MAPPE CONCETTUALI DIDATTICA

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MAPPE CONCETTUALI
    DIDATTICA
                    Materiali per la riflessione e il lavoro
                nel Liceo Classico “Giulio Cesare” di Roma

                               Proposte da Antonella Jori

con materiali lib eramente rielab orati da un corso di formazione tenutosi presso l’Uciim
              di Roma e da testi per la formazione / gennaio-aprile 2004 ,
                     in particolare, dai proff. Cajola, Cicatelli e Rocchi
Parole-chiave dell’autonomia
        funzionale delle I.I.S.S.
•   FLESSIBILITA’
•   MODULARITA’
•   COMPETENZE e CERTIFICAZIONE
•   AUTOVALUTAZIONE
•   PERSONALIZZAZIONE
•   SUCCESSO SCOLASTICO e FORMATIVO
•   CONOSCENZE-ABILITA’-COMPETENZE
•   RESPONSABILITA’
•   PARTECIPAZIONE
•   ACCOGLIENZA e ORIENTAMENTO
•   NUOVE TECNOLOGIE
PAROLE-CHIAVE dell’AUTONOMIA – DPR
             275/99
              art. 3
• Il Piano dell’Offerta Formativa come documento
  onnicomprensivo della progettazione curricolare ed
  extracurricolare, e quindi carta d’identità di ogni
  istituzione scolastica.
• Deve contenere una vision, una mission, le finalità e gli
  obiettivi, le strategie e le metodologie, i contenuti, i
  profili in uscita, le procedure di valutazione e di
  autovalutazione, le collaborazioni, l’organigramma e la
  definizione sinergica dei ruoli, le risorse, i costi, il
  funzionamento, le procedure per il recupero, il sostegno
  e la promozione delle eccellenze, i progetti.
• Include Regolamenti disciplinari e di contabilità
PAROLE-CHIAVE dell’AUTONOMIA – DPR
           275/99 art. 4
• MODULARITA’ nell’ambito dell’autonomia
  didattica (competenza del Collegio
  Docenti) come
Gruppi di alunni per livelli e interesse
Ripartizione annuale delle ore
Unità orarie
Discipline in ambiti disciplinari
PAROLE_CHIAVE dell’AUTONOMIA –
         DPR 275/99 art. 5
• MODULARITA’ nell’ambito dell’autonomia
  organizzativa (competenza congiunta del
  Collegio Docenti e del Consiglio d’Istituto
  che approva)
• FLESSIBILITA’ nel rispetto dei vincoli
  nazionali e con attenzione alla
  valorizzazione della professionalità
  docente
PAROLE-CHIAVE dell’AUTONOMIA – DPR
           275/99 art. 6
• Autonomia di ricerca, sperimentazione,
  sviluppo come

• condivisione di materiali, sussidi,
  tecnologie, esperienze
PAROLE-CHIAVE dell’AUTONOMIA – DPR
           275/99 art. 7
• Autonomia come valorizzazione di
• ACCORDI di RETE
• fra scuole, con enti locali, con università,
  enti privati
• mediante convenzioni e consorzi
• per incremento, arricchimento,
  ampliamento dell’offerta formativa,
• scambi di docenti, esperienze, materiali
PAROLE-CHIAVE dell’AUTONOMIA – DPR
           275/99 art. 8
• Il curricolo dell’autonomia: il MPI stabilisce
• Obiettivi generali
• Obiettivi specifici
• Discipline e attività della quota nazionale
• Orario obbligatorio annuale
• Limiti della flessibilità a livello temporale per realizzare
  compensazioni
• Standard per la qualità del servizio con indirizzi generali
  per la valutazione, i crediti, i debiti (cfr. DM 26/06/2000
  n. 234)
PAROLE-CHIAVE dell’AUTONOMIA – DPR
           275/99 art. 9
• Gli ampliamenti dell’Offerta Formativa
  devono essere finalizzati soprattutto alla
  PREVENZIONE del DISAGIO e
  dell’ABBANDONO

• (connessione con
• educazione alla salute
• formazione permanente)
PAROLE-CHIAVE dell’AUTONOMIA – DPR
           275/99 art. 10
• Cosa si deve VERIFICARE ?

