Lombardia, Rolfi: Spandimento di fanghi da depurazione comuni - Agricolae

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Lombardia, Rolfi: Spandimento di fanghi da depurazione comuni - Agricolae
Lombardia, Rolfi: Spandimento
di fanghi da depurazione
vietato    in   174   comuni
lombardi
“Nel 2022 lo spandimento di fanghi da depurazione nei campi
sarà vietato in 174 Comuni lombardi. La materia organica ha
reso la pianura padana una delle terre più fertili al mondo.
La Regione Lombardia continua a prediligere gli effluenti
zootecnici rispetto alla chimica per la fertilizzazione dei
campi. Dobbiamo anzi continuare a lavorare affinché la materia
organica sia utilizzata per ciò che è: una straordinaria
risorsa in ottica di economia circolare, dalla quale poter
produrre energia green. Investendo in iniettori e in
innovazione tecnologica stiamo contribuendo alla riduzione
delle emissioni in atmosfera. La strada è questa, a tutela
della zootecnia, dell’agricoltura e dell’ambiente”. Lo ha
detto l’assessore regionale lombardo all’Agricoltura,
Alimentazione e Sistemi verdi, Fabio Rolfi, presentando il
decreto con il quale la Regione Lombardia ha vietato per
l’anno campagna 2021/2022 l’impiego per uso agronomico dei
fanghi da depurazione in 174 Comuni del territorio regionale.

L’impiego dei fanghi per uso agronomico è dunque consentito
solo su terreni non localizzati in Comuni in cui la produzione
di effluenti da allevamento, dovuta al carico zootecnico,
superi il limite fissato dalla Direttiva nitrati e dalla norma
regionale di settore (170 kg N/ha/anno per le zone
vulnerabili; 340 kg N/ha/anno per le zone non vulnerabili).

“La scelta di prediligere concime naturale per la nostra terra
Lombardia, Rolfi: Spandimento di fanghi da depurazione comuni - Agricolae
– ha aggiunto l’assessore – sarà sempre più vincente anche
sotto il profilo dell’immagine aziendale. I fanghi,
correttamente trattati, eventualmente devono essere
considerati come integrativi dove manca materia organica, non
possono sostituirla. Vogliamo dare ai nostri allevatori e
produttori la possibilità di essere competitivi sul mercato.
In   Lombardia,     prima   regione   agricola    d’Italia,
l’agroalimentare sta guidando la ripartenza”. “L’export – ha
continuato – fa registrare crescite in doppia cifra anche
rispetto al periodo pre pandemia e dobbiamo sostenere le
nostre aziende agricole in questo percorso legato a doppio
filo alla sostenibilità ambientale”.

“Il numero dei Comuni in cui è attivo il divieto è aumentato
rispetto allo scorso anno, segno di una zootecnia che cresce.
Questa attività – ha concluso l’assessore Rolfi – è alla base
delle Dop italiane più conosciute e apprezzate al mondo. Con
l’innovazione tecnologica le nostre aziende agricole hanno la
possibilità di abbattere le emissioni e trasformarsi in
agroraffinerie in grado di produrre energia pulita”.

Di seguito l’elenco dei comuni in cui è vietato lo spandimento
agronomico dei fanghi

BERGAMO (32 Comuni)

Antegnate

Arzago d’Adda

Barbata

Bottanuco
Brignano Gera d`Adda

Calcio

Canonica d`Adda

Caravaggio

Casirate d`Adda

Castel Rozzone

Chignolo d`Isola

Cividate al Piano

Cologno al Serio

Cortenuova

Covo

Credaro

Fontanella

Fornovo San Giovanni

Ghisalba

Isso

Lallio

Martinengo

Morengo

Mornico al Serio

Mozzanica

Palosco
Pumenengo

Romano di Lombardia

Telgate

Torre Pallavicina

Treviglio

Zanica

BRESCIA (61 Comuni)

Acquafredda

Alfianello

Bagnolo Mella

Barbariga

Bedizzole

Berlingo

Borgo San Giacomo

Borgosatollo

Calcinato

Calvisano

Capriano del Colle

Carpenedolo

Castegnato

Castenedolo
Castrezzato

Chiari

Cigole

Coccaglio

Comezzano – Cizzago

Corzano

Dello

Flero

Gambara

Ghedi

Gottolengo

Isorella

Leno

Lograto

Lonato del Garda

Manerbio

Milzano

Montichiari

Montirone

Nuvolento

Nuvolera

Offlaga
Orzinuovi

Orzivecchi

Ospitaletto

Paderno Franciacorta

Pavone del Mella

Pompiano

Poncarale

Pontevico

Pontoglio

Pralboino

Quinzano d`Oglio

Remedello

Roccafranca

Roncadelle

Rovato

Rudiano

San Gervasio Bresciano

San Paolo

San Zeno Naviglio

Seniga

Urago d`Oglio

Verolanuova
Verolavecchia

Villachiara

Visano

COMO (2 Comuni)

Bulgarograsso

Novedrate

CREMONA (42 Comuni)

