Le nostre quote rosa - Associazione Nazionale Alpini Como

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Le nostre quote rosa - Associazione Nazionale Alpini Como
Numero 4 - Anno XLV - Poste Italiane SpA - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46), art. 1, comma 2, DCB Como
                                                                                                                                                                                                                     Associazione Nazionale Alpini - Sezione di Como

                                                                                                                                                                Como - Anno XLV - Ottobre-Dicembre 2019 - Numero 4

Le nostre
quote rosa
Le nostre quote rosa - Associazione Nazionale Alpini Como
Nikolajewka
26 gennaio 1943
Commemorazioni sezionali 2020
Bizzarone, sabato 25 gennaio
Lenno, domenica 26 gennaio

La colonna, folle fuggente mostro
partorito dall’inverno e dalla steppa,
non udiva il lamento degli uomini
ma solo la sferzante voce del vento. [...]
                                             NICOLA MAGRIN, 2015, ACQUERELLO SU CARTA

Sentirono le forze fisiche crollare
mentre l’animo ancora
anelava a procedere:
tutti camminavano contro il vento
dosando con angosciosa cautela
le estreme sfuggenti energie.
Giulio Bedeschi
Centomila gavette di ghiaccio
Le nostre quote rosa - Associazione Nazionale Alpini Como
SOMMARIO

                                                      In questo numero
                                                       EDITORIALE
                                                       Buon Natale                                                       2
                                                       DAL DIRETTORE
                                                       Di centenario in centenario                                       3
                                                       2° RAGGRUPPAMENTO
                 in copertina
             Le nostre quote rosa
          (Foto www.valledeilaghi.it)
                                                       Piacenza accoglie ancora gli Alpini                              4
        Como - Anno XLV - Numero 4                     MESSA SEZIONALE
          Ottobre-Dicembre 2019
      Associazione Nazionale Alpini
                                                       Tutti a Messa                                                     8
             Sezione di Como
     Via Zezio, 53 - 22100 Como (CO)                   DON CARLO GNOCCHI
              Tel. 031.304180
     www.alpinicomo.it - como@ana.it                   Poeta e artista della carità                                     10
          Direttore responsabile
            Piergiorgio Pedretti                       SOLENNITÀ
        pedretti.ppg1947@gmail.com
                Caporedattore
                                                       La festa del 4 Novembre                                          16
               Tiziano Tavecchio
                                                       IN COPERTINA
                Redazione
      Enrico Bianchi, Enrico Gaffuri,
     Mario Ghielmetti, Carlo Pedraglio
                                                       Le nostre quote rosa                                             18
     Progetto grafico e impaginazione
                                                       IN GRIGIOVERDE
       QG Project - Alessandro Villa
                    Stampa
          Bieffe Srl Industria Grafica
                                                       La formazione avuta dai genitori                                 20
           Via Mariano Guzzini, 38
                                                       PROTAGONISTI
            62019 Recanati (MC)
    Registrazione al Tribunale di Como
             n. 21 del 7/10/1976.
                                                       Rientro nei ranghi                                               21
Poste Italiane SpA - Sped. in abb. postale -
                                                       CISA
 D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004
   n° 46), art. 1, comma 2, DCB Como                   CISA, cos’è e perché                                             22
   Hanno collaborato a questo numero
          Walter Belotti, Tiziano Beretta,             LINEE GUIDA
          Luca Boschini, Danilo Carena,
      Domenico Ceschina, Andrea Cherchi,
      Alessandro Clerici, Silvio Colagrande,
                                                       Col minimo sforzo                                                24
      Mons. Diego Coletti, Alberto Colzani,
                                                       SIMBOLO DI MEMORIA
                                                                                                                        26
     Gerardino Costantini, Giuseppe D’Alia,
  Cesare Di Dato, Kristian Fiore, Aurelio Fontana,
    Alessandro Fumagalli, Valerio Marangon,
                                                       L’altare dimenticato
        Fiorenzo Pastori, Stefano Peduzzi,
                Pexel da Pixabay,                      IL RACCONTO
            Renzo Gatti, Giovanni Illia,
        Nicola Marin, Silvano Miglioretto,
         Gaetano Morelli, Settimo Moro,
                                                       Fröhliche Weihnachten                                            28
      Museo della Grande Guerra Rovereto,
                                                       VIVERE IL TERRITORIO
    NRG SHOT, Carlo Pozzoni, Luigi Rinaldo
                                                       Taca la baraunda                                                 30
                                                       DALLA PENNA DEI GRUPPI
                                                       Fatti col cappello alpino                                        34
                                                       TANTO DI CAPPELLO
                                                       Notizie alpine intra moenia ed extra moenia                      50
 A tutti coloro che abbiano salvaguardato, aiutato,
                                                       RECENSIONI
     accresciuto la Patria, è assegnata in cielo
 una sede ben determinata, dove nella beatitudine
          possano godere di una vita eterna            Finito di stampare                                               53
   Omnibus, qui patriam servaverint, adiuverint,
   auxerint, certum est in caelo definitum locum,
        ubi beati aevo sempiterno fruantur
        Marco Tullio Cicerone, De Re Publica,          La versione digitale del Baradèll è pubblicata
             Somnium Scipionis, 6, 13
                                                       sul sito internet www.alpinicomo.it e su www.alpimediagroup.it
Le nostre quote rosa - Associazione Nazionale Alpini Como
EDITORIALE

                                       Buon Natale
                                              Con la gioia vera di un tempo
                                                                Enrico Gaffuri

C
         ent’anni fa, a pochi mesi dalla

                                                                                                                                                 Cartoline della collezione Monterumisi, Museo Storico Italiano della Guerra, Rovereto (TN)
         fondazione dell’Associazione, era
         alle porte il Natale e il desiderio
         dei primi soci sarà stato sicura-
mente quello di scambiarsi gli auguri e di
dedicare un ricordo agli amici che solo un
anno prima erano rimasti al fronte. Allo-
ra però non c’era la posta elettronica e il
telefono in casa era un lusso riservato a
pochi. Di sicuro ci sarà stato un grande
impiego di lettere, biglietti augurali e car-
toline postali, quelle su cui si scriveva con

                                                                mila ci sono molti altri mez-     indietro di cent’anni, mi basta ripensa-
                                                                zi, efficienti, veloci e capaci   re al clima natalizio di quand’ero bam-
                                                                di mandare gli auguri da un       bino per provare una grande nostalgia.
                                                                capo all’altro della Terra pre-   Le attese trepidanti, i propositi di esser
                                                                 mendo un pulsante.               buoni, le Messe di mezzanotte con un
                                                                 Quando il Natale si avvici-      freddo cane nel tragitto da casa a chiesa
                                                                  na inizia il tiro incrociato    e ritorno. Il piacere di stringere la mano
                                                                  di telefonate, di e-mail, di    a tutti all’uscita dalla chiesa e il deside-
                                                                   messaggini e di whatsapp       rio di addormentarsi alla svelta appena
                                                                   pieni di belle immagini e      a letto, altrimenti non sarebbe arrivato
                                                                    di tante parole di pace. E    Gesù Bambino. Una serie di cose sempli-
                                                                    scopri che a mettersi in      cissime, che però davano l’idea di essere
                                                                    contatto con te ci sono       ricche, anzi, ci arricchivano.
                                                                     anche persone che per        Il mio augurio a tutti voi cari Alpini, Ami-
                                                                     un anno intero avevi         ci e famiglie è quello di riprovare almeno
                                                                     quasi dimenticato e che      un po’ di quel clima, perché allora sarà ve-
                                                                      il Natale ti dà cosi la     ramente un buon Natale. E nonostante
                                                                      possibilità di ritrovare.   gli anni passati, è doveroso dedicare un
                                                                       Il nostro è un Natale      pensiero ai tanti ragazzi che hanno sof-
                                                  moderno, ben diverso da quello dei nostri       ferto e sono morti per consentire a noi di
                                                  veci, che avevano ancora addosso le cica-       celebrare un Natale santo e in pace. Senza
caratteri piccolissimi e fitto fitto, per farci   trici della guerra. Un Natale più comodo,       dimenticare i Caduti dei giorni nostri. Ce
stare il più possibile. Le Regie Poste, allo-     con termosifoni e acqua calda, con pranzi       lo hanno chiesto esplicitamente i nostri
ra si chiamavano così, si saranno accorte         e cene più che decorosi e con scambi di         Padri fondatori e nell’anno del Centenario
dell’aumento di lavoro, ma sono certo             regali più importanti di quelli di un tem-      non possiamo deluderli.
che non si siano perse d’animo e abbia-           po. Per molti il Natale è sulla neve, ma        E per concludere, visto che questo augu-
no recapitato tutto, velocemente e senza          non per spalarla come avveniva allora,          rio viaggia sulle pagine del Baradèll at-
batter ciglio. Sicuramente funzionavano           oggi sulla neve si va a sciare.                 traverso le Poste Italiane, chiedo a Gesù
meglio di quelle che conosciamo oggi…             Purtroppo però il nostro Natale moder-          Bambino il regalo di farlo arrivare per
Forse perché han cambiato nome e son              no e comodo ha perso gran parte del             tempo a tutti voi.
diventate Poste Italiane, mah!                    fascino, della suggestione e della gioia        Buon Natale e buon anno nuovo a tutti
Per noi Alpini moderni degli anni Due-            vera che dovrebbe avere. Senza tornare          voi. Un abbraccio.

