Non vedo l'ora! - Associazione Nazionale Alpini Como

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Non vedo l'ora! - Associazione Nazionale Alpini Como
Numero 3 - Anno XLVII - Poste Italiane SpA - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46), art. 1, comma 2, DCB Como
                                                                                                                                                                                                 Associazione Nazionale Alpini - Sezione di Como

                                                                                                                                          Como - Anno XLVII - Luglio-Settembre 2021 - Numero 3

Non vedo l’ora!
Non vedo l'ora! - Associazione Nazionale Alpini Como
Il Panettone degli Alpini
                                             Natale 2021

                                             Dacci
                                             una mano
                                             Se ci diamo una mano
                                             i miracoli si faranno
                                             e il giorno di Natale
                                             durerà tutto l’anno.
                                             (Gianni Rodari)
ILLUSTRAZIONE LISA KOLBASA DA SHUTTERSTOCK

                                             La dolce solidarietà
Non vedo l'ora! - Associazione Nazionale Alpini Como
SOMMARIO

                                                          In questo numero
                                                           EDITORIALE
                                                           Mi riesce difficile pensare                                       2
                   in copertina
                 Non vedo l’ora!                           DAL DIRETTORE
              (Foto Marco Rolando)
         Como - Anno XLVII - Numero 3
                                                           E quindi uscimmo a riveder le stelle                              3
            Luglio-Settembre 2021
        Associazione Nazionale Alpini
               Sezione di Como                             CENT’ANNI FA
       Via Zezio, 53 - 22100 Como (CO)
                Tel. 031.304180
       www.alpinicomo.it - como@ana.it
                                                           Il Milite Ignoto, protagonista della Vittoria                    4
            Direttore responsabile
              Piergiorgio Pedretti
          pedretti.ppg1947@gmail.com                       IN COPERTINA
                   Redazione
         Enrico Bianchi, Enrico Gaffuri,
                                                           Non vedo l’ora!                                                  14
        Mario Ghielmetti, Kristian Fiore,
        Roberto Novati, Carlo Pedraglio,
               Tiziano Tavecchio
                                                           SIMBOLO DI MEMORIA
       Progetto grafico e impaginazione
         QG Project - Alessandro Villa
                     Stampa
                                                           Una cattedrale verde per gli Alpini                              16
           Bieffe Srl Industria Grafica
            Via Mariano Guzzini, 38
             62019 Recanati (MC)                           PROTAGONISTI
     Registrazione al Tribunale di Como
              n. 21 del 7/10/1976.
                                                           Gianmaria Bonaldi, “La Ecia”                                     18
 Poste Italiane SpA - Sped. in abb. postale -
  D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004
    n° 46), art. 1, comma 2, DCB Como                      Figliuolo, abile stratega                                        22
     Hanno collaborato a questo numero
             Vittorio Aiani, Emilio Allievi,
        Giangaspare Basile, Giorgio Battisti,
Enrico Binda, Emilio Binda, Lia Bonaldi, Luigi Bordoni,
                                                           Il nostro Adriano                                                24
    Andrea Butti, Maria Castelli, Silvano Ceolin,
   Alberto Colzani, Lic María Del Carmen Reposi,
 Sergio Ferrise, Gigliola Foglia, Francesco Guffanti,
                                                           CATACLISMA
                                                                                                                            26
       Donatella Lamberti, Giovanni Lugaresi,
          Mario Luppi, Valerio Marangon,
         Silvano Miglioretto, Settimo Moro,                L’estate dell’acqua e del fango
           Sergio Negrini, Moreno Ortelli,
        Massimo Peloia, Natalino Pedrazzoli,
 Flavio Pedretti, Stefano Peduzzi, Francesco Perilli,
 Corrado Perona, Vittorio Pizzotti, Carlotta Porro,        TANTO DI CAPPELLO
  Carlo Pozzoni, Angelo Proserpio, Serafino Rizzi,
 Marco Rolando, Luigi Scollo, Nicola Sergio Stefani,
          Giovanni Serritiello, Daniele Vivi
                                                           Notizie alpine intra moenia ed extra moenia                      28
                                                           DALLA PENNA DEI GRUPPI
                                                           Fatti col cappello alpino                                        36
                                                           RECENSIONI
  A tutti coloro che abbiano salvaguardato, aiutato,
      accresciuto la Patria, è assegnata in cielo
  una sede ben determinata, dove nella beatitudine
                                                           Finito di stampare                                               53
           possano godere di una vita eterna
     Omnibus, qui patriam servaverint, adiuverint,
     auxerint, certum est in caelo definitum locum,
          ubi beati aevo sempiterno fruantur
         Marco Tullio Cicerone, De Re Publica,             La versione digitale del Baradèll è pubblicata
              Somnium Scipionis, 6, 13
                                                           sul sito internet www.alpinicomo.it e su www.alpimediagroup.it
Non vedo l'ora! - Associazione Nazionale Alpini Como
EDITORIALE

