unire popolazioni diverse, è in grado di
rallegrare e di confortare, rilassare o innervosire, proprio
come una persona, indipendentemente dai generi musicali. Essa
plasma il nostro essere, la nostra identità. La musica però, è
e rimarrà sempre qualcosa di impalpabile, di etereo , di
inspiegabile. Possiede un potere immenso che rende sereno
chiunque sia in grado di coglierlo. A tal proposito condivido
in pieno il pensiero del grande pianista Arturo Benedetti
Michelangeli “La musica è un diritto, ma soltanto per colui
che la merita!”. Durante questo periodo cosi difficile ho
avuto la possibilità di ascoltare, studiare e ristudiare tanta
musica. Per questo non saprei scegliere solo tre brani che
hanno fatto da colonna sonora alla mia quarantena. Potrei
però, provare a dividere in tre gruppi le opere musicali che
più mi hanno accompagnato durante questi mesi. 1) Quasi tutte
le opere di Puccini, che adoro cantare e suonare al piano,
Tosca, Bohème, Turandot, Madama Butterfly, Fanciulla del West,
Tabarro, Suor Angelica e Gianni Schicchi, che canterò questa
estate all’Arena di Verona. 2) Il mio adorato Debussy. Adoro
la musica francese e suonare Debussy o Ravel mi manda in
estasi. 3) Il Jazz. Una mia grande passione. In particolare
Bill Evans.

Biagio Pizzuti Baritono e pianista

Musica è: ANTONIO FLORIO
In questo lockdown ho   sensibilmente avvertito “sentito” il
silenzio della città. In questo stato la musica è divenuta la
chiave per aprire la mente rendendola immune da sensi
prefissati, da cui ogni slargo, ogni liberazione sarebbe
divenuta possibile.In questa quarantena in cui ci siamo
sentiti tutti dei ladri a mettere il naso velocemente fuori di
casa, nonostante tutte le carte e i cartigli al seguito, si è
ascoltato di tutto, ma ogni mattina, un po’ di marciabili
hanno ben echeggiato per la casa. L’ immagine della banda che
alberga nell’immaginario di noi tutti è quella della sfilata,
nella sua più popolare e vera funzione, ravvivare e annunziare
l’inizio di ogni festa. Le mie marce preferite sono “A tubo”,
marcia sinfonica di Ernesto Abbate, tra le più complesse e
amate e “Grido d’amore” di Vincenzo Alise, che potrebbe
trasformarsi anche in un ballabile, all’occasione.
L’invenzione ritmica, la       ricchezza e complessità dei
parametri armonici e melodici, la visione profondamente
emotiva, insieme classica e popolare de’ Le sacre du printemps
di Igor Stravinsky nell’ interpretazione dello Czar della
musica Valery Gergiev è stato il giusto pezzo per rompere il
silenzio irreale della notte del lockdown nella strettissima
commistione di artificio e natura, mitologia e folklore,
simmetria e asimmetria, pulsione vitale e istinto di morte,
dinamicità e staticità. Da ragazzo dormivo con una audio
cassetta di Stan Getz sotto il cuscino, il suo suono morbido e
allo stesso tempo maschio, cui non nego d’ispirarmi, l’ho
ritrovato nella splendida Recado Bossa Nova di Luiz Antonio,
anche nella sapida versione di Gianni Basso e Irio De Paula,
 una pagina che ti fa realmente saltare dalla sedia e ballare.

Antonio Florio sassofonista

Musica è: ALBERTO GAZALE

   ‘Musica’ è una necessità, punto!
L’ottavo vizio capitale. Amplifica gli stati della psiche
rendendo la vita più importante e meno transitoria. ”Musica”
nasce nel mare agitato dell’anima e sembra viva          nella
sottrazione dei silenzi,        procurando armonia, gioia,
esaltazione, mettendo in accordo tra loro sensibilità
diversissime, magicamente e senza ulteriori codici. La musica
non conosce diversità e parla a tutti nello stesso modo.
Qualche volta     ci accompagna nella tristezza rendendo
affascinante perfino questo stato emotivo. Ci rende
indimenticabili frammenti di vita. Anche in questo periodo di
quarantena la musica ha avuto un ruolo fondamentale. Ci ha
aiutato a volare con la mente e ci ha fatto sentire il fruscio
della libertà nonostante la compressione dei divieti e della
paura. Ho ascoltato e anche eseguito tanta musica, dal Barocco
e contemporaneo per poi ritornare alla musica del primo ‘900.
Ho ascoltato anche l’inno nazionale in tutte le sue
innumerevoli esecuzioni che mai come in questo periodo mi
emozionava. Se però devo indicare tre brani che ricorderò
legati a questo periodo direi ”Plaisir d’amour” che vorrei
cantare alla mia mamma appena potrò riabbracciarla e poi
l’ouverture dell’Attila per la profondità del senso di
desolazione e la cavatina di Figaro del ‘Barbiere di Siviglia
che credo di aver cantato quasi tutte le mattine di questa
singolare e speriamo irripetibile quarantena.

