MISURE GPS SULL'ALLINEAMENTO STRUTTURALE EOLIE-TINDARI-GIARDINI
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GNGTS – Atti del 18° Convegno Nazionale / 08.18 G. Puglisi (1), M. Aloisi (2), A. Mostaccio (2) e B. Puglisi (1) (1) Istituto Internazionale di Vulcanologia, CNR, Catania (2) Sistema Poseidon, Sezione di Messina MISURE GPS SULL’ALLINEAMENTO STRUTTURALE EOLIE-TINDARI-GIARDINI Riassunto. Negli ultimi anni, grazie all’intenso sviluppo sia della configurazione satellitare che degli algoritmi di calcolo per il trattamento dei dati, le misure GPS sono diventate un importante sistema di monitoraggio geodetico di strutture geologiche a vasta ed a piccola scala. Nell’ambito di un progetto di ricerca finanziato dal Gruppo Nazionale per la Vulcanologia (GNV), è stata recentemente istituita la rete GPS dei Peloritani. I capisaldi sono stati materializzati al fine di investigare le deformazioni lente del suolo prodotte dal sistema strutturale Tindari-Giardini. La conoscenza del campo cinematico potrà fornire un significativo contributo alla modellizzazione dei processi geodinamici che coinvolgono l’area investigata. Inoltre, permetterà un accurato studio della correlazione tra stress tensionale in strutture tettoniche e vulcanismo eoliano. Viene mostrato un preliminare confronto tra le campagne condotte nell’ottobre 1996 e nel novembre 1998. GPS MEASUREMENTS AT AEOLIAN-TINDARI-GIARDINI STRUCTURAL SYSTEM Abstract. Thanks to the intense development both of satellite constellation and software for data analysis, the GPS methodology has become a fundamental tool for monitoring geological structures both at regional and local scale. In the framework of the activities carried out by the Italian Volcanological National Group (GNV), a GPS network has been installed in the Peloritani chain area (Sicily). The network was, in particular, designed for investigating deformation along the Aeolian- Tindari-Giardini regional fault system. The knowledge of the kinematic field will contribute to the modelling of the active geodynamic processes in this area. Furthermore, this network will hopely provide useful data to investigate relationships between tensional stresses in the monitored tectonic fault system and the Aeolian volcanism. We show a preliminary comparison between the two first surveys, performed in October 1996 and November 1998, respectively. INQUADRAMENTO STRUTTURALE Dati geofisici, geologici e geochimici concordano nell’assegnare un ruolo fondamentale nell’assetto cinematico dell’area eoliana alle strutture orientate NNW- SSE riferibili al sistema di faglie trascorrenti destre Tindari-Giardini (Ghisetti e Vezzani, 1982; Barberi et al., 1994; Ventura, 1994; Achilli et al., 1996). Il controllo di tale sistema strutturale sull’evoluzione del vulcanismo del complesso eruttivo Lipari- Vulcano, è confermato non solo dalla posizione delle due isole, ma anche dalla distribuzione delle caldere, dei crateri e delle fratture lungo lo stesso trend (Frazzetta et al., 1977, 1982; vedi Fig. 1). Il sistema vulcanico eoliano è costituito da sette isole e da numerosi seamounts che, ad esclusione del complesso Lipari-Vulcano, descrivono una struttura arcuata che si estende per circa 80 km, concava verso NNW (Fig. 2). Le aree sommerse più occidentali, insieme alle isole di Filicudi, Salina e Panarea, sembrano rappresentare i centri più antichi (Gillot, 1987; Santo et al., 1995; Peccerillo, 1996), mentre le isole di Alicudi, Lipari, Vulcano e Stromboli costituiscono gli apparati più recenti (Gillot, 1987).
