Le proposte di legge del PD sulla flessibilità del sistema pensionistico
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Le proposte di legge del PD sulla flessibilità del sistema pensionistico Scheda riassuntiva Testi delle Proposte di Legge del PD all’esame della Commissione Lavoro: 857 Damiano ed altri 2945 Damiano ed altri 530 Gnecchi ed altri 728 Gnecchi ed altri 1881 Gnecchi ed altri 388 Murer ed altri 1503 Di Salvo ed altri Locandina dell’iniziativa
FLESSIBILITÀ IN USCITA Si è riaperto il cantiere della previdenza per correg- gli addetti alle lavorazioni particolarmente fatico- gere le rigidità e le distorsioni provocate dalla rifor- se e pesanti di cui al decreto legislativo 21 aprile ma Fornero del dicembre 2011. Alla Camera dei 2011, n. 67,(cosiddetti lavori usuranti), nonché Deputati, in Commissione Lavoro, sono depositati le disposizioni in materia di esclusione dai limi- numerosi disegni di legge di vari gruppi politici di ti anagrafici per i lavoratori che hanno matura- maggioranza e opposizione, che hanno in comune, to il requisito di anzianità contributiva di almeno seppur in modo diverso, l’obiettivo di introdurre la quarantuno anni (cosiddetti lavoratori preco- cosiddetta flessibilità in uscita, cioè la possibilità di ci). Questi ultimi, al raggiungimento dei 41 anni scegliere il momento del pensionamento, avendo di contributi, possono andare in pensione senza naturalmente una base minima di età anagrafica e penalizzazioni, a prescindere dall’età anagrafica. anzianità contributiva. Possiamo suddividere i vari Su tale impianto si innestano altre due proposte di disegni in quattro gruppi: legge abbinate nell’esame in Commissione Lavoro alla proposta Damiano (C. 3002 Fedriga ed altri e FLESSIBILITA’ IN USCITA 1) L’impianto centrale si può trovare nella Propo- C. 3144 Pizzolante ed altri). sta di legge del Partito democratico (857 Damia- no Si è ed altri) riaperto presentata il cantiere all’inizioper della previdenza della legislatura, correggere ine le 2) le rigidità Un secondo distorsioni filone provocate riguarda la cosiddetta “Quo- dalla riforma base Fornero alla del quale dicembre le2011. lavoratrici e i lavoratori Alla Camera dei Deputati, che abbia- taLavoro, in Commissione 100”, sono con le proposte depositati numerosi del PD e della Lega. Il disegni di legge di vari gruppi politici di maggioranza e opposizione, che hanno in comune, seppur in modo no maturato un’anzianità contributiva di almeno 35 Partito Democratico (2945 Damiano ed altri) pre- diverso, l’obiettivo di introdurre la cosiddetta flessibilità in uscita, cioè la possibilità di scegliere il momento anni possono accedere del pensionamento, al pensionamento avendo naturalmente una base minima flessibile vede che di età anagrafica al raggiungimento e anzianità contributiva. di “Quota 100” come Possiamo s uddividere i v ari d isegni i n q uattro g ruppi: al compimento del requisito minimo di 62 anni di somma di età anagrafica e anzianità contributiva si età fino al requisito 1) L’impianto centrale si massimo può trovare di 70Proposta nella anni didi età. legge Alla possa del Partito usufruire democratico (857 della Damiano pensione ed senza penalizzazio- quota calcolata con il sistema retributivo si applica ni, fermo restando il requisito minimo di 62 anni di altri) presentata all’inizio della legislatura, in base alla quale le lavoratrici e i lavoratori che abbiano maturato un'anzianità contributiva di almeno 35 anni possono accedere al pensionamento flessibile al la riduzione o la maggiorazione di cui alla tabella A, età e minimo 35 anni di contributi per lavoratori di- compimento del requisito minimo di 62 anni di età fino al requisito massimo di 70 anni di età. Alla quota in relazione calcolata con il sall’età di pensionamento istema retributivo effettivo si applica la riduzione eaggiorazione o la m agli pendenti di cui alla pubblici e rprivati. tabella A, in elazione Per gli autonomi iscritti anni di contributi versati. Si va da una penalizzazione all’INPS la somma prevista è 101, con i requisiti all'età di pensionamento effettivo e agli anni di contributi versati. Si va da una penalizzazione dell’8% con 62 anni ad un premio dell’8% a 70 anni. dell’8% con 62 anni ad un premio dell’8% a 70 anni. minimi di 63 anni di età e 35 anni di contributi. La proposta della Lega (2955 Prataviera (ora al Misto) TABELLA A Fedriga ed altri) prevede che i lavoratori che ab- (Articolo 1, comma 2). biano maturato un’anzianità contributiva di almeno Anni di contribuzione Età di pensionamento effettivo 35 anni ovvero un’anzianità anagrafica di almeno 35 36 37 38 39 40 58 anni possono accedere al pensionamento al 62 -8 -7,7 -7,3 -6,9 -6 -3 raggiungimento di quota 100 quale somma di età 63 -6 -5,7 -5,3 -4,9 -4 -2 anagrafica e contributiva. 64 -4 -3,7 -3,3 -2,9 -2 -1 65 -2 -1,7 -1,3 -0,9 -0,5 -0,3 3) Un’altra proposta della Lega (Fedriga 2046) 66 0 0 0 0 0 0 esprime l’opzione donna, che consente alle lavo- 67 2 2 2 2 2 2 ratrici, in presenza di determinati requisiti anagra- 68 4 4 4 4 4 4 fici e contributivi, di accedere anticipatamente alla 69 6 6 6 6 6 6 pensione calcolata interamente secondo il sistema 70 8 8 8 8 8 8 contributivo. Sono previste due deroghe a tale sistema. Sono 4) Numerosi disegni di legge si propongono di Sono previste due deroghe a tale sistema. Sono fatte salve, se più favorevoli, le disposizioni in materia di fatte salve, accesso se apiù anticipato favorevoli,per l pensionamento legli disposizioni in ma-particolarmente addetti alle lavorazioni individuare una enuova faticose disciplina pesanti d i cui legislativa per l’ac- teria di accesso anticipato al pensionamento per cesso al pensionamento delle lavoratrici nonché di al decreto legislativo 21 aprile 2011, n. 67,(cosiddetti lavori usuranti), nonché le disposizioni in materia di esclusione dai limiti anagrafici per i lavoratori che hanno maturato il requisito di anzianità contributiva di almeno quarantuno anni (cosiddetti lavoratori precoci). Questi ultimi,al raggiungimento dei 41 anni di contributi, possono andare in pensione senza penalizzazioni, a prescindere dall’età anagrafica. Su tale impianto si innestano altre due proposte di legge abbinate nell’esame in Commissione Lavoro alla proposta Damiano (C. 3002 Fedriga ed altri e C. 3144 Pizzolante ed altri).
valorizzare i lavori di cura e assistenza familiare C.530 Gnecchi ed altri, PD C.728 Gnecchi ed riconoscendo specifiche agevolazioni, soprattutto altri, PD C.1503 Di Salvo ed altri, Fratelli d’Italia nei confronti delle lavoratrici madri, sulle quali mag- C.1879 Cirielli ed altri, PD C.1881 Gnecchi ed altri, giormente grava l’onere sociale dello svolgimento Per l’Italia Centro democratico C.2430 Fautilli ed al- di tali attività (Misto minoranze linguistiche C.115 tri, Per l’Italia Centro democratico C.2605 Sberna Gebhard ed altri, PD C. 388 Murer ed altri, PD e Gigli, M5S C.314 Ciprini ed altri).
