Le proposte di legge del PD sulla flessibilità del sistema pensionistico

Pagina creata da Sara Girardi
 
CONTINUA A LEGGERE
Le proposte di legge del PD sulla flessibilità del sistema pensionistico
Le proposte di legge del PD
sulla flessibilità
del sistema pensionistico

              Scheda riassuntiva
              Testi delle Proposte di Legge del PD
             all’esame della Commissione Lavoro:
              857 Damiano ed altri
              2945 Damiano ed altri
              530 Gnecchi ed altri
              728 Gnecchi ed altri
              1881 Gnecchi ed altri
              388 Murer ed altri
              1503 Di Salvo ed altri

              Locandina dell’iniziativa
FLESSIBILITÀ IN USCITA

Si è riaperto il cantiere della previdenza per correg-                                                                                            gli addetti alle lavorazioni particolarmente fatico-
gere le rigidità e le distorsioni provocate dalla rifor-                                                                                          se e pesanti di cui al decreto legislativo 21 aprile
ma Fornero del dicembre 2011. Alla Camera dei                                                                                                     2011, n. 67,(cosiddetti lavori usuranti), nonché
Deputati, in Commissione Lavoro, sono depositati                                                                                                  le disposizioni in materia di esclusione dai limi-
numerosi disegni di legge di vari gruppi politici di                                                                                              ti anagrafici per i lavoratori che hanno matura-
maggioranza e opposizione, che hanno in comune,                                                                                                   to il requisito di anzianità contributiva di almeno
seppur in modo diverso, l’obiettivo di introdurre la                                                                                              quarantuno anni (cosiddetti lavoratori preco-
cosiddetta flessibilità in uscita, cioè la possibilità di                                                                                         ci). Questi ultimi, al raggiungimento dei 41 anni
scegliere il momento del pensionamento, avendo                                                                                                    di contributi, possono andare in pensione senza
naturalmente una base minima di età anagrafica e                                                                                                  penalizzazioni, a prescindere dall’età anagrafica.
anzianità contributiva. Possiamo suddividere i vari                                                                                               Su tale impianto si innestano altre due proposte di
disegni in quattro gruppi:                                                                                                                        legge abbinate nell’esame in Commissione Lavoro
                                                                                                                                                  alla proposta Damiano (C. 3002 Fedriga ed altri e
                                                                                  FLESSIBILITA’	
  IN	
  USCITA	
  
1) L’impianto centrale si può trovare nella Propo- C. 3144 Pizzolante ed altri).
                                                                                                               	
  
sta di legge del Partito democratico (857                                                                      	
   Damia-
no
 Si	
   è	
   ed    altri)
              riaperto	
            presentata
                           il	
   cantiere	
                      all’inizioper	
  
                                                   della	
   previdenza	
               della        legislatura,
                                                                                              correggere	
                             ine	
   le	
  2)
                                                                                                                     le	
   rigidità	
                  Un secondo
                                                                                                                                                     distorsioni	
                    filone
                                                                                                                                                                            provocate	
                  riguarda la cosiddetta “Quo-
                                                                                                                                                                                           dalla	
   riforma	
  
base
 Fornero	
       alla
                   del	
  quale
                          dicembre	
     le2011.	
  
                                                  lavoratrici                  e i lavoratori
                                                               Alla	
   Camera	
      dei	
   Deputati,	
        che       abbia- taLavoro,	
  
                                                                                                                    in	
   Commissione	
                 100”,      sono	
   con    le proposte
                                                                                                                                                                                depositati	
        numerosi	
   del PD e della Lega. Il
 disegni	
  di	
  legge	
   di	
  vari	
  gruppi	
  politici	
  di	
  maggioranza	
  e	
  opposizione,	
  che	
  hanno	
  in	
  comune,	
  seppur	
  in	
  modo	
  
no          maturato un’anzianità contributiva di almeno 35 Partito Democratico (2945 Damiano ed altri) pre-
 diverso,	
  l’obiettivo	
  di	
  introdurre	
  la	
  cosiddetta	
  flessibilità	
  in	
  uscita,	
  cioè	
  la	
  possibilità	
  di	
  scegliere	
  il	
  momento	
  
anni             possono accedere
 del	
   pensionamento,	
                                          al pensionamento
                                          avendo	
   naturalmente	
                       una	
   base	
   minima	
  flessibile                   vede che
                                                                                                                                 di	
   età	
   anagrafica	
                  al raggiungimento
                                                                                                                                                                      e	
   anzianità	
    contributiva.	
   di “Quota 100” come
 Possiamo	
          s uddividere	
        i 	
   v ari	
   d isegni	
   i n	
   q uattro	
   g ruppi:	
  
al compimento del requisito minimo di 62 anni di somma di età anagrafica e anzianità contributiva si        	
  
 	
  
età           fino al requisito
 	
  1)	
   L’impianto	
          centrale	
   si	
  massimo
                                                       può	
   trovare	
  di           70Proposta	
  
                                                                                    nella	
       anni didi	
  età.     legge	
  Alla             possa
                                                                                                                                 del	
   Partito	
               usufruire
                                                                                                                                                         democratico	
            (857	
  della
                                                                                                                                                                                           Damiano	
    pensione
                                                                                                                                                                                                             ed	
      senza penalizzazio-
quota calcolata con il sistema retributivo si applica ni, fermo restando il requisito minimo di 62 anni di
 altri)	
       presentata	
         all’inizio	
       della	
    legislatura,	
           in	
   base	
      alla	
   quale	
   	
   le	
   lavoratrici	
     e	
   i	
   lavoratori	
   che	
       abbiano	
  
 maturato	
   un'anzianità	
   contributiva	
   di	
   almeno	
   35	
   anni	
   possono	
   accedere	
   al	
   pensionamento	
   flessibile	
   al	
  
la      riduzione o la maggiorazione di cui alla tabella A, età e minimo 35 anni di contributi per lavoratori di-
 compimento	
  del	
  requisito	
  minimo	
  di	
  62	
  anni	
  di	
  età	
  fino	
  al	
  requisito	
  massimo	
  di	
  70	
  anni	
  di	
  età.	
  Alla	
  quota	
  
in       relazione
 calcolata	
        con	
  il	
  sall’età          di pensionamento
                                   istema	
  retributivo	
                                          effettivo
                                                                         si	
  applica	
  la	
  riduzione	
                    eaggiorazione	
  
                                                                                                                    o	
  la	
  m agli pendenti           di	
  cui	
  alla	
  pubblici           e rprivati.
                                                                                                                                                                               tabella	
  A,	
  in	
   elazione	
   Per gli autonomi iscritti
anni            di contributi versati. Si va da una penalizzazione all’INPS la somma prevista è 101, con i requisiti
 all'età	
  di	
  pensionamento	
  effettivo	
  e	
  agli	
  anni	
  di	
  contributi	
  versati.	
  Si	
  va	
  da	
  una	
  penalizzazione	
  dell’8%	
  con	
  
 62	
  anni	
  ad	
  un	
  premio	
  dell’8%	
  a	
  70	
  anni.	
  
dell’8% con 62 anni ad un premio dell’8% a 70 anni. minimi di 63 anni di età e 35 anni di contributi. La
                                                                                                                                                  proposta della Lega (2955 Prataviera (ora al Misto)
                                                                                                TABELLA A                                         Fedriga ed altri) prevede che i lavoratori che ab-
                                                                                     (Articolo 1, comma 2).
                                                                                                                                                  biano maturato un’anzianità contributiva di almeno
                                                                                    Anni di contribuzione
 Età di pensionamento effettivo                                                                                                                   35 anni ovvero un’anzianità anagrafica di almeno
                                                                           35 36 37 38 39 40
                                                                                                                                                  58 anni possono accedere al pensionamento al
                                   62                                      -8 -7,7 -7,3 -6,9 -6 -3
                                                                                                                                                  raggiungimento di quota 100 quale somma di età
                                   63                                      -6 -5,7 -5,3 -4,9 -4 -2                                                anagrafica e contributiva.
                           64                                -4 -3,7 -3,3 -2,9 -2                         -1
                           65                                -2 -1,7 -1,3 -0,9 -0,5 -0,3                                 3) Un’altra proposta della Lega (Fedriga 2046)
                           66                                0 0             0        0         0         0              esprime l’opzione donna, che consente alle lavo-
                           67                                2 2             2        2         2         2              ratrici, in presenza di determinati requisiti anagra-
                           68                                4 4             4        4         4         4              fici e contributivi, di accedere anticipatamente alla
                           69                                6 6             6        6         6         6              pensione calcolata interamente secondo il sistema
                           70                                8 8             8        8         8         8              contributivo.
	
