Papa Francesco La famiglia nel cuore di

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Papa Francesco La famiglia nel cuore di
La famiglia nel cuore di
                  Papa Francesco
Nel rispondere alla domanda su come avesse raggiunto, nella sua vita, la certezza della
fede, Papa Francesco ha avuto un bellissimo passaggio sulla famiglia:

«Io ho avuto la grazia di crescere in
una famiglia nella quale la fede si
viveva in modo semplice e concreto;
ma è stata soprattutto mia nonna,
la mamma di mio padre, che ha
segnato il mio cammino di fede. Una
donna che ci spiegava, ci parlava di
Gesù, ci insegnava il Catechismo.
Ricordo sempre che il Venerdì
Santo ci portava alla processione
delle candele, la sera; alla fine
di questa processione arrivava il
“Cristo giacente”, e la nonna, a noi
bambini, ci faceva inginocchiare e ci
diceva: “Guardate, è morto, ma domani risuscita”. Ho ricevuto il primo annuncio cristiano
proprio da questa donna, da mia nonna. È bellissimo, questo! Il primo annuncio in casa,
in famiglia! E questo mi fa pensare all’amore di tante mamme e di tante nonne nel loro
ruolo di trasmissione della fede. Sono loro che trasmettono la fede. Questo avveniva anche
nei primi tempi, perché san Paolo diceva a Timoteo: “Io ricordo la fede della tua mamma
e della tua nonna” (cfr 2Tm 1,5). Tutte le mamme che sono qui, tutte le nonne, pensate
a questo! Trasmettere la fede. Perché Dio ci mette accanto delle persone che aiutano il
nostro cammino di fede. Noi non troviamo la fede in astratto; no! È sempre una persona
che predica, che ci dice chi è Gesù, che ci trasmette la fede, ci dà il primo annuncio. E così è
stata la prima esperienza di fede che io ho avuto».

Papa Bergoglio, si è espresso più volte sul tema della famiglia, sui suoi problemi e sulle
risorse, alla luce del Vangelo.
Proponiamo alcuni stralci da Omelie al tempo in cui era Arcivescovo di Buenos Aires,
su questioni specifiche di difesa della vita, dalla nascita alla morte, del matrimonio,
dell’educazione, della pace e dell’armonia familiare.
Si tratta di temi inevitabilmente intrecciati con questioni sociali, poiché la famiglia e il
nucleo fondamentale, la risorsa e la frontiera della società.
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La fede e la famiglia
Nel cammino di Abramo verso la città futura, la Lettera agli Ebrei accenna alla benedizione
che si trasmette dai genitori ai figli (cfr Eb 11, 20-21). Il primo ambito in cui la fede illumina
la città degli uomini si trova nella famiglia. Penso anzitutto all’unione stabile dell’uomo e
della donna nel matrimonio. Essa nasce dal loro amore, segno e presenza dell’amore di Dio,
dal riconoscimento e dall’accettazione della bontà della differenza sessuale, per cui i coniugi
possono unirsi in una sola carne (cfr Gen 2,24) e sono capaci di generare una nuova vita,
manifestazione della bontà del Creatore, della sua saggezza e del suo disegno di amore.
Fondati su quest’amore, uomo e donna possono promettersi l’amore mutuo con un gesto
che coinvolge tutta la vita e che ricorda tanti tratti della fede. Promettere un amore che
sia per sempre è possibile quando si scopre un disegno più grande dei propri progetti, che
ci sostiene e ci permette di donare l’intero futuro alla persona amata. La fede poi aiuta a
cogliere in tutta la sua profondità e ricchezza la generazione dei figli, perché fa riconoscere
in essa l’amore creatore che ci dona e ci affida il mistero di una nuova persona. È così che
Sara, per la sua fede, è diventata madre, contando sulla fedeltà di Dio alla sua promessa
(cfr Eb 11,11).