Agnadello

Bagnolo Cremasco

Camisano

Capergnanica

Cappella Cantone

Capralba

Casale Cremasco – Vidolasco

Casaletto Ceredano

Casaletto di Sopra

Casaletto Vaprio

Castel Gabbiano

Castelleone

Chieve
Cremosano

Crotta d`Adda

Cumignano sul Naviglio

Dovera

Formigara

Gombito

Izano

Malagnino

Moscazzano

Palazzo Pignano

Pandino

Pessina Cremonese

Pieve San Giacomo

Pizzighettone

Quintano

Ricengo

Ripalta Cremasca

Ripalta Guerina

Rivolta d`Adda

Romanengo

San Bassano

Sergnano
Soncino

Spino d`Adda

Stagno Lombardo

Ticengo

Trescore Cremasco

Trigolo

Vescovato

LECCO

Rogeno

LODI (8 Comuni)

Abbadia Cerreto

Bertonico

Brembio

Cervignano d`Adda

Corte Palasio

Guardamiglio

Secugnago

Turano Lodigiano

MANTOVA (18 Comuni)
Bagnolo San Vito

Borgo Virgilio

Canneto sull’Oglio

Casaloldo

Castiglione delle Stiviere

Cavriana

Gazoldo degli Ippoliti

Goito

Gonzaga

Guidizzolo

Marmirolo

Medole

Motteggiana

Pegognaga

Piubega

Rodigo

Roverbella

San Martino dall’Argine

MILANO (4 Comuni)

Bellinzago Lombardo

Bresso
Bussero

Sedriano

MONZA BRIANZA (2 Comuni)

Lesmo

Triuggio

PAVIA

Costa de’ Nobili

VARESE (3 Comuni)

Arcisate

Besnate

Olgiate Olona.

Aviaria, Rolfi (Lombardia):
Servono ristori immediati per
allevamenti avicoli e piano
nazionale di biosicurezza
“Bisogna sostenere la filiera avicola colpita in questo
periodo storico sia dall’aumento dei costi energetici, delle
materie prime e dei mangimi che dal ripresentarsi in maniera
forte della aviaria nei territori centrali della produzione
avicola italiana. C’è bisogno di una attenzione particolare e
di risorse immediate in finanziaria. In tal senso va la nostra
richiesta di riattivare il fondo previsto per indennizzare gli
allevatori costretti a bloccare l’accasamento degli animali e
quindi obbligati di fatto a un vuoto della attività per
arginare la diffusione della epidemia. Gli allevatori vanno
risarciti riattivando un fondo già presente per i precedenti
casi di epidemia”. Lo ha detto l’assessore regionale lombardo
all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi, Fabio Rolfi.

“Credo sia giunto il momento – ha continuato – di ragionare
nel medio lungo periodo, con un grande investimento in materia
di biosicurezza avvalendosi delle risorse del Pnrr. La filiera
avicola è una straordinaria eccellenza del Made in Italy”.

“La Regione Lombardia – ha concluso l’assessore Rolfi – in
questi due anni ha investito due milioni di euro, ma serve un
grande piano nazionale per rendere sicuri gli allevamenti e
difenderli dal pericolo ciclico della aviaria, portata dalla
fauna selvatica”.
Caccia, Rolfi, Lombardia:
depositata   sentenza   Tar.
Certificata     correttezza
procedurale della regione
“La sentenza del Tar depositata questa mattina certifica come
sotto il profilo tecnico e amministrativo la Regione Lombardia
abbia agito in maniera corretta, rispettando procedure e tempi
previsti. Tutti coloro che ci accusavano di essere i colpevoli
dello stop alla caccia a causa del mancato deposito del
calendario entro il 15 giugno sono stati smentiti nero su
bianco dal tribunale. Attendiamo le scuse, come giusto che
sia. Nel merito vengono censurati alcuni passaggi del
calendario dove ci siamo discostati da Ispra apportando
motivazioni che per il Tar non sono sufficienti in particolare
modo su pavoncella, tortora e moretta, come peraltro sta
succedendo in tutta Italia. Da parte della Regione non c’è
stato alcun ritardo”. Lo ha detto l’assessore regionale
lombardo all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi
riguardo la sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale
per la Lombardia sul ricorso della Lac in merito agli atti
della Regione Lombardia attinenti alla stagione di caccia
2021/2022.

“Sebbene il documento di Ispra non sia per norma vincolante, -
aggiunge l’assessore – notiamo come nei fatti sia preso in
seria considerazione nei tribunali in quanto “reso da un ente
di rilievo nazionale”. Questo è un elemento con il quale
bisogna fare i conti anche in futuro”.

“Rimane il rammarico – prosegue – per una sospensione
dell’attività venatoria, limitata grazie al calendario ponte
varato dalla Giunta regionale che ha riaperto la caccia per
tutti dal 2 ottobre anziché dal 7, che alla luce della
sentenza, la quale respinge gran parte delle rimostranze della
Lac, appare eccessiva e fuori luogo e poteva essere limitata
solo alle parti contestate”.