PROPOSTA DI LEGGE N. 857 Intendiamo, inoltre, garantire modalità omogenee D’INIZIATIVA DEI DEPUTATI di uscita dal mondo del lavoro a tutte le categorie di lavoratori, pubblici, privati e autonomi. Infatti, in DAMIANO, BARETTA, GNECCHI, LENZI, BELLA- un contesto di recessione così profondo e duraturo NOVA, LUCIANO AGOSTINI, ALBANELLA, AN- – che ha visto entrare in profonda difficoltà settori TEZZA, ARLOTTI, BARGERO, BARUFFI, BOC- fino a pochi anni fa al riparo da ogni vento di crisi, CUZZI, BONOMO, CARELLA, CARRA, CENNI, quale il pubblico impiego, e che ha inferto colpi du- CENSORE, COVA, CRIVELLARI, D’INCECCO, rissimi al mondo delle piccole imprese e del lavoro FABBRI, CINZIA MARIA FONTANA, FRAGOMELI, autonomo – riteniamo necessario prevedere forme GANDOLFI, GIACOBBE, GINOBLE, GOZI, GRE- di flessibilità di pensionamento, le quali, attraverso GORI, GULLO, IACONO, INCERTI, LAFORGIA, un sistema di penalizzazione e premialità in tema di LATTUCA, LAURICELLA, LODOLINI, MAESTRI, assegno pensionistico, consenta alle lavoratrici e ai MAGORNO, MALISANI, MANFREDI, MARAN- lavoratori di poter decidere, all’interno di un range TELLI, MARCHETTI, M A R C H I , M A R I A N I , variabile tra i 62 e i 70 anni di età, il momento della MARIANO, MOGNATO, MONGIELLO, MONTRO- cessazione dell’attività lavorativa. NI, MURA, GIORGIO PICCOLO, SALVATORE Ciò contribuirà ad agevolare anche un ricambio PICCOLO, RAMPI, ROCCHI, GIOVANNA SANNA, generazionale, che le recenti riforme pensionisti- SIMONI, TERROSI, TULLO, VENITTELLI, ZAP- che hanno contribuito a disincentivare. PULLA Il comma 1 del singolo articolo di cui si compone la presente proposta di legge dispone che, dal 1o Disposizioni per consentire la libertà di scelta gennaio 2014, le lavoratrici e i lavoratori – pubbli- nell’accesso dei lavoratori al trattamento pensio- ci, privati e autonomi – tra i 62 e i 70 anni di età nistico che abbiano maturato un’anzianità contributiva di almeno 35 anni possano accedere a forme di pen- Presentata il 30 aprile 2013 sionamento flessibile, purché l’importo dell’asse- gno, secondo l’ordinamento previdenziale di ap- ONOREVOLI COLLEGHI ! — La drammatica crisi partenenza, sia almeno pari a 1,5 volte l’importo economica che ha colpito il nostro Paese negli ulti- dell’assegno sociale. mi anni ha comportato il succedersi di una serie di Il comma 2 prevede che la determinazione dell’im- gravi crisi occupazionali e reso ancora più incerto porto della pensione si applichi considerando l’im- il futuro di milioni di lavoratrici e lavoratori. Le sicu- porto massimo conseguibile, secondo l’ordina- rezze relative al proprio futuro pensionistico, che mento previdenziale di appartenenza di ciascuno, hanno accompagnato le generazioni precedenti, al quale viene applicata una riduzione o maggio- non esistono più. Molto spesso l’attività lavorativa razione sulla quota di trattamento pensionistico delle persone è frammentata, intervallata da pe- calcolata con il sistema retributivo, a seconda che riodi di disoccupazione, solo nei migliori dei casi l’età di pensionamento sia inferiore o superiore ai coperti da forme di ammortizzatori sociali. 66 anni e degli anni di contributi versati. Le manovre pensionistiche del quadriennio 2008- Il comma 3 stabilisce che le disposizioni dei commi 2011, spostando l’età di pensionamento molto in precedenti non si applichino, se meno favorevoli, avanti e aumentando il numero di anni di contribu- ai soggetti impiegati nei cosiddetti lavori « usuranti ti necessari per il raggiungimento della pensione, ». Inoltre per le lavoratrici e i lavoratori che abbiano hanno acuito lo stato di insicurezza e instabilità maturato almeno 41 anni di anzianità contributiva delle persone. è prevista la possibilità di pensionamento prescin- La presente proposta di legge si pone l’obiettivo di dendo dall’età anagrafica. ripristinare certezza nella possibilità di età di pen- Il comma 4, infine, stabilisce che, fino al 31 dicem- sionamento effettivo di milioni di lavoratrici e lavo- bre 2016, derogando dalla disciplina in materia, ratori, restituendo loro quella serenità perduta nel l’incremento dell’età pensionistica dovuto all’al- corso degli ultimi anni, caratterizzati da un com- lungamento della speranza di vita sia determinato pleto stravolgimento del sistema previdenziale. nella misura di tre mesi complessivi.
