C Frequentare regolarmente le piscine nei primi anni di vita aumenta il rischio di sviluppare l'asma?
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Frequentare regolarmente CAT CRITICALLY APPRAISED TOPIC le piscine nei primi anni di vita aumenta il rischio di sviluppare l’asma? Report della Commissione Asma della Società Italiana di Allergologia ed Immunologia Pediatrica Daniele Radzik U.O. di Pediatria, LO SCENARIO CLINICO Ospedale “San Giacomo”, Castelfranco Veneto (TV) Gentile Direttore, ho letto navigando recentemente sul web questa notizia apparsa su dradzik@alice.it un sito che tratta argomenti vari di salute e benessere 1: “Cloro delle piscine causa l’asma nei bambini Coordinatori: Uno studio belga indica nel cloro delle piscine la causa di disturbi Michele Pellegrino (U.O. di Pediatria, San polmonari in bimbi che nuotano molto. La ricerca ha fatto sospen- Giovanni Rotondo, Foggia) dere in Belgio diversi corsi pubblici di nuoto e dispensare gli alunni Giovanni Cerimoniale dalle lezioni in piscina di educazione fisica. L’allarme è partito dall’UCL (Pediatra di Famiglia Scauri, – Università Cattolica di Lovanio – che ha condotto per conto della re- Latina); gione di Bruxelles un’indagine sui danni provocati dall’inquinamento Renato Cutrera cittadino sui piccoli abitanti. Nei giovani nuotatori, il cloro utilizzato per (U.O.C. Broncopneumologia, disinfettare l’acqua attaccherebbe lo strato di protezione degli alveoli Dipartimento Medicina polmonari. Un effetto che potrebbe predisporre ad allergie e all’asma. Pediatrica Ospedale Pediatrico Secondo le autorità però “non bisogna cedere al panico…” “Bambin Gesù”, Roma); Giovanni Cosimo Indirli Le mie due bambine Micol e Benedetta, rispettivamente di 13 e 11 (Allergologia e Immunologia Pediatrica U.O. di Pediatria anni, frequentano ormai da più di 5 anni, regolarmente per due volte Ospedale di Copertino, alla settimana dei corsi in piscina coperta. Ora sono delle brave nuo- Lecce); tatrici, ma diventeranno anche delle asmatiche? Sono rimasta vera- Ahmad Kantar mente impressionata, dopo aver letto queste informazioni… quale è (Istituto Pio XII, Misurina, il suo consiglio al riguardo? Belluno); La ringrazio anticipatamento della risposta. Giancarlo Tancredi Eleonora Gorgati (una mamma preoccupata), Treviso. (U.O.C. di Cardiologia e Malattie Respiratorie, Dipartimento di Pediatria “La La Commissione Asma della SIAIP risponde con questo CAT Sapienza”, Università di Roma) (Critically Appraised Topic): La domanda strutturata Nei bambini dell’età scolare (pazienti) aver frequentato regolarmente la pi- scina (intervento) aumenta il rischio di sviluppare asma bronchiale (esito)? LA STRATEGIA E GLI ESITI DELLA RICERCA In maniera indipendente due revisori utilizzando PubMed, il servizio gra- tuito Medline della National Library of Medicine ed Embase, hanno ricercato l’esistenza in letteratura di studi osservazionali che valutava- no la prevalenza di asma in bambini, frequentanti regolarmente le pi- 28 Rivista di Immunologia e Allergologia Pediatrica • 04/2008 • 28-39
scine; sono state utilizzate le seguenti parole 95% da 1.137 a 1.596). Inoltre in 226 bambi- CAT CRITICALLY APPRAISED TOPIC chiavi: swimming, pool, asthma, wheez*, re- ni del IV e V anno della scuola elementare spiratory, allergy, chlorine, chlorinated, chlo- la CPA rappresentava un importante fattore ramine, trichloramine, permeability. predittivo di iperpermeabilità polmonare, di- Limiti: all Child: 0-18 years. Periodo: dal 1966 al mostrata dall’aumento della concentrazione 15 aprile 2008. ematica di proteine dell’epitelio polmonare. Sono state trovate 18 citazioni bibliografiche, Nel terzo gruppo di volontari sani (16 bam- ma solo 4 studi osservazionali 2-5 soddisfa- bini e 13 adulti) le concentrazioni seriche di cevano i nostri criteri di inclusione. Le carat- proteine polmonari SP-A e SP-B ed il rapporto teristiche e i loro principali risultati vengono SP-B/ Clara (CC16) (espressione di un leaka- riportati nella Tabella I. Le altre 14 voci sono ge di queste sostanze) risultavano elevate state escluse perché si trattava di editoriali, re- già dopo 2 ore di permanenza in piscina, fa- visioni narrative, case report. Uno studio non cendo ipotizzare un effetto dannoso cellulare è stato preso in considerazione 6 perché mi- non solo cronico, ma anche acuto legato ai surava come esito primario le modifiche dei derivati del