Lezione I Nicola Zanardi - eLearning UNIMIB
←
→
Trascrizione del contenuto della pagina
Se il tuo browser non visualizza correttamente la pagina, ti preghiamo di leggere il contenuto della pagina quaggiù
La comunicazione digitale ha almeno tre matrici: * una filosofico - scientifica * una legata alla comunicazione come rapporto interpersonale, tra soggetti dotati di una strumentazione emotiva e cognitiva * una terza, dove la comunicazione è uno degli ombrelli sotto i quali si inseriscono le varie tematiche
La comunicazione digitale ha almeno tre matrici: * una filosofico - scientifica * una legata alla comunicazione come rapporto interpersonale, tra soggetti dotati di una strumentazione emotiva e cognitiva * una terza, dove la comunicazione è uno degli ombrelli sotto i quali si inseriscono le varie tematiche
La comunicazione digitale ha almeno tre matrici: * una filosofico - scientifica * una legata alla comunicazione come rapporto interpersonale, tra soggetti dotati di una strumentazione emotiva e cognitiva * una terza, dove la comunicazione è uno degli ombrelli sotto i quali si inseriscono le varie tematiche
La comunicazione digitale ha almeno tre matrici: * una filosofico - scientifica * una legata alla comunicazione come rapporto interpersonale, tra soggetti dotati di una strumentazione emotiva e cognitiva * una dove la tecnologia, con la sua massa critica e il suo potenziale, viaggia in parallelo con le competenze sviluppate o da sviluppare
La comunicazione digitale ha almeno tre matrici: * una filosofico - scientifica * una legata alla comunicazione come rapporto interpersonale, tra soggetti dotati di una strumentazione emotiva e cognitiva * una terza, dove la comunicazione è uno degli ombrelli sotto i quali si inseriscono le varie tematiche Raffaello Sanzio, Scuola di Atene, 1508-1511
L’utopia di una lingua universale risale a molto prima che il linguaggio informatico permettesse di arrivare a una formalizzazione. Nella sua complessità si rinnova il tentativo di classificare, o perlomeno di trovare dei criteri che permettano di individuare una sorta di Biblioteca di Babele, in grado di abbracciare tutto il sapere universale.
Etienne-Louis Boullé, Biblioteca Reale di Francia, 1784-85
Erik Desmazieres "La Bibliothèque de Babel" 1941
Marino Auriti, Il palazzo Enciclopedico del Mondo, 1950ca
Jorge Louis Borges
Leibniz ed altri possono essere considerati padri nobili della cibernetica, disciplina fondata da Norbert Wiener nel secondo dopoguerra novecentesco. Dalle considerazioni sulla logica di Leibniz, infatti, nasce la congettura che un pensiero possa formarsi e articolarsi all’interno di una macchina.
Ed è’ proprio lui a mettere a punto un’ aritmetica binaria. Un calcolatore, calculus ratiocinator (o “macchina aritmetica”) già più perfezionato di quello messo a punto da Blaise Pascal.
Leibniz, calcolatrice, XVII secolo
Il rapporto, che dà conto sia dei sottoinsiemi quanto delle relazioni alla base della matematica di Leibniz, è il fondamento di una prima teoria della complessità , e anche di una prima “filosofia della complicazione”. Quali e quanti numeri si possono organizzare, classificare, come si può dar loro una gerarchia? E tanti altri temi che fanno perno sulla complessità.
Leibniz fonda il calcolo differenziale e quello integrale (così come Isaac Newton, con un percorso indipendente) strutturando in un processo definito (algoritmico) i passaggi fondamentali del calcolo infinitesimale.
Leibniz, tra gli altri, tramite la sua ricerca di possibilità e di metodo di calcolo più rapidi contribuisce alla creazione del capitalismo moderna.
George Boole, definizione di algoritmo, prima metà IX sec.
Se l’approccio leibniziano è interessante e legato a una visione forte, quello di Francis Bacon parte dalla sue necessità contingenti: consigliere di ambasciata in Francia, sconvolta dalle guerre di religione, inventa un linguaggio binario segreto, utilizzato per i messaggi diplomatici.
Il filosofo (e poi Cancelliere d’ Inghilterra) crea un manifesto per la crescita della scienza (De augmentis scientiarum), la scienza “aumentata”, si direbbe oggi. Dove la scienza deve sempre avere una sua utilità per arrivare all’interesse generale e a una intesa universale. Frutto, anche e soprattutto, di una vera e propria professione di fede.
Nel tempo si strutturerà una vera e propria scienza dei linguaggi segreti che sarà la base delle scoperte delle macchine intelligenti. Non siamo molto lontani dai motivi per cui tutte queste possibilità si coagulano in strumenti veri e propri, soprattutto in ambito militare dove la sperimentazione, legata ai linguaggi e alla loro veicolazione, allarga la sua portata arrivando a una concretezza vera.
La definizione di algoritmo e la sua trasformazione, in un concetto automatico dell’informazione, in realtà, arriverà soltanto a metà del 1800 con l’irlandese George Boole. Sarà grazie agli suoi strumenti, che l’informazione diventerà materia, e anche merce, a portata di tutti. Boole e Leibniz hanno in comune anche il mettere insieme logica e matematica, che erano separate, dall’appartenere o meno al campo filosofico.
Manoscritto Voynich
E’ passato ancora un altro secolo, siamo già nel 1950. Il rapporto tra intuizione e programmazione, tra teoria e pratica ha tempi di decantazione molto lunghi salvo accelerare incredibilmente negli ultimi 50 anni.
Tim Berners sketch World Wide Web
In questo senso la trasformazione della rete militare Arpanet in un network civile è un passaggio epocale. Siamo già nel 1983. Sei anni dopo, nel 1989, anno della caduta del muro di Berlino, Tim Berners Lee proporrà un progetto globale sull’ipertesto con il nome di World Wide Web. A quindici anni di distanza dall’uso, per la prima volta, della parola Internet in un documento ufficiale (copyright Vinton Cerf e Bob Kahn).
Puoi anche leggere