PROPOSTA DI LEGGE PROPOSTA DI LEGGE N. 2945 D’INIZIATIVA DEI DEPUTATI ART. 1. DAMIANO, GNECCHI, ZAPPULLA, DI SALVO, 1. A decorrere dal 10 gennaio 2014, le lavoratrici GREGORI,MAESTRI, GIACOBBE, MICCOLI, CA- e i lavoratori che abbiano maturato un’anzianità SELLATO,BARUFFI,GIORGIO PICCOLO, BOC- contributiva di almeno 35 anni possono accede- CUZZI, INCERTI, ALBANELLA, SIMONI, ARLOTTI re al pensionamento flessibile al compimento del requisito minimo di 62 anni di età fino al requisi- Disposizioni per l’introduzione di elementi di fles- to massimo di 70 anni di età, purché l’importo sibilità nell’accesso dei lavoratori al trattamento dell’assegno, secondo i rispettivi ordinamenti pre- pensionistico videnziali di appartenenza, sia almeno pari a 1,5 volte l’importo dell’assegno sociale. Presentata il 10 marzo 2015 2. Ai fini della determinazione dell’importo della pensione si calcola per ciascuna lavoratrice o la- ONOREVOLI COLLEGHI! — La drammatica crisi voratore l’importo massimo conseguibile a requisiti economica che ha colpito il nostro Paese negli ulti- pieni secondo i rispettivi ordinamenti previdenziali mi anni ha comportato il succedersi di una serie di di appartenenza. Alla quota calcolata con il siste- gravi crisi occupazionali e reso ancora più incerto ma retributivo si applica la riduzione o la maggiora- il futuro di milioni di lavoratrici e di lavoratori. I timi- zione di cui alla tabella A allegata alla presente leg- di segnali di ripresa occupazionale registratisi ne- ge, in relazione all’età di pensionamento effettivo e gli ultimi mesi (12,6 per cento nel gennaio 2015), agli anni di contributi versati, al fine di conseguire com’è stato opportunamente osservato, non pos- l’invarianza dei costi tra i due sistemi. sono indurre a facili ottimismi, stanti gli alti tassi 3. Sono fatte salve, se più favorevoli, le disposizioni di disoccupazione riferiti al 2014, pari al 12,7 per in materia di accesso anticipato al pensionamento cento, che rappresenta il dato annuale massimo per gli addetti alle lavorazioni particolarmente fati- mai registrato dal 1977. cose e pesanti di cui al decreto legislativo 21 aprile Le sicurezze relative al proprio futuro pensionisti- 2011, n. 67, nonché le disposizioni in materia di co, che hanno accompagnato le generazioni pre- esclusione dai limiti anagrafici per i lavoratori che cedenti, non esistono più. hanno maturato il requisito di anzianità contributi- Molto spesso l’attività lavorativa delle persone è va di almeno quarantuno anni. frammentata, intervallata da periodi di disoccupa- 4. In via transitoria, fino al 31 dicembre 2016, l’a- zione, solo nei migliori dei casi coperti da forme di deguamento dei requisiti anagrafici e contributivi ammortizzatori sociali. di accesso al sistema pensionistico agli incrementi Le manovre pensionistiche del quadriennio 2008- della speranza di vita è determinato nella misura di 2011, spostando l’età di pensionamento molto in tre mesi complessivi, in deroga alla disciplina pre- avanti e aumentando il numero di anni di contribu- vista dall’articolo 12 del decreto legge 31 maggio ti necessari per il raggiungimento della pensione, 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla hanno acuito lo stato di insicurezza e di instabilità legge 30 luglio 2010, n. 122, e successive modi- delle persone, con il paradosso di vedere trop- ficazioni. pi lavoratori perdere l’occupazione pur essendo lontani dalla pensione e, allo stesso tempo, con l’innalzamento progressivo dell’età pensionabile, giunta ormai oltre i 67 anni, e il sostanziale bloc- co del turnover, di fatto si impedisce l’ingresso dei giovani, perché è del tutto ovvio che se i genitori rimangono vincolati nel posto di lavoro fino a tarda età, i loro figli e nipoti troveranno con maggiore difficoltà un’occupazione. Più che opportunamente, lo stesso Ministro del lavoro e delle politiche sociali ha riconosciuto che
se non si introduce uno strumento di flessibilità nel consentire l’accesso al trattamento pensionistico sistema pensionistico si rischia di determinare un al conseguimento di determinati requisiti anagrafici vero e proprio problema sociale. e contributivi. Laddove non si intervenisse, tale preoccupazione In dettaglio, si propone di introdurre un sistema non potrebbe essere scongiurata se non a fronte di flessibilità di uscita, a decorrere dal 1o gennaio di un’improvvisa e molto significativa impennata 2016 e fino al 31 dicembre 2021, per i lavoratori della produzione e del prodotto interno lordo, ipo- che, fatta salva la conferma del requisito di anzia- tesi che non trova riscontro in tutte le analisi pre- nità contributiva non inferiore a trentacinque anni visionali, anche tenendo conto del meccanismo di e di una soglia anagrafica non inferiore a 62 anni, incremento dell’età pensionabile previsto a legisla- possono conseguire, quale somma tra il requisito zione vigente, in base al quale, ad esempio, dal anagrafico e quello contributivo, la quota 100. 2016 l’aspettativa di vita aumenterà di altri 4 mesi. Da tale data si andrà in pensione di vecchiaia con PROPOSTA DI LEGGE 66 anni e 7 mesi e di anzianità con 42 anni e 10 mesi se uomini e con 41 anni e 10 mesi se donne, ART. 1. ovvero con soglie anagrafiche che non trovano ri- scontro nella gran parte degli Stati dell’Unione eu- In deroga a quanto disposto dall’articolo 24, com- ropea e con una dinamica di lungo termine della ma 6, del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, spesa pubblica per le pensioni migliore di quella convertito, con modificazioni, dalla legge 22 di- di altri Paesi. cembre 2011, n. 214, a decorrere dal 1o gennaio Per tali ragioni, la presente proposta di legge si 2016 e fino al 31 dicembre 2021, il diritto al trat- pone l’obiettivo di ripristinare certezza nella pos- tamento pensionistico per i lavoratori dipendenti sibilità di età di pensionamento effettivo delle la- e autonomi iscritti all’assicurazione obbligatoria e voratrici e dei lavoratori, restituendo loro quella alle forme di essa sostitutive ed esclusive si con- serenità perduta nel corso degli ultimi anni, ca- segue, fermo restando il requisito di anzianità con- ratterizzati da un completo stravolgimento del si- tributiva non inferiore a trentacinque anni, al per- stema previdenziale, attraverso la previsione di un fezionamento dei requisiti indicati nella tabella A Atti Parlamentari ampio — 4 allegata periodo di transizione all’interno del quale — Camera alla presente dei Deputati — 2945 legge. Tabella A (Articolo 1, comma 1) Lavoratori dipendenti pubblici e privati Lavoratori autonomi iscritti all’INPS (1) Età anagrafica (2) Età anagrafica minima per la minima per la Somma di età maturazione del Somma di età maturazione del anagrafica e requisito indicato anagrafica e di requisito indicato anzianità contributiva in colonna 1 anzianità contributiva in colonna 2 100 62 101 63
