Il ministro della santa comunione eucaristica, presenza di Cristo e della Chiesa accanto all'infermo - "Va' e anche tu fa lo stesso"

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Il ministro della santa comunione eucaristica, presenza di Cristo e della Chiesa accanto all'infermo - "Va' e anche tu fa lo stesso"
Il ministro della santa comunione
eucaristica, presenza di Cristo e della
      Chiesa accanto all'infermo

             «Va' e anche tu fa lo stesso»
                             (Luca, 10,37)

     don Maurizio Funazzi – 030 3722 214 – salute@diocesi.brescia.it
Il ministro della santa comunione eucaristica, presenza di Cristo e della Chiesa accanto all'infermo - "Va' e anche tu fa lo stesso"
Ascoltiamo
     il Signore che ci parla...
+ In quel tempo il Signore designò altri settantadue
e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e
luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: «La
messe è abbondante, ma sono pochi gli operai!
Pregate dunque il Signore della messe, perché
mandi operai nella sua messe!
Andate... Quando entrerete in una città e vi
accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto,
prendetevi cura dei malati che vi si trovano, e dite
loro: “È vicino a voi il regno di Dio”».
(Lc 10,1-2.5.8-9)
Il ministro della santa comunione eucaristica, presenza di Cristo e della Chiesa accanto all'infermo - "Va' e anche tu fa lo stesso"
... E rispondiamo nella
            preghiera.
      Maria, Madre di Dio
         e Madre nostra,
       volgi il tuo sguardo
   su tutti quelli che soffrono,
  perché mentre sono segnati
dall’esperienza del limite umano
  si uniscano più intimamente
       a Cristo tuo Figlio,
fonte di consolazione e di pace.
Il ministro della santa comunione eucaristica, presenza di Cristo e della Chiesa accanto all'infermo - "Va' e anche tu fa lo stesso"
... E rispondiamo nella
            preghiera.
 Benedici coloro che si dedicano
     a servizio degli infermi.
  Suscita in noi degli autentici
    ministri del Divino Amore
   e in quanti godono del dono
  prezioso della salute, infondi
 l’attenzione vigile e affettuosa
   verso i fragili e i sofferenti.
Per Cristo nostro Signore. Amen.
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...per iniziare...
Il ministro della santa comunione eucaristica, presenza di Cristo e della Chiesa accanto all'infermo - "Va' e anche tu fa lo stesso"
...e per conoscerci...