In famiglia, la fede accompagna tutte le età della vita, a cominciare dall’infanzia: i bambini
imparano a fidarsi dell’amore dei loro genitori. Per questo è importante che i genitori
coltivino pratiche comuni di fede nella famiglia, che accompagnino la maturazione della
fede dei figli. Soprattutto i giovani, che attraversano un’età della vita così complessa, ricca
e importante per la fede, devono sentire la vicinanza e l’attenzione della famiglia e della
comunità ecclesiale nel loro cammino di crescita nella fede. Tutti abbiamo visto come, nelle
Giornate Mondiali della Gioventù, i giovani mostrino la gioia della fede, l’impegno di vivere
una fede sempre più salda e generosa. I giovani hanno il desiderio di una vita grande.
L’incontro con Cristo, il lasciarsi afferrare e
guidare dal suo amore allarga l’orizzonte
dell’esistenza, le dona una speranza solida
che non delude. La fede non è un rifugio per
gente senza coraggio, ma la dilatazione della
vita. Essa fa scoprire una grande chiamata, la
vocazione all’amore, e assicura che quest’amore
è affidabile, che vale la pena di consegnarsi ad
esso, perché il suo fondamento si trova nella
fedeltà di Dio, più forte di ogni nostra fragilità.

Dall’Enciclica Lumen Fidei di Papa Francesco
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Difesa del matrimonio
Sono in gioco l’identità e la
sopravvivenza        della       famiglia,
composta da papà, mamma e figli. È
in gioco la vita di tanti bambini, che
verranno discriminati in anticipo,
venendo privati della maturazione
umana che Dio ha voluto si desse
con un padre e una madre. È in
gioco un rifiuto frontale della legge
di Dio inscritta nel nostro cuore. Non
dobbiamo essere ingenui: non si tratta di una semplice battaglia politica: è l’ambizione
distruttiva del piano di Dio. Non si tratta di un mero progetto legislativo (questo è solo lo
strumento), ma di una “mossa” del padre della menzogna che pretende di confondere e
ingannare i figli di Dio (8 luglio 2010)

Educazione
Quando ho visto il testo prima della Messa ho pensato al modo di vivere delle prime comunità
cristiane e alla Messa di oggi, e mi sono chiesto se il nostro lavoro educativo non dovrebbe
procedere lungo questo cammino di ottenere l’armonia: l’armonia in tutti i ragazzi e le
ragazze che ci hanno affidato, l’armonia interiore, quella della loro personalità. È lavorando
in modo artigianale, imitando Dio, “modellando” la vita di questi giovani, che potremo
raggiungere l’armonia e riscattarli dalle dissonanze che sono sempre oscure. L’armonia,
invece, è luminosa, chiara, è la luce. Quella che bisogna ricercare è l’armonia di un cuore
che cresce e che noi accompagniamo in questo cammino educativo. (18 aprile 2012)

Questione sociale
A poco a poco, ci siamo abituati a sentire e a
vedere, attraverso i mezzi di comunicazione,
la cronaca nera, la violenza nella società
contemporanea, e ci abituiamo anche a
toccarla e a sentirla intorno a noi e nella
nostra carne. Il dramma è nella strada, nel
quartiere, nella nostra casa, e perché no, nel
nostro cuore. Conviviamo con la violenza che
uccide, che distrugge le famiglie, rinfocola
guerre e conflitti in tanti Paesi del mondo.
Conviviamo con l’invidia, l’odio, la calunnia,
la mondanità nel nostro cuore. La sofferenza
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delle persone innocenti e pacifiche non smette di schiaffeggiarci; il disprezzo per i diritti
delle persone e dei popoli più fragili non è tanto lontano da noi; il dominio del denaro con
i suoi effetti demoniaci come la droga, la corruzione, il traffico di esseri umani - anche di
bambini -, insieme alla miseria materiale e morale sono moneta corrente. Si uniscono a
questa sinfonia la distruzione del lavoro degno, le emigrazioni dolorose e la mancanza di
futuro. Da questo panorama non restano fuori neanche i nostri errori e i nostri peccati come
Chiesa. Gli egoismi personali, la mancanza di valori etici in una società che fa metastasi
nelle famiglie, nella convivenza dei quartieri, dei villaggi e delle città, ci parlano delle nostre
limitazioni, della nostra debolezza e della nostra incapacità di poter trasformare questa
lista innumerevole di realtà distruttrici.