2    ottobre-dicembre 2019
Le nostre quote rosa - Associazione Nazionale Alpini Como
DAL DIRETTORE

Di centenario in centenario
                                          Dür per dürà, Avanti, Mai tardi
                                                            Piergiorgio Pedretti

T
          ra pochi giorni si chiuderà l’anno    l’apatia ed entrino a infoltire la grande fa-   mento affettuoso per tutto il bene che ha
          del Centenario; un anno straor-       miglia alpina sempre pronta ad accoglierli      fatto alla Sezione e ai suoi Alpini. Chicco
          dinario vissuto dentro un fiorire     a braccia aperte.                               è stato un degno successore degli storici
          incredibile d’iniziative culminate    E siccome il tempo e la storia non si fer-      presidenti e un chiaro esempio per il futu-
nella splendida Adunata nazionale di Mi-        mano, sul nostro cammino incontreremo           ro della famiglia alpina comasca.
lano; tutte dedicate al ricordo dell’8 luglio   altri anni centenari da celebrare.              Siamo così giunti al termine dell’anno e,
1919 quando i Padri fondatori, riuniti          Due di essi stanno già bussando alla            mentre il cuore ci fa desiderare di vivere
sull’Ortigara, accesero una piccola scintilla   porta del 2020: il centenario della no-         le tradizionali festività nella serenità del-
dalla quale nacque l’Associazione più bella     stra Sezione di Como fondata il 5 luglio        le nostre famiglie, la nostra mente deve
del mondo con l’impegno per non dimen-          1920, cui si affiancherà un centenario          essere riconoscente verso tutti gli Alpini,
ticare. È iniziato il secondo secolo asso-      molto particolare: quello del Gruppo Al-        Amici e familiari che nell’anno del Cente-
ciativo. A noi non è dato sapere ciò che il     pini di Torno, nato il l’1 agosto 1920. Un      nario sono andati avanti.
futuro ci riserverà; però conosciamo bene       evento eccezionale e vanto della Sezione,       Ma c’è un messaggio ancora più impor-
la nostra storia, caposaldo dal quale scatu-    quest’ultimo, perché si tratta storicamen-      tante che chiede di essere accolto; è il mes-
riscono il dovere e l’obbligo di affrontarla    te del primo Gruppo Alpini fondato in or-       saggio offerto al mondo da quel Bambino
con serenità, rinnovando l’esempio che gli      dine di tempo. Per le Penne Nere coma-          nato povero tra i poveri, che 2019 anni
Alpini hanno offerto nel passato in guerra      sche il 2020, il primo anno del secondo         fa a Betlemme, ha cambiato il mondo e la
e in pace. Ci sono di grande aiuto i motti      centenario, si presenta sin d’ora con gran-     storia; a noi Alpini chiede di continuare a
dei tre battaglioni alpini lombardi, l’Edo-     di soddisfazioni da cogliere e altrettanto      essere generosi e disponibili a fare il bene.
lo, il Morbegno e il Tirano che indicano la     impegno da sostenere.                           È lo stesso messaggio del nostro beato
strada da seguire: Dür per dürà, duri per       Ma sarà anche un anno che vedrà l’avvi-         don Carlo Gnocchi: l’amore è la più benefica,
durare, forti per resistere e per sopravvi-     cendamento ai vertici della Sezione: Enri-      universale e santa di tutte le forze naturali,
vere; Avanti, non fermarsi mai per essere       co Gaffuri, dopo nove anni di presidenza        per la quale l’uomo può evadere dalla clausu-
fedeli alla nostra storia e ai nostri valori;   illuminata, vissuta con una generosità e        ra dell’io per donarsi, e diventare fonte viva e
Mai tardi, un invito ai dubbiosi perché si      laboriosità proverbiali, lascia l’incarico a    luminosa di altre vite nel mondo.
convincano che l’Associazione offre cer-        un successore e il Baradèll non può chiu-       Un caro augurio di buon Natale a voi e
tezze; ai dormienti perché abbandonino          dere l’anno senza inviargli un ringrazia-       alle vostre famiglie.

                                                                                                                                                   Foto Andrea Cherchi

                                                                                                                  ottobre-dicembre 2019     3
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2° RAGGRUPPAMENTO

Piacenza accoglie ancora
Un altro grande raduno
dopo l’Adunata del 2013

               Enrico Gaffuri                    visitata e anche per quello ci siamo torna-    ne della santa Messa. Il nostro arrivo in
            Foto Mario Ghielmetti                ti molto volentieri.                           chiesa è avvenuto con un certo anticipo,
             e Valerio Marangon                  Come sempre, il sabato mattina si è svol-      che si è rivelato una grande fortuna, per-
                                                 ta la riunione dei presidenti di Sezione e     ché era già presente l’Alpino bresciano
                                                 il luogo dell’incontro è stato lo splendido    Angelo D’Acunto, una delle new entry

H
            o atteso il raduno di Raggrup-       Palazzo Farnese, oggi polo museale vera-       nella squadra degli speakers ufficiali.
            pamento a Piacenza, quasi con        mente interessante. Il pomeriggio invece       Grande fortuna poiché Angelo, docente di
            un sentimento di solidarietà         è iniziato il vero coinvolgimento di Alpini    diverse discipline presso la Pontificia Uni-
            nei confronti dell’amico presi-      e cittadinanza, con il rituale degli onori     versità della Santa Croce in Roma, ha in-
dente di Sezione Roberto Lupi e dei suoi         al Labaro e al Gonfalone della Città di        trattenuto i fedeli con una lezione di alto
collaboratori, visto che conoscevo bene          Piacenza, decorato di Medaglia d’Oro al        livello di storia dell’arte facendo gustare la
quanto fosse impegnativo organizzare             Valor Militare. La sfilata attraverso le vie   cattedrale in tutti i suoi particolari.
e far quadrare tutto a puntino. Mi sono          della città si è svolta tra una nutrita par-   Al termine della liturgia eucaristica, cele-
sentito ancor più solidale con lui quando,       tecipazione di pubblico. Il percorso delle     brata dal vescovo di Piacenza monsignor
fino alla vigilia dell’incontro, le previsioni   strade di Piacenza, ricche di costruzioni di   Gianni Ambrosio, si è potuto constatare il
meteo non davano grandi speranze per             bella architettura, ci ha portato in piazza    vero polso della già elevata presenza alpi-
l’intero fine settimana. Invece il Padre         Cavalli, con i suoi poderosi e spettacolari    na in città, con molti angoli in cui si erano
Eterno ha cambiato idea e ha deciso di           monumenti in bronzo. E proprio qui si          formati cori misti di Alpini e abitanti. E
premiare gli organizzatori e i partecipan-       sono svolti l’alzabandiera e la resa degli     questo aspetto la dice lunga sul rapporto
ti, con due giornate senza problemi, solo        onori ai Caduti. Ha fatto seguito il tra-      che nasce immediato e spontaneo tra noi
al sabato pomeriggio quattro gocce per           sferimento alla cattedrale di Santa Maria      e le comunità che ci ospitano; basta ben
pochissimi minuti.                               Assunta, gioiello di architettura romanica     poco per essere accolti e fraternizzare. La
Sapevamo già che la città merita di essere       risalente all’anno 1122, per la celebrazio-    serata è stata ancor più coinvolgente per

4    ottobre-dicembre 2018
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gli Alpini
                                                dalla cittadinanza a bordo delle strade. La      In chiusura è avvenuto il passaggio della
                                                Sezione di Como, preceduta dal pannello          stecca agli amici della vicina Sezione di
                                                floreale di Griante che, come sempre, ha         Lecco che nel 2020 ospiteranno il raduno
                                                avuto molto successo, era accompagnata           del 2° Raggruppamento.
                                                dalle due fanfare di Asso e di Olgiate Co-       Ha concluso la manifestazione l’ammai-
                                                masco. Sfilavano con noi numerosi sin-           nabandiera; ammainabandiera fuori
                                                daci, una novantina di gagliardetti e circa      standard, visto che il drappo è rimasto
                                                cinquecento Alpini. È stato bellissimo           bloccato in cima al pennone. A quel pun-
                                                passare davanti alla tribuna accompagnati        to il generale Sergio Santamaria ha preso
                                                per la seconda volta dalla chiara voce del       il microfono e ha gridato La Bandiera non
                                                nostro Tiziano, neo speaker nazionale,           scende, vuole rimanere in alto. Viva l’Italia!.
                                                che si è alternato con Angelo D’Acunto           Bravo generale, anche noi gridiamo con
                                                per tutta la mattinata.                          te Viva l’Italia!