  
Sono        previste due deroghe a tale sistema. Sono 4) Numerosi disegni di legge si propongono di
 Sono	
  previste	
  due	
  deroghe	
  a	
  tale	
  sistema.	
  Sono	
  fatte	
  salve,	
  se	
  più	
  favorevoli,	
  le	
  disposizioni	
  in	
  materia	
  di	
  
fatte      salve,
 accesso	
             se apiù
             anticipato	
             favorevoli,per	
  
                             l	
  pensionamento	
           legli	
  disposizioni           in ma-particolarmente	
  
                                                                      addetti	
  alle	
  lavorazioni	
     individuare            una enuova
                                                                                                                               faticose	
                  disciplina
                                                                                                                                            	
  pesanti	
  d i	
  cui	
   legislativa per l’ac-
teria di accesso anticipato al pensionamento per cesso al pensionamento delle lavoratrici nonché di
 al	
  decreto	
  legislativo	
  21	
  aprile	
  2011,	
  n.	
  67,(cosiddetti	
  lavori	
  usuranti),	
  nonché	
  le	
  disposizioni	
  in	
  materia	
  di	
  
esclusione	
  dai	
  limiti	
  anagrafici	
  per	
  i	
  lavoratori	
  che	
  hanno	
  maturato	
  il	
  requisito	
  di	
  anzianità	
  contributiva	
  di	
  
almeno	
   quarantuno	
   anni	
   (cosiddetti	
   lavoratori	
   precoci).	
   Questi	
   ultimi,al	
   raggiungimento	
   dei	
   41	
   anni	
   di	
  
contributi,	
  possono	
  andare	
  in	
  pensione	
  senza	
  penalizzazioni,	
  a	
  prescindere	
  dall’età	
  anagrafica.	
  

Su	
  tale	
  impianto	
  si	
  innestano	
  altre	
  due	
  proposte	
  di	
  legge	
  abbinate	
  nell’esame	
  in	
  Commissione	
  Lavoro	
  alla	
  
proposta	
  Damiano	
  (C.	
  3002	
  Fedriga	
  ed	
  altri	
  e	
  C.	
  3144	
  Pizzolante	
  ed	
  altri).	
  
