Martedì 7 febbraio ore 20.30 - Ferrara Musica
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VLADIMIR GENIN Mosca, 1958 Passacaglia in Yellow-Blue prima esecuzione assoluta PËTR IL’IČ ČAJKOVSKIJ Votkinsk, 1840 – San Pietroburgo, 1893 Concerto per violino e orchestra op. 35 in re maggiore Allegro moderato Canzonetta. Andante Finale. Allegro vivacissimo FELIX MENDELSSOHN BARTHOLDY Amburgo, 1809 – Lipsia, 1847 Sinfonia n. 4 in la maggiore op. 90 “Italiana” Allegro vivace Andante con moto Con modo moderato Saltarello. Presto
Note di ascolto Tra Italia e Ucraina Vladimir Genin - Passacaglia in Yellow-Blue Come è tipico per una Passacaglia, una linea di basso fissa ripetuta di otto battute (basso ostinato) serve come base per una sequenza di variazioni. Questa linea è simile al modo di procedere di Vivaldi, ma in realtà se ne discosta, come poi mostra l’apparizione del “motivo della croce” (Crux fidelis), presente nelle opere di Bach, che simboleggia sofferenza e dolore. Allo stesso tempo, c’è un tocco di malinconia quasi “blues” nel ritmo e nella melodia del pezzo, ecco perché è una Passacaglia in Blue (Blue in inglese non identifica solo il colore ma è anche sinonimo di “triste”). Il titolo dell’opera, nata originariamente come brano cameristico, fa riferimento ai colori della bandiera ucraina: blu come il cielo, giallo come i campi di grano, perché - spiega lo stesso autore - «il mood di quest’opera è profondamente connesso all’orrore e alla tristezza che hanno fatto da sfondo costante alla mia vita e al mio lavoro dall’inizio dell’aggressione russa in Ucraina». Genin, nato a Mosca ma residente in Germania, non è nuovo a questo tipo di composizioni. In passato ha scritto la Trenodia per le vittime in Ucraina, brano intriso di preghiera, dolore e catarsi, in memoria dei caduti nella lotta e nella battaglia per la libertà dell’Ucraina nel 2014-15. Pëtr Il’ič Čajkovskij - Concerto per violino op. 35 Per incredibile che possa sembrare, Čajkovskij dovette aspettare quasi quattro anni prima di ottenere un’esecuzione del suo lavoro concertante più famoso, il Concerto per violino e orchestra. Finalmente, nel 1881, il violinista Adolf Brodskij si prese la responsabilità di battezzare il Concerto, convincendo il grande direttore Hans Richter a officiarne la prima assoluta il 4 dicembre alla Filarmonica di Vienna. L’autore non poté assistere alla serata perché si trovava in Italia, dove lo raggiunse comunque la “Neue Freie Presse” con il tagliente giudizio di uno dei più influenti e temuti critici dell’epoca, il brahmsiano Eduard Hanslick: «rozzezza» e «antimusicalità», furono le espressioni più educate di quella recensione. A proposito del Finale, Hanslick scrisse di aver sentito «il puzzo di acquavite scadente di un’orgia russa». Čajkovskij incassò («Curiosa come critica, non trovi?», scrisse al fratello). Forse sapeva di essersi allontanato troppo dai canonici schemi concertistici, puntando tutto su una fantasia melodica sfrenata, i cui temi principali suonano sempre come un ritorno all’origine, lieti ma anche nostalgici, anziché piegarsi ai dogmi dello sviluppo.