Alberto Gazale Basso bariton

Musica è: VALENTINA VITIELLO

Il   termine   “musica”, per    definizione,  si   riferisce
a   un’ arte     fondata     su    valore,   funzionalità     e
concatenazione dei suoni. Per me quest’enunciazione è molto
riduttiva, perché la musica è molto più che una semplice forma
d’arte, è emozione, sentimento, passione e addirittura, in
alcuni momenti, ragione di vita. La musica permette di
“staccarsi” dal mondo reale e di viaggiare in uno fantastico:
riesce a far dimenticare momentaneamente i pensieri negativi
che opprimono la quotidianità. La musica, però, non è solo un
rifugio dalla vita di tutti i giorni, ma è anche un
potentissimo mezzo di diffusione di cultura. Tramite
essa,infatti,   è possibile conoscere nuovi termini, imparare
lingue straniere e le loro pronunce corrette, diffondere
messaggi positivi di pace e amore. La musica si trova ovunque:
nella mente, nel cuore, nei ricordi, ma anche nel vento che
muove le onde del mare, nella pioggia che cade sulla terra e
nella voce di una persona a noi cara. Ha la capacità di
trasportarci in un vortice di sentimenti ed emozioni. Molte
sono state le canzoni che mi hanno accompagnato in questo
periodo di quarantena, ma in particolar modo ne spiccano tre.
La prima è sicuramente quella che si addice di più al momento
che abbiamo vissuto, “Six Feet Apart” di Alec Benjamin.
L’autore qui rivela come ha vissuto questo periodo di
clausura: solitudine, malinconia e tristezza hanno scandito le
sue giornate. Ha sofferto molto la lontananza dai suoi cari e,
infatti, nel brano immagina di poter costruire una macchina
del tempo per tornare nel passato, in modo tale da passare la
quarantena con loro. La frase che più mi ha colpita è
indubbiamente “      I miss your smile, feels like miles, six
feet apart”, ossia “mi manca il tuo       sorriso,    sembrano
miglia,    sei   piedi    di    distanza (circa     1.80 m)”.
La    seconda   canzone     è “ Everything that isn’t me” di
Lukas Graham. Il cantante parla della consapevolezza del
dolore che ha causato ai suoi cari con le sue azioni passate
ed è cosciente del fatto che avrebbe potuto essere un figlio,
un fratello e persona migliore. Afferma di non rimpiangere il
suo passato perché l’ha reso la persona che è oggi, ma vivrà
sempre col peso di tutto ciò che non è stato in passato.
L’ultima canzone è “          Where is the love?”, un autentico
grido contro le discriminazioni di ogni tipo, inno ormai delle
rivolte scatenate dalla morte di George Floyd, colpevole di
avere il colore della pelle sbagliato. Nel testo, la frase del
titolo si ripete più e più volte, e si afferma che di mondo ne
esiste solo uno e che, dunque, bisognerebbe smettere di
pensare solo a se stessi, trasmettere cattivi valori ai
bambini, le cui menti sono infette dalle informazioni
sbagliate diffuse dai media e di propagare animosità invece di
propagare amore. Ritengo, infine, che la musica sia uno dei
canali più efficaci per far riacquistare cognizione alle
persone e che dunque vadano incoraggiate le canzoni al fine di
divulgare messaggi positivi.