GNGTS – Atti del 18° Convegno Nazionale / 08.18 Fig. 1 - Mappa strutturale del complesso Lipari - Vulcano (Frazzetta et al., 1977). Stromboli Isole Eolie Salina Panarea Alicudi Filicudi Mare Tirreno Lipari Vulcano Golfo di Patti Tindari - Giardini F. Calabria Sicilia Mare Ionio Fig. 2 - Mappa strutturale schematica del sistema Arco Calabro-Peloritano – Tirreno Meridionale (Finetti e Del Ben, 1986). In un contesto di convergenza N-S Africa-Europa e di subduzione della placca Africana al di sotto della placca Euro-Asiatica (Barberi et al., 1973, 1974; Doglioni, 1996), l’area investigata può essere inquadrata come un sistema arco vulcanico – bacino di retroarco. A conferma di tale strutturazione geodinamica, la sismicità
GNGTS – Atti del 18° Convegno Nazionale / 08.18 regionale profonda (h > 200 km) giace su un piano fortemente inclinato, immergente verso NW (Caputo et al., 1970; Gasparini et al., 1982; Finetti e Del Ben, 1986). La convessità del sistema eoliano rivolta ad oriente, ha fatto ipotizzare a Doglioni (1996) l’esistenza di un flusso profondo del mantello verso est che fa retrocedere e verticalizza il piano di subduzione. Alternative interpretazioni sono proposte da Scandone (1979, 1982) e Wezel (1981). La distribuzione approssimativamente Ovest-Est formata da Alicudi, Filicudi, Salina, Panarea e diversi seamounts, è interrotta dal trend trasversale NNW-SSE del complesso Lipari-Vulcano, intersecante l’arco in corrispondenza dell’isola di Salina. Lo spostamento del sistema eruttivo di circa 5 km verso Sud, insieme all’attività vulcanica recente lungo il trend trasversale, suggerisce l’esistenza di un’importante discontinuità crostale. Una ulteriore conferma è costituita dai dati sismologici raccolti nell’area tra le Isole Eolie e la costa Nord-siciliana (Aloisi et al., 1999; Fig. 3). In particolare, l’attività sismica recente mostra meccanismi trascorrenti destri e normali con piano di faglia NNW-SSE (Gasparini, 1982). In terra ferma, la presenza di strutture con il medesimo trend, da Capo Tindari a Letojanni, è confermata da analisi morfostrutturali e tettoniche (Ghisetti, 1979). Tale area, in accordo con il citato disallineamento dell’arco vulcanico, è stata interessata da spostamenti destri di circa 7-10 km durante gli ultimi 2-3 My (Atzori, 1978). In tale contesto, l’attività vulcanica dell’arco eoliano sarebbe controllata da strutture disposte “en echelon” rispetto alla struttura principale la cui geometria dà luogo ad una tettonica transtensionale. 40.00° N 39.00° 38.00° 37.00° 50 km 14.00° 15.00° 16.00° 17.00° Fig. 3 - Distribuzione epicentrale dal 1978 al 1997 (Aloisi et al., 1999). Numerosi progetti di ricerca sono stati proposti per lo studio della dinamica dell’arco vulcanico e del sistema di faglie Tindari-Giardini (Falsaperla et al., 1989;
GNGTS – Atti del 18° Convegno Nazionale / 08.18 Achilli et al., 1988, 1996; Bonaccorso et al., 1995; Anzidei et al., 1996). In varie occasioni è stato osservato che eventi di origine tettonica, localizzati nelle immediate vicinanze di Vulcano, sono seguiti a breve periodo (1-2 settimane) da una crescita di eventi di origine vulcanica (Bottari et al., 1984; Falsaperla e Neri, 1986). Misure geodetiche hanno chiaramente mostrato una forte correlazione tra le deformazioni dell’area Lipari-Vulcano e la crisi sismica che ha interessato il Golfo di Patti a partire dal 15 Aprile 1978 (Falsaperla et al., 1989). A conferma del pronunciato controllo strutturale sulla deformazione, l’orientazione degli assi di strain massimo (E1) e minimo (E2) risultava quasi perpendicolare alla linea di faglia (Falsaperla et al., 1989). Si può pertanto concludere che lo stress tensionale delle principali strutture tettoniche regionali, quali la Tindari-Giardini, può controllare il vulcanismo eoliano. Conseguentemente, diventa quasi imperativo condurre una serie di iniziative di ricerca miranti a quantificare e meglio comprendere la dinamica attuale di tali strutture, anche ai fini di una più corretta e tempestiva valutazione del rischio vulcanico. LA RETE DEI PELORITANI Nell’ambito di un progetto di ricerca del GNV, al fine di quantificare i movimenti del sistema Eolie-Tindari-Giardini, una rete geodetica è stata installata nell’area dei Mt. Peloritani (Fig. 4). Lipari Surve y Ve rt ice 199 6 Vulcano 199 8 Milazzo Capo Calavà Tindari Rodì San Placido Montalbano Mandanici Roccella Castelmola Fig. 4 - Posizione dei capisaldi GPS nell’area dei Peloritani.
