LO SPIRITO SOFFIA DOVE VUOLE. - Un tentativo di orientarsi nel mistero della spiritualità

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LO SPIRITO SOFFIA DOVE VUOLE..                               capacità di affidare la regia della propria vita interiore allo
      Un tentativo di orientarsi nel mistero della spiritualità    stesso protagonista del viaggio finale…
                       Master TèV 2017/18                              Penso che su questo tema, se interrogassi ognuno dei
            Appunti ad uso esclusivo degli allievi                 presenti, non si troverebbero due risposte uguali, lo abbiamo
                                                                   riscontrato nelle domande di iscrizione. Questo, invece di
1.     Introduzione                                                essere un limite, in parte conferma quanto ho detto.
Iniziamo un Master sull’accompagnamento spirituale nella               Premetto anche che non ho specifiche competenze in
malattia e nel morire. Quindi occorre in primis tentare di         campo psicologico (anche se ovviamente non mancheranno
orientarsi sulla spiritualità c’è troppa confusione su questo      riferimenti, soprattutto se intendiamo psiché nel suo senso
termine, cercheremo quindi di passare attraverso un taglio         originario di anima), e quindi voi potrete arricchire quanto vi
particolare. Parlare di spiritualità in generale permette di       dirò con tutte le vostre competenze specifiche. E possono
svincolarsi dal dogmatismo religioso. Vi dico questo anche         essere mondi molto distinti, anche se facilmente intrecciabili.
perché, essendo un monaco, preferisco premettere che non           Per capirlo, visto che siamo in un corso professionale,
farò assolutamente un discorso confessionale, in caso              occorrono un minimo di riferimenti accademici..
qualcuno lo tema o lo desideri. Non è un male assoluto il
dogmatismo religioso, e nemmeno il radicalismo (non so se          2.     Una forte sete di spiritualità
avete letto il bellissimo libro di Enzo Bianchi, intitolato per        Oggi assistiamo ad una forte ripresa di interesse verso la
l’appunto Il radicalismo cristiano!) per alcuni può essere         spiritualità, forse a causa dell’esagerata centralità attribuita
una tappa necessaria, purché lo applichino solo a sé stessi e      all’economia e alla tecnologia. Si potrebbe quasi affermare
non agli altri!! Ma qui parleremo con un respiro ben più           che la questione spirituale sia divenuta di primo piano: temi
ampio!                                                             spirituali appaiono sempre più nei mass media. Se ne
    Può aiutarci a capire questa cosa fondamentale un versetto     occupano intellettuali, scrittori, editorialisti, perfino critici
del Vangelo di Giovanni (3,8): «Il vento soffia dove vuole e       d’arte e scienziati. Temi spirituali fanno capolino in riviste e
ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va: così è      giornali ma soprattutto nella televisione e imperversa nella
chiunque è nato dallo Spirito». Il mondo spirituale è versatile,   rete. Anche nel mondo scientifico sempre più forte è la
fluido, libero e soffia dove vuole. Quindi la prima cosa da        ricerca, basti pensare alla pubblicazione di un Manifesto della
sapere in generale, e anche per le cure palliative, è che i        Scienza post-materialista scritto da eminenti scienziati
percorsi spirituali sono molto differenti da persona a persona,    americani. A questo riguardo l’antropologo e tanatologo
non esiste un protocollo unico. Non esiste una ricetta unica.      Luis-Vincent Thomas afferma che: «Il fallimento di un
Anzi! Infatti il segreto che sta alla base di un buon              mondo ipertecnicizzato genera un bisogno immenso di
accompagnamento è proprio la sensibilità dell’operatore, e la      spiritualità».

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   G.BORMOLINI, Lo spirito soffia. Modulo1 MasterTèV                    G.BORMOLINI, Lo spirito soffia. Modulo1 MasterTèV
Una grande possibilità di fronte alla quale si profila anche   quello spirituale se non ci si colloca all’interno dello stesso, e
un grave rischio: la spiritualità in molti casi è divenuta un      troppo spesso l’esperienza religiosa è classificata con
prodotto commerciale ancora una volta inglobato dalle              categorie a lei completamente estranee. Religione e
logiche dell’economia del profitto. Si è passati dalle             spiritualità, difatti, sono soprattutto esperienze personali che
tradizionali forme comunitarie al prevalere di un                  danno accesso a un mondo che è propriamente definito come
atteggiamento individualista o perfino egoista: la ricerca del     quello del Mistero. La storia scientifica delle religioni
proprio benessere! Elaborando la sua affermazione, il              propone un metodo valido di indagine: occorre che la
medesimo autore parla della nostra cultura tecnico-industriale     riflessione si svolga all’interno della spiritualità stessa. Il che
come di uno specchio in cui appare poco a poco l’immagine          non implica una partecipazione in prima persona di chi la
d’un uomo nuovo, senza illusioni, senza religione (nel senso       vuole indagare, ma sottintende che chi indaga si ponga
tradizionale del termine), il cui corpo e i cui desideri –         all’interno della stessa. Le parole di Mircea Eliade, uno dei
oggettivati, misurati, valutati – non sarebbero che l’oggetto      grandi padri della Storia delle religioni a livello scientifico,
d’una buona gestione sociale, d’una regolazione ottimale ad        possono forse aiutarci:
opera della medicina, della dietetica, dell’organizzazione            Henri Poincaré si domandava, non senza ironia: «Un natu-
sportiva, delle politiche assicurative, senza dimenticare i           ralista che avesse studiato l’elefante esclusivamente al
divertimenti gentilmente organizzati. E molti vendono                 microscopio, potrebbe affermare di conoscerlo in modo
pacchetti preconfezionati in cui vengono fornite “esperienze          sufficiente?» Il microscopio rivela la struttura e il meccanismo
spirituali”. In questo modo la forza trasfiguratrice della            delle cellule, che sono identici in tutti gli organismi
spiritualità viene neutralizzata. Stiamo dimenticando, talvolta       pluricellulari, e l’elefante è sicuramente un organismo
anche nella cristianità, il potere di trasformazione sociale e        pluricellulare. Ma è soltanto questo? Su scala microscopica, si
individuale della preghiera e della meditazione. Soprattutto          può ammettere una risposta dubbiosa. Su scala visuale umana,
non confondiamo spiritualità con generica interiorità o con           che per lo meno ha il merito di presentare l’elefante come un
altri psicologismi o peggio ancora intellettualismi. La               fenomeno zoologico, l’esitazione non è più possibile.