valorizzare i lavori di cura e assistenza familiare       C.530 Gnecchi ed altri, PD C.728 Gnecchi ed
riconoscendo specifiche agevolazioni, soprattutto         altri, PD C.1503 Di Salvo ed altri, Fratelli d’Italia
nei confronti delle lavoratrici madri, sulle quali mag-   C.1879 Cirielli ed altri, PD C.1881 Gnecchi ed altri,
giormente grava l’onere sociale dello svolgimento         Per l’Italia Centro democratico C.2430 Fautilli ed al-
di tali attività (Misto minoranze linguistiche C.115      tri, Per l’Italia Centro democratico C.2605 Sberna
Gebhard ed altri, PD C. 388 Murer ed altri, PD            e Gigli, M5S C.314 Ciprini ed altri).
PROPOSTA DI LEGGE N. 857                                     Intendiamo, inoltre, garantire modalità omogenee
D’INIZIATIVA DEI DEPUTATI                                    di uscita dal mondo del lavoro a tutte le categorie
                                                             di lavoratori, pubblici, privati e autonomi. Infatti, in
DAMIANO, BARETTA, GNECCHI, LENZI, BELLA-
                                                             un contesto di recessione così profondo e duraturo
NOVA, LUCIANO AGOSTINI, ALBANELLA, AN-
                                                             – che ha visto entrare in profonda difficoltà settori
TEZZA, ARLOTTI, BARGERO, BARUFFI, BOC-
                                                             fino a pochi anni fa al riparo da ogni vento di crisi,
CUZZI, BONOMO, CARELLA, CARRA, CENNI,
                                                             quale il pubblico impiego, e che ha inferto colpi du-
CENSORE, COVA, CRIVELLARI, D’INCECCO,
                                                             rissimi al mondo delle piccole imprese e del lavoro
FABBRI, CINZIA MARIA FONTANA, FRAGOMELI,
                                                             autonomo – riteniamo necessario prevedere forme
GANDOLFI, GIACOBBE, GINOBLE, GOZI, GRE-
                                                             di flessibilità di pensionamento, le quali, attraverso
GORI, GULLO, IACONO, INCERTI, LAFORGIA,
                                                             un sistema di penalizzazione e premialità in tema di
LATTUCA, LAURICELLA, LODOLINI, MAESTRI,
                                                             assegno pensionistico, consenta alle lavoratrici e ai
MAGORNO, MALISANI, MANFREDI, MARAN-
                                                             lavoratori di poter decidere, all’interno di un range
TELLI, MARCHETTI, M A R C H I , M A R I A N I ,
                                                             variabile tra i 62 e i 70 anni di età, il momento della
MARIANO, MOGNATO, MONGIELLO, MONTRO-
                                                             cessazione dell’attività lavorativa.
NI, MURA, GIORGIO PICCOLO, SALVATORE
                                                             Ciò contribuirà ad agevolare anche un ricambio
PICCOLO, RAMPI, ROCCHI, GIOVANNA SANNA,
                                                             generazionale, che le recenti riforme pensionisti-
SIMONI, TERROSI, TULLO, VENITTELLI, ZAP-
                                                             che hanno contribuito a disincentivare.
PULLA
                                                             Il comma 1 del singolo articolo di cui si compone
                                                             la presente proposta di legge dispone che, dal 1o
Disposizioni per consentire la libertà di scelta             gennaio 2014, le lavoratrici e i lavoratori – pubbli-
nell’accesso dei lavoratori al trattamento pensio-           ci, privati e autonomi – tra i 62 e i 70 anni di età
nistico                                                      che abbiano maturato un’anzianità contributiva di
                                                             almeno 35 anni possano accedere a forme di pen-
Presentata il 30 aprile 2013                                 sionamento flessibile, purché l’importo dell’asse-
                                                             gno, secondo l’ordinamento previdenziale di ap-
ONOREVOLI COLLEGHI ! — La drammatica crisi                   partenenza, sia almeno pari a 1,5 volte l’importo
economica che ha colpito il nostro Paese negli ulti-         dell’assegno sociale.
mi anni ha comportato il succedersi di una serie di          Il comma 2 prevede che la determinazione dell’im-
gravi crisi occupazionali e reso ancora più incerto          porto della pensione si applichi considerando l’im-
il futuro di milioni di lavoratrici e lavoratori. Le sicu-   porto massimo conseguibile, secondo l’ordina-
rezze relative al proprio futuro pensionistico, che          mento previdenziale di appartenenza di ciascuno,
hanno accompagnato le generazioni precedenti,                al quale viene applicata una riduzione o maggio-
non esistono più. Molto spesso l’attività lavorativa         razione sulla quota di trattamento pensionistico
delle persone è frammentata, intervallata da pe-             calcolata con il sistema retributivo, a seconda che
riodi di disoccupazione, solo nei migliori dei casi          l’età di pensionamento sia inferiore o superiore ai
coperti da forme di ammortizzatori sociali.                  66 anni e degli anni di contributi versati.
Le manovre pensionistiche del quadriennio 2008-              Il comma 3 stabilisce che le disposizioni dei commi
2011, spostando l’età di pensionamento molto in              precedenti non si applichino, se meno favorevoli,
avanti e aumentando il numero di anni di contribu-           ai soggetti impiegati nei cosiddetti lavori « usuranti
ti necessari per il raggiungimento della pensione,           ». Inoltre per le lavoratrici e i lavoratori che abbiano
hanno acuito lo stato di insicurezza e instabilità           maturato almeno 41 anni di anzianità contributiva
delle persone.                                               è prevista la possibilità di pensionamento prescin-
La presente proposta di legge si pone l’obiettivo di         dendo dall’età anagrafica.
ripristinare certezza nella possibilità di età di pen-       Il comma 4, infine, stabilisce che, fino al 31 dicem-
sionamento effettivo di milioni di lavoratrici e lavo-       bre 2016, derogando dalla disciplina in materia,
ratori, restituendo loro quella serenità perduta nel         l’incremento dell’età pensionistica dovuto all’al-
corso degli ultimi anni, caratterizzati da un com-           lungamento della speranza di vita sia determinato
pleto stravolgimento del sistema previdenziale.              nella misura di tre mesi complessivi.
PROPOSTA DI LEGGE                                         PROPOSTA DI LEGGE N. 2945
                                                          D’INIZIATIVA DEI DEPUTATI
ART. 1.
                                                          DAMIANO, GNECCHI, ZAPPULLA, DI SALVO,
1. A decorrere dal 10 gennaio 2014, le lavoratrici        GREGORI,MAESTRI, GIACOBBE, MICCOLI, CA-
e i lavoratori che abbiano maturato un’anzianità          SELLATO,BARUFFI,GIORGIO PICCOLO, BOC-
contributiva di almeno 35 anni possono accede-            CUZZI, INCERTI, ALBANELLA, SIMONI, ARLOTTI
re al pensionamento flessibile al compimento del
requisito minimo di 62 anni di età fino al requisi-       Disposizioni per l’introduzione di elementi di fles-
to massimo di 70 anni di età, purché l’importo            sibilità nell’accesso dei lavoratori al trattamento
dell’assegno, secondo i rispettivi ordinamenti pre-       pensionistico
videnziali di appartenenza, sia almeno pari a 1,5
volte l’importo dell’assegno sociale.                     Presentata il 10 marzo 2015
2. Ai fini della determinazione dell’importo della
pensione si calcola per ciascuna lavoratrice o la-        ONOREVOLI COLLEGHI! — La drammatica crisi
voratore l’importo massimo conseguibile a requisiti       economica che ha colpito il nostro Paese negli ulti-
pieni secondo i rispettivi ordinamenti previdenziali      mi anni ha comportato il succedersi di una serie di
di appartenenza. Alla quota calcolata con il siste-       gravi crisi occupazionali e reso ancora più incerto
ma retributivo si applica la riduzione o la maggiora-     il futuro di milioni di lavoratrici e di lavoratori. I timi-
zione di cui alla tabella A allegata alla presente leg-   di segnali di ripresa occupazionale registratisi ne-
ge, in relazione all’età di pensionamento effettivo e     gli ultimi mesi (12,6 per cento nel gennaio 2015),
agli anni di contributi versati, al fine di conseguire    com’è stato opportunamente osservato, non pos-
l’invarianza dei costi tra i due sistemi.                 sono indurre a facili ottimismi, stanti gli alti tassi
3. Sono fatte salve, se più favorevoli, le disposizioni   di disoccupazione riferiti al 2014, pari al 12,7 per
in materia di accesso anticipato al pensionamento         cento, che rappresenta il dato annuale massimo
per gli addetti alle lavorazioni particolarmente fati-    mai registrato dal 1977.
cose e pesanti di cui al decreto legislativo 21 aprile    Le sicurezze relative al proprio futuro pensionisti-
2011, n. 67, nonché le disposizioni in materia di         co, che hanno accompagnato le generazioni pre-
esclusione dai limiti anagrafici per i lavoratori che     cedenti, non esistono più.
hanno maturato il requisito di anzianità contributi-      Molto spesso l’attività lavorativa delle persone è
va di almeno quarantuno anni.                             frammentata, intervallata da periodi di disoccupa-
4. In via transitoria, fino al 31 dicembre 2016, l’a-     zione, solo nei migliori dei casi coperti da forme di
deguamento dei requisiti anagrafici e contributivi        ammortizzatori sociali.
di accesso al sistema pensionistico agli incrementi       Le manovre pensionistiche del quadriennio 2008-
della speranza di vita è determinato nella misura di      2011, spostando l’età di pensionamento molto in
tre mesi complessivi, in deroga alla disciplina pre-      avanti e aumentando il numero di anni di contribu-
vista dall’articolo 12 del decreto legge 31 maggio        ti necessari per il raggiungimento della pensione,
2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla         hanno acuito lo stato di insicurezza e di instabilità
legge 30 luglio 2010, n. 122, e successive modi-          delle persone, con il paradosso di vedere trop-
ficazioni.                                                pi lavoratori perdere l’occupazione pur essendo
                                                          lontani dalla pensione e, allo stesso tempo, con
                                                          l’innalzamento progressivo dell’età pensionabile,
                                                          giunta ormai oltre i 67 anni, e il sostanziale bloc-
                                                          co del turnover, di fatto si impedisce l’ingresso dei
                                                          giovani, perché è del tutto ovvio che se i genitori
                                                          rimangono vincolati nel posto di lavoro fino a tarda
                                                          età, i loro figli e nipoti troveranno con maggiore
                                                          difficoltà un’occupazione.
                                                          Più che opportunamente, lo stesso Ministro del
                                                          lavoro e delle politiche sociali ha riconosciuto che
se non si introduce uno strumento di flessibilità nel consentire l’accesso al trattamento pensionistico
sistema pensionistico si rischia di determinare un al conseguimento di determinati requisiti anagrafici
vero e proprio problema sociale.                      e contributivi.
Laddove non si intervenisse, tale preoccupazione In dettaglio, si propone di introdurre un sistema
non potrebbe essere scongiurata se non a fronte di flessibilità di uscita, a decorrere dal 1o gennaio
di un’improvvisa e molto significativa impennata 2016 e fino al 31 dicembre 2021, per i lavoratori
della produzione e del prodotto interno lordo, ipo- che, fatta salva la conferma del requisito di anzia-
tesi che non trova riscontro in tutte le analisi pre- nità contributiva non inferiore a trentacinque anni
visionali, anche tenendo conto del meccanismo di e di una soglia anagrafica non inferiore a 62 anni,
incremento dell’età pensionabile previsto a legisla- possono conseguire, quale somma tra il requisito
zione vigente, in base al quale, ad esempio, dal anagrafico e quello contributivo, la quota 100.
2016 l’aspettativa di vita aumenterà di altri 4 mesi.
Da tale data si andrà in pensione di vecchiaia con
                                                      PROPOSTA DI LEGGE
66 anni e 7 mesi e di anzianità con 42 anni e 10
mesi se uomini e con 41 anni e 10 mesi se donne,
                                                      ART. 1.
ovvero con soglie anagrafiche che non trovano ri-
scontro nella gran parte degli Stati dell’Unione eu- In deroga a quanto disposto dall’articolo 24, com-
ropea e con una dinamica di lungo termine della ma 6, del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201,
spesa pubblica per le pensioni migliore di quella convertito, con modificazioni, dalla legge 22 di-
di altri Paesi.                                       cembre 2011, n. 214, a decorrere dal 1o gennaio
Per tali ragioni, la presente proposta di legge si 2016 e fino al 31 dicembre 2021, il diritto al trat-
pone l’obiettivo di ripristinare certezza nella pos- tamento pensionistico per i lavoratori dipendenti
sibilità di età di pensionamento effettivo delle la- e autonomi iscritti all’assicurazione obbligatoria e
voratrici e dei lavoratori, restituendo loro quella alle forme di essa sostitutive ed esclusive si con-
serenità perduta nel corso degli ultimi anni, ca- segue, fermo restando il requisito di anzianità con-
ratterizzati da un completo stravolgimento del si- tributiva non inferiore a trentacinque anni, al per-
stema previdenziale, attraverso la previsione di un fezionamento dei requisiti indicati nella tabella A
 Atti Parlamentari
ampio                                            — 4 allegata
         periodo di transizione all’interno del quale   —              Camera
                                                               alla presente     dei Deputati — 2945
                                                                             legge.

