Maric, il quinto stile per la fase subacquea nel nuoto - written by Redazione | 15 Gennaio 2020

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Maric, il quinto stile per la fase subacquea nel nuoto - written by Redazione | 15 Gennaio 2020
Maric, il quinto stile per la fase
subacquea nel nuoto
written by Redazione | 15 Gennaio 2020
Maric, il quinto stile per la fase subacquea nel nuoto - written by Redazione | 15 Gennaio 2020
Milano, gennaio 2020 – Già campione mondiale di apnea, oggi medico e docente
universitario, Mike Maric, “scienziato del respiro”, autore di diverse
pubblicazioni (tra cui la “Scienza del respiro”), da anni affianca la ricerca
scientifica con la metodologia di allenamento nello sport. Membro del team di MP
Maric, il quinto stile per la fase subacquea nel nuoto - written by Redazione | 15 Gennaio 2020
Michael Phelps, collabora con i più forti nuotatori italiani – Federica Pellegrini,
Gregorio Paltrinieri, Giacomo Carini, tra i tanti – lavorando sulle tecniche di
respirazione e il miglioramento della subacquea nel nuoto.

“La respirazione è il primo fabbisogno fisiologico necessario alla sopravvivenza ed
è oggi anche il più sottovalutato. Proprio per questo motivo, mi dedico a questo
aspetto migliorando la consapevolezza del respiro, insegnando le basi mediche e
scientifiche di una respirazione corretta e funzionale”.

La fase di apnea nel nuoto viene chiamata 5° stile, un momento delicato della
performance che necessita di una preparazione specifica. Unisce infatti sia la
capacità respiratoria, sia la stessa mobilità diaframmatica, snodo fondamentale
per sviluppare il “Kick Dolphin”, la battuta di gambe tipo delfino, che permette al
nuotatore di incrementare velocità. “Se da una parte l’apnea gioca un ruolo
fondamentale, dall’altra bisogna ricordarsi che la gestione del respiro permette di
migliorare questa fase delicata”, spiega il membro del Team MP Michael Phelps.
“Oggi il 5° stile è ormai ampiamente codificato, ed è parte integrante del nuoto
stesso, anche se non sempre viene allenato. Qui intervengo io che sono allenatore
di apnea all’interno del nuoto, al fine di migliorare la fase subacquea nel dorso,
nel delfino e nello stile libero (non nella rana perché siamo più vincolati per
motivi di numero di gambate e bracciate voluti dal regolamento). L’apnea è il
momento in cui il nuotatore è più veloce, contrariamente a quello che si può
pensare, perché grazie al 5°stile può sfruttare efficacemente il kick dolphin”. Per
Maric sono due i connotati fondamentali che contraddistinguono il 5° stile. Il
primo riguarda la tecnica dell’apnea, il secondo la biomeccanica. Tutti e due
insieme consentono la strategia vincente per migliorare il 5° stile. Vediamo nello
specifico questi due grandi capitoli con Mike Maric.

Respiro

Lavorare a secco sulle tecniche di apnea migliora la subacquea sotto diversi punti
di vista. “Spesso il limite del nuotatore è che la gestione della fase di apnea è mal
gestita, subentra una fame d’aria e quando riaggancia in superficie si scompone e
perde centesimi preziosi. Per questo lavorare sull’apnea permette al nuotatore di
migliorare l’approccio mentale al 5° stile, aumentando la tolleranza di CO2.
Questo perché l’atleta, soprattutto nell’ultima virata, ha un elevato quantitativo di
anidride carbonica e l’allenamento all’apnea ti permette di dare maggiore
tolleranza all’anidride carbonica” spiega il membro del Team Mp Michael Phelps.
Il diaframma

La gestione del diaframma è un motivo per cui gli allenamenti in apnea, sia in
statica che in dinamica, sono fondamentali per la gestione del 5°stile. “Con un
diaframma allenato il recupero dopo il breakout è più veloce, perché il ritorno
elastico del diaframma, dopo la fase di apnea, permette di incamerare aria in
maniera passiva, senza un coinvolgimento muscolare attivo. La contrazione del
diaframma deve avvenire come un elastico: se questo elastico è allenato, durante
l’apnea lo tiri e lui ritorna in posizione naturale, il che vuol dire che entra aria
senza la contrazione di quel muscolo” afferma Mike Maric.

Ecco perché secondo Maric un nuotatore dovrebbe accompagnare l’allenamento
in acqua con delle sessioni di tecnica, per imparare ad avere un maggior controllo
del core e soprattutto per sviluppare il movimento del kick dolphin partendo dal
diaframma. “Se riusciamo a spostare il baricentro verso l’altro, facciamo
un’azione utile alla performance in quanto si consuma meno ossigeno in
subacquea e si esprime più forza. Dal punto di visto biomeccanico, nella fase
subacquea, con le mani chiuse a freccia quando il baricentro collima con il centro
di rotazione, che in questo caso è il diaframma, aumenta la stabilità del gesto.
Portare i due centri nell’ottimale, rappresenta l’optimum, aumentando la potenza
e diminuendo al contempo lo sforzo” continua il membro del Team Mp Michael
Phelps.
Come fa Michael Phelps

Analizzare il gesto di Michael Phelps è la cosa migliore per capire il gesto tecnico,
secondo Maric. «Se analizziamo la fase di apnea del campione americano vediamo
che esprime perfettamente la biomeccanica ideale del kick dolphin nella
subacquea. Quando Michael Phelps è chiuso a freccia, il triangolo che formano
spalle, braccia e testa, effettua un movimento che nasce dal diaframma, cioè dal
punto sotto costale. La gambata si sviluppa dal centro del diaframma e finisce al
colpo di frusta del piede».

Come si ottiene tutto questo? «Attraverso una corretta strategia tecnica, cioè
attraverso una serie di esercizi in apnea sia a corpo libero che con le pinne per
migliorare la propriocezione del corpo (nota anche come cinestesia, è la capacità
di percepire e riconoscere la posizione del proprio corpo nello spazio). A questa
fase tecnica deve seguire una fase di allenamento che metta insieme la parte di
apnea, la parte di respirazione e la parte a corpo libero, con una serie di esercizi
di tipo ipercapnico o ipossico, per fare in modo che il nuotatore sviluppi la
subacquea nel suo stile di gara. Nello specifico sono due gli esercizi più facili che
faccio fare anche ai professionisti, con 2 varianti. Per esempio sono esercizi che
Giacomo Carini, atleta del team MP Michael Phelps, ripete tantissimo perché li
ritiene importanti dal punto di vista tecnico».

Per saperne di più: www.michaelphelps.com/it
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