Le nostre quote rosa - Associazione Nazionale Alpini Como
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Numero 4 - Anno XLV - Poste Italiane SpA - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46), art. 1, comma 2, DCB Como Associazione Nazionale Alpini - Sezione di Como Como - Anno XLV - Ottobre-Dicembre 2019 - Numero 4 Le nostre quote rosa
Nikolajewka 26 gennaio 1943 Commemorazioni sezionali 2020 Bizzarone, sabato 25 gennaio Lenno, domenica 26 gennaio La colonna, folle fuggente mostro partorito dall’inverno e dalla steppa, non udiva il lamento degli uomini ma solo la sferzante voce del vento. [...] NICOLA MAGRIN, 2015, ACQUERELLO SU CARTA Sentirono le forze fisiche crollare mentre l’animo ancora anelava a procedere: tutti camminavano contro il vento dosando con angosciosa cautela le estreme sfuggenti energie. Giulio Bedeschi Centomila gavette di ghiaccio
SOMMARIO In questo numero EDITORIALE Buon Natale 2 DAL DIRETTORE Di centenario in centenario 3 2° RAGGRUPPAMENTO in copertina Le nostre quote rosa (Foto www.valledeilaghi.it) Piacenza accoglie ancora gli Alpini 4 Como - Anno XLV - Numero 4 MESSA SEZIONALE Ottobre-Dicembre 2019 Associazione Nazionale Alpini Tutti a Messa 8 Sezione di Como Via Zezio, 53 - 22100 Como (CO) DON CARLO GNOCCHI Tel. 031.304180 www.alpinicomo.it - como@ana.it Poeta e artista della carità 10 Direttore responsabile Piergiorgio Pedretti SOLENNITÀ pedretti.ppg1947@gmail.com Caporedattore La festa del 4 Novembre 16 Tiziano Tavecchio IN COPERTINA Redazione Enrico Bianchi, Enrico Gaffuri, Mario Ghielmetti, Carlo Pedraglio Le nostre quote rosa 18 Progetto grafico e impaginazione IN GRIGIOVERDE QG Project - Alessandro Villa Stampa Bieffe Srl Industria Grafica La formazione avuta dai genitori 20 Via Mariano Guzzini, 38 PROTAGONISTI 62019 Recanati (MC) Registrazione al Tribunale di Como n. 21 del 7/10/1976. Rientro nei ranghi 21 Poste Italiane SpA - Sped. in abb. postale - CISA D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46), art. 1, comma 2, DCB Como CISA, cos’è e perché 22 Hanno collaborato a questo numero Walter Belotti, Tiziano Beretta, LINEE GUIDA Luca Boschini, Danilo Carena, Domenico Ceschina, Andrea Cherchi, Alessandro Clerici, Silvio Colagrande, Col minimo sforzo 24 Mons. Diego Coletti, Alberto Colzani, SIMBOLO DI MEMORIA 26 Gerardino Costantini, Giuseppe D’Alia, Cesare Di Dato, Kristian Fiore, Aurelio Fontana, Alessandro Fumagalli, Valerio Marangon, L’altare dimenticato Fiorenzo Pastori, Stefano Peduzzi, Pexel da Pixabay, IL RACCONTO Renzo Gatti, Giovanni Illia, Nicola Marin, Silvano Miglioretto, Gaetano Morelli, Settimo Moro, Fröhliche Weihnachten 28 Museo della Grande Guerra Rovereto, VIVERE IL TERRITORIO NRG SHOT, Carlo Pozzoni, Luigi Rinaldo Taca la baraunda 30 DALLA PENNA DEI GRUPPI Fatti col cappello alpino 34 TANTO DI CAPPELLO Notizie alpine intra moenia ed extra moenia 50 A tutti coloro che abbiano salvaguardato, aiutato, RECENSIONI accresciuto la Patria, è assegnata in cielo una sede ben determinata, dove nella beatitudine possano godere di una vita eterna Finito di stampare 53 Omnibus, qui patriam servaverint, adiuverint, auxerint, certum est in caelo definitum locum, ubi beati aevo sempiterno fruantur Marco Tullio Cicerone, De Re Publica, La versione digitale del Baradèll è pubblicata Somnium Scipionis, 6, 13 sul sito internet www.alpinicomo.it e su www.alpimediagroup.it
EDITORIALE Buon Natale Con la gioia vera di un tempo Enrico Gaffuri C ent’anni fa, a pochi mesi dalla Cartoline della collezione Monterumisi, Museo Storico Italiano della Guerra, Rovereto (TN) fondazione dell’Associazione, era alle porte il Natale e il desiderio dei primi soci sarà stato sicura- mente quello di scambiarsi gli auguri e di dedicare un ricordo agli amici che solo un anno prima erano rimasti al fronte. Allo- ra però non c’era la posta elettronica e il telefono in casa era un lusso riservato a pochi. Di sicuro ci sarà stato un grande impiego di lettere, biglietti augurali e car- toline postali, quelle su cui si scriveva con mila ci sono molti altri mez- indietro di cent’anni, mi basta ripensa- zi, efficienti, veloci e capaci re al clima natalizio di quand’ero bam- di mandare gli auguri da un bino per provare una grande nostalgia. capo all’altro della Terra pre- Le attese trepidanti, i propositi di esser mendo un pulsante. buoni, le Messe di mezzanotte con un Quando il Natale si avvici- freddo cane nel tragitto da casa a chiesa na inizia il tiro incrociato e ritorno. Il piacere di stringere la mano di telefonate, di e-mail, di a tutti all’uscita dalla chiesa e il deside- messaggini e di whatsapp rio di addormentarsi alla svelta appena pieni di belle immagini e a letto, altrimenti non sarebbe arrivato di tante parole di pace. E Gesù Bambino. Una serie di cose sempli- scopri che a mettersi in cissime, che però davano l’idea di essere contatto con te ci sono ricche, anzi, ci arricchivano. anche persone che per Il mio augurio a tutti voi cari Alpini, Ami- un anno intero avevi ci e famiglie è quello di riprovare almeno quasi dimenticato e che un po’ di quel clima, perché allora sarà ve- il Natale ti dà cosi la ramente un buon Natale. E nonostante possibilità di ritrovare. gli anni passati, è doveroso dedicare un Il nostro è un Natale pensiero ai tanti ragazzi che hanno sof- moderno, ben diverso da quello dei nostri ferto e sono morti per consentire a noi di veci, che avevano ancora addosso le cica- celebrare un Natale santo e in pace. Senza caratteri piccolissimi e fitto fitto, per farci trici della guerra. Un Natale più comodo, dimenticare i Caduti dei giorni nostri. Ce stare il più possibile. Le Regie Poste, allo- con termosifoni e acqua calda, con pranzi lo hanno chiesto esplicitamente i nostri ra si chiamavano così, si saranno accorte e cene più che decorosi e con scambi di Padri fondatori e nell’anno del Centenario dell’aumento di lavoro, ma sono certo regali più importanti di quelli di un tem- non possiamo deluderli. che non si siano perse d’animo e abbia- po. Per molti il Natale è sulla neve, ma E per concludere, visto che questo augu- no recapitato tutto, velocemente e senza non per spalarla come avveniva allora, rio viaggia sulle pagine del Baradèll at- batter ciglio. Sicuramente funzionavano oggi sulla neve si va a sciare. traverso le Poste Italiane, chiedo a Gesù meglio di quelle che conosciamo oggi… Purtroppo però il nostro Natale moder- Bambino il regalo di farlo arrivare per Forse perché han cambiato nome e son no e comodo ha perso gran parte del tempo a tutti voi. diventate Poste Italiane, mah! fascino, della suggestione e della gioia Buon Natale e buon anno nuovo a tutti Per noi Alpini moderni degli anni Due- vera che dovrebbe avere. Senza tornare voi. Un abbraccio. 2 ottobre-dicembre 2019