semplice attività intellettuale non è vita spirituale. Diceva
Ignazio di Loyola: «Non è l’abbondanza della scienza che
soddisfa l’anima, ma sentire e gustare interiormente le cose».
3.     Cos’è la spiritualità?
    Una difficoltà sostanziale quando si parla del fenomeno
religioso e di quello spirituale è che molte considerazioni
sono fatte partendo da premesse che non sono né religiose né
spirituali. È impossibile comprendere il fenomeno religioso e
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Allo stesso modo, un fenomeno religioso risulterà tale soltanto                     Anche nelle società più secolarizzate raramente si trova
   a condizione di essere inteso nel proprio modo di essere, vale a                    un’esperienza drasticamente areligiosa […] Nel mondo
   dire studiato su scala religiosa. Girare intorno al fenomeno                        profano è facile trovare una secolarizzazione radicale della
   religioso esclusivamente per mezzo della fisiologia, della                          morte […] ma con vaghi ricordi e nostalgie dei comportamenti
   psicologia, della sociologia, dell’economia, della linguistica,                     religiosi ormai abbandonati» (p. 118). L’uomo areligioso
   dell’arte ecc., significa tradirlo e lasciarsi sfuggire appunto il                  discende dall’homo religiosus, ha preso forma partendo dalla
   quid unico e irriducibile che contiene: il suo carattere sacro1.                    storia dei suoi antenati religiosi. L’uomo areligioso allo stato
                                                                                       puro è un fenomeno piuttosto raro, anche nella società moderna
    Chi vive la religione dall’interno, nelle sue infinite forme                       più desacralizzata. La maggioranza dei “senza-religione” si
(certamente non tutte elevatissime), spesso ascolta con                                comportano ancora, a loro insaputa, religiosamente. […]
stupore quanto ne dicono certi studiosi, i quali corrono il                            l’uomo moderno che pretende di sentirsi ed essere areligioso,
rischio di essere paragonati a quegli accademici che dopo                              ha ancora a sua disposizione tutta una mitologia camuffata e
molto pensare e studiare alla ricerca di una definizione                               parecchi ritualismi degradati (p. 130).
universale dell’essere umano, giunsero alla conclusione che:
«L’uomo è un bipede implume». Il giorno dopo Diogene si                           4.     Le differenti forme di spiritualità
presentò in aula con una gallina spennata e disse: «Ecco il                           L’affermare      la    rilevanza   dell’accompagnamento
vostro uomo»2.                                                                    spirituale impone la domanda sulla natura della spiritualità.
    Vi presento una delle definizioni classiche, ha cui hanno                     Assistiamo, infatti, a un movimento che tende a far esistere la
partecipato Pangrazzie e la Christina Puchalsky. Il termine                       spiritualità indipendentemente dalla religione. Sempre più
spirituale indica la riflessione sul senso della vita, sul                        numerosi sono i non credenti che rivendicano la possibilità di
significato del nascere, morire e soffrire; significa meditare                    vivere delle esperienze e dei valori spirituali senza che vi sia
sull’esistenza di un Creatore e del suo disegno; è la ricerca di                  alcun riferimento al religioso e alla fede. Questa apertura
risorse interiori che aiutino le persone a reggere situazioni                     sempre più marcata allo spirituale non è senza ingenerare
difficili, trovando vie di adattamento e di crescita; indica il                   confusioni. Dietro il termine ‘spiritualità’, infatti, si
desiderio di raggiungere la libertà interiore. Ma anche tra chi                   nascondono un’infinità di concezioni differenti, talvolta
esclude esplicitamente la dimensione spirituale, secondo M.                       anche contraddittorie.
Eliade (1984), può sopravvivere uno spirito religioso                                Tenendo conto di questa situazione, appare utile operare
implicito:                                                                        alcuni chiarimenti, distinguendo tra spiritualità umana,
                                                                                  spiritualità religiosa e spiritualità confessionale, cioè
                                                                                  determinata dall’adesione ad un particolare credo religioso.