* Chi sono io...
*...e voi:
- nuovi ministri e rinnovi
- che visitano/visiteranno infermi
- destinati al solo servizio in chiesa
Il ministro della santa comunione eucaristica, presenza di Cristo e della Chiesa accanto all'infermo - "Va' e anche tu fa lo stesso"
Il ministro della santa
            comunione e i malati
I Ministri straordinari della santa Comunione sono
incaricati «per la distribuzione della santa
Comunione fuori della Messa, allorché è difficile, per
la distanza, recare la s. Comunione, soprattutto in
forma di Viatico, a malati in pericolo di morte, o
quando il numero stesso dei malati, specialmente
negli ospedali o nelle case di cura, esige la presenza
di un certo numero di ministri»
(Istruzione della Sacra Congregazione per la Disciplina dei
 Sacramenti, Immensae Caritatis, Roma, 29 gennaio 1973, n.1).
Il ministro della santa comunione eucaristica, presenza di Cristo e della Chiesa accanto all'infermo - "Va' e anche tu fa lo stesso"
Il ministro della santa
            comunione e i malati
I Ministri straordinari della santa Comunione: «Si tratta di una
ministerialità da promuovere e da valorizzare come segno di una
comunità che si fa vicina al malato e lo ha presente nel cuore della
celebrazione eucaristica, come membro del Corpo di Cristo, a cui
va offerta la cura più grande.
Prezioso è il dono che si può offrire ai malati e ai loro familiari
attraverso la visita sia a domicilio che nelle strutture ospedaliere
presenti nell’ambito della parrocchia. La visita ai malati e ai
familiari, fatta a nome della comunità, è sorgente di fraternità e di
gioia, li fa sentire membri attivi della comunità ed è segno della
vicinanza e dell’accoglienza di Dio. (n. 65)»
(Nota CEI Predicate il Vangelo e curate i malati, Giugno 2006).
Il ministro della santa comunione eucaristica, presenza di Cristo e della Chiesa accanto all'infermo - "Va' e anche tu fa lo stesso"
Ministri della santa comunione
      nel tempo della fragilità...
●   La cultura nella quale
       viviamo...
       postmoderna, liquida
●   Libertà ed individualità
       esaltate: l'altra faccia
       della medaglia?
       Solitudine e fragilità.
●   Il nuovo bisogno di
       comunione umana ed
       ecclesiale.
Ministri della
            santa comunione, oggi
●
    Non per il solo servizio in chiesa, ma per andare là dove
    sono gli infermi e gli afflitti, per essere ancora più una
    “Chiesa in uscita”
●
    Non soltanto per portare la comunione sacramentale,
    bensì per portare anche la comunione ecclesiale, la
    comunione umana e quella spirituale
●
    Non solo per offrire comunione, ma anche per offrire
    consolazione
●
    Non solo per chi chiede la santa comunione, ma anche per
    chi non la chiede...
Ascoltiamo
      la parola del nostro Vescovo
●
       “Sono convinto che la pastorale dei malati
    debba essere più ampia [di quanto facciamo
    negli ospedali attraverso i cappellani] e debba
    coinvolgere pienamente le comunità
    parrocchiali.
●
       La permanenza in ospedale è un momento
    particolare di crisi nella vita di una persona ed è
    importante che in quei momenti la persona non
    si senta sola, sappia che la comunità cristiana
    gli è vicina”...
●
Ascoltiamo
     la parola del nostro Vescovo
 “Per questo auspicherei che ogni parrocchia abbia un
 diacono (e collaboratori) dedicato proprio a questo; che
 visiti i malati appena vengono ricoverati in ospedale e che
 continui a visitarli una volta che essi sono rientrati a casa;
che porti, se richiesto, la
comunione; che
s’informi sulle eventuali
necessità del malato e
cerchi di far loro fronte
o direttamente o
coinvolgendo la Caritas
parrocchiale”...
Ascoltiamo
     la parola del nostro Vescovo
“Naturalmente è necessario il rispetto
della privacy secondo i desideri delle
persone; ma se il legame di fraternità
con la comunità cristiana è consolidato,
non c’è dubbio che le persone malate
accolgono volentieri la visita di
qualcuno; anzi, le famiglie stesse che
debbono seguire dei malati hanno
bisogno di vicinanza e di sostegno.
Tutto questo non esonera i preti dalla
visita ai malati che rimane un capitolo
importante della pastorale”...
Ascoltiamo
       la parola del nostro Vescovo
“Chi ha visto il prete venire a visitare un suo familiare,
nutre facilmente verso quel prete riconoscenza e affetto;
una famiglia invece che si sente trascurata, difficilmente
potrà superare un atteggiamento di indifferenza.
Certo, un prete non riesce a seguire con continuità tutti i
malati della parrocchia; ci vuole anche una rete di
‘ministri della pastorale per i malati’; debbono essere
persone adatte, che abbiano un approccio corretto al malato:
discreto, empatico, rispettoso, non impiccione, non
impositivo...”.
(L. Monari, Lettera pastorale 2010-2011, “Tutti siano una cosa sola”, n. 44)
Gli innumerevoli volti delle “povertà”
                ●   Ad un operatore pastorale possono
                    essere rivolte, in una stessa
                    giornata richieste di aiuto simili:
                ●   “Non ho da mangiare per me e la
                    mia famiglia...”
                ●   “Aspettavo un bambino. È
                    morto. Cosa vuole dirci Dio?
                    Penso a tutte le donne che
                    abortiscono...”
                ●   “Il mio collega di lavoro è
                    arrogante; questo ambiente è un
                    inferno!”
Gli innumerevoli volti delle “povertà”
                ●   “Sono appena uscita da una
                    comunità terapeutica; vorrei
                    tanto riprendere la mia vita
                    normale, ma ho una paura matta
                    di ricadere...”
                ●   “Il dottore mi ha detto che la
                    malattia sarà lunga e non potrò
                    tornare a lavorare prima di un
                    anno. Come farò?...”
                ●   “Vorrei crescere nella mia vita
                    spirituale, realizzarmi come
                    persona credente...”
Comunione attraverso
una relazione significativa
           ●   In tutte quelle situazioni l'operatore
               pastorale è chiamato ad offrire
               innanzitutto una relazione
               significativa: gesti e parole.
           ●   È attraverso la nostra relazione,
               innanzitutto, che viene comunicata
               la vicinanza del Dio di Gesù Cristo
               a coloro cui ci facciamo prossimi.
           ●   Molte volte, solo tramite la nostra
               relazione un fratello può giungere a
               riconoscere nel Sacramento la
               Gloria di Dio.
La relazione del ministro della
        s. comunione: fine e intenzioni
●
    La missione principale del ministro della Santa Comunione
    accanto agli infermi/fragili:
        – È di aiutare il cammino spirituale di un fratello nella
             fede (o in umanità) perché sappia vivere
             umanamente e cristianamente il tempo che gli è
             dato (nella salute o nella malattia, nella tristezza o
             nella gioia).
●
    Le intenzioni da coltivare: Confidiamo di..
        – Portare indegnamente Cristo all'infermo
        – Portagli indegnamente la Chiesa (non solo noi stessi)
        – Trovare nell'infermo Cristo
●
    Ma è sensato pensare di “vivere il tempo della sofferenza”
    anziché subirlo? È possibile?
Il Mistero della sofferenza
“L’esperienza di chi ha attraversato la sofferenza o si è fatto
compagno di chi è nella malattia e nel dolore, è un tesoro di
umanità e di verità che arricchisce tutti.