Valentina Vitiello (studentessa)
Musica è: SIMONA APREA
La musica rappresenta una compagna di vita che non mi
abbandonerà mai, nemmeno nei momenti più bui. Per i ragazzi
della mia età la musica è fondamentale: accompagna la maggior
parte delle nostre giornate, tristi o felici che siano.
Soprattutto durante la quarantena, la musica ha alleviato la
nostra “solitudine”, colmandola di suoni che distraevano,
anche se per poco, le nostre menti dall’emergenza che stavamo
vivendo. La musica, più di tutto in questo periodo, ha unito
le persone con i flash mob dai balconi: iniziativa così
straordinaria che ha unito Paesi di tutto il mondo. Le strade,
che nelle settimane di lockdown, erano invase dal rumore delle
sirene di ambulanze, presto si sono trasformate in concerti,
portando unità nazionale e spiragli di gioia in momenti
drammatici. Personalmente le canzoni della playlist che hanno
fatto da colonna sonora alla mia quarantena sono state “La
vita breve dei coriandoli” di Michele Bravi, “Train on time”
dei New Empire e “Coming Home” di Skylar Grey. Queste canzoni
mi hanno aiutato a sopprimere quel senso di malessere sempre
in agguato in tutto ciò che mi circondava, ricordandomi che
la soluzione dei problemi non è mai scappare, ma, al
contrario, quella di affrontarli a testa alta proprio come ha
fatto l’Italia. La musica ha sempre fatto parte della vita
degli uomini, nella gioia e nel dolore, quindi è giusto indire
una festa in suo onore. Viva la musica, qualsiasi essa sia!

Simona Aprea (studentessa)
Musica è: SALVATORE MINOPOLI
Musica è respiro dell’anima, sostanza immateriale che allevia,
rigenera e rinvigorisce. Musica è l’immateriale che muove il
materiale. Mettendo da parte l’estetismo, la musica più delle
altre forme d’arte ha un valore “curativo”, e certe anime più
di altre non ne possono fare a meno, soprattutto in
particolari periodi. Le tre canzoni per me sono state: “My
way” di Frank Sinatra perché è la canzone preferita di mio
padre e quando era in ospedale la registravo col cellulare e
gliela inviavo, “The impossible dream” dal Musical “The man of
La Mancha” perché più di tutti questo brano, quando lo canto,
mi permette di sfogare tutto quello che ho dentro. Una grande
valvola di sfogo! E per finire, “Core analfabeta” del grande
Principe Antonio De Curtis perché… perché non lo so, me ne
sono innamorato ancora di più durante questo periodo. Ho
avvertito un grande bisogno di poesia, forse insieme alla
musica faceva stare meglio l’anima.

Salvatore Minopoli (Tenore)

Musica è: SALVATORE ESPOSITO
Io non sono un ragazzo che ascolta tanta musica, un
appassionato, un fan sfegatato. In questo periodo, però, la
musica mi è stata vicina, nei momenti di tristezza, nei
momenti di gioco e anche nei momenti di riflessione su ciò che
stava e sta accadendo intorno a me. La musica è la colonna
sonora della vita. Per ogni momento e ogni situazione c’è una
canzone, una melodia che non è mai fuori contesto, perché non
esiste un’unica melodia, ma solo sette note magiche
orchestrate   magistralmente    dagli   artisti.   Qual   è   il
significato di “musica”?! Beh…può sembrare banale la mia
risposta, ma cos’altro potrei rispondere se non libertà di
espressione e desiderio di comunicazione? Ma la musica è anche
cultura, passione e bisogno di intimità. In questo periodo mi
hanno “fatto compagnia” tante canzoni; in particolare una,“
Il bacio di Klimt         ” di Emanuele Aloia, una canzone
bellissima, magari dalla melodia apparentemente triste, ma non
è così. Il Bacio di Klimt è un mondo a parte, un insieme di
emozioni che si combinano tra loro, sentimenti di tristezza e
di gioia, legati tra loro attraverso la magia della musica.
Altre due canzoni sono state mie compagne in questo periodo:
“ Nena ” di Boro Boro e Geolier, da un ritmo più incalzante,
che mi mette allegria e mi viene voglia di cantare (e non è
una cosa positiva per chi m’ascolta!), e, infine,         “Mr.
Saxobeat ” di Alexandra Stan, tutta musica da ballare.

    Salvatore Esposito (studente)

Musica è: NUNZIA SELLITTO
La Musica è come il vento che soffia in tutte le direzioni,
accarezzando cuori e menti con suoni e ritmi differenti, ma
non distanti. La colonna sonora che mi ha accompagnata in
questo lungo periodo di quarantena è stata “Hallelujah”
(versione italiana) di Pasquale Lillo.

Nunzia Sellitto (casalinga per scelta)
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