DAL DIRETTORE Di centenario in centenario Dür per dürà, Avanti, Mai tardi Piergiorgio Pedretti T ra pochi giorni si chiuderà l’anno l’apatia ed entrino a infoltire la grande fa- mento affettuoso per tutto il bene che ha del Centenario; un anno straor- miglia alpina sempre pronta ad accoglierli fatto alla Sezione e ai suoi Alpini. Chicco dinario vissuto dentro un fiorire a braccia aperte. è stato un degno successore degli storici incredibile d’iniziative culminate E siccome il tempo e la storia non si fer- presidenti e un chiaro esempio per il futu- nella splendida Adunata nazionale di Mi- mano, sul nostro cammino incontreremo ro della famiglia alpina comasca. lano; tutte dedicate al ricordo dell’8 luglio altri anni centenari da celebrare. Siamo così giunti al termine dell’anno e, 1919 quando i Padri fondatori, riuniti Due di essi stanno già bussando alla mentre il cuore ci fa desiderare di vivere sull’Ortigara, accesero una piccola scintilla porta del 2020: il centenario della no- le tradizionali festività nella serenità del- dalla quale nacque l’Associazione più bella stra Sezione di Como fondata il 5 luglio le nostre famiglie, la nostra mente deve del mondo con l’impegno per non dimen- 1920, cui si affiancherà un centenario essere riconoscente verso tutti gli Alpini, ticare. È iniziato il secondo secolo asso- molto particolare: quello del Gruppo Al- Amici e familiari che nell’anno del Cente- ciativo. A noi non è dato sapere ciò che il pini di Torno, nato il l’1 agosto 1920. Un nario sono andati avanti. futuro ci riserverà; però conosciamo bene evento eccezionale e vanto della Sezione, Ma c’è un messaggio ancora più impor- la nostra storia, caposaldo dal quale scatu- quest’ultimo, perché si tratta storicamen- tante che chiede di essere accolto; è il mes- riscono il dovere e l’obbligo di affrontarla te del primo Gruppo Alpini fondato in or- saggio offerto al mondo da quel Bambino con serenità, rinnovando l’esempio che gli dine di tempo. Per le Penne Nere coma- nato povero tra i poveri, che 2019 anni Alpini hanno offerto nel passato in guerra sche il 2020, il primo anno del secondo fa a Betlemme, ha cambiato il mondo e la e in pace. Ci sono di grande aiuto i motti centenario, si presenta sin d’ora con gran- storia; a noi Alpini chiede di continuare a dei tre battaglioni alpini lombardi, l’Edo- di soddisfazioni da cogliere e altrettanto essere generosi e disponibili a fare il bene. lo, il Morbegno e il Tirano che indicano la impegno da sostenere. È lo stesso messaggio del nostro beato strada da seguire: Dür per dürà, duri per Ma sarà anche un anno che vedrà l’avvi- don Carlo Gnocchi: l’amore è la più benefica, durare, forti per resistere e per sopravvi- cendamento ai vertici della Sezione: Enri- universale e santa di tutte le forze naturali, vere; Avanti, non fermarsi mai per essere co Gaffuri, dopo nove anni di presidenza per la quale l’uomo può evadere dalla clausu- fedeli alla nostra storia e ai nostri valori; illuminata, vissuta con una generosità e ra dell’io per donarsi, e diventare fonte viva e Mai tardi, un invito ai dubbiosi perché si laboriosità proverbiali, lascia l’incarico a luminosa di altre vite nel mondo. convincano che l’Associazione offre cer- un successore e il Baradèll non può chiu- Un caro augurio di buon Natale a voi e tezze; ai dormienti perché abbandonino dere l’anno senza inviargli un ringrazia- alle vostre famiglie. Foto Andrea Cherchi ottobre-dicembre 2019 3
2° RAGGRUPPAMENTO Piacenza accoglie ancora Un altro grande raduno dopo l’Adunata del 2013 Enrico Gaffuri visitata e anche per quello ci siamo torna- ne della santa Messa. Il nostro arrivo in Foto Mario Ghielmetti ti molto volentieri. chiesa è avvenuto con un certo anticipo, e Valerio Marangon Come sempre, il sabato mattina si è svol- che si è rivelato una grande fortuna, per- ta la riunione dei presidenti di Sezione e ché era già presente l’Alpino bresciano il luogo dell’incontro è stato lo splendido Angelo D’Acunto, una delle new entry H o atteso il raduno di Raggrup- Palazzo Farnese, oggi polo museale vera- nella squadra degli speakers ufficiali. pamento a Piacenza, quasi con mente interessante. Il pomeriggio invece Grande fortuna poiché Angelo, docente di un sentimento di solidarietà è iniziato il vero coinvolgimento di Alpini diverse discipline presso la Pontificia Uni- nei confronti dell’amico presi- e cittadinanza, con il rituale degli onori versità della Santa Croce in Roma, ha in- dente di Sezione Roberto Lupi e dei suoi al Labaro e al Gonfalone della Città di trattenuto i fedeli con una lezione di alto collaboratori, visto che conoscevo bene Piacenza, decorato di Medaglia d’Oro al livello di storia dell’arte facendo gustare la quanto fosse impegnativo organizzare Valor Militare. La sfilata attraverso le vie cattedrale in tutti i suoi particolari. e far quadrare tutto a puntino. Mi sono della città si è svolta tra una nutrita par- Al termine della liturgia eucaristica, cele- sentito ancor più solidale con lui quando, tecipazione di pubblico. Il percorso delle brata dal vescovo di Piacenza monsignor fino alla vigilia dell’incontro, le previsioni strade di Piacenza, ricche di costruzioni di Gianni Ambrosio, si è potuto constatare il meteo non davano grandi speranze per bella architettura, ci ha portato in piazza vero polso della già elevata presenza alpi- l’intero fine settimana. Invece il Padre Cavalli, con i suoi poderosi e spettacolari na in città, con molti angoli in cui si erano Eterno ha cambiato idea e ha deciso di monumenti in bronzo. E proprio qui si formati cori misti di Alpini e abitanti. E premiare gli organizzatori e i partecipan- sono svolti l’alzabandiera e la resa degli questo aspetto la dice lunga sul rapporto ti, con due giornate senza problemi, solo onori ai Caduti. Ha fatto seguito il tra- che nasce immediato e spontaneo tra noi al sabato pomeriggio quattro gocce per sferimento alla cattedrale di Santa Maria e le comunità che ci ospitano; basta ben pochissimi minuti. Assunta, gioiello di architettura romanica poco per essere accolti e fraternizzare. La Sapevamo già che la città merita di essere risalente all’anno 1122, per la celebrazio- serata è stata ancor più coinvolgente per 4 ottobre-dicembre 2018
gli Alpini dalla cittadinanza a bordo delle strade. La In chiusura è avvenuto il passaggio della Sezione di Como, preceduta dal pannello stecca agli amici della vicina Sezione di floreale di Griante che, come sempre, ha Lecco che nel 2020 ospiteranno il raduno avuto molto successo, era accompagnata del 2° Raggruppamento. dalle due fanfare di Asso e di Olgiate Co- Ha concluso la manifestazione l’ammai- masco. Sfilavano con noi numerosi sin- nabandiera; ammainabandiera fuori daci, una novantina di gagliardetti e circa standard, visto che il drappo è rimasto cinquecento Alpini. È stato bellissimo bloccato in cima al pennone. A quel pun- passare davanti alla tribuna accompagnati to il generale Sergio Santamaria ha preso per la seconda volta dalla chiara voce del il microfono e ha gridato La Bandiera non nostro Tiziano, neo speaker nazionale, scende, vuole rimanere in alto. Viva l’Italia!. che si è alternato con Angelo D’Acunto Bravo generale, anche noi gridiamo con per tutta la mattinata. te Viva l’Italia! Piacenza la Primogenita Città Medaglia d’Oro al Valor Militare la