Per questo, è assolutamente importante e urgente evitare che la
malattia sia vissuta senza consolazione fino a diventare
un’esperienza desolata e maledetta;

per questo, anche, è necessario valorizzare e comunicare la
straordinaria forza vitale che si sprigiona dalla vita fragile e da
chi se ne prende cura,            specie in un tempo segnato
dall’utilitarismo e dall’individualismo”.
(Dal documento: “Educare alla vita nella fragilità. Sfida e profezia per la pastorale
della salute”, CEI, ufficio Naz. Pastorale della salute, 2011)
La testimonianza
          di Marthe Robin
                   Marthe Robin nasce a Chateauneuf
                   De Galure nel sud della Francia, in
                   una povera famiglia contadina.
                   E' una ragazza di 16 anni quando,
                   in seguito ad un virus, viene
                   colpita da una malattia che la
                   ridurrà in coma per 27 mesi
                   trascinandola ad un passo dalla
                   morte.
                   Esce tuttavia inaspettatamente dal
                   coma, anche se la malattia
                   progredisce in forme insolite, fino
n. 1902- m. 1981
                   a portarla alla completa paralisi e
                   alla cecità.
La testimonianza
                 di Marthe Robin
                       Gli anni fra il 1918 e il 1927 sono per lei anni
                       della lotta contro la malattia e con Dio. Riceve il
                       conforto e l'aiuto di un cappellano e di una
                       signora fervente di fede, incontrati alle terme .
                       Marthe vive però in atteggiamento di fede e riceve
                       il dono di una familiarità straordinaria con il
                       mondo divino: le appare santa Teresa di Lisieux e
                       successivamente la B. Vergine.
Nel 1930, ha una visione del Signore crocifisso, che le chiede se è
disposta ad unirsi completamente a Lui e alle sue sofferenze per la
salvezza dei peccatori e Marthe accetta. Riceve le stigmate e da quel
momento ogni settimana, rivive ogni venerdì la passione.
Di lì a poco è anche impossibilitata a deglutire a causa della paralisi dei
muscoli necessari: non beve e non mangia più. Il suo unico cibo, per i
successivi cinquant'anni, sarà l'ostia consacrata...
La testimonianza
                  di Marthe Robin
                        Cristo le rivela che vuole affidarle una seconda
                        missione: dovrà fondare dei Foyers de Charité
                        (Focolari della Carità), luoghi di condivisione
                        fraterna, sul modello delle prime comunità
                        cristiane, di preghiera e spiritualità. Ma Marthe è
                        confusa. Cosa può fare immobilizzata com'è?
Il Signore tuttavia le promette di mandarle un aiuto adatto: un padre
spirituale che la guidi, e che la aiuti a realizzare l'opera a cui è chiamata.
Alcuni anni dopo viene a visitarla un sacerdote della vicina Diocesi di
Lyon: padre Fynet. Sarà al fianco di Marthe fino alla sua morte nel
1981. Sarà lui a predicare i primi ritiri spirituali e a seguire i lavori per
aprire il prima “focolare d'amore”.
La testimonianza
                 di Marthe Robin
                    Questa contadina, costretta a letto per sessant’anni,
                    ha ricevuto nella sua camera più di centomila
                    persone! Ha cambiato la vita di molte persone
                    illuminando, consolando, incoraggiando. E ha
                    fatto tutto questo restando un’anima semplice,
                    affabile, diretta, dotata di buon senso e umorismo.

Ha vissuto la gran parte della sua vita immobilizzata a letto. Tuttavia
dirà: “Sono felice. Ho trovato la gioia, l’unica possibile: vivere per
gli altri, per la loro felicità soprannaturale.
Provo un desiderio immenso ad irradiare la Verità, diffondere
l’Amore, di seminare in altre anime i tesori spirituali che in me
abbondano ogni giorno”.
Una malata, un esempio
 Cosa ci insegna la storia di Marta?

- La malattia e la sofferenza possono essere vissute anziché
  subite: se siamo uniti a Cristo! Qui vorremmo poter
  condurre tutti i nostri infermi.
- i malati prima di essere un problema pastorale sono una
  risorsa per la Chiesa, se vivono con fede. E hanno una
  missione da compiere.
- persino anime elette da doni mistici hanno bisogno
  dell'accompagnamento della Chiesa: padre Fynet, il
  cappellano e la signora di fede e altri...
Una malata, un esempio
Cosa ci insegna la storia di Marta?

