Lombardia, Rolfi: Spandimento di fanghi da depurazione comuni - Agricolae
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Lombardia, Rolfi: Spandimento di fanghi da depurazione vietato in 174 comuni lombardi “Nel 2022 lo spandimento di fanghi da depurazione nei campi sarà vietato in 174 Comuni lombardi. La materia organica ha reso la pianura padana una delle terre più fertili al mondo. La Regione Lombardia continua a prediligere gli effluenti zootecnici rispetto alla chimica per la fertilizzazione dei campi. Dobbiamo anzi continuare a lavorare affinché la materia organica sia utilizzata per ciò che è: una straordinaria risorsa in ottica di economia circolare, dalla quale poter produrre energia green. Investendo in iniettori e in innovazione tecnologica stiamo contribuendo alla riduzione delle emissioni in atmosfera. La strada è questa, a tutela della zootecnia, dell’agricoltura e dell’ambiente”. Lo ha detto l’assessore regionale lombardo all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi, Fabio Rolfi, presentando il decreto con il quale la Regione Lombardia ha vietato per l’anno campagna 2021/2022 l’impiego per uso agronomico dei fanghi da depurazione in 174 Comuni del territorio regionale. L’impiego dei fanghi per uso agronomico è dunque consentito solo su terreni non localizzati in Comuni in cui la produzione di effluenti da allevamento, dovuta al carico zootecnico, superi il limite fissato dalla Direttiva nitrati e dalla norma regionale di settore (170 kg N/ha/anno per le zone vulnerabili; 340 kg N/ha/anno per le zone non vulnerabili). “La scelta di prediligere concime naturale per la nostra terra
– ha aggiunto l’assessore – sarà sempre più vincente anche sotto il profilo dell’immagine aziendale. I fanghi, correttamente trattati, eventualmente devono essere considerati come integrativi dove manca materia organica, non possono sostituirla. Vogliamo dare ai nostri allevatori e produttori la possibilità di essere competitivi sul mercato. In Lombardia, prima regione agricola d’Italia, l’agroalimentare sta guidando la ripartenza”. “L’export – ha continuato – fa registrare crescite in doppia cifra anche rispetto al periodo pre pandemia e dobbiamo sostenere le nostre aziende agricole in questo percorso legato a doppio filo alla sostenibilità ambientale”. “Il numero dei Comuni in cui è attivo il divieto è aumentato rispetto allo scorso anno, segno di una zootecnia che cresce. Questa attività – ha concluso l’assessore Rolfi – è alla base delle Dop italiane più conosciute e apprezzate al mondo. Con l’innovazione tecnologica le nostre aziende agricole hanno la possibilità di abbattere le emissioni e trasformarsi in agroraffinerie in grado di produrre energia pulita”. Di seguito l’elenco dei comuni in cui è vietato lo spandimento agronomico dei fanghi BERGAMO (32 Comuni) Antegnate Arzago d’Adda Barbata Bottanuco
Brignano Gera d`Adda Calcio Canonica d`Adda Caravaggio Casirate d`Adda Castel Rozzone Chignolo d`Isola Cividate al Piano Cologno al Serio Cortenuova Covo Credaro Fontanella Fornovo San Giovanni Ghisalba Isso Lallio Martinengo Morengo Mornico al Serio Mozzanica Palosco
Pumenengo Romano di Lombardia Telgate Torre Pallavicina Treviglio Zanica BRESCIA (61 Comuni) Acquafredda Alfianello Bagnolo Mella Barbariga Bedizzole Berlingo Borgo San Giacomo Borgosatollo Calcinato Calvisano Capriano del Colle Carpenedolo Castegnato Castenedolo
Castrezzato Chiari Cigole Coccaglio Comezzano – Cizzago Corzano Dello Flero Gambara Ghedi Gottolengo Isorella Leno Lograto Lonato del Garda Manerbio Milzano Montichiari Montirone Nuvolento Nuvolera Offlaga
Orzinuovi Orzivecchi Ospitaletto Paderno Franciacorta Pavone del Mella Pompiano Poncarale Pontevico Pontoglio Pralboino Quinzano d`Oglio Remedello Roccafranca Roncadelle Rovato Rudiano San Gervasio Bresciano San Paolo San Zeno Naviglio Seniga Urago d`Oglio Verolanuova
Verolavecchia Villachiara Visano COMO (2 Comuni) Bulgarograsso Novedrate CREMONA (42 Comuni) Agnadello Bagnolo Cremasco Camisano Capergnanica Cappella Cantone Capralba Casale Cremasco – Vidolasco Casaletto Ceredano Casaletto di Sopra Casaletto Vaprio Castel Gabbiano Castelleone Chieve
Cremosano Crotta d`Adda Cumignano sul Naviglio Dovera Formigara Gombito Izano Malagnino Moscazzano Palazzo Pignano Pandino Pessina Cremonese Pieve San Giacomo Pizzighettone Quintano Ricengo Ripalta Cremasca Ripalta Guerina Rivolta d`Adda Romanengo San Bassano Sergnano
Soncino Spino d`Adda Stagno Lombardo Ticengo Trescore Cremasco Trigolo Vescovato LECCO Rogeno LODI (8 Comuni) Abbadia Cerreto Bertonico Brembio Cervignano d`Adda Corte Palasio Guardamiglio Secugnago Turano Lodigiano MANTOVA (18 Comuni)
