Liberato il talento si manifesta la sua bellezza - Mara Chinatti

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Liberato il talento si manifesta la sua bellezza - Mara Chinatti
Liberato il talento
           si
manifesta la sua bellezza

     Mara Chinatti
Liberato il talento si manifesta la sua bellezza - Mara Chinatti
LIBERATO IL TALENTO SI MANIFESTA LA SUA BELLEZZA

                                                                  La bellezza non è che il disvelamento
                                                                      di una tenebra caduta e della luce
                                                                                     che ne è venuta fuori
                                                                                                  Alda Merini

   Che cosa mi sta chiedendo la mia interiorità? Quale miglior atteggiamento posso assumere per
procedere? Queste domande ed altre simili ci portano a riflette sui nostri comportamenti e a domandarci
quanto essi siano coerenti con le leggi Universali immutabili ed eterne. L’Etica ci chiama a svolgere
questo compito innanzitutto in noi stessi prima ancora di poterlo trasmettere ad altre persone.
   L’etica intesa come l’osservanza delle Leggi Universali è la scienza applicata ai comportamenti che
producono effetti positivi certi e verificabili. Essa si manifesta come la volontà di costruire il Bene in un
rapporto coerente con le leggi Universali. Ogni religione insegna l’etica mediante, per esempio, i
comandamenti dei cristiani, gli insegnamenti dello Yoga, le regole buddiste ecc. e tutte, incluse quelle
non citate, mirano all'unità e alla manifestazione della bellezza, alla realizzazione di una mente illuminata
e di un cuore amorevole.
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L'Etica, riguarda tutti i comportamenti umani, che hanno possibilità di redenzione nel superamento
degli opposti liberando così amore e bellezza.
   Ma come può un essere umano liberare dalla propria interiorità qualità e talenti per esprimere la
propria armonia quando non li conosce ed è anche recluso in carcere? Come può esprimere la sua
bellezza interiore e seguire la via dell’etica prendendo la bellezza come guida?
   Assagioli, (imprigionato per circa un mese nel 1940, per attività pacifiste e internazionaliste invise al
regime fascista) scrive: “ Capii che ero libero di assumere uno fra i molti atteggiamenti nei confronti di
questa situazione, che potevo darle il valore che volevo io, e che stava a me decidere in che modo
utilizzarla.
- Potevo ribellarmi interamente e imprecare; oppure potevo rassegnarmi passivamente e vegetare;
potevo lasciarmi andare a un atteggiamento malsano di auto compatimento e assumere il ruolo di
martire; potevo affrontare la situazione con un atteggiamento sportivo e con senso dell’umorismo,
considerandola un’esperienza interessante.
- Potevo trasformare questo periodo in una fase di riposo, in un’occasione per riflettere tanto sulla mia
situazione personale, considerando la vita vissuta fino ad allora, quanto su problemi scientifici e filosofici;
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potevo approfittare della situazione per fare un allenamento psicologico di qualche genere; infine potevo
farne un ritiro spirituale.
- Ebbi la percezione chiara che l’atteggiamento che avrei preso era interamente una decisione mia: che
toccava a me scegliere uno o molti fra questi atteggiamenti e attività; che questa scelta avrebbe avuto
determinati effetti, che potevo prevedere e dei quali ero pienamente responsabile.
- Non avevo dubbi su questa libertà essenziale e su questa facoltà e sui privilegi e le responsabilità che
ne derivavano”.
   In questo scritto denominato “Libertà in prigione” parla della sua esperienza in carcere, del suo
atteggiamento etico nei confronti della situazione poco piacevole che sta vivendo. Con la sua
testimonianza ci ricorda il valore della volontà concreta, della responsabilità come opportunità, e ci indica
una strada per poter vivere l’esperienza della libertà e dell’etica, dell’amore e della bellezza.
   Tutti noi sappiamo che la volontà è una funzione della coscienza e per questo non può agire sulle
cose inconsce ed essendo inconsce non si prestano alla volontà. Quindi il primo lavoro da svolgere è
quello della conoscenza di se stessi chiedendosi, in diverse circostanze, CHI SONO IO? … Che cosa
posso fare io ora? In questo modo l’individuo prende coscienza dell’io, di una parte di sé, come può
essere esempio, una qualità, un talento e via dicendo.
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Ma prima di mostrarvi per immagini il percorso intitolato “Liberato il talento si mostra la sua bellezza” di
Ervis, una persona detenuta, un padre, voglio dirvi due parole riguardo al disegno spontaneo
psicosintetico che assieme alla scrittura è stato lo strumento da lui usato per liberare un suo talento.
   Il disegno spontaneo è una comunicazione antica alla portata di chiunque voglia esprimersi e diventa
uno strumento facilitatore per colui che desidera rispondere alle domande sopracitate e a tante altre.
Anche Roberto Assagioli lo considerava un canale auto-formativo prezioso per la propria psicosintesi
personale poiché da un corretto rapporto con se stessi scaturisce una giusta relazione con gli altri e con il
Divino.
   Infatti il disegno spontaneo psicosintetico diventa disegno coscienza poiché ri-sveglia nella coscienza