                                                                                     1.Spiritualità umana universale: Secondo alcuni autori,
   1
       MIRCEA ELIADE, Trattato di storia delle religioni, Torino 2007, p. XLVI.   la spiritualità umana va intesa come l’insieme delle
   2
       DIOGENE LAERZIO, Vite dei filosofi, VI, II, 40.                            aspirazioni, delle convinzioni e dei valori che contribuiscono
                                                                                                                                                 3
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a organizzare in un progetto unitario la vita dell’uomo,            presuppone necessariamente una religione anche se,
orientando il suo modo di situarsi nei confronti della realtà       evidentemente, non la esclude.
attraverso le sue scelte e decisioni, la sua apertura alla              3.Spiritualità religiosa: Quando lo spirituale (i grandi
bellezza, alla relazione…Così intesa la spiritualità appare         interrogativi e le profonde aspirazioni...) trova la sua sorgente
come una dimensione essenziale dell’uomo, che coordina              o la sua risposta in una fede e nella relazione con Dio e si
tutte le altre dimensioni della persona umana – fisica,             esprime attraverso un particolare sistema di credenze,
psichica, affettiva – verso la propria autorealizzazione entro      simboli, riti, persone che fanno da mediazione tra Dio e
una determinata situazione di vita. A questo ambito                 l’uomo, possiamo parlare di spiritualità religiosa, che assume
appartengono anche grandi spiriti idealisti, forse l’esempio        connotazioni specifiche a seconda del credo religioso in cui è
più bello è quello del Che Guevara, sul cui idealismo nessuno       inserita (religione cristiana, cattolica, giudea, mussulmana...).
più nulla obbiettare. Se è pronto a morire per un ideale, a         Vi proporremo anche un “oltre” a tutto questo, che non lo
morire per l’altro, vuol dire che ha una dimensione                 esclude, ma lo comprende.
trascendente… chi è il credente?
    2.Spiritualità e trascendenza: Fanno parte della                    L’attenzione a tale varietà di definizioni della spiritualità e
dimensione spirituale dell’uomo la scala dei valori, la             di modi di viverla - resa più acuta dal crescente pluralismo
domanda sul senso della vita, sul perché della presenza nel         etnico – deve portare, da una parte a un profondo rispetto
mondo, la tensione verso la trascendenza, cioè verso qualcosa       delle posizioni altrui, accompagnato dall’apprezzamento
che supera l’essere umano. Questa domanda di senso, che             degli aspetti positivi in esse presenti e, dall’altra, ad un
segna la specificità dell’uomo è presente durante tutto il          dialogo autentico che sfoci nella valorizzazione degli
percorso di una vita, anche se si accentua nei periodi di crisi e   elementi comuni e in un cammino di crescita. E’ importante,
specialmente nella vicinanza della morte.                           però, osservare che l’emancipazione dello spirituale nei
    A questo tipo di spiritualità sembra riferirsi, ad esempio,     confronti del religioso non impedisce che in gran parte dei
Jung quando scrive: «Fra tutti i miei pazienti nella seconda        casi la persona cerchi e trovi la risposta ai suoi bisogni
parte della loro vita, diciamo al di sopra dei 35 anni, non ce      spirituali nella religione e, nel contesto italiano, soprattutto
n’è stato uno solo il cui problema, in ultima analisi, non fosse    nella religione cristiana. Scrive, infatti, il sociologo Franco
quello di trovare una dimensione religiosa alla propria vita. E     Garelli: «Pur all’interno d’una dinamica d’incongruenze, la
questo indipendentemente dall’adesione a una credenza               maggioranza degli europei pare informata da un orientamento
particolare o alla appartenenza ad una Chiesa».                     religioso di fondo, da una generale accettazione dei valori
Tale definizione di spiritualità – ricerca di senso,                religiosi e delle credenze più importanti della tradizione
affermazione di valori, tensione verso la trascendenza – non        religiosa. Ci si riconosce complessivamente credenti e
                                                                    cristiani, si è ancorati alla tradizione culturale e religiosa del
                                                                                                                                     4
   G.BORMOLINI, Lo spirito soffia. Modulo1 MasterTèV                  G.BORMOLINI, Lo spirito soffia. Modulo1 MasterTèV
proprio paese, si condividono alcuni elementi dottrinali di              1968 da K. Rahner quando affermò che «il cristiano del
fondo...».                                                               futuro o sarà mistico o non sarà neppure cristiano»3.
