Non vedo l'ora! - Associazione Nazionale Alpini Como
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Numero 3 - Anno XLVII - Poste Italiane SpA - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46), art. 1, comma 2, DCB Como Associazione Nazionale Alpini - Sezione di Como Como - Anno XLVII - Luglio-Settembre 2021 - Numero 3 Non vedo l’ora!
Il Panettone degli Alpini Natale 2021 Dacci una mano Se ci diamo una mano i miracoli si faranno e il giorno di Natale durerà tutto l’anno. (Gianni Rodari) ILLUSTRAZIONE LISA KOLBASA DA SHUTTERSTOCK La dolce solidarietà
SOMMARIO In questo numero EDITORIALE Mi riesce difficile pensare 2 in copertina Non vedo l’ora! DAL DIRETTORE (Foto Marco Rolando) Como - Anno XLVII - Numero 3 E quindi uscimmo a riveder le stelle 3 Luglio-Settembre 2021 Associazione Nazionale Alpini Sezione di Como CENT’ANNI FA Via Zezio, 53 - 22100 Como (CO) Tel. 031.304180 www.alpinicomo.it - como@ana.it Il Milite Ignoto, protagonista della Vittoria 4 Direttore responsabile Piergiorgio Pedretti pedretti.ppg1947@gmail.com IN COPERTINA Redazione Enrico Bianchi, Enrico Gaffuri, Non vedo l’ora! 14 Mario Ghielmetti, Kristian Fiore, Roberto Novati, Carlo Pedraglio, Tiziano Tavecchio SIMBOLO DI MEMORIA Progetto grafico e impaginazione QG Project - Alessandro Villa Stampa Una cattedrale verde per gli Alpini 16 Bieffe Srl Industria Grafica Via Mariano Guzzini, 38 62019 Recanati (MC) PROTAGONISTI Registrazione al Tribunale di Como n. 21 del 7/10/1976. Gianmaria Bonaldi, “La Ecia” 18 Poste Italiane SpA - Sped. in abb. postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46), art. 1, comma 2, DCB Como Figliuolo, abile stratega 22 Hanno collaborato a questo numero Vittorio Aiani, Emilio Allievi, Giangaspare Basile, Giorgio Battisti, Enrico Binda, Emilio Binda, Lia Bonaldi, Luigi Bordoni, Il nostro Adriano 24 Andrea Butti, Maria Castelli, Silvano Ceolin, Alberto Colzani, Lic María Del Carmen Reposi, Sergio Ferrise, Gigliola Foglia, Francesco Guffanti, CATACLISMA 26 Donatella Lamberti, Giovanni Lugaresi, Mario Luppi, Valerio Marangon, Silvano Miglioretto, Settimo Moro, L’estate dell’acqua e del fango Sergio Negrini, Moreno Ortelli, Massimo Peloia, Natalino Pedrazzoli, Flavio Pedretti, Stefano Peduzzi, Francesco Perilli, Corrado Perona, Vittorio Pizzotti, Carlotta Porro, TANTO DI CAPPELLO Carlo Pozzoni, Angelo Proserpio, Serafino Rizzi, Marco Rolando, Luigi Scollo, Nicola Sergio Stefani, Giovanni Serritiello, Daniele Vivi Notizie alpine intra moenia ed extra moenia 28 DALLA PENNA DEI GRUPPI Fatti col cappello alpino 36 RECENSIONI A tutti coloro che abbiano salvaguardato, aiutato, accresciuto la Patria, è assegnata in cielo una sede ben determinata, dove nella beatitudine Finito di stampare 53 possano godere di una vita eterna Omnibus, qui patriam servaverint, adiuverint, auxerint, certum est in caelo definitum locum, ubi beati aevo sempiterno fruantur Marco Tullio Cicerone, De Re Publica, La versione digitale del Baradèll è pubblicata Somnium Scipionis, 6, 13 sul sito internet www.alpinicomo.it e su www.alpimediagroup.it
EDITORIALE Mi riesce difficile pensare Afghanistan, le mie riflessioni amare di sabato 21 agosto M i riesce difficile pensare, da Enrico Bianchi questi giorni alla televisione straziano il comune uomo della strada, cuore e ci lasciano impotenti spettatori che i capi militari occidenta- di un’immane tragedia. L’Afghanistan è li (e i politici di competenza) chi in questi giorni ne è la dimostrazione. precipitato nel più buio oscurantismo. siano stati presi alla sprovvista da ciò che E ancora: possibile che la famosa Intelligen- E ora mi chiedo come debbano sentirsi sta succedendo in questi giorni nel mar- ce americana non avesse avuto sentore del- le famiglie dei nostri cinquantaquattro toriato Afghanistan. la situazione interna dell’esercito regolare soldati caduti invano in missione di pea- Mi pongo alcune domande: possibile che afghano? Possibile che non si fosse pensa- cekeeping in quel lontano paese; come i nostri comandi militari (per nostri in- to per tempo all’evacuazione quantomeno debbano sentirsi i nostri militari di ogni tendo gli americani in testa e giù nella dei collaboratori, non all’ultimo momen- ordine e grado che hanno patito e rischia- catena di alleanze) che hanno operato to come in realtà è stato parzialmente to invano la vita in quel fronte pericolo- in Afghanistan in venti anni circa non fatto, ma mesi prima dell’abbandono del sissimo; come debbano sentirsi i nostri fossero a conoscenza dell’inconsistenza paese da parte delle forze occidentali, soldati tornati feriti e menomati anche dell’esercito afghano da loro addestrato e abbandono che era da tempo program- pesantemente nel fisico e nello spirito. ben fornito di armi e attrezzature, eser- mato? Possibile che sempre la famosa A loro va comunque la nostra più grande cito che si è letteralmente sfaldato in po- Intelligence non avesse avuto sentore che riconoscenza, con la speranza che il loro che settimane? Possibile che non potes- una parte della popolazione tribale fosse sacrificio possa alimentare quella piccola Foto Navid Sohrabi da Pexels sero prevedere, come opzione comunque comunque connivente e che l’avanzata fiammella che sembra di intravedere tra probabile, la recrudescenza dell’azione dei talebani avvenisse così rapidamente? i giovani afghani che, a rischio della loro talebana, azione comunque non da eser- Che fine ha fatto tutto il lavoro svolto dai vita, vediamo sfilare a Kabul con la ban- cito regolare ma da banda di tagliagole e soldati, soprattutto gli italiani, in aiuto diera colorata del loro paese. Auguriamoci per questo ancora più pericolosa? alla popolazione, in particolare donne e che questo possa avvenire e che l’occiden- E purtroppo quanto abbiamo sotto gli oc- bambini? Le immagini che vediamo in te non li abbandoni al loro destino. 2 luglio-settembre 2021