• Raggiungimento di
• OBIETTIVI di APPRENDIMENTO
• STANDARD di QUALITA’
PAROLE-CHIAVE dell’AUTONOMIA – DPR
           275/99 art. 11
• INIZIATIVE FINALIZZATE
  all’INNOVAZIONE
• devono essere applicate in armonia con
  l’evolversi della legislazione e degli
  ordinamenti;
• quindi attualmente tenendo conto del
  DOCUMENTO sugli ASSI CULTURALI
• (cfr. MPI: Il nuovo obbligo di istruzione: cosa cambia?
  La normativa italiana dal 2007)
PAROLE-CHIAVE
         dell’AUTONOMIA
• PERSONALIZZAZIONE come

• modo di apprendimento
• modo di insegnamento
• modo di erogare offerta formativa
  istituzionale
Gli ASSI CULTURALI
• Le slide precedenti consentono di
  avvicinarci allo studio del documento sugli
  Assi Culturali e quindi a:
• ripensamento
• ristrutturazione
• del curricolo del nostro Liceo

• (cfr. più avanti gli approfondimenti specifici)
Note sull’essere docente
• Ovvero:
• “Quanto vi dicono, fatelo e osservatelo, ma non fate
  secondo le loro opere, perché dicono e non fanno” (Mt
  23, 3)…
• Un po’ di auto-ironia prima di incontrarci con
  atteggiamenti, stili e comportamenti suggeriti al nostro
  essere docenti.
• Si tratta di proposte significative e importanti, da
  assumere con la leggerezza di chi sa che è un percorso
  bello e fruttuoso, ma anche difficile e complesso; più
  facile se diviene percorso condiviso e se ci si sostiene
  affabilmente lungo il sentiero.
Una possibile chiave di accesso: il DIALOGO
        come attitudine fondamentale

• Approfondire e prendere coscienza della
  struttura dia-logica del nostro essere
  profondo, per immettersi in un percorso di
  relazione con se stessi, i colleghi, i
  ragazzi, i collaboratori scolastici, le
  famiglie, che sia connotato dallo scambio
  e dall’incontro vissuti come risorsa
  positiva e lieta piuttosto che come
  appesantimento e sovraccarico
IL DIALOGO e LA CONFLITTUALITA’

• Tanto il dialogo quanto la conflittualità sono
  caratteristiche strutturali della realtà e del nostro
  essere persone-in-relazione.
• Può essere importante assumere e accogliere
  profondamente entrambe le dimensioni, in
  modo che il dialogo non escluda la possibilità di
  affrontare e vivere il conflitto, ma anzi lo accolga
  e lo valorizzi come RISORSA altrettanto
  positiva ed evolutiva, da gestire in modo aperto
  e non violento per la crescita personale e
  comune.
Dialogo, conflittualità e complessità

• L’assunzione tanto del DIALOGO quanto della
  CONFLITTUALITA’ come RISORSE nel nostro modo di
  vivere e lavorare è tanto più rilevante in una realtà
  caratterizzata in modo crescente dalla
                      • COMPLESSITA’
• che esige capacità crescenti di
             • INCLUSIONE e INTEGRAZIONE
• nell’analisi della realtà
• nella ricerca di soluzioni e percorsi efficaci
• nell’attivazione di procedure altamente partecipative,
  personalizzanti, comunicative
Alcuni riferimenti filosofici e pedagogici