                                                                              Questa breve parentesi si può capire dall’etimologia
5.     La mistica: lo spazio aperto del mondo dello Spirito
                                                                         di mistica (dal greco mystikòs =     misterioso,    e questo
    È bene chiarire una cosa: quando si parla di mistica molti
                                                                         da myein = chiudere, tacere) è la contemplazione della
intendono qualcosa legato a fenomeni soprannaturali, nulla di
                                                                         dimensione del sacro e ne comporta una esperienza diretta,
più lontano! La mistica è prima di tutto il terreno
                                                                         "al di là" del pensiero logico-discorsivo e quindi difficilmente
dell’equilibrio e del servizio. Racconto di Filippo Neri e la
                                                                         comunicabile. Quindi possiamo trovare qui gli elementi
pseudo-mistica…
                                                                         determinanti per la comprensione della spiritualità: il mistero
    In tutte le grandi religioni del mondo vi sono correnti
mistiche. Fondate sulla ricerca personale e sul contatto diretto           a. Il senso del mistero
col divino. Le correnti mistiche possono apparire anarchiche                  La categoria del Mistero è troppo spesso ritenuta qualcosa
ed in contrasto con le istituzioni delle Chiese, e se è vero che         di ambito irrazionale, appartenente al sentimentale, alla
queste ultime hanno compiuto forme di repressione verso i                fantasia. Si pensa che non ci sia nulla di più lontano dalla
movimenti estremistici o verso singoli esponenti che                     ragione! Invece nulla di più lontano dal vero!!
esprimevano una teologia "eretica", è vero anche che tutte le                 Sentite un grande pensatore: «La più bella e profonda
Chiese hanno in seguito eletto i mistici come i massimi                  emozione che possiamo provare è il senso del mistero; sta qui
esempi della propria fede. Come scrive Giordano Berti nel                il seme di ogni arte, di ogni vera scienza». Non credo ci
Dizionario dei Mistici (Milano 1999, p.7):                               possiate arrivare. Einstein!! Il mondo è un mistero è si è
                                                                         scientifici se lo si accetta: «Lo scienziato non è l’uomo che
     ogni religione è in grado di offrire diverse strade mistiche, che   fornisce le vere risposte; è quello che pone le vere domande»
     possono assumere toni estremi, persino aberranti, ma che
                                                                         (C. Lévi-Stauss). In fin dei conti non tutto ciò che esiste si
     corrispondono evidentemente a una necessità interiore (si pensi
     solo alle penitenze cui si sottopongono certi monaci
                                                                         vede ed è misurabile! Esistono anche delle cose che non si
     medioevali, alle torture sciamaniche, ai prolungati digiuni degli   vedono. Direi di più: sono molto più ricche, grandiose,
     asceti induisti e jainisti). Dunque, la mistica può essere al       straordinarie quelle realtà che ordinariamente non si vedono.
     tempo stesso un punto di contatto oppure un fattore di netto        Viviamo per le cose invisibili (amicizia, amore, lealtà,
     distacco e fra le diverse religioni proprio perché è relativa a     giustizia, sono prima di tutto cose invisibili che
     differenti bisogni spirituali, in parte innati e in parte indotti   eventualmente e non necessariamente si incarnano in cose
     dalle culture e dalle tradizioni locali.                            visibili…). Diceva Einstein: «noi vediamo, sentiamo,
   Tutte le grandi religioni hanno avuto tra di loro chi voleva          parliamo ma non sappiamo quale energia ci fa vedere, sentire,
avventurarsi oltre, non voleva restare ingabbiato e questo è
vivo fino al giorno d’oggi. Pensate l’espressione usata nel                 3
                                                                                K. RAHNER, Nuovi saggi, Roma 1968, p. 24.
                                                                                                                                       5
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parlare e pensare. E quel che è peggio è che non ce ne                     già stata data: «Io sono la verità» - una verità che è, insieme,
importa nulla. Eppure noi siamo quell’energia. Questa è                    via e vita (Gv 14,6 ). Questo sapere, che è appunto una vita
l’apoteosi dell’ignoranza umana». Il grande Piccolo Principe               e un vivere, si può infatti mostrare, non dimostrare, come
poteva ben a ragione affermare che: «l’essenziale è invisibile             concludeva anche un grande logico, Wittgenstein: per questo
agli occhi» (S. Exupery).                                                  coloro cui il senso della vita divenne chiaro non potevano poi
    E comunque non esiste la Ragione! Esistono le                          dire quale fosse. Una frase che richiama da vicino quella di
ragioni…Se diamo retta alle parole di un grande pensatore e                Meister Eckhart: se si chiedesse a un uomo vero perché vive,
scienziato come Pascal capiremo che: «il cuore ha delle                    risponderebbe che non lo sa, ma che vive volentieri, “senza
ragioni di cui la ragione non sa nulla». Si può anche accettare            perché”! Espressione, questa, davvero emblematica della
di passare attraverso percorsi non ordinari.                               mistica, che pone nella dimensione dell'eterno presente,
    Vorrei quindi in questo contesto definire con una certa                ovvero di un presente che è, sia pure nella sua finitezza, già
chiarezza che ci sono molti equivoci intorno al concetto di                infinito.
spiritualità, che giustamente si rivendica distinta da                       La rosa è senza perché, fiorisce perché fiorisce,
Religione, ma non può essere appiattita esclusivamente su                    a sé non bada, che tu la guardi non chiede
una generica interiorità. Mi sembra che il criterio
chiarificatore sia proprio la categoria del mistero che può                    recita il poeta Angelus Silesius nei celebri versi del suo
spaziare dalla m minuscola a quella Maiuscola!                             Pellegrino cherubico intitolati appunto “Senza perché”. La
                                                                           mistica è infatti il terreno della chiarezza, della piena luce,
 b. Mistica e razionalismo4
    Una opinione tanto diffusa quanto superficiale considera               nella quale scompaiono tutti i “perché”, ovvero si sciolgono
                                                                           tutti i nodi e si gode di perfetta pace.