In un triennio Čajkovskij era stato comunque in grado di partorire il Concerto per pianoforte in si bemolle minore, Il lago dei cigni, la Quarta Sinfonia ed Evgenij Onegin, un’iperattività che avrebbe presto necessitato di un periodo di tregua per rifiatare (soprattutto dopo lo shock dell’insostenibile matrimonio con un’ex allieva che cominciò a ricattarlo). La pace dei nervi per Čajkovskij consisteva nella fuga da Mosca e San Pietroburgo, in direzione Italia o Ucraina. Se Sanremo, Firenze e le colline toscane furono i suoi luoghi preferiti in Italia, Kamianka (vicino Cherkassy) fu il suo buen retiro in Ucraina, Paese in cui già nel XVII secolo la famiglia cosacca Čajkovskij era nota da tempo. Il bisnonno si chiamava Fëdor Čayka (1695-1767), ed era originario di Kremenchuk, inquadrato come cosacco del reggimento Murhorod: prese parte alla famosa battaglia di Poltava tra russi e svedesi e morì per le ferite riportate sul campo. Il figlio di Fëdor, ovvero il nonno del futuro compositore, era nato proprio nella regione di Poltava, e si chiamava Petr’ Čayka (1745-1818). Fu lui a cambiare il cognome in Čajkovskij quando era studente a Kyiv. Petr’, medico dell’esercito, partecipò alla Guerra russo- turca e poi divenne giardiniere nella provincia russa di Vyatka, dove mise radici. Ilya Čajkovskij (1785-1880), padre del compositore, si dimise dalla carica di maggiore generale della caserma di Kama-Votkinsk, mentre sua moglie era nipote dello scultore francese Michel Victor Acier. Nel 1864 il ventiquattrenne Čajkovskij, invitato dal principe Aleksei Golitsyn, giunse per la prima volta in vacanza in Ucraina, esattamente a Trostyanets, nei pressi di Sumy, dove scrisse la sua prima opera sinfonica, l’ouverture per La tempesta di Ostrovskij. Sempre lì, divenne amico intimo del discendente del fondatore della città di Sumy, che gli fece conoscere il resto dell’Ucraina. La sorella di Čajkovskij, invece, viveva nell’oblast di Cherkassy e proprio lì il compositore, lo confessa lui stesso, trovò «una pace nell’anima invano cercata a Mosca e a San Pietroburgo». Sempre in Ucraina, a Kamianka, dove risiedette a fasi alterne per ventotto anni consecutivi, Čajkovskij compose il Capriccio italiano, l’opera La pulzella d’Orleans, il Lago dei cigni, La Bella addormentata, la Serenata per orchestra d’archi, l’Ouverture “1812”. La gente di Kamianka sarà importante anche perché fornirà al compositore tre temi popolari confluiti nel Concerto per pianoforte n. 1, di poco precedente l’apparizione del Concerto per violino. Felix Mendelssohn Bartholdy - Sinfonia n. 4 “Italiana” «Finalmente l’Italia! Ho pensato a essa come alla gioia più alta della mia vita. Ora è incominciata e me la godo». In una lettera datata ottobre 1830 il ventunenne Felix Mendelssohn informava i familiari del suo arrivo a Venezia. Anche se giovanissimo, Mendelssohn era già Mendelssohn: l’anno
precedente aveva già diretto la storica esecuzione della Passione secondo Matteo di Bach, scritto l’Ouverture per il Sogno di una notte di mezza estate e steso le prime idee tematiche dell’Ouverture Le Ebridi e della Sinfonia “Scozzese”. Il grand tour italiano del giovane Felix ricalcava i passi e le intenzioni di Goethe, di Heine, e di tutta la buona borghesia intellettuale tedesca che porterà sotto l’arco delle Alpi (rigorosamente in veste di turista) anche Richard Strauss, Sigmund Freud e Hermann Hesse. Nel febbraio 1831 il wanderer era a Roma. Ancora una volta, una lettera ai familiari ci fornisce l’indizio su una sinfonia in pectore: «L’Italiana fa grandi progressi e diventerà il pezzo più piacevole che abbia fatto, specialmente l’ultimo movimento. Per l’Adagio non ho ancora deciso nulla e credo me lo riserverò per Napoli». Il suo fiuto non lo tradì: il carattere del secondo movimento (Andante con moto) è da sempre stato associato, con quell’andamento compassato, alla musica che accompagnava le processioni religiose, simili a quelle che Mendelssohn deve aver visto mentre percorreva le strade di Napoli. Il finale, invece, ha le movenze sfrenate di un Saltarello, danza tipica dell’Italia centrale. Benché sembri musica scritta sulle ali dell’entusiasmo e delle prime impressioni, la Sinfonia “Italiana” risponde ai criteri tipici del processo creativo mendelssohniano: idea iniziale abbozzata di getto, schizzo (non di rado accompagnato da immagini, Mendelssohn era un ottimo disegnatore e acquerellista), lenta elaborazione, revisione e seconda revisione del lavoro ultimato, talvolta anche dopo la stampa o addirittura rimandando la stampa, con gran pena degli editori. Ultimata di fatto nel 1833, la Sinfonia “Italiana” fu tra le mani di Mendelssohn quasi fino al giorno della sua morte. Forse colpa dello scirocco che, come scrisse in una lettera, gli «impediva di lavorare»? Luca Baccolini