cloro. Simili valori anomali (in me- livelli serici di proteine polmonari, espressione dia + 20% rispetto a quelli normali) si possono di integrità cellulare, in rapporto ai livelli di riscontrare ad esempio nei fumatori. Nel se- ozono dell’aria, prima e dopo un esercizio fisi- condo trial 3 la CPA costituiva, in 341 bambini co di due ore all’aria aperta in bambini “nuo- di età media 11 anni (il 12% erano stati dei tatori” e “non nuotatori” e un altro 7, ecologico baby nuotatori), uno dei più importanti fattori (l’unità osservata era l’intera popolazione) in di rischio (subito dopo l’atopia e la storia fa- cui veniva messo in relazione il numero com- miliare di asma o di rinocongiuntivite allergi- plessivo di piscine presenti in alcuni paesi ca) per il riscontro di valori elevati (> 30 ppb) con la prevalenza di asma, wheezing, rinite di ossido nitrico esalato (eNO) [OR =1,30 allergica ed eczema. (IC 95% da 1,10 a 1,43)], indipendentemen- te dal livello delle immunoglobuline IgE, e di Il commento prevalenza di asma totale [OR 1,79 (IC 95% Tre studi osservazionali 2-4, condotti tutti quan- da 1,10 a 1,43)], in presenza di livelli di IgE > ti dalla medesima équipe belga, forniscono 100 kIU/l (nel sottogruppo con IgE < 100kIU/l elementi a sostegno dell’ipotesi che esista gli OR non erano significativi); in altre paro- una relazione fra frequentare regolarmente, le in tutti i bambini la frequenza cumulativa nei primi anni di vita, le piscine coperte sotto- in piscina acquisita negli anni determinava poste a disinfezione con prodotti derivati dal effetti infiammatori sull’epitelio polmonare, cloro e la comparsa di asma bronchiale. A con un aumento dell’80% del rischio di svi- seguito dei risultati ottenuti questo gruppo ha luppare asma (OR calcolati per ogni 100 ore formulato “una teoria del cloro in piscina”, per di aumento della CPA), nei soggetti con co- spiegare questo rapporto di causalità, che ri- stituzione atopica. Nel terzo studio 4 i bambini portiamo in dettaglio nell’Appendice 1. In sin- che erano stati dei baby nuotatori (che cioè tesi Bernard et al. nel loro primo trial 2 hanno avevano seguito regolari programmi di nuoto valutato 3 diversi gruppi di pazienti: esaminan- in piscina ad un’età < 2 anni) dimostravano do in maniera retrospettiva, mediante que- di avere, rispetto ai controlli, livelli ematici più stionario, 1881 bambini dell’età di 7-14 anni, bassi di proteine marker di integrità dell’epi- hanno riscontrato come la frequenza cumu- telio polmonare (proteine delle cellule Cla- lativa in piscina “indoor” di questi scolari, ini- ra) ed avevano una probabilità circa 3 volte ziata all’età di 6-8 anni nelle aree di Bruxells e maggiore di risultare positivi al test di bron- a 2,5-6 anni in quelle rurali (CPA = Cumulative co ostruzione indotto dall’esercizio fisico. Il ri- Pool Attendance, espressa in minuti/settima- schio di asma (diagnosticato da un medico na per anno) fosse strettamente correlata, in + positività all’EIB – Exercise Induced Broncho- maniera proporzionale, con la prevalenza di costriction test) diventava ancora superiore asma bronchiale (definita come positività al (OR 6,99, IC 95% da 1,18 a 36,4) se i piccoli test da sforzo o negatività dello stesso + riferi- venivano contemporaneamente esposti al ta assunzione di farmaci per curare l’asma), fumo di tabacco passivo. Un quarto studio con una Odds Ratio (OR) significativa per condotto dal gruppo padovano di Baraldi caduta del PEF (picco di flusso espiratorio) et al 5 non ha trovato conferme sul rappor- > 10% = 1347 (Intervalli di Confidenza – IC to piscina/asma, riportando come non fosse Frequentare regolarmente le piscine nei primi anni di vita aumenta il rischio di sviluppare l’asma? 29
stata riscontrata alcuna differenza statistica- in piscina, abbia portato ad un aumento del CAT CRITICALLY APPRAISED TOPIC mente significativa nei livelli di Ossido Nitrico rischio di asma, mentre gli stessi autori ave- esalato in un gruppo di 100 bambini di età vano trovato in un trial precedente 11 addirit- media 9 anni, che frequentavano da almeno tura un effetto protettivo esercitato dal vivere 6 mesi una piscina per almeno una volta alla in modo prolungato in case sottoposte più settimana (in media x 1,7 ore/wk) rispetto intensamente a sbiancamento con derivati ad altri 141 studenti, appartenenti alle stes- del cloro (candeggina); i dati sarebbero stati se scuole, reclutati come controlli (in questo poi presentati in maniera confusa, perché in caso non era stata considerata, a differenza una Tabella, la II dell’articolo originale, risulte- dei trial precedenti, la frequenza cumulativa rebbero non significativi, mentre nella Figura in piscina a partire dalla prima infanzia). 