Lisa Bulfon viola - Conservatorio della Svizzera italiana

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Lisa Bulfon viola - Conservatorio della Svizzera italiana
MERCOLEDÌ                      ORE      LIVE
16.06.21                       17:30    STREAMING
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              Lisa Bulfon
              viola
              Recital per il conseguimento del
              Master of Arts in Music Performance

Conservatorio della Svizzera italiana
Scuola universitaria di Musica
Via Soldino 9
CH-6900 Lugano

T +41 (0)91 960 23 62
eventi@conservatorio.ch
Lisa Bulfon

Dopo aver iniziato gli studi presso il Conservatorio di Udine, si è diplomata
brillantemente in Viola presso il Conservatorio di Vicenza, sotto la guida del M°
Davide Zaltron. Nello stesso Conservatorio ha ottenuto, con la votazione di 110
e lode, il diploma accademico di secondo livello in discipline musicali.
Attualmente frequenta il Master of Arts in Music Performance presso il
Conservatorio della Svizzera italiana, nella classe del M° Yuval Gotlibovich.
Si è perfezionata con Mikhail Zemtsov e Simone Briatore, e ha partecipato alle
masterclass di Danusha Waskiewicz, Tobias Lea, Ula Ulijona. Nel 2019 ha
partecipato al Festival Casals a Prades, in Francia.
Nel 2014 è stata selezionata per “Progetto Orchestra”, corso di formazione
orchestrale tenuto dal M° Leon Spierer (per trent’anni Konzertmeister dei
Berliner Philharmoniker). Nello stesso anno è stata scelta tra i migliori allievi per
partecipare ai Saggi Finali del Conservatorio.
Ha suonato con diverse orchestre ed ensemble orchestrali (Orchestra Teatro
Regio di Torino, Orchestra di Padova e del Veneto, Orchestra Filarmonica di
Torino, Orchestra delle Venezie, Orchestra Jupiter,..) e, in formazioni
cameristiche, ha suonato, tra le altre, per Unione Musicale di Torino, Società dei
Concerti di Trieste, rassegna “Giovani promesse in musica” (Bassano del
Grappa). Ha inoltre fatto parte dell’Orchestra del Teatro Olimpico di Vicenza e
della Benacus Chamber Orchestra.
Con l’ensemble di 900presente (Conservatorio della Svizzera italiana) ha
recentemente partecipato a La Biennale Musica di Venezia.
Rebecca Clarke                 Sonata
  1886 – 1979                  per viola e pianoforte
                                  I. Impetuoso
                                  II. Vivace
                                  III. Adagio - Allegro

Kaija Saariaho                 Vent Nocturne
  *1952                        per viola ed elettronica
                                 I. Sombres miroirs
                                 II. Soupirs de l’obscur

Monica Cattarossi pianoforte

Classe di viola di Yuval Gotlibovich
Rebecca Clarke nacque in Inghilterra nel 1886 da madre tedesca e padre
americano. Iniziò a studiare musica da bambina, prendendo lezioni di violino.
Studiò poi composizione al Royal College of Music, dove, su consiglio del suo
insegnante Charles Villiers Stanford, maturò la decisione di suonare la viola e
divenne allieva di Lionel Tertis. Ebbe un rapporto molto difficile con il padre, il
quale decise di non sostenere più economicamente di studi della figlia. Rebecca
iniziò a guadagnarsi da vivere suonando la viola e divenne una delle prime
musiciste professioniste donne in orchestra.
Nel 1916 si trasferì negli Stati Uniti e continuò la sua attività musicale. Pubblicò
un breve brano per viola e pianoforte, Morpheus, sotto lo pseudonimo di
Anthony Trent. Il brano, che contiene idee musicali sviluppate poi nella sonata,
ricevette buone critiche ad un recital dove la stessa compositrice suonò, mentre
altre composizioni che presentò con il suo vero nome vennero ignorate.
Il 1919 vide la luce il suo lavoro più famoso, la Sonata per viola e pianoforte. La
composizione si piazzò al secondo posto al concorso organizzato dalla
mecenate Elizabeth Sprague Coolidge, mentre il primo premio andò a Ernest
Bloch. Nella sonata sono presenti influenze impressioniste ed è naturale che il
pensiero voli a Ravel o alle ultime sonate di Debussy - che la precedono solo di
qualche anno - quando la si ascolta. Nel frontespizio è inserita una citazione
della poesia Nuit de Mai (Notte di maggio), del poeta francese Alfred de Musset,
che crea un particolare ambiente emotivo:

Poète, prends ton luth; le vin de la         Poeta, prendi il tuo liuto; il vino della
jeunesse                                     gioventù
Fermente cette nuit dans les                 Fermenta stasera nelle
veines de Dieu.                              vene di Dio.

