Martedì 7 febbraio ore 20.30 - Ferrara Musica

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Martedì 7 febbraio ore 20.30 - Ferrara Musica
martedì 7 febbraio ore 20.30
                               CONCERTISTICA 2022/2023
Martedì 7 febbraio ore 20.30 - Ferrara Musica
VLADIMIR GENIN
Mosca, 1958

Passacaglia in Yellow-Blue
prima esecuzione assoluta

PËTR IL’IČ ČAJKOVSKIJ
Votkinsk, 1840 – San Pietroburgo, 1893

Concerto per violino e orchestra op. 35 in re maggiore
Allegro moderato
Canzonetta. Andante
Finale. Allegro vivacissimo

FELIX MENDELSSOHN BARTHOLDY
Amburgo, 1809 – Lipsia, 1847

Sinfonia n. 4 in la maggiore op. 90 “Italiana”
Allegro vivace
Andante con moto
Con modo moderato
Saltarello. Presto
Martedì 7 febbraio ore 20.30 - Ferrara Musica
Note di ascolto

Tra Italia e Ucraina
Vladimir Genin - Passacaglia in Yellow-Blue

Come è tipico per una Passacaglia, una linea di basso fissa ripetuta di otto
battute (basso ostinato) serve come base per una sequenza di variazioni.
Questa linea è simile al modo di procedere di Vivaldi, ma in realtà se ne
discosta, come poi mostra l’apparizione del “motivo della croce” (Crux
fidelis), presente nelle opere di Bach, che simboleggia sofferenza e dolore.
Allo stesso tempo, c’è un tocco di malinconia quasi “blues” nel ritmo
e nella melodia del pezzo, ecco perché è una Passacaglia in Blue (Blue
in inglese non identifica solo il colore ma è anche sinonimo di “triste”).
Il titolo dell’opera, nata originariamente come brano cameristico, fa
riferimento ai colori della bandiera ucraina: blu come il cielo, giallo come
i campi di grano, perché - spiega lo stesso autore - «il mood di quest’opera
è profondamente connesso all’orrore e alla tristezza che hanno fatto da
sfondo costante alla mia vita e al mio lavoro dall’inizio dell’aggressione
russa in Ucraina». Genin, nato a Mosca ma residente in Germania, non è
nuovo a questo tipo di composizioni. In passato ha scritto la Trenodia per le
vittime in Ucraina, brano intriso di preghiera, dolore e catarsi, in memoria
dei caduti nella lotta e nella battaglia per la libertà dell’Ucraina nel 2014-15.