1 la significatività è solo di un sottogruppo, quello con IgE elevato, di consistenza nume- Ma i dati forniti da Bernard et al. 2-4 dimostra- rica troppo esigua (14 bambini) per trarre no con buona evidenza che esiste un rap- delle conclusioni definitive; e troppo poche porto fra la frequenza in piscina e lo svilup- informazioni verrebbero fornite riguardo al- po di asma? l’incertezza della stima. È stato soprattutto In altre parole è possibile escludere l’esisten- notato come in questo trial la prevalenza di za di “bias” che possono aver influenzato i asma totale o di asma diagnosticato da un risultati negli studi osservazionali relativi a medico risultasse in realtà statisticamente as- questo argomento? Secondo alcuni ricer- sociata alla frequenza in piscina, solo se que- catori 8-10, che hanno inviato lettere di com- sti parametri venivano considerati insieme al mento ai lavori di Bernard et al., questi trial presentare livelli elevati di eNO: questo indice non sarebbero “robusti”, perché caratterizzati può aumentare però per altri motivi al di là da distorsioni, tali da amplificare eccessiva- dell’asma, come per fattori intercorrenti (infe- mente l’associazione trovata: nel primo trial 2 zioni virali, sinusite ecc), che non sono stati l’analisi di regressione logistica adottata (si presi in considerazione dal questionario di tratta di una generalizzazione del test del Bernard et al. In più lo studio è stato condotto Chi-quadrato volto ad esaminare la relazio- proprio durante il periodo invernale durante il ne di una variabile dipendente binaria con quale sono comuni le infezioni virali delle vie una o più variabili indipendenti che posso- respiratorie; infine alcuni di questi bambini a no essere binarie, categoriche o continue) causa della loro asma assumevano steroidi non sarebbe appropriata 8, perché condotta inalatori, che sono in grado di ridurre marca- come se ci fossero state 1881 osservazioni in- tamente l’eNO: questo potrebbe aver rappre- dipendenti di asma e di frequenza in piscina, sentato un ulteriore fattore confondente. mentre nella realtà esistevano dei “cluster” di Il terzo studio 4 presenterebbe secondo quan- asma a seconda delle scuole considerate, to sostenuto da alcuni 10, problemi epidemio- che potevano, a causa di questa aggrega- logici e statistici e sarebbe stato pubblicato zione, aver determinato una sovrastima delle più per motivi politici che scientifici, per soste- misure osservate. Inoltre non sarebbe possibi- nere le posizioni dell’American Academy of le, così come vengono presentati i dati al let- Pediatrics, che è contraria all’insegnamento tore, distinguere il contributo alla prevalenza del nuoto nei primi anni di vita, perché que- dell’asma legato alla frequenza in piscina da st’abitudine darebbe al bambino e ai suoi quello dipendente dal fumo passivo e dalla genitori un eccessivo senso di sicurezza di presenza di animali in casa.Per il secondo trial 3 saper nuotare 12. Altri errori sarebbero dovuti sono state avanzate le seguenti critiche 9: al fatto che la numerosità campionaria era possibile esistenza di errori sistematici, come troppo scarsa per arrivare a conclusioni defi- bias dei genitori nel ricordare il tempo passa- nitive, al fatto che il confronto per essere cor- to dai figli in piscina (questa informazione era retto sarebbe dovuto avvenire fra coloro che stata raccolta mediante questionari) o legati avevano imparato a nuotare nei primi anni al fatto che aumentando sia la prevalenza e coloro che lo avevano fatto successiva- dell’asma sia la CPA con l’età del bambino, mente, al non aver preso in considerazione quest’ultima poteva rappresentare un fattore esiti “forti” come ospedalizzazione, visite al PS, confondente; è strano, si è obiettato poi, che mortalità dovute all’asma e infine al non aver un occasionale contatto con prodotti di deri- fornito sufficienti informazioni sulle abitudini vazione del cloro, come quello che si realizza natatorie dei 298 controlli. 30 Frequentare regolarmente le piscine nei primi anni di vita aumenta il rischio di sviluppare l’asma?