opposti i due termini: la mistica come contraria alla
                                                                               Dal canto suo, la ragione è l'attività che incessantemente
razionalità. In realtà non è così, e per comprenderlo basta
ristabilire il significato originale dei due termini stessi. Da un         toglie via ogni finitezza, ovvero la scopre proprio in quanto
lato, infatti, la mistica non è affatto il campo dell' irrazionale,        finitezza, dipendente dai nostri desideri, dai nostri legami, più
del visionario, ecc., ma solo quello del silenzio, e non perché            o meno celati. L'opera della ragione è dunque un rimuovere,
le manchino le parole , ma perché in essa il sapere è l’essere             un negare, ovvero distaccare, e proprio in questo sta il
e l'essere il sapere. Alla domanda di Pilato su cosa fosse la              radicamento profondo tra mistica e razionalità, dal momento
                                                                           che il mistico consiste essenzialmente proprio nel distacco: il
verità, il Cristo non rispose, perché, come dice Hegel, la
verità non è sostanza, ma soggetto - ovvero la risposta era                toglier via il marmo superfluo perché appaia la propria statua,
                                                                           il toglier via la terra che ricopre la sorgente che nel profondo
   4
       M. VANNINI, «Mistica e razionalismo», Osservatore Romano 4 maggio
                                                                           di noi scaturisce, ovvero il divino che costituisce la nostra
2014                                                                       vera essenza. Non a caso Meister Eckhart ripete più volte il

                                                                                                                                          6
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primato della ragione, dell'intelligenza, appunto perché            comprende insieme, senza confonderli, tempo ed eterno,
l'intelligenza vera distacca. Alla mistica, dunque, la ragione      finito e infinito, umano e divino, unità e trinità.
inerisce nel suo senso più elevato,            quello non di             [Quindi la spiritualità] ha        bisogno di mistica e
ragionamento calcolante, condizionato dal fine prefissato, che      razionalità, perché senza di esse è destinata a restare al livello
i greci chiamavano loghismòs, ma in quello di pensiero              di mera rappresentazione, correndo il rischio di diventare
libero, senza condizionamento, senza fine determinato: lògos.       credenza superstiziosa. In divinis oportet intellectualiter
    Non opposizione, dunque, ma il contrario: misticismo e          versari, non ad imaginationes deduci, ammoniva infatti uno
razionalità sono la stessa cosa, se presi nel loro significato      dei grandi maestri dell' Occidente, Severino Boezio, e il
autentico. E, del resto, questo è mostrato da tutta la storia del   mistico dottore della Chiesa san Giovanni della Croce
pensiero: forse che Platone, il cui Convito è il testo fondante     insegna che la vera fede non dà affatto rappresentazioni, o
dell'intera mistica occidentale, come giustamente scriveva          pretesi saperi, ma, al contrario, tutti li toglie e conduce in
Simone Weil, non è stato un grandissimo maestro di                  quella notte, in quel nulla, in quel non-sapere, nel quale
razionalità? Basta provare a leggere il suo Parmenide per           soltanto si mostra la luce eterna. Ai misteri non si viene
togliersi ogni dubbio in proposito. E che dire di Niccolò           iniziati per svelarli, ma per viverli, in un santo desiderio in
Cusano, uno dei genii filosofici e scientifici dell'età             cui si continua infinitamente a desiderare che siano svelati…
moderna, le cui opere mostrano insieme come intelligenza                È vero che nella storia misticismo e ragione sono stati
speculativa e profondità spirituale procedano insieme? Lo           spesso sentiti nemici da parte di una religione intesa come
stesso si potrebbe dire anche al di fuori dell'Europa e della       complesso di dottrine, sintesi a difesa di modi di vita e di
tradizione cristiana: basti ricordare Le stanze del cammino di      pensiero, ed è pure vero che, reciprocamente, altrettanto
mezzo del buddhista Nagarjuna, supremo dialettico e mistico         spesso mistici e filosofi hanno combattuto le religioni,
insieme.                                                            proprio in quanto meri sistemi dogmatici, ideologici, spesso
    Anche l'ultimo grande filosofo della tradizione                 strutturati     in forme di potere. Questo niente toglie,
razionalista occidentale, il cui cristianesimo è stato spesso       comunque, al fatto che, nella loro più profonda essenza,
misconosciuto, ovvero           Hegel, espresse la precisa,         mistica e filosofia siano indispensabili alla religione, come
consapevole affermazione della identità tra mistica e               pure che - ancora una volta reciprocamente - sia loro
razionalità: di contro al banale intellettualismo di stampo         indispensabile la religione, non in quanto complesso di
illuministico, che parla di cose che non conosce, mistico -         dottrine, ma in quanto fede: la attività di negazione, di
egli scrive - è un modo per chiamare lo speculativo, ovvero         distacco, di cui mistica e filosofia constano, non può infatti
un pensiero capace di superare la contraddizione, come è            sussistere senza quella fede che, rivolta all' Assoluto,
proprio della ragione che si è fatta spirito e che quindi           incessantemente toglie via il relativo. Contro ogni banale
                                                                    intellettualismo, vecchio e nuovo, le Upanishad perciò
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ammoniscono: “Solamente quando si ha fede si pensa. Chi               Se dico che conosco Dio, dico il falso. Se dico che non
non ha fede non pensa. Pensa soltanto colui che ha fede”.             conosco Dio, dico il falso. Non posso parlare, ma non posso
                                                                      tacere. Cosa fare? Se dico di conoscere Dio, dico il falso
 c. L’apofatismo
                                                                      perché Dio non è conoscibile né rappresentabile. Tutto quello
    Una grande corrente di spiritualità antica, anche cristiana,      che si dice di Lui non ha nulla a che vedere con Lui, sono
ma con radici nella filosofia greca in Occidente, e molto             rappresentazioni, immagini, quello che la nostra percezione
diffusa in alcuni sistemi della spiritualità Orientale è              intellettuale e affettiva possono cogliere, ma Egli · è al di là di
l’apofatismo. Uno dei più grandi rappresentanti recenti è stato       tutto, di tutto quello che possiamo pensare, immaginare. Allo
Nicolò Cusano, grande mente a torto ignorata dai più. Sistemi         stesso tempo, se dico che non conosco Dio dico il falso, per-
di pensiero sulla spiritualità impostati sull’idea del mistero        ché anche il semplice fatto di respirare, pensare, amare, e
come una possibilità di descrivere il mondo dello spirito. Il         partecipare al Suo essere e alla Sua vita.