PROPOSTA DI LEGGE N. 530 al lavoro, sia in termini di occupazione in generale, D’INIZIATIVA DEI DEPUTATI ma soprattutto di progressione di carriera e di retri- buzioni, le disuguaglianze fra uomini e donne sono GNECCHI, CINZIA MARIA FONTANA, INCERTI, ancora notevoli. La pensione è la sintesi del percor- MAESTRI so lavorativo e dimostra in modo evidente la durata e la consistenza della contribuzione versata durante Disposizioni per la concessione di contributi previ- tutta la propria attività lavorativa. È risaputo che l’in- denziali figurativi e di incrementi del trattamento di tegrazione al trattamento minimo è un fenomeno pensione per il riconoscimento dei lavori di cura fa- tipicamente femminile mentre le pensioni di anzia- miliare svolti dai genitori nità un fenomeno tipicamente maschile. Purtroppo, anche verificando gli importi delle pensioni di nuova Presentata il 25 marzo 2013 liquidazione si confermano i dati storici: mediamen- te le donne hanno pensioni che corrispondono alla ONOREVOLI COLLEGHI! — La presente proposta metà dell’importo medio degli uomini. I motivi sono di legge si pone l’obiettivo di favorire l’occupazio- storicamente purtroppo sempre gli stessi: il percor- ne femminile e la natalità agendo in particolare sulle so lavorativo delle donne registra molte interruzioni, pensioni delle donne in primo luogo perché esse il lavoro spesso è a tempo parziale, la progressione sono sempre troppo basse e, in secondo luogo in carriera è scarsa, le retribuzioni sono più basse. perché con il calcolo contributivo per la determi- In compenso però la società gode di tanto lavoro nazione della misura della pensione non sarà più gratuito svolto dalle donne. Le «baby pensionate» prevista l’integrazione al trattamento minimo e ciò del settore pubblico hanno garantito per anni un’e- comporterà per moltissime donne una pensione conomia di servizi parallela a quella istituzionale. I assolutamente insufficiente per condurre una vita mille lavori invisibili delle donne hanno sostenuto, di dignitosa: siamo pertanto di fronte al rischio reale, fatto, il sistema di welfare. Purtroppo il lavoro in fa- per le future donne anziane, di condizioni di vera miglia non viene rilevato dalle statistiche ufficiali e se povertà. non fossero le donne a occuparsi della pulizia della Gli articoli 3 e 4 della Costituzione riconoscono i se- casa, della cura dei bambini e degli anziani e di tutte guenti princìpi fondamentali: quelle mansioni invisibili, ma indispensabili, all’inter- articolo 3: «Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale no della famiglia, questi servizi dovrebbero essere e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione acquistati sul mercato e quindi assumerebbero un di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni preciso valore economico quantificabile (dal libro di politiche, di condizioni personali e sociali. È com- Alberto Alesina e Andrea Ichino «L’Italia fatta in casa»). pito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di or- L’attuale sistema di servizi per la famiglia lascia vuoti dine economico e sociale, che, limitando di fatto che le donne, in modo particolare, si vedono co- la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono strette a colmare, sostituendosi all’offerta dei servizi il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva per la cura dei figli, degli anziani e dei disabili. Si partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione pensi, infatti, che solo per quanto riguarda i servizi politica, economica e sociale del Paese»; di supporto alla prima infanzia (da 0 a 3 anni di età), l’Italia offre una copertura in media del 10 per cento articolo 4: « La Repubblica riconosce a tutti i citta- contro il 33 per cento richiesto dall’Unione europea. dini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che In tal senso la scelta delle donne di stare fuori dal rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il mondo del lavoro o di ripiegare forzatamente sul dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità part time o su altre forme di lavori atipici, che con- e la propria scelta, una attività o una funzione che sentano loro di conciliare al meglio l’impegno del concorra al progresso materiale o spirituale della lavoro di cura, risulta quasi una decisione obbligata, società ». che però sicuramente non corrisponde al proget- L’Italia ha un buon livello di legislazione in favore del- to di ideale lavorativo cui queste donne avrebbero la parità e contro la discriminazione fra i sessi, ma aspirato. nonostante i buoni princìpi giuridici, sia nell’accesso Se prendiamo a riferimento gli altri Paesi europei,
prescindendo dalla tutela della gravidanza e della al trattamento minimo è una misura indispensabile maternità (cioè il periodo a ridosso della nascita) per la sopravvivenza di chi lo percepisce. che esiste in tutti i Paesi europei, si nota che è pre- Il comma 40 dell’articolo 1 della legge 8 agosto sente una generosa forma di contribuzione figurati- 1995, n. 335 aveva previsto alcune agevolazioni va per la crescita dei figli. In Francia, alle lavoratrici proprio per attenuare la penalizzazione conseguen- madri sono riconosciuti due anni di contribuzione te all’abolizione del trattamento minimo e all’au- figurativa per ogni figlio e fino a tre anni (a scelta tra mento del requisito anagrafico (all’epoca era pre- madre e padre), oltre ad un eventuale supplemen- visto il passaggio da 55 a 60 anni per la pensione to di pensione (pari al 10 per cento in più) per chi di vecchiaia) e di quello contributivo (da quindici a abbia avuto almeno tre figli. La Francia è uno dei venti anni di contributi necessari), ma non sono si- Paesi con tasso di fecondità più elevato in Europa. curamente sufficienti. Va rilevato però che la legge In Grecia sono riconosciuti da uno ad un massimo 22 dicembre 2011, n. 214 (la manovra cosiddetta di quattro anni di contribuzione figurativa, in relazio- «salva Italia») ha ulteriormente aumentato, senza ne al numero di figli avuti. In Germania sono previsti prevedere un’equa gradualità, l’età di accesso alla vari sostegni economici alla famiglia legati ai figli che pensione di vecchiaia per le lavoratrici del settore permettono maggiore possibilità di scelta reale ri- privato. Mentre nel 1995 era stata prevista una mi- spetto al lavoro e utilizzo dei servizi. sura «compensativa» oltre alla gradualità, nel 2011 La scelta quasi obbligata delle donne di assentarsi non è stato previsto nulla e non è possibile che dal mercato del lavoro per brevi o per lunghi pe- una precisa fascia anagrafica di popolazione pa- riodi, comporta un’ulteriore penalizzazione soprat- ghi personalmente le conseguenze di questa scel- tutto per quanto attiene all’aspetto previdenziale. A ta molto più di tutti gli altri e le donne in misura differenza degli uomini, sono molte di più le donne ancora maggiore. che arrivano alla pensione di vecchiaia per la scar- La presente proposta di legge intende pertanto sità di contributi accumulati nel corso degli anni e migliorare almeno le intuizioni e le buone intenzioni sono poche le donne che maturano i requisiti per compensative già previste dalla citata legge n. 335 l’accesso al pensionamento per anzianità contribu- del 1995, quella che possiamo considerare, insie- tiva. Tralasciando il settore del pubblico impiego, me alla normativa adottata nel 1992, la vera riforma nel settore privato, ancora nel 2011, l’importo me- previdenziale. dio di una pensione di vecchiaia liquidato dall’Isti- La distribuzione per classi di anzianità contribu- tuto nazionale della previdenza sociale (INPS) alle tiva nel territorio nazionale delle pensioni dirette donne arrivava a malapena a 640 