Per valutare i risultati di queste ricerche si tato a sovrastimare erroneamente questa CAT CRITICALLY APPRAISED TOPIC deve anche tener conto delle proprietà degli relazione di causa/effetto. studi osservazionali in generale, dei loro pregi • Per trarre delle conclusioni definitive sarà e dei loro limiti, caratteristiche che abbiamo necessario realizzare in futuro studi pro- sintetizzato nell’Appendice 2. spettici di buona numerosità campiona- ria, che tengano conto di tutti i possibili I messaggi chiave e le conclusioni fattori confondenti. • 3 studi osservazionali condotti dallo stesso • Nell’attesa di avere risultati più “consisten- gruppo di ricerca suggeriscono l’ipotesi ti” è opportuno mettere in atto tutte le pre- che frequentare regolarmente le piscine cauzioni necessarie per evitare livelli di coperte nei primi anni di vita, in sinergia cloro elevati nelle piscine coperte (sistemi con altri fattori concomitanti (es. fumo di aerazione efficienti, monitoraggio della passivo e costituzione atopica), sia asso- concentrazione di tricloramina, appropria- ciata a modifiche delle vie aeree che po- to riscaldamento dei locali, disponibilità di trebbero predisporre i bambini all’asma. servizi igienici adeguati e obbligo di farsi • Questi trial sono stati criticati, per la possi- la doccia prima del bagno per ridurre la bile presenza di “bias”, che avrebbero por- contaminazione organica, ecc.). TAB. I. Studi epidemiologici sui rischi di asma bronchiale associato ai prodotti della clorurazione in bambini che frequentano abitualmente le piscine. Citazione Genere di studio Partecipanti Esiti valutati Risultati Commenti Bernard et 3 Studi Area urbana (Bruxelles)/ I: prevalenza I: la prevalenza tota- L’analisi di regressione al. 2003 2 osservazionali: I area rurale (Ardenne) asma = positività le dell’asma (5,5%- logistica non sarebbe Studio: retrospettivo; I Studio epidemiologico al EIB test 30,5%, media appropriata a causa II e III Studio: sulla relazione asma/fre- (caduta PEF ≥ 14,2%) corretta per dell’aggregazione dei cross-sectional quenza piscina (obbliga- 10% dopo corsa l’altezza della pisci- dati; con i dati presentati toria): 1881 studenti 7-14 libera per 6’) na,l’esposizione agli non sarebbe possibile anni di 15 scuole elemen- + negatività al animali e al fumo distinguere il contributo tari (informazioni raccolte test, ma riferita era direttamente dato dalla frequenza mediante questionario); II assunzione correlata con la fre- in piscina da quello Studio effetti cronici: 226 di farmaci quenza cumulativa del fumo e dell’avere bambini età media 10 anni per asma; II, in piscina (CPA): OR animali in casa (8-12 anni) del IV e V anno III: dosaggio 1.143. II: le concen- delle scuole elementari proteine trazioni SP-A e SP-B che frequentavano obbli- polmonari seriche erano diret- gatoriamente la piscina; III Clara (CC16) e tamente dipendenti Studio effetti acuti: 16 bam- proteine A e B dal CPA; III: riscontro bini 5-14 anni e 13 adulti (SP-A e SP-B) di innalzamento dei sani volontari (26-47 anni) associate al livelli serici di SP-A mentre erano in piscina per surfactante e SP-B e SP-B/CC16 2 ore. dopo 2 ore in pisci- Concentrazione ipoclorito/ na (pattern analogo ac ipocloroso della piscina allo studio II) 0,5-1,5 mg/l Bernard et Studio Area urbana Bruxelles Asma totale = Prevalenza asma Scarsa partecipazione al. 2006 3 osservazionale 341 bambini età media 11 positività all’EIB totale 11,7%. allo studio (52%). cross-sectional anni (range: 10-13 anni) test (riduzione OR Asma totale (per Rapporto inversamente Parte a di 10 Scuole elementari del FEV1 > 20% ogni 100 ore di proporzionale (frequenza obbligatoria in dopo 6’ di corsa CPA)con IgE > 100 fra dosaggio IgE piscina in 7 scuole su 10). libera) + test ne- kIU/l = 1.79 (IC 95% totali e CPA. Dati Informazioni raccolte gativo ma asma da 1.10 a 1.43). del questionario mediante questionario. diagnosticato da OR NOe > 30 ppb soggetti a errori di Concentrazione un medico. Livelli (per ogni 100 ore interpretazione e a bias tricloramina nell’aria della di NOe. IgE speci- CPA) = 1.30 (IC 95% di ricordo. Possibili errori piscina 300-540 µgr/m3 fiche e totali. CPA da 1.10 a 1.43). sistematici (continua) Frequentare regolarmente le piscine nei primi anni di vita aumenta il rischio di sviluppare l’asma? 31
