MISSIONE CATTOLICA DI LINGUA ITALIANA DI BERNA PROGETTO PASTORALE BIENNALE 2017-2019

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MISSIONE CATTOLICA DI LINGUA ITALIANA DI BERNA PROGETTO PASTORALE BIENNALE 2017-2019
MISSIONE CATTOLICA DI LINGUA ITALIANA DI BERNA

               PROGETTO PASTORALE BIENNALE 2017-2019

                                        LA COMUNITÀ:
               UNA FAMIGLIA DI FAMIGLIE MIGRANTI

Perché un progetto pastorale?
         Un progetto pastorale è come un bussola che dà una direzione. Ogni comunità ha bisogno di
una segnaletica che le indichi la via. Ogni progetto è un desiderio, perché, oltre a far tesoro di ciò che si
è fatto, si descrive ciò che ancora non c’è ma che si vorrebbe realizzare.
La nostra comunità sta riflettendo da tempo sul tema delle famiglie e vuole continuare a farlo anche nei
prossimi anni, perché ritiene che sia il centro di ogni comunità. Con uno slogan potremmo dire che non
esiste comunità senza le famiglie, per questo abbiamo intitolato il cammino “La Comunità: una famiglia
di famiglie migranti”.

La famiglia e la Chiesa
«Con intima gioia e profonda consolazione, la Chiesa guarda alle famiglie che restano fedeli agli
insegnamenti del Vangelo, ringraziandole e incoraggiandole per la testimonianza che offrono. Grazie ad
esse, infatti, è resa credibile la bellezza del matrimonio indissolubile e fedele per sempre. Nella famiglia,
“che si potrebbe chiamare Chiesa domestica” (Lumen gentium, 11), matura la prima esperienza ecclesiale
della comunione tra persone, in cui si riflette, per grazia, il mistero della Santa Trinità. “È qui che si
apprende la fatica e la gioia del lavoro, l’amore fraterno, il perdono generoso, sempre rinnovato, e
soprattutto il culto divino attraverso la preghiera e l’offerta della propria vita” (Catechismo della Chiesa
Cattolica)» (papa Francesco, Amoris Laetitia, 86).

Siamo una comunità di fede
        Non siamo un’associazione culturale né sportiva, ma una comunità di fede. Ciò vuol dire che le
motivazioni che ci guidano nascono dalla nostra identità. Ci prendiamo cura delle famiglie perché la
famiglia è la culla della fede. In essa una fede nasce, matura e si trasmette.

Italienischsprachige katholische Mission, "Madonna degli Emigrati” , Bovetstrasse 1 - 3007 Berna , Tel. 031
371 0243; www.missione-berna.ch
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Ogni famiglia è fatta di persone, che agli occhi di Dio sono figli e figlie, unici ed irripetibili. II
nostro progetto parte, dunque, da due pilastri della nostra fede: il Battesimo e l’Eucaristia. Il
Battesimo ci ricorda la grandezza dell’essere umano, il nostro essere figli e figlie di Dio; mentre
l’Eucarestia ci fa Chiesa e comunità, radunata per celebrare la fede e per vivere il servizio. L’Eucarestia
è per noi il momento del dono, anzitutto memoria di quello totale di Gesù. Dal suo amore nasce e
matura la nostra vita cristiana, che riceve e dona vita, potremmo definirla: “una vita pro-esistente”. Essa è il
momento centrale in cui le nostre identità si sentono parte di un unico corpo: la Chiesa.

Lo stile di Gesù
         Come comunità di fede ci ispiriamo allo stile di Gesù. Continuiamo a chiederci: cosa ha fatto lui
e come lo ha fatto? Leggendo la parola di Dio scopriamo che Gesù aveva uno stile che possiamo
definire “liberante”. Le sue parole e i suoi gesti liberavano le persone dalle schiavitù (sociali, culturali e
religiose) e le rimandava alla loro identità filiale con Dio. Egli ridava loro vita, perché offriva loro una
rinascita, un ricominciare dopo la caduta e il peccato.
Partendo da due brani guida: il dono dei carismi (1 Cor 13) e la lavanda dei piedi (Gv 13, 1-15), ci chiediamo
se e cosa nella nostra vita comunitaria sia liberante per le famiglie e cosa non lo è e andrebbe cambiato.
Ci accorgiamo che anche attorno a noi, nella nostra società ci sono esperienze e proposte che hanno il
carattere “liberante”, anche se non vengono fatte da cristiani o con motivazioni cristiane (es. opere di
solidarietà, mense per i poveri, assistenza ai rifugiati, consultori familiari, case famiglia, sostegno ai
minori, ecc.). Vogliamo aprire gli occhi e il cuore per vedere in esse delle proposte di liberazione, con le
quali vogliamo collaborare. Lavorare in sinergia è oggi un concetto chiave!
Si tratta, dunque, di concepirci come Chiesa anche fuori dalla chiesa. Abbiamo bisogno di uscire dai
luoghi formali della pastorale, per riflettere sui carismi presenti nella nostra comunità e fuori di essa, e
per ripensare l’Eucarestia non solo come celebrazione, ma come servizio e diaconia. Il carattere
liberante è vissuto - con motivazioni diverse - anche da coloro che non sono cristiani, perché il Vangelo
è più grande delle nostre Comunità e della nostra comprensione di esso. Dobbiamo, dunque, riscoprire
la nostra missione di Chiesa anche nei luoghi informali, assumendo lo stile di Gesù sempre e dovunque.