•   K.O.APEL (1922): intende la lingua come produzione più che come
    prodotto, e quindi come processo generativo e formativo, apertura
    sull’essere e rivelazione dell’essere.
•   Nello sviluppo della sua vita mette a fuoco il concetto di COMUNITA’
    COMUNICANTE, che consente di superare le opacità dei soggetti in
    comunicazione mettendoli tutti in grado di essere interlocutori autentici,
    produttori e generatori di linguaggi.
•   Per far questo la filosofia deve configurarsi come una psicanalisi
    sociale,che assume il modello psicanalitico come forma di interazione
    sociale tra soggetti attivi, consapevoli e trasparenti del dialogo comunitario
    per un “perfetto intendersi”.
•   La fondazione di una comunità comunicante costituita dal maggior numero
    possibile di soggetti resi interlocutori attivi è anche presupposto per la
    creazione di vere democrazie, che operino una mediazione tra istanze
    universalistiche e particolarità culturali e istituzionali.
•   Cfr. Trasformazioni della filosofia, 1973; Etica della comunicazione, 1988;
•   Discorso e responsabilità, 1988.
•   Sul rapporto tra linguaggio e costruzione delle democrazie, cfr. anche il
    pensiero di J. HABERMAS , in particolare: Teoria dell’agire comunicativo,
    1985
Alcuni riferimenti filosofici e pedagogici
•    M. Buber (1878-1965). Intensa e interessantissima elaborazione, in cui il
     principio dialogico viene visto come la base dell’esistenza a vari livelli:
     filosofico-esistenziale, religioso e interreligioso, politico-sociale.
•    Il senso stesso dell’esistenza umana sta nel porsi in un atteggiamento di
     DIALOGO, di volta in volta con un tu umano, trascendente-spirituale,
     naturale; purché si dia questa forma di relazione, nella quale il rapporto tra i
     dialoganti sia di intersoggettività e quindi di reciproco coinvolgimento
     dall’interno della relazione stessa; che in tal modo diviene rivelativa della
     coscienza personale del soggetto che si pone in relazione dialogica: il tu
     vissuto come soggetto dona all’io relazionato dialogicamente al tu (e quindi
     dall’interno di sé) la propria autoconsapevolezza di essere soggetto.
•    Chi studia il proprio oggetto dall’esterno vive una relazione Io-Esso, che è
     legittima nell’ambito del sapere oggettivabile, ma che è svalutante nel
     rapporto tra soggetti.
•    Cfr. Il principio dialogico, 1962; Io e tu, 1923
•    Per l’elaborazione filosofica del tema della relazione e ri-legazione
     dialogica a livello teologico e religioso, cfr. la fondamentale opera di X.
     ZUBIRI, El hombre y Dios, 1983.
Alcuni riferimenti filosofici e pedagogici
•    Il pensiero ermeneutico in H. Gadamer (1900-2002) e P. Ricoeur (1913-2005).
     Anche in loro, come in Buber, è centrale l’idea che l’identità personale si evolve nella
     relazione con l’alterità; anche nel loro pensiero è rilevante l’analisi del linguaggio e la
     sua creatività.
•    L’ermeneutica viene vista non solo come una procedura filosofica e intellettuale, ma
     come struttura dell’esistenza stessa, che è nella sua sostanza incessante
     interpretazione della realtà nell’incontro creativo e ri-creativo dei soggetti
     interpretanti con la realtà stessa; e nella quale la possibilità di padroneggiare il
     linguaggio diventa fondamentale per poter “avere il mondo”.
•    Nell’atto ermeneutico, ogni soggetto interpreta la realtà a partire dal proprio essere e
     crea un nuovo orizzonte, nel quale altri possono inserirsi e a loro volta ri-creare, e
     così via in un processo infinito in cui anche il conflitto delle interpretazioni è una
     risorsa.
•    La saggezza ermeneutica è quella che riconosce che c’è sempre qualcos’altro da
     dire e da aggiungere e quindi che non pretende mai di avere l’ultima definitiva
     parola.
•    Il sapere riflessivo, cioè continuamente aperto a nuove interpretazioni, è da preferirsi
     ai saperi chiusi e monologici, nei quali sembra sempre che sia stata detta l’ultima
     parola.
•    Cfr. H.GADAMER, Verità e metodo, 1960; P. RICOEUR, Il conflitto delle
     interpretazioni, 1969; La metafora viva, 1975; Il sé come altro, 1990.
Alcuni riferimenti filosofici e pedagogici
•    K. POPPER (1902-1994). La sua elaborazione tocca tanto la filosofia della scienza
     quanto la filosofia politica.
•    In entrambe le dimensioni è centrale il concetto di apertura e di revisione infinita
     della realtà.
•    Sul piano della filosofia della scienza, sostituisce al principio di verificabilità quello di
     falsificabilità, per cui una legge scientifica è tanto più valida in quanto ha al suo
     interno i princìpi per il suo superamento; a quello di osservazione, quelli di
     congetture e confutazioni, che esprimono la flessibilità illimitata del processo di
     approssimazione alla verità.
•    Sul piano della filosofia politica, il suo pensiero si pone come critica dei totalitarismi e
     delle ideologie chiuse e rigide, privilegiando il riformismo gradualista, caratteristico
     delle società aperte, che è l’applicazione del metodo scientifico delle congetture e
     confutazioni alla filosofia politica.
•    Cfr. K. POPPER, Logica della scoperta scientifica, 1934.1959; La società aperta e i
     suoi nemici, 1945; Congetture e confutazioni, 1963; La ricerca non ha fine:
     autobiografia intellettuale, 1974, dove è interessante la connessione tra il pensiero
     del filosofo e la sua vita, da cui origina il pensiero.
Alcuni riferimenti filosofici e pedagogici
•    Un educatore poco noto in Italia: Pedro Poveda (1874-1936).
•    (è in preparazione un documento di approfondimento in word).
•    Qui mi limito a segnalare la vibrante connessione tra la sua vicenda biografica, il suo essere
     profondo e lo sviluppo del suo pensiero pedagogico, da cui emerge la presenza di un intenso e
     crescente percorso di unificazione della sua vita e del suo pensiero verso un’ottica dialogico-com-
     unionale di tutta la persona in se stessa e di tutte le persone fra loro, in un’armonica
     composizione tra lucidità mentale, profondità emozionale e delicatezza dei sentimenti.
•    Tutta la sua vita è stata spesa nella ricerca-azione di un disegno educativo che ponesse la
     persona al centro e nello stesso tempo in relazione viva e presente con gli altri vissuti come “tu”,
     a cerchi concentrici e reti di cooperazione sempre più allargati.
•    Un disegno pedagogico caratterizzato dalla valorizzazione di polarità attitudinali proprie della
     struttura profonda dell’essere umano, solo apparentemente contrapposte, e da Poveda invece
     unificate in un’ottica congiuntiva anziché oppositiva.
•    Caratterizzato altresì dalla centralissima idea della cooperazione, nella quale ogni soggetto è
     convocato a partecipare da vero protagonista riformulando il progetto povedano in prima
     persona, in modo tale che quello stesso progetto cresca in profondità, intensità, complessità, in
     sfumature e declinazioni – ma anche colori, suoni, odori, poeticità diversificate- e in un modo
     sempre più completo di approssimarsi alla verità, attraverso il contributo di tutti e ciascuno.
•    Pensiero profondamente religioso e cristiano, ma anche profondamente aperto all’alterità e al
     dialogo fecondo e non contrappositivo con pensieri divergenti, in una laicità vista come mettere in
     gioco se stessi e la propria identità personale, culturale, religiosa senza nascondimenti, e nello
     stesso tempo in apertura, ricezione e ascolto delle identità differenti.
Il DOCENTE e la COMUNICAZIONE

