Le raccolte del Covid-19 Volume 1 - LA TRASMISSIONE DEL VIRUS IN ETÀ SCOLARE Informazioni, analisi e pubblicazioni scientifiche per le politiche ...

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Le raccolte del Covid-19 Volume 1 - LA TRASMISSIONE DEL VIRUS IN ETÀ SCOLARE Informazioni, analisi e pubblicazioni scientifiche per le politiche ...
Le raccolte del Covid-19
                    Volume 1

         LA TRASMISSIONE DEL VIRUS
               IN ETÀ SCOLARE
Informazioni, analisi e pubblicazioni scientifiche per le politiche
 sulla popolazione in età scolare in Italia e nei diversi Paesi del
                             Mondo
Se è vero che il Covid-19 sia lo stesso in tutto il mondo, non è
  altrettanto vero che abbia comportato le stesse politiche e gli
                          stessi scenari…

ISLANDA
Kari Stefansson, CEO della società islandese deCODE genetica a Reykjavik, ha studiato la
diffusione del COVID-19 in Islanda con la Direzione della Salute dell'Islanda e l'Ospedale
Universitario Nazionale. Il suo progetto ha testato 36.500 persone; a questo punto, l'Islanda ha
1.801 casi e dieci morti. Su base pro capite, l'Islanda si colloca al primo posto tra i test.
                              In un'intervista al Science Museum Group, Stefansson fa una
                              dichiarazione straordinaria: I bambini sotto i 10 anni hanno meno
                              probabilità di infettarsi rispetto agli adulti e se vengono infettati,
                              hanno meno probabilità di ammalarsi seriamente. Ciò che è
                              interessante è che anche se i bambini vengono infettati, sono meno
                              propensi a trasmettere la malattia ad altri rispetto agli adulti. Non
                              abbiamo trovato un solo caso di un bambino che infetta i genitori.
Altri ricercatori in altri paesi non sono così sicuri di questo, determinando che i bambini possono
sicuramente portare il virus. (Può essere che i sistemi immunitari dei bambini combattano meglio
il virus, con conseguente minore tosse, il che riduce la probabilità di infettare qualcun altro).

Se la conclusione islandese è accurata, sarebbe un argomento forte per riaprire le scuole,
suggerendo che i bambini non sarebbero a rischio per esposizione reciproca e che per gli
insegnanti sarebbe altrettanto improbabile che prendere il virus dai loro studenti (gli insegnanti
potrebbero prendere il virus da altri insegnanti e altri adulti nella scuola).
In Islanda, dove le scuole primarie non sono state chiuse, tamponi “a campione” della popolazione
hanno trovato 0 casi nei 10 anni. Tra coloro che
si offrivano attivamente per farsi testare, invece, la % di positivi negli adulti era comunque doppia
rispetto a quella trovata nei bambini.
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/32289214/ riportato anche su
https://www.nationalreview.com/corner/icelandic-study-we-have-not-found-a-single-instance-of-
a-child-infecting-
parents/amp/?taid=5eba1ffa3e01670001a68da8&utm_campaign=trueanthem&utm_medium=soc
ial&utm_source=twitter&__twitter_impression=true
SVIZZERA
Tramite il Dipartimento malattie infettive del Ministero della Sanità, Daniel Koch, ha detto che "gli
                            scienziati sono arrivati alla conclusione che i ragazzini non
                            trasmettono il virus. Sarebbe sbagliato proibire ai nonni, che stanno
                            già soffrendo per questa situazione, di essere abbracciati dai loro
                            nipoti quando si sa che (i bambini) non sono contagiosi".
                             https://www.agi.it/estero/news/2020-04-29/abbracci-contagi-nonni-
                             nipoti-virus-8471534/, https://www.swissinfo.ch/ita/alla-prova-dei-
                                 fatti_vero-o-falso--i-bambini-non-sono-vettori-di-diffusione-della-
                             pandemia-di-coronavirus/45711806