                                                     Piacenza la Primogenita
                                                               Città Medaglia d’Oro al Valor Militare

 la cittadinanza, grazie ai concerti e caro-
 selli delle fanfare alpine.
 La domenica mattina è avvenuto l’am-
                                                A     metà circa del suo percorso il fiu-
                                                      me Po bagna Piacenza, all’estremità
                                                nord-occidentale dell’Emilia-Romagna,
                                                                                                 centini durante la lotta di liberazione dal-
                                                                                                 la dittatura nazi-fascista.
                                                                                                 È opportuno ricordare inoltre che a ot-
 massamento in un posto straordinario;          città alla quale è stato attribuito l’appel-     tanta chilometri a sud est Piacenza si
 si chiama Polo Mantenimento Pesante            lativo di Primogenita.                           trova Reggio Emilia, città del Tricolore
 Nord, ma sarebbe più corretto chiamar-         Fu il re Carlo Alberto a concedere questo        così chiamata perché il 7 gennaio 1797
 lo “città nella città”, tanto è grande. Ho     titolo quando, il 14 maggio 1848, una            la Repubblica Cisalpina votò per la prima
 letto in internet che occupa una super-        delegazione si recò da lui per annunciare        volta l’adozione di questo simbolo nazio-
 ficie di duecentotrentatré ettari ed è la      che, a larghissima maggioranza quasi un          nale; un’altra tappa fondamentale verso
 struttura militare che si fa carico dell’ag-   plebiscito, i piacentini avevano votato per      l’Unità d’Italia.
 giornamento, controllo e manutenzione          l’annessione al Piemonte: Prima fra le città     Una premessa per ricordare che in que-
 di apparati, mezzi e sistemi d’arma. Un        italiane, il 10 maggio 1848, che con plebisci-   ste terre di grande valore storico-risorgi-
 vero e proprio stabilimento, che dispone       to pressoché unanime, votava la sua annes-       mentale si sono tenute alcune Adunate
 anche di un bellissimo museo. A dirigerlo      sione al Piemonte, meritando dal Re Carlo        nazionali degli Alpini: a Modena, a Bolo-
 un Alpino, il generale di Divisione Sergio     Alberto l’appellativo di Primogenita. Roma,      gna, a Reggio Emilia, Parma e, sei anni fa
 Santamaria. In un enorme spiazzo sono          27 gennaio 1941 (Regio Decreto n. 322).          nel 2013, a Piacenza; la stessa città che
 avvenuti l’inquadramento gli onori alle        Fu uno dei primi eventi che contribuiro-         quest’anno è stata scelta per accogliere il
 insegne e gli interventi; molto apprezzati     no alla proclamazione del Regno d’Italia         raduno del 2° Raggruppamento.
 quelli del presidente sezionale Roberto        nel 1861. Alla città di Piacenza è stata         Penne Nere lombarde, emiliane e roma-
 Lupi, del generale Santamaria e del presi-     conferita la Medaglia d’Oro al Valor Mili-       gnole provenienti dalle valli alpine, dai la-
 dente Sebastiano Favero. Un po’ troppo         tare dal presidente della Repubblica Oscar       ghi prealpini, dalle coste adriatiche e dagli
 ridondanti gli altri.                          Luigi Scalfaro nel 1996, a riconoscimento        Appennini si sono dati convegno nel capo-
 Da lì è partita la sfilata, molto seguita      del doloroso e intenso impegno dei pia-          luogo emiliano, in una splendida domenica

                                                                                                                   ottobre-dicembre 2019    5
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2° RAGGRUPPAMENTO

autunnale ancora ben soleggiata e arricchi-         anche gli Alpini dei raduni sono differenti      valori che cento anni fa i Padri fondatori
ta dal calore umano dei suoi abitanti.              perché, provenendo da territori eteroge-         hanno messo a guida dell’Associazione
Chi conosce poco gli Alpini spesso asseri-          nei, portano con loro modi di esprimersi,        Nazionale Alpini, un’entità unica al mon-
sce che i nostri raduni rispettano un pro-          di cantare; portano le loro prelibatezze         do che molti invidiano non riuscendo a
tocollo così ripetitivo da sfiorare addirit-        culinarie che, diverse per zona e per tra-       capire quali siano i motivi che tengono
tura la nausea: lo stesso programma, gli            dizione, fanno della cucina italiana la più      unite in modo indissolubile almeno tre
stessi discorsi, le stesse abitudini. Nulla di      amata nel mondo.                                 generazioni di Penne Nere.
più falso. Ogni incontro è sempre uguale            Ma ci sono solo due cose che accomunano          Non resta che ringraziare Piacenza e i
ma sempre diverso perché diverse sono le            gli Alpini da qualunque parte provenga-          suoi Alpini per la magnifica accoglienza e
città, diversa la storia di ciascuna, diver-        no. La prima: la leggendaria amicizia che        augurare buon lavoro a Lecco, città desi-
si gli abitanti, diverse le consuetudini e          li tiene uniti in ogni momento della vita e      gnata ad accogliere il raduno del 2° Rag-
infine diversi i dialetti che, ci auguriamo,        nella miriade di attività volontarie e gra-      gruppamento del prossimo anno.
possano resistere in questo nostro tempo            tuite che svolgono. La seconda: l’impe-          Avanti Alpini di Lecco, adesso tocca a voi!
che tutto appiattisce, anche le lingue. Ma          gno etico a mantenere e diffondere tutti i                               Piergiorgio Pedretti

                Grazie Presidente!
                   La commozione di portare il Vessillo

S   quilla il telefono. È il presidente Enrico
    Gaffuri che mi domanda: Ci sei a Pia-
cenza al raduno del 2° Raggruppamento? Ti
                                                    sezionale, il pannello floreale di Griante, le
                                                    due fanfare, i gagliardetti e tutti gli Alpini
                                                    comaschi giunti in massa a Piacenza per
farebbe piacere essere l’alfiere del Vessillo se-   testimoniare la presenza lariana.
zionale? Rispondo prontamente: Certo che            L’agitazione che inizialmente mi preoc-
ci sono! – e aggiungo, pieno di emozione e          cupava, piano piano svanisce soprattutto
di orgoglio per questo invito – Ti ringrazio        perché il Presidente mi trasmette fiducia
dell’onore che mi concedi.                          e tranquillità. Cresce però l’emozione nel
Provo una gioia immensa ma nello stesso             passare tra la gente che, numerosa ai lati
tempo un po’ di agitazione anche se non             delle strade, applaude fino a sentirsi un
è la prima volta che mi viene chiesto il            tutt’uno con la grande famiglia alpina che
servizio di portare il Vessillo.                    marcia al suono brillante delle fanfare.
Arriva la domenica del raduno e alla zona           Quando giungiamo a piazza Cavalli, dove
dell’ammassamento ci si ritrova con tan-            è collocata la tribuna d’onore con il La-
ti Alpini che si sono conosciuti nel corso          baro nazionale, il Gonfalone della città         chi s’inumidiscono. Al termine di questa
degli anni; saluti e strette di mano come           di Piacenza e le autorità, ci accoglie la        splendida giornata vissuta nella città di
se fosse la prima volta che ci s’incontra.          voce calda, energica e possente del no-          Piacenza, decorata di Medaglia d’Oro al
Puntualmente alle 9:30 iniziano i discorsi          stro speaker Tiziano Tavecchio, come già         Valore Militare, i ricordi rimangono nelle
ufficiali. Poi seguendo gli ordini del ceri-        era successo all’Adunata del Centenario          menti e nei cuori.
moniere, inizia la sfilata. Io, davanti a tut-      a Milano, che ascolto mentre descrive            Grazie Presidente per avermi scelto come
ti, sono orgoglioso del mio incarico: ho al         in modo preciso il passaggio degli Alpini        alfiere del Vessillo sezionale!
mio fianco il Presidente, dietro il Consiglio       comaschi. Il cuore batte a mille e gli oc-                                    Tiziano Beretta

    Uno scambio di emozioni                                                                          ra la cui mole si staglia sui prati erbosi.
                                                                                                     Una coppia di Alpini, con la camicia della
                                                                                                     Sezione di Piacenza, mi passa accanto; il
                Alpini lombardi ed emiliano-romagnoli                                                più anziano dei due ha sul cappello il nu-
                                                                                                     mero sei e la nappina verde come la mia.