Čajkovskij in una foto del 18 gennaio 1888, Amburgo
ORCHESTRA DEL TEATRO COMUNALE DI BOLOGNA È un’orchestra di grande tradizione, alla cui guida si sono avvicendati come Direttori musicali Celibidache, Peskó, Delman, Chailly, Gatti, Mariotti. Da gennaio 2022 la Direttrice Musicale del Teatro Comunale di Bologna è Oksana Lyniv. Tra i direttori che hanno guidato il complesso si segnalano Chung, Conlon, Gergiev, Jurovskij, Marriner, Muti, Rostropovič, Solti, Thielemann, Dutoit, Prêtre. L’Orchestra del Teatro Comunale è frequentemente invitata all’estero e ha partecipato a prestigiosi Festival, da Amsterdam ad Aix-en-Provence, da Savonlinna a Muscat, a Parigi. Un rapporto privilegiato con il Giappone ha dato seguito a svariate tournée, l’ultima delle quali nel 2019 ad Osaka, Tokyo, Yokohama, Fukuoka, con Rigoletto e Il barbiere di Siviglia. Numerose le produzioni discografiche, tra le più recenti Armida diretta da Daniele Gatti, Simon Boccanegra e Attila diretti da Michele Mariotti. Sempre con Mariotti, l’Orchestra ha inciso per Decca un CD di arie sacre con Juan Diego Flórez e per Sony un album di arie romantiche con Nino
Machaidze; per Deutsche Grammophon Le Comte Ory con Flórez e La Nuit de Mai, arie d’opera e canzoni di Leoncavallo, con Placido Domingo. Nel 2021 l’Orchestra ha registrato per Deutsche Grammophon un disco con il tenore Benjamin Bernheim e Frédéric Chaslin sul podio. Tra i premi ricevuti, la produzione della Bohème al Teatro Comunale, con la regia di Graham Vick e la direzione di Mariotti, ha vinto il Premio Speciale della critica Musicale “ Franco Abbiati” come miglior spettacolo del 2018. Dopo una trentennale partecipazione al Rossini Opera Festival (dal 1988 al 2016), il 2017 ha segnato una nuova collaborazione tra il Teatro Comunale di Bologna e il Festival Verdi di Parma che, tra le varie produzioni, ha visto impegnata l’Orchestra nello Stiffelio firmato da Graham Vick, insignito del Premio “Abbiati”, e ancora nella Luisa Miller, nell’Aida, in un concerto sinfonico diretto da Valery Gergiev, nel Simon Boccanegra e nella Forza del destino che ha inaugurato la XXII edizione. foto di Rocco Casaluci
foto di Andrea Ranzi
OKSANA LYNIV Impegnata e acclamata a livello internazionale, è fondatrice del LvivMozArt Festival di Leopoli in Ucraina e dell’Orchestra sinfonica giovanile dell’Ucraina / YsOU, della quale è anche direttrice artistica. È la prima donna nella storia del teatro a salire sul podio del Festival di Bayreuth con la produzione di Der fliegende Holländer di Wagner in apertura del festival 2021, ed è la prima donna a ricoprire la carica di direttrice musicale di un’orchestra d’opera italiana, dal 2022 al Teatro Comunale di Bologna. Nel novembre 2020 è stata premiata dalla rivista tedesca Oper! come miglior direttore d’orchestra dell’anno. Dal 2017 al 2020 ha ricoperto la carica di direttrice musicale all’Opera e alla Filarmonica di Graz, dando nuova vitalità musicale ad uno dei più grandi centri culturali dell’Austria. Dall’inizio dell’aggressione russa contro l’Ucraina, Lyniv è diventata il simbolo nel mondo musicale internazionale contro la guerra scoppiata nel proprio paese. Collabora con orchestre e teatri lirici di fama internazionale come Bayerisches Staatsorchester, Bayerische Staatsoper, Staatskapelle Berlin, Staatsoper Berlin, Symphonieorchester des Bayerischen Rundfunks, RSO-Wien, Wiener Symphoniker, Münchner Philharmoniker, Düsseldorfer Symphoniker, Oper Frankfurt, Theater an der Wien, Staatsoper Stuttgart, Gran Teatre del Liceu di Barcellona, Royal Opera House Covent Garden di Londra, Royal Opera de Wallonie di Liege, Opera National de Paris, Opera di Roma, per citarne solo alcuni. Nella stagione 2022/23, accanto ai diversi impegni al Teatro Comunale di Bologna, annovera concerti con i Münchner Phiharmoniker, con la YsOU, con l’orchestra della Fondazione