Bagnolo San Vito Borgo Virgilio Canneto sull’Oglio Casaloldo Castiglione delle Stiviere Cavriana Gazoldo degli Ippoliti Goito Gonzaga Guidizzolo Marmirolo Medole Motteggiana Pegognaga Piubega Rodigo Roverbella San Martino dall’Argine MILANO (4 Comuni) Bellinzago Lombardo Bresso
Bussero Sedriano MONZA BRIANZA (2 Comuni) Lesmo Triuggio PAVIA Costa de’ Nobili VARESE (3 Comuni) Arcisate Besnate Olgiate Olona. Aviaria, Rolfi (Lombardia): Servono ristori immediati per allevamenti avicoli e piano
nazionale di biosicurezza “Bisogna sostenere la filiera avicola colpita in questo periodo storico sia dall’aumento dei costi energetici, delle materie prime e dei mangimi che dal ripresentarsi in maniera forte della aviaria nei territori centrali della produzione avicola italiana. C’è bisogno di una attenzione particolare e di risorse immediate in finanziaria. In tal senso va la nostra richiesta di riattivare il fondo previsto per indennizzare gli allevatori costretti a bloccare l’accasamento degli animali e quindi obbligati di fatto a un vuoto della attività per arginare la diffusione della epidemia. Gli allevatori vanno risarciti riattivando un fondo già presente per i precedenti casi di epidemia”. Lo ha detto l’assessore regionale lombardo all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi, Fabio Rolfi. “Credo sia giunto il momento – ha continuato – di ragionare nel medio lungo periodo, con un grande investimento in materia di biosicurezza avvalendosi delle risorse del Pnrr. La filiera avicola è una straordinaria eccellenza del Made in Italy”. “La Regione Lombardia – ha concluso l’assessore Rolfi – in questi due anni ha investito due milioni di euro, ma serve un grande piano nazionale per rendere sicuri gli allevamenti e difenderli dal pericolo ciclico della aviaria, portata dalla fauna selvatica”.
Caccia, Rolfi, Lombardia: depositata sentenza Tar. Certificata correttezza procedurale della regione “La sentenza del Tar depositata questa mattina certifica come sotto il profilo tecnico e amministrativo la Regione Lombardia abbia agito in maniera corretta, rispettando procedure e tempi previsti. Tutti coloro che ci accusavano di essere i colpevoli dello stop alla caccia a causa del mancato deposito del calendario entro il 15 giugno sono stati smentiti nero su bianco dal tribunale. Attendiamo le scuse, come giusto che sia. Nel merito vengono censurati alcuni passaggi del calendario dove ci siamo discostati da Ispra apportando motivazioni che per il Tar non sono sufficienti in particolare modo su pavoncella, tortora e moretta, come peraltro sta succedendo in tutta Italia. Da parte della Regione non c’è stato alcun ritardo”. Lo ha detto l’assessore regionale lombardo all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi riguardo la sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale per la Lombardia sul ricorso della Lac in merito agli atti della Regione Lombardia attinenti alla stagione di caccia 2021/2022. “Sebbene il documento di Ispra non sia per norma vincolante, - aggiunge l’assessore – notiamo come nei fatti sia preso in seria considerazione nei tribunali in quanto “reso da un ente di rilievo nazionale”. Questo è un elemento con il quale bisogna fare i conti anche in futuro”. “Rimane il rammarico – prosegue – per una sospensione dell’attività venatoria, limitata grazie al calendario ponte varato dalla Giunta regionale che ha riaperto la caccia per tutti dal 2 ottobre anziché dal 7, che alla luce della
sentenza, la quale respinge gran parte delle rimostranze della Lac, appare eccessiva e fuori luogo e poteva essere limitata solo alle parti contestate”. “La caccia pertanto – conclude l’assessore – continua con calendario originale con la sospensione del prelievo per le sole specie contestate e la conclusione della caccia di cesena e tordo sassello il 20/1”. Prezzo latte, Rolfi: Lombardia venga convocata a tavolo nazionale per rappresentare voce delle regioni “La proposta della Lombardia è chiara: individuare un meccanismo condiviso di orientamento per il prezzo del latte legandolo ai costi di produzione. Se come dice Assolatte non si può fissare un prezzo di riferimento possiamo invece determinare i costi di produzione da tenere in considerazione per indicizzare il prezzo, al fine di fissare un valore che non sia inferiore ai costi, nel rispetto della direttiva sulle pratiche sleali che prima o poi sarà realtà anche in Italia”. Lo dice l’assessore regionale all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi illustrando la posizione della Regione Lombardia in merito al dibattito sul prezzo del latte. “Chiediamo inoltre al ministro competente – ha concluso l’assessore lombardo – di essere convocati al tavolo nazionale anche in rappresentanza delle altre regioni. La Lombardia