DAL DIRETTORE E quindi uscimmo a riveder le stelle Le stelle di Dante e la speranza di oggi Piergiorgio Pedretti N on poteva mancare sul Baradèll desiderato invito a riprendere la vita di gli Alpini – per compiere un unico e im- un pensiero tratto dalla Divina sempre perché troppe cose dolorose ce mane gesto d’amore; talmente smisurato Commedia del sommo poeta l’hanno fatta dimenticare. da indurre la sede nazionale a pubblicare Dante Alighieri del quale lo E dopo mesi di tristezza e di dolore sono un Libro Verde della Solidarietà dedicato scorso 14 settembre abbiamo ricordato il ricomparse anche le stelle di noialtri Alpin. alle attività svolte durante la pandemia. settecentesimo anniversario della morte. Per noi Penne Nere esse sono rappresen- Purtroppo non tutte le stelle luccicano; ci Le stelle ricordate nel titolo sono un pun- tate dal fortissimo desiderio di ritrovarsi, sono anche quelle spente dal dolore, dalle to di riferimento per Dante; dovevano es- dal ricordo della compagnia, del buonu- sofferenze patite, dalle paure, dalle ap- sere ben radicate nel suo cuore perché con more e del sorriso; dalla voglia irrefrena- prensioni e inquietudini; le stelle di perso- la loro visione egli conclude tutte e tre le bile di riprendere le attività associative a ne – anche Alpini – che in questo periodo cantiche del poema allegorico. tutti i livelli; dalla riapertura settimanale post pandemico si ritrovano con la volontà Ma sono soprattutto le stelle che lui rive- delle nostre sedi e, perché no, dal famoso fiaccata e dubbiosi sul proprio futuro. de dopo il doloroso viaggio nell’Inferno alziamo il bicchier, facciamo cin cin! per ri- Adesso che la vaccinazione ci permette di che lo stupiscono e lo rinfrancano perché cordare il grande Beppe. vedere la luce in fondo al tunnel è giunto si accendono di una luce nuova; una luce E abbiamo il dovere di riprendere tutto il tempo di riprendere in mano la spe- che lo aiuta a lenire il dolore suscitato questo nella consapevolezza che la pande- ranza e il coraggio; di riconquistare tutte dalle orrende scene viste; una luce che gli mia ci ha visto primattori in una disponi- le cose belle che la pandemia ci ha tol- infonde la forza per proseguire il lungo bilità e generosità senza fine; dall’Ospeda- to con un improvviso e inaspettato atto cammino che ancora lo aspetta verso il le di Bergamo costruito in sette giorni alle di violenza. Purgatorio e il Paradiso; una luce che gli migliaia di semplici ma importanti azioni Per noi Alpini è ora di abbandonare dub- fa rinascere la speranza dopo un evento quotidiane rivolte senza distinzione a chi bi, paure e anche un po’ di quella pigrizia triste e doloroso come la visita nel luogo aveva bisogno; dal regalare un sorriso e che, anche senza volerlo, si è insinuata della dannazione eterna. una parola di speranza nel mare del silen- furtivamente nei nostri cuori. Dobbiamo Anche noi tutti stiamo attraversando una zio pandemico all’ininterrotta presenza ritornare a essere “Alpini di buona volon- situazione allegorica molto simile a quel- nei centri vaccinali; dalla raccolta di fondi tà” fieri e orgogliosi di tutto il lavoro fatto la che Dante ha vissuto quando è uscito da destinare a enti assistenziali alla co- per contrastare la pandemia; fieri e orgo- dall’Inferno a riveder le stelle. spicua donazione all’Ospedale Sant’Anna gliosi del nostro passato per affrontare Anche noi tutti in questo periodo abbia- per l’acquisto di strumenti medicali e di il nuovo futuro che sarà sempre offerto Foto Cliford Mervil da Pexels mo stelle da ammirare: stelle che ci ap- un’auto medica. generosamente alle necessità che ci ver- paiono sotto forma di un raggio di rina- Insomma, per noi Alpini la pandemia è ranno richieste, con tutto l’amore di cui scita; di una riconquistata libertà anche stata, e lo è ancora, una grande opportu- siamo capaci perché, come Dante ha scrit- se ancora limitata dalla pandemia non nità di unire le forze – Protezione Civile to nell’ultima riga del suo poema, è l’amor completamente sconfitta; di un caldo e Alpina, Alpini in divisa, Alpini e Amici de- che move il sole e l’altre stelle. luglio-settembre 2021 3
CENT’ANNI FA Il Milite Ignoto, protagonista della Vittoria Il 4 novembre 2021 ricorrerà il centenario della sua traslazione da Aquileia a Roma nell’Altare della Patria G iunge da Aquileia a Roma l’Eroe Giangaspare Basile basilica di Aquileia. Aveva in mano un degli Eroi circonfuso di gloria fiore bianco che avrebbe dovuto lasciare […]. La voce registrata sul di- sulla bara prescelta, invece si fermò da- sco di vinile ha il tono solenne vanti al secondo feretro, si tolse il velo dei grandi momenti storici. Il disco, giro e lo adagiò su di esso. Poi, visibilmente dopo giro, ripercorre, sulle note della Leg- commossa, passò accanto alle altre bare genda del Piave, la storia del passaggio dei accasciandosi infine fra le braccia degli fanti il 24 maggio del 1915. Racconta di ufficiali della scorta. un Caduto che sta tornando a casa in La scelta era fatta. Il resto è stato la cro- una bara di abete avvolta nel Tricolore. naca di un cammino di gloria, di grande Avrà una grande tomba di marmo bian- suggestione. Il 28 ottobre 1921 il fe- co, chiamata Altare della Patria e a ogni retro del Milite Ignoto fu posto su un ricorrenza ufficiale gli porteranno coro- affusto di cannone all’interno di vagone ne di fiori, mentre le massime autorità ornato di fiori e aperto, affinché miglia- dello Stato gli renderanno gli onori che, ia di persone lungo il percorso potesse- per suo tramite, saranno estesi a tutto ro vederlo mentre il treno procedeva a l’Esercito e a tutti i Caduti italiani che il velocità limitata attraverso il territorio Soldato Ignoto rappresenta. di cinque regioni e centoventi paesi. Il Quel disco ha una storia particolare: lo treno impiegò cinque giorni per rag- ascoltava un bambino di nascosto, a bas- giungere Roma, dove il feretro venne so volume, durante l’occupazione nazista accolto presso la chiesa di Santa Maria di Sacile, in Friuli, nel 1943. Erano tempi degli Angeli: lo attendevano un milione di guerra e il nemico aveva il comando di persone e la famiglia reale al comple- proprio dall’altra parte della strada, nella to. Il 4 novembre la bara fu solenne- scuola media occupata. Ma l’Eroe degli soldati non identificati, selezionati nei mente tumulata al Vittoriano, nell’Al- Eroi, che Gabriele D’Annunzio chiamò diversi campi di battaglia. I corpi non do- tare della Patria, vegliato ancora oggi Milite Ignoto, affascinava così tanto il vevano rivelare alcun segno di identifica- costantemente da una Guardia d’Onore bambino che questi non si stancava di zione, ma solo dimostrare – dalla divisa, composta da militari delle diverse Forze ascoltarlo e il sottofondo con gli squilli anche se lacerata, dalle scarpe chiodate, Armate italiane. Presso l’Altare ardono di tromba e le grida di battaglia – Savoia! dalle stellette – di appartenere a un com- in perpetuo due bracieri. Savoia! – lo riempivano di orgoglio. battente italiano caduto su uno dei tanti Maria Bergamas, la donna che aveva È una storia che ci riporta ancora più fronti: il Trentino, l’Ortigara, il Pasubio, scelto la bara del Milite Ignoto, morì il indietro, al primo dopoguerra e a tutti i il Carso, il Grappa. 