Stile AUTOREVOLE NON DIRETTIVO
Sollecita iniziative, non impone (non ordina, non comanda, non
   investiga)
Ascolta attivamente e comprende (non critica né valuta
   continuamente, non confronta, non giudica, non biasima, non
   etichetta, non interpreta, non moralizza)
Orienta, esplicita, fa emergere, apre orizzonti e soluzioni non note
   (non indottrina, non persuade né istruisce, consiglia, indirizza,
   intellettualizza)
Comunica con disponibilità, cerca soluzioni e motiva a eventuali
   rinunce (non comunica in modo difensivo e strategico, non
   rimprovera tramite domande formulate apposta, non colpevolizza,
   non usa promesse e ricatti, non minaccia, non ricorre al ruolo)
Il DOCENTE e la COMUNICAZIONE

•   Accettazione incondizionata delle persone (non rifiuto delle
    persone)
•   Creazione e mantenimento di un clima di stima e rispetto, di
    cordialità e gentilezza, di bontà e di ottimismo (non disistima e
    disprezzo, non scortesia e mancanza di tatto, non reattività e
    pessimismo rispetto agli esiti)
•   Il GRUPPO-CLASSE (che è formalizzato, omogeneo per età e
    disomogeneo per sessi, culture, classi sociali, religioni o meno,
    tipologie e modi diversi di essere e comunicare) viene gestito in
    modo da far emergere le persone, coordinandone le
    caratteristiche in ordine al successo scolastico e formativo e
    gestendo i ruoli in modo da evitare che si fissino
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    lezioni della prof. L.CAJOLA c/o Uciim

          DIVERSITA’ come VALORE

  Gestione flessibile/
  modulare per gruppi                          Docimologia:
                                                 verifica
                                               valutazione

                         Didattica integrata
                           e differenziata
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• sincronicità, diacronicità, formatività di

                          Continuità

                         Orientamento

        Formazione permanente lungo tutto l’arco della vita
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• Fattori che determinano le migliori
  condizioni di apprendimento

                                           Massimo delle opportunità
     Progettualità e azione                        formative
         del docente                          per ciascuno e tutti

                        La persona che apprende
                       con la sua storia personale
                       e la sua capacità di essere
                                                              famiglia
                   protagonista del processo formativo
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                          • Il DOCENTE

                     Progetta = organizza l’apprendimento

  con flessibilità                                    per il successo
                                                         formativo

                dal metodo
               alle strategie            utilizzando la valutazione
                                                  formativa
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• Dal metodo alle strategie ? =
• Metodo da creare e ri-creare utilizzando
  varie tipologie e modelli di riferimento
  anche tramite l’ASCOLTO di
• Alunni
• Famiglie
• Territorio
• Verifiche di tipo diagnostico e formativo
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• Il SUCCESSO FORMATIVO: cos’è?
• Sviluppo massimo delle capacità come
  acquisizione di
• CONOSCENZE = sapere
• ABILITA’ = saper fare
• COMPETENZE = saper essere, saper
  agire
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• COMPETENZE: cosa sono ?
• Saper essere e saper agire che si costruisce
  sulla base di conoscenze e abilità e che sono
• SPENDIBILI
• TRASPORTABILI
• APPLICABILI in contesti diversificati
• e che MODIFICANO la MAPPA COGNITIVA del
  soggetto, cioè il suo sapere, il suo saper fare, il
  suo agire ed essere
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• Effetti delle migliori condizioni di
  apprendimento
                                               ciclicità
             Sviluppo e
           consolidamento
       dei saperi = conoscenze
                                    Promozione delle capacità di
                                     strutturare e destrutturare
                                     gli apprendimenti = abilità