“La caccia pertanto – conclude l’assessore – continua con
calendario originale con la sospensione del prelievo per le
sole specie contestate e la conclusione della caccia di cesena
e tordo sassello il 20/1”.

Prezzo     latte,    Rolfi:
Lombardia venga convocata a
tavolo     nazionale    per
rappresentare   voce  delle
regioni
“La proposta della Lombardia è chiara: individuare un
meccanismo condiviso di orientamento per il prezzo del latte
legandolo ai costi di produzione. Se come dice Assolatte non
si può fissare un prezzo di riferimento possiamo invece
determinare i costi di produzione da tenere in considerazione
per indicizzare il prezzo, al fine di fissare un valore che
non sia inferiore ai costi, nel rispetto della direttiva sulle
pratiche sleali che prima o poi sarà realtà anche in Italia”.
Lo dice l’assessore regionale all’Agricoltura, Alimentazione e
Sistemi verdi illustrando la posizione della Regione Lombardia
in merito al dibattito sul prezzo del latte.

“Chiediamo inoltre al ministro competente – ha concluso
l’assessore lombardo – di essere convocati al tavolo nazionale
anche in rappresentanza delle altre regioni. La Lombardia
produce il 45% del latte italiano e non può essere esclusa da
un confronto che metta al centro la redditività della filiera
ed il futuro di migliaia di aziende lombarde”.

Nutrie,   assessore  Rolfi:
approvato piano regionale
triennale per eradicazione,
controllo e contenimento
Collaborazione tra amministrazioni pubbliche a vari livelli,
modalità di attuazione dei prelievi, rendicontazione
dell’attività svolte da ogni soggetto e soprattutto un fondo
regionale da 500.000 euro per il 2021 e, se confermati poi in
sede di bilancio di fine anno dal consiglio regionale, da 1
milione all’anno per il 2022 e 2023.

Questi i contenuti del Piano regionale 2021-2023 di
eradicazione, controllo e contenimento della nutria in
Lombardia, approvato dalla Giunta regionale su proposta
dell’assessore all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi,
Fabio Rolfi.

“I danni della nutria all’agricoltura lombarda – ha dichiarato
Rolfi – sono ormai incalcolabili. Da anni chiediamo un fondo
nazionale per arginare quella che è una emergenza. Mentre
attendiamo che da Roma qualcosa si muova interveniamo
autonomamente per coordinare le azioni di Province, Comuni ed
Enti gestori di aree protette e per metterci delle risorse
vere”.

“Il Piano nazionale – ha spiegato – prevede zero euro per il
contrasto alla nutria. La Regione Lombardia invece ci mette
2,5 milioni per il triennio. Abbiamo aumentato i fondi,
spostato la competenza alla direzione Agricoltura e approvato
il piano a soli cinque giorni dall’assestamento di bilancio.
Vogliamo correre e incidere per dare risposte concrete al
mondo agricolo”.

“Il lavoro è lungo, in Inghilterra per esempio – ha aggiunto
l’assessore – la specie è stata eradicata dopo una campagna di
rimozione durata 11 anni, ma con questo Piano la Lombardia
vuole promuovere anche metodi innovativi partendo dal
coinvolgimento di ditte specializzate che possano integrare il
lavoro dei volontari”.

“L’incremento di risorse – ha continuato – ci consentirà di
avviare queste sperimentazioni”.

La nutria è considerata una specie invasiva e i danni che
arreca al settore agricolo derivano dalla dieta che è in
prevalenza erbivora, con particolare predilezione delle parti
fibrose delle piante, come radici o tessuti attorno alla base
dei fusti.

“Preoccupa molto – ha sottolineato l’assessore – anche
l’escavazione di cunicoli che indeboliscono gli argini dei
corsi d’acqua e delle strade sovrastanti, con rischio di
collassamento. La rilevante presenza sul territorio lombardo
della nutria sta determinando una vera e propria emergenza
ecologica e ambientale”.

“Le eventuali implicazioni – ha concluso Rolfi – anche di
carattere sanitario contribuiscono a definire il quadro che
allarma comuni, province e cittadini”.

Il Piano approvato prevede che la Regione, con il supporto
tecnico del gruppo di lavoro interdirezionale e avvalendosi
delle competenze scientifiche dell’IZSLER e del Dipartimento
di Scienze della Terra e dell’Ambiente dell’Università di
Pavia, promuova le azioni più efficaci, valuti le conformità
dei Piani locali e concorra economicamente alla copertura dei
costi.

Le Province predispongono e attuano in collaborazione con i
Comuni appositi Piani locali triennali anche con iniziative di
integrazione tra attività di volontariato e professionali e
organizzano, d’intesa e con il contributo dei Comuni, la
raccolta e lo smaltimento delle carcasse. I Piani provinciali
dovranno definire modalità e tempistiche d’attuazione con
stime di presenza, abbondanza o consistenza nel territorio
indagato. Ai Comuni compete la gestione delle problematiche
relative alla presenza delle nutrie e l’autorizzazione
all’operatività del personale abilitato dalle Province al
prelievo diretto degli animali. Nel Piano sono contenuti anche
aspetti legati alla formazione e all’abilitazione degli
operatori e sono elencati metodi e luoghi consentiti per il
prelievo del roditore.