                                                                                                   Tabella A
                                                                                     (Articolo 1, comma 1)

       Lavoratori dipendenti pubblici e privati             Lavoratori autonomi iscritti all’INPS
            (1)                  Età anagrafica                 (2)                  Età anagrafica
                                 minima per la                                       minima per la
      Somma di età               maturazione del          Somma di età               maturazione del
       anagrafica e             requisito indicato        anagrafica e di           requisito indicato
   anzianità contributiva         in colonna 1         anzianità contributiva         in colonna 2
            100                        62                       101                         63
PROPOSTA DI LEGGE N. 530                                     al lavoro, sia in termini di occupazione in generale,
D’INIZIATIVA DEI DEPUTATI                                    ma soprattutto di progressione di carriera e di retri-
                                                             buzioni, le disuguaglianze fra uomini e donne sono
GNECCHI, CINZIA MARIA FONTANA, INCERTI,
                                                             ancora notevoli. La pensione è la sintesi del percor-
MAESTRI
                                                             so lavorativo e dimostra in modo evidente la durata
                                                             e la consistenza della contribuzione versata durante
Disposizioni per la concessione di contributi previ-
                                                             tutta la propria attività lavorativa. È risaputo che l’in-
denziali figurativi e di incrementi del trattamento di
                                                             tegrazione al trattamento minimo è un fenomeno
pensione per il riconoscimento dei lavori di cura fa-
                                                             tipicamente femminile mentre le pensioni di anzia-
miliare svolti dai genitori
                                                             nità un fenomeno tipicamente maschile. Purtroppo,
                                                             anche verificando gli importi delle pensioni di nuova
Presentata il 25 marzo 2013
                                                             liquidazione si confermano i dati storici: mediamen-
                                                             te le donne hanno pensioni che corrispondono alla
ONOREVOLI COLLEGHI! — La presente proposta
                                                             metà dell’importo medio degli uomini. I motivi sono
di legge si pone l’obiettivo di favorire l’occupazio-
                                                             storicamente purtroppo sempre gli stessi: il percor-
ne femminile e la natalità agendo in particolare sulle
                                                             so lavorativo delle donne registra molte interruzioni,
pensioni delle donne in primo luogo perché esse
                                                             il lavoro spesso è a tempo parziale, la progressione
sono sempre troppo basse e, in secondo luogo
                                                             in carriera è scarsa, le retribuzioni sono più basse.
perché con il calcolo contributivo per la determi-
                                                             In compenso però la società gode di tanto lavoro
nazione della misura della pensione non sarà più
                                                             gratuito svolto dalle donne. Le «baby pensionate»
prevista l’integrazione al trattamento minimo e ciò
                                                             del settore pubblico hanno garantito per anni un’e-
comporterà per moltissime donne una pensione
                                                             conomia di servizi parallela a quella istituzionale. I
assolutamente insufficiente per condurre una vita
                                                             mille lavori invisibili delle donne hanno sostenuto, di
dignitosa: siamo pertanto di fronte al rischio reale,
                                                             fatto, il sistema di welfare. Purtroppo il lavoro in fa-
per le future donne anziane, di condizioni di vera
                                                             miglia non viene rilevato dalle statistiche ufficiali e se
povertà.
                                                             non fossero le donne a occuparsi della pulizia della
Gli articoli 3 e 4 della Costituzione riconoscono i se-
                                                             casa, della cura dei bambini e degli anziani e di tutte
guenti princìpi fondamentali:
                                                             quelle mansioni invisibili, ma indispensabili, all’inter-
articolo 3: «Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale    no della famiglia, questi servizi dovrebbero essere
e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione          acquistati sul mercato e quindi assumerebbero un
di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni     preciso valore economico quantificabile (dal libro di
politiche, di condizioni personali e sociali. È com-         Alberto Alesina e Andrea Ichino «L’Italia fatta in casa»).
pito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di or-          L’attuale sistema di servizi per la famiglia lascia vuoti
dine economico e sociale, che, limitando di fatto            che le donne, in modo particolare, si vedono co-
la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono        strette a colmare, sostituendosi all’offerta dei servizi
il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva          per la cura dei figli, degli anziani e dei disabili. Si
partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione      pensi, infatti, che solo per quanto riguarda i servizi
politica, economica e sociale del Paese»;                    di supporto alla prima infanzia (da 0 a 3 anni di età),
                                                             l’Italia offre una copertura in media del 10 per cento
articolo 4: « La Repubblica riconosce a tutti i citta-       contro il 33 per cento richiesto dall’Unione europea.
dini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che       In tal senso la scelta delle donne di stare fuori dal
rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il       mondo del lavoro o di ripiegare forzatamente sul
dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità           part time o su altre forme di lavori atipici, che con-
e la propria scelta, una attività o una funzione che         sentano loro di conciliare al meglio l’impegno del
concorra al progresso materiale o spirituale della           lavoro di cura, risulta quasi una decisione obbligata,
società ».                                                   che però sicuramente non corrisponde al proget-
L’Italia ha un buon livello di legislazione in favore del-   to di ideale lavorativo cui queste donne avrebbero
la parità e contro la discriminazione fra i sessi, ma        aspirato.
nonostante i buoni princìpi giuridici, sia nell’accesso      Se prendiamo a riferimento gli altri Paesi europei,
prescindendo dalla tutela della gravidanza e della           al trattamento minimo è una misura indispensabile
maternità (cioè il periodo a ridosso della nascita)          per la sopravvivenza di chi lo percepisce.
che esiste in tutti i Paesi europei, si nota che è pre-      Il comma 40 dell’articolo 1 della legge 8 agosto
sente una generosa forma di contribuzione figurati-          1995, n. 335 aveva previsto alcune agevolazioni
va per la crescita dei figli. In Francia, alle lavoratrici   proprio per attenuare la penalizzazione conseguen-
madri sono riconosciuti due anni di contribuzione            te all’abolizione del trattamento minimo e all’au-
figurativa per ogni figlio e fino a tre anni (a scelta tra   mento del requisito anagrafico (all’epoca era pre-
madre e padre), oltre ad un eventuale supplemen-             visto il passaggio da 55 a 60 anni per la pensione
to di pensione (pari al 10 per cento in più) per chi         di vecchiaia) e di quello contributivo (da quindici a
abbia avuto almeno tre figli. La Francia è uno dei           venti anni di contributi necessari), ma non sono si-
Paesi con tasso di fecondità più elevato in Europa.          curamente sufficienti. Va rilevato però che la legge
In Grecia sono riconosciuti da uno ad un massimo             22 dicembre 2011, n. 214 (la manovra cosiddetta
di quattro anni di contribuzione figurativa, in relazio-     «salva Italia») ha ulteriormente aumentato, senza
ne al numero di figli avuti. In Germania sono previsti       prevedere un’equa gradualità, l’età di accesso alla
vari sostegni economici alla famiglia legati ai figli che    pensione di vecchiaia per le lavoratrici del settore
permettono maggiore possibilità di scelta reale ri-          privato. Mentre nel 1995 era stata prevista una mi-