3 novembre 1953 a Trieste. Dall’anno soldati caduti sul Pasubio, sull’Ortigara, I corpi di undici Caduti, non identificati, seguente riposa ad Aquileia, accanto agli sul Carso. furono così composti in bare tutte ugua- altri dieci Militi Ignoti. Le tombe sono in A guerra finita, sulla scia di un sentimen- li, trasportate nella basilica di Aquileia. una zona ombrosa del Sacrario, illumina- to crescente che si estendeva anche ad al- La scelta di quella che sarebbe stata la te al tramonto dai raggi del sole. tre nazioni che avevano combattuto, fu bara con i resti del Milite Ignoto venne Sono passati cento anni, ma il tempo non organizzato un grande funerale di Stato fatta, in un’atmosfera di grande sugge- ha intaccato il grande significato che rive- in un’atmosfera epica, che glorificava il stione, da Maria Bergamas di Gradisca ste il Milite Ignoto. È una figura ricorren- Caduto. Ma qualcosa ha superato l’or- d’Isonzo, madre di un irredento disperso te nelle guerre che abbiamo combattuto. ganizzazione ufficiale ed è stato il senti- sull’altopiano di Asiago durante la Stra- La memoria è viva perché ci sono ancora mento spontaneo della gente e la capa- fexpedition, che segnò la fine dell’invin- “Ignoti” nei campi di battaglia, in Grecia, cità di vedere in solo Caduto il proprio cibilità delle truppe scelte austriache. in Africa, in Russia. Figure di esemplare fratello, il figlio, il padre. Si spiega così la Mentre le campane suonavano a stor- valore che riempiono di orgoglio. È anche straordinaria e commossa partecipazione mo, sulle note del Piave suonato dalla per loro che ardono perennemente due di tutto un popolo, mai così unito come fanfara della brigata Sassari e tra salve fiamme ai lati dell’Altare della Patria. durante le complesse fasi della ricerca di cannone, Maria venne accompagnata Quel disco di vinile, da cui siamo partiti, e della scelta del Caduto fra i resti dei da quattro militari Medaglie d’Oro nella gira ancora. 4 luglio-settembre 2021
CENT’ANNI FA IL GENERALE GIUSEPPE PAOLINI GUIDÒ LA COMMISSIONE DI RICERCA DELLE SALME Di nuovo in trincea P er la realizzazione del progetto di tumulare al Vittoriano la salma di un soldato ignoto, il generale Giuseppe più in profondità. Infine, le salme non dovevano presentare alcun indizio che potesse consentire la loro identificazio- Paolini Medaglia d’Oro al Valor Mili- ne. Insieme alla commissione operò un tare e commissario alle Onoranze per i nucleo di supporto con un cappellano, Caduti in guerra, decise la costituzione autisti, falegnami, zappatori. di una speciale commissione compo- Dobbiamo al diario tenuto dal tenente sta da ufficiali, sottufficiali e militari di Tognasso, che peraltro non infranse il truppa – tutti decorati al valor militare giuramento dando solo indicazioni piut- – che procedesse alle ricognizioni e alle tosto vaghe circa i luoghi visitati, la pos- esumazioni delle salme da raccogliere e sibilità di ricostruire seppur per sommi inviare ad Aquileia dove si sarebbe tenu- capi l’attività che dal 3 al 24 ottobre portò ta la cerimonia di designazione di quello la commissione a esplorare undici campi che sarebbe diventato il Milite Ignoto. di battaglia e a scegliere altrettante salme. I prescelti, identificati con la collabora- I luoghi visitati furono la zona del Coni zione del Sindaco di Udine anche col cri- Zugna e del Pasubio, il Monte Ortigara, il terio della vicinanza geografica ai luoghi massiccio del Grappa, il Montello, Capo- Il generale Giuseppe Paolini, qui ritratto dei combattimenti furono: il colonnello sile e Cortellazzo sul Piave, la zona delle con l’uniforme da tenente colonnello Vincenzo Paladini; il tenenete colonnello Tofane, Monte Rombon, il San Michele, dell’11° reggimento Bersaglieri in Libia 1911. Carlo Trivulzio; il maggiore medico Ni- Castagnevizza del Carso e Monte Herma- Sotto, a sinistra: i membri della cola Fabrizi; il tenente Augusto Tognas- da. In quest’ultima località fu preannun- commissione durante una delle ricognizioni so; i sergenti Giuseppe De Carli e Ivanoe ciata la visita di Gabriele D’Annunzio, che sui campi di battaglia; al centro nella foto, Vaccaroni; i caporalmaggiori Giuseppe però non si fece vedere. Per ciascuna zona col cappello alpino, il tenente colonnello Sartori, Luigi Marano, Ludovico Duca e le indicazioni di Tognasso non forniscono Carlo Trivulzio, riconoscibile anche il soldato Massimo Moro. Quasi tutti i elementi utili all’identificazione del luogo dalla giubba col bavero aperto dei reparti d’assalto. Sotto, a destra: due salme membri della commissione provenivano preciso dove le salme furono rinvenute; dissotterrate durante una delle ricognizioni. dalla Fanteria – Bersaglieri, Alpini e Mi- sappiamo che alcune furono esumate dai traglieri – con un solo rappresentante del piccoli cimiteri allestiti dai reparti appena Genio. Vennero scelti più membri rispet- dietro le linee: In altri casi vennero trova- un altro caduto la cui uniforme lo iden- to al numero strettamente necessario ti corpi tumulati sulla linea del fuoco a tificò come un soldato austriaco. Un’ul- (sei) per assicurare comunque il numero ridosso delle trincee avanzate. Dalle sue teriore ricerca portò a scoprire dentro un legale fissato in caso di assenze. note però emergono le emozioni che i tratto di caverna, chiusa esternamente da La commissione si riunì a Udine il 2 ot- militari della commissione sicuramente un reticolato, i resti di due caduti italiani tobre 1921 presso la sede del Commis- provarono nel “tornare all’inferno” e nel che vennero trovati con l’elmetto ancora sariato e il generale Paolini, dopo aver rivivere i momenti terribili della perma- sul capo, il fucile a fianco del corpo e le fatto giurare a tutti che mai avrebbero nenza in linea questa volta non per com- giberne con ancora qualche caricatore. rivelato il luogo esatto dove le salme sa- battere ma per un’opera di pietà. Nessuno dei due aveva documenti o altri rebbero state esumate, precisò che esse Durante la ricognizione sull’Ortigara, la elementi utili all’identificazione, cosicché dovevano essere di caduti sicuramente commissione trovò a fianco di una trincea ne fu scelto uno mentre l’altro venne av- riconosciuti come italiani, che i luoghi un corpo sepolto che a un esame appro- viato, con altri corpi rinvenuti, alla tumu- dove effettuare le ricerche erano quelli fondito dei resti dell’uniforme, mostrò lazione in un vicino cimitero. dove più aspramente si era combattuto il piastrino di riconoscimento e dovette A Cortellazzo, sul basso Piave, la commis- e dove le nostre truppe erano avanzate quindi essere scartato; poi fu la volta di sione cercò e trovò una salma di ignoto 6 luglio-settembre 2021
