Materiale a cura di Marina Mondo
←
→
Trascrizione del contenuto della pagina
Se il tuo browser non visualizza correttamente la pagina, ti preghiamo di leggere il contenuto della pagina quaggiù
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI CAGLIARI FACOLTÀ DI STUDI UMANISTICI Laurea Triennale in Scienze e Tecniche Psicologiche Anno Accademico 2020/2021 PSICOLOGIA DEL LAVORO E DELLE ORGANIZZAZIONI 3° ANNO (8 CFU – 60 h) Docente: Marina Mondo Materiale a cura di Marina Mondo
TEORIA DELLO SCAMBIO SOCIALE Un individuo è spinto ad associarsi a un altro se si forma l'aspettativa che tale associazione sia gratificante. Le gratificazioni attese possono essere intrinseche alla relazione - è questo il caso, ad esempio, dell'amore - oppure estrinseche, come ad esempio nel caso dell'aiuto prestato per lo svolgimento di un compito. Materiale a cura di Marina Mondo
TEORIA DELLO SCAMBIO SOCIALE Materiale a cura di Marina Mondo
Comportamento deviante Materiale a cura di Marina Mondo
Conflitto nei team Materiale a cura di Marina Mondo
Conflitto Nei team
Conflitto Nei team Materiale a cura di Marina Mondo
Materiale a cura di Marina Mondo
La leadership Caratteristiche del leader TEORIE DEI TRATTI TEORIE COMPORTAMENTALI TEORIE DI CONTINGENZA Materiale a cura di Marina Mondo
La leadership IL LEADER È IL SOGGETTO CHE IN UN GRUPPO INFLUENZA GLI ALTRI MEMBRI PIÙ DI QUANTO SIA EGLI STESSO INFLUENZATO (Brown, 1989) IL LEADER GIOCA IL RUOLO PIÙ IMPORTANTE NEL DIRIGERE LE ATTIVITÀ DI UN GRUPPO, NEL MANTENIMENTO DELLE SUE TRADIZIONI E COSTUMI E NELL’ASSICURARE IL RAGGIUNGIMENTO DEI SUOI OBIETTIVI (Turner, 1991) IN REALTÀ ANCHE SE LA LEADERSHIP VIENE SPESSO IDENTIFICATA NELLA FIGURA DI UN LEADER DEVE ESSERE VISTA COME UN PROCESSO PIUTTOSTO CHE COME UNA PERSONA, È UN FENOMENO COMPLESSO DI INTERAZIONE CHE COINVOLGE: Ø IL LEADER (competenze, motivazioni, legittimità e caratteristiche personali) Ø I COMPONENTI DEL GRUPPO (loro attese, competenze, motivazioni, caratteristiche personali) Ø LA SITUAZIONE (struttura sociale, tipo di compito, norme, storia del gruppo) Materiale a cura di Marina Mondo
La leadership IL CONCETTO DI LEADERSHIP VIENE ANCHE SPESSO UTILIZZATO COME SINONIMO DI POTERE, AUTORITÀ, CONTROLLO IN REALTÀ È NECESSARIO TENERE PRESENTE CHE LA LEADERSHIP È UNA FORMA DI INFLUENZA CARATTERIZZATA DALLA CAPACITÀ DI DETERMINARE UN CONSENSO VOLONTARIO, UNA ACCETTAZIONE SOGGETTIVA E MOTIVATA NELLE PERSONE RISPETTO A CERTI OBIETTIVI DEL GRUPPO O DELL’ORGANIZZAZIONE DI CONTRO POTERE AUTORITÀ CONTROLLO La capacità di influenzare o di Legittimità dell’esercizio del potere Modalità con cui viene valutato il vincere le resistenze degli altri, che si fonda su regole stabilite e conseguimento degli obiettivi assicurandosi comportamenti di rispetto ad un certo campo di predefiniti e si assicura il rispetto adesione o di acquiescenza- attività di un certo patto sociale che lega compiacenza fra di loro gli attori sociali Materiale a cura di Marina Mondo
TEORIE DEI TRATTI I primi approcci teorici alla comprensione della leadership avevano come obiettivo principale l’individuazione di una serie di tratti di personalità, fondamentalmente innati, che potessero rendere conto del successo di certe persone nell’esercizio del comando IN ALTRE PAROLE LEADER SI NASCE E NON SI DIVENTA TALE APPROCCIO HA GENERATO UNA SERIE DI CRITICHE CHE NE HANNO MESSO IN EVIDENZA LA DEBOLEZZA SIA DA UN PUNTO DI VISTA CONCETTUALE SIA DA UN PUNTO DI VISTA METODOLOGICO Ø non vengono presi in considerazione altri elementi del processo come i Anni ‘30 e ’40 followers e la situazione Great Man Theory Ø la lista di tratti predittiva della propensione al comando potrebbe essere pressoché infinita Ø i tratti esaminati sono sempre posti in positivo Ø la valutazione di questi tratti è soggettiva HOLLANDER (1985) SOSTIENE L’IMPOSSIBILITÀ DI CONSIDERARE LA LEADERSHIP COMPLETAMENTE AVULSA DAI FATTORI SITUAZIONALI IN QUANTO PROCESSO PRETTAMENTE INTERATTIVO Materiale a cura di Marina Mondo