Maltempo, domani assessore
Rolfi   a   Gonzaga/Mn   per
sopralluogo    in    aziende
agricole danneggiate
L’assessore all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi di Regione
Lombardia, Fabio Rolfi, sarà domani, mercoledì 4 agosto, a Gonzaga
(Mantova) per un sopralluogo nelle aziende agricole danneggiate dai
violenti eventi atmosferici dei giorni scorsi. Sarà presente anche il
presidente di Confcooperative FedAgriPesca Lombardia, Fabio Perini.

– ore 13.30, Cantina Sociale (viale Stazione 39, Gonzaga/MN).
Agricoltura,     Rolfi:    48
milioni di euro a 175 imprese
per investimenti. Facciamo
correre la Lombardia
“Gli imprenditori agricoli lombardi vogliono investire per far
correre l’economia. Oggi mettiamo in circolo altri 48 milioni
di euro: intendiamo stimolare la competitività delle nostre
aziende, cofinanziando investimenti legati alla realizzazione
di opere e impianti o all’acquisto di nuove apparecchiature”.
L’assessore all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi
della Regione Lombardia, Fabio Rolfi, ha annunciato così la
firma del decreto regionale sulla misura 4.1 del Piano di
sviluppo rurale, con il quale è stato approvato l’elenco delle
domande ammesse a finanziamento per un contributo totale di
48.071.968,51 euro.

“È lo scorrimento – ha spiegato – della graduatoria del 2020.
Con la misura 4.1 nel marzo dell’anno scorso avevamo garantito
151 milioni di euro a 371 aziende agricole lombarde. Ora con
altri 48 milioni di euro andiamo ad ammettere a finanziamento
altre 175 imprese. Una eccezionale iniezione di liquidità
all’agricoltura lombarda”. “Investire – ha aggiunto Rolfi –
significa innovare e l’innovazione è la chiave per la
sostenibilità, sia economica che ambientale, dell’impresa
agricola del presente e del futuro. Queste risorse sono un
incentivo per la redditività e la competitività della nostra
agricoltura, settore strategico per l’economia lombarda”.

“Avevamo garantito alle nostre imprese questo intervento – ha
concluso l’assessore Rolfi – in tempi rapidi. Gli stanziamenti
per il Psr del biennio 2021-2022 sono stati approvati a luglio
e ad agosto lo scorrimento della 4.1 in Lombardia è già
realtà. A settembre ci sarà poi la nuova 4.1 con
semplificazioni burocratiche legate all’accorciamento della
fase istruttoria e una doppia graduatoria per favorire gli
investimenti strutturali sia in ambito zootecnico che in altri
settori”.

Di seguito il dettaglio dei fondi erogati con suddivisioni di
aziende e risorse per provincia.

– Bergamo: 14 aziende, 4,3 milioni di euro

– Brescia: 28 aziende, 11,1 milioni di euro

– Como: 3 aziende, 408.000 euro

– Cremona: 20 aziende, 5,5 milioni di euro

– Lecco: 2 aziende, 90.000 euro

– Lodi: 12 aziende, 3,7 milioni di euro

– Mantova: 54 aziende, 14,4 milioni di euro

– Monza e Brianza: 2 aziende, 150.000 euro

– Milano: 13 aziende, 3,4 milioni di euro

– Pavia: 23 aziende, 3,5 milioni di euro

– Varese: 1 azienda, 210.000 euro

– Sede legale fuori regione: 3 azienda, 1,3 milioni di euro.
Agricoltura   di  montagna,
Rolfi: sarà al centro della
prossima     programmazione
agricola
“Il futuro è legato a multifunzionalità, comunicazione e
legame con il territorio. L’agricoltura di montagna è
essenziale perché crea economia in zone difficili, prevenendo
il dissesto e lo spopolamento. Per questo sarà al centro della
prossima programmazione agricola, con linee di finanziamento
dedicate e premialità nei bandi”. Lo ha detto l’assessore
regionale lombardo all’Agricoltura Alimentazione e Sistemi
verdi, Fabio Rolfi, che, oggi, è stato a Tremosine (BS) in
Alto Garda per visitare alcune realtà produttive d’alta quota:
Alpe del Garda e le aziende agricole Facchini e Prione.

“L’agroalimentare – ha aggiunto l’assessore – è un fattore di
attrattività sempre più importante. I turisti cercano
esperienze sensoriali e la scoperta di storia, sapori e
tradizioni. Per questo vogliamo che le realtà agricole siano
attrezzate all’accoglienza e nell’ambito comunicativo facendo
rete e diventano ambasciatrici dei territori grazie allo
sviluppo in chiave sostenibile”.