euro lordi mensili. di vecchiaia e di invalidità erogate dall’INPS (circa Va considerato, inoltre, che sono ben 4,5 milioni le 8.439.000 pensioni – 2003 su dati INPS), evidenzia pensioni integrate al trattamento minimo, con un che il 52 per cento delle pensioni erogate a donne è importo medio di integrazione di circa 3.100 euro liquidato con una contribuzione fino a venti anni (in annui per pensione. Su 4,5 milioni di pensioni inte- particolare fino a quindici anni il 25 per cento delle grate, di ben 3,5 milioni sono titolari le donne (dati pensioni e da quindici a venti anni il 27 per cento del Ministero dell’economia e delle finanze – Ragio- delle pensioni femminili) e solo il 9,9 per cento del- neria dello Stato, anno 2005). Si consideri, come le titolari donne raggiunge la fascia di contributi fra già rilevato, che per le pensioni liquidate con il si- trentacinque e quaranta anni. stema contributivo non esisterà più l’integrazione al Se alla precedente analisi si aggiunge la conside- trattamento minimo e ciò comporterà un ulteriore razione che la donna è maggiormente esposta con reale peggioramento, per le donne in particolare. Le l’invecchiamento a divenire invalida e non autosuf- pensioni integrate al minimo nel 2011 sono invece ficiente, essendo la speranza di vita della donna 3.856.033 prevalentemente destinate a donne (81 pensionata senz’altro superiore a quella dell’uomo per cento). Il Nord registra una maggiore presenza (la speranza di vita della donna è pari a 85,8 anni e di trattamenti (circa il 44 per cento del totale), con quella dell’uomo è di 81,9 anni), si intuisce come una quota relativamente più consistente di pensioni questa generazione di popolazione femminile sia di vecchiaia integrate (53 per cento). Questo dimo- economicamente fragile e come sia sempre più stra che le pensioni sono basse e che l’integrazione esposta a un grave rischio di povertà e di indigen-
za. Dunque, se questa è la situazione, per la quale è d) un’integrazione pari al 10 per cento del tratta- difficile prevedere sostanziali mutamenti nel breve e mento pensionistico maturato in favore di coloro medio periodo, rispetto all’offerta di servizi per la cura che hanno avuto almeno due figli, naturali o adottivi. dei figli, crediamo sia un atto dovuto nei confronti del- Gli oneri derivanti dall’attuazione del comma 1 sono le donne e delle famiglie in generale dare un concreto posti a carico della fiscalità generale. riconoscimento da parte dello Stato al lavoro di cura prestato all’interno della famiglia. La presente proposta di legge intende quindi rag- giungere l’obiettivo di garantire soprattutto alle donne PROPOSTA DI LEGGE N. 728 il raggiungimento di una pensione dignitosa a fronte D’INIZIATIVA DEI DEPUTATI dell’impegno per lavori di cura nell’ambito familiare. Con l’articolo 1 viene ribadito che lo Stato ricono- GNECCHI, DAMIANO, LENZI, MADIA, BOBBA, sce il valore universale della maternità e dei lavori BERRETTA, BELLANOVA, MORANI, MANZI, MO- di cura familiari svolti dai genitori quali attività indi- RETTI, CULOTTA, INCERTI, MAESTRI, GIACOB- spensabili per la vita della collettività. BE, BARUFFI, GIORGIO PICCOLO Con l’articolo 2 si riconoscono periodi di contribu- zione figurativa per ogni figlio, naturale o adottivo, Norme in materia previdenziale in favore dei lavora- nonché un incremento del 10 per cento della pen- tori che assistono familiari gravemente disabili sione maturata per chi abbia avuto almeno due figli. Gli oneri relativi all’attuazione della legge sono posti Presentata l’11 aprile 2013 a carico della fiscalità generale. ONOREVOLI COLLEGHI! — La presente proposta di legge nasce dall’esigenza di aiutare tutte le fami- PROPOSTA DI LEGGE glie alle prese con l’assistenza e la cura quotidiane di un familiare gravemente disabile. Se è pur vero che ART. 1. la legge 5 febbraio 1992, n. 104, sancisce il pieno Lo Stato riconosce il valore universale della ma- rispetto della dignità umana e promuove i diritti di li- ternità e dei lavori di cura familiare svolti dai geni- bertà e di autonomia delle persone disabili nonché la tori quali attività necessarie e indispensabili per la loro integrazione in tutti gli ambiti sociali, le difficoltà vita della collettività. che incontrano le famiglie nell’assistenza di queste persone sono molteplici e non sempre i servizi offerti ART. 2. dall’assistenza pubblica sono sufficienti ad aiutare la famiglia nella gestione quotidiana del familiare disa- 1. Alle madri, o ai padri in caso di totale assenza bile grave. Queste persone, se non vengono aiuta- della madre, sono riconosciuti: te, non sono in grado di lavarsi, vestirsi, nutrirsi o a) tre anni di contribuzione figurativa per ogni fi- partecipare alla vita sociale. Nella maggior parte dei glio naturale o adottivo; casi il disabile in condizioni di gravità – e quando si parla di handicap grave questo non è mai un termi- b) sei anni di contribuzione figurativa per ogni ne generico ma presuppone sempre una speciale figlio, in caso di disabilità grave riconosciuta ai condizione, certificata in base a una visita collegiale, sensi dell’articolo 3, comma 3, della legge 5 feb- che comporta per il disabile l’impossibilità di comp- braio 1992, n. 104; iere «gli atti quotidiani della vita» – dipende comple- c) quattro anni di contribuzione figurativa per ogni tamente dal familiare che si occupa di lui. figlio, nel caso di lavoro a tempo parziale a in- Questo perché, a tutt’oggi, la famiglia costituisce tegrazione della contribuzione per raggiungere la ancora il perno su cui ruotano l’assistenza e la cura misura che sarebbe spettata alla lavoratrice o al della persona disabile. Infatti, nei nuclei familiari lavoratore qualora avesse avuto un rapporto di dove è presente un disabile grave, alla normale atti- lavoro a tempo pieno; vità lavorativa esterna necessaria al sostentamento familiare si devono aggiungere la cura e l’assistenza
quotidiane a colui che non è in grado di badare a PROPOSTA DI LEGGE se stesso. Com’è evidente, quindi, il nucleo fami- liare costituisce, a un tempo, la collettività e il luogo ART. 1. nel quale il disabile èassistito prevalentemente e in (Collocamento anticipato in quiescenza). modo continuativo, con notevoli oneri economici, e 1. Alle lavoratrici e ai lavoratori che si dedicano al non solo, a carico dei conviventi che se ne prendono lavoro di cura e di assistenza di familiari disabili cura. Del resto, molto spesso, la presa in carico del aventi una percentuale di invalidità uguale al 100 disabile da parte della famiglia è dettata non solo da per cento, che assume connotazione di gravità ai ragioni puramente affettive, ma anche economiche, sensi dell’articolo 3, comma 3, della legge 5 feb- soprattutto per i nuclei familiari che non versano in braio 1992, n. 104, e che necessitano di assistenza condizioni economiche tali da potersi permettere continua poiche´ non in grado di compiere gli atti l’aiuto di professionisti del settore o semplicemen- quotidiani della vita, ai sensi di quanto previsto dalla te un aiuto esterno anche non qualificato. Questo tabella di cui al decreto del Ministro della sanità 5 con l’andare del tempo provoca, sicuramente, il lo- febbraio 1992, pubblicato nel supplemento ordi- goramento fisico e psichico delle persone a cui è nario alla Gazzetta