Metco lancia la sfida di Eco-Ink per la ceramica Made in Italy. Bella e sostenibile - Econerre
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Metco lancia la sfida di Eco-Ink per la ceramica Made in Italy. Bella e sostenibile. Da Metco una nuova frontiera per la decorazione digitale in ceramica. Il progetto è co-finanziato dal programma Horizon 2020 della Commissione Europea di Augusto Zanotti Sull’integrazione delle linee di smaltatura e decorazione digitale si sta giocando il futuro della
ceramica Made in Italy. Un orizzonte strategico per l’economia della nostra regione, che ospita il distretto ceramico più importante del mondo, con un ruolo determinante, nella partita, giocato dai produttori di smalti e inchiostri pigmentati. Tra questi Metco che, dalle due sedi di Valsamoggia e Fiorano Modenese, guida da oltre 20 anni il settore della produzione e commercializzazione di inchiostri solubili digitali. Da Metco per la sostenibilità Prodotti belli, i più belli del mondo. Ma, soprattutto, prodotti sostenibili. Questo chiede il mercato alla ceramica italiana. Una risposta consiste nello sviluppo di inchiostri a base acqua, che riducono o eliminano completamente l’utilizzo di solventi a base organica.
Tutti i protagonisti del settore, senza eccezioni, stanno lavorando in questo ambito, con soluzioni più o meno avanzate ed appetibili (se si considerano le sfide tecnologiche in campo, non certo banali per un settore come la decorazione digitale nato all’inizio degli anni Duemila sulla scia della produzione e della diffusione dei grandi formati). Il progetto “Eko-Ink – spiega il presidente di Metco, Graziano Vignali – si caratterizza rispetto a soluzioni alternative non solo per la formulazione innovativa che riduce l’utilizzo di solventi organici. Quello che facciamo è ridurre a una singola applicazione un processo che, tipicamente nell’offerta della concorrenza, consiste nell’applicazione di tre strati complessivi, un fondo bianco, successivo deposito dell’inchiostro non solubile, infine lo strato trasparente in massa vetrosa avente funzione di protezione del prodotto inchiostro che, se depositato solo sulla superficie, non avrebbe caratteristiche sufficienti di resistenza all’abrasione”. Lo staff di Metco a Cersaie 2019 Con Eko-Ink, che ha richiesto e ottenuto il co-finanziamento del programma Horizon 2020 della Commissione europea, questi INKS verrebbero applicati direttamente sull’impasto, preventivamente trattato con opportuni additivi che consentono l’adeguata penetrazione e interazione solidale con la materia porcellanato. Risultato, un’innovazione di prodotto che si accompagna a una maggiore efficienza complessiva del processo, “offrendo al cliente un materiale che visivamente replica noti marmi o preziosi graniti ma con performance tecnologiche fino ad oggi inimmaginabili”.
Il prodotto: i target In questa chiave, Metco offre una risposta eco-friendly all’opportunità di ri-valorizzare un prodotto come il grès porcellanato lappato e molto brillante, in parte soppiantato negli ultimi anni da prodotti smaltati decorati digitalmente. “Eppure – insiste Vignali – è molto difficile replicare con smalti e paste vetrose le caratteristiche di durevolezza e anti-usura tipicamente richieste ad un pavimento in grès”. Tutto ciò al netto di considerazioni di tipo estetico e di tendenza – alcune delle quali emerse con chiarezza all’ultima edizione di Cersaie – anch’esse orientate alle riproduzioni delle pietre naturali e dei marmi e più in generale alle superfici “non traslucide”. Grandi alberghi, aeroporti, centri commerciali, spazi pubblici sono i target preferiti (anche per evidenti ragioni di volumi in gioco) di una proposta di questo tipo che, nelle intenzioni degli sviluppatori, dovrebbe riassumere il meglio in termini di durabilità, resistenza, qualità estetica, delle proprietà che il mercato richiede ad un pavimento in grès.
La sfida Tante ed importanti, nell’ambito di questo progetto, sono le sfide in campo sul piano tecnologico. La prima, allargare la quantità di colori riproducibili ed applicabili con questo nuovo sistema. Metco, che lavora in questa nicchia di mercato da cinque lustri, detiene diversi brevetti, tra cui il primo sul colore magenta, depositato già nel 2003. Accanto al magenta, che dovrà essere adattato alle specifiche del nuovo metodo Eko-Ink, è in fase finale di sviluppo il colore giallo e la relativa forma d’onda applicativa. “La complessità dell’attività di ricerca e sviluppo – precisa Graziano Vignali – deriva dalla necessità di studiare allo stesso tempo sia la formulazione ottimale delle gocce (ad esempio, brillantezza), sia la loro massa, sia infine il metodo di applicazione sulla superficie per garantirne la perfetta uniformità e qualità estetica”. Ultimo step, ovviamente, lo sviluppo del colore ciano. Senza dimenticare l’aspetto forse di questi tempi più rilevante, il fattore “sostenibilità”. Qui ad entrare in campo sono i test che Metco sta effettuando in collaborazione con l’Università di Bologna, per verificare e certificare presso la Commissione ed il mercato il ridotto impatto ambientale della formula. I tempi Stringenti, e stabiliti dal cofinanziamento europeo, i tempi di realizzazione, 36 mesi dalla data di avvio (agosto 2018). “Abbiamo sin qui rispettato tutte le scadenze e affrontato con determinazione, già in fase preliminare, tutti gli aspetti burocratici. A fine gennaio 2020 prossimo saremo già nelle condizioni – anticipa il presidente di Metco – di proporre i primi risultati al distretto”. Sì, perché più dell’Europa è il mercato, tra Modena e Bologna, a dettare tempi e modi dell’innovazione. “Si tratta –
conclude Vignali – di un investimento che avremmo realizzato comunque, in quanto siamo convinti delle enormi potenzialità di questa soluzione sia in termini di resa estetica, sia di qualità e sostenibilità. Il suo sviluppo e commercializzazione potrebbe riportare i volumi del grès levigato a quelli di vent’anni fa, quando si sfioravano i 5 mld di mq”. Il mercato “La vera scommessa – sostiene il direttore commerciale e marketing del Gruppo, Claudio Casolari, è individuare partner che siano davvero capaci di far apprezzare al mercato i plus offerti dal nuovo materiale che andiamo sviluppando”. Argomento non cosi scontato in una realtà industriale internazionale che fa del prezzo la principale variabile con cui misurarsi: “In una logica di distretto – continua Casolari – dobbiamo avere il coraggio e la determinazione di spostare l’attenzione dalla variabile costo all’opportunità di affermare un Made in Italy di esclusiva qualità e performanza”.
Claudio Casolari Già nei primi mesi del 2020, conferma il direttore commerciale e marketing di Metco, “presenteremo al mercato alcuni risultati inediti, frutto di anni di intenso lavoro, ricerca e sviluppo di applicazioni sempre più sofisticate. L’obiettivo, in questa fase, è quello di sottoporre il nuovo sistema ai test più severi, per consentire ai nostri clienti di ‘sposare’ l’innovazione senza rischi, una politica che da sempre
rappresenta un valore aggiunto di Metco nel trasferimento di tecnologia e know-how al mercato”.
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