FRANCIA
Alpi francesi - Savoia: Un bambino francese di nove anni delle Alpi francesi, infetto con il
                             coronavirus, ha avuto contatti con 172 persone, ma nessuna di esse
                             è stata infettata, neppure gli altri minori della sua famiglia. Ha
                             invece trasmesso altri virus invernali come l'influenza e il
                             raffreddore nel 64% delle persone entrate in contatto con lui.
                               Ciò conferma precedenti osservazioni che l'infezione da corona (a
                               differenza dell'influenza) non viene quasi mai trasmessa dai
                               bambini.
“È possibile che i bambini, poiché non presentano molti sintomi e hanno una bassa carica virale,
trasmettano poco il nuovo coronavirus”, il parere di Kostas Danis, epidemiologo dell’agenzia di
sanità pubblica francese.
Cluster of coronavirus disease 2019 (Covid-19) in the French Alps, 2020, Clinical Infectious
Diseases
https://academic.oup.com/cid/advance-article/doi/10.1093/cid/ciaa424/5819060
https://www.20minutes.fr/societe/2764235-20200420-coronavirus-enfants-transmettraient-peu-
virus-selon-etude-cluster-haute-savoie

AUSTRALIA
In questo studio Australiano (https://www.health.gov.au/news/getting-our-kids-back-to-school-a-
matter-of-trust) dove il referente medico del Governo Australiano dr. Nick Coatsworth afferma:
                                "COVID-19 non è l'influenza. Il COVID-19 colpisce un numero
                                molto inferiore di bambini e il numero di trasmissioni da bambini a
                                bambini e da bambini ad adulti è molto inferiore" E aggiunge
                                inoltre: “La posizione nazionale rimane che l'insegnamento
                                diretto è sicuro, soprattutto se si considerano gli attuali tassi
molto bassi di trasmissione comunitaria di SARS-CoV-2. Al contrario, ci sono molte prove di salute
pubblica che fermare l'insegnamento faccia a faccia può danneggiare la società”.

STATI UNITI
Consideri che alla data del 25 aprile si notavano 3 bambini morti negli USA per covid-19
(https://www.sciencealert.com/here-s-the-biggest-study-on-kids-and-covid-19-published-to-date),
                               ma ben 144 sono quelli morti di comune influenza
                               (https://www.aappublications.org/news/2020/03/13/flu031320).
                               Poiché il numero di casi di infezione da coronavirus continua ad
                               aumentare in Cina, il numero di infezioni segnalate tra i bambini è
                               notevolmente basso.

                                  "Stiamo vedendo [circa] 75.000 casi totali a questo punto, ma la
letteratura riporta solo circa 100 casi pediatrici", afferma Terri Lynn Stillwell , esperta di malattie
infettive pediatriche presso il Mott Children's Hospital dell'Università del Michigan.

È possibile che molti più bambini siano infetti ma non si ammalino abbastanza per cercare cure
mediche. È anche possibile che alcuni bambini infetti non sviluppino alcun sintomo.

"Finora sembra che oltre l'80% delle infezioni [coronavirus] siano piuttosto lievi, non più gravi
del raffreddore comune", afferma Cody Meissner, esperta in malattie infettive e professore di
pediatria presso la Tufts University School of Medicine. "E i bambini sembrano avere infezioni
anche più lievi degli adulti ", afferma Meissner. Questo si basa su dati preliminari, afferma.

CINA
                                Su 815 articoli selezionati combinando i termini “coronavirus” e
                                “infezione da coronavirus” tra gli articoli pubblicati tra dal 1°
                                dicembre 2019 al 3 marzo 2020 in diversi database elettronici (Pub
                                Med, Cochrane Library e CINAHL), 18 sono quelli che rispettavano i
                                criteri di inclusione e quindi considerati nell’analisi(1-18), per un totale
                                di 1.065 pazienti con infezione confermata da tampone rinofaringeo
(444 pazienti avevano meno di 10 anni e 553 erano di età compresa tra 10 e 19 anni). Tutti gli
articoli, tranne uno che si riferisce ad un caso clinico di Singapore(18), si riferiscono a casi cinesi.