Ricerche recenti sui tratti RECENTEMENTE YUKL (1981) HA CERCATO DI CHIARIRE MEGLIO LE CARATTERISITCHE INDIVIDUALI DEI LEADER PROPONENDO UN PUNTO DI VISTA PIÙ BILANCIATO AFFERMANDO CHE ALCUNI TRATTI POSSONO FACILITARE L’ESPRESSIONE DELLA “BUONA LEADERSHIP” MA AFFERMANDO ALTRESÌ L’IMPORTANZA DI VARIABILI SITUAZIONALI L’AUTORE PROPONE UNA DISTINZIONE TRA: Ø TRATTI, attributi individuali che rappresentano predisposizioni a comportarsi in un (Yukl, 1981) determinato modo Ø VALORI, opinioni interiorizzate che afferiscono alla sfera del giusto-sbagliato, etico-non etico, morale-immorale Ø ABILITÀ, particolari capacità e competenze nel fare qualcosa in modo efficiente TECNICHE INTERPERSONALI COGNITIVE Specifiche conoscenze di metodi e Conoscenza del comportamento Generale capacità analitica, abilità processi per condurre attività umano e dei processi interpersonali nella formazione di concetti, specializzate e la conoscenza dei come la capacità di comprendere i problem solving, creatività, analisi relativi strumenti sentimenti, le motivazioni e le situazioni complesse etc. opinioni degli altri Materiale a cura di Marina Mondo
I TRATTI CHE SEMBRANO RIVESTIRE MAGGIORE IMPORTANZA SECONDO YUKL SONO: Ø LIVELLO DI ENERGIA E TOLLERANZA ALLO STRESS Ø SICUREZZA DI SÉ Ø LOCUS OF CONTROL INTERNO Ø MATURITÀ EMOZIONALE Ø INTEGRITÀ ØSOCIALIZED POWER ORIENTATION (Yukl, 1981) Ø ORIENTAMENTO AL RISULTATO PER QUANTO RIGUARDA LE ABILITÀ IL PREVALERE DELL’IMPORTANZA DI UNA SULL’ALTRA DIPENDE DALLE CARATTERISITCHE DELLA SITUAZIONE PRESA IN ESAME A LIVELLI ELEVATI (manager) SEMBRANO ASSUMERE MAGGIORE IMPORTANZA QUELLE INTERPERSONALI E COGNITIVE, MENTRE PER I RUOLI DI MEDIO LIVELLO LE ABILITÀ TECNICHE Materiale a cura di Marina Mondo
LE CRITICHE ALL’APPROCCIO DEI TRATTI PORTARONO ALLA ELABORAZIONE DI DUE FILONI DI STUDIO LE RICERCHE SUI L’APPROCCIO COMPORTAMENTI DEL SITUAZIONALISTA LEADER ENFATIZZA LE PRENDONO IN ESAME IL CARATTERISTICHE DI UNA COMPORTAMENTO DEL LEADER PARTICOLARE SITUAZIONE E E LE CONSEGUENZE GENERATE COMPITO, NEI QUALI LEADER E DAI DIVERSI STILI DI MEMBRI SONO LEADERSHIP RECIPROCAMENTE COINVOLTI Materiale a cura di Marina Mondo
TEORIE COMPORTAMENTALI LEWIN, LIPPIT E WHITE (1939) PORTARONO AVANTI UNA SERIE DI ESPERIMENTI PER COMPRENDERE LE CONSEGUENZE DELL’ADOZIONE DI STILI DI LEADERSHIP DIVERSI SUI MEMBRI DEL GRUPPO E QUALI TRA ESSI RISULTASSE INFINE PIÙ FUNZIONALE ALL’EFFICIENZA DEL GRUPPO E AL CLIMA SOCIALE GLI STILI DI LEADERSHIP INDIVIDUATI SONO: Ø AUTOCRATICO, comportamento freddo e distaccato, orientato principalmente all’obiettivo, privo di attenzione alla sfera emotiva dei membri del gruppo Anni ‘40 e ’50 Ø PERMISSIVO (laissez-faire), comportamento disinteressato e assente, attenzione alla minimale sopravvivenza del gruppo senza enfasi né verso il compito né verso la sfera emotiva Ø DEMOCRATICO, comportamento volto a creare un clima di gruppo collaborativo e elevata attenzione alla sfera emotiva I RISULTATI DELLE RICERCHE MISERO IN EVIDENZA CHE PER ENTRAMBE LE VARIABILI DIPENDENTI PRESE IN CONSIDERAZIONE, EFFICIENZA E CLIMA, LA LEADERSHIP PIÙ FUNZIONALE RISULTAVA ESSERE QUELLA DEMOCRATICA Materiale a cura di Marina Mondo