(Tabella I segue) CAT CRITICALLY APPRAISED TOPIC Bernard et Studio Dei 341 soggetti dello Dosaggio proteine Nei baby nuotatori Possibili bias di ricor- al. 2007 4 osservazionale studio precedente è stato polmonari Clara vs. gli altri bambini: do, scarsa numerosità cross-sectional confrontato il sottogruppo (CC16) e protei- significativa dimi- campionaria. Nessuna Parte b di 43 bambini che avevano na D associata al nuizione dei livelli informazione sull’attivi- partecipato ad un program- surfactante (SP-D) serici di CC16 e di tà natatoria del gruppo ma di nuoto continuativo in Rapporto CC16/ CC16/SP-D A. controllo età < 2 anni vs. gli altri 298 SP-D. OR per EIB positivo = bambini (età media 11 Dosaggio IgE tota- 4.3 (IC95% da 1.1 a anni). Informazioni raccolte li e specifiche. 17.2); mediante questionario. Positività EIB test OR non significativi Concentrazione triclorami- = riduzione FEV1 per asma diagnosti- na nell’aria della piscina > 15% dopo 6’ cato da un medico 170-540 µgr/m3 corsa libera Carraro et Osservazionale, Padova. 241 bambini età Livelli di eNO Nessuna differen- È stata valutata la fre- al. 2006 5 cross-over media 9 anni (range 7-10) za statisticamente quenza in piscina negli delle scuole elementari; significativa fra i 2 ultimi 6 mesi e non sulla 100 frequentavano rego- gruppi base delle frequenza cu- larmente le piscine (da al- mulativa nei primi anni meno 6 mesi X almeno 1 di vita. Outcome princi- volta alla settimana), 141 pale surrogato controlli CPA: Indice frequenza cumulativa in piscina : tempo speso dalla nascita settimanalmente in piscina (in minuti) X frequenza (settimanale X 1, ogni 2 settimane X 0.5, ogni 30 gg X 0.25) X numero di anni. EIB: Exercise Induced Bronchocostriction. eNO: Ossido Nitrico esalato: considerato positivo > 30 ppb. OR: Odds Ratio. CC16: proteine seriche cellulari Clara; P-D: proteina D associata al surfactante. Valori diminuiti espressione di ridotta intergrità dell’epitelio polmonare. CC16/SP-D: marker permeabilità della barriera alveolo-capillare. SP-A e SP-B: proteine seriche A e B associate al surfactante alveolare, valori aumentati in caso di danno cellulare dei pneumociti tipi 2. FIG. 1. Principali ossidanti derivati dalla clorurazione presenti nell’aria e nell’acqua delle piscine all’aperto (outdoor) e in quelle coperte (indoor). 32 Frequentare regolarmente le piscine nei primi anni di vita aumenta il rischio di sviluppare l’asma?
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L’IPOTESI DEL “CLORO IN PISCINA” CAT CRITICALLY APPRAISED TOPIC appendice 1 Il cloro come disinfettante Il processo di clorurazione delle acque, intimamente correlato all’igiene dei nostri tempi, è considerato uno dei grandi traguardi di salute pubblica rag- giunti nel ventesimo secolo: nei paesi industrializzati infatti, si è arrivati all’era- dicazione di gravi malattie trasmissibili, come la febbre tifoide, il colera e la dis- senteria, proprio grazie all’introduzione di disinfettanti a base di cloro, utilizzati nella sanificazione dell’acqua potabile, nel trattamento dell’acqua a scopo ri- creazionale (piscina), nell’attività dell’industria alimentare e nella pulizia delle superfici degli edifici pubblici e delle case. Questo tipo di trattamento non solo è altamente efficace dal punto di vista germicida verso un’ampia varietà di micro-organismi, ma è anche di basso costo, facile da utilizzare e dotato di attività deodorante 1. Curiosamente l’acido ipocloroso, il biocida attivo che si forma durante la clorurazione delle acque, fa anche parte dell’arsenale di difesa del nostro sistema immunitario per combattere le infezioni: questo prodotto chimico rappresenta infatti una vera e propria arma prodotta dalle cellule specializzate (polimorfonucleati), perché è in grado di reagire con le amine cellulari creando ossidanti di lunga vita, le monocloramine, capaci di uccidere i batteri e a concentrazioni non tossiche di indurre una rapida reversibile rottura delle giunzioni cellulari degli strati epiteliali, che facilitereb- be la migrazione delle cellule infiammatorie attraverso le barriere epiteliali ed endoteliali 2 3. Il cloro come disinfettante ha però due importanti difetti 4: è un biocida aspeci- fico, capace di agire nel “mucchio”, per cui quando viene aggiunto all’acqua potabile o a quella ricreazionale, se ne deve attentamente monitorare la sua concentrazione; inoltre nell’acqua trasforma i contaminanti organici even- tualmente presenti nell’ambiente in una miscela di prodotti potenzialmente dannosi, che possono essere assorbiti attraverso l’inalazione, l’ingestione e la cute. La scoperta che alcuni di questi composti, i triclorometani, sono potenti mutageni ha portato ad effettuare anche ricerche sul rischio di cancro asso- ciato al consumo di acqua clorurata 5. I prodotti della clorurazione La clorurazione consiste nell’aggiunta di piccole quantità di cloro all’acqua, allo scopo di renderla sicura per il consumo umano, il bagno ed altre attività. Il cloro può essere versato come cloro gassoso (o dicloro) che si idrolizza quasi completamente in acido ipocloroso, ioni idrogeno e cloro o sotto forma di sali come calcio ipoclorito, litio ipoclorito (solido) o sodio ipoclorito (NaOCl, can- deggina). Tutti questi disinfettanti, definiti con il termine generico di cloro, una TAB. II. Prodotti derivati dalla clorurazione. Cloro libero o attivo Cloramine Prodotti inorganici Triclometani Acidi aloacetici Acido ipocloroso Monocloramine Bromato Cloroformio Acidomonocloro acetico Ipoclorito Dicloramine Clorato Dibromoclometano Acido dicloroacetico Tricloramine Clorito Bromodiclorometano Acido tricloroacetico 34 Frequentare regolarmente le piscine nei primi anni di vita aumenta il rischio di sviluppare l’asma?