INGHILTERRRA
Alcuni ricercatori dell’University College London (UCL) hanno concluso nel loro studio sul tema che
                                 le chiusure scolastiche hanno probabilmente solo un piccolo
                                 effetto sulla diffusione del virus e che questo dovrebbe essere
                                 valutato e confrontato anche con i profondi costi sociali ed
                                 economici di tale scelta.
                                        (https://www.thelancet.com/journals/lanchi/article/PIIS2352-
4642(20)30095-X/fulltext).

Conclusioni di una panoramica della letteratura medica pediatrica sul Covid-19 effettuata da un
team internazionale di pediatri in collaborazione con lo UK Royal College of Paediatrics and Child
Health: "COVID-19 sembra colpire i bambini meno spesso e con minore gravità, incluse frequenti
infezioni asintomatiche o subcliniche. Le complicazioni gravi sono rare. il ruolo dei bambini nella
trasmissione non è chiaro, ma sembra probabile che non svolgano un ruolo significativo".
https://dontforgetthebubbles.com/about-dont-forget-the-bubbles/

LOCKDOWN
Eppure il contagio sta rallentando sincronicamente anche nelle nazioni che NON sono entrate in
quarantena (Taiwan, Svezia, Hong Kong, Paesi Bassi, molte nazioni africane, Islanda, ecc.) o l'hanno
effettuata in modo molto approssimativo (Nigeria, Brasile, Indonesia, India, ecc.) o volontario e
relativamente poco osservato (Giappone)…

ITALIA

   -     VO EUGANEO
A Vo Euganeo, dove hanno fatto tamponi a tappeto sino a testare quasi il 90% degli abitanti del
paese, nessuno dei bambini
-   TOSCANA
Dal sito della Ars Toscana troviamo questo
Le analisi relative alla diffusione del virus tra i bambini sono per adesso concordi su pochi punti:
anche i bambini si ammalano di COVID-19 ma le infezioni sono meno gravi. Questo è in estrema
sintesi ciò che emerge dagli articoli finora pubblicati, che si basano soprattutto su casistiche cinesi
ma che sono stati confermati recentemente anche da una casistica italiana di bambini che hanno
avuto accesso al Pronto soccorso. Possiamo quindi tranquillamente affermare che l’infezione da
Covid-19 in queste fasce d’età non si presenti, nella grande maggioranza dei casi, con una
sintomatologia grave e che ciò sia vero anche per bambini con patologie croniche pregresse: da
una patologia molto frequente e relativamente benigna come l’asma bronchiale, a patologie più
rare e più impegnative quali i tumori, le immunodeficienze, la fibrosi cistica. Poco indagati ancora
sono invece gli aspetti relativi al benessere psicologico di bambini e ragazzi all’interno del contesto
familiare, al peggioramento dei loro stili di vita (alimentazione e lunga esposizione ai dispositivi
informatici), alle difficoltà educative a cui possono essere andati incontro durante il periodo di
lockdown (vedi l'approfondimento Ars Bambini e CoViD-19: l'impatto sul benessere e altri aspetti
di salute, redatto dalla UO di Epidemiologia dell’AOU Meyer).

Relativamente alla casistica toscana, i dati che possiamo desumere dalla Piattaforma Iss dei casi
positivi ed alimentata ogni giorno dagli operatori dei Dipartimenti di Prevenzione delle tre Asl
toscane possono aiutarci ad inquadrare qualche caratteristica di chi si ammala. Abbiamo deciso di
ampliare la nostra analisi anche alla fase adolescenziale, coprendo tutta le classi d’età sotto i 20
anni.

Riguardo la casistica in generale in Toscana, sappiamo che l’età mediana dei casi è di 59 anni (60
negli uomini e 59 nelle donne), lievemente più bassa del valore nazionale di 62 anni. In generale, la
fascia di età in cui si osserva la maggior parte dei casi è quella dei 50- 59enni , seguita da quella dei
60-69enni (14,7% dei casi), e quindi da quella dei degli 80-89enni (14,6%). Nella fascia di età 0-
19 è stato rilevato appena il 3,1% dei casi totali. I maschi in generale sono il 45% della casistica
totale. Analizzando i dati per le classi di età di interesse, il rapporto tra i generi si conferma anche
in tutte le classi quinquennali tra 0 e 20 anni.

Nella classe 0-20 anni, i casi sotto i 10 anni sono poco più del 30% della casistica totale della
classe.