produce il 45% del latte italiano e non può essere esclusa da un confronto che metta al centro la redditività della filiera ed il futuro di migliaia di aziende lombarde”. Nutrie, assessore Rolfi: approvato piano regionale triennale per eradicazione, controllo e contenimento Collaborazione tra amministrazioni pubbliche a vari livelli, modalità di attuazione dei prelievi, rendicontazione dell’attività svolte da ogni soggetto e soprattutto un fondo regionale da 500.000 euro per il 2021 e, se confermati poi in sede di bilancio di fine anno dal consiglio regionale, da 1 milione all’anno per il 2022 e 2023. Questi i contenuti del Piano regionale 2021-2023 di eradicazione, controllo e contenimento della nutria in Lombardia, approvato dalla Giunta regionale su proposta dell’assessore all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi, Fabio Rolfi. “I danni della nutria all’agricoltura lombarda – ha dichiarato Rolfi – sono ormai incalcolabili. Da anni chiediamo un fondo nazionale per arginare quella che è una emergenza. Mentre attendiamo che da Roma qualcosa si muova interveniamo autonomamente per coordinare le azioni di Province, Comuni ed Enti gestori di aree protette e per metterci delle risorse vere”. “Il Piano nazionale – ha spiegato – prevede zero euro per il
contrasto alla nutria. La Regione Lombardia invece ci mette 2,5 milioni per il triennio. Abbiamo aumentato i fondi, spostato la competenza alla direzione Agricoltura e approvato il piano a soli cinque giorni dall’assestamento di bilancio. Vogliamo correre e incidere per dare risposte concrete al mondo agricolo”. “Il lavoro è lungo, in Inghilterra per esempio – ha aggiunto l’assessore – la specie è stata eradicata dopo una campagna di rimozione durata 11 anni, ma con questo Piano la Lombardia vuole promuovere anche metodi innovativi partendo dal coinvolgimento di ditte specializzate che possano integrare il lavoro dei volontari”. “L’incremento di risorse – ha continuato – ci consentirà di avviare queste sperimentazioni”. La nutria è considerata una specie invasiva e i danni che arreca al settore agricolo derivano dalla dieta che è in prevalenza erbivora, con particolare predilezione delle parti fibrose delle piante, come radici o tessuti attorno alla base dei fusti. “Preoccupa molto – ha sottolineato l’assessore – anche l’escavazione di cunicoli che indeboliscono gli argini dei corsi d’acqua e delle strade sovrastanti, con rischio di collassamento. La rilevante presenza sul territorio lombardo della nutria sta determinando una vera e propria emergenza ecologica e ambientale”. “Le eventuali implicazioni – ha concluso Rolfi – anche di carattere sanitario contribuiscono a definire il quadro che allarma comuni, province e cittadini”. Il Piano approvato prevede che la Regione, con il supporto tecnico del gruppo di lavoro interdirezionale e avvalendosi delle competenze scientifiche dell’IZSLER e del Dipartimento di Scienze della Terra e dell’Ambiente dell’Università di Pavia, promuova le azioni più efficaci, valuti le conformità
dei Piani locali e concorra economicamente alla copertura dei costi. Le Province predispongono e attuano in collaborazione con i Comuni appositi Piani locali triennali anche con iniziative di integrazione tra attività di volontariato e professionali e organizzano, d’intesa e con il contributo dei Comuni, la raccolta e lo smaltimento delle carcasse. I Piani provinciali dovranno definire modalità e tempistiche d’attuazione con stime di presenza, abbondanza o consistenza nel territorio indagato. Ai Comuni compete la gestione delle problematiche relative alla presenza delle nutrie e l’autorizzazione all’operatività del personale abilitato dalle Province al prelievo diretto degli animali. Nel Piano sono contenuti anche aspetti legati alla formazione e all’abilitazione degli operatori e sono elencati metodi e luoghi consentiti per il prelievo del roditore. Maltempo, domani assessore Rolfi a Gonzaga/Mn per sopralluogo in aziende agricole danneggiate L’assessore all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi di Regione Lombardia, Fabio Rolfi, sarà domani, mercoledì 4 agosto, a Gonzaga (Mantova) per un sopralluogo nelle aziende agricole danneggiate dai violenti eventi atmosferici dei giorni scorsi. Sarà presente anche il presidente di Confcooperative FedAgriPesca Lombardia, Fabio Perini. – ore 13.30, Cantina Sociale (viale Stazione 39, Gonzaga/MN).