volta aggiunti all’acqua, rilasciano un potente ossidante, l’acido ipocloroso CAT CRITICALLY APPRAISED TOPIC appendice 1 (HOCl), che essendo acido debole a pH 7,5, si dissocia reversibilmente in ioni ipoclorito (OCl-) e idrogeno (H+). Si ritiene che la carica negativa presente sullo ione ipoclorito ostacoli il suo passaggio attraverso le membrane batte- riche, così che il più attivo biocida capace di distruggere i componenti vitali dei microbi rimane l’acido ipocloroso. Quest’ultimo interreagisce nell’acqua con la materia inorganica e organica (portata ad esempio nelle piscine dagli stessi nuotatori con il sudore e le urine), formando una complessa miscela di prodotti della clorurazione (Tab. II), tra cui spiccano per importanza sostanze insolubili in acqua come la tricloramina, che viene immediatamente rilasciata nell’aria sovrastante (essa è responsabile dell’odore erroneamente imputato al cloro ed è particolarmente presente nelle piscine al coperto) e quelle solu- bili come le mono e dicloramine, che si possono ritrovare sia nell’acqua che nell’aria in forma di aerosol e che provocano irritazione agli occhi, alla pelle e alle vie aeree e che risultano maggiormente rappresentate nelle piscine all’aperto. I livelli di esposizione nelle piscine Gli ossidanti derivati dalla clorurazione si ritrovano dunque dentro l’acqua delle piscine e nell’aria immediatamente circostante in forma di gas e di ae- rosol a concentrazioni diverse, dipendenti da svariati fattori come la dose di cloro che è stata introdotta, la temperatura dell’aria, il tipo di ventilazione adottata nell’ambiente e anche il modo di nuotare. Livelli più elevati vengo- no raggiunti dalla tricloramina in fase gassosa (è uno degli inquinanti a cui siamo più esposti in assoluto, con concentrazioni che arrivano fino a 300-800 ugr/m3) e dall’acido ipocloroso e dalle mono - dicloramine in forma di aerosol (Fig. 1). I nuotatori “competitivi” rappresentano la categoria a maggior rischio di inalare questi prodotti dannosi, perché quando la ventilazione polmonare supera nelle gare i 30 l/min, si assiste al passaggio da un tipo di respirazione esclusivamente nasale ad una mista nasale ed orale. In questo modo il filtro nasale viene bypassato dai prodotti di derivazione del cloro, che possono rag- giungere più profondamente le vie aeree inferiori. Fra i nuotatori “ricreazionali” i bambini più piccoli di 6-7 anni sono la categoria che inala maggiormente queste sostanze, perché costoro tendono a frequentare le piscine più piccole, più calde e meno profonde, che rappresentano zone a maggior inquinamen- to, rispetto alle piscine più ampie riservate agli adulti (si raggiungono concen- trazioni di tricloramina mediamente superiori del 50%). Inoltre molto tempo viene da loro dedicato a giocare ai bordi dell’acqua, proprio dove il cloro è più rappresentato. Il meccanismo con cui i prodotti della clorurazione favorirebbero la comparsa delle malattie allergiche Nella sensibilizzazione allergica, gli allergeni devono attraversare la barriera epiteliale per interagire con le cellule presentanti l’antigene (le cellule dendriti- che). Le strette giunzioni occludenti le vie paracellulari, vero e proprio ostacolo alla penetrazione degli allergeni, verrebbero però scompaginate dai prodotti derivati dalla clorurazione (soprattutto l’ipoclorito e i prodotti della clorurazione non volatili), con conseguente più facile contatto degli allergeni con le cellule dendritiche ed amplificazione della sensibilizzazione nel soggetto atopico 6. La tricloramina eserciterebbe poi un vero e proprio effetto tossico sulle vie aeree distali determinando un processo flogistico 7; inoltre le cellule epiteliali delle vie Frequentare regolarmente le piscine nei primi anni di vita aumenta il rischio di sviluppare l’asma? 35