cittadinanza, grazie ai concerti e caro- selli delle fanfare alpine. La domenica mattina è avvenuto l’am- A metà circa del suo percorso il fiu- me Po bagna Piacenza, all’estremità nord-occidentale dell’Emilia-Romagna, centini durante la lotta di liberazione dal- la dittatura nazi-fascista. È opportuno ricordare inoltre che a ot- massamento in un posto straordinario; città alla quale è stato attribuito l’appel- tanta chilometri a sud est Piacenza si si chiama Polo Mantenimento Pesante lativo di Primogenita. trova Reggio Emilia, città del Tricolore Nord, ma sarebbe più corretto chiamar- Fu il re Carlo Alberto a concedere questo così chiamata perché il 7 gennaio 1797 lo “città nella città”, tanto è grande. Ho titolo quando, il 14 maggio 1848, una la Repubblica Cisalpina votò per la prima letto in internet che occupa una super- delegazione si recò da lui per annunciare volta l’adozione di questo simbolo nazio- ficie di duecentotrentatré ettari ed è la che, a larghissima maggioranza quasi un nale; un’altra tappa fondamentale verso struttura militare che si fa carico dell’ag- plebiscito, i piacentini avevano votato per l’Unità d’Italia. giornamento, controllo e manutenzione l’annessione al Piemonte: Prima fra le città Una premessa per ricordare che in que- di apparati, mezzi e sistemi d’arma. Un italiane, il 10 maggio 1848, che con plebisci- ste terre di grande valore storico-risorgi- vero e proprio stabilimento, che dispone to pressoché unanime, votava la sua annes- mentale si sono tenute alcune Adunate anche di un bellissimo museo. A dirigerlo sione al Piemonte, meritando dal Re Carlo nazionali degli Alpini: a Modena, a Bolo- un Alpino, il generale di Divisione Sergio Alberto l’appellativo di Primogenita. Roma, gna, a Reggio Emilia, Parma e, sei anni fa Santamaria. In un enorme spiazzo sono 27 gennaio 1941 (Regio Decreto n. 322). nel 2013, a Piacenza; la stessa città che avvenuti l’inquadramento gli onori alle Fu uno dei primi eventi che contribuiro- quest’anno è stata scelta per accogliere il insegne e gli interventi; molto apprezzati no alla proclamazione del Regno d’Italia raduno del 2° Raggruppamento. quelli del presidente sezionale Roberto nel 1861. Alla città di Piacenza è stata Penne Nere lombarde, emiliane e roma- Lupi, del generale Santamaria e del presi- conferita la Medaglia d’Oro al Valor Mili- gnole provenienti dalle valli alpine, dai la- dente Sebastiano Favero. Un po’ troppo tare dal presidente della Repubblica Oscar ghi prealpini, dalle coste adriatiche e dagli ridondanti gli altri. Luigi Scalfaro nel 1996, a riconoscimento Appennini si sono dati convegno nel capo- Da lì è partita la sfilata, molto seguita del doloroso e intenso impegno dei pia- luogo emiliano, in una splendida domenica ottobre-dicembre 2019 5
2° RAGGRUPPAMENTO autunnale ancora ben soleggiata e arricchi- anche gli Alpini dei raduni sono differenti valori che cento anni fa i Padri fondatori ta dal calore umano dei suoi abitanti. perché, provenendo da territori eteroge- hanno messo a guida dell’Associazione Chi conosce poco gli Alpini spesso asseri- nei, portano con loro modi di esprimersi, Nazionale Alpini, un’entità unica al mon- sce che i nostri raduni rispettano un pro- di cantare; portano le loro prelibatezze do che molti invidiano non riuscendo a tocollo così ripetitivo da sfiorare addirit- culinarie che, diverse per zona e per tra- capire quali siano i motivi che tengono tura la nausea: lo stesso programma, gli dizione, fanno della cucina italiana la più unite in modo indissolubile almeno tre stessi discorsi, le stesse abitudini. Nulla di amata nel mondo. generazioni di Penne Nere. più falso. Ogni incontro è sempre uguale Ma ci sono solo due cose che accomunano Non resta che ringraziare Piacenza e i ma sempre diverso perché diverse sono le gli Alpini da qualunque parte provenga- suoi Alpini per la magnifica accoglienza e città, diversa la storia di ciascuna, diver- no. La prima: la leggendaria amicizia che augurare buon lavoro a Lecco, città desi- si gli abitanti, diverse le consuetudini e li tiene uniti in ogni momento della vita e gnata ad accogliere il raduno del 2° Rag- infine diversi i dialetti che, ci auguriamo, nella miriade di attività volontarie e gra- gruppamento del prossimo anno. possano resistere in questo nostro tempo tuite che svolgono. La seconda: l’impe- Avanti Alpini di Lecco, adesso tocca a voi! che tutto appiattisce, anche le lingue. Ma gno etico a mantenere e diffondere tutti i Piergiorgio Pedretti Grazie Presidente! La commozione di portare il Vessillo S quilla il telefono. È il presidente Enrico Gaffuri che mi domanda: Ci sei a Pia- cenza al raduno del 2° Raggruppamento? Ti sezionale, il pannello floreale di Griante, le due fanfare, i gagliardetti e tutti gli Alpini comaschi giunti in massa a Piacenza per farebbe piacere essere l’alfiere del Vessillo se- testimoniare la presenza lariana. zionale? Rispondo prontamente: Certo che L’agitazione che inizialmente mi preoc- ci sono! – e aggiungo, pieno di emozione e cupava, piano piano svanisce soprattutto di orgoglio per questo invito – Ti ringrazio perché il Presidente mi trasmette fiducia dell’onore che mi concedi. e tranquillità. Cresce però l’emozione nel Provo una gioia immensa ma nello stesso passare tra la gente che, numerosa ai lati tempo un po’ di agitazione anche se non delle strade, applaude fino a sentirsi un è la prima volta che mi viene chiesto il tutt’uno con la grande famiglia alpina che servizio di portare il Vessillo. marcia al suono brillante delle fanfare. Arriva la domenica del raduno e alla zona Quando giungiamo a piazza Cavalli, dove dell’ammassamento ci si ritrova con tan- è collocata la tribuna d’onore con il La- ti Alpini che si sono conosciuti nel corso baro nazionale, il Gonfalone della città chi s’inumidiscono. Al termine di questa degli anni; saluti e strette di mano come di Piacenza e le autorità, ci accoglie la splendida giornata vissuta nella città di se fosse la prima volta che ci s’incontra. voce calda, energica e possente del no- Piacenza, decorata di Medaglia d’Oro al Puntualmente alle 9:30 iniziano i discorsi stro speaker Tiziano Tavecchio, come già Valore Militare, i ricordi rimangono nelle ufficiali. Poi seguendo gli ordini del ceri- era successo all’Adunata del Centenario menti e nei cuori. moniere, inizia la sfilata. Io, davanti a tut- a Milano, che ascolto mentre descrive Grazie Presidente per avermi scelto come ti, sono orgoglioso del mio incarico: ho al in modo preciso il passaggio degli Alpini alfiere del Vessillo sezionale! mio fianco il Presidente, dietro il Consiglio comaschi. Il cuore batte a mille e gli oc- Tiziano Beretta Uno scambio di emozioni ra la cui mole si staglia sui prati erbosi. Una coppia di Alpini, con la camicia della Sezione di Piacenza, mi passa accanto; il Alpini lombardi ed emiliano-romagnoli più anziano dei due ha sul cappello il nu- mero sei e la nappina verde come la mia. S ono le sei del mattino e sono già in macchina, non vedo l’ora di arrivare a Piacenza. Mi accompagna un senso d’ir- Polo