nell’allora “cimitero delle ancore” dove i corpi erano due, poiché le ossa erano nel duomo di Gorizia, dedicato ai santi erano sepolti anche i marinai del “Reg- di lunghezze diverse e probabilmente si patroni Ilario e Taziano, prima di essere gimento Marina”, oggi “San Marco”. La trattava di due militari straziati dall’e- traslate ad Aquileia dove vennero siste- scelta fu guidata dall’intento del generale splosione di una granata. Non potendo mate nella basilica il 27 ottobre. La notte Giuseppe Paolini di voler includere nella ricomporre i poveri resti, la commissione prima della cerimonia le bare vennero rosa anche la salma di uno dei Marinai proseguì nelle ricerche e trovò un'altra se- più volte cambiate di posto per evitare che avevano combattuto a fianco dei re- poltura che, eseguito lo scavo, portò alla che dalle venature del legno o da piccoli parti dell’Esercito. luce i resti di un soldato italiano che pre- particolari si potesse capire da quale zona Particolarmente toccante fu la riesuma- sentava un’ampia ferita al cranio, le gam- provenisse quella che sarebbe stata scelta. zione della decima salma a Castagneviz- be spezzate appena sopra le ginocchia e In poco più di tre settimane la commis- za del Carso. Si identificò un tumulo di altre ferite al corpo. Si trattava di un altro sione aveva assolto il compito con uma- pietre che vennero rimosse e apparve un ucciso da schegge di granata. Il generale nità ed efficienza. corpo ormai ridotto a un mucchio di ossa, Giuseppe Paolini, visibilmente commos- Luigi Scollo dal momento che spesso i caduti erano so, invitò tutti a inginocchiarsi mentre il sepolti senza bara talvolta avvolti nella cappellano recitava una preghiera. Gran parte delle notizie sono tratte da mantellina o in un telo tenda. A un esa- Le undici salme, composte in altrettante Presente! La leggenda del Milite Ignoto di me più attento ci si accorse che in realtà casse di legno uguali, furono concentrate Lorenzo Cadeddu. QUEL SOLDATO CHE DA CENT’ANNI RIPOSA AL VITTORIANO DIVENNE SUO FIGLIO La scelta di Maria P er una madre, ricevere la comunica- zione della morte di un figlio caduto in combattimento, dev’essere un dolore onori speciali e, visto che erano tantissi- mi, si scelse di recuperane uno in rappre- sentanza di tutti gli altri. insopportabile. Una pena destinata ad Non fu una scelta casuale e ci si indirizzò accompagnarla per il resto dei suoi gior- ai campi di battaglia che avevano visto i ni. Sapere poi che un bombardamento ha più terribili sacrifici di vite umane. Undici sconvolto il cimitero di guerra in cui era campi di battaglia da cui si riesumarono sepolto, distruggendolo in ogni sua parte altrettanti resti di soldati sconosciuti. e disperdendo i poveri resti dei tanti Ca- Undici Caduti tra i quali individuarne duti, è come affondare un coltello in una uno solo, un Milite Ignoto appunto, che ferita ancora sanguinante. La guerra non rappresentasse tutti gli altri. si è accontentata di portarsi via una vita, E a chi altri affidare la scelta, se non a ma ne ha cancellato anche ogni traccia. una di quelle madri che non avevano mai E chissà a quante madri è stato riservato smesso di piangere, proprio per non avere lo stesso destino, quello di non avere una avuto il conforto di accarezzare una bara. tomba su cui versare una lacrima e reci- In un primo momento si decise di affida- tare una preghiera. Non avere neppure re il compito a Anna Visentini Feruglio, la misera consolazione di sapere almeno alla quale la guerra aveva portato via due dove riposava il figlio. figli uno dei quali, Manlio, capitano del Proprio cent’anni fa si decise che ai tanti 7° Alpini, era stato decorato di Medaglia Caduti di cui non c’era più possibilità di d’Oro al Valore Militare. Si trattava però La mamma Maria Maddalena Bergamas. identificazione spettasse un’attenzione di una signora di ceto piuttosto elevato e Sotto, a sinistra: la bara scelta particolare. Si pensò che ai resti di quei si pensò che sarebbe stato meglio affidare del Milite Ignoto. Sotto, a destra: le bare ragazzi sconosciuti dovessero essere resi il compito a una popolana, una persona nella basilica di Aquileia. luglio-settembre 2021 7
CENT’ANNI FA pensieri e immagini di pietà. Quella pietà ben tradotta in pitture e sculture da gran- di artisti, che sono stati capaci di trasmet- tere il senso del dolore in chi le osserva. Con tutte le sue angosce, Maria si trovò davanti a undici bare, ben allineate nella basilica di Aquileia. Forse in una c’erano i resti di suo figlio Antonio, ma quasi cer- tamente no. Eppure in quel momento Maria era di- ventata la mamma di tutti i Caduti, cari- candosi nel cuore il dolore di tutte le altre mamme che non avevano visto tornare a casa i propri figli. In quel momento la pietà dell’Italia intera assumeva un volto e un nome, erano quelli di Maria. Iniziò a camminare davanti a quelle bare e, quantunque avesse già deciso di indica- re la seconda su cui aveva già appoggiato il suo velo nero, giunta alla decima si ac- casciò a terra gridando il nome del figlio che fosse più rappresentativa della gran dell’Impero austro-ungarico. Il figlio Anto- Antonio e quel gesto venne interpretato parte delle mamme italiane. nio era stato arruolato nell’esercito austria- come la sua scelta. La sorte designò una madre che non ave- co, ma aveva deciso di disertare e di arruo- Avvenne proprio così la scelta di Maria va più un luogo su cui piangere. I bom- larsi nel Regio Esercito, che però gli impose e quel soldato che da cent’anni riposa al bardamenti del cimitero in cui riposava di cambiare identità, in quanto irredenti- Vittoriano divenne suo figlio, come tutti il figlio avevano cancellato proprio tutto. sta. Diventò allora Antonio Bontempelli. gli altri Caduti rimasti senza un nome e Quella mamma si chiamava Maria Ber- Fu quindi quella mamma a dover com- sepolti chissà dove. gamas di Gradisca d’Isonzo in territorio piere la scelta. Già il nome Maria evoca Enrico Gaffuri UNA DELLE PIÙ GRANDI MANIFESTAZIONI DI POPOLO DELLA STORIA D’ITALIA Il viaggio dell’Eroe I l 20 agosto 1921 l’Ufficio Onoranze al Soldato Ignoto definiva, nel programma per le solenni cerimonie del 4 Novembre, il trasferimento a Roma della salma per mezzo di uno speciale convoglio ferrovia- rio. Così, al termine della cerimonia del 28 ottobre ad Aquileia, un corteo accom- pagnava il feretro prescelto dalla basili- ca alla stazione, dove attendeva il carro funebre progettato dall’architetto Guido Cirilli. Trainato da due locomotrici a va- pore, il treno era composto da altri sedici vagoni, dei quali ben quattordici destinati a raccogliere, durante le numerose soste nelle stazioni, i fiori e le corone. L’itinera- rio era stato reso noto da una circolare del 30 settembre 1921, mentre il cerimoniale stabiliva che l’unico brano musicale am- messo era la Canzone del Piave (composta nel 1918 dal maestro Ermete Giovanni voglio, a velocità ridotta, attraversava il A Treviso l’arrivo alle 16:30 e la fermata Gaeta, noto con lo pseudonimo di E.A. Friuli per raggiungere Venezia via Udine, per l’omaggio della numerosa gente accor- Mario, ndr), vietando ogni discorso uffi- Codroipo, Pordenone, Sacile, Conegliano sa; presenti anche gli Alpini della locale ciale per lasciare spazio all’omaggio e alla Treviso, Mestre. Il passaggio del Piave av- sezione appena costituita. Nella stazione commozione del popolo. veniva sul ponte della Priula con il lancio di Mestre una sosta di un’ora; anche qui La mattina del 29 ottobre 1921 il viaggio di fiori nel fiume sacro alla Patria. In ogni la popolazione riunita con musiche e ban- aveva inizio. Nella prima tappa il con- stazione, ad attendere, una folla enorme. diere. La prima tappa del viaggio si con- 8 luglio-settembre 2021