          Sviluppo positivo della
           Identità personale =
               competenze
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  ORGANIZZAZIONE DIDATTICA
  EFFICACE:
• clima sociale e affettivo interno alla classe
  e/o ai gruppi di alunni
• stili di insegnamento
• comunicazione didattica tra persone con i
  loro valori, autorevole non direttiva, che passi
  dal metodo (rigidità) alle strategie (flessibilità,
  creatività, adattabilità)
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• L’istruzione individualizzata utilizza
  differenti strategie, mentre
• l’istruzione personalizzata si pone diversi
  obiettivi e utilizza differenti strategie.
• L’insegnamento flessibile, già
  predisposto per le diverse abilità, adatta
  l’insegnamento alle caratteristiche
  personali degli alunni e alle loro differenze
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• MODALITA’ FLESSIBILI della DIDATTICA:
1. Repertorio di tecniche didattiche
   (brainstorming, drammatizzazione,
   discussione, gioco di ruolo, ecc.)
2. Metodi di insegnamento (non esiste il metodo
   in assoluto migliore)
3. Strategie di individualizzazione-
   personalizzazione (mastery learning, didattica
   modulare, laboratori, ecc.)
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• Approfondimento sul mastery learning =
  apprendimento per la padronanza:
          La VERIFICA FORMATIVA ne è il cuore strategico

 percorsi di compensazione
                                        percorsi di compensazione
         diversificati
                                                diversificati

                   PADRONANZA = COMPETENZA
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• Didattica modulare = razionalizzazione
  della didattica.
• Richiede:
• Indagine sui bisogni formativi e sulla
  situazione di partenza con
• verifica diagnostica e
• riflessione sulla verifica formativa.
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• Didattica modulare = razionalizzazione
  della didattica.
• Esige:
• organizzazione delle parti migliori delle
  varie e diverse teorie didattiche per
  personalizzare la didattica e i suoi
  interventi allo scopo di far sviluppare le
  capacità al meglio e dare pari opportunità
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• Didattica modulare = razionalizzazione
  della didattica.
• Lo spazio dell’organizzazione della
  didattica = progettazione
• Creativa = arte
• Ordinata = scienza
• Per strategie
• Flessibile e modulare
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    lezioni della prof. L.CAJOLA c/o Uciim

• Didattica modulare = razionalizzazione della
  didattica.
• Una definizione di MODULO:
• segmento fortemente omogeneo e strutturato di
  un curricolo, progettato disciplinarmente o
  interdisciplinarmente o transdisciplinarmente da
  uno più docenti intorno ai nodi concettuali della
  proposta formativa (per cui esige l’analisi
  epistemologica delle discipline coinvolte: cosa è
  essenziale all’interno di ogni disciplina e dentro
  a quel modulo specifico)
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    lezioni della prof. L.CAJOLA c/o Uciim

• Didattica modulare = razionalizzazione della
  didattica.
• Il MODULO: cosa genera ?
• promuove saperi di base e competenze
  capitalizzabili, tali da modificare la mappa
  cognitiva di chi porta a termine il percorso di
  studio, di attività, di esperienze richiesto e lo
  ristruttura in continuità e discontinuità rispetto al
  passato, aprendo orizzonti e orientando la
  persona per la vita
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    lezioni della prof. L.CAJOLA c/o Uciim

• Funzioni della didattica:
• TRADIZIONALE come

   Comunicazione
     di repertori                                     Controllo degli
    di conoscenze                                     apprendimenti

               mediante spiegazione – interrogazione – voto
            con percorso centrato sui contenuti, sui programmi,
      ull’insegnamento, la trasmissibilità, la ripetitività, la recettività,
                               la diacronicità
MAPPE CONCETTUALI rielaborate da un ciclo di
    lezioni della prof. L.CAJOLA c/o Uciim

• Funzioni della didattica:
• TRADIZIONALE.
• La VERIFICA è puramente conoscitiva
  del grado di preparazione in quanto
  assimilazione dei contenuti da parte
  dell’alunno
• La VALUTAZIONE non sempre è
  condivisa.
• Il modello di scuola è selettivo
MAPPE CONCETTUALI rielaborate da un ciclo di
    lezioni della prof. L.CAJOLA c/o Uciim

• Funzioni della didattica:
• MODULARE. E’ un processo in cui
  vengono
                  incentivati gli STATI AFFETTIVI
                   connessi con l’apprendimento:
                 la motivazione, la stima, la fiducia,
                           l’autostima, …

apprendimento                                            personalizzazione
                    consolidati gli apprendimenti
 significativo                                              integrazione

                   differenziati gli apprendimenti
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    lezioni della prof. L.CAJOLA c/o Uciim
• Funzioni della didattica:
• MODULARE. E’ dunque un processo dinamico, aperto,
  flessibile, personalizzato
• in cui tramite l’incentivazione degli stati affettivi connessi
  con l’apprendimento, il consolidamento e la
  differenziazione degli stessi,
• la persona dell’alunno viene pienamente coinvolta
  (emozioni, sentimenti, mente) nel processo di
  apprendimento,
• in modo da giungere a una modificazione della mappa
  cognitiva personale e all’acquisizione di competenze,
• in una dimensione di orientamento formativo
• e di disponibilità a un percorso di formazione lungo tutto
  l’arco dell’esistenza
• che ne valorizzi la diversità e la comunicabilità
MAPPE CONCETTUALI rielaborate da un ciclo di
    lezioni della prof. L.CAJOLA c/o Uciim