Pëtr Il’ič Čajkovskij - Concerto per violino op. 35

Per incredibile che possa sembrare, Čajkovskij dovette aspettare quasi
quattro anni prima di ottenere un’esecuzione del suo lavoro concertante
più famoso, il Concerto per violino e orchestra. Finalmente, nel 1881, il
violinista Adolf Brodskij si prese la responsabilità di battezzare il Concerto,
convincendo il grande direttore Hans Richter a officiarne la prima assoluta
il 4 dicembre alla Filarmonica di Vienna. L’autore non poté assistere alla
serata perché si trovava in Italia, dove lo raggiunse comunque la “Neue
Freie Presse” con il tagliente giudizio di uno dei più influenti e temuti critici
dell’epoca, il brahmsiano Eduard Hanslick: «rozzezza» e «antimusicalità»,
furono le espressioni più educate di quella recensione. A proposito del
Finale, Hanslick scrisse di aver sentito «il puzzo di acquavite scadente di
un’orgia russa». Čajkovskij incassò («Curiosa come critica, non trovi?»,
scrisse al fratello). Forse sapeva di essersi allontanato troppo dai canonici
schemi concertistici, puntando tutto su una fantasia melodica sfrenata, i
cui temi principali suonano sempre come un ritorno all’origine, lieti ma
anche nostalgici, anziché piegarsi ai dogmi dello sviluppo.
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In un triennio Čajkovskij era stato comunque in grado di partorire il
Concerto per pianoforte in si bemolle minore, Il lago dei cigni, la Quarta Sinfonia
ed Evgenij Onegin, un’iperattività che avrebbe presto necessitato di un
periodo di tregua per rifiatare (soprattutto dopo lo shock dell’insostenibile
matrimonio con un’ex allieva che cominciò a ricattarlo). La pace dei nervi per
Čajkovskij consisteva nella fuga da Mosca e San Pietroburgo, in direzione
Italia o Ucraina. Se Sanremo, Firenze e le colline toscane furono i suoi
luoghi preferiti in Italia, Kamianka (vicino Cherkassy) fu il suo buen retiro
in Ucraina, Paese in cui già nel XVII secolo la famiglia cosacca Čajkovskij
era nota da tempo. Il bisnonno si chiamava Fëdor Čayka (1695-1767), ed
era originario di Kremenchuk, inquadrato come cosacco del reggimento
Murhorod: prese parte alla famosa battaglia di Poltava tra russi e svedesi e
morì per le ferite riportate sul campo. Il figlio di Fëdor, ovvero il nonno del
futuro compositore, era nato proprio nella regione di Poltava, e si chiamava
Petr’ Čayka (1745-1818). Fu lui a cambiare il cognome in Čajkovskij quando
era studente a Kyiv. Petr’, medico dell’esercito, partecipò alla Guerra russo-
turca e poi divenne giardiniere nella provincia russa di Vyatka, dove mise
radici. Ilya Čajkovskij (1785-1880), padre del compositore, si dimise dalla
carica di maggiore generale della caserma di Kama-Votkinsk, mentre sua
moglie era nipote dello scultore francese Michel Victor Acier. Nel 1864 il
ventiquattrenne Čajkovskij, invitato dal principe Aleksei Golitsyn, giunse
per la prima volta in vacanza in Ucraina, esattamente a Trostyanets, nei
pressi di Sumy, dove scrisse la sua prima opera sinfonica, l’ouverture per La
tempesta di Ostrovskij. Sempre lì, divenne amico intimo del discendente del
fondatore della città di Sumy, che gli fece conoscere il resto dell’Ucraina.
La sorella di Čajkovskij, invece, viveva nell’oblast di Cherkassy e proprio lì
il compositore, lo confessa lui stesso, trovò «una pace nell’anima invano
cercata a Mosca e a San Pietroburgo». Sempre in Ucraina, a Kamianka, dove
risiedette a fasi alterne per ventotto anni consecutivi, Čajkovskij compose
il Capriccio italiano, l’opera La pulzella d’Orleans, il Lago dei cigni, La Bella
addormentata, la Serenata per orchestra d’archi, l’Ouverture “1812”. La gente
di Kamianka sarà importante anche perché fornirà al compositore tre
temi popolari confluiti nel Concerto per pianoforte n. 1, di poco precedente
l’apparizione del Concerto per violino.

Felix Mendelssohn Bartholdy - Sinfonia n. 4 “Italiana”

«Finalmente l’Italia! Ho pensato a essa come alla gioia più alta della mia
vita. Ora è incominciata e me la godo». In una lettera datata ottobre 1830
il ventunenne Felix Mendelssohn informava i familiari del suo arrivo a
Venezia. Anche se giovanissimo, Mendelssohn era già Mendelssohn: l’anno
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Vladimir Genin
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precedente aveva già diretto la storica esecuzione della Passione secondo
Matteo di Bach, scritto l’Ouverture per il Sogno di una notte di mezza estate
e steso le prime idee tematiche dell’Ouverture Le Ebridi e della Sinfonia
“Scozzese”. Il grand tour italiano del giovane Felix ricalcava i passi e le
intenzioni di Goethe, di Heine, e di tutta la buona borghesia intellettuale
tedesca che porterà sotto l’arco delle Alpi (rigorosamente in veste di turista)
anche Richard Strauss, Sigmund Freud e Hermann Hesse. Nel febbraio
1831 il wanderer era a Roma. Ancora una volta, una lettera ai familiari ci
fornisce l’indizio su una sinfonia in pectore: «L’Italiana fa grandi progressi
e diventerà il pezzo più piacevole che abbia fatto, specialmente l’ultimo
movimento. Per l’Adagio non ho ancora deciso nulla e credo me lo riserverò
per Napoli». Il suo fiuto non lo tradì: il carattere del secondo movimento
(Andante con moto) è da sempre stato associato, con quell’andamento
compassato, alla musica che accompagnava le processioni religiose, simili
a quelle che Mendelssohn deve aver visto mentre percorreva le strade di
Napoli. Il finale, invece, ha le movenze sfrenate di un Saltarello, danza tipica
dell’Italia centrale. Benché sembri musica scritta sulle ali dell’entusiasmo
e delle prime impressioni, la Sinfonia “Italiana” risponde ai criteri tipici
del processo creativo mendelssohniano: idea iniziale abbozzata di getto,
schizzo (non di rado accompagnato da immagini, Mendelssohn era
un ottimo disegnatore e acquerellista), lenta elaborazione, revisione e
seconda revisione del lavoro ultimato, talvolta anche dopo la stampa o
addirittura rimandando la stampa, con gran pena degli editori. Ultimata di
fatto nel 1833, la Sinfonia “Italiana” fu tra le mani di Mendelssohn quasi fino
al giorno della sua morte. Forse colpa dello scirocco che, come scrisse in
una lettera, gli «impediva di lavorare»?