Manutenzione Pesante Nord, una realtà enorme, un paese all’interno della città; la scelta di radunare in questo luo- Mi domanda sorridente: Sei anche tu del Sesto? Io, avendo notato i cannoni sul fre- gio del suo cappello, gli rispondo: Sì, ma io requietezza, forse perché ho ancora nel go i partecipanti ha permesso di non con- sono del Sesto Alpini!. Allora il vecio mi rac- cuore lo splendido raduno omologo orga- gestionare le vie cittadine fin dal primo conta che ha prestato servizio nel 1965 nel nizzato lo scorso anno a Mariano Comen- mattino; enormi mezzi blindati e carri ar- Sesto Artiglieria da Montagna della Briga- se dalla nostra Sezione. Mi accompagna mati faranno da scenografia al passaggio ta Cadore e mi parla di obici e di jeep a pelo una buona dose di curiosa malignità in delle Penne Nere. (i muli, ndr) che, dal suo punto di vista, attesa di poter fare un confronto tra le È mattina presto e nel piazzale ci sono una sono animali intelligentissimi. Gli comu- due manifestazioni che, con quelle degli cinquantina di persone in attesa dell’arri- nico che ho fatto il servizio militare nel altri raggruppamenti, sono seconde per vo dell’ondata di Alpini che arriverà tra Sesto Alpini a San Candido in compagnia importanza solo all’Adunata nazionale. poco; passeggio incuriosito e mi soffermo di mortai e di muli meccanici che, secon- Il luogo dell’ammassamento è presso il accanto alle potenti macchine da guer- do me, non sono altri che stupidi carrelli. 6 ottobre-dicembre 2019
Terminato l’eco degli applausi inizia la sfi- lata che, dopo essere uscita attraverso le mura perimetrali del Polo, si inoltra nelle vie della città. Più ci si avvicina al centro, più il pubblico è caloroso e accoglie gli Alpini con grandi applausi, ricambiati da sorrisi e cenni di saluto. La Sezione di Como è al gran comple- to: in testa il Vessillo accompagnato dal presidente Gaffuri, seguono il Consiglio sezionale, i sindaci in fascia tricolore, la Fanfara alpina sezionale di Asso - Ange- E intanto penso: ecco chi sono gli Alpini, della città di Piacenza decorato di Meda- lo Masciadri, quella di Olgiate Comasco, guardano il cappello e si riconoscono; dif- glia d’Oro al Valor Militare; le autorità tanti gagliardetti e moltissimi Alpini che ferenze di età e di dialetto scompaiono; civili e militari prendono posto sul palco. dal Lario sono scesi in questa città accan- torna quello spirito di corpo che ci è stato Ascoltiamo i discorsi di circostanza; to al fiume Po. trasfuso durante la naja tanto vituperata. qualcuno breve come quello del genera- Arrivati in piazza Cavalli passiamo davan- Nel frattempo il piazzale si riempie; pas- le Sergio Santamaria, comandante del ti alla tribuna d’onore al gonfalone della sano facce conosciute, arriva il pannello Polo, che viene applaudito. Tocca poi ai città di Piacenza e al Labaro nazionale. floreale di Griante che con fiori gialli e politici; qualcuno si dilunga troppo e gli A conclusione della cerimonia è avvenu- bianchi su campo azzurro recita 100° Ana Alpini fanno capire con chiarezza che può to il passaggio della stecca alla Sezione di per non dimenticare. Arrivano i comaschi, bastare. Prende la parola il presidente Lecco che ospiterà il raduno nel 2020 e la arrivano i consiglieri sezionali accompa- nazionale Sebastiano Favero; in quattro resa degli onori al Labaro nazionale. gnati dal Presidente; pacche sulle spalle, minuti d’orologio propone una riflessio- Allo scioglimento dei ranghi, riparte il strette di mano: A che ora sei partito?... ne su due aspetti della vita associativa: lo tradizionale caos alpino: Ciao, ciao… Ci Dove andate a mangiare?… Hai visto se c’è spirito di servizio e la volontà di donare; il vediamo a casa… Buon rientro… E tutti si tizio?… Ma quanti siamo?... primo acquisito durante la naja, il secondo avviano verso un mezzo di trasporto che Ed ecco l’inizio della cerimonia; si passa tramandato all’interno dell’Ana dai Padri li porterà a un meritato pranzo in allegra da una chiassosa confusione a un ordina- fondatori – cento anni fa – fino ai nostri compagnia, felici per l’ottima riuscita del to silenzio in un batter di ciglio. giorni. Favero parla con trasporto, spesso raduno e contenti poi di riprendere la Ecco il Labaro nazionale con il suo carico a voce alta, monito di quanti avanzano strada di casa. di medaglie e di onore; ecco il Gonfalone solo diritti dimenticandosi dei doveri. Kristian Fiore Dall’album delle fotografie Alcune istantanee della due giorni nella città emiliana ottobre-dicembre 2019 7
MESSA SEZIONALE Tutti a Messa Armati di fede e di amore Enrico Bianchi Foto Mario Ghielmetti G rande mobilitazione per la nostra santa Messa sezionale sabato 9 novembre: splendida giornata, notevole partecipa- zione da parte dei nostri Alpini anche per rispetto e gratitudine al presidente Enrico Gaffuri che, vista la sua prossima conclu- sione di mandato associativo, meritava un particolare ringraziamento. La concomitanza di una gara di moto- nautica, non prevista quando venne fissato il nostro appuntamento, ha cau- sato momenti di concitazione all’inizio dell’ammassamento per lo stazionamen- to di alcuni veicoli davanti al monumento ai Caduti. Fortunatamente la presenza dell’assessore alla sicurezza e alla prote- zione civile del Comune di Como, signora 8 ottobre-dicembre 2019
Elena Negretti – che ringraziamo dalle scolpite le parole Con le pietre del Carso la pagine del Baradèll – con piglio militare e città esalta la gloria dei suoi figli, è iniziata con l’aiuto di alcuni vigili urbani ha pron- la sfilata molto applaudita e ammirata tamente risolto il problema. che, attraverso il lungolago e passando da Parterre d’eccezione con la partecipazio- piazza Volta, ha raggiunto piazza Duomo. ne di numerosi militari in servizio: il co- Una piazza molto accogliente racchiusa mandante del Cedoc colonnello Massimo tra la facciata del Duomo che sovrasta e i Artemi; il comandante del 7° Reggimento palazzi storici che la circondano. Un luo- Alpini colonnello Stefano Fregona accom- go ideale per esprimere in musica l’affetto pagnato da alcuni suoi Alpini; il tenente degli Alpini verso la città di Como. Le due colonnello degli Alpini Claudio Lucarelli; fanfare, a turno, l’hanno riempita di note il maggiore dei Carabinieri Di Francesco; gioiose concludendo con l’Inno degli ita- il vicequestore dottoressa Marina Di Do- liani cantato da tutti e che ha riscosso in nato, il viceprefetto dottor Michele Gia- caloroso appaluso. comino, un rappresentante della Guardia La santa Messa sezionale che per tradi- di Finanza, l’assessore comunale Elena zione viene proposta annualmente nella Negretti, una novantina di gagliardetti e prima quindicina di novembre è l’ultimo numerosissimi Alpini accompagnati dal atto delle manifestazione sezionali. Ed è suono delle fanfare alpine sezionali di molto significativo che gli Alpini coma- Olgiate Comasco e di Asso. schi, all’avvicinarsi della fine dell’anno, si Dopo la cerimonia degli onori ai Cadu- riuniscano nella “chiesa più grande” di tut- ti al monumento a