S   ono le sei del mattino e sono già in
    macchina, non vedo l’ora di arrivare a
Piacenza. Mi accompagna un senso d’ir-
                                                    Polo Manutenzione Pesante Nord, una
                                                    realtà enorme, un paese all’interno della
                                                    città; la scelta di radunare in questo luo-
                                                                                                     Mi domanda sorridente: Sei anche tu del
                                                                                                     Sesto? Io, avendo notato i cannoni sul fre-
                                                                                                     gio del suo cappello, gli rispondo: Sì, ma io
requietezza, forse perché ho ancora nel             go i partecipanti ha permesso di non con-        sono del Sesto Alpini!. Allora il vecio mi rac-
cuore lo splendido raduno omologo orga-             gestionare le vie cittadine fin dal primo        conta che ha prestato servizio nel 1965 nel
nizzato lo scorso anno a Mariano Comen-             mattino; enormi mezzi blindati e carri ar-       Sesto Artiglieria da Montagna della Briga-
se dalla nostra Sezione. Mi accompagna              mati faranno da scenografia al passaggio         ta Cadore e mi parla di obici e di jeep a pelo
una buona dose di curiosa malignità in              delle Penne Nere.                                (i muli, ndr) che, dal suo punto di vista,
attesa di poter fare un confronto tra le            È mattina presto e nel piazzale ci sono una      sono animali intelligentissimi. Gli comu-
due manifestazioni che, con quelle degli            cinquantina di persone in attesa dell’arri-      nico che ho fatto il servizio militare nel
altri raggruppamenti, sono seconde per              vo dell’ondata di Alpini che arriverà tra        Sesto Alpini a San Candido in compagnia
importanza solo all’Adunata nazionale.              poco; passeggio incuriosito e mi soffermo        di mortai e di muli meccanici che, secon-
Il luogo dell’ammassamento è presso il              accanto alle potenti macchine da guer-           do me, non sono altri che stupidi carrelli.

6     ottobre-dicembre 2019
Le nostre quote rosa - Associazione Nazionale Alpini Como
Terminato l’eco degli applausi inizia la sfi-
                                                                                                lata che, dopo essere uscita attraverso le
                                                                                                mura perimetrali del Polo, si inoltra nelle
                                                                                                vie della città. Più ci si avvicina al centro,
                                                                                                più il pubblico è caloroso e accoglie gli
                                                                                                Alpini con grandi applausi, ricambiati da
                                                                                                sorrisi e cenni di saluto.
                                                                                                La Sezione di Como è al gran comple-
                                                                                                to: in testa il Vessillo accompagnato dal
                                                                                                presidente Gaffuri, seguono il Consiglio
                                                                                                sezionale, i sindaci in fascia tricolore, la
                                                                                                Fanfara alpina sezionale di Asso - Ange-
E intanto penso: ecco chi sono gli Alpini,     della città di Piacenza decorato di Meda-        lo Masciadri, quella di Olgiate Comasco,
guardano il cappello e si riconoscono; dif-    glia d’Oro al Valor Militare; le autorità        tanti gagliardetti e moltissimi Alpini che
ferenze di età e di dialetto scompaiono;       civili e militari prendono posto sul palco.      dal Lario sono scesi in questa città accan-
torna quello spirito di corpo che ci è stato   Ascoltiamo i discorsi di circostanza;            to al fiume Po.
trasfuso durante la naja tanto vituperata.     qualcuno breve come quello del genera-           Arrivati in piazza Cavalli passiamo davan-
Nel frattempo il piazzale si riempie; pas-     le Sergio Santamaria, comandante del             ti alla tribuna d’onore al gonfalone della
sano facce conosciute, arriva il pannello      Polo, che viene applaudito. Tocca poi ai         città di Piacenza e al Labaro nazionale.
floreale di Griante che con fiori gialli e     politici; qualcuno si dilunga troppo e gli       A conclusione della cerimonia è avvenu-
bianchi su campo azzurro recita 100° Ana       Alpini fanno capire con chiarezza che può        to il passaggio della stecca alla Sezione di
per non dimenticare. Arrivano i comaschi,      bastare. Prende la parola il presidente          Lecco che ospiterà il raduno nel 2020 e la
arrivano i consiglieri sezionali accompa-      nazionale Sebastiano Favero; in quattro          resa degli onori al Labaro nazionale.
gnati dal Presidente; pacche sulle spalle,     minuti d’orologio propone una riflessio-         Allo scioglimento dei ranghi, riparte il
strette di mano: A che ora sei partito?...     ne su due aspetti della vita associativa: lo     tradizionale caos alpino: Ciao, ciao… Ci
Dove andate a mangiare?… Hai visto se c’è      spirito di servizio e la volontà di donare; il   vediamo a casa… Buon rientro… E tutti si
tizio?… Ma quanti siamo?...                    primo acquisito durante la naja, il secondo      avviano verso un mezzo di trasporto che
Ed ecco l’inizio della cerimonia; si passa     tramandato all’interno dell’Ana dai Padri        li porterà a un meritato pranzo in allegra
da una chiassosa confusione a un ordina-       fondatori – cento anni fa – fino ai nostri       compagnia, felici per l’ottima riuscita del
to silenzio in un batter di ciglio.            giorni. Favero parla con trasporto, spesso       raduno e contenti poi di riprendere la
Ecco il Labaro nazionale con il suo carico     a voce alta, monito di quanti avanzano           strada di casa.
di medaglie e di onore; ecco il Gonfalone      solo diritti dimenticandosi dei doveri.                                          Kristian Fiore

                        Dall’album delle fotografie
                                                     Alcune istantanee
                                                       della due giorni
                                                     nella città emiliana

                                                                                                                  ottobre-dicembre 2019    7
Le nostre quote rosa - Associazione Nazionale Alpini Como
MESSA SEZIONALE

                                   Tutti a Messa
                                              Armati di fede e di amore

              Enrico Bianchi
           Foto Mario Ghielmetti

G
           rande mobilitazione per la
           nostra santa Messa sezionale
           sabato 9 novembre: splendida
           giornata, notevole partecipa-
zione da parte dei nostri Alpini anche per
rispetto e gratitudine al presidente Enrico
Gaffuri che, vista la sua prossima conclu-
sione di mandato associativo, meritava un
particolare ringraziamento.
La concomitanza di una gara di moto-
nautica, non prevista quando venne
fissato il nostro appuntamento, ha cau-
sato momenti di concitazione all’inizio
dell’ammassamento per lo stazionamen-
to di alcuni veicoli davanti al monumento
ai Caduti. Fortunatamente la presenza
dell’assessore alla sicurezza e alla prote-
zione civile del Comune di Como, signora