Mi riesce difficile pensare
                  Afghanistan, le mie riflessioni amare di sabato 21 agosto

M
               i riesce difficile pensare, da                  Enrico Bianchi                    questi giorni alla televisione straziano il
               comune uomo della strada,                                                         cuore e ci lasciano impotenti spettatori
               che i capi militari occidenta-                                                    di un’immane tragedia. L’Afghanistan è
               li (e i politici di competenza)   chi in questi giorni ne è la dimostrazione.     precipitato nel più buio oscurantismo.
siano stati presi alla sprovvista da ciò che     E ancora: possibile che la famosa Intelligen-   E ora mi chiedo come debbano sentirsi
sta succedendo in questi giorni nel mar-         ce americana non avesse avuto sentore del-      le famiglie dei nostri cinquantaquattro
toriato Afghanistan.                             la situazione interna dell’esercito regolare    soldati caduti invano in missione di pea-
Mi pongo alcune domande: possibile che           afghano? Possibile che non si fosse pensa-      cekeeping in quel lontano paese; come
i nostri comandi militari (per nostri in-        to per tempo all’evacuazione quantomeno         debbano sentirsi i nostri militari di ogni
tendo gli americani in testa e giù nella         dei collaboratori, non all’ultimo momen-        ordine e grado che hanno patito e rischia-
catena di alleanze) che hanno operato            to come in realtà è stato parzialmente          to invano la vita in quel fronte pericolo-
in Afghanistan in venti anni circa non           fatto, ma mesi prima dell’abbandono del         sissimo; come debbano sentirsi i nostri
fossero a conoscenza dell’inconsistenza          paese da parte delle forze occidentali,         soldati tornati feriti e menomati anche
dell’esercito afghano da loro addestrato e       abbandono che era da tempo program-             pesantemente nel fisico e nello spirito.
ben fornito di armi e attrezzature, eser-        mato? Possibile che sempre la famosa            A loro va comunque la nostra più grande
cito che si è letteralmente sfaldato in po-      Intelligence non avesse avuto sentore che       riconoscenza, con la speranza che il loro
che settimane? Possibile che non potes-          una parte della popolazione tribale fosse       sacrificio possa alimentare quella piccola
                                                                                                                                               Foto Navid Sohrabi da Pexels

sero prevedere, come opzione comunque            comunque connivente e che l’avanzata            fiammella che sembra di intravedere tra
probabile, la recrudescenza dell’azione          dei talebani avvenisse così rapidamente?        i giovani afghani che, a rischio della loro
talebana, azione comunque non da eser-           Che fine ha fatto tutto il lavoro svolto dai    vita, vediamo sfilare a Kabul con la ban-
cito regolare ma da banda di tagliagole e        soldati, soprattutto gli italiani, in aiuto     diera colorata del loro paese. Auguriamoci
per questo ancora più pericolosa?                alla popolazione, in particolare donne e        che questo possa avvenire e che l’occiden-
E purtroppo quanto abbiamo sotto gli oc-         bambini? Le immagini che vediamo in             te non li abbandoni al loro destino.

2    luglio-settembre 2021
Non vedo l'ora! - Associazione Nazionale Alpini Como
DAL DIRETTORE

                                                        E quindi uscimmo
                                                        a riveder le stelle
                                                                 Le stelle di Dante e la speranza di oggi
                                                                                           Piergiorgio Pedretti