• Funzioni della didattica MODULARE:
• massima condivisione ed estensione dell’Offerta
  Formativa
• applicabilità all’Educazione degli Adulti e delle persone
  diversamente abili
• disponibilità a sinergie fra scuola e reti di scuole,
  famiglie e territorio
• in cui la DIVERSITA’ è vissuta come un valore
  spendibile e comunicabile
• e ci si riferisce ai DIRITTI costitutivi e costituzionali della
  PERSONA, con attenzione alla rimozione di ciò che
  ostacola l’apprendimento e il successo formativo
Alcune RIFLESSIONI e PISTE di
         APPROFONDIMENTO

• La FLESSIBILITA’ è attitudine
  personale e professionale profonda
  del DOCENTE
• La MODULARITA’ consente di
  rendere percorribile didatticamente
  l’attitudine della flessibilità
Alcune RIFLESSIONI e PISTE di
            APPROFONDIMENTO
• La flessibilità e la modularità propongono al docente:
• la conoscenza degli alunni e dei loro stili cognitivi
  continuamente aggiornata e materia di riflessione
• l’utilizzazione di moduli entro cui collocare le unità
  didattiche o le unità di apprendimento
• l’utilizzazione di gruppi di alunni modulari in alternanza,
  non in sostituzione totale, del gruppo-classe: gruppi
  modulari di livello, di compito, elettivi
• l’utilizzazione di tecniche varie e di laboratori
• la verifica diagnostica iniziale e prognostico-formativa,
  sempre e comunque formativo-procedurale
Alcune RIFLESSIONI e PISTE di
         APPROFONDIMENTO
• La verifica formativo-procedurale è
  anche
• autoverifica e autovalutazione per il
  docente
• incentivazione all’autoverifica e
  autovalutazione da parte degli alunni
• presupposto per l’autovalutazione di
  Istituto e di sistema
Alcune RIFLESSIONI e PISTE di
          APPROFONDIMENTO
• La VERIFICA SOMMATIVO-FINALE
• non deve giungere come sorpresa
• deve porsi all’interno del patto formativo,
  dove ogni momento didattico è condiviso,
  comunicato, esplicitato, sofferto e gioito
  insieme
• con attenzione alla persona, che va
  sempre oltre il proprio insuccesso e
  anche il proprio successo !
L’orientamento
                diacronico-formativo
•   Riferimento legislativo: DM 487/97, che
•   sviluppa l’idea della “scuola orientante” di Brocca
•   indica la funzione orientativa come fondamentale nella scuola
    dell’autonomia funzionale al successo scolastico e formativo
    nonché al percorso di crescita globale della persona, come
    prevenzione della dispersione scolastica e quale adempimento del
    diritto-dovere di istruzione formazione
•   inquadra in particolare il primo anno di SSS come dedicato ad
    azioni valutative sincroniche e diacroniche; raccolta di dati
    osservativi; costituzione di bilanci di competenze; promozione di
    capacità autovalutative
L’orientamento
             diacronico-formativo
    Modello TRADIZIONALE          Modello PERSONALE
                                     INTEGRATO
SEMPLICE                      COMPLESSO
INFORMATIVO                   FORMATIVO
DETERMINISTICO                PROBABILISTICO
RIGIDO                        FLESSIBILE
SINCRONICO                    DIACRONICO
TERMINALE                     CONTINUO-PERMANENTE
CIRCOSCRITTO                  DIFFUSO in tutte le materie
EXTRACURRICOLARE              CURRICOLARE
DELEGATO A ESPERTI            ASSUNTO da TUTTI I DOCENTI
ESTEMPORANEO                  SISTEMATICO
Centrato sulle INFORMAZIONI   Centrato sulla PERSONA
Ulteriori approfondimenti
• L’APPRENDIMENTO è SIGNIFICATIVO
  quando è:
• connesso con i saperi precedenti
• aperto a nuovi orizzonti
• progettato possibilmente per ricerca e
  scoperta
• graduale-epigenetico
• motivato e motivante
Ulteriori approfondimenti
•   Il DOCENTE è motivante quando:
•   è automotivato
•   ha creatività e curiosità culturale
•   ha creatività didattica unita a rigore
•   è attento all’aggiornamento disciplinare
•   è capace di serene relazioni
•   è flessibile
•   crea un ambiente affettivo caldo e accogliente
•   comunica in modo diretto autorevole non autoritario
•   utilizza il rinforzo positivo e valorizza qualunque frammento positivo
    acqusito dall’alunno/dagli alunni
•   corregge l’errore in modo non afflittivo, anzi lo utilizza come risorsa
    e ne sa anche dilazionare la correzione (apprendimento per errore)
•   comunica in modo trasparente e chiaro
•   utilizza il patto formativo
Ulteriori approfondimenti
• Il DOCENTE è inserito in un sistema
  complesso:
• nel sistema nazionale, a sua volta inserito
  in quello europeo e in quello planetario
• nel sistema-istituto e quindi nel P.O.F.
• in relazione a colleghi, Dirigente
  Scolastico, alunni, famiglie, territorio
Ulteriori approfondimenti
• Attitudini positive del DOCENTE:
•   CREATIVO
•   LIBERO
•   INTEGRATO