lago, sul quale sono to il territorio della Sezione per dare lode Un supplemento d’anima e di valori N oi siamo gli eredi dei valori che i Padri fondatori e le generazioni di Alpini che ci hanno preceduto hanno trasmesso a noi. Ma dobbiamo stare attenti perché quando una famiglia lascia un’eredità, i beneficiari possono comportarsi da veri eredi, quelli cioè che ne capiscono il valore economico, ma soprattutto quello etico e s’impegnano a gestirlo con intelligenza e oculatezza; oppure com- portarsi da idioti e dilapidarla in poco tempo. A noi è stata data in consegna un’eredità d’immenso valore e, come tale, dob- biamo accettarla e gestirla con tanto cuore per conferirle sempre più valore. Viviamo in un tempo di grande difficoltà e dobbiamo chiederci come utilizziamo questo nostro tempo. Lo so che noi Alpini facciamo già tante cose, ma è solo un modo per ricordarci che noi oggi abbiamo le stesse responsabilità in un presente fatto di tanta fatica. E oggi credo che le fatiche siano due: non soltanto quella economica che sof- friamo e che c’è oggettivamente, ma soprattutto le fatiche di una società che rischia di perdere, se già non l’ha perso, il senso profondo della vita. Abbiamo confuso il senso del vivere con la a Dio e recitare la Preghiera dell’Alpino. capacità di acquisto del nostro portafogli. Ringraziamo il vescovo di Como monsi- Quando diciamo riferendoci a un figlio “non gnor Oscar Cantoni che, insieme all’ar- voglio che gli manchi nulla”, tante volte in- ciprete del Duomo monsignor Flavio tendiamo semplicemente che quello che ser- Feroldi, ci ha accolto amichevolmente ve lo possiamo comperare. Non è e non deve aspettandoci sulla porta della cattedra- essere così. le. La santa Messa, animata dai canti dal Noi oggi siamo chiamati a portare nella so- Coro Gruppo Alpini Canzo, è stata conce- cietà un supplemento d’anima e un supple- lebrata anche da monsignor Bruno Fasa- mento di valori in silenzio e con laboriosità. ni, Alpino e direttore del nostro giornale Dobbiamo renderci conto che viviamo in nazionale. Don Bruno, alla fine del rito ha tempi di fatica nei quali la nostra profezia è ricordato ai presenti i nostri valori fon- esserci dentro per dare testimonianza. danti. Prima della benedizione solenne, Noi diciamo di essere il Corpo degli Alpini; monsignor Feroldi, dopo aver ringraziato ma prima di tutto siamo il corpo di Cristo, siamo il corpo dei cristiani per il quale don Bruno e tutti i presenti, ha ricordato il ognuno di noi è importante. E allora quando siamo tentati sempre di scaricare gesto che qualche anno fa gli Alpini hanno tutto sugli altri ripetendo ogni volta: è colpa del vescovo, è colpa del parroco, è fatto regalando al Duomo una reliquia di colpa dei genitori, è colpa della politica, cerchiamo invece di mettere sempre a don Carlo Gnocchi che è stata posta nell’al- disposizione le nostre mani armate di fede e di amore. tare della Pietà a perenne ricordo dell’ope- Don Bruno Fasani ra del Beato e dell’affetto che gli Alpini nu- trono verso il loro protettore in paradiso. ottobre-dicembre 2019 9
DON CARLO GNOCCHI Poeta e artista della carità Il ricordo dell’Alpino di Dio nel decimo anniversario della beatificazione 10 ottobre-dicembre 2019
Solo per i tuoi occhi Dalla Russia alla Russia, la chiusura del cerchio Vedo il tuo viso in “lembi di cielo” 1943 In gennaio e febbraio, durante la ritirata di Russia, gli Alpini morenti I l giorno della tua beatifica- zione ho provato serenità e gioia; finalmente la Chiesa celebrazione ho continuato a dipanare la matassa dei miei pensieri; quelli di ieri, affidano a don Carlo la paternità dei loro figli e il sostegno delle loro famiglie. ti ha riconosciuto per quel- quelli di oggi e quelli che in- lo che sei stato; le tue virtù dicono a guardare il futuro. 1943 così tenacemente praticate Poi è arrivato il momento di Il 18 marzo, don Carlo rientra in Italia in ogni circostanza merita- togliere il drappo bianco che e inizia, nelle vallate alpine, il pietoso pellegrinaggio e l’opera di assistenza, no, più di ogni altra cosa, ti copriva: Amabile ha preso di conforto morale e materiale, ai questo riconoscimento an- il drappo dal tuo capo e io figli e ai familiari degli Alpini caduti che più del miracolo su cui è dai tuoi piedi. Ma i miei oc- durante la ritirata. stata motivata la tua beatifi- chi sono andati a guardare cazione. È stata una giornata splendida in il tuo viso e sono rimasto un momento 1945 piazza Duomo a Milano: il sole risplendeva fermo a osservare il raggio di sole che ti Don Carlo viene nominato direttore su tanta gente, dicono cinquantamila, tutti lambiva il volto: ti hanno ricostruito un dell’Istituto Grandi Invalidi di Arosio e accoglie i primi orfani di guerra e con gli occhi puntati sulla tua teca, coperta po’ severo e non sono riuscito a trovare i bambini mutilati: comincia così a da un drappo bianco, che gli Alpini porta- quella tenerezza che nel passato emanavi prendere forma concreta il grande vano a spalla facendoti attraversare la piaz- dai tuoi lineamenti. progetto di assistenza. za fino a lasciarti sul sagrato. Sventolavano Alla fine della celebrazione è intervenuto i gagliardetti dei Gruppi Alpini intervenuti, anche il Papa Benedetto XVI dal grande 1949 insieme ai labari Aido. Erano presenti tut- schermo. È tedesco ma parla l’italiano in L’opera di don Gnocchi ottiene te le rappresentanze dei tuoi Centri e in maniera perfetta e colta; l’unica cosa che il primo riconoscimento formale: la “Federazione Pro Infanzia Mutilata”, mezzo a loro c’erano tanti tuoi figlioli: gli credo impossibile modificare in un tede- che ha fondato l’anno precedente, orfani, i mutilatini e i poliomielitici. sco è il suono della “g” come la pronuncia- viene riconosciuta ufficialmente A concelebrare con il cardinale arcivesco- mo noi; non gli riesce… con decreto presidenziale. vo della diocesi di Milano cardinal Dionigi Pochi giorni dopo siamo stati ricevuti dal Tettamanzi erano vescovi e tanti sacerdo- Papa nella basilica di San Pietro; gli ho 1956 ti lombardi. Accanto a me c’era Amabile, manifestato come tu, don Carlo, sia stato Il 28 febbraio Don Carlo Gnocchi muore prematuramente presso la la ragazza che ricevette la tua seconda l’accompagnatore della mia vita e lui mi clinica Columbus di Milano dov’è da cornea e che tu non hai mai conosciuto. ha risposto: Speriamo che l’accompagni fino tempo ricoverato per una grave forma Stormi di colombi volavano continuamen- in cielo. Sono parole che rispecchiano ap- di tumore. “Amis, ve raccomandi la te sulla piazza; li seguivo con lo sguardo e pieno il mio pensiero. mia baracca”. Sono queste parole quando viravano verso il centro della piaz- Ma, prima terminare questo saluto, vo- rivolte agli amici più cari, tra i quali za, li lasciavo per cercare Anna e Samuele glio chiederti un’altra cosa estremamente gli Alpini, con cui don Carlo prende che si trovavano sotto il sagrato, insieme significativa per me, ma anche per te: vo- congedo dalla vita. I funerali, grandiosi per partecipazione e commozione, alle