Gulbenkian a Lisbona, con la Philharmonia Orchestra di Londra, con l’orchestra del Teatro Regio di Torino, con l’Orchestra sinfonica di Milano e con i Wiener Symphoniker. In estate dirigerà inoltre Medee di Cherubini alla Staatsoper unter den Linden e tornerà sul podio di Bayreuth per Der fliegende Holländer. La sua carriera internazionale inizia nel 2004, quando riceve il terzo premio al prestigioso concorso tedesco per direttori d’orchestra Gustav Mahler International Conducting Competition. Dal 2008 al 2013 lavora all’Opera Nazionale di Odessa. Dal 2013 al 2017 è assistente di Kirill Petrenko alla Bayerische Staatsoper di Monaco di Baviera. Parallelamente alla sua carriera internazionale, Oksana Lyniv nutre una profonda passione per lo sviluppo della musica classica in Ucraina, svolgendo così un ruolo importante come una delle personalità più importanti nel panorama culturale del suo Paese e come ambasciatrice culturale dell’Ucraina nel mondo. Per questo è stata insignita di diversi titoli, come Ambasciatrice Onoraria della Città di Lviv, e di altri numerosi premi ucraini: la medaglia “For Intellectual Courage” della rivista “Ji”, “People of Lviv” (2017), “Persone dei tempi moderni” (2017), BOOM Awards 2018. Per i suoi progetti internazionali è stata inserita dalla rivista Focus tra le “100 donne più influenti dell’Ucraina” e dalla rivista NV (2019) tra i “Top 100”. È anche vincitrice del prestigioso TREBBIA International Award nella categoria “For Art Activity” (Repubblica Ceca, 2019), ha ricevuto lo status di “Star of the Year 2015” nella categoria “Classics” e il premio del Festival di Monaco di Baviera nel 2015 e per due anni consecutivi è stata nominata nella categoria “Arte” dalla rivista “Die Steierin” (2018-2019, Graz, Austria).
STEFAN MILENKOVICH Nato a Belgrado, ha iniziato lo studio del violino a tre anni, dimostrando subito un raro talento che lo ha condotto alla sua prima apparizione con l’orchestra, come solista, a sei anni ed incominciando una carriera che lo ha portato ad esibirsi in tutto il mondo. È stato invitato, a 10 anni, a suonare per il presidente Ronald Reagan in un concerto natalizio a Washington, per il presidente Mikhail Gorbaciov quando aveva 11 anni e tre anni dopo per il Papa Giovanni Paolo II. Ha festeggiato il suo millesimo concerto a soli 16 anni a Monterrey in Messico. Ha vinto molti premi partecipando ai più importanti concorsi internazionali: il Concorso di Indianapolis (USA), il “Tibor Varga” (Svizzera), il “Queen Elizabeth” (Bruxelles), lo “Yehudi Menuhin”(Gran Bretagna), il “Ludwig Spohr” di Weimar ed il Concorso di Hannover (Germania), il “Lipizer”di Gorizia ed il “Paganini” di Genova in Italia. Riconosciuto a livello internazionale per le sue eccezionali doti tecniche e interpretative, ha suonato come solista con l’Orchestra Sinfonica di Berlino, l’Orchestra di Stato di San Pietroburgo, l’Orchestra del Teatro Bolshoj, la Helsinki Philharmonic, l’Orchestra di Radio-France, l’Orchestra Nazionale del Belgio, la Filarmonica di Belgrado, l’Orchestra di Stato del Messico, l’Orchestra Sinfonica di Stato di San Paolo, l’Orpheus Chamber Orchestra, le Orchestre di Melbourne e del Queensland in Australia, l’Indianapolis Symphony Orchestra, la New York Chamber Symphony Orchestra, la Chicago Symphony Orchestra, collaborando con direttori del calibro di Lorin Maazel, Daniel Oren, Lu Jia, Lior Shambadal, Vladimir Fedoseyev, Sir Neville Marriner. La sua discografia include tra l’altro le Sonate e le Partite di Bach, e l’integrale per la Dynamic (2003) delle composizioni di Paganini per violino solo. Nominato artista serbo del secolo, Milenkovich è impegnato anche in cause umanitarie: tra l’altro nel 2003 gli è stato attribuito a Belgrado il riconoscimento “Most Human Person”. È ospite frequente di trasmissioni TV e radio, e impegnato in case umanitarie: ha partecipato a numerosi concerti patrocinati dall’UNESCO a Parigi, esibendosi al fianco di Placido Domingo, Lorin Maazel, Alexis Weissenberg e Sir Yehudi Menuhin. Dedito anche all’insegnamento, dal 2002 è stato assistente di Itzhak Perlman alla Juilliard School di New York, prima di accettare l’incarico di Professore di Violino all’Università dell’Illinois dal 2006 al 2021. Attualmente è docente alle Accademie Musicali di Novi Sad e Belgrado. Suona un Guadagnini del 1783.
