MEMORIA E MIGRAZIONE classe 1 A - Scuola secondaria di primo grado di Albareto - Matilde
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Dal libro di geografia… «Dagli ultimi decenni dell’Ottocento ai primi del Novecento, oltre venti milioni di Italiani sono partiti verso Paesi lontani (soprattutto Stati Uniti, Canada, Argentina e Brasile, ma anche Australia). Dopo la Seconda guerra mondiale (1945), l’emigrazione continuò ed ebbe come meta soprattutto gli Stati europei più industrializzati: Francia, Belgio, Germania, Svizzera.» Venti milioni: sono i grandi numeri della Storia composti da innumerevoli vicende individuali ed esperienze concrete di cui le nostre famiglie conservano memoria. 2
Così raccontiamo noi ... Leggerete frammenti di vicende di emigrazione, narrate dalla voce dei nostri studenti, che hanno chiesto a genitori e nonni di ricordare e raccontare un passato non tanto lontano. 3
Adriana e Andrea, i nonni di Luca Mia nonna Adriana nel 1952 emigrò da Portogruaro (VE) in Svizzera per trovare lavoro. Lo trovò in una fabbrica di calcolatrici dove incontrò mio nonno Andrea, proveniente da Caboara. Rimasero in Svizzera, si sposarono ed ebbero il primo figlio, Claudio. Nel 1969 tornarono in Italia. Costruirono una fattoria e una casa e per tutto il resto della loro vita fecero i contadini. Poi nacquero altri tre figli, ed una era mia mamma. Mio nonno morì nel 2007 e ora mia nonna alleva conigli e galline. Il matrimonio di Adriana e Andrea 4
Maria e Felice , i nonni di Pietro. I nonni Maria e Felice sono emigrati in Inghilterra nel 1957. Maria allora aveva venticinque anni e Felice trentadue. Emigrarono come tante altre coppie che si recavano in Inghilterra in cerca di lavoro. Partirono da Borgotaro in treno il 13 febbraio e arrivarono a Calais; qui attraversarono la Manica in nave; ripresero un treno e arrivarono a Victoria Station a Londra e da qui proseguirono fino a Petersfield. Erano stati assunti come governante e maggiordomo nella casa della famiglia Feilden, a Alresford. Maria e Felice nella cucina della casa di Alresford 6
Felice e Maria, i nonni di Pietro, Il regalo più grande al loro arrivo, il 15 febbraio, fu racchiuso in una sola parola detta dalla loro padrona, che il accolse con un “Buongiorno” in italiano. Erano trattati molto bene, avevano a loro disposizione diverse stanze. Inizialmente avevano paura ad avere figli, perché temevano di essere licenziati. Il 30 dicembre 1961 nacque la loro prima figlia e il 20 agosto 1964 la seconda (mia madre), entrambe le bambine furono ben accolte. I nonni sono rientrati in Italia nel 1973 e i loro padroni il giorno della partenza li hanno accompagnati alla stazione. 7 Pietro
Gino, il prozio di Desirèe Mio zio Gino, il fratello di mio nonno, è nato qui in Italia, ma poi si è trasferito a Londra in cerca di lavoro, visto che qui da noi scarseggiava. All'inizio si è arrangiato facendo pulizie nelle case, poi ha trovato un lavoro come muratore e questo mestiere lo ha svolto fino alla pensione. Lo zio Gino 8
Gino, il prozio di Desirèe A Londra ha incontrato una ragazza, anche lei italiana, che ha sposato e hanno avuto due figli. La famiglia dello zio Gino 9
Renata, la prozia di Matilde e Sofia La zia Renata, sorella della nonna paterna, all’età di vent’anni è emigrata in America. Partì dal porto di Genova il 30 agosto 1963 con la nave e le ci vollero dodici giorni di viaggio per arrivare a New York. Lì la aspettava la sua zia materna, che era in America dal 1958. La zia Renata da giovane (a sinistra) 10