8    ottobre-dicembre 2019
Elena Negretti – che ringraziamo dalle         scolpite le parole Con le pietre del Carso la
pagine del Baradèll – con piglio militare e    città esalta la gloria dei suoi figli, è iniziata
con l’aiuto di alcuni vigili urbani ha pron-   la sfilata molto applaudita e ammirata
tamente risolto il problema.                   che, attraverso il lungolago e passando da
Parterre d’eccezione con la partecipazio-      piazza Volta, ha raggiunto piazza Duomo.
ne di numerosi militari in servizio: il co-    Una piazza molto accogliente racchiusa
mandante del Cedoc colonnello Massimo          tra la facciata del Duomo che sovrasta e i
Artemi; il comandante del 7° Reggimento        palazzi storici che la circondano. Un luo-
Alpini colonnello Stefano Fregona accom-       go ideale per esprimere in musica l’affetto
pagnato da alcuni suoi Alpini; il tenente      degli Alpini verso la città di Como. Le due
colonnello degli Alpini Claudio Lucarelli;     fanfare, a turno, l’hanno riempita di note
il maggiore dei Carabinieri Di Francesco;      gioiose concludendo con l’Inno degli ita-
il vicequestore dottoressa Marina Di Do-       liani cantato da tutti e che ha riscosso in
nato, il viceprefetto dottor Michele Gia-      caloroso appaluso.
comino, un rappresentante della Guardia        La santa Messa sezionale che per tradi-
di Finanza, l’assessore comunale Elena         zione viene proposta annualmente nella
Negretti, una novantina di gagliardetti e      prima quindicina di novembre è l’ultimo
numerosissimi Alpini accompagnati dal          atto delle manifestazione sezionali. Ed è
suono delle fanfare alpine sezionali di        molto significativo che gli Alpini coma-
Olgiate Comasco e di Asso.                     schi, all’avvicinarsi della fine dell’anno, si
Dopo la cerimonia degli onori ai Cadu-         riuniscano nella “chiesa più grande” di tut-
ti al monumento a lago, sul quale sono         to il territorio della Sezione per dare lode

  Un supplemento d’anima e di valori

 N     oi siamo gli eredi dei valori che i Padri fondatori e le generazioni di Alpini
       che ci hanno preceduto hanno trasmesso a noi. Ma dobbiamo stare attenti
  perché quando una famiglia lascia un’eredità, i beneficiari possono comportarsi
  da veri eredi, quelli cioè che ne capiscono il valore economico, ma soprattutto
  quello etico e s’impegnano a gestirlo con intelligenza e oculatezza; oppure com-
  portarsi da idioti e dilapidarla in poco tempo.
  A noi è stata data in consegna un’eredità d’immenso valore e, come tale, dob-
  biamo accettarla e gestirla con tanto cuore per conferirle sempre più valore.
  Viviamo in un tempo di grande difficoltà e dobbiamo chiederci come utilizziamo
  questo nostro tempo. Lo so che noi Alpini facciamo già tante cose, ma è solo un
  modo per ricordarci che noi oggi abbiamo le stesse responsabilità in un presente
  fatto di tanta fatica.
  E oggi credo che le fatiche siano due: non soltanto quella economica che sof-
  friamo e che c’è oggettivamente, ma soprattutto le fatiche di una società che
                                        rischia di perdere, se già non l’ha perso, il
                                        senso profondo della vita.
                                        Abbiamo confuso il senso del vivere con la                 a Dio e recitare la Preghiera dell’Alpino.
                                        capacità di acquisto del nostro portafogli.                Ringraziamo il vescovo di Como monsi-
                                        Quando diciamo riferendoci a un figlio “non                gnor Oscar Cantoni che, insieme all’ar-
                                        voglio che gli manchi nulla”, tante volte in-              ciprete del Duomo monsignor Flavio
                                        tendiamo semplicemente che quello che ser-                 Feroldi, ci ha accolto amichevolmente
                                        ve lo possiamo comperare. Non è e non deve                 aspettandoci sulla porta della cattedra-
                                        essere così.                                               le. La santa Messa, animata dai canti dal
                                        Noi oggi siamo chiamati a portare nella so-                Coro Gruppo Alpini Canzo, è stata conce-
                                        cietà un supplemento d’anima e un supple-                  lebrata anche da monsignor Bruno Fasa-
                                        mento di valori in silenzio e con laboriosità.             ni, Alpino e direttore del nostro giornale
                                        Dobbiamo renderci conto che viviamo in                     nazionale. Don Bruno, alla fine del rito ha
                                        tempi di fatica nei quali la nostra profezia è             ricordato ai presenti i nostri valori fon-
                                        esserci dentro per dare testimonianza.                     danti. Prima della benedizione solenne,
                                        Noi diciamo di essere il Corpo degli Alpini;               monsignor Feroldi, dopo aver ringraziato
  ma prima di tutto siamo il corpo di Cristo, siamo il corpo dei cristiani per il quale            don Bruno e tutti i presenti, ha ricordato il
  ognuno di noi è importante. E allora quando siamo tentati sempre di scaricare                    gesto che qualche anno fa gli Alpini hanno
  tutto sugli altri ripetendo ogni volta: è colpa del vescovo, è colpa del parroco, è              fatto regalando al Duomo una reliquia di
  colpa dei genitori, è colpa della politica, cerchiamo invece di mettere sempre a                 don Carlo Gnocchi che è stata posta nell’al-
  disposizione le nostre mani armate di fede e di amore.                                           tare della Pietà a perenne ricordo dell’ope-
                                                                    Don Bruno Fasani               ra del Beato e dell’affetto che gli Alpini nu-
                                                                                                   trono verso il loro protettore in paradiso.

                                                                                                                    ottobre-dicembre 2019    9
DON CARLO GNOCCHI

Poeta
e artista
della
carità
Il ricordo dell’Alpino di Dio
nel decimo anniversario della beatificazione
10   ottobre-dicembre 2019
Solo per i tuoi occhi                                                                Dalla Russia alla Russia,
                                                                                                 la chiusura del cerchio

                    Vedo il tuo viso in “lembi di cielo”                                         1943
                                                                                                 In gennaio e febbraio, durante la
                                                                                                 ritirata di Russia, gli Alpini morenti
I  l giorno della tua beatifica-
   zione ho provato serenità
e gioia; finalmente la Chiesa
                                                               celebrazione ho continuato
                                                               a dipanare la matassa dei
                                                               miei pensieri; quelli di ieri,
                                                                                                 affidano a don Carlo la paternità
                                                                                                 dei loro figli e il sostegno delle loro
                                                                                                 famiglie.
ti ha riconosciuto per quel-                                   quelli di oggi e quelli che in-
lo che sei stato; le tue virtù                                 dicono a guardare il futuro.      1943
così tenacemente praticate                                     Poi è arrivato il momento di      Il 18 marzo, don Carlo rientra in Italia
in ogni circostanza merita-                                    togliere il drappo bianco che     e inizia, nelle vallate alpine, il pietoso
                                                                                                 pellegrinaggio e l’opera di assistenza,
no, più di ogni altra cosa,                                    ti copriva: Amabile ha preso
                                                                                                 di conforto morale e materiale, ai
questo riconoscimento an-                                      il drappo dal tuo capo e io       figli e ai familiari degli Alpini caduti
che più del miracolo su cui è                                  dai tuoi piedi. Ma i miei oc-     durante la ritirata.
stata motivata la tua beatifi-                                 chi sono andati a guardare
cazione. È stata una giornata splendida in      il tuo viso e sono rimasto un momento            1945
piazza Duomo a Milano: il sole risplendeva      fermo a osservare il raggio di sole che ti       Don Carlo viene nominato direttore
su tanta gente, dicono cinquantamila, tutti     lambiva il volto: ti hanno ricostruito un        dell’Istituto Grandi Invalidi di Arosio
                                                                                                 e accoglie i primi orfani di guerra e
con gli occhi puntati sulla tua teca, coperta   po’ severo e non sono riuscito a trovare         i bambini mutilati: comincia così a
da un drappo bianco, che gli Alpini porta-      quella tenerezza che nel passato emanavi         prendere forma concreta il grande
vano a spalla facendoti attraversare la piaz-   dai tuoi lineamenti.                             progetto di assistenza.
za fino a lasciarti sul sagrato. Sventolavano   Alla fine della celebrazione è intervenuto
i gagliardetti dei Gruppi Alpini intervenuti,   anche il Papa Benedetto XVI dal grande           1949
insieme ai labari Aido. Erano presenti tut-     schermo. È tedesco ma parla l’italiano in        L’opera di don Gnocchi ottiene
te le rappresentanze dei tuoi Centri e in       maniera perfetta e colta; l’unica cosa che       il primo riconoscimento formale:
                                                                                                 la “Federazione Pro Infanzia Mutilata”,
mezzo a loro c’erano tanti tuoi figlioli: gli   credo impossibile modificare in un tede-         che ha fondato l’anno precedente,
orfani, i mutilatini e i poliomielitici.        sco è il suono della “g” come la pronuncia-      viene riconosciuta ufficialmente
A concelebrare con il cardinale arcivesco-      mo noi; non gli riesce…                          con decreto presidenziale.
vo della diocesi di Milano cardinal Dionigi     Pochi giorni dopo siamo stati ricevuti dal
Tettamanzi erano vescovi e tanti sacerdo-       Papa nella basilica di San Pietro; gli ho        1956
ti lombardi. Accanto a me c’era Amabile,        manifestato come tu, don Carlo, sia stato        Il 28 febbraio Don Carlo Gnocchi
                                                                                                 muore prematuramente presso la
la ragazza che ricevette la tua seconda         l’accompagnatore della mia vita e lui mi
                                                                                                 clinica Columbus di Milano dov’è da
cornea e che tu non hai mai conosciuto.         ha risposto: Speriamo che l’accompagni fino      tempo ricoverato per una grave forma
Stormi di colombi volavano continuamen-         in cielo. Sono parole che rispecchiano ap-       di tumore. “Amis, ve raccomandi la
te sulla piazza; li seguivo con lo sguardo e    pieno il mio pensiero.                           mia baracca”. Sono queste parole
quando viravano verso il centro della piaz-     Ma, prima terminare questo saluto, vo-           rivolte agli amici più cari, tra i quali
za, li lasciavo per cercare Anna e Samuele      glio chiederti un’altra cosa estremamente        gli Alpini, con cui don Carlo prende
che si trovavano sotto il sagrato, insieme      significativa per me, ma anche per te: vo-       congedo dalla vita. I funerali, grandiosi
                                                                                                 per partecipazione e commozione,
alle autorità. C’era anche il mio maestro di    glio ricordare la Rotonda di Inverigo. Qui       sono celebrati il giorno 1 marzo
quarta e quinta elementare alla Rotonda.        si è manifestato il nucleo della tua intensa     dall’arcivescovo Giovanni Battista
Per tre volte due stormi di piccioni, men-      operatività caritativa; qui hai sognato che      Montini (poi Papa Paolo VI).
tre il delegato pontificio pronunciava la       questo luogo diventasse punto di riferi-
tua beatificazione, si sono sollevati dalla     mento alla cultura, ma soprattutto all’at-       1987
tua teca e si sono messi a volteggiare so-      tenzione spirituale verso la quale esortavi      Il cardinale Carlo Maria Martini,
pra di loro come messaggi del cielo, volti      i brianzoli ad accostarsi per riequilibrare la   istituisce il Processo di Beatificazione.
                                                                                                 La fase diocesana si conclude nel 1991.
a rendere palesi legami e sentimenti di         loro grande operosità materiale. È in que-       Nel dicembre del 2002 Papa Giovanni
sostegno e incoraggiamento. Durante la          sta casa che, simbolicamente, hai sciolto        Paolo II riconoscendo l’eroicità delle
                                                                                                 virtù, lo proclama Venerabile.