•   COMPETENTE a livello disciplinare e aperto alla dimensione inter
    e transdisciplinare
•   MOTIVATO e MOTIVANTE
•   RASSICURANTE

•   CONSAPEVOLE
•   FLESSIBILE
•   CONTRATTUALE
Ulteriori approfondimenti
• Il DOCENTE facilitatore:
• facilita l’apprendimento degli alunni tramite
• l’ORGANIZZAZIONE della didattica e
  degli interventi (progettualità)
• L’ATTENZIONE alle persone degli alunni
  e ai loro stili cognitivi
Ulteriori approfondimenti
•   Il DOCENTE facilitatore ipotizza
•   Esiti
•   Obiettivi
•   Strategie
•   Attività
•   Verifiche
•   Valutazione
•   Comunica tutto questo e condivide il processo
Ulteriori approfondimenti
• Il PROGRAMMA è attualmente
• prescrittivo in riferimento a finalità e
  obiettivi generali del processo formativo e
  specifici di apprendimento e sui profili di
  uscita (ma bisogna tenere conto delle rapide
  trasformazioni prescrittive di questi ultimi anni)
• Indicativo nei contenuti e nella
  metodologia
Ulteriori approfondimenti
• La PROGETTAZIONE
• richiede ascolto, conoscenza e relazione
  con
• una realtà territoriale concreta
• le tendenze socio-economiche
• i bisogni formativi
• gli alunni
• le famiglie
Ulteriori approfondimenti
• La PROGETTAZIONE
• tiene anche conto della professionalità
  (cultura, umanità, competenze) dei
  docenti dell’Istituzione Scolastica e quindi
• genera il P.O.F., che è espressione di tutti
  i punti appena elencati
Ulteriori approfondimenti
• Il P.O.F. è
• frutto del Collegio Docenti
• in ascolto dei bisogni formativi emergenti
  da alunni, famiglie, territorio
• in recezione dei criteri formulati dal
  Consiglio d’Istituto, che in ultima analisi
  anche lo approva
Ulteriori approfondimenti
•   La PROGRAMMAZIONE è realizzata da:
•   singolo docente
•   docenti del Consiglio di classe
•   docenti di Dipartimento
•   docenti di classi parallele
•   docenti in continuità diacronica
Ulteriori approfondimenti
• La PROGRAMMAZIONE deve contenere:
• gli esiti attesi
• i contenuti disciplinari, interdisciplinari,
  transdisciplinari
• le metodologie e gli strumenti, in una
  parola le strategie
• la verifica: come, quando, quanto
• la valutazione: criteri, indicatori
Ulteriori approfondimenti
• La COMUNICAZIONE è competenza del
  DOCENTE e deve plasmarsi come
  INTENZIONALE, non inavvertita e
  implicita.
• Il presupposto è che noi comunichiamo
  sempre, anche quando ci sembra di non
  comunicare !
Ulteriori approfondimenti
• Caratteristiche della COMUNICAZIONE
  INTENZIONALE:
• fondata sull’autoconsapevolezza
• aperta a coltivare empatia (sentire
  nell’altro) e stima reciproca
• che si elabora per giungere prima di tutto
  alla chiarezza interna e poi alla
  chiarezza espressiva come frutto della
  prima
Ulteriori approfondimenti
• La COMUNICAZIONE INTENZIONALE:
• utilizza la ricchezza dei linguaggi
• è attenta alla comprensibilità per gli uditori
• si orienta a stimolare l’ampliamento e
  l’approfondimento delle conoscenze
• si plasma sullo stile della comunicazione
  autorevole diretta e non autoritaria
  direttiva
Ulteriori approfondimenti
•   La FLESSIBILITA’ del docente in relazione al discente è attenta
    alla personalizzazione dei percorsi e richiede un processo
    continuo di conoscenza degli alunni.
•   Si declina come:
•   rispetto delle persone integrali degli alunni con le loro storie
•   rispetto degli stili cognitivi degli alunni
•   creazione di un clima incoraggiante, carico di fiducia, stima,
    interattività
•   assunzione della diversità come valore condiviso
•   riconoscimento del diritto all’errore e assunzione dell’errore come
    risorsa per l’apprendimento e il successo
•   facilitazione dell’apprendimento per scoperta
•   sollecitazione al dialogo e al confronto
•   comunicazione di stimoli motivanti, integrabili con il patrimonio
    personale emotivo, affettivo, cognitivo precedente e aperti a
    sviluppi presenti e futuri
Ulteriori approfondimenti
• La LIBERTA’ d’INSEGNAMENTO è
FUNZIONALE al successo formativo, quindi alle
  pari e migliori opportunità dell’alunno/degli
  alunni e pertanto non è assoluta.
E’ VINCOLATA ad alunni, famiglie, P.O.F.,
  normativa, materia, finalità: vincolo come
  risorsa e patrimonio di riflessione e confronto
  costanti, non come gabbia né come
  deperimento della creatività, delle competenze
  personali e degli stili specifici.
Ulteriori approfondimenti
• Ogni MATERIA può contenere più DISCIPLINE: per
  es., l’IRc (insegnamento di religione cattolica) contiene le varie
  scienze religiose.
• Il DOCENTE conosce:
• la materia e le discipline
• a livello di statuto epistemologico, di nodi concettuali di
  esse.
• Il DOCENTE, in riferimento ai contenuti
• li problematizza per risvegliare la ricerca, anziché
  limitarsi a trasmetterli
• li sceglie sulla base di criteri
Ulteriori approfondimenti
• I CRITERI per la scelta dei contenuti della
  propria materia e delle discipline in essa
  contenute, pone in connessione:
• criterio epistemologico: rilevanza dei nodi
  concettuali principali, saperi minimi, ecc.
• aderenza ai programmi nazionali
• aderenza al P.O.F. (territorio, bisogni formativi,
  attualità)
• aderenza alle persone concrete degli alunni
• possesso e passione personale degli argomenti
  e dei contenuti
Ipotesi per metodi e strategie