Renata, la prozia di Matilde e Sofia Per imparare l'inglese la zia Renata è La zia Renata andata a scuola e anche per avere il sul terrazzo permesso di soggiorno per potersi della sua casa fermare là. in Canada Inizialmente ha lavorato come domestica in casa di gente italiana, poi ha conosciuto suo marito che era emigrato anche lui dalla Toscana molti anni prima. Si sposarono, ed ebbero tre figli: Daniela Alex e Adriana. Ancora oggi la zia Renata è in America e ogni tanto vieni a trovarci qui in Italia. La zia Renata con i parenti Speriamo tanto di poterla andare a quando viene trovare noi in futuro. in Italia 11
Sofia 12
Concetta e Pietro, i nonni di Camilla Concetta e Pietro sono i miei nonni materni. La nonna Concetta è nata a Parigi nel 1950, ma lei e i suoi due fratelli sono vissuti a Tiedoli con i nonni, mentre i loro genitori Adelaide (Dina) e Guido erano in Francia a lavorare. Dina e Guido volevano tenere unita la famiglia e cercarono di trasferirsi in Valtaro, ma non riuscirono a trovare lavoro; perciò La nonna Concetta con i suoi due fratelli, la loro nel 1961, quando Concetta aveva 11 anni, i mamma, i loro nonni ed un cacciatore. Si trovavano in tre ragazzi raggiunsero i genitori a Parigi. un bosco di Tiedoli e mia nonna con mio zio tengono in mano una volpe appena uccisa da un cacciatore 13
Concetta e Pietro, i nonni materni di Camilla Una volta arrivati in Francia agli inizi la vita è stata dura, erano poveri e vivevano sotto una capanna e dormivano in un vagone di treno o camion. Il nonno Pietro è nato in Calabria nel 1943, aveva cinque sorelle e un fratello. Nel 1947 (quando aveva quattro anni) la sua famiglia si trasferì a Parigi. Mia nonna (la bambina con l’abito chiaro) con i suoi due fratelli e i suoi genitori, davanti al camion in cui probabilmente dormivano appena arrivati a Parigi 14
Concetta e Pietro, i nonni materni di Camilla Concetta e Pietro si conobbero e nel 1967 si sposarono; ebbero tre figli: Stefano, Vincenzo e Cecilia (mia mamma). Mia mamma nel 2005 è venuta a vivere in Italia, mentre i miei zii e i miei nonni vivono ancora in Francia. la nonna Concetta con i suoi due fratelli 15
Silvano e Roselmina, i nonni paterni di Camilla Mio nonno paterno Silvano è nato a Tiedoli nel 1948; aveva due sorelle più grandi di lui, Luciana e Carla. All'età di 20 anni Carla, che non amava stare a Tiedoli, trovò un lavoro in Lombardia e si trasferì a Gallarate. Il resto della famiglia la raggiunse quattro anni più tardi. Il nonno Silvano sposò Roselmina e nel 1975 ebbero due gemelli: mio papà Davide e mio zio Stefano. Loro due sono tornati a vivere qui: nel 2007 mio papà si è trasferito a Tiedoli, nel 2016 mio zio si è trasferito a In questa vecchia foto il nonno Silvano è il bambino Bardi; i miei nonni, invece, vanno e vengono con la bicicletta; dietro a lui c’è sua mamma Alice. dalla Lombardia. La signora vestita di nero era sua nonna. 16
Giuseppe, il fratello del bisnonno di Azzurra Giuseppe (Peppino) è il fratello del mio bisnonno Eugenio. E’ nato ad Albareto nel 1932 e a vent’anni, nel 1952, è emigrato in Argentina dove ha lavorato in fabbrica come operaio fino alla pensione. Ha conosciuto in Argentina sua moglie, nata da genitori originari di Napoli. Ha due figlie, Alejandra e Adriana, nipoti e pronipoti. È tornato in Italia da solo una sola volta a fine anni ‘90. Abita ancora in Argentina, nella villetta indipendente che si è costruito, ed è in ottima salute. Giuseppe con la moglie Roquina e le figlie Adriana e Alejandra 17