Figura 1. Numero di casi positivi al SARS-CoV-2 per classe di età e genere (sul totale casi per cui è
disponibile l’età).

La distribuzione territoriale dei casi nei bambini e ragazzi (vedi Figura 2) fotografa una situazione
piuttosto diversa da quella evidenziata per la casistica generale, che come ormai sappiamo è
principalmente localizzata nelle aree geografiche a più alta densità abitativa, e si caratterizza
invece per una maggiore concentrazione nell’area nord ovest e sud est della regione, più vicino
alle        zone        di        confine         con          le        altre         regioni.

Figura 2. Tasso di positivi per SARS-CoV-2 per 100.000 abitanti per zona di domicilio (N=289
soggetti per i quali è disponibile l’informazione).

  L’andamento temporale dei casi per mese di arruolamento fa vedere che la percentuale degli
 under 20 sale leggermente nei tre mesi di epidemia: da poco più del 2% dei casi di aprile al 6% di
                                             maggio.

Figura 3. Percentuale casi 0-10 e 11-20 per mese di effettuazione del tampone.

Per quanto riguarda lo stato clinico al tampone, qui presentiamo il confronto tra le tre classi di età:
sotto i 10 anni l’85% è asintomatico e paucisintomatico con un 3% di stati severi, questi
scompaiono completamente nella fascia d’età 11-20 anni.

Figura 4. Stato clinico al tampone

Riguardo ai luoghi di contagio, come ci si aspettava tutti i bambini ed i ragazzi toscani si sono
contagiati all’interno della famiglia oppure durante un’attività di tempo libero. Tra qualche giorno
saremo in grado di valutare in modo più approfondito i collegamenti tra i casi (figli-genitori).

Figura 5. Luoghi del contagio
Fortunatamente nella casistica messa a disposizione dalla Piattaforma Iss un numero veramente
basso di bambini e ragazzi è andato incontro ad un ricovero, 17 in tutto, nessuno in terapia
intensiva ed infine nessuno è deceduto.

Figura 6. Numero di casi, ricoverati, ricoverati in terapia intensiva, deceduti e relative
percentuali per classe di età.

Questi dati non riescono tuttavia a rispondere a molte delle domande che stanno attanagliando
sia le famiglie che i decisori. Non sono ancora analizzabili i dati clinici sulla casistica toscana:
questa sembra ad esempio non aver evidenziato alcun caso di Sindrome di Kawasaki, quindi
nessun aumento d’incidenza di una vasculite sistemica potenzialmente più grave, come un recente
studio pubblicato sulla rivista The Lancet ha mostrato su una coorte di bambini dell’Ospedale Papa
Giovanni XXIII di Bergamo.

Infine un aspetto a cui solo recentemente, anche in Italia, è stata posta attenzione e che sembra
essere legato solo indirettamente allo stato di salute dei bambini e dei ragazzi quello
della chiusura delle scuole e dei servizi per l’infanzia. In Toscana hanno interrotto la scuola circa
600.000 persone, dai bambini frequentatori dei nidi e dei Servizi educativi della prima infanzia fino
ai ragazzi frequentanti della scuola superiore. I rischi specifici di questa situazione, descritti da
diverse organizzazioni per l’infanzia (Unicef Policy brief, Save the Children, Alleanza per l’infanzia)
oltre che su diverse riviste scientifiche internazionali, sono potenzialmente di una maggiore
vulnerabilità a situazioni di violenza famigliare, ma soprattutto di danni sul piano educativo,
maggiori nei bambini con bisogni educativi speciali, ma anche in quelli che vivono in situazioni di
povertà e di sovraffollamento.