spetto al lavoro e utilizzo dei servizi.                     sura «compensativa» oltre alla gradualità, nel 2011
La scelta quasi obbligata delle donne di assentarsi          non è stato previsto nulla e non è possibile che
dal mercato del lavoro per brevi o per lunghi pe-            una precisa fascia anagrafica di popolazione pa-
riodi, comporta un’ulteriore penalizzazione soprat-          ghi personalmente le conseguenze di questa scel-
tutto per quanto attiene all’aspetto previdenziale. A        ta molto più di tutti gli altri e le donne in misura
differenza degli uomini, sono molte di più le donne          ancora maggiore.
che arrivano alla pensione di vecchiaia per la scar-         La presente proposta di legge intende pertanto
sità di contributi accumulati nel corso degli anni e         migliorare almeno le intuizioni e le buone intenzioni
sono poche le donne che maturano i requisiti per             compensative già previste dalla citata legge n. 335
l’accesso al pensionamento per anzianità contribu-           del 1995, quella che possiamo considerare, insie-
tiva. Tralasciando il settore del pubblico impiego,          me alla normativa adottata nel 1992, la vera riforma
nel settore privato, ancora nel 2011, l’importo me-          previdenziale.
dio di una pensione di vecchiaia liquidato dall’Isti-        La distribuzione per classi di anzianità contribu-
tuto nazionale della previdenza sociale (INPS) alle          tiva nel territorio nazionale delle pensioni dirette
donne arrivava a malapena a 640 euro lordi mensili.          di vecchiaia e di invalidità erogate dall’INPS (circa
Va considerato, inoltre, che sono ben 4,5 milioni le         8.439.000 pensioni – 2003 su dati INPS), evidenzia
pensioni integrate al trattamento minimo, con un             che il 52 per cento delle pensioni erogate a donne è
importo medio di integrazione di circa 3.100 euro            liquidato con una contribuzione fino a venti anni (in
annui per pensione. Su 4,5 milioni di pensioni inte-         particolare fino a quindici anni il 25 per cento delle
grate, di ben 3,5 milioni sono titolari le donne (dati       pensioni e da quindici a venti anni il 27 per cento
del Ministero dell’economia e delle finanze – Ragio-         delle pensioni femminili) e solo il 9,9 per cento del-
neria dello Stato, anno 2005). Si consideri, come            le titolari donne raggiunge la fascia di contributi fra
già rilevato, che per le pensioni liquidate con il si-       trentacinque e quaranta anni.
stema contributivo non esisterà più l’integrazione al        Se alla precedente analisi si aggiunge la conside-
trattamento minimo e ciò comporterà un ulteriore             razione che la donna è maggiormente esposta con
reale peggioramento, per le donne in particolare. Le         l’invecchiamento a divenire invalida e non autosuf-
pensioni integrate al minimo nel 2011 sono invece            ficiente, essendo la speranza di vita della donna
3.856.033 prevalentemente destinate a donne (81              pensionata senz’altro superiore a quella dell’uomo
per cento). Il Nord registra una maggiore presenza           (la speranza di vita della donna è pari a 85,8 anni e
di trattamenti (circa il 44 per cento del totale), con       quella dell’uomo è di 81,9 anni), si intuisce come
una quota relativamente più consistente di pensioni          questa generazione di popolazione femminile sia
di vecchiaia integrate (53 per cento). Questo dimo-          economicamente fragile e come sia sempre più
stra che le pensioni sono basse e che l’integrazione         esposta a un grave rischio di povertà e di indigen-
za. Dunque, se questa è la situazione, per la quale è        d) un’integrazione pari al 10 per cento del tratta-
difficile prevedere sostanziali mutamenti nel breve e        mento pensionistico maturato in favore di coloro
medio periodo, rispetto all’offerta di servizi per la cura   che hanno avuto almeno due figli, naturali o adottivi.
dei figli, crediamo sia un atto dovuto nei confronti del-
                                                             Gli oneri derivanti dall’attuazione del comma 1 sono
le donne e delle famiglie in generale dare un concreto
                                                             posti a carico della fiscalità generale.
riconoscimento da parte dello Stato al lavoro di cura
prestato all’interno della famiglia.
La presente proposta di legge intende quindi rag-
giungere l’obiettivo di garantire soprattutto alle donne
                                                             PROPOSTA DI LEGGE N. 728
il raggiungimento di una pensione dignitosa a fronte
                                                             D’INIZIATIVA DEI DEPUTATI
dell’impegno per lavori di cura nell’ambito familiare.
Con l’articolo 1 viene ribadito che lo Stato ricono-         GNECCHI, DAMIANO, LENZI, MADIA, BOBBA,
sce il valore universale della maternità e dei lavori        BERRETTA, BELLANOVA, MORANI, MANZI, MO-
di cura familiari svolti dai genitori quali attività indi-   RETTI, CULOTTA, INCERTI, MAESTRI, GIACOB-
spensabili per la vita della collettività.                   BE, BARUFFI, GIORGIO PICCOLO
  Con l’articolo 2 si riconoscono periodi di contribu-
zione figurativa per ogni figlio, naturale o adottivo,
                                                             Norme in materia previdenziale in favore dei lavora-
nonché un incremento del 10 per cento della pen-
                                                             tori che assistono familiari gravemente disabili
sione maturata per chi abbia avuto almeno due figli.
Gli oneri relativi all’attuazione della legge sono posti
                                                             Presentata l’11 aprile 2013
a carico della fiscalità generale.
                                                             ONOREVOLI COLLEGHI! — La presente proposta
                                                             di legge nasce dall’esigenza di aiutare tutte le fami-
PROPOSTA DI LEGGE
                                                             glie alle prese con l’assistenza e la cura quotidiane di
                                                             un familiare gravemente disabile. Se è pur vero che
ART. 1.
                                                             la legge 5 febbraio 1992, n. 104, sancisce il pieno
Lo Stato riconosce il valore universale della ma-            rispetto della dignità umana e promuove i diritti di li-
ternità e dei lavori di cura familiare svolti dai geni-      bertà e di autonomia delle persone disabili nonché la
tori quali attività necessarie e indispensabili per la       loro integrazione in tutti gli ambiti sociali, le difficoltà
vita della collettività.                                     che incontrano le famiglie nell’assistenza di queste
                                                             persone sono molteplici e non sempre i servizi offerti
ART. 2.                                                      dall’assistenza pubblica sono sufficienti ad aiutare la
                                                             famiglia nella gestione quotidiana del familiare disa-
1. Alle madri, o ai padri in caso di totale assenza
                                                             bile grave. Queste persone, se non vengono aiuta-
della madre, sono riconosciuti:
                                                             te, non sono in grado di lavarsi, vestirsi, nutrirsi o
a) tre anni di contribuzione figurativa per ogni fi-         partecipare alla vita sociale. Nella maggior parte dei
glio naturale o adottivo;                                    casi il disabile in condizioni di gravità – e quando si
                                                             parla di handicap grave questo non è mai un termi-
b) sei anni di contribuzione figurativa per ogni
                                                             ne generico ma presuppone sempre una speciale
figlio, in caso di disabilità grave riconosciuta ai
                                                             condizione, certificata in base a una visita collegiale,
sensi dell’articolo 3, comma 3, della legge 5 feb-
                                                             che comporta per il disabile l’impossibilità di comp-
braio 1992, n. 104;
                                                             iere «gli atti quotidiani della vita» – dipende comple-
c) quattro anni di contribuzione figurativa per ogni         tamente dal familiare che si occupa di lui.
figlio, nel caso di lavoro a tempo parziale a in-            Questo perché, a tutt’oggi, la famiglia costituisce
tegrazione della contribuzione per raggiungere la            ancora il perno su cui ruotano l’assistenza e la cura
misura che sarebbe spettata alla lavoratrice o al            della persona disabile. Infatti, nei nuclei familiari
lavoratore qualora avesse avuto un rapporto di               dove è presente un disabile grave, alla normale atti-
lavoro a tempo pieno;                                        vità lavorativa esterna necessaria al sostentamento
                                                             familiare si devono aggiungere la cura e l’assistenza
quotidiane a colui che non è in grado di badare a            PROPOSTA DI LEGGE