cludeva a Venezia alle 18:30. Seguiva il ce- Podestà. Dopo la cerimonia religiosa, gli ne di Perugia e dei comuni limitrofi con rimoniale con la benedizione del cardinale onori militari, l’omaggio delle corone di le autorità, i soldati del 51° reggimento patriarca e il corteo con le bandiere delle fiori donate dalla città e dei comuni della Fanteria, le associazioni dei combattenti associazioni; poi le scolaresche seguite da Romagna, infine il pubblico che sfilava e dei mutilati, delle madri e delle vedove una folla immensa e commossa. I negozi fino a tardissima ora. di guerra. Quando entrava a Orvieto ave- della città erano chiusi in segno di lutto. Il convoglio ripartiva il giorno successivo, va un ritardo di due ore, ma effettuava lo Il giorno successivo si contavano già un lunedì 31 ottobre, alle 6:24. Dopo il pas- stesso una lunga sosta; dal cielo un aereo migliaio di corone deposte sul treno, così saggio da Pistoia, la successiva méta era pilotato da un aviatore orvietano lanciava venivano aggiunti nuovi vagoni. In cielo Firenze. Tutta la città era imbandierata fiori. A Orte giungeva che era ormai notte numerosi aeroplani accompagnavano il già dal primo mattino. Le fabbriche ave- a causa del ritardo, ma la stazione era gre- viaggio. Nelle piccole stazioni di Abano, vano cessato il lavoro alle ore 12 e la po- mita di folla, come nelle successive fino a Montegrotto, Battaglia, Monselice si ripe- polazione aveva cominciato ad affollare la Roma. Alle 22 il convoglio entrava nella teva sempre la medesima scena: la popo- stazione, in attesa del treno che giungeva stazione di Roma Portonaccio. lazione commossa inginocchiata lungo i alle 14:15, accolto con le note della Can- Il giorno dopo il trasferimento alla stazio- binari, in preghiera, in silenzio o lancian- zone del Piave. Dopo l’omaggio delle auto- ne Termini, atteso dalle massime autorità do fiori. Dopo Rovigo le stazioni del Po- rità e la benedizione del vicario generale, del Regno, prima della tumulazione defi- lesine: Arquà, Polesella, Pontelagoscuro alle 16:40 sfilava l’enorme corteo che era nitiva al Vittoriano. e Ferrara alle ore 15:46. Nel frattempo, giunto da piazza della Signoria. Il viaggio Il lungo viaggio del Milite Ignoto si era migliaia di persone si erano radunate alla proseguiva attraversando la Toscana. Ad concluso dopo ottocento chilometri e stazione di Bologna. Alle 19, dopo la par- Arezzo, passata la mezzanotte, attendeva centoventicinque stazioni ferroviarie. tenza del convoglio da Castel Maggiore, una folla enorme. Centinaia di migliaia di persone lo ave- venivano accesi grandi riflettori e si leva- Il giorno successivo, 1 novembre, dopo vano atteso lungo i binari, con una delle vano tre razzi di segnalazione bianco, ros- gli onori militari il treno ripartiva alle ore più grandi manifestazioni di popolo della so e verde per annunciare l’arrivo e dare 10. Sostava poi a Chiusi, Città della Pieve, storia d’Italia. il segnale per suonare il campanone del Terontola dove era confluita la popolazio- Massimo Peloia UNA RITROVATA UNITÀ NAZIONALE, UNA MAREA DI POPOLO PARTECIPE La cerimonia a Roma piano di Asiago nel 1916, al quale era stata data provvisoria sepoltura; ma poi, negli sconvolgimenti bellici, non più ritrovato. Con la Bergamas, quel 4 novembre di E ra stato il governo presieduto da Da- vid Lloyd George a decidere di rende- re omaggio ai Caduti sconosciuti nella ta a scegliere fra undici bare, si chiamò – per definizione di Gabriele D’Annun- zio – “Milite Ignoto” o “Soldato Ignoto”. cento anni fa, al Vittoriano c’erano al- tre mamme o vedove di soldati morti in guerra ai quali non era stato possibile Grande Guerra, tumulando a Londra, Il suo sacello venne deciso nel monumen- dare un nome. Lei era stata chiamata a nell’abbazia di Westminster, la salma di to a Vittorio Emanuele II, comunemen- rappresentarle tutte e, per completezza di un soldato inglese “privo di identità”: te noto come il “Vittoriano”; progettato informazione, aggiungeremo che dopo la l’omaggio di una nazione ai suoi militari dall’architetto Giuseppe Sacconi nel 1885, scomparsa avvenuta nel 1953 il suo corpo morti, rimasti senza nome. L’evento reca era stato inaugurato nel 1911, ma com- era stato sepolto nella basilica di Aquileia, la data dell’11 novembre 1920. pletato soltanto nel 1935 in piazza Vene- accanto alle tombe degli altri dieci soldati L’esempio dell’Inghilterra sarebbe stato zia a Roma. “sconosciuti” a suo tempo indicati prima seguito dagli altri paesi belligeranti dal Maria Maddalena Bergamas, nata nel della scelta di quell’unico del Vittoriano. 1914 al 1918 e la volta dell’Italia avvenne 1867, era una popolana madre del soldato La cerimonia fu la più importante e par- il 4 novembre 1921. Antonio, disertore dall’esercito austriaco tecipata della nazione unita: un milione Quel Caduto sconosciuto, indicato da per arruolarsi in quello italiano, morto in di italiani, provenienti da ogni parte della una madre di Gradisca d’Isonzo chiama- battaglia a Tonezza del Cimone sull’Alti- penisola, a rendere omaggio a quel Cadu- luglio-settembre 2021 9
CENT’ANNI FA to sconosciuto e, implicitamente, al sacri- ta da dieci madri e da altrettante vedove va: Degno Figlio di una stirpe prode e di una ficio di tutti i combattenti. di Caduti nonché dalle alte cariche dello millenaria civiltà resistette inflessibile nelle Come riportarono i giornali dell’epoca, la Stato e dell’Esercito, fu trasportata all’Al- trincee più contese prodigo il suo coraggio bara del Milite Ignoto era giunta a Roma tare della Patria, dove era attesa dal So- nelle più cruenti battaglie cadde combatten- nella mattinata del 2 novembre, accolta vrano con la famiglia reale; dal presidente do senz’altro premio sperare che la vittoria e alla stazione Termini da re Vittorio Ema- del Consiglio dei Ministri, l’Alpino Ivanoe la grandezza della Patria. nuele III, da rappresentanze, bandiere, Bonomi e da una folla indescrivibile. Da allora la tomba all’Ignoto Militi è vigila- stendardi di armi e vertici militari, deco- Fu una manifestazione austera, semplice ta da un picchetto d’onore di militari delle rati di medaglia d’oro, mutilati. La bara, e solenne nel contempo. Davanti al mo- varie armi a turno e da due fiamme. su un affusto di cannone, venne traspor- numento, in quadrato, uno “smisurato Quel giorno memorabile rappresentò, e tata in Santa Maria degli Angeli, seguita picchetto” a rendere gli onori insieme a non