autorità. C’era anche il mio maestro di glio ricordare la Rotonda di Inverigo. Qui sono celebrati il giorno 1 marzo quarta e quinta elementare alla Rotonda. si è manifestato il nucleo della tua intensa dall’arcivescovo Giovanni Battista Per tre volte due stormi di piccioni, men- operatività caritativa; qui hai sognato che Montini (poi Papa Paolo VI). tre il delegato pontificio pronunciava la questo luogo diventasse punto di riferi- tua beatificazione, si sono sollevati dalla mento alla cultura, ma soprattutto all’at- 1987 tua teca e si sono messi a volteggiare so- tenzione spirituale verso la quale esortavi Il cardinale Carlo Maria Martini, pra di loro come messaggi del cielo, volti i brianzoli ad accostarsi per riequilibrare la istituisce il Processo di Beatificazione. La fase diocesana si conclude nel 1991. a rendere palesi legami e sentimenti di loro grande operosità materiale. È in que- Nel dicembre del 2002 Papa Giovanni sostegno e incoraggiamento. Durante la sta casa che, simbolicamente, hai sciolto Paolo II riconoscendo l’eroicità delle virtù, lo proclama Venerabile. 2009 Domenica 25 ottobre, anniversario della nascita di don Carlo, a Milano in piazza Duomo, avviene il solenne rito di beatificazione, presieduto dal cardinale Dionigi Tettamanzi, arcivescovo di Milano, alla presenza di migliaia di persone. 2019 Gli Alpini, “amis de la baracca”, continuano a operare nella solidarietà, nella beneficienza nel nome di don Carlo e nella memoria di coloro che in Russia sacrificarono la vita. ottobre-dicembre 2019 11
DON CARLO GNOCCHI tutti i voti che ti legavano agli Alpini. pacata della suora insegnante, nella grande di tornare a quel voto e di dedicarlo a noi Torna ancora qui in una chiara e fredda casa nuova ancora tutta da scoprire. E nella perché questa casa continui a essere quel- sera invernale spazzata dal vento… E non oscurità frusciante di innocenti pensieri e di la casa che tu hai sempre sognato. Noi troverai più i tuoi piccoli dormire naufragati sogni ridenti, tornai a vedere gli occhi desti abbiamo i capelli bianchi, ma crediamo nei grandi letti bianchi della casa austera e e trafiggenti dei miei morti. Lente e stanche che altre generazioni di bambini debba- serena preparata per loro. Dormivano il loro le palpebre del sonno scendevano su di essi. no continuare a popolare questa casa per sonno di seta, popolato da corse spensierate I miei morti finalmente riposavano in pace. continuare a sognare i loro sogni di seta. al paesello alpestre, rassicurati dalla voce Siamo noi, tuoi figlioli, che ti chiediamo Silvio Colagrande Le riflessioni di un medico Ridare la salute e la dignità al sofferente e sostenere la sua speranza A scolta: se tutti devono soffrire per com- prare con la sofferenza l’armonia eterna, che c’entrano qui i bambini? Rispondimi per ancora don Carlo: Si direbbe che la lotta e la vittoria contro il dolore sia una seconda generazione, non meno grande della prima a questi piccoli pazienti una cura, veniva loro data l’opportunità di ripristinare, fin dove possibile, lo stato di salute goduto favore. È del tutto incomprensibile il motivo e che chi riesce a ridonare a un bimbo la sa- prima della malattia o di evitare che que- per cui dovrebbero soffrire anche loro e per- nità, l’integrità, la serenità della vita non è sta progredisse e peggiorasse. ché tocca pure a loro comprare l’armonia con meno padre di colui che, alla vita stessa, lo ha Ai mutilatini di don Gnocchi fu salvata la le sofferenze. Con queste parole Ivan, uno chiamato per la prima volta. vita sacrificando un arto o un organo leso dei protagonisti del romanzo di Fjodor Da qui nasce l’impegno per i mutilatini dal trauma delle bombe; ai rachitici di Gae- Dostoevskij I fratelli Karamazov, pone al e per tutti coloro che saranno sofferenti tano Pini furono corrette chirurgicamente custodi del dolore innocente; da qui na- malformazioni scheletriche invalidanti. sce l’opera concreta frutto di un talento Qui si ferma la cura intesa come terapia, straordinario grazie al quale don Carlo fatta di tecnica, di strumenti, di farmaci: seppe dare dignità e grandezza ai limiti da qui in avanti inizia la fase del prendersi fisici dell’uomo, limiti dinanzi ai quali, per cura che esprime il coinvolgimento perso- usare le parole del cardinal Martini, siamo nale di chi assiste a vario titolo la persona introdotti alle frontiere dell’umana esistenza che soffre, coinvolgimento che si esprime e a questo mistero siamo chiamati ad acco- attraverso la compassione intesa come starci con rispetto e con amore. patire ed esplicitata con atteggiamenti Un seme fecondo dunque, quello getta- d’incoraggiamento, solidarietà, sostegno to da don Carlo, che ebbe possibilità di fisico ed emotivo che riconoscono il valo- germogliare anche perché si sparse su un re complessivo della persona. terreno fertile, quello della solidarietà Questo seppero fare, pur depositari di lombarda e milanese in particolare, che culture diverse, don Carlo Gnocchi e Gae- unendo nei secoli valori laici e cristiani, tano Pini, sacerdote l’uno, medico l’al- ben radicati nella società, dette vita a tro, accumunati dalla capacità, gravida fratello Alěšia un quesito che da secoli istituzioni a sostegno degli orfani come di fatiche, di prendersi cura dell’uomo e impegna la mente umana nella ricerca di i “Martinitt” e le “Stelline” e a forme di ancor più, nel loro caso, dei bimbi, con una risposta: che significato si deve attri- assistenza indirizzate ai bambini che un unico grande obiettivo: ridare salute buire alla sofferenza dei bambini? ebbe nella Scuola dei rachitici, fondata ma soprattutto dignità al sofferente, so- Anche don Carlo Gnocchi, di fronte alle da Gaetano Pini nel 1874, una delle mas- stenere la sua speranza condividendone disastrose condizioni umane del do- sime espressioni; ancora oggi, portando l’accidentato percorso nel rispetto delle poguerra, si pose il problema e trovò il nome del suo fondatore, ne continua sue esigenze e capacità, perseguire il suo risposta nella fede: nell’economia della l’opera ed è il più antico istituto ortope- reinserimento nel contesto sociale rea- redenzione cristiana – scrive nel suo te- dico d’Italia. Il rachitismo era una delle lizzando le opere concrete necessarie per stamento spirituale – il dolore dell’uomo è malattie sociali, i figli della “povera gente” raggiungere questi obiettivi. complemento necessario del dolore e della scontavano nel fisico carenze molteplici: La Medicina del futuro, proiettata verso morte redentrice di Cristo […] e perché la alimentari, abitative, di aria, di luce. Pini un inarrestabile, certamente benefico ma redenzione sia totale, ogni cristiano deve s’impegnò per trovare a questi bimbi, forse per certi versi illusorio, progresso apportare a essa il contributo della propria deformati e resi inabili dalla malattia, tecnologico deve vincere questa sfida: sofferenza personale. una cura adeguata che andasse dalle in- deve essere in grado di curare ma anche La sofferenza dei bimbi, liberi da ogni tegrazioni alimentari, alle applicazioni di prendersi cura, deve guardare all’uomo peccato e quindi non bisognosi di espia- elettroterapiche fino agli interventi or- nella sua interezza, nella sua unità di cor- zione, risulta più simile a quella dell’Agnel- topedici riservati ai più contorti, in osse- po e anima, con umanità e comprensione. lo di Dio che toglie i peccati del mondo. Ma quio al concetto che l’ortopedia dovesse Per sviluppare queste due doti i modelli il valore espiatorio del dolore innocente essere considerata prima di tutto l’arte di cui ispirarsi non mancano, nel passato non può certo attenuare l’importanza e raddrizzare i bambini deformi in un conte- come nel presente, in campo sanitario l’impegno che la scienza deve porre con- sto di amore e rispetto che evitasse ogni ma non solo. E gli Alpini… tro il dolore stesso e le sue cause; scrive asprezza verso i bambini. Veniva applicata Tiziano Corti 12 ottobre-dicembre 2019