Agricoltura, Rolfi: 48 milioni di euro a 175 imprese per investimenti. Facciamo correre la Lombardia “Gli imprenditori agricoli lombardi vogliono investire per far correre l’economia. Oggi mettiamo in circolo altri 48 milioni di euro: intendiamo stimolare la competitività delle nostre aziende, cofinanziando investimenti legati alla realizzazione di opere e impianti o all’acquisto di nuove apparecchiature”. L’assessore all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi della Regione Lombardia, Fabio Rolfi, ha annunciato così la firma del decreto regionale sulla misura 4.1 del Piano di sviluppo rurale, con il quale è stato approvato l’elenco delle domande ammesse a finanziamento per un contributo totale di 48.071.968,51 euro. “È lo scorrimento – ha spiegato – della graduatoria del 2020. Con la misura 4.1 nel marzo dell’anno scorso avevamo garantito 151 milioni di euro a 371 aziende agricole lombarde. Ora con altri 48 milioni di euro andiamo ad ammettere a finanziamento altre 175 imprese. Una eccezionale iniezione di liquidità all’agricoltura lombarda”. “Investire – ha aggiunto Rolfi – significa innovare e l’innovazione è la chiave per la sostenibilità, sia economica che ambientale, dell’impresa agricola del presente e del futuro. Queste risorse sono un incentivo per la redditività e la competitività della nostra agricoltura, settore strategico per l’economia lombarda”. “Avevamo garantito alle nostre imprese questo intervento – ha concluso l’assessore Rolfi – in tempi rapidi. Gli stanziamenti
per il Psr del biennio 2021-2022 sono stati approvati a luglio e ad agosto lo scorrimento della 4.1 in Lombardia è già realtà. A settembre ci sarà poi la nuova 4.1 con semplificazioni burocratiche legate all’accorciamento della fase istruttoria e una doppia graduatoria per favorire gli investimenti strutturali sia in ambito zootecnico che in altri settori”. Di seguito il dettaglio dei fondi erogati con suddivisioni di aziende e risorse per provincia. – Bergamo: 14 aziende, 4,3 milioni di euro – Brescia: 28 aziende, 11,1 milioni di euro – Como: 3 aziende, 408.000 euro – Cremona: 20 aziende, 5,5 milioni di euro – Lecco: 2 aziende, 90.000 euro – Lodi: 12 aziende, 3,7 milioni di euro – Mantova: 54 aziende, 14,4 milioni di euro – Monza e Brianza: 2 aziende, 150.000 euro – Milano: 13 aziende, 3,4 milioni di euro – Pavia: 23 aziende, 3,5 milioni di euro – Varese: 1 azienda, 210.000 euro – Sede legale fuori regione: 3 azienda, 1,3 milioni di euro.
Agricoltura di montagna, Rolfi: sarà al centro della prossima programmazione agricola “Il futuro è legato a multifunzionalità, comunicazione e legame con il territorio. L’agricoltura di montagna è essenziale perché crea economia in zone difficili, prevenendo il dissesto e lo spopolamento. Per questo sarà al centro della prossima programmazione agricola, con linee di finanziamento dedicate e premialità nei bandi”. Lo ha detto l’assessore regionale lombardo all’Agricoltura Alimentazione e Sistemi verdi, Fabio Rolfi, che, oggi, è stato a Tremosine (BS) in Alto Garda per visitare alcune realtà produttive d’alta quota: Alpe del Garda e le aziende agricole Facchini e Prione. “L’agroalimentare – ha aggiunto l’assessore – è un fattore di attrattività sempre più importante. I turisti cercano
esperienze sensoriali e la scoperta di storia, sapori e tradizioni. Per questo vogliamo che le realtà agricole siano attrezzate all’accoglienza e nell’ambito comunicativo facendo rete e diventano ambasciatrici dei territori grazie allo sviluppo in chiave sostenibile”. “Ringraziamo l’assessore Rolfi – afferma Fabio Perini, presidente di Confcooperative FedAgriPesca Lombardia – per la sua visita alla cooperativa Alpe del Garda e per la sua generale vicinanza alle realtà cooperative di montagna. La cooperazione è un attore essenziale per lo sviluppo del territorio, e questo è ancor più vero nelle aree di montagna, che spesso rappresentano l’unico modo di garantire l’attività di impresa, grazie alla loro capacità di sviluppare sinergie, economie e affrontare insieme le difficoltà”. La Cooperativa Alpe del Garda, costituita nel 1980, rappresenta tutt’oggi un punto di riferimento per tutti gli agricoltori dell’Alto Garda. Alpe del Garda, oltre al caseificio, nel quale vengono prodotti diversi formaggi, dispone anche di uno spaccio di vendita con annessa