TEORIE COMPORTAMENTALI Ohio State University STODGILL, FLEISHMAN E HEMPHILL (1947), COMPONENTI DEL GRUPPO DI RICERCA DELL’OHIO STATE UNIVERSITY, PORTARONO AVANTI UNA SERIE DI STUDI SUL COMPORTAMENTO DEL LEADER CHE RIMASERO NELLA STORIA Anni ’50 I FATTORI PRESI IN CONSIDERAZIONE RIGUARDARONO PRINCIPALMENTE LA CONSIDERAZIONE E LA STRUTTURA DI INIZIAZIONE, DUE CONCETTI CHE SI AVVICINANO ALLA CONCEZIONE DI BALES DEL LEADER CENTRATO SULLE RELAZIONI E DEL LEADER CENTRATO SUL COMPITO E DI LEWIN DELLA LEADERSHIP DEMOCRATICA E AUTOCRATICA LA DIFFERENZA FONDAMENTALE (SOPRATTUTTO CON BALES) CONSISTE NEL FATTO CHE MENTRE I FATTORI SOPRA DESCRITTI SONO VISTI COME INDIPENDENTI, PER BALES I DUE TIPI DI LEADERSHIP SONO OPPOSTI E SONO ESPRESSI NECESSARIAMENTE DA SOGGETTI DIVERSI Materiale a cura di Marina Mondo
Ohio State University Anni ’50 Materiale a cura di Marina Mondo
Ohio State University STRUTTURA DI INIZIAZIONE ALTA struttura di ALTA struttura di iniziazione e BASSA iniziazione e ALTA considerazione considerazione Anni ’50 CONSIDERAZIONE BASSA struttura di BASSA struttura di iniziazione e BASSA iniziazione e ALTA considerazione considerazione Materiale a cura di Marina Mondo
University of Michigan NELLO STESSO PERIODO ANCHE PRESSO L’UNIVERSITÀ DEL MICHIGAN VENNERO PORTATE AVANTI UNA SERIE DI RICERCHE CHE GIUNSERO A RISULTATI SIMILI INDIVIDUANDO E DESCRIVENDO I PRINCIPALI STILI DI LEADERSHIP LIKERT (1961) AMPLIÒ LA CLASSIFICAZIONE DI LEWIN INDIVIDUANDO QUATTRO SISTEMI MANAGERIALI A PARTIRE DALL’ANALISI DI VARIABILI QUALI: (Likert, 1951) Ø fiducia del leader verso i subalterni Ø il tipo di motivazione utilizzata Ø l’intensità della relazione Ø lo stile di leadership Ø la comunicazione, il processo decisionale Ø la formulazione degli obiettivi Materiale a cura di Marina Mondo
University of Michigan SISTEMA 1 SISTEMA 2 AUTORITARIO PATERNALISTICO Ø non coinvolgimento nei processi decisionali Ø le decisioni determinanti vengono prese dal vertice , Ø la motivazione al lavoro viene realizzata attraverso il mentre i subordinati hanno la facoltà di scelta entro uno timore di punizioni schema prefissato Ø l’interazione tra superiore e subalterno si fonda sulla Ø l’interazione è un approccio padrone-servitore in cui il paura e sfiducia management ripone una fiducia compiacente nei confronti dei sottoposti Ø si formano a livello informale linee di pensiero contro Ø la motivazione è basata più sui premi che sulle l’organizzazione centrale punizioni (Likert, 1951) Ø a livello informale si creano solitamente dei gruppi che, non sempre si rivolgono contro l’organizzazione, ma soddisfano i bisogni di appartenenza dei membri SISTEMA 3 SISTEMA 4 CONSULTIVO DEMOCRATICO Ø la fiducia del direttivo nei confronti dei subordinati è Ø il processo decisionale è ampiamente distribuito con elevata ma non completa, le decisioni a cui essi possono una buona integrazione degli individui partecipare sono determinanti ma non fondamentali Ø i lavoratori sono motivati dalla partecipazione e dal Ø la motivazione viene fornita , oltre che dal sistema coinvolgimento nell’organizzazione premi-punizioni, soprattutto dal coinvolgimento negli Ø i membri dell’organizzazione hanno completa e obiettivi organizzativi reciproca fiducia, le relazioni sono amichevoli e leali e vi Ø la comunicazione è fluida e caratterizzata da lealtà e è una coincidenza di fondo tra rapporti di tipo formale e confidenza informale Ø i gruppi informali condividono gli interessi Ø la responsabilità è diffusa a tutti i livelli e le forze dell’organizzazione e qualora ci siano conflitti vengono sociali sostengono gli obiettivi comunemente definiti esplicitati apertamente in un clima di distensione Materiale a cura di Marina Mondo
Puoi anche leggere