Il primo movimento, impetuoso e rapsodico, si apre con uno squillante canto
della viola, che prosegue, quasi improvvisando su una scala pentatonica, fino a
trovare la propria strada assieme al pianoforte. È presente una sezione centrale
più lirica, introdotta dal pianoforte, prima della ricapitolazione che porta alla
coda.
Il secondo movimento è un brillante scherzo che sfrutta tutte le possibilità
espressive della viola: i pizzicati, gli accordi, i glissati, gli armonici, il bariolage,
l’uso della sordina, rendono questo brano un gioco continuo.
Il movimento finale è un adagio molto espressivo, in cui l’introduzione è affidata
al pianoforte. È presente una sezione rapsodica del pianoforte – mentre la viola
sostiene con un pedale di Do in tremolo al ponticello – che riporta al tema del
primo movimento. Dopo una sezione agitata ed una più calma, “quasi
pastorale”, la coda chiude con l’impetuosa esplosione del tema iniziale della
sonata.
Negli anni seguenti la Clarke continuò ad esibirsi da sola e in gruppi da camera
e scrisse altri brani cameristici, ma non compose mai sinfonie o brani di ampia
portata. Soffrì di depressione, probabilmente dovuta al poco riconoscimento ed
incoraggiamento ottenuti come compositrice, e questo la portò a smettere di
comporre e suonare. Proseguì la sua vita negli Stati Uniti e si spense a New York
nel 1979.

Kaija Saariaho ha recentemente ricevuto il Leone d’Oro alla carriera dalla
Biennale di Venezia ed è considerata una tra i maggiori compositori viventi.
Nata ad Helsinki nel 1952, ha frequentato Sibelius Academy e ha poi proseguito
gli studi a Friburgo, Darmstadt e all’IRCAM di Parigi. Le sue ricerche all’IRCAM
l’hanno portata a combinare in modo fluido musica dal vivo ed elettronica. Ha
composto principalmente musica da camera, ma ha affrontato anche organici
più grandi e strutture più vaste, come l’opera L'amour de loin o l'ampio lavoro
per coro e orchestra Oltra mar.
Il brano in programma, Vent nocturne, è una composizione del 2006 per viola
ed elettronica. In questo brano l’elettronica diventa una naturale estensione
della voce della viola. La compositrice scrive, a proposito dell’idea di questa
composizione, che la viola le suggerisce suoni ariosi, come il respiro ed il vento,
pertanto questi elementi vengono largamente utilizzati nell’elettronica.
Il primo movimento, Sombres miroirs (Specchi scuri), è costruito su di un
pensiero simmetrico. Spesso la viola gioca con figure che si avvicinano e si
allontanano, come se venissero rilanciate da uno specchio. Questi giochi sonori
non riescono a trovare davvero una via di fuga per allontanarsi dagli specchi,
ma si trovano costretti a dissolversi come vapore nel loro vorticare continuo.
L’elettronica contribuisce a creare un clima di mistero e spesso si inserisce su
note “sfocate” (eseguite al ponticello, o con trilli e rumori) della viola. Un
elemento rilevante di questo movimento è sicuramente quello del movimento,
che nasce dalle figure riflesse e acquista sempre maggiore importanza, fino ad
acquisire quasi il carattere di una danza tribale.
Nel secondo movimento, Soupirs de l’obscur (Sospiri dell’oscurità), l’atmosfera
è più rarefatta ed è grande la possibilità di giocare con timbri e colori diversi. La
viola mette in atto diversi tentativi di cantare una melodia dolce ed espressiva,
ma essa finisce sempre per essere riassorbita nel clima misterioso e sospeso
che caratterizza questo brano. L’elemento su cui ruota questo movimento è il
sospiro, che si traduce in musica con un piccolo glissato in conclusione di frase.
I tentativi di canto vengono spenti da questi sospiri. È interessante il modo in cui
l’elettronica si inserisce in questo contesto, prendendo la parola proprio sui
glissati della viola e prolungandone il fiato.
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