GNGTS – Atti del 18° Convegno Nazionale / 08.18 I capisaldi sono stati materializzati utilizzando dispositivi autocentranti tridimensionali uguali a quelli già adottati nella rete GPS dell’Etna (Warnant et al, 1995). Tale configurazione permette di minimizzare gli errori strumentali e di migliorare la ripetibilità delle misure. L’Istituto Internazionale di Vulcanologia (IIV), in collaborazione con l’Osservatorio Vesuviano (OV), ha effettuato nell’ottobre 1995 e 1996 delle misure su alcuni capisaldi di tale rete in modalità statica utilizzando una strumentazione mista (Trimble e Leica). Sono state adottate sessioni di misura pari a 6 ore. Una nuova campagna è stata successivamente condotta dall’IIV nel novembre 1998 utilizzando solo strumentazione Trimble ed aggiungendo un vertice TYRGEONET (San Placido) ed un vertice etneo (Roccella). È stata adottata una frequenza di campionamento pari a 30 sec. Per ogni giorno sono state previste tre differenti tipologie di programmazione. Al fine di consentire l’inquadramento della rete nel riferimento ITRF, nelle due stazioni permanenti di Milazzo e Montalbano sono stati installati i ricevitori Trimble 4000SSI con sessioni di misura pari a 24 ore. Una seconda programmazione è stata effettuata alla stazione permanente di San Placido dove il ricevitore Trimble 4000SSE ha acquisito per 11 ore. Al fine di massimizzare la durata delle sessioni ed ottimizzare gli spostamenti delle squadre, un’ultima tipologia, la cui durata è di 6:10 ore, è stata impostata per i rimanenti vertici. La strumentazione utilizzata nei due surveys è riassunta in Tab. 1. Tab. 1 - Strumentazione usata. Ricevitori 1996 1998 Trimble 4000SSI x x Trimble 4000SSE x x Leica System 200 x ELABORAZIONE DEI DATI E RISULTATI L’elaborazione e la compensazione sono state effettuate mediante il software GPSurvey 2.30 (Tab. 2). L’elaborazione dei dati relativi ai singoli lati è stata effettuata utilizzando le effemeridi precise ed il modello troposferico di Saastamoinen (1973). La successiva compensazione di tali soluzioni GPS è stata effettuata tramite il software Trimnet Plus 92.11c. Differenti criteri e modalità operative sono stati adottati nella compensazione delle due campagne. In fase di elaborazione della campagna 1998 pochissime misure vengono rigettate dai tests statistici (t test) e nella maggior parte dei casi sono stati risolti i problemi nei dati affetti da acquisizioni rumorose o da multipath. Dopo una prima fase in cui la rete è stata compensata adottando il criterio dei vincoli interni, la rete misurata nel 1998 è stata vincolata a tre vertici esterni (Noto, Matera e Cagliari) la cui posizione ed il modello di velocità sono ben noti e costantemente aggiornati tramite varie tecniche spaziali. Pertanto, i vertici sono stati inseriti nel sistema di riferimento internazionale, l’ITRF 97 (IERS Terrestrial Reference Frame).