“Ringraziamo l’assessore Rolfi – afferma Fabio Perini,
presidente di Confcooperative FedAgriPesca Lombardia – per la
sua visita alla cooperativa Alpe del Garda e per la sua
generale vicinanza alle realtà cooperative di montagna. La
cooperazione è un attore essenziale per lo sviluppo del
territorio, e questo è ancor più vero nelle aree di montagna,
che spesso rappresentano l’unico modo di garantire l’attività
di impresa, grazie alla loro capacità di sviluppare sinergie,
economie e affrontare insieme le difficoltà”.

La Cooperativa Alpe del Garda, costituita nel 1980,
rappresenta tutt’oggi un punto di riferimento per tutti gli
agricoltori dell’Alto Garda. Alpe del Garda, oltre al
caseificio, nel quale vengono prodotti diversi formaggi,
dispone anche di uno spaccio di vendita con annessa
macelleria, di un magazzino vendita materiali per
l’agricoltura, di un’azienda agricola di allevamento bovini e
di due agriturismi, che impegnano la cooperativa in diverse
iniziative come l’organizzazione di visite, attività
didattiche e degustazioni.

“La cooperativa Alpe del Garda – ha concluso Marco Menni,
presidente di Confcooperative Brescia – è un esempio virtuoso
di quello che è il ruolo della cooperazione, soprattutto nelle
aree di montagna, grazie alla sua capacità di coniugare la
produzione di un’ampia gamma di formaggi tipici di qualità,
alla cura del territorio e alle varie attività turistico-
ricreative. È un punto di riferimento per il territorio e
promotore allo stesso tempo di molteplici processi di
sviluppo”.

Agricoltura, assessore Rolfi:
170 milioni di euro a 14.555
aziende     lombarde      per
l’anticipo Pac
“La Regione Lombardia sta liquidando 170 milioni di euro a
14.555 aziende agricole. Questo anticipo regionale sulla
domanda unica è ancora una volta realtà nel mese di luglio,
quando le colture sono in campo e le aziende ne hanno
maggiormente bisogno. Abbiamo mantenuto l’impegno: è
necessario mettere in circolo liquidità di risorse in un
periodo peraltro complicato sotto molti aspetti”. Lo ha detto
l’assessore regionale all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi
verdi, Fabio Rolfi, presentando i dati relativi all’anticipo
dei premi della Pac in Lombardia.

“Gli agricoltori – ha aggiunto l’assessore – non potevano
permettersi ritardi e anche quest’anno nonostante le
difficoltà legate alla pandemia siamo riusciti a garantire il
pagamento in modo puntuale entro il 31 luglio. Ringrazio
dunque i funzionari dell’Organismo pagatore regionale che
hanno lavorato per rispettare i tempi stabiliti”.

L’anticipo Pac alle imprese agricole viene erogato sotto forma
di prestito per anticipare i finanziamenti che le imprese
ricevono nell’ambito della Politica Agricola Comune. La
Regione Lombardia eroga a luglio una quota pari al 70% delle
risorse che, in base alla normativa comunitaria, le imprese
ricevono a partire dal mese di novembre.

“L’agricoltura – ha sottolineato l’assessore – sarà il motore
del rilancio economico della Lombardia. Siamo la prima regione
italiana sia per valore della produzione che per valore della
trasformazione agricola. Per questo la Regione sta facendo
tutto il possibile per agevolare gli investimenti,
accompagnare le aziende nell’innovazione e abbattere la
burocrazia in eccesso. L’anticipo Pac per esempio era stato
bloccato negli anni scorsi”.

“La Lombardia – ha concluso Rolfi – ha fatto da modello
nazionale e così la pratica è stata reintrodotta con l’entrata
in esercizio della giunta Fontana. Ora proseguiremo veloci già
in estate con le misure strutturali del Piano di sviluppo
rurale”.

Di seguito la suddivisione per province di aziende interessate
e del totale provinciale anticipato

Bergamo: 1.516 aziende, 9.351.487,90 euro;

Brescia: 3.458 aziende, 29.568.043,75 euro;

Como: 152 aziende, 897.691,77 euro;
Cremona: 2.206 aziende, 32.189.729,49 euro;

Lecco: 139 aziende, 695.328,14 euro;

Lodi: 628 aziende, 11.713.917,87 euro;

Mantova: 1.922 aziende, 21.095.016,37 euro;

Milano: 996 aziende, 14.792.307,66 euro;

Monza e Brianza: 103 aziende, 917.910,14 euro;

Pavia: 3.044 aziende, 46.446.367,61 euro;

Sondrio: 42 aziende, 177.694,51 euro;

Varese: 217 aziende, 971.714,06 euro;

Sede legale fuori regione: 132 aziende, 1.792.774,12 euro.

TOTALE LOMBARDIA: 14.555 AZIENDE, 170.609.983,39 EURO.

Suinicoltura, E. Romagna e
Lombardia          chiedono
convocazione         tavolo
nazionale. Mammi e Rolfi:
Affrontare difficoltà che
caratterizzano  Commissione
unica nazionale
“La mancanza di una visione strategica di filiera mette a
rischio la redditività di uno dei comparti zootecnici più
importanti dell’agroalimentare italiano”

Bologna – Gli assessori regionali all’Agricoltura di Emilia-
Romagna e Lombardia, Alessio Mammi e Fabio Rolfi, hanno
scritto al ministro delle Politiche Agricole, Stefano
Patuanelli, per chiedere la convocazione urgente del tavolo
suinicolo nazionale.