I fratelli della nonna di Azzurra: Emilio e Mario Emilio e Mario sono due dei fratelli di mia nonna Maria. Emilio è nato a Borgo Val di Taro nel 1942 e all’età di circa 20 anni è emigrato in Svizzera per svolgere l’attività di manovale. Dalla Svizzera dopo pochi anni si è trasferito a Londra, dove ha iniziato a lavorare come lava piatti, poi ha svolto tutte le mansioni di cucina fino a diventare aiuto cuoco e cuoco. Ha lavorato in diversi ristoranti, l’ultimo è stato il Piccadilly dove è rimasto fino alla pensione. Il ristorante Piccadilly a Londra, dove lavorava Emilio 18
I fratelli della nonna di Azzurra: Emilio e Mario A Londra Emilio è stato raggiunto da suo gemello Mario anch’egli impiegato in lavori presso ristoranti. Mario è rimasto per qualche anno e poi è rientrato definitivamente in Italia dove ha svolto la professione di taxista fino alla morte avvenuta nel dicembre del 1999. Emilio è tornato diverse volte in Italia per ritrovare la sua famiglia d’origine durante le vacanze ed è morto nel novembre del 2011, prima di realizzare il suo sogno di comprare una casa a Borgotaro, dove tornare spesso. Emilio 19
I fratelli della nonna di Azzurra: Domenico Domenico, detto Renato, è l’altro fratello di mia nonna Maria. È nato a Borgo Val di Taro nel 1949 e ha raggiunto giovanissimo a Londra il fratello Emilio. Ha lavorato anch’egli nei ristoranti fino a diventare cuoco ed aprire Gallo D’Oro a Southend-on-sea. Si è sposato a Londra ed ha avuto tre figli: Marina, Perry e Dominic. È tornato in Italia diverse volte quando i suoi figli erano piccoli per le vacanze. È morto nell’aprile del 2010. Domenico e sua madre a Domenico nel suo ristorante Londra 20
I parenti di Azzurra Azzurra 21
I parenti di Rachele, attraverso le foto Questa foto è stata scattata nel 1930, al Passo della Cappelletta. Si vede lo zio Tognetto che è stato accompagnato dai suoi amici in quel luogo, prima tappa del lungo viaggio a piedi per Genova, dove avrebbe preso la nave per andare in America. Era diretto in California. Lo zio Tognetto 22
I parenti di Rachele, attraverso le foto Questa cartolina è stata spedita dallo Stretto di Gibilterra il 24 novembre 1953. E’ stata scritta da Renzo e Gianna Mezzetta ed è indirizzata alla famiglia del mio bisnonno Angelino. In essa si vede la nave su cui Renzo e Gianna stavano viaggiando verso il Canada, la motonave Vulcania. La motonave Vulcania 23
I parenti di Rachele, attraverso le foto Questa foto è stata scattata dalla sorella della mia bisnonna Anna dal ponte della nave in partenza per New York. Tra la folla a terra che assisteva alla partenza c’erano sua mamma Angela (Giulla) e le sue sorelle Anna (la mia bisnonna) e Assunta, che l’avevano accompagnata fino a Genova a prendere la nave. Angela, Anna e Assunta assistono alla partenza della nave per New York 24
I parenti di Rachele, attraverso le foto Il mio bisnonno Angiolino aveva fatto fare il passaporto a Roma per poter partire per il Canada con la famiglia, moglie e due figlie. La legge allora non permetteva l’emigrazione dei bambini, per cui il mio bisnonno decise di rinunciare al viaggio e rimase in patria. Il passaporto che il bisnonno Angiolino si fece fare per espatriare e non usò 25
Rachele 26
La famiglia di Gianluca Nella mia famiglia ci sono tante storie di emigrazione che riguardano un mio quadrisavolo, un trisavolo e le sorelle di una bisnonna. Felice, il quadrisavolo Il nonno del mio bisnonno si chiamava Felice. Andò in America e si adattò a fare tutti i lavori che trovava. Tornò a casa per la Prima guerra mondiale. Portò con sé 30mila dollari con i quali comperò le case a tutti i suoi fratelli. A Marigliano, il suo paese d’origine in Campania, la via dove si trovano le case fu intitolata a lui. 27