respiratorie sintetizzano in condizioni normali un gran numero di molecole con CAT CRITICALLY APPRAISED TOPIC appendice 1 attività modulatrice sulla risposta infiammatoria ed allergica (citochine/che- mochine, fattori di crescita, fattori antiossidanti), la cui produzione risulterebbe sensibilmente ridotta in caso di lesioni derivate dal cloro 8. Tutti questi danni coadiuvati dall’azione di altri fattori come il fumo di sigaretta e l’inquinamento sarebbero in grado dunque di svolgere un’azione facilitante la sensibilizzazione allergica in soggetti geneticamente predisposti. Bibliografia 1 Rutala WA, Weber D. Uses of inorganic hypochlorite (bleach) in health-care facilities. Clin Microbiol Rev 1997;10:597-610. 2 Tatsumi T, Fliss H. Hypochlorous acid and chloramines increase endothelial perme- ability: possible involvement of cellular zinc. Am J Physiol 1994;267:H1597-1607. 3 Nakamura TY, Yamamoto I, Nishitani H, Matozaki T, Suzuki T, Wakabayashi S, et al. De- tachment of cultured cells from the substratum induced by the neutrophil-derived oxidant NH2CL: synergistic role of phosphotyrosine and intracellular Ca2+ concentra- tion. J Biol Chem 1995;131:509-24. 4 International Programme on Chemical Safety, Environmental Health Criteria 216. Disin- fectants and disinfectant by-products.Who 2000. 5 Wordl Health Organization. Guidelines for safe recreational waters. Volume 2. Swim- ming pools and similar recreational-water environments 2006, Geneva, Switzerland. 6 Zwick H, popp W, Budik G, Wanke T, Rauscher H. Increased sensitization to aeroaller- gens in competitive swimmers. Lung 1990;168:111-5. 7 Lagerkvist BJ, Bernard A, Blomberg A, Berstrom E. Pulmomary epithelial integrity in chil- dren: relationship to ambient ozone exposure and swimming poll attendance. Environ Health Perspect 2004;112:1767-72. 8 Takizawa H. Bronchial epithelial cells in allergic reactions. Curr Drug Targets Inflamm Allergy 2005;4:305-11. 36 Frequentare regolarmente le piscine nei primi anni di vita aumenta il rischio di sviluppare l’asma?
GIOIE E DOLORI DEGLI STUDI OSSERVAZIONALI CAT CRITICALLY APPRAISED TOPIC appendice 2 Sono ricerche nelle quali gli investigatori, raccogliendo informazioni riguar- danti le misure di interesse senza esercitare alcuna influenza sugli eventi (es. inchieste mediante questionario, studi epidemiologici), cercano di valutare le possibili associazioni fra diversi fattori e sviluppo di una particolare ma- lattia o condizione (un esempio sono le relazioni fra fumo passivo e cancro polmonare, fra consumo di alcool e frequenza di suicidi). Ne esistono di tre tipi: lo studio caso-controllo, retrospettivo, in cui un numero di soggetti con la malattia in questione (i casi, ad esempio coloro che soffrono di asma bron- chiale) vengono identificati insieme ad un altro gruppo di soggetti che non hanno questa condizione (i controlli), confrontando la loro passata espo- sizione ad uno o più fattori di interesse (es. frequenza in piscina durante i primi anni di vita). Se i casi riportano una maggior frequenza rispetto ai controlli possiamo ipotizzare un rapporto fra l’esposizione e la malattia. Nello studio di coorte, viene invece identificato un gruppo, seguito poi in maniera prospettica per molti anni, registrandone la storia medica successiva e do- cumentando chi svilupperà quella particolare malattia. Nel terzo tipo, cross- sectional, le persone vengono investigate e le informazioni raccolte durante un’unica occasione. Ciascuno dei 3 diversi tipi di trial presenta lati positivi e negativi. LO STUDIO CASO-CONTROLLO Vantaggi: semplice, veloce e rapido. Svantaggi: Selezione dei controlli La principale difficoltà per realizzare un trial valido sta nel selezionare un ap- propriato gruppo di controllo. Per analogia con gli Studi Clinici Randomizzati, si desidera che i controlli siano il più simile possibile ai casi, fatta eccezione per il fatto che non abbiano la malattia in esame. Ottenere questa situazio- ne non è però facile. I soggetti che non presentano l’outcome di interesse, possono essere differenti in altri modi dai casi e in particolare possono esse- re atipici riguardo all’esposizione di interesse. Bias di selezione insorgono facilmente se i controlli non sono ben rappresen- tativi di coloro che sono a rischio della malattia in questione. Un buon esem- pio è rappresentato dagli studi caso controllo che investigano la possibile protezione esercitata dai FANS contro il cancro colon rettale. Supponiamo di aver identificato i casi nel momento in cui i pazienti vengono operati in ospedale per un cancro colon rettale. I controlli saranno altri pazienti rico- verati in ospedale per altre patologie; ma se i controlli vengono identificati in un reparto di reumatologia questa selezione distorcerà i risultati, perché i pazienti con artrite saranno con più probabilità esposti rispetto ai soggetti della comunità a questo tipo di trattamento, riducendo così inevitabilmente la stima dell’associazione fra questi farmaci e il cancro colon rettale. Selezioni dei casi, errori nel ricordare gli avvenimenti passati nei 2 gruppi, bias di accertamento (i 2 gruppi possono essere stati sottoposti a visite e prelievi con frequenza differente). Frequentare regolarmente le piscine nei primi anni di vita aumenta il rischio di sviluppare l’asma? 37