Ciò a fronte di dati, che si basano quasi esclusivamente su modelli, che indicano come la chiusura
delle scuole abbia un impatto sull’epidemia non particolarmente elevato e considerevolmente
minore rispetto a quello della chiusura delle attività produttive.
E’ comprensibile, se si considera che i bambini non sembrano essere una riserva di infezione, come
si era invece ipotizzato all’inizio della epidemia e che, come mostrato da un report australiano del
National Centre for Immunisation Research and Surveillance, sembra essere molto limitata la
diffusione dell’infezione nelle scuole dove si sono verificati casi positivi. D’altra parte, due studi
recenti, svizzeri e tedeschi, mostrano che la carica virale in bambini con patologia manifesta non è
significativamente diversa da quella degli adulti, anche se tende ad essere più bassa. Gli autori
ritengono che la carica virale possa essere un indicatore molto prossimo al livello di infettività.
“Per provare a dirimere questo problema - conclude il coordinatore dell’osservatorio di
epidemiologia Fabio Voller - ossia se i bambini possano o meno infettare quanto gli adulti in
quanto più frequentemente pauci o asintomatici sono necessari studi epidemiologici ad hoc su
un’ampia casistica, che trascendano probabilmente i confini regionali o anche nazionali. Sarebbero
informazioni fondamentali per poter prendere più serenamente decisioni in merito al ritorno a
scuola dei nostri ragazzi”.

Fabio Voller - ARS Toscana
https://www.ars.toscana.it/2-articoli/4335-caratteristiche-bambini-e-ragazzi-affetti-da-covid-19-
in-toscana.html?fbclid=IwAR1kRhC-
sF10uPZCId2xi0XLDGMURNBGqfL0RQoPWjmOFqDHnxalCEmDhhA

Le caratteristiche dei bambini e dei ragazzi affetti da Covid-19 in Toscana
A cura di: F.Voller
Ciò a fronte di dati, che si basano quasi esclusivamente su modelli, che indicano come la chiusura
delle scuole abbia un impatto sull’epidemia non particolarmente elevato e considerevolmente
minore rispetto a quello della chiusura delle attività produttive. E’ comprensibile, se si considera
che i bambini non sembrano essere una riserva di infezione, come si era invece ipotizzato all’inizio
della epidemia e che, come mostrato da un report australiano del National Centre for
Immunisation Research and Surveillance, sembra essere molto limitata la diffusione dell’infezione
nelle scuole dove si sono verificati casi positivi.

   •   Dagli studi emerge che i bambini di qualsiasi età hanno manifestato lievi sintomi
       respiratori, vale a dire febbre, tosse secca e stanchezza, o erano asintomatici.

   •   Nei casi in cui è stata eseguita radiografia toracica, è stato riscontrato un ispessimento
       bronchiale e opacizzazioni a vetro smerigliato e questi risultati sono stati riportati anche in
       pazienti asintomatici.

   •   C'è stato solo 1 caso di infezione grave da COVID-19, che si è verificato in un neonato di 13
       mesi(17). Questo paziente ha sviluppato vomito, diarrea, febbre e polmonite, complicati da
       shock con acidosi metabolica e insufficienza renale che hanno richiesto cure intensive e
       ventilazione assistita.

   •   I sintomi gastrointestinali come vomito sono stati descritti in 2 articoli(8-13).

   •   Due articoli hanno segnalato casi neonatali di COVID-19(6-13).

   •   Non sono stati segnalati decessi in bambini da 0 a 9 anni.

   •   In generale, tutti i pazienti hanno avuto una buona prognosi; tuttavia è stato segnalato un
       morto nella fascia di età compresa tra i 10 e i 19 anni(15).

   •   I dati sulle terapie sono piuttosto limitati. I pazienti con sintomi respiratori leggeri,
       polmonite e febbre sono stati trattati con antibiotici e cure di supporto.
•   Ad eccezione del neonato ricoverato nell'unità di terapia intensiva pediatrica, nessuno dei
       pazienti ha richiesto la terapia con ossigeno.

La rapida diffusione di COVID-19 in tutto il mondo e la carenza di dati, soprattutto nella fascia
pediatrica, richiedono ulteriori studi epidemiologici e clinici per identificare possibili strategie
preventive e terapeutiche.

https://www.ars.toscana.it/2-articoli/4335-caratteristiche-bambini-e-ragazzi-affetti-da-covid-19-
in-toscana.html?fbclid=IwAR1kRhC-
sF10uPZCId2xi0XLDGMURNBGqfL0RQoPWjmOFqDHnxalCEmDhhA

Per approfondire
Riferimenti bibliografici

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