Luca Baccolini
Čajkovskij in una foto del 18 gennaio 1888, Amburgo
ORCHESTRA DEL TEATRO COMUNALE DI BOLOGNA

È un’orchestra di grande tradizione, alla cui guida si sono avvicendati come Direttori musicali
Celibidache, Peskó, Delman, Chailly, Gatti, Mariotti. Da gennaio 2022 la Direttrice Musicale del
Teatro Comunale di Bologna è Oksana Lyniv.
Tra i direttori che hanno guidato il complesso si segnalano Chung, Conlon, Gergiev, Jurovskij,
Marriner, Muti, Rostropovič, Solti, Thielemann, Dutoit, Prêtre.
L’Orchestra del Teatro Comunale è frequentemente invitata all’estero e ha partecipato a
prestigiosi Festival, da Amsterdam ad Aix-en-Provence, da Savonlinna a Muscat, a Parigi. Un
rapporto privilegiato con il Giappone ha dato seguito a svariate tournée, l’ultima delle quali nel
2019 ad Osaka, Tokyo, Yokohama, Fukuoka, con Rigoletto e Il barbiere di Siviglia. Numerose le
produzioni discografiche, tra le più recenti Armida diretta da Daniele Gatti, Simon Boccanegra
e Attila diretti da Michele Mariotti. Sempre con Mariotti, l’Orchestra ha inciso per Decca
un CD di arie sacre con Juan Diego Flórez e per Sony un album di arie romantiche con Nino
Machaidze; per Deutsche Grammophon Le Comte Ory con Flórez e La Nuit de Mai, arie d’opera
e canzoni di Leoncavallo, con Placido Domingo. Nel 2021 l’Orchestra ha registrato per Deutsche
Grammophon un disco con il tenore Benjamin Bernheim e Frédéric Chaslin sul podio. Tra i
premi ricevuti, la produzione della Bohème al Teatro Comunale, con la regia di Graham Vick e la
direzione di Mariotti, ha vinto il Premio Speciale della critica Musicale “ Franco Abbiati” come
miglior spettacolo del 2018. Dopo una trentennale partecipazione al Rossini Opera Festival (dal
1988 al 2016), il 2017 ha segnato una nuova collaborazione tra il Teatro Comunale di Bologna e il
Festival Verdi di Parma che, tra le varie produzioni, ha visto impegnata l’Orchestra nello Stiffelio
firmato da Graham Vick, insignito del Premio “Abbiati”, e ancora nella Luisa Miller, nell’Aida, in
un concerto sinfonico diretto da Valery Gergiev, nel Simon Boccanegra e nella Forza del destino
che ha inaugurato la XXII edizione.

                                                                                                       foto di Rocco Casaluci
foto di Andrea Ranzi
OKSANA LYNIV

Impegnata e acclamata a livello internazionale, è fondatrice del LvivMozArt Festival di Leopoli in
Ucraina e dell’Orchestra sinfonica giovanile dell’Ucraina / YsOU, della quale è anche direttrice
artistica. È la prima donna nella storia del teatro a salire sul podio del Festival di Bayreuth con
la produzione di Der fliegende Holländer di Wagner in apertura del festival 2021, ed è la prima
donna a ricoprire la carica di direttrice musicale di un’orchestra d’opera italiana, dal 2022 al
Teatro Comunale di Bologna. Nel novembre 2020 è stata premiata dalla rivista tedesca Oper!
come miglior direttore d’orchestra dell’anno. Dal 2017 al 2020 ha ricoperto la carica di direttrice
musicale all’Opera e alla Filarmonica di Graz, dando nuova vitalità musicale ad uno dei più grandi
centri culturali dell’Austria. Dall’inizio dell’aggressione russa contro l’Ucraina, Lyniv è diventata il
simbolo nel mondo musicale internazionale contro la guerra scoppiata nel proprio paese.
Collabora con orchestre e teatri lirici di fama internazionale come Bayerisches Staatsorchester,
Bayerische Staatsoper, Staatskapelle Berlin, Staatsoper Berlin, Symphonieorchester des
Bayerischen Rundfunks, RSO-Wien, Wiener Symphoniker, Münchner Philharmoniker,
Düsseldorfer Symphoniker, Oper Frankfurt, Theater an der Wien, Staatsoper Stuttgart, Gran
Teatre del Liceu di Barcellona, Royal Opera House Covent Garden di Londra, Royal Opera de
Wallonie di Liege, Opera National de Paris, Opera di Roma, per citarne solo alcuni.