macelleria, di un magazzino vendita materiali per l’agricoltura, di un’azienda agricola di allevamento bovini e di due agriturismi, che impegnano la cooperativa in diverse iniziative come l’organizzazione di visite, attività didattiche e degustazioni. “La cooperativa Alpe del Garda – ha concluso Marco Menni, presidente di Confcooperative Brescia – è un esempio virtuoso di quello che è il ruolo della cooperazione, soprattutto nelle aree di montagna, grazie alla sua capacità di coniugare la produzione di un’ampia gamma di formaggi tipici di qualità, alla cura del territorio e alle varie attività turistico- ricreative. È un punto di riferimento per il territorio e promotore allo stesso tempo di molteplici processi di sviluppo”. Agricoltura, assessore Rolfi: 170 milioni di euro a 14.555 aziende lombarde per l’anticipo Pac “La Regione Lombardia sta liquidando 170 milioni di euro a 14.555 aziende agricole. Questo anticipo regionale sulla domanda unica è ancora una volta realtà nel mese di luglio, quando le colture sono in campo e le aziende ne hanno maggiormente bisogno. Abbiamo mantenuto l’impegno: è necessario mettere in circolo liquidità di risorse in un periodo peraltro complicato sotto molti aspetti”. Lo ha detto l’assessore regionale all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi, Fabio Rolfi, presentando i dati relativi all’anticipo
dei premi della Pac in Lombardia. “Gli agricoltori – ha aggiunto l’assessore – non potevano permettersi ritardi e anche quest’anno nonostante le difficoltà legate alla pandemia siamo riusciti a garantire il pagamento in modo puntuale entro il 31 luglio. Ringrazio dunque i funzionari dell’Organismo pagatore regionale che hanno lavorato per rispettare i tempi stabiliti”. L’anticipo Pac alle imprese agricole viene erogato sotto forma di prestito per anticipare i finanziamenti che le imprese ricevono nell’ambito della Politica Agricola Comune. La Regione Lombardia eroga a luglio una quota pari al 70% delle risorse che, in base alla normativa comunitaria, le imprese ricevono a partire dal mese di novembre. “L’agricoltura – ha sottolineato l’assessore – sarà il motore del rilancio economico della Lombardia. Siamo la prima regione italiana sia per valore della produzione che per valore della trasformazione agricola. Per questo la Regione sta facendo tutto il possibile per agevolare gli investimenti, accompagnare le aziende nell’innovazione e abbattere la burocrazia in eccesso. L’anticipo Pac per esempio era stato bloccato negli anni scorsi”. “La Lombardia – ha concluso Rolfi – ha fatto da modello nazionale e così la pratica è stata reintrodotta con l’entrata in esercizio della giunta Fontana. Ora proseguiremo veloci già in estate con le misure strutturali del Piano di sviluppo rurale”. Di seguito la suddivisione per province di aziende interessate e del totale provinciale anticipato Bergamo: 1.516 aziende, 9.351.487,90 euro; Brescia: 3.458 aziende, 29.568.043,75 euro; Como: 152 aziende, 897.691,77 euro;
Cremona: 2.206 aziende, 32.189.729,49 euro; Lecco: 139 aziende, 695.328,14 euro; Lodi: 628 aziende, 11.713.917,87 euro; Mantova: 1.922 aziende, 21.095.016,37 euro; Milano: 996 aziende, 14.792.307,66 euro; Monza e Brianza: 103 aziende, 917.910,14 euro; Pavia: 3.044 aziende, 46.446.367,61 euro; Sondrio: 42 aziende, 177.694,51 euro; Varese: 217 aziende, 971.714,06 euro; Sede legale fuori regione: 132 aziende, 1.792.774,12 euro. TOTALE LOMBARDIA: 14.555 AZIENDE, 170.609.983,39 EURO. Suinicoltura, E. Romagna e Lombardia chiedono convocazione tavolo nazionale. Mammi e Rolfi: Affrontare difficoltà che caratterizzano Commissione