celebre dialogo di Cusano, De Deo abscondito inizia con               La tradizione ortodossa è una tradizione apofatica laddove l’
questo affascinante dialogo                                           apofatismo, la teologia negativa, si contrappone al catafatismo,
    Gentile. Oh! tu, che io vedo, devotissimamente prostrato,         la teologia affermativa, secondo cui Dio è … questo o quello
piangere lacrime d'amore, e certo non ingannevoli, anzi               infinitamente bello, infinitamente buono. Ma le parole usate
sgorganti dal fondo del cuore! Ma dimmi, di grazia, chi sei?          per parlarne sono in effetti termini negativi: infinito significa
    Cristiano. Sono un cristiano.                                     non finito, eterno che non è nel tempo, ineffabile, innominabile
    Gent. Che cosa adori?                                             …Non si dice mai cosa Dio è ma cosa non è. Non cè una
    Crist. Dio.                                                       parola positiva possibile. Perfino la parola amore. Meister
    Gent. Ma chi è Dio che adori?                                     Eckhart, come i padri del deserto, affermava: “Se dite che Dio
                                                                      è amore siete blasfèmì”. “Ma è detto nelle Scritture , si dirà.
    Crist. Non lo so.
                                                                      Meister Eckhart faceva semplicemente notare che Dio non è
    Gent. Come puoi tu adorare cosí seriamente ciò che non
                                                                      amore nel modo in cui noi pensiamo l’amore, altrimenti
conosci?                                                              sarebbe un ben povero idolo. È al di là di tutto quello che
    Crist. Perché ignoro, adoro.                                      possiamo pensare e immaginare5.

                                                                      Se la spiritualità è volontà di verità, essa guarda in faccia
                                                                   la realtà, scoprendo che le credenze religiose talvolta sono
                                                                   desiderio di consolazione e rassicurazione, frutto del
                                                                   desiderio di permanenza di un ego che si sente debole e

                                                                      5
                                                                          Leloup
                                                                                                                                       8
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incerto e che perciò cerca "salvezza" nel rimando ad altro            che innerva la mistica: tutto quello che la Sacra Scrittura dice
fuori di sé, restando così sempre nell'attesa, nell'anelito. La       di Cristo, si verifica totalmente anche in ogni uomo buono e
fede allora non produce affatto credenze ma, al contrario, le         divino. Purtroppo tale principio fu condannato come eretico
toglie via tutte, smascherando come menzogna anche                    da uno di quei papi avignonesi che Dante definisce "lupi
l'immaginazione teologica. La fede - scrive san Giovanni              rapaci", separando così divino da umano, sacro da profano,
della Croce - «non solo non produce nozione e scienza, ma             avocando alla chiesa il monopolio del sacro e con questo
anzi acceca e priva l'anima di qualunque altra notizia e              ribadendo la divisione ragione-fede, scienza-religione che
conoscenza: la fede è notte oscura per l'anima e, quanto più la       perdura ancora oggi e che costringe i "credenti" in quella
ottenebra, tanto maggiore è la luce che le comunica». Fede            condizione di minorità da cui l'illuminismo, secondo le
come notte, dunque, ma una notte che mentre libera da ogni            celebri parole kantiane, ha inteso togliere l'uomo occidentale.
presunto sapere di verità esteriori, fa risplendere una luce              Un grandioso filosofo dei nostri tempi, l’ebreo Emmanuel
interiore, sapere non di altro ma di se stessa, sapere che è un       Lévinas, forse erede moderno dell’apofatismo arriva a
essere. Questo è il passaggio aus historie ins wesen, dalla           proclamare un «Dio trascendente fino all’assenza»6. L’ignoto
storia all'essenza, come dicevano i mistici tedeschi, ovvero da       è sempre un bene perché nella sua infinita inconoscibilità non
una verità esteriore, che non ha alcun effetto, a una verità          cessa di alimentare il nostro desiderio. E il desiderio, come vi
interiore, che salva davvero. La salvezza non è infatti dal           insegnerà il Professor Campione, è il motore della vita.