Nella stagione 2022/23, accanto ai diversi impegni al Teatro Comunale di Bologna, annovera
concerti con i Münchner Phiharmoniker, con la YsOU, con l’orchestra della Fondazione
Gulbenkian a Lisbona, con la Philharmonia Orchestra di Londra, con l’orchestra del Teatro Regio
di Torino, con l’Orchestra sinfonica di Milano e con i Wiener Symphoniker. In estate dirigerà
inoltre Medee di Cherubini alla Staatsoper unter den Linden e tornerà sul podio di Bayreuth per
Der fliegende Holländer.

La sua carriera internazionale inizia nel 2004, quando riceve il terzo premio al prestigioso
concorso tedesco per direttori d’orchestra Gustav Mahler International Conducting Competition.
Dal 2008 al 2013 lavora all’Opera Nazionale di Odessa. Dal 2013 al 2017 è assistente di Kirill
Petrenko alla Bayerische Staatsoper di Monaco di Baviera.

Parallelamente alla sua carriera internazionale, Oksana Lyniv nutre una profonda passione per
lo sviluppo della musica classica in Ucraina, svolgendo così un ruolo importante come una delle
personalità più importanti nel panorama culturale del suo Paese e come ambasciatrice culturale
dell’Ucraina nel mondo. Per questo è stata insignita di diversi titoli, come Ambasciatrice Onoraria
della Città di Lviv, e di altri numerosi premi ucraini: la medaglia “For Intellectual Courage” della
rivista “Ji”, “People of Lviv” (2017), “Persone dei tempi moderni” (2017), BOOM Awards 2018. Per
i suoi progetti internazionali è stata inserita dalla rivista Focus tra le “100 donne più influenti
dell’Ucraina” e dalla rivista NV (2019) tra i “Top 100”.

È anche vincitrice del prestigioso TREBBIA International Award nella categoria “For Art Activity”
(Repubblica Ceca, 2019), ha ricevuto lo status di “Star of the Year 2015” nella categoria “Classics”
e il premio del Festival di Monaco di Baviera nel 2015 e per due anni consecutivi è stata nominata
nella categoria “Arte” dalla rivista “Die Steierin” (2018-2019, Graz, Austria).
STEFAN MILENKOVICH

Nato a Belgrado, ha iniziato lo studio del violino a tre anni, dimostrando subito un raro
talento che lo ha condotto alla sua prima apparizione con l’orchestra, come solista, a
sei anni ed incominciando una carriera che lo ha portato ad esibirsi in tutto il mondo.
È stato invitato, a 10 anni, a suonare per il presidente Ronald Reagan in un concerto natalizio a
Washington, per il presidente Mikhail Gorbaciov quando aveva 11 anni e tre anni dopo per il Papa
Giovanni Paolo II. Ha festeggiato il suo millesimo concerto a soli 16 anni a Monterrey in Messico.
Ha vinto molti premi partecipando ai più importanti concorsi internazionali: il Concorso
di Indianapolis (USA), il “Tibor Varga” (Svizzera), il “Queen Elizabeth” (Bruxelles),
lo “Yehudi Menuhin”(Gran Bretagna), il “Ludwig Spohr” di Weimar ed il Concorso
di Hannover (Germania), il “Lipizer”di Gorizia ed il “Paganini” di Genova in Italia.
Riconosciuto a livello internazionale per le sue eccezionali doti tecniche e interpretative, ha
suonato come solista con l’Orchestra Sinfonica di Berlino, l’Orchestra di Stato di San Pietroburgo,
l’Orchestra del Teatro Bolshoj, la Helsinki Philharmonic, l’Orchestra di Radio-France, l’Orchestra
Nazionale del Belgio, la Filarmonica di Belgrado, l’Orchestra di Stato del Messico, l’Orchestra
Sinfonica di Stato di San Paolo, l’Orpheus Chamber Orchestra, le Orchestre di Melbourne
e del Queensland in Australia, l’Indianapolis Symphony Orchestra, la New York Chamber
Symphony Orchestra, la Chicago Symphony Orchestra, collaborando con direttori del calibro
di Lorin Maazel, Daniel Oren, Lu Jia, Lior Shambadal, Vladimir Fedoseyev, Sir Neville Marriner.
La sua discografia include tra l’altro le Sonate e le Partite di Bach, e l’integrale
per la Dynamic (2003) delle composizioni di Paganini per violino solo.
Nominato artista serbo del secolo, Milenkovich è impegnato anche in cause umanitarie:
tra l’altro nel 2003 gli è stato attribuito a Belgrado il riconoscimento “Most Human Person”.
È ospite frequente di trasmissioni TV e radio, e impegnato in case umanitarie: ha
partecipato a numerosi concerti patrocinati dall’UNESCO a Parigi, esibendosi al
fianco di Placido Domingo, Lorin Maazel, Alexis Weissenberg e Sir Yehudi Menuhin.
Dedito anche all’insegnamento, dal 2002 è stato assistente di Itzhak Perlman alla Juilliard School
di New York, prima di accettare l’incarico di Professore di Violino all’Università dell’Illinois
dal 2006 al 2021. Attualmente è docente alle Accademie Musicali di Novi Sad e Belgrado.
Suona un Guadagnini del 1783.
Felix Mendelssoh ritratto nel 1847
 da suo cognato Wilhelm Hensel,
        Stadmuseum Duesseldorf
Stagione concertistica 2022/2023