                                                                                                 2009
                                                                                                 Domenica 25 ottobre, anniversario
                                                                                                 della nascita di don Carlo, a Milano
                                                                                                 in piazza Duomo, avviene il solenne
                                                                                                 rito di beatificazione, presieduto
                                                                                                 dal cardinale Dionigi Tettamanzi,
                                                                                                 arcivescovo di Milano, alla presenza
                                                                                                 di migliaia di persone.

                                                                                                 2019
                                                                                                 Gli Alpini, “amis de la baracca”,
                                                                                                 continuano a operare nella solidarietà,
                                                                                                 nella beneficienza nel nome di don
                                                                                                 Carlo e nella memoria di coloro che
                                                                                                 in Russia sacrificarono la vita.

                                                                                                              ottobre-dicembre 2019        11
DON CARLO GNOCCHI

tutti i voti che ti legavano agli Alpini.        pacata della suora insegnante, nella grande        di tornare a quel voto e di dedicarlo a noi
Torna ancora qui in una chiara e fredda          casa nuova ancora tutta da scoprire. E nella       perché questa casa continui a essere quel-
sera invernale spazzata dal vento… E non         oscurità frusciante di innocenti pensieri e di     la casa che tu hai sempre sognato. Noi
troverai più i tuoi piccoli dormire naufragati   sogni ridenti, tornai a vedere gli occhi desti     abbiamo i capelli bianchi, ma crediamo
nei grandi letti bianchi della casa austera e    e trafiggenti dei miei morti. Lente e stanche      che altre generazioni di bambini debba-
serena preparata per loro. Dormivano il loro     le palpebre del sonno scendevano su di essi.       no continuare a popolare questa casa per
sonno di seta, popolato da corse spensierate     I miei morti finalmente riposavano in pace.        continuare a sognare i loro sogni di seta.
al paesello alpestre, rassicurati dalla voce     Siamo noi, tuoi figlioli, che ti chiediamo                                   Silvio Colagrande

                          Le riflessioni di un medico
                Ridare la salute e la dignità al sofferente e sostenere la sua speranza

A    scolta: se tutti devono soffrire per com-
     prare con la sofferenza l’armonia eterna,
che c’entrano qui i bambini? Rispondimi per
                                                 ancora don Carlo: Si direbbe che la lotta e
                                                 la vittoria contro il dolore sia una seconda
                                                 generazione, non meno grande della prima
                                                                                                    a questi piccoli pazienti una cura, veniva
                                                                                                    loro data l’opportunità di ripristinare, fin
                                                                                                    dove possibile, lo stato di salute goduto
favore. È del tutto incomprensibile il motivo    e che chi riesce a ridonare a un bimbo la sa-      prima della malattia o di evitare che que-
per cui dovrebbero soffrire anche loro e per-    nità, l’integrità, la serenità della vita non è    sta progredisse e peggiorasse.
ché tocca pure a loro comprare l’armonia con     meno padre di colui che, alla vita stessa, lo ha   Ai mutilatini di don Gnocchi fu salvata la
le sofferenze. Con queste parole Ivan, uno       chiamato per la prima volta.                       vita sacrificando un arto o un organo leso
dei protagonisti del romanzo di Fjodor           Da qui nasce l’impegno per i mutilatini            dal trauma delle bombe; ai rachitici di Gae-
Dostoevskij I fratelli Karamazov, pone al        e per tutti coloro che saranno sofferenti          tano Pini furono corrette chirurgicamente
                                                 custodi del dolore innocente; da qui na-           malformazioni scheletriche invalidanti.
                                                 sce l’opera concreta frutto di un talento          Qui si ferma la cura intesa come terapia,
                                                 straordinario grazie al quale don Carlo            fatta di tecnica, di strumenti, di farmaci:
                                                 seppe dare dignità e grandezza ai limiti           da qui in avanti inizia la fase del prendersi
                                                 fisici dell’uomo, limiti dinanzi ai quali, per     cura che esprime il coinvolgimento perso-
                                                 usare le parole del cardinal Martini, siamo        nale di chi assiste a vario titolo la persona
                                                 introdotti alle frontiere dell’umana esistenza     che soffre, coinvolgimento che si esprime
                                                 e a questo mistero siamo chiamati ad acco-         attraverso la compassione intesa come
                                                 starci con rispetto e con amore.                   patire ed esplicitata con atteggiamenti
                                                 Un seme fecondo dunque, quello getta-              d’incoraggiamento, solidarietà, sostegno
                                                 to da don Carlo, che ebbe possibilità di           fisico ed emotivo che riconoscono il valo-
                                                 germogliare anche perché si sparse su un           re complessivo della persona.
                                                 terreno fertile, quello della solidarietà          Questo seppero fare, pur depositari di
                                                 lombarda e milanese in particolare, che            culture diverse, don Carlo Gnocchi e Gae-
                                                 unendo nei secoli valori laici e cristiani,        tano Pini, sacerdote l’uno, medico l’al-
                                                 ben radicati nella società, dette vita a           tro, accumunati dalla capacità, gravida
fratello Alěšia un quesito che da secoli         istituzioni a sostegno degli orfani come           di fatiche, di prendersi cura dell’uomo e
impegna la mente umana nella ricerca di          i “Martinitt” e le “Stelline” e a forme di         ancor più, nel loro caso, dei bimbi, con
una risposta: che significato si deve attri-     assistenza indirizzate ai bambini che              un unico grande obiettivo: ridare salute
buire alla sofferenza dei bambini?               ebbe nella Scuola dei rachitici, fondata           ma soprattutto dignità al sofferente, so-
Anche don Carlo Gnocchi, di fronte alle          da Gaetano Pini nel 1874, una delle mas-           stenere la sua speranza condividendone
disastrose condizioni umane del do-              sime espressioni; ancora oggi, portando            l’accidentato percorso nel rispetto delle
poguerra, si pose il problema e trovò            il nome del suo fondatore, ne continua             sue esigenze e capacità, perseguire il suo
risposta nella fede: nell’economia della         l’opera ed è il più antico istituto ortope-        reinserimento nel contesto sociale rea-
redenzione cristiana – scrive nel suo te-        dico d’Italia. Il rachitismo era una delle         lizzando le opere concrete necessarie per
stamento spirituale – il dolore dell’uomo è      malattie sociali, i figli della “povera gente”     raggiungere questi obiettivi.
complemento necessario del dolore e della        scontavano nel fisico carenze molteplici:          La Medicina del futuro, proiettata verso
morte redentrice di Cristo […] e perché la       alimentari, abitative, di aria, di luce. Pini      un inarrestabile, certamente benefico ma
redenzione sia totale, ogni cristiano deve       s’impegnò per trovare a questi bimbi,              forse per certi versi illusorio, progresso
apportare a essa il contributo della propria     deformati e resi inabili dalla malattia,           tecnologico deve vincere questa sfida:
sofferenza personale.                            una cura adeguata che andasse dalle in-            deve essere in grado di curare ma anche
La sofferenza dei bimbi, liberi da ogni          tegrazioni alimentari, alle applicazioni           di prendersi cura, deve guardare all’uomo
peccato e quindi non bisognosi di espia-         elettroterapiche fino agli interventi or-          nella sua interezza, nella sua unità di cor-
zione, risulta più simile a quella dell’Agnel-   topedici riservati ai più contorti, in osse-       po e anima, con umanità e comprensione.
lo di Dio che toglie i peccati del mondo. Ma     quio al concetto che l’ortopedia dovesse           Per sviluppare queste due doti i modelli
il valore espiatorio del dolore innocente        essere considerata prima di tutto l’arte di        cui ispirarsi non mancano, nel passato
non può certo attenuare l’importanza e           raddrizzare i bambini deformi in un conte-         come nel presente, in campo sanitario
l’impegno che la scienza deve porre con-         sto di amore e rispetto che evitasse ogni          ma non solo. E gli Alpini…
tro il dolore stesso e le sue cause; scrive      asprezza verso i bambini. Veniva applicata                                         Tiziano Corti