...Si potrebbe dire: è una vicenda unica, certo molto diversa
   da quelle che incontriamo nella maggior parte dei casi...
   troppo diversa.
   Invece è il contrario: condizioni radicali di fede ci
   mostrano con più chiarezza quanto riguarda tutti, il
   cammino possibile a tutti, che può essere più
   indeterminato e confuso in condizioni normali.
Una malata, un esempio
  Cosa ci insegna la storia di Marta?
- Il compito dei ministri della Chiesa (e dei ministri della
   santa comunione) è dunque di accompagnare una
   persona inferma ad incontrare e vivere unita a Cristo.
- Il Signore non si rende presente solo nella comunione
   sacramentale, ma anche nel dono della Parola, nelle
   illuminazioni interiori e, sempre, nella comunione
   ecclesiale.
- è importante perciò VISITARE, INCONTRARE e
   SAPER ASCOLTARE l'infermo (o le altre persone che
   incontriamo): accoglierlo, lasciare che manifesti il
   mistero del suo rapporto con il Dio dell'Amore...
Gli obiettivi
       del ministero con gli infermi
Cerchiamo di vedere più nel dettaglio gli obiettivi che si
propongono al Ministro del Vangelo presso gli infermi:
–a)offrire l'accoglienza/l'ascolto del malato, del suo
familiare, del professionista della salute;
–b) favorire la creazione di quei legami di conoscenza,
empatia e familiarità con essi che permettano di fare
esperienza di Chiesa (specie nel momento in cui si è sradicati
dal proprio contesto di vita abituale);
–c) offrire una risposta evangelica alle domande che il
ricoverato (o il suo familiare o l'operatore sanitario) si
pongono sia a livello di ricerca di verità, sia a livello di ricerca
di consolazione
Gli obiettivi
            del ministero con gli infermi

–d)  impegnarsi a recare loro il lieto annunzio del Vangelo
e il conforto della speranza cristiana
–e)   aiutare a pregare ed egli stesso intercedere
–f)   offrire la santa comunione ed il viatico...
–g) cooperare con l'equipe pastorale per una presenza che
sia organica, coordinata, comunitaria: di Chiesa
–h)  sapersi relazionare con rispetto verso la famiglia (o
l'istituzione): siamo ospiti!
–i)   ...
Le caratteristiche dell'azione
  del ministro accanto agli infermi
Secondo San Giovanni Paolo II, come
egli si esprime nella Christifideles Laici,
n. 54, “… Dev'essere un'azione capace
di sostenere e di promuovere:
  - attenzione,
  - vicinanza,
  - presenza,
  - ascolto,
  - dialogo,
  - condivisione e
  - aiuto concreto...
...verso l'uomo nei momenti nei quali,
a causa della malattia e della
sofferenza, sono messe a dura prova
non solo la sua fiducia nella vita ma
anche la sua stessa fede in Dio e nel
suo amore di Padre”.
Con parole e gesti...

Tenendo conto che Annuncio del Vangelo da una parte e
prossimità e cura che nasce dalla carità dall'altra, né sono in
concorrenza, né la seconda è soltanto premessa alla prima. “Il
pane della Parola di Dio e il pane della carità, come il pane
dell’eucaristia, non sono pani diversi: sono la persona stessa di
Gesù che si dona” (CEI, Evangelizzazione e testimonianza della
carità, n. 1).

●
 Tutto però parte dall'arte di saper ascoltare-accogliere, prima che
di annunziare. Nella prassi della visita pastorale non viene prima
l'annuncio o la catechesi, ma la capacità di entrare in sintonia;
accogliere il volto dell'altro; offrire l'ascolto attivo e “segni
credibili di amore”.
Per incontrare gli infermi da ministri
           della Chiesa... Quali competenze?
●
 Essere e vivere nella fede e carità
donateci da Cristo
●
    Essere e vivere nella Chiesa
●
    Competenze teologiche
●
    Competenze psicologiche
●
    Competenze liturgiche
●
    Competenze assistenziali
●
    Competenze di lavoro in equipe
●
    ...
Ma questa è un'altra storia...
...Non tutto può essere condiviso e
appreso in poche ore. Già è
importante avere coscienza che:
●
 Non basta la buona volontà, serve
“essere persone adatte”.
●
 In certa misura dipende da
attitudini che ci troviamo come
dono.
●
 In gran parte però dipende da noi
darci la formazione necessaria per
sapere essere umili
accompagnatori nella fede...
Grazie della
              pazienza!...

don Maurizio Funazzi – 030 3722 214 – salute@diocesi.brescia.it
                 www.diocesi.brescia.it/salute
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