Ufficiale n. 47 del 26 febbraio affidata la cura del disabile. L’articolo 1, comma 1, 1992, sono riconosciuti, su richiesta: della presente proposta di legge prevede la possi- bilità di anticipare l’età per l’accesso alla pensione a) un anticipo di età per l’accesso alla pensione di di vecchiaia di tre mesi per ogni anno dedicato alla vecchiaia di tre mesi per ogni anno dedicato al la- cura e all’assistenza del familiare convivente disa- voro di cura, fino a un massimo di cinque anni di bile, fino a un massimo di cinque anni nonché il anticipo; diritto alla pensione anticipata, indipendentemen- b) il diritto alla pensione anticipata, indipendente- te dall’età anagrafica, a seguito del versamento di mente dall’età anagrafica, a seguito del versamento trenta anni di contributi previdenziali, di cui almeno di trenta anni di contributi previdenziali, di cui alme- cinque annualità versate nel periodo di costanza di no cinque annualità versate nel periodo di costanza assistenza al familiare convivente disabile. Inoltre, di assistenza al familiare convivente disabile grave. sempre all’articolo 1, al comma 2, si prevede, per il familiare lavoratore, una contribuzione figurativa di 2. Le lavoratrici e i lavoratori di cui al comma 1 han- due mesi per ogni anno di contribuzione effettiva, no diritto, inoltre, ai fini della misura del trattamento per un massimo di cinque anni, purche´ anche que- pensionistico, a una contribuzione figurativa di due sta sia versata in costanza di assistenza al familiare mesi per ogni anno di contribuzione effettiva, per disabile. I benef`ıci previsti all’articolo 1 si applicano un massimo di cinque anni, purche´ versata in co- a condizione che, all’interno del nucleo familiare, stanza di assistenza al familiare convivente disabile non vi sia un componente maggiorenne che, pur grave ai sensi dell’articolo 3, comma 3, della legge abile al lavoro, non svolga alcuna attività lavorativa e 5 febbraio 1992, n. 104. indipendentemente dall’attività lavorativa svolta dal 3. I benefici di cui ai commi 1 e 2 del presente ar- familiare lavoratore, purche´ questi sia stabilmente ticolo al di fuori dell’ipotesi prevista dall’articolo 2, convivente con la persona disabile. comma 1, della presente legge, possono essere All’articolo 2 si prevede una contribuzione figurativa godute da un solo familiare convivente per ciascu- per i genitori che, pur lavorando, prestano un’assi- na persona disabile grave ai sensi dell’articolo 3, stenza continua ai propri figli disabili. comma 3, della legge 5 febbraio 1992, n. 104, pre- All’articolo 3 si prevede per il familiare che assiste la sente all’interno del nucleo familiare, qualora all’in- persona disabile e che non ha mai svolto un’attività terno dello stesso nucleo familiare non vi siano altri lavorativa la possibilità di versare i contributi volon- componenti maggiorenni che, pur abili al lavoro, tari fino al raggiungimento della contribuzione mini- non svolgono alcuna attività lavorativa. ma per il diritto alle pensione, secondo le modalità previste dal contratto collettivo nazionale di lavoro 4. Il beneficio di cui al comma 1 del presente ar- del personale domestico. ticolo si applica alla lavoratrice o al lavoratore che L’articolo 4, infine, reca la copertura finanziaria. presta assistenza al disabile grave ai sensi dell’ar-
ticolo 3, comma 3, della legge 5 febbraio 1992, n. ticolo 3, comma 3, della legge 5 febbraio 1992, n. 104, indipendentemente dalla sua età anagrafica e 104, in possesso di almeno quindici anni di con- dalla sua appartenenza al settore pubblico, al set- tribuzione al momento della cessazione dell’attività tore privato, alle libere professioni, al commercio o lavorativa, è riconosciuto il diritto a una contribuzio- all’artigianato, al lavoro autonomo. ne figurativa di due mesi per ogni anno di assisten- za al familiare disabile grave ai sensi dell’articolo 3, 5. Ai fini della presente legge, per lavoratore o lavo- comma 3, della legge 5 febbraio 1992, 104, per un ratrice si intende uno solo dei parenti o degli affini massimo di cinque anni. entro il quarto grado della persona assistita, ovvero chi con quest’ultima convive stabilmente avendo ART. 4. la medesima residenza anagrafica, e che svolge (Copertura finanziaria). un’attività lavorativa. All’onere derivante dall’attuazione della presente ART. 2. legge, pari a 100 milioni di euro annui a decorrere (Norme in favore dei genitori di figli disabili gravi). dall’anno 2013, si provvede mediante corrispon- dente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del A uno dei genitori che assiste stabilmente il figlio di- bilancio triennale 2013-2015, nell’ambito del fondo sabile grave ai sensi dell’articolo 3, comma 3, della speciale di parte corrente dello stato di previsione legge 5 febbraio 1992, n. 104, è riconosciuta, oltre del Ministero dell’economia e delle finanze per l’an- al diritto di cui all’articolo 1, comma 1, della presen- no 2013, allo scopo parzialmente utilizzando l’ac- te legge, la possibilità di una contribuzione figurativa cantonamento relativo al medesimo Ministero. di un anno ogni cinque anni di contribuzione effetti- Il Ministro dell’economia e delle finanze è autoriz- va, versata in costanza di assistenza al figlio disabile zato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti grave, a condizione che all’interno dello stesso nu- variazioni di bilancio. cleo familiare non vi siano altri componenti maggio- renni che, pur abili al lavoro, non svolgono alcuna attività lavorativa. Nel caso di assistenza congiunta da parte di en- trambi i genitori, l’agevolazione di cui al comma 1 è suddivisa al 50 per cento tra i medesimi. PROPOSTA DI LEGGE N. 1881 Qualora la presenza nel nucleo familiare di figli di- D’INIZIATIVA DEI DEPUTATI sabili gravi ai sensi dell’articolo 3, comma 3, della GNECCHI, ROBERTA AGOSTINI, CUPERLO, legge 5 febbraio 1992, n. 104, sia superiore all’uni- INCERTI, MAESTRI, GIACOBBE, D’INCECCO, tà, i benef`ıci previsti dalla presente legge spettano GHIZZONI, BARUFFI, LUCIANO AGOSTINI, TUL- a entrambi i genitori. LO, LODOLINI, RAMPI, MARIANI, COMINELLI, ZAMPA, MAZZOLI, BIONDELLI, MARANTEL- ART. 3. LI, ALBANELLA, FABBRI, BARGERO, MIOTTO, (Contribuzione volontaria e figurativa). MURER, TERROSI, CASELLATO, BERLINGHIE- Per coloro che si sono dedicati al lavoro di cura e di RI, VELO, SIMONI, CAROCCI, BRUNO BOSSIO, assistenza di soggetti disabili gravi ai sensi dell’ar- ROSSOMANDO, COCCIA, NARDUOLO ticolo 3, comma 3, della legge 5 febbraio 1992, n. 104, e che non hanno mai svolto un’attività lavo- Modifiche all’articolo 24 del decreto-legge 6 di- rativa, è prevista la possibilità di versare i contributi cembre 2011, n. 201, convertito, con modifica- volontari fino al raggiungimento della contribuzione zioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214, in minima per il diritto alla pensione, secondo le mo- materia di accesso delle lavoratrici alla pensione di dalità previste dal contratto collettivo nazionale di vecchiaia, nonché concessione di contributi previ- lavoro del personale domestico. denziali figurativi per il riconoscimento dei lavori di Per coloro che hanno dovuto lasciare la propria oc- cura familiare cupazione lavorativa per assistere con carattere di continuità un familiare disabile grave ai sensi dell’ar- Presentata il 6 dicembre 2013