  Il metodo FEUERSTEIN - ICELP
Reuven Feuerstein
• Nato nel 1921 in Romania, di famiglia ebraica,
  fin da piccolo mostrò doti intellettuali
  eccezionali. Internato in campo di
  concentramento, al ritorno si trasferì in Israele
  dove mise a punto un metodo per il recupero di
  bambini deprivati dalle sofferenze o con
  situazioni di svantaggio affettivo e cognitivo.
• Nel 1992 è nato l’ICELP (International Center
  for the Enhancement of Learning Potential) che
  organizza corsi di formazione in tutto il mondo.
Metodo Feuerstein - ICELP
• Parte dall’idea della MODIFICABILITA’ COGNITIVA di
  ogni persona senza limiti di tempo e lungo tutto l’arco
  dell’esistenza.
• Ciò significa che il recupero è sempre possibile !
• Il metodo è trasversale e applicabile a qualunque
  disciplina
• Costituisce una base adeguata per rafforzare le
  competenze disciplinari
• Un clima affettivo caldo e un universo relazionale
  interpersonale ricco e profondo sono fondamentali per
  l’apprendimento e la modificazione cognitiva !
Metodo Feuerstein - ICELP
• Una persona con problemi di apprendimento
  normalmente vive un circolo vizioso di
  SFIDUCIA nelle proprie possibilità di recupero.
• Per convertire il circolo vizioso in circuito
  virtuoso, occorre ridargli FIDUCIA
  consentendogli di sperimentare il SENSO di
  COMPETENZA e l’apertura alle nuove
  conoscenze
• Occorre quindi APRIRE le FINESTRE
  COGNITIVE
Metodo Feuerstein – ICELP
• Come ottenere questo ?
• Lavorando sulla cosiddetta AREA di
  PROSSIMITA’ =
• Proporre alla persona sfide ed esercizi su
  compiti né troppo semplici né troppo complessi,
  che lo portino un po’ più in là del quadro attuale,
  ma a piccoli passi, secondo un percorso di
  crescita epigenètico = sedimentare bene un
  livello prima di passare al gradino successivo
Metodo Feuerstein - ICELP
• Man mano che la persona si sperimenta
  capace di risolvere i problemi che gli
  vengono sottoposti nell’area di prossimità,
  rinforza la fiducia nelle proprie capacità e
  si apre a nuove conoscenze e sfide
  cognitive
Metodo Feuerstein - ICELP
• Il metodo è molto preciso anche nel mettere a
  fuoco e precisare quali siano le FUNZIONI
  COGNITIVE CARENTI attraverso una serie di
  test molto elaborati.
• Essi consentono di verificare se le carenze
  siano in fase di
• INPUT = problemi sensitivi ?
• ELABORAZIONE = problemi organizzativi ?
• OUTPUT = problemi espressivi ?
Metodo Feuerstein - ICELP
  • In sintesi questo metodo si propone di
• sviluppare le funzioni cognitive di persone
  culturalmente e affettivamente deprivate e
  con varie forme di svantaggio, pur
  essendo applicabile a tutti,
   • tramite il Programma di Arricchimento
                Strumentale (PAS)
Metodo Feuerstein - ICELP
             • Stimolare la creazione di
•   nuove capacità di pensiero,
•   elaborazione di concetti,
•   riflessione non impulsiva,
•   organizzazione e selezione dei dati
Metodo Feuerstein - ICELP
                 • Sviluppare
• flessibilità mentale
• ragionamento deduttivo e induttivo
• pensiero ipotetico e inferenziale
     • Rendere la persona generatrice di
                   informazioni
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