“Gesù stesso è il modello di questa scelta evangelizzatrice che ci introduce nel cuore del popolo.
Affascinati da tale modello, vogliamo inserirci a fondo nella società, condividiamo la vita con tutti,
ascoltiamo le loro preoccupazioni, collaboriamo materialmente e spiritualmente nelle loro necessità, ci
rallegriamo con coloro che sono nella gioia, piangiamo con quelli che piangono e ci impegniamo nella
costruzione di un mondo nuovo, gomito a gomito con gli altri. Ma non come un obbligo, non come un
peso che ci esaurisce, ma come una scelta personale che ci riempie di gioia e ci conferisce identità (papa
Francesco, Evangelii Gaudium, 269).

La famiglia al centro
        Sembra un progetto “scontato”. Dire di voler essere attenti alle famiglie è come dire, prendere
in considerazione tutti, dai 0 ai 100 anni …e più. Qual è dunque la novità?
Una comunità di fede dev’essere attenta a tutti. Concepiamo, infatti, la parola “pastorale” nel suo senso
ampio: a 360°, prendendoci cura delle persone in tutti i loro bisogni ed esigenze.

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Da questo abbraccio collettivo resta però uno sguardo più attento, una zumata (per usare un linguaggio
fotografico), su alcuni momenti e realtà della vita familiare, che si presentano più fragili e bisognosi di
riflessione. Pensiamo alle coppie giovani nei primi anni di vita familiare, ai disoccupati, ai divorziati, agli
anziani e ammalati.

“È sano prestare attenzione alla realtà concreta, perché «le richieste e gli appelli dello Spirito risuona-
no anche negli stessi avvenimenti della storia», attraverso i quali «la Chiesa può essere guidata ad una
intelligenza più profonda dell’inesauribile mistero del matrimonio e della famiglia”
(papa Francesco, Amoris Laetitia, 8).

Alcuni passi concreti
Il Consiglio Pastorale, ispirato dall’Esortazione apostolica postsinodale di papa Francesco Amoris
Laetitia sull’amore nella famiglia, ha individuato alcuni obiettivi, atteggiamenti ed iniziative concrete
da realizzare.

Gli obiettivi
     Per essere una famiglia di famiglie sentiamo la necessità di allargare i nostri confini e di vivere la
comunione con tutti, sia coloro che si sentono di appartenere alla comunità, sia coloro che per tanti
motivi non sono interessati. Essere Chiesa non vuol dire vivere “in Chiesa”, ma dialogare con tutti, con
la coscienza della nostra identità e della nostra scelta. Dunque ci impegniamo ad essere una comunità
“in uscita”, come ci ripete spesso papa Francesco. Uscire vuol dire andare incontro alle persone. E’
finito il tempo dell’attesa e del credere che la vita di una comunità di fede si svolga solo nelle mura della
Chiesa. Uscire vuol dire in concreto perseguire due obiettivi:
     • Accompagnare le famiglie che già frequentano la nostra comunità e
     • Farci prossimi delle famiglie che per svariati motivi restano lontane da essa.

Pur consapevoli della visione biblica sulla famiglia e del progetto di Dio sulla coppia, vediamo che nella
nostra società si sviluppano vari modelli familiari: convivenze, madri o padri soli, famiglie allargate,
matrimoni sacramentali. Dietro ciascuna condizione di vita possono esserci profonde sofferenze e
solitudini. I cristiani non sono esenti da queste condizioni e, se vogliamo davvero imitare lo stile di
Gesù, dobbiamo essere una presenza attenta ed integrante nella vita delle persone che incontriamo.
Essere una presenza gratuita, che cioè si dona, vuol dire entrare in punta di piedi nelle situazioni di vita
degli altri, e da essi lasciarsi provocare, arricchire ed evangelizzare, perché in ogni uomo e donna ci
sono i segni della presenza di Dio. Le coppie che vivono la loro unione anche con la grazia del
sacramento del matrimonio possono trovare nella preghiera e nella fede un sostegno per il loro
cammino. La benedizione di Dio è una forza spirituale che li illuminerà nei momenti di prova e guiderà
per essere testimoni autentici nella comunità e nella società. Una coppia cristiana si impegna a
riprodurre nella famiglia l’amore di Cristo per tutti noi: un amore profondo, disinteressato, altruista e
totale, fino a dare la vita.

