Lezione I Nicola Zanardi - eLearning UNIMIB

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Lezione I

Nicola Zanardi
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Comunicazione digitale
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Radici

Nicola Zanardi
Lezione I Nicola Zanardi - eLearning UNIMIB
La comunicazione digitale ha almeno tre matrici:

* una filosofico - scientifica
* una legata alla comunicazione come rapporto
 interpersonale, tra soggetti dotati di una
 strumentazione emotiva e cognitiva
* una terza, dove la comunicazione è uno degli
 ombrelli sotto i quali si inseriscono le varie
 tematiche
Lezione I Nicola Zanardi - eLearning UNIMIB
La comunicazione digitale ha almeno tre matrici:

* una filosofico - scientifica
* una legata alla comunicazione come rapporto
 interpersonale, tra soggetti dotati di una
 strumentazione emotiva e cognitiva
* una terza, dove la comunicazione è uno degli
 ombrelli sotto i quali si inseriscono le varie
 tematiche
Lezione I Nicola Zanardi - eLearning UNIMIB
La comunicazione digitale ha almeno tre matrici:

* una filosofico - scientifica
* una legata alla comunicazione come rapporto
 interpersonale, tra soggetti dotati di una
 strumentazione emotiva e cognitiva
* una terza, dove la comunicazione è uno degli
 ombrelli sotto i quali si inseriscono le varie
 tematiche
La comunicazione digitale ha almeno tre matrici:

* una filosofico - scientifica
* una legata alla comunicazione come rapporto
 interpersonale, tra soggetti dotati di una
 strumentazione emotiva e cognitiva
* una dove la tecnologia, con la sua massa critica e il suo
potenziale, viaggia in parallelo con le competenze sviluppate o da
sviluppare
La comunicazione digitale ha almeno tre matrici:

* una filosofico - scientifica
* una legata alla comunicazione come rapporto
 interpersonale, tra soggetti dotati di una
 strumentazione emotiva e cognitiva
* una terza, dove la comunicazione è uno degli
 ombrelli sotto i quali si inseriscono le varie
 tematiche

                          Raffaello Sanzio, Scuola di Atene, 1508-1511
L’utopia di una lingua universale risale a molto prima che il
linguaggio informatico permettesse di arrivare a una
formalizzazione.

Nella sua complessità si rinnova il tentativo di classificare, o
perlomeno di trovare dei criteri che permettano di individuare una
sorta di Biblioteca di Babele, in grado di abbracciare tutto il sapere
universale.
Etienne-Louis Boullé, Biblioteca Reale di Francia, 1784-85
Erik Desmazieres "La Bibliothèque de Babel" 1941
Marino Auriti, Il palazzo Enciclopedico del Mondo, 1950ca
Jorge Louis Borges
Leibniz ed altri possono essere considerati padri nobili della
cibernetica, disciplina fondata da Norbert Wiener nel secondo
dopoguerra novecentesco. Dalle considerazioni sulla logica di
Leibniz, infatti, nasce la congettura che un pensiero possa formarsi
e articolarsi all’interno di una macchina.
Ed è’ proprio lui a mettere a punto un’ aritmetica binaria. Un
calcolatore, calculus ratiocinator (o “macchina aritmetica”) già più
perfezionato di quello messo a punto da Blaise Pascal.
Leibniz, calcolatrice, XVII secolo
Il rapporto, che dà conto sia dei sottoinsiemi quanto delle relazioni
alla base della matematica di Leibniz, è il fondamento di una prima
teoria della complessità , e anche di una prima “filosofia della
complicazione”.
Quali e quanti numeri si possono organizzare, classificare, come si
può dar loro una gerarchia? E tanti altri temi che fanno perno sulla
complessità.
Leibniz fonda il calcolo differenziale e quello integrale (così come
Isaac Newton, con un percorso indipendente) strutturando in un
processo definito (algoritmico) i passaggi fondamentali del calcolo
infinitesimale.
Leibniz, tra gli altri, tramite la sua ricerca di possibilità e di metodo di
calcolo più rapidi contribuisce alla creazione del capitalismo
moderna.
George Boole, definizione di algoritmo, prima metà IX sec.
Se l’approccio leibniziano è interessante e legato a una visione
forte, quello di Francis Bacon parte dalla sue necessità contingenti:
consigliere di ambasciata in Francia, sconvolta dalle guerre di
religione, inventa un linguaggio binario segreto, utilizzato per i
messaggi diplomatici.
Il filosofo (e poi Cancelliere d’ Inghilterra) crea un manifesto per la
crescita della scienza (De augmentis scientiarum), la scienza
“aumentata”, si direbbe oggi.
Dove la scienza deve sempre avere una sua utilità per arrivare
all’interesse generale e a una intesa universale.
Frutto, anche e soprattutto, di una vera e propria professione di
fede.
Nel tempo si strutturerà una vera e propria scienza dei linguaggi
segreti che sarà la base delle scoperte delle macchine intelligenti.
Non siamo molto lontani dai motivi per cui tutte queste possibilità si
coagulano in strumenti veri e propri, soprattutto in ambito militare
dove la sperimentazione, legata ai linguaggi e alla loro veicolazione,
allarga la sua portata arrivando a una concretezza vera.
La definizione di algoritmo e la sua trasformazione, in un concetto
automatico dell’informazione, in realtà, arriverà soltanto a metà del
1800 con l’irlandese George Boole. Sarà grazie agli suoi strumenti,
che l’informazione diventerà materia, e anche merce, a portata di
tutti. Boole e Leibniz hanno in comune anche il mettere insieme
logica e matematica, che erano separate, dall’appartenere o meno
al campo filosofico.
Manoscritto Voynich
E’ passato ancora un altro secolo, siamo già nel 1950. Il rapporto
tra intuizione e programmazione, tra teoria e pratica ha tempi di
decantazione molto lunghi salvo accelerare incredibilmente negli
ultimi 50 anni.
Tim Berners sketch World Wide Web
In questo senso la trasformazione della rete militare Arpanet in un
network civile è un passaggio epocale.
Siamo già nel 1983.
Sei anni dopo, nel 1989, anno della caduta del muro di Berlino, Tim
Berners Lee proporrà un progetto globale sull’ipertesto con il nome
di World Wide Web. A quindici anni di distanza dall’uso, per la prima
volta, della parola Internet in un documento ufficiale (copyright
Vinton Cerf e Bob Kahn).
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