12     ottobre-dicembre 2019
Una santità quotidiana
                                 Alla ricerca di una luce che rischiari il cammino

P   erché il beato don Carlo Gnocchi è così
    caro agli Alpini?
Penso che il cuore di questi uomini, tem-
prati dalla sfida delle montagne e animati
da un grande amore fraterno, si trovi fa-
cilmente in armonia con il cuore di questo
prete e con esso batta all’unisono.
Quale sintonia di valori e di scelte tra lui e
suoi compagni Alpini?
Potrebbe sembrare che il fatto di esse-
re prete sia stato un elemento del tutto
secondario, se non perfino trascurabile,
nell’esperienza e testimonianza cristiana
di questo santo.
E invece se consideriamo con attenzio-
ne i motivi delle sue scelte e lo stile della
sua vita, ci accorgiamo che la santità di
don Gnocchi scaturisce proprio dal suo
sacerdozio. La sua santità prende forma,         Don Carlo, l’Alpino di Dio. A destra, 1 marzo 1956, giorno del suo solenne funerale;
costantemente, dalla sua vocazione e dal         sotto, 25 ottobre 2009, giorno della sua beatificazione; sempre con gli Alpini.
suo servizio di prete, e si esprime in quella
carità pastorale che è il palpito stesso della
vita di un cuore sacerdotale.
In questa luce la vicenda spirituale di don
Gnocchi prende il suo rilievo e si propo-
ne come modello prezioso per ogni vita
cristiana. Amare come ha amato Gesù,
servire come Lui ha servito, fino a giun-
gere al dono totale di sé. Una vita offerta
ai piccoli, ai poveri, a coloro che soffrono
e così diventano – anche solo per questo
motivo – i fratelli ai quali il discepolo di
Gesù deve consegnare se stesso; gratuita-
mente e senza limiti.
In questo modo don Gnocchi ha trovato la
via sulla quale realizzare il proprio servizio
sacerdotale, e la verità profonda delle pro-
prie scelte; il modo di seguire Gesù sulla
via della croce, ricevendo dal Suo Spirito
la forza di amare gli altri così come siamo
amati da Lui.
La vita di un prete non può avere altro cri-     meno in qualche misura, la santità di don         pur avendo vissuto una vita in condizioni
terio al quale ispirare il proprio essere e il   Gnocchi: essa non si aggiunge all’esterno         straordinarie e non facilmente ripetibili,
proprio agire: amare come Gesù amerebbe          del suo essere in mezzo ai suoi compagni          può esserci d’esempio e può essere con-
se fosse al suo posto! Donarsi come il Fi-       e della risposta alla chiamata della sua          siderato un modello imitabile da parte di
glio di Dio si donerebbe, senza pretendere       Patria, ma è presente e matura dentro il          tante vite cristiane.
nulla in cambio, solo cercando di svelare il     servizio quotidiano e concreto che egli è         Dovremmo forse far in modo che la sua
mistero di un Dio che è amore, che si dona       chiamato a svolgere nella forma di vita di        vicenda personale, cristiana e sacerdotale,
gratuitamente alle sue creature.                 un Alpino. In questo modo la sua testi-           sia più ampiamente conosciuta.
Don Gnocchi sapeva che questo modo               monianza diventa per tutti un richiamo            Proprio perché povera di elementi straor-
di vivere non può essere raggiunto solo          ai valori della dedizione senza rimpianti e       dinari, e per questo più vicina alla quoti-
con le nostre forze: il Padre di Gesù ci fa      della prossimità senza condizioni, offerta        dianità della vita di ciascuno di noi, l’espe-
dono del Suo Spirito perché la vita di Dio       a chi cammina con noi e può condividere           rienza cristiana di don Carlo si propone
possa trovare in noi un riflesso chiaro e        le gioie e le sofferenze, i timori e le speran-   come modello ispiratore e come bussola di
un’eco che può essere ascoltata da tutti         ze della vita di ogni giorno.                     orientamento del nostro cammino.
quelli che hanno bisogno di essere accolti,      Dunque si tratta di una santità, per così         Chi lo conosce avverte ben presto che don
sostenuti e amati.                               dire, quotidiana e vicina alla vita di ciascu-    Gnocchi è un compagno di viaggio, un
Così, e solo così, si può comprendere, al-       no di noi. In questo senso don Gnocchi,           amico insieme semplice e molto esigen-

                                                                                                                  ottobre-dicembre 2019    13
DON CARLO GNOCCHI

                                               te, un fratello che ci fa scoprire, dentro le   la strada giusta e più rapidamente si pos-
                                               misure della quotidianità e della prossi-       sa arrivare alla meta, percorrendo questa
                                               mità, quel tesoro di amore e di dedizione       strada in compagnia di chi, prima e più
                                               fraterna che costituisce il centro vitale e     di noi, si è lasciato orientare e accompa-
                                               propulsore della vita secondo il Vangelo.       gnare verso l’abbraccio misericordioso del
                                               Bisogna conoscere i santi, la loro vicenda      Padre che ci ama. Penso che don Gnocchi
                                               spirituale, le loro fatiche e le loro lotte:    possa essere, per gli uomini d’oggi, anche
                                               sentirli così vicini alla nostra condizione     per gli Alpini di oggi, un segno prezioso di
                                               di gente in cammino, come sostegno ai           questo dono dello Spirito di Gesù: a noi la
                                               nostri passi e tracce di orientamento del       responsabilità di accogliere questo dono,
                                               nostro itinerario di vita. Quando lo Spiri-     farlo fruttificare nella nostra vita e metter-
                                               to Santo di Gesù suscita il miracolo della      lo a disposizione di ogni persona umana
                                               santità, lo fa sempre anche con questo          impegnata nell’onesta ricerca di una luce
                                               scopo: accendere una luce sul cammino           che rischiari il cammino.
                                               dell’umanità perché più facilmente si trovi                          Monsignor Diego Coletti

                         Accanto alla vita. Sempre!
                               Condividere la sofferenza, primo passo terapeutico