Evangelizzazione
Non basta che la nostra verità sia ortodossa e la nostra azione pastorale sia efficace. Senza la
gioia della bellezza, la verità diventa fredda e perfino spietata e superba, come vediamo nel
discorso di molti fondamentalisti amareggiati. Sembrerebbe che mastichino cenere anziché
assaporare la dolcezza gloriosa della Verità di Cristo, che illumina con una luce tranquilla
tutta la realtà, assumendola per com’è ogni giorno. Senza la gioia della bellezza, il lavoro
per il bene diventa oscuro
efficientismo,         come
constatiamo nell’azione
di molti attivisti che
hanno       travalicato      i
limiti. Sembrerebbe che
rivestano di lutto statistico
la realtà invece di ungerla
con l’olio interiore del
giubilo che trasforma
i cuori, uno a uno, da
dentro. (22 aprile 2011).

Nuova evangelizzazione
Dio vive nella città e la Chiesa vive nella città. La missione non si oppone al dovere di imparare
dalla città - delle sue culture e dei suoi cambiamenti - nel momento in cui andiamo per le
strade a predicare il Vangelo. Questo è frutto del Vangelo stesso, che fruttifica nell’interazione
con il terreno nel quale cade come seme. Non soltanto la città moderna è una sfida per il
cristiano, ma lo è stata, lo è e lo sarà ogni città, ogni cultura, ogni mentalità ed ogni cuore
umano in ogni tempo. La contemplazione dell’Incarnazione che Sant’Ignazio presenta negli
Esercizi Spirituali è un buon esempio dello sguardo del credente che il Vangelo propone. Un
sguardo che non rimane impantanato nel dualismo che va e torna costantemente in una
ragione che osserva dalla diagnosi alla pianificazione, ma uno sguardo che si coinvolge
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e si invischia drammaticamente nella realtà della città e si impegna con essa nell’azione.
Il Vangelo è un kerygma accettato e che spinge alla trasmissione. Le mediazioni si vanno
elaborando nella vita vissuta e nella convivenza. (25 agosto 2011)

La semplicita' del cuore
La saggezza di migliaia di donne
e di uomini che fanno la fila per
viaggiare e lavorare onestamente,
per mettere il pane ogni giorno a
tavola, per risparmiare e comprare
piano piano i mattoni per migliorare
la casa. Migliaia e migliaia di
bambini con i loro giacchetti che
sfilano per i corridoi e le strade
facendo su e giù da casa a scuola,
e da scuola a casa. Nel frattempo
i nonni che fanno tesoro della
saggezza popolare, si riuniscono
a condividere e a raccontare aneddoti. Attraverseranno crisi e manipolazioni, il disprezzo
dei potenti li relegherà nella miseria, offrirà loro il suicidio della droga, l’insicurezza e la
violenza, li tenterà con l’odio e il risentimento vendicativo. Ma loro, gli umili, qualunque sia
la loro posizione e condizione sociale, ricorreranno alla saggezza di chi si sa di essere figlio
di un Dio che non è lontano, che è compagno con la Croce e incoraggia con la Resurrezione
alla fiducia nei miracoli e nei successi quotidiani, che li incoraggia a godere delle gioie del
condividere e celebrare. (25 maggio 2011)