Una santità quotidiana Alla ricerca di una luce che rischiari il cammino P erché il beato don Carlo Gnocchi è così caro agli Alpini? Penso che il cuore di questi uomini, tem- prati dalla sfida delle montagne e animati da un grande amore fraterno, si trovi fa- cilmente in armonia con il cuore di questo prete e con esso batta all’unisono. Quale sintonia di valori e di scelte tra lui e suoi compagni Alpini? Potrebbe sembrare che il fatto di esse- re prete sia stato un elemento del tutto secondario, se non perfino trascurabile, nell’esperienza e testimonianza cristiana di questo santo. E invece se consideriamo con attenzio- ne i motivi delle sue scelte e lo stile della sua vita, ci accorgiamo che la santità di don Gnocchi scaturisce proprio dal suo sacerdozio. La sua santità prende forma, Don Carlo, l’Alpino di Dio. A destra, 1 marzo 1956, giorno del suo solenne funerale; costantemente, dalla sua vocazione e dal sotto, 25 ottobre 2009, giorno della sua beatificazione; sempre con gli Alpini. suo servizio di prete, e si esprime in quella carità pastorale che è il palpito stesso della vita di un cuore sacerdotale. In questa luce la vicenda spirituale di don Gnocchi prende il suo rilievo e si propo- ne come modello prezioso per ogni vita cristiana. Amare come ha amato Gesù, servire come Lui ha servito, fino a giun- gere al dono totale di sé. Una vita offerta ai piccoli, ai poveri, a coloro che soffrono e così diventano – anche solo per questo motivo – i fratelli ai quali il discepolo di Gesù deve consegnare se stesso; gratuita- mente e senza limiti. In questo modo don Gnocchi ha trovato la via sulla quale realizzare il proprio servizio sacerdotale, e la verità profonda delle pro- prie scelte; il modo di seguire Gesù sulla via della croce, ricevendo dal Suo Spirito la forza di amare gli altri così come siamo amati da Lui. La vita di un prete non può avere altro cri- meno in qualche misura, la santità di don pur avendo vissuto una vita in condizioni terio al quale ispirare il proprio essere e il Gnocchi: essa non si aggiunge all’esterno straordinarie e non facilmente ripetibili, proprio agire: amare come Gesù amerebbe del suo essere in mezzo ai suoi compagni può esserci d’esempio e può essere con- se fosse al suo posto! Donarsi come il Fi- e della risposta alla chiamata della sua siderato un modello imitabile da parte di glio di Dio si donerebbe, senza pretendere Patria, ma è presente e matura dentro il tante vite cristiane. nulla in cambio, solo cercando di svelare il servizio quotidiano e concreto che egli è Dovremmo forse far in modo che la sua mistero di un Dio che è amore, che si dona chiamato a svolgere nella forma di vita di vicenda personale, cristiana e sacerdotale, gratuitamente alle sue creature. un Alpino. In questo modo la sua testi- sia più ampiamente conosciuta. Don Gnocchi sapeva che questo modo monianza diventa per tutti un richiamo Proprio perché povera di elementi straor- di vivere non può essere raggiunto solo ai valori della dedizione senza rimpianti e dinari, e per questo più vicina alla quoti- con le nostre forze: il Padre di Gesù ci fa della prossimità senza condizioni, offerta dianità della vita di ciascuno di noi, l’espe- dono del Suo Spirito perché la vita di Dio a chi cammina con noi e può condividere rienza cristiana di don Carlo si propone possa trovare in noi un riflesso chiaro e le gioie e le sofferenze, i timori e le speran- come modello ispiratore e come bussola di un’eco che può essere ascoltata da tutti ze della vita di ogni giorno. orientamento del nostro cammino. quelli che hanno bisogno di essere accolti, Dunque si tratta di una santità, per così Chi lo conosce avverte ben presto che don sostenuti e amati. dire, quotidiana e vicina alla vita di ciascu- Gnocchi è un compagno di viaggio, un Così, e solo così, si può comprendere, al- no di noi. In questo senso don Gnocchi, amico insieme semplice e molto esigen- ottobre-dicembre 2019 13
DON CARLO GNOCCHI te, un fratello che ci fa scoprire, dentro le la strada giusta e più rapidamente si pos- misure della quotidianità e della prossi- sa arrivare alla meta, percorrendo questa mità, quel tesoro di amore e di dedizione strada in compagnia di chi, prima e più fraterna che costituisce il centro vitale e di noi, si è lasciato orientare e accompa- propulsore della vita secondo il Vangelo. gnare verso l’abbraccio misericordioso del Bisogna conoscere i santi, la loro vicenda Padre che ci ama. Penso che don Gnocchi spirituale, le loro fatiche e le loro lotte: possa essere, per gli uomini d’oggi, anche sentirli così vicini alla nostra condizione per gli Alpini di oggi, un segno prezioso di di gente in cammino, come sostegno ai questo dono dello Spirito di Gesù: a noi la nostri passi e tracce di orientamento del responsabilità di accogliere questo dono, nostro itinerario di vita. Quando lo Spiri- farlo fruttificare nella nostra vita e metter- to Santo di Gesù suscita il miracolo della lo a disposizione di ogni persona umana santità, lo fa sempre anche con questo impegnata nell’onesta ricerca di una luce scopo: accendere una luce sul cammino che rischiari il cammino. dell’umanità perché più facilmente si trovi Monsignor Diego Coletti Accanto alla vita. Sempre! Condividere la sofferenza, primo passo terapeutico N ei collegi della Pro Juventute (opera fondata da don Gnocchi l’11 febbraio 1952, ndr) è in atto anzitutto il recupero morale e psicologico del fanciullo, attra- verso una pedagogia basata prevalente- mente sul potenziamento della volontà ed arricchita dalle forze soprannaturali messe a disposizione del cristianesimo; il recupero e la rieducazione allo studio e al lavoro professionale attraverso scuole ed officine differenziate; il recupero sociale costituito dalle suggestioni di un ambiente omogeneo ove non possono formarsi com- plessi di inferiorità, e dalla educazione alla vita di relazione. A questo si aggiunge ora anche il recupero fisiologico. Terapia dunque dell’anima e del corpo, del lavoro e del giuoco, dell’individuo e dell’ambien- te: psicoterapia, ergoterapia, fisioterapia, il tutto armonicamente convergente alla rieducazione