dell’individuo un’energia specifica capace di cogliere i suoi intimi significati: sa toccare il suo sentimento e
l’anima, la quale si rivela mostrandosi mediante talenti, qualità e virtù.
   Il lavoro che Ervis ha svolto per acquisire la coscienza del proprio talento e poi agire con l’intento di
esprimere la sua forma originaria è partito da se stesso. Il suo movimento lo ha portato a muoversi verso
il mondo esterno dopo essersi soffermato su quello interiore ed è stato ascoltandosi che lo ha potuto
riconoscere e poi manifestare. Come vedremo nelle immagini, accade che la prima risposta che si
elabora, spesso, risulta non essere quella definitiva. Anzi, di frequente, si arriva a quella conclusiva dopo
aver sviluppato più risposte.
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Nel disegno è molto importante tenere in considerazione che possono apparire raffigurati degli
archetipi o dei simboli. Interpretarli, però, non è il mio scopo. L’archetipo è la rappresentazione di una
esperienza che è comune a tutti gli uomini e che perciò diventa un modello originario di riferimento
(archè-topos = Antico - primo esempio). Lo stesso dicasi per le Leggi Universali le quali incarnano dei
principi.
   Per esempio, l’albero diventa un simbolo perché incarna energeticamente l’esperienza della crescita
che, come principio o Legge, è uguale a quella che vive interiormente l’individuo. Il significato della
crescita è sinonimo di sviluppo e si presenta positiva quando tende verso l’evoluzione qualitativa. Si
verifica allorquando il suo processo si è svolto attraverso le sue leggi rispettandone i tempi, i ritmi ed i
suoi cicli che sono ben precisi. Queste leggi, per la loro natura, sono uguali per tutti gli esseri umani,
anche se ogni persona le applica reagendo in modo personale.
   Come le parole anche il disegno spontaneo psicosintetico serve per significare qualcosa. Come il
simbolo allude e sottintende ad aspetti della realtà ben precisi, così il disegno diventa un simbolo
caratteristico e riservato all’individuo. Ecco perché prima di soffermarsi sul significato simbolico collettivo
o universale è bene chiarire quello personale poiché, in quel momento, ciò che serve all’evoluzione
individuale è innanzitutto cercare poi conoscere ed infine esprimere la propria verità. La “conoscenza
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collettiva” gli servirà solo in seguito, quando vorrà confrontarla con la propria e vorrà scoprirne
connessioni più ampie ed elevate.
    Per Assagioli educare non vuol dire riempire le menti con qualcosa ad esse estraneo, ma si traduce
nell’attivare e nello sviluppare quel “fuoco” interiore presente in ogni uomo riassumibile nell’“impegno
appassionato” che è l’espressione della tensione continua volta ad armonizzare il proprio fare, il proprio
sapere con il proprio essere. “Non solo sapere, ma saper essere” facendo un continuo appello alle più
nobili energie dell’individuo che gli mostrano le sue più alte possibilità. Il disegno spontaneo psicosintetico
è un’attività che consente alla persona di ri-scoprire le proprie risorse che possiede da sempre e che
hanno permesso all’umanità di evolvere. In uno spazio particolare e per un tempo specifico la persona
esprime la propria creatività intesa come espressione di sé, delle proprie tensioni, sensazioni e
aspirazioni interiori dando loro forma e colori diversi. Questa modalità se usata come un allenamento per
usare le parole di Roberto Boni, in Buona Volontà e cooperazione, aiuta a sviluppare la disposizione a
non pretendere ed esigere dagli altri, bensì a dare e a darsi; il riconoscimento della propria essenziale
libertà spirituale e l’accettazione della conseguente responsabilità. Così si arriva a riconoscere che tutto
dipende dal nostro atteggiamento e che questo non solo permette di riconoscere i risultati dei valori, ma
addirittura li può creare, li può conferire. Questo è il nostro potere, dipende dalla nostra libera scelta, da
una nostra decisione, quindi da un atto di volontà. Il disegno psicosintetico è innanzitutto un intervento
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relazionale di accoglienza oltre che di sostegno, di aiuto e di accompagnamento nel quale prevale
l’empatia, l’ascolto e l’umiltà di voler conoscere delle parziali verità personali sul proprio modo di pensare
e di agire. Il rispetto, precisa Piero Ferrucci nel suo libro La forza della gentilezza, è la capacità di saper
ascoltare e di saper vedere, (dal latino respicere – vedere) cosa noi abbiamo e possiamo utilizzare di noi
in maniera adeguata. Significa allenare la mente alla retta discriminazione ed alla giusta sensibilità, alla
visione di sé, al potere di scelta e di proposito ben diretto. Perciò è necessario stimolare la persona ad
usare adeguatamente la volontà buona e saggia; focalizzarsi sui suoi aspetti latenti positivi al fine che li
possa conseguire, su quelli “deboli” per rinforzarli e su quelli che facilmente esprime perché possa
continuare a manifestarli. È solo attraverso il rispetto che l’educatore potrà aiutare il bambino (o l’adulto)
a manifestare le sue qualità particolari; ed è solo sentendosi rispettato che il bambino (o l’adulto) potrà
sviluppare fiducia nelle proprie capacità e autostima.
I principi del mio operato sono il valore dell’individuo, il suo diritto all'espressione di sé, alla vita e alla
libertà con le responsabilità che ne derivano. Ciò significa creare e immettere bellezza nell’Universo.