N     ei collegi della Pro Juventute (opera
      fondata da don Gnocchi l’11 febbraio
1952, ndr) è in atto anzitutto il recupero
morale e psicologico del fanciullo, attra-
verso una pedagogia basata prevalente-
mente sul potenziamento della volontà
ed arricchita dalle forze soprannaturali
messe a disposizione del cristianesimo; il
recupero e la rieducazione allo studio e al
lavoro professionale attraverso scuole ed
officine differenziate; il recupero sociale
costituito dalle suggestioni di un ambiente
omogeneo ove non possono formarsi com-
plessi di inferiorità, e dalla educazione
alla vita di relazione. A questo si aggiunge
ora anche il recupero fisiologico. Terapia
dunque dell’anima e del corpo, del lavoro
e del giuoco, dell’individuo e dell’ambien-
te: psicoterapia, ergoterapia, fisioterapia,
il tutto armonicamente convergente alla
rieducazione della personalità vulnerata;
medici, fisioterapisti, maestri, capi d’arte                                                   l’innovazione costantemente coniugate
ed educatori, concordemente uniti nella                                                        con solidarietà e prossimità.
prodigiosa impresa di ricostruire quello                                                       Questi valori sono mutuabili anche sulla
che l’uomo o la natura hanno distrutto o                                                       frontiera del fine-vita dove la Don Gnoc-
almeno, quando questo è impossibile, di                                                        chi è presente da molti anni con gli Ho-
compensare con la maggior validità nei                                                         spice per pazienti affetti da malattie in
campi inesauribili dello spirito, quello che                                                   fase avanzata e terminale, oppure con
è irreparabilmente perduto nei piani limi-                                                     Unità per le Gravi Cerebrolesioni Ac-
tati e inferiori della materia.                                                                quisite (GCA), reparto di riabilitazione
Così già diceva don Carlo Gnocchi, il                                                          speciale in cui vengono accolti pazienti
giorno dell’inaugurazione del Centro fi-                                                       che hanno subito gravi lesioni cerebrali;
sioterapico di Roma, il 25 marzo 1954.                                                         condizioni che determinano un periodo
E nei decenni a seguire fino ai nostri                                                         di coma più o meno protratto. Quale at-
giorni, gli eredi e continuatori della sua                                                     teggiamento umano e professionale va
opera, l’attuale Fondazione Don Car-                                                           tenuto nei confronti di un paziente ne-
lo Gnocchi, hanno seguito fedelmente                                                           gli ultimi momenti della sua vita? Come
                                               “Per i grandi tragici dell’antichità
la mission del beato don Carlo; ancora         e per i pensatori di ogni tempo                 gestire le emozioni, le ansie e il senso di
oggi in Fondazione accettazione significa      lo scandalo del dolore innocente                impotenza degli operatori di fronte a si-
accoglienza. Curare vuol dire prendersi        non ha mai cessato di inquietare don Carlo.”    tuazioni sfidanti? Come relazionarsi con
cura attraverso la ricerca scientifica e       Monsignor Angelo Bazzari                        i famigliari? Che cosa fare per un paziente

14     ottobre-dicembre 2019
to”, che è il tratto caratteristico dell’ope-
  Tra le guglie del duomo di Milano                                                           rare in Fondazione.
                                                                                              L’intervento di monsignor Vincenzo Pa-

 O      pera dello scalpellino Gianni Gussoni e dello scultore Mauro Baldessari, la           glia, presidente della Pontificia Accademia
        statua del beato don Carlo Gnocchi venne benedetta domenica 20 ottobre                per la Vita, ha richiamato la differenza tra
  2013 dal cardinale Angelo Scola, nel duomo di Milano, al termine del Pontificale            guarigione e cura: “Il paziente non va mai
  nella solennità della Dedicazione e a chiusura dell’anno Colombiano (dedicato               abbandonato – ha sottolineato – sempre
  alla memoria del cardinale Giovanni Colombo).                                               dobbiamo prendercene cura. Quando non si
  Fu successivamente collocata sul lato est della sacrestia capitolare.                       può guarire, si deve sempre curare. Dobbia-
  La statua, dopo il prezioso lavoro dello scalpellino Gianni Gussoni di Viggiù, pas-         mo contrapporre alla cultura dello scarto, la
                                                          sò nelle mani dello scultore        cultura della cura”.
                                                          Mauro Baldessari, al quale la       Luciano Orsi, vicepresidente della Società
                                                          Fondazione affidò l’incarico        Italiana di Cure Palliative, ha sottolineato
                                                          per la realizzazione dell’ope-      l’importanza di affrontare il tema della te-
                                                          ra: vi è raffigurato don Carlo      rapia del dolore e delle cure palliative già
                                                          che accoglie tra le proprie         negli stadi avanzati della malattia e non
                                                          braccia un piccolo mutilatino       solo nella sua fase terminale, superando
                                                          tratto dalle macerie.               la concezione di “cure per chi non c’è più
                                                          È particolarmente significa-        niente da fare”.
                                                          tivo che la benedizione della       Padre Carlo Casalone, della Pontificia
                                                          statua avvenne in occasione         Accademia per la Vita, ha invece affron-
                                                          della memoria degli impor-          tato il tema della relazione e della cura,
                                                          tanti anniversari che riguar-       approfondendo dal punto di vista etico e
                                                          dano il cardinale Colombo.          teologico gli aspetti legati ad accanimento
                                                          Fu proprio l’allora arcivesco-      terapeutico, sospensione e sproporzione
                                                          vo di Milano a ricordare don
                                                          Carlo compagno di semina-
                                                          rio, prete ansioso d’apostola-
                                                          to e restauratore d’umanità,
                                                          il 28 febbraio 1962, sei anni
                                                          dopo la morte, al Centro
                                                          “Santa Maria Nascente”: Sì,
                                                      Foto Andrea Cherchi

                                                          egli è stato l’uomo della ca-
                                                          rità – disse in quell’indimen-
                                                          ticata commemorazione –.
                                                          Ma è meglio dire che è stato
  il poeta della carità, l’artista della carità. Aveva capito che tra tutte le azioni, la
  migliore è sempre quella della carità! Solo così egli poteva tradurre sul terreno
  pratico quel fascino che emanava dalla sua sensibilità e dalla sua fede. Nella sua
  breve vita ha mostrato a tutti che per migliorare gli uomini, prima ancora di dare
  loro principi di pensiero, bisogna indurli a esercitarsi nella carità.

destinato a convivere anche a lungo e a        oltre centocinquanta operatori della Fon-      delle terapie, senza mai perdere di vista
casa propria con un’invalidità molto gra-      dazione impegnati in Hospice, reparti per      la promozione della vita che la persona
ve? Queste alcune delle domande a cui si       Gravi Cerebrolesioni Acquisite e RSA,          percepisce come dignitosa.
è provato a dare risposta nel convegno         dove più di altre realtà sono presenti pa-     Nelle sue conclusioni, il presidente della
“Accanto alla vita sempre. Tra scienza,        zienti fragili. All’interno di queste strut-   Fondazione don Vincenzo Barbante ha
coscienza e compassione”, promosso             ture è così iniziato un lavoro di confronto    ricordato che il convegno è stato il punto
dalla Fondazione Don Gnocchi e svolto-         e discussione a cui hanno portato il pro-      di partenza di un percorso che deve con-
si il 30 ottobre a Roma, precedendo così       prio contributo tutte le figure professio-     tinuare, perché di fronte ad argomenti e
l’udienza speciale del 31 ottobre conces-      nali che si relazionano con il paziente:       temi così importanti, non c’è mai una pa-
sa da Papa Francesco a oltre cinquemila        medici, psicologi, terapisti e logopedisti,    rola definitiva, ma un cammino condiviso
pellegrini della grande famiglia della Don     infermieri e operatori socio-sanitari.         di crescita, che deve coinvolgere diverse
Gnocchi nel decennale della beatificazio-      I gruppi di lavoro si sono interrogati sul     competenze e professionalità, perché non
ne di don Carlo.                               proprio approccio al paziente e alla fa-       c’è in gioco semplicemente l’erogazione di
Obiettivo del convegno era di manifestare      miglia. Sono emersi così gli aspetti più       un servizio sanitario al paziente, ma in-
nel concreto che il “concetto di cura, di      problematici, insieme alle proposte per        terrogativi fondamentali sul senso della
riabilitazione non deve essere inteso solo     meglio rispondere ai bisogni dei pazien-       vita in condizioni di particolare fragilità.
in senso medico ma in maniera più globa-       ti, in quanto persone, con il loro vissuto,    Condividere la sofferenza è il primo passo te-
le, diventando prossimità e attenzione”.       i loro valori, il loro credo religioso e le    rapeutico. Così diceva don Carlo Gnocchi,
Il momento centrale ha visto la presen-        loro aspettative, nel rispetto della loro      in un discorso ai medici, nel 1954.
tazione di un percorso che ha coinvolto        dignità e con lo stile dell’“essere accan-                                    Danilo Carena

                                                                                                             ottobre-dicembre 2019    15
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