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“La Chiesa non deve conquistare la gente con il Vangelo perché il Vangelo è dormiente in ogni essere
umano. Il risveglio non può essere fatto a distanza, ma richiede una vera e propria «presenza», una
«presenza di Vangelo». La Chiesa dovrebbe farsi presente in modo imprevisto nei nostri
incontri/gruppi parrocchiali (luoghi) o alla porta di una casa, per strada o al lavoro (non luoghi).
Essere realmente presente è dunque un «presente», cioè un regalo, un dono; il dono più prezioso che
possiamo dare ad un altro è la nostra presenza attenta e discreta” (Christoph Theobald).

Gli atteggiamenti e i comportamenti
    Per raggiungere questi obiettivi abbiamo bisogno di vivere in pienezza l’apertura della mente, del
cuore e delle azioni, per essere sempre persone in cammino, senza escludere nessuno. Abbiamo
bisogno di essere aperti. Tale apertura si concretizza in:

•   Accoglienza indistinta
•   Ascolto delle situazioni personali
•   Non giudicare
•   Accompagnamento individuale e familiare
•   Solidarietà verso i bisognosi
•   Umiltà personale e come Istituzione
•   Collaborazione con tutti (creare reti solidali)

“Si tratta di integrare tutti, si deve aiutare ciascuno a trovare il proprio modo di partecipare alla
comunità ecclesiale, perché si senta oggetto di una misericordia “immeritata, incondizionata e gratuita”.
Nessuno può essere condannato per sempre, perché questa non è la logica del Vangelo! Non mi
riferisco solo ai divorziati che vivono una nuova unione, ma a tutti, in qualunque situa- zione si
trovino” (papa Francesco, Amoris Laetitia, 297).

Le iniziative
Nel corso del biennio pastorale ci impegniamo a realizzare le seguenti iniziative:

    •   Organizzare momenti intergenerazionali per stare insieme, come per esempio: pranzi/cene,
        serate formative, cineforum, gite e pellegrinaggi, celebrare insieme alcune feste familiari (es:
        festa della mamma, del papà, il carnevale, una castagnata, ecc.).

    •   Momenti di formazione: riteniamo opportuno approfondire temi che riguardano la vita
        familiare, come per esempio: il rapporto tra genitori e figli, la catechesi familiare, i bisogni
        sociali delle famiglie.

    •   Organizzare una “banca del tempo”: consiste nel creare un elenco di persone che mettono a
        disposizione un po’ del loro tempo da dedicare agli altri, come per esempio: visita agli ammalati,
        volontariato con i rifugiati, fare da babysitter per sostenere le giovani coppie che non hanno la
        famiglia vicino, ecc.

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•   Valorizzazione dei Social Media: la nostra comunità ha a disposizione vari strumenti di
        comunicazione (mensile Insieme, sito web, foglio Vita della comunità, Pfarrblatt).
        Valorizzeremo questi strumenti per approfondire temi sulla famiglia, per condividere
        informazioni utili e per rispondere ai bisogni delle famiglie.

    •   Creare rete con le istituzioni civili e religiose: già da vari anni la nostra comunità sta
        collaborando in più settori per il bene delle persone. Dagli interventi sociali verso i bisognosi
        alle iniziative culturali, dai progetti giovanili a quelli di volontariato per i rifugiati, dalle iniziative
        liturgiche a quelle formative. In tutti questi ambiti riteniamo opportuno continuare a sviluppare
        una rete di dialogo e di collaborazione per dare il nostro contributo per il bene delle persone, a
        prescindere dallo loro fede e cultura. In particolare:
             o Continueremo la collaborazione con gli organismi della chiesa di Berna (Sinodo, KAP,
                 Commissione catechetica, Pastorale Giovanile, LEIKO).
             o Continueremo il dialogo e la progettazione comune con le Istituzioni italiane a Berna.
             o Continueremo ed amplieremo il dialogo col Centro Familiare, per un sostegno concreto
                 e sinergico alle famiglie in difficoltà.