unica nazionale “La mancanza di una visione strategica di filiera mette a rischio la redditività di uno dei comparti zootecnici più importanti dell’agroalimentare italiano” Bologna – Gli assessori regionali all’Agricoltura di Emilia- Romagna e Lombardia, Alessio Mammi e Fabio Rolfi, hanno scritto al ministro delle Politiche Agricole, Stefano Patuanelli, per chiedere la convocazione urgente del tavolo suinicolo nazionale. “A seguito delle perduranti difficoltà che caratterizzano da tempo il funzionamento della Commissione unica nazionale suini- si legge nella lettera firmata dai due assessori- è necessaria la convocazione del tavolo”. “Da tempo- prosegue la missiva- Emilia-Romagna e Lombardia lavorano insieme per affrontare in maniera decisa le criticità del settore suinicolo, uno dei comparti zootecnici più importanti dell’agroalimentare italiano. Abbiamo istituito un tavolo interregionale con l’obiettivo di creare un vero e proprio patto di filiera. Riteniamo che la frammentazione del comparto sia penalizzante, in un momento di criticità economica”. “A tal proposito- concludono Mammi e Rolfi – il malfunzionamento cronico della Cun dimostra come al settore manchi una visione di filiera. Aspetto di rilievo che compromette la redditività non soltanto per gli allevatori, che sono il primo anello della filiera e sui quali si scaricano anche i maggiori costi delle materie prime, ma anche
dei macellatori. Occorre un intervento deciso del ministero, in collaborazione con le Regioni, nell’ambito del tavolo nazionale, creato appositamente per riportare una visione comune di tutte le parti. Le Regioni danno disponibilità alla collaborazione, ma serve un preciso e deciso intervento politico del ministero”. Lombardia, Rolfi: 160mila euro per promozione turismo legato a vino e olio di qualità La Regione Lombardia ha approvato, su proposta dell’assessore all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi, Fabio Rolfi, una delibera riguardante la promozione del turismo legato alle produzioni di vino e olio di qualità. “Un’iniziativa congiunta Regione – Unioncamere Lombardia – ha dichiarato Rolfi – per dare respiro a un movimento in forte crescita. I turisti che scelgono una destinazione anche in base ai prodotti agroalimentari del territorio sono in costante aumento. La Lombardia offre vini straordinari e oli di altissima qualità nelle zone dei laghi. Vogliamo fornire alle aziende la possibilità di dotarsi di strumenti adeguati per intercettare un numero sempre più ampio di persone e promuovere così i territori attraverso i propri prodotti”. “Per questo mettiamo a disposizione delle micro, piccole e medie imprese 160.000 euro – ha concluso Rolfi – per attrezzature, servizi, formazione, comunicazione, creazione di pacchetti turistici”.
Il bando ‘Il turismo agricolo del vino e dell’olio di qualità’ è realizzato da Regione Lombardia e Unioncamere Lombardia nell’ambito dell’Accordo per la competitività al fine di promuovere e valorizzare il territorio regionale e i suoi prodotti di qualità. L’obiettivo è quello di supportare le imprese agricole e gli agriturismi produttori di vino DOP e IGP e le cantine di olio d’oliva DOP e tutti gli agriturismi lombardi che intendono promuovere vini (DOP E IGP) e oli di qualità lombardi (DOP). I produttori di olio che, diversamente dai produttori di vino al momento non hanno ancora uno strumento loro dedicato, possono valorizzare le loro produzioni attraverso la degustazione e le attività ricreativo-culturali. Per l’assegnazione delle risorse si prevede l’approvazione con determinazione e pubblicazione di un bando attuativo da parte di Unioncamere Lombardia in qualità di responsabile del procedimento. Per tutti i beneficiari il contributo a fondo perduto sarà erogato nella misura massima del 50% del costo totale delle spese ammesse. Nutriscore, assessore Rolfi: no congiunto di Grana e Parmigiano fatto eccezionale “La posizione comune contro il Nutriscore dei Consorzi di Grana Padano e Parmigiano Reggiano è un evento eccezionale per l’agroalimentare lombardo e italiano. A questo punto è chiaro come solo le grandi multinazionali del nord Europa siano interessate a inserire l’etichetta a semaforo. I produttori delle grandi Dop italiane, che esportano qualità e sicurezza