se stesso. Com’è evidente, quindi, il nucleo fami-
liare costituisce, a un tempo, la collettività e il luogo    ART. 1.
nel quale il disabile èassistito prevalentemente e in        (Collocamento anticipato in quiescenza).
modo continuativo, con notevoli oneri economici, e
                                                             1. Alle lavoratrici e ai lavoratori che si dedicano al
non solo, a carico dei conviventi che se ne prendono
                                                             lavoro di cura e di assistenza di familiari disabili
cura. Del resto, molto spesso, la presa in carico del
                                                             aventi una percentuale di invalidità uguale al 100
disabile da parte della famiglia è dettata non solo da
                                                             per cento, che assume connotazione di gravità ai
ragioni puramente affettive, ma anche economiche,
                                                             sensi dell’articolo 3, comma 3, della legge 5 feb-
soprattutto per i nuclei familiari che non versano in
                                                             braio 1992, n. 104, e che necessitano di assistenza
condizioni economiche tali da potersi permettere
                                                             continua poiche´ non in grado di compiere gli atti
l’aiuto di professionisti del settore o semplicemen-
                                                             quotidiani della vita, ai sensi di quanto previsto dalla
te un aiuto esterno anche non qualificato. Questo
                                                             tabella di cui al decreto del Ministro della sanità 5
con l’andare del tempo provoca, sicuramente, il lo-
                                                             febbraio 1992, pubblicato nel supplemento ordi-
goramento fisico e psichico delle persone a cui è
                                                             nario alla Gazzetta Ufficiale n. 47 del 26 febbraio
affidata la cura del disabile. L’articolo 1, comma 1,
                                                             1992, sono riconosciuti, su richiesta:
della presente proposta di legge prevede la possi-
bilità di anticipare l’età per l’accesso alla pensione       a) un anticipo di età per l’accesso alla pensione di
di vecchiaia di tre mesi per ogni anno dedicato alla         vecchiaia di tre mesi per ogni anno dedicato al la-
cura e all’assistenza del familiare convivente disa-         voro di cura, fino a un massimo di cinque anni di
bile, fino a un massimo di cinque anni nonché il             anticipo;
diritto alla pensione anticipata, indipendentemen-
                                                             b) il diritto alla pensione anticipata, indipendente-
te dall’età anagrafica, a seguito del versamento di
                                                             mente dall’età anagrafica, a seguito del versamento
trenta anni di contributi previdenziali, di cui almeno
                                                             di trenta anni di contributi previdenziali, di cui alme-
cinque annualità versate nel periodo di costanza di
                                                             no cinque annualità versate nel periodo di costanza
assistenza al familiare convivente disabile. Inoltre,
                                                             di assistenza al familiare convivente disabile grave.
sempre all’articolo 1, al comma 2, si prevede, per il
familiare lavoratore, una contribuzione figurativa di        2. Le lavoratrici e i lavoratori di cui al comma 1 han-
due mesi per ogni anno di contribuzione effettiva,           no diritto, inoltre, ai fini della misura del trattamento
per un massimo di cinque anni, purche´ anche que-            pensionistico, a una contribuzione figurativa di due
sta sia versata in costanza di assistenza al familiare       mesi per ogni anno di contribuzione effettiva, per
disabile. I benef`ıci previsti all’articolo 1 si applicano   un massimo di cinque anni, purche´ versata in co-
a condizione che, all’interno del nucleo familiare,          stanza di assistenza al familiare convivente disabile
non vi sia un componente maggiorenne che, pur                grave ai sensi dell’articolo 3, comma 3, della legge
abile al lavoro, non svolga alcuna attività lavorativa e     5 febbraio 1992, n. 104.
indipendentemente dall’attività lavorativa svolta dal
                                                             3. I benefici di cui ai commi 1 e 2 del presente ar-
familiare lavoratore, purche´ questi sia stabilmente
                                                             ticolo al di fuori dell’ipotesi prevista dall’articolo 2,
convivente con la persona disabile.
                                                             comma 1, della presente legge, possono essere
All’articolo 2 si prevede una contribuzione figurativa
                                                             godute da un solo familiare convivente per ciascu-
per i genitori che, pur lavorando, prestano un’assi-
                                                             na persona disabile grave ai sensi dell’articolo 3,
stenza continua ai propri figli disabili.
                                                             comma 3, della legge 5 febbraio 1992, n. 104, pre-
All’articolo 3 si prevede per il familiare che assiste la
                                                             sente all’interno del nucleo familiare, qualora all’in-
persona disabile e che non ha mai svolto un’attività
                                                             terno dello stesso nucleo familiare non vi siano altri
lavorativa la possibilità di versare i contributi volon-
                                                             componenti maggiorenni che, pur abili al lavoro,
tari fino al raggiungimento della contribuzione mini-
                                                             non svolgono alcuna attività lavorativa.
ma per il diritto alle pensione, secondo le modalità
previste dal contratto collettivo nazionale di lavoro        4. Il beneficio di cui al comma 1 del presente ar-
del personale domestico.                                     ticolo si applica alla lavoratrice o al lavoratore che
L’articolo 4, infine, reca la copertura finanziaria.         presta assistenza al disabile grave ai sensi dell’ar-
ticolo 3, comma 3, della legge 5 febbraio 1992, n.          ticolo 3, comma 3, della legge 5 febbraio 1992, n.
104, indipendentemente dalla sua età anagrafica e           104, in possesso di almeno quindici anni di con-
dalla sua appartenenza al settore pubblico, al set-         tribuzione al momento della cessazione dell’attività
tore privato, alle libere professioni, al commercio o       lavorativa, è riconosciuto il diritto a una contribuzio-
all’artigianato, al lavoro autonomo.                        ne figurativa di due mesi per ogni anno di assisten-
                                                            za al familiare disabile grave ai sensi dell’articolo 3,
5. Ai fini della presente legge, per lavoratore o lavo-
                                                            comma 3, della legge 5 febbraio 1992, 104, per un
ratrice si intende uno solo dei parenti o degli affini
                                                            massimo di cinque anni.
entro il quarto grado della persona assistita, ovvero
chi con quest’ultima convive stabilmente avendo
                                                            ART. 4.
la medesima residenza anagrafica, e che svolge
                                                            (Copertura finanziaria).
un’attività lavorativa.
                                                            All’onere derivante dall’attuazione della presente
ART. 2.                                                     legge, pari a 100 milioni di euro annui a decorrere
(Norme in favore dei genitori di figli disabili gravi).     dall’anno 2013, si provvede mediante corrispon-
                                                            dente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del
A uno dei genitori che assiste stabilmente il figlio di-
                                                            bilancio triennale 2013-2015, nell’ambito del fondo
sabile grave ai sensi dell’articolo 3, comma 3, della
                                                            speciale di parte corrente dello stato di previsione
legge 5 febbraio 1992, n. 104, è riconosciuta, oltre
                                                            del Ministero dell’economia e delle finanze per l’an-
al diritto di cui all’articolo 1, comma 1, della presen-
                                                            no 2013, allo scopo parzialmente utilizzando l’ac-
te legge, la possibilità di una contribuzione figurativa
                                                            cantonamento relativo al medesimo Ministero.
di un anno ogni cinque anni di contribuzione effetti-
                                                            Il Ministro dell’economia e delle finanze è autoriz-
va, versata in costanza di assistenza al figlio disabile