soltanto idealmente, uno spirito pa- a piedi da un lungo corteo col Re in te- trecentotrentacinque bandiere di reggi- triottico ritrovato in una raggiunta unità sta. In piazza Esedra era stata benedetta menti. Prima della tumulazione nell’Alta- nazionale da parte di una marea di popo- dall’ordinario militare monsignor Angelo re della Patria, sotto la statua della Dea lo partecipe, anche se non tutti i partiti Bartolomasi, quindi portata a spalle all’in- Roma, un soldato semplice pose sulla politici parteciparono alla cerimonia. In terno della basilica, dove rimase per l’o- bara l’elmetto da fante. Poi, una lapide particolare i socialisti definirono quel sol- maggio degli italiani fino al 4 novembre. con la motivazione alla Medaglia d’Oro al dato sconosciuto un “proletario straziato La mattina di quel giorno, alle 8:30, sem- Valor Militare alla memoria nel frattempo da altri proletari”. pre su un affusto di cannone la bara segui- conferita al Milite Ignoto che così recita- Giovanni Lugaresi IL VITTORIANO, EMBLEMA DELL’UNITÀ D’ITALIA E DEI SUOI VALORI La tomba di un re mo d’Italia. Otto giorni dopo i suoi resti mortali furono trasferiti al Pantheon tra due ali di folla commossa e furono tumulati in una tomba provvisoria. La R oma Città Eterna. Percorrendo le sue strade e le sue piazze, soffermandosi davanti alle sue vestigia architettoniche, zia, sul versante settentrionale del Cam- pidoglio, a poca distanza dal Colosseo e dal cuore della Roma imperiale. scomparsa del “Padre della Patria” – così era soprannominato il sovrano – susci- tò profondo cordoglio. In molti comuni, si respira a pieni polmoni il profumo del- La scelta del sito dove costruirlo non è grandi e piccoli, furono eretti in suo ri- la storia e si è avvolti dalle suggestioni di casuale; gli ideatori predilessero il cuore cordo monumenti, vennero intitolate vie, un passato ancora vivo e presente. Roma, di Roma nel luogo in cui, narra la leg- piazze e scoperte lapidi. che la leggenda dice essere stata fondata genda, fu edificato l'antico tempio di Questo movimento di opinione non pas- il 21 aprile dell’anno 753 avanti Cristo, è Giove Capitolino. In quel punto preciso sò inosservato alla classe politica e nel stata nei secoli a venire la culla dell'Im- il Vittoriano avrebbe assunto anche la 1881 il governo istituì un concorso aper- pero, il cuore del cattolicesimo e, dal 17 funzione di baluardo simbolico contro il to a tutti per la progettazione di un mo- marzo 1861, la capitale dell’Italia unita. potere temporale del Papa la cui sede, la numento funebre da dedicare al defunto Tra i numerosi monumenti simbolo di cui basilica di San Pietro e il Vaticano, sono re. Vinse l’architetto francese Henri-Paul la città è ricca, spicca il Vittoriano – così a poca distanza. Nénot ma il suo progetto non venne mai chiamato in onore al re Vittorio Emanue- Il 9 gennaio 1878 morì Vittorio Emanuele realizzato a causa di accese polemiche sul le II – che sorge maestoso in piazza Vene- II, ultimo re di Sardegna e dal 1861 pri- fatto di aver assecondato la proposta di 10 luglio-settembre 2021
del materiale di costruzione: il progetto in origine prevedeva il pregiato marmo di Carrara, sostituito poi dalla pietra botticino – calcare compatto di colore beige estratto dalle cave di Botticino, Nuvolento, Nuvolera, Rezzato e Serle in provincia di Brescia – di gran lunga meno costoso. Il complesso monumentale fu solenne- mente inaugurato il 4 giugno 1911. Man- cava ancora l’imponente statua equestre in bronzo raffigurante Vittorio Emanuele II – opera iniziata da Enrico Chiaradia e portata a termine da Emilio Gallori – che fu posata l'anno seguente; una scultura gigantesca alta dodici metri e lunga die- ci. La statua poggia su un basamento di marmo ai piedi del quale sono rappresen- tate alcune città italiane: Firenze con la testa coronata di alloro, Ravenna rivestita con abiti bizantini e Bologna con la toga uno straniero per un monumento a ricor- con un percorso ideale: dalle scalinate e accademica e un libro. do di un regnante italiano. terrazzamenti, con al centro il tempio L’intero edificio rappresenta la Patria e Il bando venne nuovamente emesso l’an- dell'Altare della Patria, fino ai templi i valori del popolo italiano: la Forza, il no successivo 1882 e il 9 febbraio 1884 laterali e al grande portico sormontato Diritto, l’A zione, la Concordia, il Sacrifi- la commissione appositamente formata dalle quadrighe in bronzo che simboleg- cio e il Pensiero. Ai due lati, dove sorge e presieduta dall’onorevole bresciano Giu- giano l’Unità della Patria e la Libertà. tramonta il sole due fontane raffigurano seppe Zanardelli attribuì il primo pre- Purtroppo il Sacconi non fece in tempo il mar Adriatico e il mar Tirreno. In alto, mio all’architetto marchigiano Giuseppe a vedere compiuta la sua opera perché sui due propilei, troneggiano le scritte a Sacconi che, nel gennaio 1885, ricevette la morte lo raggiunse nel 1905 quando caratteri cubitali Patriae unitati e Civium la nomina di sovrintendente e direttore il complesso non era ancora terminato libertati ovvero “All’unità della Patria” e dei lavori. Il 22 marzo dello stesso anno a causa di lungaggini dei lavori causate “Alla libertà dei cittadini”. fu posata la prima pietra. Il progetto, di dai numerosi ritrovamenti archeologici Il grande porticato di sedici colonne rap- grande ambizione e spiccato simbolismo, riportati alla luce duranti gli scavi ma presenta le regioni d’Italia. Mancano la prevedeva una struttura architettonica anche dalla sostituzione in corso d’opera Valle d’Aosta, il Friuli Venezia Giulia, il Foto PhotoFires da Shutterstock luglio-settembre 2021 11
CENT’ANNI FA Foto Francesco Perilli
Molise e il Trentino Alto Adige che furo- temporanea ventuno colpi di cannone. to è dedicato, è da sempre sepolto al no create successivamente. Nel corso degli anni Trenta del secolo Pantheon? La risposta è affermativa e All'interno del Vittoriano si trovano spa- scorso il feretro venne traslato nella crip- inoppugnabile: il Vittoriano è resterà zi espositivi dedicati alla storia d'Italia: il ta interna del Vittoriano, denominata per sempre la tomba di un re. Ma quale museo centrale del Risorgimento; il sa- Sacello del Milite Ignoto dove si trova re? Il re è il Milite Ignoto: re dei Cadu- crario delle Bandiere e un'area che ospita tutt’ora. Alcune parti del sepolcro sono ti e dei Dispersi in guerra; re dei feriti, mostre temporanee di interesse artistico, realizzate con materiali lapidei provenien- degli invalidi, dei mutilati e di quelli che storico, sociologico e culturale. ti dal Monte Grappa e dal Carso. rimasero privi dell’uso della ragione per Ma quello che doveva essere il monu- L'epigrafe della pietra sepolcrale riporta il resto della vita; il re degli orfani, delle mento funebre a Vittorio