Felix Mendelssoh ritratto nel 1847 da suo cognato Wilhelm Hensel, Stadmuseum Duesseldorf
Stagione concertistica 2022/2023 10 settembre 14 dicembre MAHLER CHAMBER ORCHESTRA ORCHESTRA DA CAMERA PHILIPP VON STEINAECKER DI MANTOVA direttore ANDREA LUCCHESINI pianoforte 13 settembre 20 dicembre CATALINA VICENS ORCHESTRA FRAU MUSIKA clavicembalo CORO DEL FRIULI VENEZIA GIULIA ANDREA MARCON direttore 28 settembre ORCHESTRA MOZART 10 gennaio DANIELE GATTI direttore ALEXANDER ROMANOVSKY pianoforte 4 ottobre QUATUOR SCHUMANN 7 febbraio ORCHESTRA DEL TEATRO 10 ottobre COMUNALE DI BOLOGNA QUARTETTO PROMETEO OKSANA LYNIV direttrice 17 ottobre 17 febbraio Focus Debussy ORCHESTRA DELL’ACCADEMIA QUATUOR MONA NAZIONALE DI SANTA CECILIA MYUNG-WHUN CHUNG direttore 24 ottobre ORCHESTRA SINFONICA 5 marzo NAZIONALE DELLA RAI NICOLA GUIDETTI flauto FABIO LUISI direttore MASSIMILIANO DAMERINI pianoforte GILE BAE pianoforte 27 marzo 7 novembre e 9 novembre NIKOLAJ SZEPS-ZNAIDER violino Focus Debussy ROBERT KULEK pianoforte JEAN-EFFLAM BAVOUZET pianoforte 26 aprile 17 novembre MIKHAIL PLETNEV pianoforte BANDA NAZIONALE DELL’ESERCITO ACCADEMIA DELLO SPIRITO SANTO MARCELLO PANNI pianoforte FeMu EDU 28 novembre 14 settembre CHAMBER ORCHESTRA SULLE ORME DI FRESCOBALDI OF EUROPE SIR ANTONIO PAPPANO direttore 22 novembre JANINE JANSEN violino IL SEMAFORO BLU 8 dicembre 15 dicembre ENSEMBLE LA REVERDIE MUSICA CON GIOCATTOLI
Associazione Ferrara Musica Fondatore Direttore artistico Claudio Abbado Enzo Restagno Presidente Direttore organizzativo Francesco Micheli Dario Favretti Vice Presidente Consulenza strategica Maria Luisa Vaccari Francesca Colombo Consiglio direttivo Responsabile comunicazione Francesco Micheli Marcello Garbato Maria Luisa Vaccari Milvia Mingozzi Social media Stefano Lucchini Francesco Dalpasso Nicola Bruzzo Tesoriere Milvia Mingozzi SEGUICI SUI SOCIAL Seguici sui nostri canali social per foto, video, approfondimenti e per rimanere sempre aggiornato sugli appuntamenti della stagione! facebook.com/ferraramusica instagram.com/ferraramusica PROSSIMO APPUNTAMENTO: 17 FEBBRAIO ORCHESTRA DELL’ACCADEMIA NAZIONALE DI SANTA CECILIA E MYUNG-WHUN CHUNG Musiche di Brahms CON IL SOSTEGNO DI SOCIO FONDATORE IN COLLABORAZIONE CON
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