ONOREVOLI COLLEGHI! — L’Istituto nazionale di Corte di giustizia dell’Unione europea. statistica (ISTAT) e l’Istituto nazionale della previ- Il risparmio previsto dall’innalzamento a 65 anni denza sociale (INPS) hanno pubblicato, il 2 agosto dell’età di accesso alla pensione di vecchiaia delle 2013, un’analisi impietosa delle differenze di ge- donne del pubblico impiego ammontava a circa nere tra i pensionati italiani e i dati che riguardano 3,7 miliardi di euro a regime entro il 2020, desti- le donne sono decisamente allarmanti. Emergono nati a misure volte ad alleviare il carico di lavoro una realtà femminile fragile e un’uguaglianza di ge- non retribuito e, in particolare, la legge prevedeva nere ancora decisamente incompiuta, con oltre la esplicitamente di dedicare i risparmi « ad interventi metà delle donne con meno di 1.000 euro al mese dedicati a politiche sociali e familiari con particola- di pensione (dati del 2011) contro un terzo degli re attenzione alla non autosufficienza e all’esigen- uomini e solo 204.000 donne titolari di pensioni za di conciliazione tra vita lavorativa e vita familiare oltre i 3.000 euro mensili, contro oltre 650.000 delle lavoratrici » (articolo 22-ter, comma 3, del uomini, 7,4 milioni di pensionati non arrivano a decreto-legge n. 78 del 2009, convertito, con mo- 1.000 euro al mese. Le disuguaglianze più mar- dificazioni, dalla legge n. 102 del 2009). Tali fondi cate si registrano al nord, per l’ovvia differenza tra in realtà sono stati utilizzati per altri scopi. nord e sud di possibilità di lavoro e, come ben si A novembre 2011 è arrivato il Governo tecnico e sa, la pensione è il riassunto della vita lavorativa. con il decreto-legge n. 201 del 2011, convertito, Più donne pensionate ma più povere. Secondo i con modificazioni, dalla legge n. 214 del 2011, di dati dello studio diffuso dall’ISTAT e dall’INPS, nel seguito « decreto salva Italia », ha innalzato repen- 2011, degli oltre 23 milioni di trattamenti pensio- tinamente l’età per l’accesso alla pensione di vec- nistici il 56,4 per cento è stato erogato a donne e chiaia delle donne del settore privato, senza una il 43,6 per cento a uomini. Ma le donne, pur rap- gradualità reale. Di seguito si riporta parte della re- presentando il 52,9 per cento dei pensionati (8,8 lazione tecnica (atto Camera n. 4829) relativa alla milioni su 16,7 milioni) e più della metà delle pen- pensione di vecchiaia delle lavoratrici del settore sioni, percepiscono solo il 43,9 per cento dei 266 privato: «In particolare, per quanto riguarda il pen- miliardi di euro erogati (il 56,1 per cento è, infatti, sionamento di vecchiaia delle lavoratrici del settore destinato agli uomini). privato e, quindi, l’accelerazione dell’allineamento Ciò comporta che l’importo medio annuo del- del requisito alla generalità dei lavoratori per le di- le prestazioni godute da un uomo ammonta a pendenti, le valutazioni tengono conto, nel breve 14.460 euro, il 65,6 per cento in più di quello delle periodo, dei seguenti parametri: pensioni di titolarità femminile, che si attesta ad numero dei soggetti interessati in relazione alla ma- appena 8.732 euro. turazione dei requisiti minimi dal 1o gennaio 2012: Dipende evidentemente solo dalle diverse aspet- circa 110.000 l’anno in media nel primo triennio. tative di vita tra uomo e donna il fatto che le donne Di queste, circa 72.000 sono lavoratrici dipendenti pensionate sono più numerose degli uomini, oltre (di cui circa 68.000 maturano i requisiti nel 2012) che perché vivono in media più a lungo, perché e 38.000 lavoratrici autonome, per una comples- sopravvivono ai mariti e quindi aumenta il numero siva spesa media annua di circa 1.080 milioni di di pensionate grazie alla pensione di reversibilità euro. I risparmi sono valutati in termini differenziali del coniuge deceduto. Grazie a questo dato nu- a quanto già previsto dalla normativa previgente; merico il divario economico di genere si riduce al importo medio (2013): circa 10.200 euro per le la- 43,8 per cento se calcolato sul reddito pensioni- voratrici dipendenti e circa 8.100 euro per le lavo- stico, che risulta pari a 19.022 euro per gli uomini ratrici autonome». e a 13.228 euro per le donne. Nella precedente legislatura si è intervenuti più volte sul sistema pre- Tutti i risparmi sulle pensioni realizzati dal decreto videnziale e sono state in particolare le donne ad «salva Italia», sono stati utilizzati unicamente per essere più penalizzate. Il Governo Berlusconi nel coprire il debito pubblico, come espressamente 2009 ha innalzato a 65 anni l’accesso delle don- dichiarato dall’allora Ministro Fornero all’Assem- ne alla pensione di vecchiaia nel settore pubblico, blea della Camera dei deputati nel luglio 2012, in utilizzando strumentalmente una sentenza della risposta all’interrogazione presentata dall’onore-
vole D’Antoni. Nessun risparmio sarà quindi utiliz- senza di trattamenti (circa il 44 per cento del tota- zato per garantire le future generazioni, né tanto- le), con una quota relativamente più consistente meno per l’occupazione femminile. La banca dati di pensioni di vecchiaia integrate (53 per cento). dell’INPS ci offre la possibilità di verificare che le Questo dimostra che le pensioni sono basse e che pensioni di vecchiaia liquidate nel 2012 alle don- l’integrazione al trattamento minimo è una misura ne del settore privato sono state circa 55.000, per indispensabile per la sopravvivenza di chi lo perce- un importo pro capite mensile lordo di 698 euro pisce. Per queste ragioni con questa proposta di (19.000 pensioni di lavoratrici autonome per un legge si prevede anche l’abrogazione del comma importo mensile medio di 597 euro). 7 dell’articolo 24 del decreto «salva Italia», perché Con la manovra «salva Italia» ad essere fortemente penalizza pesantemente le donne, prevedendo penalizzate sono state le donne nate nel 1952, che che qualora l’importo della pensione non superi di si sono ritrovate innalzato di due anni il requisito 1,5 volte l’assegno sociale il diritto a pensione si per l’accesso alla pensione nell’arco di una notte, sposti a 70 anni di età. dal 31 dicembre 2011 al 1o gennaio 2012, inne- Negli altri Paesi europei, prescindendo dalla tutela scando un meccanismo di rincorsa che comporta della gravidanza e della maternità che esiste ovun- un ritardo di accesso alla pensione di vecchiaia da que, si nota che è presente un riconoscimento og- quattro a sei anni. È inaccettabile che una fascia gettivo alle donne attraverso periodi di contribu- anagrafica paghi più di altre un tributo così elevato zione figurativa per la crescita dei figli. In Francia, al debito pubblico. alle lavoratrici madri sono riconosciuti due anni di La scelta quasi obbligata delle donne di uscire dal contribuzione figurativa per ogni figlio e fino a tre mercato del lavoro, per brevi o per lunghi periodi, (a scelta tra madre e padre), oltre a un eventuale comporta un’ulteriore penalizzazione delle stes- supplemento di pensione (pari al 10 per cento in se donne, soprattutto per quanto attiene l’aspet- più) per chi abbia avuto almeno tre figli. La Francia to previdenziale. A differenza degli uomini, sono è uno dei Paesi con tasso di fecondità più elevato molte di più le donne che arrivano alla pensione in