                                                            zato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti
grave, a condizione che all’interno dello stesso nu-
                                                            variazioni di bilancio.
cleo familiare non vi siano altri componenti maggio-
renni che, pur abili al lavoro, non svolgono alcuna
attività lavorativa.
Nel caso di assistenza congiunta da parte di en-
trambi i genitori, l’agevolazione di cui al comma 1 è
suddivisa al 50 per cento tra i medesimi.                   PROPOSTA DI LEGGE N. 1881
Qualora la presenza nel nucleo familiare di figli di-       D’INIZIATIVA DEI DEPUTATI
sabili gravi ai sensi dell’articolo 3, comma 3, della
                                                            GNECCHI, ROBERTA AGOSTINI, CUPERLO,
legge 5 febbraio 1992, n. 104, sia superiore all’uni-
                                                            INCERTI, MAESTRI, GIACOBBE, D’INCECCO,
tà, i benef`ıci previsti dalla presente legge spettano
                                                            GHIZZONI, BARUFFI, LUCIANO AGOSTINI, TUL-
a entrambi i genitori.
                                                            LO, LODOLINI, RAMPI, MARIANI, COMINELLI,
                                                            ZAMPA, MAZZOLI, BIONDELLI, MARANTEL-
ART. 3.
                                                            LI, ALBANELLA, FABBRI, BARGERO, MIOTTO,
(Contribuzione volontaria e figurativa).
                                                            MURER, TERROSI, CASELLATO, BERLINGHIE-
Per coloro che si sono dedicati al lavoro di cura e di      RI, VELO, SIMONI, CAROCCI, BRUNO BOSSIO,
assistenza di soggetti disabili gravi ai sensi dell’ar-     ROSSOMANDO, COCCIA, NARDUOLO
ticolo 3, comma 3, della legge 5 febbraio 1992, n.
104, e che non hanno mai svolto un’attività lavo-           Modifiche all’articolo 24 del decreto-legge 6 di-
rativa, è prevista la possibilità di versare i contributi   cembre 2011, n. 201, convertito, con modifica-
volontari fino al raggiungimento della contribuzione        zioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214, in
minima per il diritto alla pensione, secondo le mo-         materia di accesso delle lavoratrici alla pensione di
dalità previste dal contratto collettivo nazionale di       vecchiaia, nonché concessione di contributi previ-
lavoro del personale domestico.                             denziali figurativi per il riconoscimento dei lavori di
Per coloro che hanno dovuto lasciare la propria oc-         cura familiare
cupazione lavorativa per assistere con carattere di
continuità un familiare disabile grave ai sensi dell’ar-    Presentata il 6 dicembre 2013
ONOREVOLI COLLEGHI! — L’Istituto nazionale di             Corte di giustizia dell’Unione europea.
statistica (ISTAT) e l’Istituto nazionale della previ-    Il risparmio previsto dall’innalzamento a 65 anni
denza sociale (INPS) hanno pubblicato, il 2 agosto        dell’età di accesso alla pensione di vecchiaia delle
2013, un’analisi impietosa delle differenze di ge-        donne del pubblico impiego ammontava a circa
nere tra i pensionati italiani e i dati che riguardano    3,7 miliardi di euro a regime entro il 2020, desti-
le donne sono decisamente allarmanti. Emergono            nati a misure volte ad alleviare il carico di lavoro
una realtà femminile fragile e un’uguaglianza di ge-      non retribuito e, in particolare, la legge prevedeva
nere ancora decisamente incompiuta, con oltre la          esplicitamente di dedicare i risparmi « ad interventi
metà delle donne con meno di 1.000 euro al mese           dedicati a politiche sociali e familiari con particola-
di pensione (dati del 2011) contro un terzo degli         re attenzione alla non autosufficienza e all’esigen-
uomini e solo 204.000 donne titolari di pensioni          za di conciliazione tra vita lavorativa e vita familiare
oltre i 3.000 euro mensili, contro oltre 650.000          delle lavoratrici » (articolo 22-ter, comma 3, del
uomini, 7,4 milioni di pensionati non arrivano a          decreto-legge n. 78 del 2009, convertito, con mo-
1.000 euro al mese. Le disuguaglianze più mar-            dificazioni, dalla legge n. 102 del 2009). Tali fondi
cate si registrano al nord, per l’ovvia differenza tra    in realtà sono stati utilizzati per altri scopi.
nord e sud di possibilità di lavoro e, come ben si        A novembre 2011 è arrivato il Governo tecnico e
sa, la pensione è il riassunto della vita lavorativa.     con il decreto-legge n. 201 del 2011, convertito,
Più donne pensionate ma più povere. Secondo i             con modificazioni, dalla legge n. 214 del 2011, di
dati dello studio diffuso dall’ISTAT e dall’INPS, nel     seguito « decreto salva Italia », ha innalzato repen-
2011, degli oltre 23 milioni di trattamenti pensio-       tinamente l’età per l’accesso alla pensione di vec-
nistici il 56,4 per cento è stato erogato a donne e       chiaia delle donne del settore privato, senza una
il 43,6 per cento a uomini. Ma le donne, pur rap-         gradualità reale. Di seguito si riporta parte della re-
presentando il 52,9 per cento dei pensionati (8,8         lazione tecnica (atto Camera n. 4829) relativa alla
milioni su 16,7 milioni) e più della metà delle pen-      pensione di vecchiaia delle lavoratrici del settore
sioni, percepiscono solo il 43,9 per cento dei 266        privato: «In particolare, per quanto riguarda il pen-
miliardi di euro erogati (il 56,1 per cento è, infatti,   sionamento di vecchiaia delle lavoratrici del settore
destinato agli uomini).                                   privato e, quindi, l’accelerazione dell’allineamento
Ciò comporta che l’importo medio annuo del-               del requisito alla generalità dei lavoratori per le di-
le prestazioni godute da un uomo ammonta a                pendenti, le valutazioni tengono conto, nel breve
14.460 euro, il 65,6 per cento in più di quello delle     periodo, dei seguenti parametri:
pensioni di titolarità femminile, che si attesta ad       numero dei soggetti interessati in relazione alla ma-
appena 8.732 euro.                                        turazione dei requisiti minimi dal 1o gennaio 2012:
Dipende evidentemente solo dalle diverse aspet-           circa 110.000 l’anno in media nel primo triennio.
tative di vita tra uomo e donna il fatto che le donne     Di queste, circa 72.000 sono lavoratrici dipendenti
pensionate sono più numerose degli uomini, oltre          (di cui circa 68.000 maturano i requisiti nel 2012)
che perché vivono in media più a lungo, perché            e 38.000 lavoratrici autonome, per una comples-
sopravvivono ai mariti e quindi aumenta il numero         siva spesa media annua di circa 1.080 milioni di
di pensionate grazie alla pensione di reversibilità       euro. I risparmi sono valutati in termini differenziali
del coniuge deceduto. Grazie a questo dato nu-            a quanto già previsto dalla normativa previgente;
merico il divario economico di genere si riduce al
                                                          importo medio (2013): circa 10.200 euro per le la-
43,8 per cento se calcolato sul reddito pensioni-
                                                          voratrici dipendenti e circa 8.100 euro per le lavo-
stico, che risulta pari a 19.022 euro per gli uomini
                                                          ratrici autonome».
e a 13.228 euro per le donne. Nella precedente
legislatura si è intervenuti più volte sul sistema pre-   Tutti i risparmi sulle pensioni realizzati dal decreto
videnziale e sono state in particolare le donne ad        «salva Italia», sono stati utilizzati unicamente per
essere più penalizzate. Il Governo Berlusconi nel         coprire il debito pubblico, come espressamente
2009 ha innalzato a 65 anni l’accesso delle don-          dichiarato dall’allora Ministro Fornero all’Assem-
ne alla pensione di vecchiaia nel settore pubblico,       blea della Camera dei deputati nel luglio 2012, in
utilizzando strumentalmente una sentenza della            risposta all’interrogazione presentata dall’onore-
vole D’Antoni. Nessun risparmio sarà quindi utiliz-      senza di trattamenti (circa il 44 per cento del tota-
zato per garantire le future generazioni, né tanto-      le), con una quota relativamente più consistente
meno per l’occupazione femminile. La banca dati          di pensioni di vecchiaia integrate (53 per cento).
dell’INPS ci offre la possibilità di verificare che le   Questo dimostra che le pensioni sono basse e che
pensioni di vecchiaia liquidate nel 2012 alle don-       l’integrazione al trattamento minimo è una misura
ne del settore privato sono state circa 55.000, per      indispensabile per la sopravvivenza di chi lo perce-
un importo pro capite mensile lordo di 698 euro          pisce. Per queste ragioni con questa proposta di
(19.000 pensioni di lavoratrici autonome per un          legge si prevede anche l’abrogazione del comma
importo mensile medio di 597 euro).                      7 dell’articolo 24 del decreto «salva Italia», perché
Con la manovra «salva Italia» ad essere fortemente       penalizza pesantemente le donne, prevedendo
penalizzate sono state le donne nate nel 1952, che       che qualora l’importo della pensione non superi di