    •   Decentralizzare le attività anche fuori dalla Missione: riprendendo lo slogan “siamo una
        Missione in missione”, vogliamo sempre più incontrare le persone là dove sono e vivere nei
        “luoghi informali” il nostro essere Chiesa e battezzati. In questo senso,
            o Svilupperemo dei cammini di formazione cristiana nelle famiglie, coinvolgendo nel
                percorso educativo gli stessi genitori.
            o Individueremo delle coppie che possano aiutare il Team Pastorale nella preparazione dei
                genitori in occasione del battesimo dei loro figli.

    •   Adeguamento dei calendari pastorali ai bisogni delle famiglie: si tratta di venir incontro alle
        esigenze delle famiglie, adeguando gli orari degli incontri formativi (esempio la preparazione alla
        cresima degli adulti) o di alcune liturgie, in particolare:
            o cercheremo di realizzare regolarmente una S. Messa con le coppie con bambini dai 0 ai
                 5 anni, per facilitare la loro partecipazione.
            o Per permettere una partecipazione collettiva alla S. Messa dei gruppi di catechesi, 1 volta
                 al mese, a conclusione dell’incontro formativo, animeranno la S. Messa del sabato sera.
    •   Accompagnamento individuale e familiare: i sacerdoti e le suore sono disponibili per colloqui
        personali e di discernimento, per confessioni individuali. A livello di gruppo, oltre alle proposte
        già esistenti, verranno avviati due nuovi cammino di riflessione e di formazione:
            o Gruppo adolescenti (15-18 anni)
            o Gruppo giovani-adulti (20-40 anni)

Un cammino che stiamo seguendo con particolare attenzione è quello in preparazione al matrimonio
cristiano. Ci sono varie coppie che fanno riferimento alla nostra comunità per essere accompagnate in
questa particolare e delicata fase della vita. Sono coppie spesso biculturali e alcune anche
biconfessionali. Speriamo di poter riprendere il dialogo anche con coloro che hanno celebrato il loro
matrimonio recentemente e sono nei primi anni della loro vita di coppia.

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Informazioni specifiche relative ad ogni iniziativa saranno comunicate per tempo alla comunità tramite
gli strumenti di comunicazione presenti e nel sito web della Missione (http://www.missione-berna.ch).

La Chiesa è chiamata a collaborare, con un’azione pastorale adeguata, affinché gli stessi genitori
possano adempiere la loro missione educativa. Deve farlo aiutandoli sempre a valorizzare il loro ruolo
specifico, e a riconoscere che coloro che hanno ricevuto il sacramento del matrimonio diventano veri
ministri educativi, perché nel formare i loro figli edificano la Chiesa, e nel farlo accettano una vocazione
che Dio propone loro” (papa Francesco, Amoris Laetitia, 85).

Due immagini per il nostro cammino
                                            „UNA FAMIGLIA DI FAMIGLIE”

A. Esprime il progetto di una trasmissione della fede “decentrata”, che non si realizza necessariamente
   ​UNIVERSITÉ DE FRIBOURG / UNIVERSITÄT FREIBURG | FACULTÉ DE THÉOLOGIE / THEOLOGISCHE FAKULTÄT | Prof. Dr. Salvatore Loiero | Bedingungslosigkeit als „Preis der
   Barmherzigkeit“ | 11, November 2016.

nella Parrocchia/Missione, ma, per es., in casa, attraverso la catechesi fatta dai genitori, o in altri luoghi,
attraverso le esperienze di volontariato.

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B: Esprime l’idea che “l’essere chiesa” non è legato ad un luogo, ma ad una condizione di vita.
Occorre creare una “rete” di relazioni anche fuori dal luogo-chiesa (pastorale d’ambiente).

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Preghiera alla Santa Famiglia

Gesù, Maria e Giuseppe,
in voi contempliamo
lo splendore del vero amore,
a voi, fiduciosi, ci affidiamo.

Santa Famiglia di Nazaret,
rendi anche le nostre famiglie
luoghi di comunione e cenacoli di preghiera,
autentiche scuole di Vangelo
e piccole Chiese domestiche.

Santa Famiglia di Nazaret,
mai più ci siano nelle famiglie
episodi di violenza, di chiusura e di divisione;
che chiunque sia stato ferito o scandalizzato
venga prontamente confortato e guarito.

Santa Famiglia di Nazaret,
fa’ che tutti ci rendiamo consapevoli
del carattere sacro e inviolabile della famiglia,
della sua bellezza nel progetto di Dio.

Gesù, Maria e Giuseppe,
ascoltateci e accogliete la nostra supplica. Amen.

                                                                                         Berna, Agosto 2017

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