Antonio, il trisavolo di Gianluca Antonio, figlio di Felice, partì da Marigliano, suo paese natale in provincia di Napoli, e emigrò in Libia, che a quel tempo era una colonia italiana. Quando, qualche decennio più tardi, il dittatore libico Gheddafi scacciò gli Italiani, anche Antonio fu espulso insieme a tutti i suoi connazionali. Partito dalla Libia, arrivò a Genova e bussò alla porta del mio bisnonno portando con sé un lenzuolo annodato con dentro poca biancheria e un materasso. 28
La famiglia di Gianluca Era un ottimo sarto, e riuscì a trovare lavoro nella Prefettura di Genova. Andò ad abitare a Recco, nelle case popolari che riuscì a riscattare. Carla e Renata, le sorelle della bisnonna Carla e Renata, le sorelle della mia bisnonna Linda, andarono via di casa attorno ai quattordici anni ed emigrarono nella Francia del nord. Lì coltivavano la lavanda e, nei mesi invernali, gli ortaggi nelle serre. Tornavano a casa una volta l’anno. 29
Cesare e Fiorentina, bisnonni di Iris Il mio bisnonno Cesare andò in Svizzera nel 1952, quando mia nonna Laura aveva cinque anni. Era un contadino, ma dopo qualche anno lavorò come facchino sui treni. La mia bisnonna Fiorentina qualche anno dopo andò in Svizzera anche lei; lavorava nelle cucine degli hotel cucinando e facendo le pulizie. Restarono in Svizzera fino al 1972, poi tornarono in Italia. Iris 30
Edoardo e Laura, nonni di Iris Anche il mio nonno Edoardo emigrò in Svizzera, nel 1960, quando aveva 18 anni. Mi raccontava sempre che partì con una valigia di cartone. Lavorava nelle gallerie, faceva il minatore. Mio nonno Edoardo e mia nonna Laura nel 1972 si sposarono e tornarono in Svizzera insieme. Lei trovò lavoro nelle cucine, nella mensa degli operai. Nel 1974 nacque la mia mamma Barbara e nel 1976 mia zia Sonia, nate tutte e due in Italia. Nel 1980/1981 i nonni tornarono definitivamente in Italia. 31
Nonno Edoardo e il lavoro di minatore 32
La nonna di Alessia V. Alla fine degli anni ’60, mia nonna, che era giovanissima e abitava a Bardi, è andata a Londra con una famiglia bardigiana per occuparsi dei loro tre figli. Li accompagnava anche a scuola. Ha incontrato diverse difficoltà iniziali, perché si trovava da sola e non conosceva la lingua. Lì ha conosciuto mio nonno che, da Borgotaro, era andato a Londra, dove lavorava come aiuto cuoco in un ristorante gestito da italiani. 33
Le migrazioni continuano... L’Italia da Paese da cui si emigrava in cerca di un avvenire migliore è diventata meta di immigrazione. Assistiamo alle drammatiche vicende di chi fugge dalla propria terra alla ricerca di una vita più degna, tentando di lasciarsi alle spalle miseria, persecuzioni e guerre. La memoria del nostro passato non può che farci guardare con empatia alle vicissitudini dei nuovi migranti. I disegni che seguono sono ispirati alla nostra realtà attuale ed esprimono l’angoscia per le morti nel Mediterraneo e il desiderio di un mondo più accogliente e giusto. 34
Desirèe 35
Alessandro 36
Alessia V. 37
38 Matteo
Abbiamo letto, ascoltato, parlato. Azzurra, Rachele, Camilla, Pensiamo che la valigia dell’emigrante sia piena di …. Sofia, Matilde, Alessandro, Luca, Desirèe, Alessia V., Iris, Pietro, Gianluca, Matteo, Alessia L., Michele, alunni della classe 1 A, con gli insegnanti Cristina Sanvito, Antonia Bozzia e Elisa Lanzarotti Albareto, giugno 2021 Grazie ai genitori per la disponibilità mostrata nel consentire l’utilizzo di immagini e informazioni. 39
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