si sono ritrovate innalzato di due anni il requisito     1,5 volte l’assegno sociale il diritto a pensione si
per l’accesso alla pensione nell’arco di una notte,      sposti a 70 anni di età.
dal 31 dicembre 2011 al 1o gennaio 2012, inne-           Negli altri Paesi europei, prescindendo dalla tutela
scando un meccanismo di rincorsa che comporta            della gravidanza e della maternità che esiste ovun-
un ritardo di accesso alla pensione di vecchiaia da      que, si nota che è presente un riconoscimento og-
quattro a sei anni. È inaccettabile che una fascia       gettivo alle donne attraverso periodi di contribu-
anagrafica paghi più di altre un tributo così elevato    zione figurativa per la crescita dei figli. In Francia,
al debito pubblico.                                      alle lavoratrici madri sono riconosciuti due anni di
La scelta quasi obbligata delle donne di uscire dal      contribuzione figurativa per ogni figlio e fino a tre
mercato del lavoro, per brevi o per lunghi periodi,      (a scelta tra madre e padre), oltre a un eventuale
comporta un’ulteriore penalizzazione delle stes-         supplemento di pensione (pari al 10 per cento in
se donne, soprattutto per quanto attiene l’aspet-        più) per chi abbia avuto almeno tre figli. La Francia
to previdenziale. A differenza degli uomini, sono        è uno dei Paesi con tasso di fecondità più elevato
molte di più le donne che arrivano alla pensione         in Europa. In Grecia sono riconosciuti da uno a un
di vecchiaia per la scarsità di contributi accumu-       massimo di quattro anni di contribuzione figurati-
lati nel corso degli anni e sono poche le donne          va, in relazione al numero di figli avuti. In Germania
che maturano i requisiti per l’accesso al pensio-        sono previsti vari sostegni economici alla famiglia
namento per anzianità contributiva. Va considera-        legati ai figli che permettono maggiore possibili-
to, inoltre, che erano ben 4,5 milioni le pensioni       tà di scelta reale rispetto al lavoro e all’utilizzo dei
integrate al trattamento minimo, con un importo          servizi.
medio di integrazione di circa 3.100 euro annui          Dati dell’Eurostat e della Commissione europea
per pensione, come si rileva dai dati del Ministe-       (2006-2007) e dell’ISTAT (2008) attestano che in
ro dell’economia e delle finanze – Ragioneria dello      media le donne italiane lavorano 60 ore la setti-
Stato, ultima rilevazione dell’anno 2005, mentre la      mana: sono in Europa quelle che lavorano di più.
relazione annuale dell’INPS fornisce l’indicazione       Sulla somma incidono sia il lavoro retribuito svol-
sulle pensioni integrate ma non l’importo medio di       to fuori casa che quello non retribuito prestato in
integrazione, un dato interessante per capire cosa       ambito familiare. Questo lavoro gratuito, che gli
accadrà quando non ci sarà più l’integrazione. Nel       indicatori economici non rilevano, tiene in piedi la
2011 erano quindi 4,5 milioni le pensioni integrate      società la quale, però, restituisce alle donne assai
al trattamento minimo e le donne sono titolari di        poco rispetto a quanto da loro riceve.
ben 3,5 milioni di queste. Si consideri, come già        Oggi, infatti, mancano i servizi di assistenza per
rilevato, che per le pensioni liquidate con il sistema   l’infanzia e quelli per gli anziani.
contributivo non esisterà più l’integrazione al trat-    Le donne in Italia si prendono cura della famiglia,
tamento minimo e ciò comporterà un ulteriore re-         hanno spesso lavori precari, carriere intermittenti,
ale peggioramento, per le donne in particolare. Le       redditi più bassi, scarsa disponibilità di servizi so-
pensioni integrate al minimo nel 2012 (dati INPS)        ciali e sono assenti nelle « stanze » che contano,
sono e sono prevalentemente destinate a donne            anche in quelle in cui si decide di mandarle in pen-
(81 per cento). Il nord registra una maggiore pre-       sione a 67 anni. Oggi le donne tra i 50 e 60 anni
hanno, nella gran parte dei casi, genitori ottanten-       di servizi sociali di supporto alle famiglie, dei cari-
ni che hanno bisogno di assistenza da parte della          chi di lavoro familiare, ancora appannaggio quasi
famiglia.                                                  esclusivamente femminile, del « tetto di cristallo » e
I dati sull’occupazione femminile in Italia sono i         delle retribuzioni inferiori rispetto a quelle maschi-
peggiori d’Europa: il 2009 ha visto interrompersi          li, con riflessi conseguenti anche sulla situazione
il trend di crescita dell’occupazione femminile (15-       pensionistica.
64 anni) che aveva contraddistinto i precedenti            L’aumento dei costi e la scarsità dei servizi socia-
anni, assestando il tasso di occupazione al 46,7           li a sostegno della prima infanzia, riconosciuti in
per cento, valore molto lontano sia dalla media eu-        Europa come un forte fattore facilitante la crescita
ropea del 58,6 per cento che dall’obiettivo euro-          del lavoro femminile, sono una delle prime cau-
peo di raggiungere il 60 per cento di occupazione          se per cui le donne decidono di non lavorare o
femminile per il 2010 (Strategia di Lisbona 2000).         di smettere di lavorare o di non tornare a lavorare
La crisi economica, sociale, culturale e ambienta-         dopo la nascita del primo figlio. La probabilità di
le causata dalle politiche dei Governi che si sono         non lavorare 18-21 mesi dopo la nascita di un fi-
succeduti negli ultimi anni e aggravata dalle strate-      glio è di quasi il 50 per cento. Ovviamente le don-
gie del Governo Monti e dalle manovre del Ministro         ne con un titolo di studio più alto rientrano al lavoro
Fornero (permanenza al lavoro delle persone più            dopo il parto e riescono a gestire meglio delle altre
anziane, blocco del turn over, riforma del lavoro e        i problemi legati alla conciliazione dei tempi di vita
altro) ha peggiorato la situazione dell’occupazio-         e di lavoro. Un altro ostacolo al lavoro femminile
ne giovanile, colpendo soprattutto le donne e, in          è il tempo dedicato alla cura della famiglia e del-
particolare, quelle con lavori temporanei. Le situa-       la casa, che risulta ancora a carico delle donne
zioni di maggiore criticità si registrano fra le gio-      per il 77 per cento (Rapporto sulle donne in Italia,
vani donne che, pur dotate sempre più spesso di            CNEL, 2010).
elevati livelli di istruzione, faticano più dei loro co-   Un altro motivo per cui le donne non possono
etanei ad accedere al mercato del lavoro e per le          iniziare o smettono di lavorare è quello di doversi
over cinquantenni, la cui partecipazione è lontana         sostituire alle assistenti domiciliari (badanti), a cau-
dagli obiettivi di Lisbona non solo per la presenza        sa dell’impossibilità delle famiglie di sostenerne le
di modelli di discriminazione ancora vincenti, ma          spese, ma anche di dover supplire alla carenza dei
anche per il sopraggiungere di nuove esigenze di           servizi sanitari, caricandosi non solo delle attivi-
conciliazione legate all’assistenza di parenti anzia-      tà tradizionali di cura ma anche di servizi nuovi e
ni non più autosufficienti, a cui il sistema di welfare    complessi che vengono delegati dal sistema sani-
pubblico fatica ad offrire risposte.                       tario ai familiari, come l’assistenza ai malati cronici
Benché occorra più tempo per valutare a pieno gli          (SLA, patologie psichiatriche, dipendenze, dialisi e
effetti della riforma del Ministro Fornero, un primo       altro).
rapporto del novembre 2012 (SeCo-Statistiche e             In questi casi le donne si vedono costrette ad ac-
comunicazioni obbligatorie) sui contratti di lavo-         cettare anche condizioni di pensionamento con
ro intermittente (modificato dalla legge n. 92 del         abbattimenti in termini economici fino al 30 per
2012) fa rilevare che le assunzioni sono diminuite         cento (opzione contributiva prevista per le donne
fortemente in tutte le aree (circa -30 per cento),         a 57 anni di età e a 35 anni di contributi, fino al
rispetto sia al trimestre precedente che al medesi-        2015). Tale disposizione non può che contribuire al
mo trimestre dell’anno precedente (-70 per cento).         drammatico aumento della povertà per le donne,
Di converso sono ovunque aumentate le cessa-               con inevitabili ripercussioni su tutta la società. Non
zioni (+40 per cento rispetto sia al trimestre che         a caso « l’opzione donna » viene utilizzata ora, da
all’anno precedente), di cui solo il 15 per cento          quando non esiste più la possibilità di pensione di
circa si è trasformato in un lavoro tempo indeter-         vecchiaia a 60 anni e dal 1o gennaio 2012 essa
minato e quasi sempre part-time.                           è l’unica possibilità di pensione, seppur penaliz-
Secondo il Consiglio nazionale dell’economia e del         zante: se, dal 2004 a oggi poche donne l’avevano
lavoro (CNEL) la situazione dell’occupazione fem-          utilizzata, ora diventa l’unica salvezza.
minile si è aggravata proprio a causa della scarsità       Per contro, le donne che rimangono a lavorare
Puoi anche leggere