“A seguito delle perduranti difficoltà che caratterizzano da
tempo il funzionamento della Commissione unica nazionale
suini- si legge nella lettera firmata dai due assessori- è
necessaria la convocazione del tavolo”.

“Da tempo- prosegue la missiva- Emilia-Romagna e Lombardia
lavorano insieme per affrontare in maniera decisa le criticità
del settore suinicolo, uno dei comparti zootecnici più
importanti dell’agroalimentare italiano. Abbiamo istituito un
tavolo interregionale con l’obiettivo di creare un vero e
proprio patto di filiera. Riteniamo che la frammentazione del
comparto sia penalizzante, in un momento di criticità
economica”.

“A tal proposito- concludono Mammi e Rolfi – il
malfunzionamento cronico della Cun dimostra come al settore
manchi una visione di filiera. Aspetto di rilievo che
compromette la redditività non soltanto per gli allevatori,
che sono il primo anello della filiera e sui quali si
scaricano anche i maggiori costi delle materie prime, ma anche
dei macellatori. Occorre un intervento deciso del ministero,
in collaborazione con le Regioni, nell’ambito del tavolo
nazionale, creato appositamente per riportare una visione
comune di tutte le parti. Le Regioni danno disponibilità alla
collaborazione, ma serve un preciso e deciso intervento
politico del ministero”.

Lombardia, Rolfi: 160mila
euro per promozione turismo
legato a vino e olio di
qualità
La Regione Lombardia ha approvato, su proposta dell’assessore
all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi, Fabio Rolfi,
una delibera riguardante la promozione del turismo legato alle
produzioni di vino e olio di qualità.

“Un’iniziativa congiunta Regione – Unioncamere Lombardia – ha
dichiarato Rolfi – per dare respiro a un movimento in forte
crescita. I turisti che scelgono una destinazione anche in
base ai prodotti agroalimentari del territorio sono in
costante aumento. La Lombardia offre vini straordinari e oli
di altissima qualità nelle zone dei laghi. Vogliamo fornire
alle aziende la possibilità di dotarsi di strumenti adeguati
per intercettare un numero sempre più ampio di persone e
promuovere così i territori attraverso i propri prodotti”.
“Per questo mettiamo a disposizione delle micro, piccole e
medie imprese 160.000 euro – ha concluso Rolfi – per
attrezzature, servizi, formazione, comunicazione, creazione di
pacchetti turistici”.
Il bando ‘Il turismo agricolo del vino e dell’olio di qualità’
è realizzato da Regione Lombardia e Unioncamere Lombardia
nell’ambito dell’Accordo per la competitività al fine di
promuovere e valorizzare il territorio regionale e i suoi
prodotti di qualità. L’obiettivo è quello di supportare le
imprese agricole e gli agriturismi produttori di vino DOP e
IGP e le cantine di olio d’oliva DOP e tutti gli agriturismi
lombardi che intendono promuovere vini (DOP E IGP) e oli di
qualità lombardi (DOP). I produttori di olio che, diversamente
dai produttori di vino al momento non hanno ancora uno
strumento loro dedicato, possono valorizzare le loro
produzioni attraverso la degustazione e le attività
ricreativo-culturali.

Per l’assegnazione delle risorse si prevede l’approvazione con
determinazione e pubblicazione di un bando attuativo da parte
di Unioncamere Lombardia in qualità di responsabile del
procedimento. Per tutti i beneficiari il contributo a fondo
perduto sarà erogato nella misura massima del 50% del costo
totale delle spese ammesse.

Nutriscore, assessore Rolfi:
no congiunto di Grana e
Parmigiano fatto eccezionale
“La posizione comune contro il Nutriscore dei Consorzi di
Grana Padano e Parmigiano Reggiano è un evento eccezionale per
l’agroalimentare lombardo e italiano. A questo punto è chiaro
come solo le grandi multinazionali del nord Europa siano
interessate a inserire l’etichetta a semaforo. I produttori
delle grandi Dop italiane, che esportano qualità e sicurezza
alimentare in tutto il mondo sono compatti nel dire no a una
eurofollia che danneggerebbe le filiere agroalimentari del
nostro Paese”. Lo ha detto l’assessore regionale lombardo
all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi, Fabio Rolfi.
Ieri gli organismi di tutela delle due Dop si sono riuniti per
la prima volta in un Cda congiunto per esprimere contrarietà
al Nutriscore.

Lombardia,     Rolfi:    Oggi
lanciamo vespa samurai contro
cimice asiatica, Mite ha
perso tempo
Lo scorso anno nel nord Italia è iniziato il piano di
contrasto della cimice asiatica, un parassita che ha già
causato centinaia di milioni di euro di danni al settore
agricolo, attraverso l’immissione in natura del Trissolcus
japonicus, meglio noto come ‘vespa samurai’.