Emanuele II, il la scritta Ignoto Militi con le date di ini- vedove e delle fidanzate che hanno at- Padre della Patria, rimase vuoto fino al 4 zio e di fine della partecipazione italiana teso invano; il re delle mamme i cui figli novembre 1921 quando sotto la statua al primo conflitto mondiale: XXIV Mag- non sono tornati e delle quali la mam- della Dea Roma, in un loculo ricavato da gio MCMXV e IV Novembre MCMXVIII. ma signora Maria Bergamas rimarrà per un unico blocco di botticino cavo all’in- Sul lato interno del sacello la scritta sempre simbolo imperituro. terno, ebbe solenne sepoltura la salma di Degno figlio di una stirpe di prodi e di una Il Milite Ignoto è il re della pace; dal suo un soldato sconosciuto: il Milite Ignoto. millenaria civiltà, resistette inflessibile nelle meraviglioso e superbo luogo di riposo Questa cerimonia è stata la più impor- trincee più contese, prodigò il suo coraggio lancia un monito: Uomini di tutto il mondo tante manifestazione patriottica dell’I- nelle più cruenti battaglie e cadde combat- abbandonate la guerra che produce solo do- talia unita: vi partecipò un milione di tendo senz’altro premio sperare che la Vit- lore e morte; costruite la pace, la sola virtù persone. In tutta Italia venne ordinato toria e la grandezza della Patria. che offre fratellanza e vita a tutte le donne, a il silenzio che fu rotto solo al momento A questo punto, rileggendo il titolo, pos- tutti i bambini e a tutti gli uomini del mondo. dell’inumazione del Milite Ignoto quando siamo ancora affermare che il Vittoriano Date ascolto a quella voce che duemila anni rullarono i tamburi, suonarono le campa- è “La tomba di un re”? fa veniva dal cielo “Pace a voi uomini di buo- ne di tutte le città della penisola e in tutti Come può essere se Vittorio Emanue- na volontà”. i presìdi militari furono sparati in con- le II, cui questo grandioso monumen- Piergiorgio Pedretti SOLDATO SENZA NOME E SENZA STORIA Figlio di tutti gli italiani I l Milite Ignoto è figlio di tutti gli italiani. Quando, dopo la conclusione del primo conflitto mondiale, il Parlamento approvò Angeli. Il re Vittorio Emanuele III aveva fatto scrivere sulla porta del tempio le se- guenti parole: Ignoto il nome folgora il suo ogni guerra. Quando si educherà per la coo- perazione e per offrirci l’un l’altro solidarietà, quel giorno si starà educando per la pace. la legge 11 agosto 1921 numero 1075 per spirito dovunque è l'Italia con voce di pianto Il Milite Ignoto è figlio di tutti gli italiani. Da la sepoltura a Roma, sull’Altare della Pa- e d’orgoglio dicono innumeri madri: è mio fi- questa convinzione e certezza, il “Grup- tria, della salma di un soldato ignoto ca- glio. Parole che tutte le mamme dei Caduti po delle Medaglie d’Oro al Valor Militare duto in guerra fu compiuto ogni possibile hanno fatto proprie perché il Milite Igno- d’Italia” – ente morale con Regio Decreto sforzo per individuare nel prescelto la sua to – degno figlio di una stirpe prode – era fi- 16 settembre 1927, numero 1858 – ha italianità perché il Milite Ignoto doveva glio di tutte le madri d’Italia. Egli il soldato elaborato una proposta: Così come, cento essere un figlio italiano. sconosciuto, il combattente di tutti gli assalti, anni fa, gli sforzi effettuati per fare in modo Il Milite Ignoto è figlio di tutti gli italiani. l’eroe di tutte le ore, ovunque passò o sostò, che quel soldato “di nessuno”, fosse in realtà Il viaggio del “treno dell’Eroe” attraverso prima di morire, confuse insieme il valore e la percepito come “di tutti”, oggi, in occasione l’Italia, con migliaia di persone inginoc- pietà. Soldato senza nome e senza storia; egli del centenario della traslazione della salma chiate ai lati del binario, fu un’imponente è la nostra storia: la storia del nostro lungo al Vittoriano, è giunto il momento in cui in manifestazione di cordoglio, un’apoteosi travaglio italiano. ogni luogo d’Italia venga riconosciuta la “pa- del ricordo e dell’affetto di quanti vede- Il Milite Ignoto è figlio di tutti gli italiani. ternità” di quel Caduto con il conferimento vano in quel soldato morto il loro figlio, Dal luogo del suo riposo eterno, lui che ha della cittadinanza onoraria al Milite Ignoto, il loro marito, il padre, il fratello, il fidan- sofferto per colpe non sue, che ha toccato da parte di ciascuna civica amministrazione. zato. Fu un eccezionale segno di orgoglio con mano gli orrori della guerra, che ha Sarebbe inoltre particolarmente significativo nazionale che segnò uno dei momenti visto i suoi compagni morire prima di lui, che si procedesse anche alla intitolazione al spirituali più elevati nella storia italiana. non grida vendetta; non impreca verso “Milite Ignoto - Medaglia d’Oro al Valor Mi- Madri, padri, figli, fratelli, sorelle, fidan- chi gli ha chiesto il supremo sacrificio del- litare” di piazze, vie o altri luoghi pubblici. zate vedevano su quel treno il corpo del la vita ma, ricordando le sofferenze sue e Una proposta di grandissimo significa- proprio figlio, fratello o fidanzato come di tutti i combattenti, lancia un monito a to che tutti gli Alpini, nella loro veste di esaltazione del sacrificio e del valore di tutti gli italiani di cui egli è figlio: Mai più portatori di solidarietà, fanno propria im- tutti combattenti. la guerra! Un grido riassunto nelle parole pegnandosi a presentarla ognuno al pro- Il Milite Ignoto è figlio di tutti gli italiani. della grande educatrice Maria Montesso- prio Comune nella speranza che il valore Quando la salma del Milite Ignoto giun- ri: Tutti parlano di pace ma nessuno educa e l’esempio del Milite Ignoto ci aiutino a se a Roma prima di essere tumulata al alla pace. A questo mondo, si educa per la essere sempre generosi e disponibili. Vittoriano fu portata a Santa Maria degli competizione e la competizione è l’inizio di PPG luglio-settembre 2021 13