LO STUDIO DI COORTE CAT CRITICALLY APPRAISED TOPIC appendice 2 Vantaggi: è il metodo di scelta per uno studio osservazionale. Svantaggi: poiché si devono seguire i pazienti fino a che non compaia la malattia di interesse, questo genere di studio necessita di molto tempo e denaro e non è adatto per studiare malattie rare, perché richiederebbe il reclutamento di un numero enorme di persone. Selezione dei soggetti Negli studi di follow-up la probabilità che si verifichi l’evento di interesse può essere fortemente influenzata da come è stato ottenuto il campione. Ad esempio se valutiamo la frequenza di convulsioni non febbrili nella po- polazione infantile troveremo valori molto differenti di ricorrenza dell’esito a seconda del gruppo che abbiamo scelto di includere (coorte di bambini nati in un determinato periodo in un ospedale specializzato, dove nascono grossi prematuri o in uno di periferia, ecc.). Perdite al follow-up Uno dei problemi più seri è dovuto al fatto che nel tempo una parte dei soggetti seguiti viene a perdersi, o perché ha cambiato residenza o perché non vuole più essere controllato, riducendo così il numero di informazioni di- sponibili ed indebolendo le conclusioni. La principale preoccupazione è poi quella che le perdite possano essere in qualche modo correlate con l’esito di interesse. Modifiche nell’abitudine dei soggetti (e quindi nell’esposizione al rischio) LO STUDIO CROSS-SECTIONAL Vantaggi: non presentano il problema di subire perdite al follow-up Svantaggi: Difficoltà nel selezionare il campione più adatto È possibile estrapolare e generalizzare i risultati ottenuti solo se i pazienti sono realmente rappresentativi. Problemi di partecipazione Spesso, specie se i questionari vengono inviati per posta, la non risposta può rappresentare un ostacolo. Coloro che non partecipano possono inoltre avere caratteristiche differenti da coloro che accettano di rispondere. Causa o effetto? Una difficoltà particolare presente negli studi cross-sectional, che ricercano associazioni con una malattia, riguarda la sequenza temporale fra il disor- dine di interesse e il possibile fattore di rischio. Per esempio se organizziamo uno studio sulla relazione fra impiego di lavoro e salute troveremo probabil- mente che i disoccupati hanno uno stato di salute peggiore di coloro che hanno un lavoro; potremmo concludere che essere senza lavoro conduca ad una salute peggiore, ma anche che la cattiva salute porti a perdere il lavoro. Poiché abbiamo raccolto entrambe le informazioni nello stesso mo- mento non possiamo definire una chiara inferenza di causalità. 38 Frequentare regolarmente le piscine nei primi anni di vita aumenta il rischio di sviluppare l’asma?
Bibliografia essenziale CAT CRITICALLY APPRAISED TOPIC appendice 2 Altman DG. Practical statistics for medical research. Chapman and Hall/CRC 1997. Grimes DA, Schulz KF. An overview of clinical research: the lay of the land. Lancet 2002;359:57-61. Grimes DA, Schulz KF. Cohort studies: matching towards outcomes. Lancet 2002;359:341-5 Grimes DA, Schulz KF. Compared to what? Finding controls for case-control studies. Lancet 2005;365:1429-33.. Gurwitz JH, Sykora K, Mamdani M. Reader’s guide to critical appraisal of cohort studies: 1. Role and design. BMJ 2005;330:895-7. Mamdami M, Sykora K, Ping L. Reader’s guide to critical appraisal of cohort studies: 2. Assessing potential for confounding. BMJ 2005;330:960-2. Normand ST, Sykora K, Ping L. Reader’s guide to critical appraisal of cohort studies: 3. Analytical strategies to reduce confounding. BMJ 2005;330:1021-3. Frequentare regolarmente le piscine nei primi anni di vita aumenta il rischio di sviluppare l’asma? 39
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