Europa. In Grecia sono riconosciuti da uno a un di vecchiaia per la scarsità di contributi accumu- massimo di quattro anni di contribuzione figurati- lati nel corso degli anni e sono poche le donne va, in relazione al numero di figli avuti. In Germania che maturano i requisiti per l’accesso al pensio- sono previsti vari sostegni economici alla famiglia namento per anzianità contributiva. Va considera- legati ai figli che permettono maggiore possibili- to, inoltre, che erano ben 4,5 milioni le pensioni tà di scelta reale rispetto al lavoro e all’utilizzo dei integrate al trattamento minimo, con un importo servizi. medio di integrazione di circa 3.100 euro annui Dati dell’Eurostat e della Commissione europea per pensione, come si rileva dai dati del Ministe- (2006-2007) e dell’ISTAT (2008) attestano che in ro dell’economia e delle finanze – Ragioneria dello media le donne italiane lavorano 60 ore la setti- Stato, ultima rilevazione dell’anno 2005, mentre la mana: sono in Europa quelle che lavorano di più. relazione annuale dell’INPS fornisce l’indicazione Sulla somma incidono sia il lavoro retribuito svol- sulle pensioni integrate ma non l’importo medio di to fuori casa che quello non retribuito prestato in integrazione, un dato interessante per capire cosa ambito familiare. Questo lavoro gratuito, che gli accadrà quando non ci sarà più l’integrazione. Nel indicatori economici non rilevano, tiene in piedi la 2011 erano quindi 4,5 milioni le pensioni integrate società la quale, però, restituisce alle donne assai al trattamento minimo e le donne sono titolari di poco rispetto a quanto da loro riceve. ben 3,5 milioni di queste. Si consideri, come già Oggi, infatti, mancano i servizi di assistenza per rilevato, che per le pensioni liquidate con il sistema l’infanzia e quelli per gli anziani. contributivo non esisterà più l’integrazione al trat- Le donne in Italia si prendono cura della famiglia, tamento minimo e ciò comporterà un ulteriore re- hanno spesso lavori precari, carriere intermittenti, ale peggioramento, per le donne in particolare. Le redditi più bassi, scarsa disponibilità di servizi so- pensioni integrate al minimo nel 2012 (dati INPS) ciali e sono assenti nelle « stanze » che contano, sono e sono prevalentemente destinate a donne anche in quelle in cui si decide di mandarle in pen- (81 per cento). Il nord registra una maggiore pre- sione a 67 anni. Oggi le donne tra i 50 e 60 anni
hanno, nella gran parte dei casi, genitori ottanten- di servizi sociali di supporto alle famiglie, dei cari- ni che hanno bisogno di assistenza da parte della chi di lavoro familiare, ancora appannaggio quasi famiglia. esclusivamente femminile, del « tetto di cristallo » e I dati sull’occupazione femminile in Italia sono i delle retribuzioni inferiori rispetto a quelle maschi- peggiori d’Europa: il 2009 ha visto interrompersi li, con riflessi conseguenti anche sulla situazione il trend di crescita dell’occupazione femminile (15- pensionistica. 64 anni) che aveva contraddistinto i precedenti L’aumento dei costi e la scarsità dei servizi socia- anni, assestando il tasso di occupazione al 46,7 li a sostegno della prima infanzia, riconosciuti in per cento, valore molto lontano sia dalla media eu- Europa come un forte fattore facilitante la crescita ropea del 58,6 per cento che dall’obiettivo euro- del lavoro femminile, sono una delle prime cau- peo di raggiungere il 60 per cento di occupazione se per cui le donne decidono di non lavorare o femminile per il 2010 (Strategia di Lisbona 2000). di smettere di lavorare o di non tornare a lavorare La crisi economica, sociale, culturale e ambienta- dopo la nascita del primo figlio. La probabilità di le causata dalle politiche dei Governi che si sono non lavorare 18-21 mesi dopo la nascita di un fi- succeduti negli ultimi anni e aggravata dalle strate- glio è di quasi il 50 per cento. Ovviamente le don- gie del Governo Monti e dalle manovre del Ministro ne con un titolo di studio più alto rientrano al lavoro Fornero (permanenza al lavoro delle persone più dopo il parto e riescono a gestire meglio delle altre anziane, blocco del turn over, riforma del lavoro e i problemi legati alla conciliazione dei tempi di vita altro) ha peggiorato la situazione dell’occupazio- e di lavoro. Un altro ostacolo al lavoro femminile ne giovanile, colpendo soprattutto le donne e, in è il tempo dedicato alla cura della famiglia e del- particolare, quelle con lavori temporanei. Le situa- la casa, che risulta ancora a carico delle donne zioni di maggiore criticità si registrano fra le gio- per il 77 per cento (Rapporto sulle donne in Italia, vani donne che, pur dotate sempre più spesso di CNEL, 2010). elevati livelli di istruzione, faticano più dei loro co- Un altro motivo per cui le donne non possono etanei ad accedere al mercato del lavoro e per le iniziare o smettono di lavorare è quello di doversi over cinquantenni, la cui partecipazione è lontana sostituire alle assistenti domiciliari (badanti), a cau- dagli obiettivi di Lisbona non solo per la presenza sa dell’impossibilità delle famiglie di sostenerne le di modelli di discriminazione ancora vincenti, ma spese, ma anche di dover supplire alla carenza dei anche per il sopraggiungere di nuove esigenze di servizi sanitari, caricandosi non solo delle attivi- conciliazione legate all’assistenza di parenti anzia- tà tradizionali di cura ma anche di servizi nuovi e ni non più autosufficienti, a cui il sistema di welfare complessi che vengono delegati dal sistema sani- pubblico fatica ad offrire risposte. tario ai familiari, come l’assistenza ai malati cronici Benché occorra più tempo per valutare a pieno gli (SLA, patologie psichiatriche, dipendenze, dialisi e effetti della riforma del Ministro Fornero, un primo altro). rapporto del novembre 2012 (SeCo-Statistiche e In questi casi le donne si vedono costrette ad ac- comunicazioni obbligatorie) sui contratti di lavo- cettare anche condizioni di pensionamento con ro intermittente (modificato dalla legge n. 92 del abbattimenti in termini economici fino al 30 per 2012) fa rilevare che le assunzioni sono diminuite cento (opzione contributiva prevista per le donne fortemente in tutte le aree (circa -30 per cento), a 57 anni di età e a 35 anni di contributi, fino al rispetto sia al trimestre precedente che al medesi- 2015). Tale disposizione non può che contribuire al mo trimestre dell’anno precedente (-70 per cento). drammatico aumento della povertà per le donne, Di converso sono ovunque aumentate le cessa- con inevitabili ripercussioni su tutta la società. Non zioni (+40 per cento rispetto sia al trimestre che a caso « l’opzione donna » viene utilizzata ora, da all’anno precedente), di cui solo il 15 per cento quando non esiste più la possibilità di pensione di circa si è trasformato in un lavoro tempo indeter- vecchiaia a 60 anni e dal 1o gennaio 2012 essa minato e quasi sempre part-time. è l’unica possibilità di pensione, seppur penaliz- Secondo il Consiglio nazionale dell’economia e del zante: se, dal 2004 a oggi poche donne l’avevano lavoro (CNEL) la situazione dell’occupazione fem- utilizzata, ora diventa l’unica salvezza. minile si è aggravata proprio a causa della scarsità Per contro, le donne che rimangono a lavorare
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