È   finalmente   pervenuta   giovedì   1°luglio,   da   parte   del
Ministero della Transizione Ecologica, l’autorizzazione al
proseguimento per il secondo anno del Piano.

LE AREE LOMBARDE INTERESSATE – “Anche quest’anno la Regione
Lombardia aderisce – ha fatto sapere Fabio Rolfi, assessore
all’Agricoltura, alimentazione e sistemi verdi -. Nel corso
del 2020 avevamo effettuato i primi lanci in tre province.
Oggi, in ritardo sulla tabella di marcia a causa delle perdite
di tempo del ministero della Transizione Ecologica, iniziano i
lanci in 28 siti nelle zone più colpite dalla cimice asiatica:
le provincie di Brescia, Cremona, Lecco, Mantova, Milano,
Pavia e Sondrio”.

VESPA SAMURAI, L’IDENTIKIT – La ‘vespa samurai’ è grande meno
di un millimetro, non è pericolosa per l’uomo in quanto si
nutre di polline e nettare ed è in grado di parassitizzare
fino al 75% delle uova di cimice asiatica. Il servizio
fitosanitario regionale della Lombardia ha coordinato ed
effettuato tutte le azioni previste dal piano nazionale.

L’OPERAZIONE – In tutti i siti nel corso dell’estate verranno
effettuati due lanci del parassitoide (100 femmine e 10 maschi
per ogni rilascio), seguiti dai controlli previsti dal
protocollo di lancio al fine di verificare l’efficacia degli
stessi. Il materiale biologico è stato fornito direttamente
dal CREA-DC (Consiglio per la ricerca in agricoltura e
l’analisi dell’economia agraria – Difesa e Certificazione) di
Firenze.

AZIONE CONTENITIVA, ANCHE PER LIMITARE USO INSETTICIDI – “Il
ritrovamento di uova di cimice parassitizzate dalla vespa
samurai dopo i lanci dello scorso anno – ha aggiunto Rolfi –
fa ben sperare nell’insediamento di questo antagonista sul
territorio lombardo e nella sua opera di controllo della
cimice asiatica. La lotta biologica non è risolutiva in tempi
brevi, ma nei prossimi anni dovrebbe permettere di contenere
entro livelli più sopportabili la popolazione di cimice
asiatica. Un modo per aumentare anche l’efficacia del suo
controllo con gli altri metodi di difesa disponibili e
riducendo, di conseguenza, l’impiego di insetticidi”.

DANNI PER 15 MILIONI DI EURO AL COMPARTO – “La cimice asiatica
– ha detto in conclusione l’assessore – fa danni
all’agricoltura lombarda per circa 15 milioni di euro
all’anno, soprattutto alla frutticoltura. Abbiamo destinato
12,5 milioni di euro a 410 aziende lombarde per installare
reti antinsetto, ma è chiaro che servono interventi efficaci
per ridurre il numero di insetti alieni”.
I SITI NELLE ZONE PIU’ COLPITE DALLA CIMICE ASIATICA –
Brescia: Lonato del Garda, Calcinato, Poncarale, Collebeato,
Puegnago sul Garda;

– Cremona: Robecco d’Oglio, Torre De’ Picenardi;

– Lecco: Galbiate;

– Mantova: San Giovanni del Dosso, Poggio Rusco, Sermide e
Felonica, Borgofranco sul Po, Borgo Mantovano, Quistello,
Moglia, San Benedetto Po, Pegognaga, Dosolo, Castiglione delle
Stiviere, Cavriana.

– Milano: Truccazzano

– Pavia: Ponte Nizza, Borgo Priolo

– Sondrio: Postalesio, Tresivio, Chiuro, Teglio, Andalo
Valtellino.

Olio,    assessore   Rolfi:
biennio   2019-2020   molto
complicato. Piano regionale
da 1 milione
Il settore olivicolo lombardo ha subito nell’ultimo biennio la
pressione di varie emergenze fitosanitarie che hanno
compromesso la capacità produttiva del comparto. La Regione
Lombardia è intervenuta in deroga per garantire azioni
efficaci di supporto a tutto il comparto. L’investimento
complessivo è di 1 milione di euro, con un nuovo bando
previsto per l’estate dedicato alla promozione dei prodotti.
Sono questi i temi principali emersi durante il ‘Tavolo
regionale dedicato all’olio’ riunito questa mattina
dall’assessore   regionale  lombardo   all’Agricoltura,
Alimentazione e Sistemi verdi, Fabio Rolfi.

“Cascola verde, cimice asiatica e piralide dell’olivo – ha
dichiarato Rolfi – stanno creando danni enormi. A questi
aspetti si aggiungono anche gli agenti atmosferici come le
forti nevicate invernali e le grandinate estive. La Regione
Lombardia ha messo in campo un piano da 400.000 euro in
collaborazione con i Gal per effettuare indagini patologiche,
indagini meteo climatiche e indagini colturali. Abbiamo poi
messo altri 400.000 euro per la sostituzione dell’impianto per
la molitura delle olive a Monte Isola con un nuovo impianto
automatico e la realizzazione del         frantoio    oleario
nell’edificio Cittadini a Marone”.