GNGTS – Atti del 18° Convegno Nazionale / 08.18 Tab. 2 - Caratteristiche dei due rilievi. Tabella riassuntiva Survey Anno 1996 1998 N stazioni 5 9+3(ASI) N baselines analizzate 8 188 Baselines con ambiguità fissata 8 168 Soluzioni eliminate 0 7 Tecnica Statica Statica Soluzione Iono free fixed (> 10 km) Iono free fixed (> 10 km) Effemeridi Precise Precise Aggiustamento Fully constrained Fully constrained Stazioni fissate 1 (Tindari) 3 (ASI) Reference Frame ITRF 97 ITRF 97 Software GPSurvey 2.30 GPSurvey 2.30 Per quanto concerne le misure condotte nel 1996, sono stati elaborati esclusivamente i dati acquisiti dai ricevitori Trimble, in quanto i dati dei Leica non sono disponibili in formato Rinex. La compensazione di tale rete è condotta vincolandola ad un caposaldo scelto in posizione baricentrica (Tindari). In tal modo è possibile raggiungere due obiettivi: a) valutare la congruenza dei dati acquisiti, permettendo di evidenziare eventuali misure anomale (p.es. a causa di problemi di multipath occorsi durante le sessioni), b) rendere le due reti (quella del 1998 e quella del 1996) confrontabili tra loro almeno in termini di scala. Quest’ultimo aspetto è particolarmente importante per poter condurre una corretta analisi dello strain misurato dalla rete. Data l’esiguità delle misure prese in considerazione nel 1996, è attualmente possibile procedere al confronto di quattro distanze tra le due campagne di misura. I risultati di tali confronti sono riportati in Tab. 3. Tab. 2 - Confronto fra i risultati ottenuti. Vertici Ell. Dist. 1996 (m) Errore (m) Ell. Dist. 1998 (m) Errore (m) 1998-1996 Calavà Rodì 23158.495 0.002 23158.493 0.001 -0.002 Calavà Tindari 11194.490 0.002 11194.479 0.001 -0.011 Rodì Tindari 11970.331 0.002 11970.340 0.001 0.009 Castelmola Mandanici 17200.272 0.006 17200.248 0.002 -0.024 Si evidenzia che tre dei quattro lati hanno subito deformazioni superiori all’errore stimato. In particolare, due di questi (Calavà-Tindari e Castelmola- Mandanici) mostrano di aver subito una contrazione, mentre il terzo (Rodì-Tindari) si è esteso. È interessante rilevare (Fig. 5) che due dei lati che hanno subito deformazioni significative tagliano l’allineamento principale della Tindari-Giardini con azimut differenti, il che consente di effettuare una valutazione sulla congruenza dei movimenti aspettati dal modello geodinamico proposto per tale struttura. Dal confronto risulta che il lato in contrazione Castelmola-Mandanici ha un azimut di circa N7E, mentre quello Rodì-Tindari, che si è esteso, è orientato N68W (Fig. 5). Tali dati sono compatibili con il movimento trascorrente destro della faglia Tindari-Giardini, nel quale si inserisce bene anche la contrazione registrata dal terzo lato (Calavà-Tindari)
GNGTS – Atti del 18° Convegno Nazionale / 08.18 che suggerisce un movimento del vertice di Tindari in direzione di Calavà. Purtroppo, a causa dei limitati dati disponibili non è possibile procedere ad una analisi più approfondita circa la cinematica della struttura nel periodo indagato, che consenta, ad esempio, di pervenire alla determinazione dei principali parametri della discontinuità sorgente delle deformazioni misurate. Lipari Vulcano Milazzo Capo Calavà Tindari Rodì San Placido Montalbano Tindari- Giardini F. Mandanici Roccella Castelmola Fig. 5 - Mappa schematica del sistema strutturale Tindari-Giardini e baselines attualmente confrontate. CONCLUSIONI La campagna di misure GPS condotta nel dicembre 1998 ha consentito di completare l’installazione della rete di controllo delle deformazioni legate all’allineamento strutturale Tindari-Giardini. Le misure effettuate dimostrano come, allo stato attuale delle ricerche, si sia giunti ad una configurazione ottimale della rete. I risultati di tale survey sono stati confrontati con quelli della campagna condotta nel 1996. Il modesto set di confronti disponibili (Tab. 3) non consente allo stato attuale la presentazione di un modello geodinamico per la struttura investigata. Tuttavia, ad esclusione della baselines Capo Calavà – Rodì, gli andamenti registrati per i pochi lati analizzati sembrano essere significativi e compatibili con il meccanismo dominante dell’area investigata, di tipo trascorrente destro con asse NNW-SSE. Pertanto, seppure in una fase preliminare, le variazioni osservate confermano la validità della rete quale strumento per il monitoraggio della dinamica in atto in tale settore della Sicilia Orientale e ne suggeriscono un adeguato ampliamento sia in termini di numero di vertici sia di area ricoperta.
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