                                                                                                 Mara Chinatti
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In quale aspetto l’anima che è stata ferita ,
attraverso la personalità, tenta di esprimere la bellezza?
Liberato il talento si manifesta la sua bellezza - Mara Chinatti
30/04/2013   3
CHI SONO IO?
TRASMETTERE FIDUCIA - ESSERE BUONI ESEMPI                        SVILUPPA IL TALENTO DI OSARE

  Alla fine dell’incontro Ervis prende le sue cose chiedendomi se può tenere il mio schizzo. Io acconsento
proponendogli di completarlo. Ervis è molto titubante: mi dice che ha paura di rovinarlo. Lui lo vuole
solo per vedere come uso la matita. Ripeto la proposta.

 Al successivo incontro Ervis porta il disegno completato.
DOPO UN PAIO DI MESI ERVIS RIPRENDE A FREQUENTARE IL CORSO

Nel mostrarmi i suoi disegni dice: “Avrei voluto continuare a proseguire con la sua
modalità consequenziale, ma mi sono accorto che non sono capace, così mi sono
solo limitato a disegnare. Nel farlo, ho scoperto che mi piace molto.”

Rimango sorpresa dalla quantità di lavoro svolto.

Dopo di che, inizia un nuovo percorso pittorico-introspettivo per Ervis.
CHI SONO IO?
L’AMORE E L’ATTO DI VOLONTÁ

         hanno permesso ad Ervis
di compiere due trasformazioni importanti:

         1 - gli animali in persone …
  2 – un impulso interiore in un talento …
Pensieri di Luce a tutti
                                        Mara Chinatti
Un agurio ad Ervis di Pace e Serenità
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