peccato di un altro, Adamo, da cui un altro, Cristo, ti deve           d. Il senso panico
liberare, ma da quel peccato davvero "originale" che è                    Se è vero che il modo più semplice di definire il sacro è
l'amore egoistico di sé. In te è Adamo, in te è Cristo, ovvero        quello di contrapporlo al profano, va però evidenziata la
tanto l'amore di te stesso quanto l'amore del Bene, e la              tendenza della dialettica ierofanica è quella di ridurre
salvezza ti appare nella sua realtà, non futura ma presente,          progressivamente le aree profane e, in definitiva, ad abolirle.
non sperata ma reale, quando il bene degli altri ti è caro            Certe esperienze religiose superiori identificano il sacro con
quanto il tuo, assolutamente, in nulla di meno. Niente può            l’intero Universo. Per molti mistici, il Cosmo, nella sua
turbare allora la pace dell'anima: non a caso i mistici ripetono      integrità, forma una ierofania. «L’Universo intero, da Brahmà
la cosiddetta supposizione impossibile: se anche Dio mi               sino al filo d’erba, è le forme di Lui» esclama il
destinasse all'inferno, sarei comunque "salvo". La non dualità        Mahànìrvària Tantra (II, 46), riprendendo una formula
su cui insistono gli orientali..                                      indiana antichissima e alquanto diffusa. Questo «Lui»,
    Il mistero del Natale si svela infatti quando si comprende        dtman-Brahman, si manifesta in ogni dove: «Hàmsa» ha sede
il significato non blasfemo, ma al contrario profondamente            nel puro (Cielo); (dio) splendente ha sede nell’etere;
spirituale - anzi, esso solo cristiano, senza il quale la religione
resta superstizione, la fede credenza infantile - del principio          6
                                                                             E. LÉVINAS, Dio, la morte e il tempo, Milano 2003, pp. 291-297.
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officiante, la sua sede è l’altare; ospite, siede nella dimora.     «La verità, vi prego, sull’amore», invocava il poeta Wystan
Sua sede è l’uomo, sua sede è il voto, la Legge, il                 Hugh Auden: davvero muove il sole e le altre stelle, come
firmamento. Tema ben presente anche nel cristianesimo. Se           cantava Dante, o è piuttosto un concetto privo di senso dal
gli archeologi avessero conosciuto questo principio non si          punto di vista dell’evoluzione, come invece sostiene il biologo
sarebbero stupiti dell’assenza del Tempio nella                     britannico Richard Dawkins? Siamo realmente solo «macchine
                                                                    da sopravvivenza, robot semoventi programmati ciecamente
sviluppatissima civiltà di Moenjo-Daro del III millenio A.C.
                                                                    per preservare quelle molecole egoiste note sotto il nome , di
Il tempio è prima di tutto interiore!                               geni», secondo quanto Dawkins scriveva già nel 1976 nella
6.      La conoscenza identificazione                               Prefazione del suo notissimo, ma anche assai criticato libro Il
    Per concludere questa prima breve trattazione un accenno        gene egoista? La teoria del biologo, uno dei maggiori esponenti
al tema della conoscenza spirituale come identificazione. Che       della corrente del neodarwinismo e del “nuovo ateismo”, è
                                                                    chiara: il protagonista del processo dell’evoluzione, a suo
deriva dal senso panico. Il non dualismo che sta alla base del
                                                                    giudizio, non sarebbe la specie e, in definitiva, neppure
Bene come realtà universale. Nella visione spirituale non           l’individuo, ma il singolo gene, il cui unico vero “scopo”
esiste un bene particolare, il bene è sempre universale.            sarebbe quello di duplicarsi, garantendosi la sopravvivenza.