IN COPERTINA Non vedo l’ora! Adunata nazionale, ma quanto ci manchi? N on vedo l’ora di farmi strada a Enrico Gaffuri mo credendoci profondamente, sentendo fatica, a volte spingendo, per Foto Andrea Cherchi quel brivido che l’Inno nazionale ti pro- raggiungere la zona di ammas- voca sempre, anche se son cose che fai samento della mia Sezione. tutte le domeniche. Poi, tornando a casa Uno scomodo piacere che mi sta mancan- menticabili. Invece sono semplici bevute. commenti l’esito della manifestazione: do ormai da troppo tempo. Il piacere di Non vedo l’ora di tornare a tener d’oc- eravamo tanti, eravamo pochi, chi avrà chiamare ed essere chiamati da amici, che chio il calendario. Oggi che giorno è? contato i gagliardetti. Le solite cose, ma come te sono lì per conquistare una buo- Questa sera è aperta la sede? Uscire di così belle da far fatica a rinunciarci. na posizione. Perché quando sfili in Adu- casa per ritrovarti immediatamente di Non vedo l’ora di vedere in faccia gli ami- nata è bello essere sul lato della tribuna, nuovo in casa, cioè la sede degli Alpini, ci Alpini dal vivo. Mi hanno stancato dove le autorità vedono solo una massa dove c’è la tua seconda famiglia. Ma non le videoconferenze, gli incontri on line, che scivola via, ma a te sembra sempre farti beccare a dirlo se c’è tua moglie, con tanti piccoli riquadri coi volti sullo che il Presidente ti individui e ti saluti. altrimenti inizia il rosario dei al primo schermo. Mi sono stancato di questa vita Non vedo l’ora di avere un’occasione in posto ci sono sempre gli Alpini e finisce associativa che sta diventando digitale. più per chiedere il silenzio agli amici e sempre che ti devi arrampicare sui vetri Sono contento di essere ancora un Alpi- intonare con tutto il fiato possibile al- per evitare il peggio. no analogico e aspetto con ansia che torni ziamo il bicchier, facciamo cin cin. E poi Non vedo l’ora di trovarmi di nuovo in la possibilità dell’incontro, della stretta di berne un sorso alla salute degli Alpini, una chiesa gremita di Alpini, con il ves- mano e dell’abbraccio. La risata in presen- alla nostra salute, che non fa mai male. sillo alla destra dell’altare e due file di za fa un gran bell’effetto, è medicina. Se poi si è a tavola in qualche ristoran- gagliardetti lungo la navata centrale. Che Non vedo l’ora che smettano di arrivare te, o in trattoria che è anche meglio, si bello poi, quando ci si calca il cappello in le notizie degli amici Alpini che sono ri- brinda più volte e si chiede agli estranei testa perché è il momento della Preghiera coverati in ospedale, di quelli che sono di unirsi agli Alpini. Poi va sempre a fi- dell’Alpino. andati avanti, di quelli che hanno proble- nire che imparano e si divertono anche Non vedo l’ora di sentire di nuovo qual- mi di lavoro. loro. Momenti che ti si scolpiscono nella che Alpini, attenti!, per l’alzabandiera, o Non vedo l’ora che torni a splendere il mente come se fossero cerimonie indi- per gli onori ai Caduti. Gesti che compia- sole e, grazie a Dio, ritornerà. 14 luglio-settembre 2021
L’orgoglio di essere Alpino Rispettiamo e difendiamo le nostre tradizioni Q uella del sottotitolo è un’affermazione che leggo spesso sulla nostra stampa e che ascolto nei discorsi ufficiali e non. Vi cappello-e-dentro-la-vita). Vi è, tra l’al- tro, un accostamento tra il sentimento di alpinità e le parole dell’enciclica Laudato e rafforzano il senso di appartenenza a un “gruppo” dotato di forte caratterizza- zione. Senza scomodare l’antropologia ha fatto riferimento anche il nostro presi- si’ di Papa Francesco che io ho trovato culturale, mi sembra di capire che molti dente di Sezione Enrico Bianchi in occa- molto convincente. Moia insiste oppor- di noi, soprattutto coloro che sono impe- sione dell’ultima Assemblea dei Delegati. tunamente su concetti che sono perfet- gnati attivamente nell’Associazione, con- In realtà il termine tradizione è abbastan- tamente definiti nei commi successivi siderano inscindibile la propria identità za neutro; deriva dal verbo latino tradere dell’articolo 2 del nostro Statuto, con personale da quella del “gruppo”. Certa- che significa trasmettere, affidare. Per particolare riferimento all’impegno per mente nel costruire questo sentimento estensione, si intende però il complesso la difesa della natura e per l’apertura so- gioca un ruolo importante il senso di co- delle memorie e delle testimonianze che lidale all’accoglienza di chi chiede aiuto. esione morale e di amicizia che si avverte una generazione intende consegnare a Ma, in definitiva, sono questi i valori che nelle nostre sedi, ma è ancora più forte quella successiva, perché le ritiene fon- distinguono gli Alpini dalle altre persone? la gratificazione che deriva dall’apparte- danti della cultura di appartenenza. Spero di no. Risulteremmo presuntuosi se nenza a un “gruppo” che gode di grande Ebbene, in questa prospettiva, il nostro ritenessimo di essere gli unici a sostenerli prestigio da parte nell’intera nazione. compito è tanto importante quanto de- e sarebbe ancor più drammatico se fossi- Si tratta di un prestigio che deriva da licato e coinvolge la preoccupazione che mo gli unici a crederci. Sono infatti molte un’attitudine: quella della disponibilità è emersa nell’intervento assembleare di le associazioni di volontariato religiose e e dell’operatività gratuita che caratteriz- Luigi Morini, capogruppo di Nesso sul laiche che si muovono sullo stesso terreno. zano gli appartenenti all’Associazione futuro associativo. Dunque, dove si colloca la nostra specifi- Nazionale Alpini. Basta rileggere l’articolo 2 del nostro Sta- cità? Una prima risposta potrebbe essere Scrivo questi concetti con molto pudore tuto per rendercene conto. Vi si ribadisce che noi siamo un’associazione d’arma. Io, perché non so dare un grande apporto che la prima finalità dell’Ana è quella di personalmente, non ritengo questo dato nelle attività che il mio capogruppo solle- tenere vive e tramandare le tradizioni degli così decisivo, ma sono certo che molti non cita, guida e svolge in prima persona, ma Alpini, difenderne le caratteristiche, illu- la pensino come me. Certamente contano ciò non mi impedisce di affermare che strarne le glorie e le gesta. molto i nostri “riti” e la nostra riconosci- questa è la tradizione che prediligo e che Illustrare le gesta e le glorie degli Alpini è bilità. Come contano i simboli cui siamo mi rende orgoglioso di essere Alpino. un compito relativamente semplice anche legati, perché ci ricordano la nostra storia Alberto Colzani se nasconde qualche insidia, nel senso che può capitare di eccedere in un’auto- celebrazione che all’esterno potrebbe es- sere letta come presunzione. Mi sembra tuttavia che l’Associazione sappia porsi di fronte alla storia con rigore e coerenza. È sulla prima parte della frase che vorrei soffermarmi, non perché ho da spiegare qualcosa, ma solo per capire meglio. Allora, un po’ provocatoriamente, chiedo: esistono tradizioni specifiche degli Alpini che meritano di essere tramandate? Per cercare qualche risposta ho provato a “rispolverare” un termine che gira solo al nostro interno: alpinità. Ne tracciava la definizione un breve articolo di Cesare Di Dato comparso su L’Alpino e datato 1 febbraio 2005. Ne riporto solamente la frase più significativa: alpinità è quell’in- sieme di buone idee, di disinteressate azioni, di coesione morale e di amicizia che supera i ceti sociali e che fa dei nostri iscritti un blocco abbastanza omogeneo. Ancora più puntuale è un articolo di Luciano Moia comparso sul quotidiano Avvenire del 10 gennaio 2019 in occasio- ne dell’Adunata del Centenario (https:// www.avvenire.it/opinioni/pagine/sul- luglio-settembre 2021 15
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