10 settembre                      14 dicembre
MAHLER CHAMBER ORCHESTRA          ORCHESTRA DA CAMERA
PHILIPP VON STEINAECKER           DI MANTOVA
direttore                         ANDREA LUCCHESINI pianoforte

13 settembre                      20 dicembre
CATALINA VICENS                   ORCHESTRA FRAU MUSIKA
clavicembalo                      CORO DEL FRIULI VENEZIA GIULIA
                                  ANDREA MARCON direttore
28 settembre
ORCHESTRA MOZART                  10 gennaio
DANIELE GATTI direttore           ALEXANDER ROMANOVSKY
                                  pianoforte
4 ottobre
QUATUOR SCHUMANN                  7 febbraio
                                  ORCHESTRA DEL TEATRO
10 ottobre                        COMUNALE DI BOLOGNA
QUARTETTO PROMETEO                OKSANA LYNIV direttrice

17 ottobre                        17 febbraio
Focus Debussy                     ORCHESTRA DELL’ACCADEMIA
QUATUOR MONA                      NAZIONALE DI SANTA CECILIA
                                  MYUNG-WHUN CHUNG direttore
24 ottobre
ORCHESTRA SINFONICA               5 marzo
NAZIONALE DELLA RAI               NICOLA GUIDETTI flauto
FABIO LUISI direttore             MASSIMILIANO DAMERINI pianoforte
GILE BAE pianoforte
                                  27 marzo
7 novembre e 9 novembre           NIKOLAJ SZEPS-ZNAIDER violino
Focus Debussy                     ROBERT KULEK pianoforte
JEAN-EFFLAM BAVOUZET pianoforte
                                  26 aprile
17 novembre                       MIKHAIL PLETNEV pianoforte
BANDA NAZIONALE
DELL’ESERCITO
ACCADEMIA DELLO SPIRITO SANTO
MARCELLO PANNI pianoforte         FeMu EDU
28 novembre                       14 settembre
CHAMBER ORCHESTRA                 SULLE ORME DI FRESCOBALDI
OF EUROPE
SIR ANTONIO PAPPANO direttore     22 novembre
JANINE JANSEN violino             IL SEMAFORO BLU

8 dicembre                        15 dicembre
ENSEMBLE LA REVERDIE              MUSICA CON GIOCATTOLI
Associazione Ferrara Musica
Fondatore                                    Direttore artistico
Claudio Abbado                               Enzo Restagno

Presidente                                   Direttore organizzativo
Francesco Micheli                            Dario Favretti

Vice Presidente                              Consulenza strategica
Maria Luisa Vaccari                          Francesca Colombo

Consiglio direttivo                          Responsabile comunicazione
Francesco Micheli                            Marcello Garbato
Maria Luisa Vaccari
Milvia Mingozzi                              Social media
Stefano Lucchini                             Francesco Dalpasso
Nicola Bruzzo

Tesoriere
Milvia Mingozzi

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PROSSIMO APPUNTAMENTO: 17 FEBBRAIO
ORCHESTRA DELL’ACCADEMIA NAZIONALE DI SANTA CECILIA
E MYUNG-WHUN CHUNG Musiche di Brahms

    CON IL SOSTEGNO DI                   SOCIO FONDATORE                IN COLLABORAZIONE CON
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