Qualcuno forse ricorda il romanzo Venne chiamata due                Cosicché non consisterebbe in altra cosa che nell’egoismo la
cuori? Gli aborigeni quando pregavano il Grande Spirito             legge fondamentale della vita, e della vita umana. Sono sempre
chiedevano qualcosa: se è un bene per tutto l’Universo. In          di più, tuttavia, i contributi scientifici che smentiscono con
quasi tutte le grandi tradizioni spirituali si parla del corpo      forza tale posizione. Come per esempio ha spiegato più volte
mistico, l’Uomo cosmico indiano, il Metatron ebraico della          1’ecoteologo Leonardo Boff (per esempio nell’ articolo
Cabala… Siamo membra di un unico essere vivente cosmico             “Dall’illusorio gene egoista al carattere cooperativo del
e il senso di collegamento è alla base di una spiritualità che è    genoma umano”, leonardoboff-wordpress.comI2012/03/03), la
anche vera umanità.                                                 nuova biologia genetica ha rivelato che «i geni non esistono in
                                                                    maniera isolata, bensì costituiscono un sistema di
                                                                    interdipendenze che dà vita al genoma umano, il quale
                                                                    obbedisce a tre principi di base della biologia: la cooperazione,
                                                                    la comunicazione e la creatività. Pertanto, il contrario del gene
                                                                    egoista». Così, secondo il biologo tedesco Joachim Bauer,

                                                                                                                                  10
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la teoria del gene egoista di Dawkins non è fondata su alcun         umano. A livello mitico, simbolico, religioso si parla di
   dato empirico, ma è anche servita a legittimare l’individualista     divinizzazione:
   e imperialista ordine capitaista. Ed è curioso che si attribuisca
   «uno scopo a una molecola (Dna) fintantoché esso è basato               «Un uomo sensato oggi vuol forse ancora diventare Dio?», si
   sull’interesse personale», ma che non appena si faccia                  chiede Hans Küng. Io rispondo: «sì. Raramente un'epoca è
   «riferimento a qualunque tipo di finalità che indichi una natura        stata altrettanto determinata a divenirlo... Un cristianesimo che
   più altruistica e collaborativa, anche in organismi complessi           offra all'uomo meno che divenire Dio sarebbe troppo modesto;
   con sistemi nervosi molto sviluppati», l’idea di scopo non              ha un bel raccomandarsi con la sua affidabilità: sta di fatto che,
   risulti allora più accettabile per tanti scienziati. Di modo che        nella lotta per l'uomo nella quale noi siamo coinvolti, la sua
   non è vero che la biologia abbia respinto qualsiasi idea                risposta è insufficiente». Nel 1978 così scriveva Joseph
   dell’esistenza di una finalità nella natura, «ma solo gli               Ratzinger .
   argomenti teleologici non basati sull’egoismo, la competizione          Il processo di identificazione però comporta una sorta di
   e la sopravvivenza: vale a dire che essa accetta quei fini che       proiezione. Per questo si parla di una purificazione della
   sono in sintonia con la mentalità del capitalismo, salvo poi         coscienza necessaria per arrivare a identificarsi con un grande
   rifiutare quelli che non lo sono».                                   ideale, per questo la più grande vetta della conoscenza è il
   È quanto sostiene in maniera decisa anche il naturalista e           “conosci te stesso”:
   scrittore inglese Colin Tudge, che, nel suo libro Perché i geni
                                                                             Ognuno si raffigura Dio a seconda di come vede se stesso. Se
   non sono egoisti, mostra come la tesi dell’egoismo genetico
                                                                           è al grado dei peccatori, vede Dio come giudice. Se è salito al
   risulti chiaramente superata dai progressi scientifici nel campo
                                                                           secondo grado, quello dei penitenti, Dio si mostra a lui con il
   della genetica, della biologia molecolare, dell’etologia e
                                                                           perdono. Se è al grado dei misericordiosi, scopre l'abbondanza
   dell’ecologia e anche in quello dei comportamenti sociali degli
                                                                           della misericordia di Dio. Se ha rivestito dolcezza e
   umani, dai quali emerge che, «mentre la competizione è un
                                                                           mansuetudine, gli apparirà la benevolenza di Dio. Se ha
   fattore della vita» più o meno inevitabile, «la collaborazione, la
                                                                           acquisito     un'intelligenza     sapiente,     contemplerà      la
   cooperazione, è invece l’essenza della vita».
                                                                           incomprensibile ricchezza della sapienza divina. Se ha
    Il processo di spiritualizzazione prevede un progredire di             rinunciato alla collera e al furore, se la pace e la calma regnano
identificazioni fino all’identificazione con l’Assoluto. Fino              in lui in ogni momento, è elevato all'inconfondibile purezza di
alla massima conoscenza. Nelle lingue antiche Conoscenza                   Dio.
non corrisponde ad un fatto intellettuale, basti pensare al
biblico: «non conosco uomo» della Vergine. La conoscenza è
l’identificazione d’amore. Questa è una sublime vetta della
spiritualità a cui ognuno è chiamata per essere veramente

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Se la fede risplende incessantemente nella sua anima, egli
     guarda in ogni istante l'incomprensibilità delle opere di Dio, e
     ha la certezza che anche quelle ritenute spiegabili sono al di
     sopra di qualsiasi spiegazione. Se sale poi al livello dell'amore,
     giunto in cima a ogni grado vede che Dio non è altro che
     amore. Tu lo vedrai come egli è, quando sarai divenuto come
     lui (Filosseno di Mabbug, Omelia 6).

    Il grande Eckhart insegnava, come tutte le grandi
tradizioni sapienziali, che l'uomo è ciò che ama: «Se ama una
pietra è una pietra; se ama un uomo è un uomo; se ama Iddio-
non oso dire di più perché se vi dicessi ch'egli è Dio, voi
potreste lapidarmi»7.

7.         Concludo il primo tema con dei bellissimi versi:

     Chi guarda dai miei occhi? Che cos'è l'anima?
     Non riesco a fare a meno
     di domandarmelo.
     Se potessi assaggiare un sorso di risposta saprei evadere da
     questa prigione per ubriachi.
     Non sono arrivato qui di mia
     volontà
     e non è così che posso andarmene.
     Chiunque mi abbia portato
     qui, deve riportarmi a casa.
          (Mawlana Jalaluddin Rumi, poeta mistico del XIII secolo)

     7
         M. Eckhart in R. NICHOLSON, Sufismo e mistica islamica, Genova 1988,
p.90
                                                                                                                                    12
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