della personalità vulnerata; medici, fisioterapisti, maestri, capi d’arte l’innovazione costantemente coniugate ed educatori, concordemente uniti nella con solidarietà e prossimità. prodigiosa impresa di ricostruire quello Questi valori sono mutuabili anche sulla che l’uomo o la natura hanno distrutto o frontiera del fine-vita dove la Don Gnoc- almeno, quando questo è impossibile, di chi è presente da molti anni con gli Ho- compensare con la maggior validità nei spice per pazienti affetti da malattie in campi inesauribili dello spirito, quello che fase avanzata e terminale, oppure con è irreparabilmente perduto nei piani limi- Unità per le Gravi Cerebrolesioni Ac- tati e inferiori della materia. quisite (GCA), reparto di riabilitazione Così già diceva don Carlo Gnocchi, il speciale in cui vengono accolti pazienti giorno dell’inaugurazione del Centro fi- che hanno subito gravi lesioni cerebrali; sioterapico di Roma, il 25 marzo 1954. condizioni che determinano un periodo E nei decenni a seguire fino ai nostri di coma più o meno protratto. Quale at- giorni, gli eredi e continuatori della sua teggiamento umano e professionale va opera, l’attuale Fondazione Don Car- tenuto nei confronti di un paziente ne- lo Gnocchi, hanno seguito fedelmente gli ultimi momenti della sua vita? Come “Per i grandi tragici dell’antichità la mission del beato don Carlo; ancora e per i pensatori di ogni tempo gestire le emozioni, le ansie e il senso di oggi in Fondazione accettazione significa lo scandalo del dolore innocente impotenza degli operatori di fronte a si- accoglienza. Curare vuol dire prendersi non ha mai cessato di inquietare don Carlo.” tuazioni sfidanti? Come relazionarsi con cura attraverso la ricerca scientifica e Monsignor Angelo Bazzari i famigliari? Che cosa fare per un paziente 14 ottobre-dicembre 2019
to”, che è il tratto caratteristico dell’ope- Tra le guglie del duomo di Milano rare in Fondazione. L’intervento di monsignor Vincenzo Pa- O pera dello scalpellino Gianni Gussoni e dello scultore Mauro Baldessari, la glia, presidente della Pontificia Accademia statua del beato don Carlo Gnocchi venne benedetta domenica 20 ottobre per la Vita, ha richiamato la differenza tra 2013 dal cardinale Angelo Scola, nel duomo di Milano, al termine del Pontificale guarigione e cura: “Il paziente non va mai nella solennità della Dedicazione e a chiusura dell’anno Colombiano (dedicato abbandonato – ha sottolineato – sempre alla memoria del cardinale Giovanni Colombo). dobbiamo prendercene cura. Quando non si Fu successivamente collocata sul lato est della sacrestia capitolare. può guarire, si deve sempre curare. Dobbia- La statua, dopo il prezioso lavoro dello scalpellino Gianni Gussoni di Viggiù, pas- mo contrapporre alla cultura dello scarto, la sò nelle mani dello scultore cultura della cura”. Mauro Baldessari, al quale la Luciano Orsi, vicepresidente della Società Fondazione affidò l’incarico Italiana di Cure Palliative, ha sottolineato per la realizzazione dell’ope- l’importanza di affrontare il tema della te- ra: vi è raffigurato don Carlo rapia del dolore e delle cure palliative già che accoglie tra le proprie negli stadi avanzati della malattia e non braccia un piccolo mutilatino solo nella sua fase terminale, superando tratto dalle macerie. la concezione di “cure per chi non c’è più È particolarmente significa- niente da fare”. tivo che la benedizione della Padre Carlo Casalone, della Pontificia statua avvenne in occasione Accademia per la Vita, ha invece affron- della memoria degli impor- tato il tema della relazione e della cura, tanti anniversari che riguar- approfondendo dal punto di vista etico e dano il cardinale Colombo. teologico gli aspetti legati ad accanimento Fu proprio l’allora arcivesco- terapeutico, sospensione e sproporzione vo di Milano a ricordare don Carlo compagno di semina- rio, prete ansioso d’apostola- to e restauratore d’umanità, il 28 febbraio 1962, sei anni dopo la morte, al Centro “Santa Maria Nascente”: Sì, Foto Andrea Cherchi egli è stato l’uomo della ca- rità – disse in quell’indimen- ticata commemorazione –. Ma è meglio dire che è stato il poeta della carità, l’artista della carità. Aveva capito che tra tutte le azioni, la migliore è sempre quella della carità! Solo così egli poteva tradurre sul terreno pratico quel fascino che emanava dalla sua sensibilità e dalla sua fede. Nella sua breve vita ha mostrato a tutti che per migliorare gli uomini, prima ancora di dare loro principi di pensiero, bisogna indurli a esercitarsi nella carità. destinato a convivere anche a lungo e a oltre centocinquanta operatori della Fon- delle terapie, senza mai perdere di vista casa propria con un’invalidità molto gra- dazione impegnati in Hospice, reparti per la promozione della vita che la persona ve? Queste alcune delle domande a cui si Gravi Cerebrolesioni Acquisite e RSA, percepisce come dignitosa. è provato a dare risposta nel convegno dove più di altre realtà sono presenti pa- Nelle sue conclusioni, il presidente della “Accanto alla vita sempre. Tra scienza, zienti fragili. All’interno di queste strut- Fondazione don Vincenzo Barbante ha coscienza e compassione”, promosso ture è così iniziato un lavoro di confronto ricordato che il convegno è stato il punto dalla Fondazione Don Gnocchi e svolto- e discussione a cui hanno portato il pro- di partenza di un percorso che deve con- si il 30 ottobre a Roma, precedendo così prio contributo tutte le figure professio- tinuare, perché di fronte ad argomenti e l’udienza speciale del 31 ottobre conces- nali che si relazionano con il paziente: temi così importanti, non c’è mai una pa- sa da Papa Francesco a oltre cinquemila medici, psicologi, terapisti e logopedisti, rola definitiva, ma un cammino condiviso pellegrini della grande famiglia della Don infermieri e operatori socio-sanitari. di crescita, che deve coinvolgere diverse Gnocchi nel decennale della beatificazio- I gruppi di lavoro si sono interrogati sul competenze e professionalità, perché non ne di don Carlo. proprio approccio al paziente e alla fa- c’è in gioco semplicemente l’erogazione di Obiettivo del convegno era di manifestare miglia. Sono emersi così gli aspetti più un servizio sanitario al paziente, ma in- nel concreto che il “concetto di cura, di problematici, insieme alle proposte per terrogativi fondamentali sul senso della riabilitazione non deve essere inteso solo meglio rispondere ai bisogni dei pazien- vita in condizioni di particolare fragilità. in senso medico ma in maniera più globa- ti, in quanto persone, con il loro vissuto, Condividere la sofferenza è il primo passo te- le, diventando prossimità e attenzione”. i loro valori, il loro credo religioso e le rapeutico. Così diceva don Carlo Gnocchi, Il momento centrale ha visto la presen- loro aspettative, nel rispetto della loro in un discorso ai medici, nel 1954. tazione di un percorso che ha coinvolto dignità e con lo stile dell’“essere accan- Danilo Carena ottobre-dicembre 2019 15
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