alimentare in tutto il mondo sono compatti nel dire no a una eurofollia che danneggerebbe le filiere agroalimentari del nostro Paese”. Lo ha detto l’assessore regionale lombardo all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi, Fabio Rolfi. Ieri gli organismi di tutela delle due Dop si sono riuniti per la prima volta in un Cda congiunto per esprimere contrarietà al Nutriscore. Lombardia, Rolfi: Oggi lanciamo vespa samurai contro cimice asiatica, Mite ha perso tempo Lo scorso anno nel nord Italia è iniziato il piano di contrasto della cimice asiatica, un parassita che ha già causato centinaia di milioni di euro di danni al settore agricolo, attraverso l’immissione in natura del Trissolcus japonicus, meglio noto come ‘vespa samurai’. È finalmente pervenuta giovedì 1°luglio, da parte del Ministero della Transizione Ecologica, l’autorizzazione al proseguimento per il secondo anno del Piano. LE AREE LOMBARDE INTERESSATE – “Anche quest’anno la Regione Lombardia aderisce – ha fatto sapere Fabio Rolfi, assessore all’Agricoltura, alimentazione e sistemi verdi -. Nel corso del 2020 avevamo effettuato i primi lanci in tre province. Oggi, in ritardo sulla tabella di marcia a causa delle perdite di tempo del ministero della Transizione Ecologica, iniziano i lanci in 28 siti nelle zone più colpite dalla cimice asiatica: le provincie di Brescia, Cremona, Lecco, Mantova, Milano,
Pavia e Sondrio”. VESPA SAMURAI, L’IDENTIKIT – La ‘vespa samurai’ è grande meno di un millimetro, non è pericolosa per l’uomo in quanto si nutre di polline e nettare ed è in grado di parassitizzare fino al 75% delle uova di cimice asiatica. Il servizio fitosanitario regionale della Lombardia ha coordinato ed effettuato tutte le azioni previste dal piano nazionale. L’OPERAZIONE – In tutti i siti nel corso dell’estate verranno effettuati due lanci del parassitoide (100 femmine e 10 maschi per ogni rilascio), seguiti dai controlli previsti dal protocollo di lancio al fine di verificare l’efficacia degli stessi. Il materiale biologico è stato fornito direttamente dal CREA-DC (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria – Difesa e Certificazione) di Firenze. AZIONE CONTENITIVA, ANCHE PER LIMITARE USO INSETTICIDI – “Il ritrovamento di uova di cimice parassitizzate dalla vespa samurai dopo i lanci dello scorso anno – ha aggiunto Rolfi – fa ben sperare nell’insediamento di questo antagonista sul territorio lombardo e nella sua opera di controllo della cimice asiatica. La lotta biologica non è risolutiva in tempi brevi, ma nei prossimi anni dovrebbe permettere di contenere entro livelli più sopportabili la popolazione di cimice asiatica. Un modo per aumentare anche l’efficacia del suo controllo con gli altri metodi di difesa disponibili e riducendo, di conseguenza, l’impiego di insetticidi”. DANNI PER 15 MILIONI DI EURO AL COMPARTO – “La cimice asiatica – ha detto in conclusione l’assessore – fa danni all’agricoltura lombarda per circa 15 milioni di euro all’anno, soprattutto alla frutticoltura. Abbiamo destinato 12,5 milioni di euro a 410 aziende lombarde per installare reti antinsetto, ma è chiaro che servono interventi efficaci per ridurre il numero di insetti alieni”.
I SITI NELLE ZONE PIU’ COLPITE DALLA CIMICE ASIATICA – Brescia: Lonato del Garda, Calcinato, Poncarale, Collebeato, Puegnago sul Garda; – Cremona: Robecco d’Oglio, Torre De’ Picenardi; – Lecco: Galbiate; – Mantova: San Giovanni del Dosso, Poggio Rusco, Sermide e Felonica, Borgofranco sul Po, Borgo Mantovano, Quistello, Moglia, San Benedetto Po, Pegognaga, Dosolo, Castiglione delle Stiviere, Cavriana. – Milano: Truccazzano – Pavia: Ponte Nizza, Borgo Priolo – Sondrio: Postalesio, Tresivio, Chiuro, Teglio, Andalo Valtellino. Olio, assessore Rolfi: biennio 2019-2020 molto complicato. Piano regionale da 1 milione Il settore olivicolo lombardo ha subito nell’ultimo biennio la pressione di varie emergenze fitosanitarie che hanno compromesso la capacità produttiva del comparto. La Regione Lombardia è intervenuta in deroga per garantire azioni efficaci di supporto a tutto il comparto. L’investimento complessivo è di 1 milione di euro, con un nuovo bando previsto per l’estate dedicato alla promozione dei prodotti.