“In estate – ha annunciato l’assessore – lanceremo una misura
ulteriore da 200.000 euro per la promozione del nostro olio.
L’olivicoltura in Lombardia è un settore piccolo sotto il
profilo economico ma dalla straordinaria importanza, per la
qualità delle produzioni e soprattutto per il mantenimento del
territorio. Per questo lavoreremo affinché nella prossima Pac
ci siano misure dedicate anche alle piccole produzioni di
qualità, che hanno valenza ambientale e turistica, e non solo
alle colture intensive di altre regioni”. “C’è – ha continuato
– una forte collaborazione con Aipol e con le associazioni di
categoria, con l’obiettivo comune di valorizzare i prodotti
del nostro territorio”.

“La produzione media annuale nel periodo 2016-2018 – ha
spiegato l’assessore – è stata di 728,33 tonnellate. Nel 2019
abbiamo registrato un -90% passando a 67,7 tonnellate e nel
2020 c’è stata una piccola ripresa a 227,7 tonnellate. Siamo
comunque molto lontani – ha concluso Rolfi – dagli standard
quantitativi degli anni scorsi. Per questo è necessario un
intervento urgente”.
DATI DI PRODUZIONE IN LOMBARDIA:

Superficie totale della coltura olivicola in Lombardia: 1.386
ettari;

Totale superficie aziende aderenti alla DOP Laghi lombardi:
56,5 ettari:

Totale superficie aziende aderenti alla DOP Garda: 285 ettari;

Garda DOP: 125 imprese, 82.697 piante e 11 trasformatori;

Laghi Lombardi     DOP:   59   imprese,   20.158   piante   e   8
trasformatori.

La produzione di olio bio in Lombardia: 220 ettari totali, di
cui 195 a Brescia, 16 Bergamo e 6 Mantova.

Istituti agrari, assessori
Rolfi e Sala: 5 milioni per
tecnologia e apparecchiature.
Al passo col mondo del lavoro
Un sostegno da 5 milioni di euro per gli Istituti Tecnici
Agrari della Lombardia con l’obiettivo di potenziare le
dotazioni tecnologiche innovative e le attrezzature a
disposizione degli studenti. È quanto prevede la delibera
approvata dalla Giunta regionale su proposta degli assessori
Fabio Rolfi (Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi) e
Fabrizio Sala (Istruzione, Università, Ricerca, Innovazione e
Semplificazione).

“Lo sviluppo dell’agricoltura 4.0 – ha dichiarato Rolfi –
parte dalle scuole. È fondamentale formare imprenditori e
tecnici preparati alle sfide del futuro. Vogliamo che gli
istituti agrari offrano agli studenti un percorso formativo
adeguato alle esigenze del mondo del lavoro”. “Finanzieremo
attraverso un bando – ha continuato – progetti che prevedano
la messa a disposizione di dotazioni e strumentazioni
tecnologiche utilizzate nei sistemi agricoli più avanzati e
nella prima trasformazione dei prodotti agricoli, oltre al
potenziamento delle dotazioni tecnologiche e scientifiche
disponibili nelle strutture didattico sperimentali associate”.

“È fondamentale – ha aggiunto Fabrizio Sala – che formazione e
innovazione viaggino di pari passo, per fornire ai nostri
studenti i sistemi più moderni per affrontare i lavori del
futuro in un settore in continua trasformazione come quello
agricolo. Gli istituti agrari in Lombardia sono un grande
patrimonio culturale e formativo e abbiamo il dovere di
sostenerli con finanziamenti mirati a migliorare la qualità
delle strutture, con una connessione sempre più stretta con il
mondo del lavoro. L’agricoltura italiana è già oggi la più
green e sostenibile d’Europa e un terzo delle imprese agricole
è gestito da donne e giovani, e sono proprio queste realtà le
più innovative e resilienti che creano modelli di benessere
sul territorio”.

Il contributo, a fondo perduto, sarà pari al 100% delle spese
ritenute ammissibili ed effettivamente sostenute per
l’attuazione dei progetti didattici. Il massimale di
contributo richiedibile per progetto è stabilito in funzione
del numero medio di allievi iscritti ai corsi dell’Istituto
tecnico agrario statale negli anni scolastici 2019-2020 e
2020-2021 per singola sede: dai 100.000 euro per chi ha
registrato meno di 75 iscritti in media all’anno fino ad
arrivare a 450.000 euro per istituti con più di 750 iscritti.
In particolare, i progetti potranno dividersi in due sezioni:
quella sull’innovazione sarà obbligatoria e prevede l’acquisto
di dotazioni e strumentazioni tecnico scientifiche innovative
anche sperimentali. La sezione del potenziamento (facoltativa)
consiste nell’acquisto di strumentazioni e dotazioni tecniche
e tecnico scientifiche e relativi adeguamenti impiantistici
nelle strutture. La domanda di finanziamento deve essere
presentata on line entro il 15 ottobre 2021.
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