La maternita' di Maria                             Perché Dio potesse entrare umanamente
                                                   nella nostra storia aveva bisogno di una
                                                   madre che per noi è la chiesa. È la Madre
                                                   a cui tutti guardiamo, la figlia del nostro
                                                   popolo, la serva, la pura, la sola tutta di Dio,
                                                   la discreta, che fa spazio affinché il Figlio
                                                   realizzi il segno, colei che facilita in ogni
                                                   momento questa realtà che si rinnova, non
                                                   da padrona né da protagonista, bensì come
                                                   serva; la stella che sa spegnersi affinché il
                                                   Sole si manifesti. Questa è la mediazione
                                                   di Maria. Mediazione di donna che non
                                                   rifiuta la maternità, l’assume dall’inizio.
                                                   Una maternità con doppio parto: uno a
                                                   Betlemme e un secondo sul Calvario. Una
                                                   maternità che comprende e accompagna
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gli amici del Figlio, il quale è l’unico riferimento fino alla fine dei giorni.
Maria madre continua a stare con noi, ci assiste amorevolmente, “collocata al centro stesso
di quella inimicizia, di quella lotta che accompagna la storia dell’umanità sulla terra e la
storia stessa della salvezza” (Cfr. Redemptoris Mater, 11). Madre che fa spazio affinché
giunga la Grazia, quella Grazia che rivoluziona e trasforma la nostra esistenza e la nostra
identità: lo Spirito Santo che ci fa figli adottivi, ci libera da ogni schiavitù e, in un possesso
reale e mistico, ci consegna il dono della libertà e suscita, dal nostro intimo, l’invocazione di
una nuova appartenenza: Padre! (7 novembre 2011)

A Maria, madre della Chiesa e madre della nostra fede, ci rivolgiamo in preghiera.
Aiuta, o Madre, la nostra fede!
Apri il nostro ascolto alla Parola, perché riconosciamo la voce di Dio e la sua chiamata.
Sveglia in noi il desiderio di seguire i suoi passi, uscendo dalla nostra terra e accogliendo la
sua promessa.
Aiutaci a lasciarci toccare dal suo amore, perché possiamo toccarlo con la fede.
Aiutaci ad affidarci pienamente a Lui, a credere nel suo amore, soprattutto nei momenti di
tribolazione e di croce, quando la nostra fede è chiamata a maturare.
Semina nella nostra fede la gioia del Risorto.
Ricordaci che chi crede non è mai solo.
Insegnaci a guardare con gli occhi di Gesù, affinché Egli sia luce sul nostro cammino. E che
questa luce della fede cresca sempre in noi, finché arrivi quel giorno senza tramonto, che è
lo stesso Cristo, il Figlio tuo, nostro Signore!

         La famiglia, dono e speranza per il mondo
                                            L’anno pastorale diocesano vissuto nella nostra
                                            Parrocchia
                                            L’anno pastorale che stiamo per iniziare è
                                            incentrato sul tema del matrimonio e della
                                            famiglia. La nostra Diocesi, attraverso le varie
                                            comunità parrocchiali, desidera ascoltare,
                                            dialogare e sostenere la famiglia ala luce del
                                            Vangelo, dell’insegnamento della Chiesa e della
                                            ragione. Questa iniziativa pastorale è rivolta a
tutti e vuole coinvolgere tutti!
Tutti siamo destinatari della buona notizia di Gesù sul matrimonio e la famiglia. I temi
che tratteremo insieme sono: la realtà della coppia nella sua dimensione naturale e
sacramentale, le molteplici relazioni all’interno della famiglia, la sua presenza nella Chiesa
e nella società, le sfide che deve affrontare. La nostra parrocchia ha pesato di intraprendere
questo cammino organizzando quattro “Domeniche in parrocchia” dedicate proprio al
dialogo su questi grandi temi e sfide. Questi incontri sono PER TUTTI: si parlerà di famiglia
alla luce del Vangelo per aiutare, sostenere, ravvivare e far conoscere il grande dono che
Dio ha inscritto nel patto nuziale tra un uomo e una donna.
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