Sono questi i temi principali emersi durante il ‘Tavolo regionale dedicato all’olio’ riunito questa mattina dall’assessore regionale lombardo all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi, Fabio Rolfi. “Cascola verde, cimice asiatica e piralide dell’olivo – ha dichiarato Rolfi – stanno creando danni enormi. A questi aspetti si aggiungono anche gli agenti atmosferici come le forti nevicate invernali e le grandinate estive. La Regione Lombardia ha messo in campo un piano da 400.000 euro in collaborazione con i Gal per effettuare indagini patologiche, indagini meteo climatiche e indagini colturali. Abbiamo poi messo altri 400.000 euro per la sostituzione dell’impianto per la molitura delle olive a Monte Isola con un nuovo impianto automatico e la realizzazione del frantoio oleario nell’edificio Cittadini a Marone”. “In estate – ha annunciato l’assessore – lanceremo una misura ulteriore da 200.000 euro per la promozione del nostro olio. L’olivicoltura in Lombardia è un settore piccolo sotto il profilo economico ma dalla straordinaria importanza, per la qualità delle produzioni e soprattutto per il mantenimento del territorio. Per questo lavoreremo affinché nella prossima Pac ci siano misure dedicate anche alle piccole produzioni di qualità, che hanno valenza ambientale e turistica, e non solo alle colture intensive di altre regioni”. “C’è – ha continuato – una forte collaborazione con Aipol e con le associazioni di categoria, con l’obiettivo comune di valorizzare i prodotti del nostro territorio”. “La produzione media annuale nel periodo 2016-2018 – ha spiegato l’assessore – è stata di 728,33 tonnellate. Nel 2019 abbiamo registrato un -90% passando a 67,7 tonnellate e nel 2020 c’è stata una piccola ripresa a 227,7 tonnellate. Siamo comunque molto lontani – ha concluso Rolfi – dagli standard quantitativi degli anni scorsi. Per questo è necessario un intervento urgente”.
DATI DI PRODUZIONE IN LOMBARDIA: Superficie totale della coltura olivicola in Lombardia: 1.386 ettari; Totale superficie aziende aderenti alla DOP Laghi lombardi: 56,5 ettari: Totale superficie aziende aderenti alla DOP Garda: 285 ettari; Garda DOP: 125 imprese, 82.697 piante e 11 trasformatori; Laghi Lombardi DOP: 59 imprese, 20.158 piante e 8 trasformatori. La produzione di olio bio in Lombardia: 220 ettari totali, di cui 195 a Brescia, 16 Bergamo e 6 Mantova. Istituti agrari, assessori Rolfi e Sala: 5 milioni per tecnologia e apparecchiature. Al passo col mondo del lavoro Un sostegno da 5 milioni di euro per gli Istituti Tecnici Agrari della Lombardia con l’obiettivo di potenziare le dotazioni tecnologiche innovative e le attrezzature a disposizione degli studenti. È quanto prevede la delibera approvata dalla Giunta regionale su proposta degli assessori Fabio Rolfi (Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi) e Fabrizio Sala (Istruzione, Università, Ricerca, Innovazione e
Semplificazione). “Lo sviluppo dell’agricoltura 4.0 – ha dichiarato Rolfi – parte dalle scuole. È fondamentale formare imprenditori e tecnici preparati alle sfide del futuro. Vogliamo che gli istituti agrari offrano agli studenti un percorso formativo adeguato alle esigenze del mondo del lavoro”. “Finanzieremo attraverso un bando – ha continuato – progetti che prevedano la messa a disposizione di dotazioni e strumentazioni tecnologiche utilizzate nei sistemi agricoli più avanzati e nella prima trasformazione dei prodotti agricoli, oltre al potenziamento delle dotazioni tecnologiche e scientifiche disponibili nelle strutture didattico sperimentali associate”. “È fondamentale – ha aggiunto Fabrizio Sala – che formazione e innovazione viaggino di pari passo, per fornire ai nostri studenti i sistemi più moderni per affrontare i lavori del futuro in un settore in continua trasformazione come quello agricolo. Gli istituti agrari in Lombardia sono un grande patrimonio culturale e formativo e abbiamo il dovere di sostenerli con finanziamenti mirati a migliorare la qualità delle strutture, con una connessione sempre più stretta con il mondo del lavoro. L’agricoltura italiana è già oggi la più green e sostenibile d’Europa e un terzo delle imprese agricole è gestito da donne e giovani, e sono proprio queste realtà le più innovative e resilienti che creano modelli di benessere sul territorio”. Il contributo, a fondo perduto, sarà pari al 100% delle spese ritenute ammissibili ed effettivamente sostenute per l’attuazione dei progetti didattici. Il massimale di contributo richiedibile per progetto è stabilito in funzione del numero medio di allievi iscritti ai corsi dell’Istituto tecnico agrario statale negli anni scolastici 2019-2020 e 2020-2021 per singola sede: dai 100.000 euro per chi ha registrato meno di 75 iscritti in media all’anno fino ad arrivare a 450.000 euro per istituti con più di 750 iscritti.
In particolare, i progetti potranno dividersi in due sezioni: quella sull’innovazione sarà obbligatoria e prevede l’acquisto di dotazioni e strumentazioni tecnico scientifiche innovative anche sperimentali. La sezione del potenziamento (facoltativa) consiste nell’acquisto di strumentazioni e dotazioni tecniche e tecnico scientifiche e relativi adeguamenti impiantistici nelle strutture. La domanda di finanziamento deve essere presentata on line entro il 15 ottobre 2021.
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