                                N
                                             on poteva mancare sul Baradèll    desiderato invito a riprendere la vita di        gli Alpini – per compiere un unico e im-
                                             un pensiero tratto dalla Divina   sempre perché troppe cose dolorose ce            mane gesto d’amore; talmente smisurato
                                             Commedia del sommo poeta          l’hanno fatta dimenticare.                       da indurre la sede nazionale a pubblicare
                                             Dante Alighieri del quale lo      E dopo mesi di tristezza e di dolore sono        un Libro Verde della Solidarietà dedicato
                                scorso 14 settembre abbiamo ricordato il       ricomparse anche le stelle di noialtri Alpin.    alle attività svolte durante la pandemia.
                                settecentesimo anniversario della morte.       Per noi Penne Nere esse sono rappresen-          Purtroppo non tutte le stelle luccicano; ci
                                Le stelle ricordate nel titolo sono un pun-    tate dal fortissimo desiderio di ritrovarsi,     sono anche quelle spente dal dolore, dalle
                                to di riferimento per Dante; dovevano es-      dal ricordo della compagnia, del buonu-          sofferenze patite, dalle paure, dalle ap-
                                sere ben radicate nel suo cuore perché con     more e del sorriso; dalla voglia irrefrena-      prensioni e inquietudini; le stelle di perso-
                                la loro visione egli conclude tutte e tre le   bile di riprendere le attività associative a     ne – anche Alpini – che in questo periodo
                                cantiche del poema allegorico.                 tutti i livelli; dalla riapertura settimanale    post pandemico si ritrovano con la volontà
                                Ma sono soprattutto le stelle che lui rive-    delle nostre sedi e, perché no, dal famoso       fiaccata e dubbiosi sul proprio futuro.
                                de dopo il doloroso viaggio nell’Inferno       alziamo il bicchier, facciamo cin cin! per ri-   Adesso che la vaccinazione ci permette di
                                che lo stupiscono e lo rinfrancano perché      cordare il grande Beppe.                         vedere la luce in fondo al tunnel è giunto
                                si accendono di una luce nuova; una luce       E abbiamo il dovere di riprendere tutto          il tempo di riprendere in mano la spe-
                                che lo aiuta a lenire il dolore suscitato      questo nella consapevolezza che la pande-        ranza e il coraggio; di riconquistare tutte
                                dalle orrende scene viste; una luce che gli    mia ci ha visto primattori in una disponi-       le cose belle che la pandemia ci ha tol-
                                infonde la forza per proseguire il lungo       bilità e generosità senza fine; dall’Ospeda-     to con un improvviso e inaspettato atto
                                cammino che ancora lo aspetta verso il         le di Bergamo costruito in sette giorni alle     di violenza.
                                Purgatorio e il Paradiso; una luce che gli     migliaia di semplici ma importanti azioni        Per noi Alpini è ora di abbandonare dub-
                                fa rinascere la speranza dopo un evento        quotidiane rivolte senza distinzione a chi       bi, paure e anche un po’ di quella pigrizia
                                triste e doloroso come la visita nel luogo     aveva bisogno; dal regalare un sorriso e         che, anche senza volerlo, si è insinuata
                                della dannazione eterna.                       una parola di speranza nel mare del silen-       furtivamente nei nostri cuori. Dobbiamo
                                Anche noi tutti stiamo attraversando una       zio pandemico all’ininterrotta presenza          ritornare a essere “Alpini di buona volon-
                                situazione allegorica molto simile a quel-     nei centri vaccinali; dalla raccolta di fondi    tà” fieri e orgogliosi di tutto il lavoro fatto
                                la che Dante ha vissuto quando è uscito        da destinare a enti assistenziali alla co-       per contrastare la pandemia; fieri e orgo-
                                dall’Inferno a riveder le stelle.              spicua donazione all’Ospedale Sant’Anna          gliosi del nostro passato per affrontare
                                Anche noi tutti in questo periodo abbia-       per l’acquisto di strumenti medicali e di        il nuovo futuro che sarà sempre offerto
Foto Cliford Mervil da Pexels

                                mo stelle da ammirare: stelle che ci ap-       un’auto medica.                                  generosamente alle necessità che ci ver-
                                paiono sotto forma di un raggio di rina-       Insomma, per noi Alpini la pandemia è            ranno richieste, con tutto l’amore di cui
                                scita; di una riconquistata libertà anche      stata, e lo è ancora, una grande opportu-        siamo capaci perché, come Dante ha scrit-
                                se ancora limitata dalla pandemia non          nità di unire le forze – Protezione Civile       to nell’ultima riga del suo poema, è l’amor
                                completamente sconfitta; di un caldo e         Alpina, Alpini in divisa, Alpini e Amici de-     che move il sole e l’altre stelle.

                                                                                                                                                   luglio-settembre 2021   3
Non vedo l'ora! - Associazione Nazionale Alpini Como
CENT’ANNI FA

     Il Milite Ignoto,
protagonista della Vittoria
                         Il 4 novembre 2021 ricorrerà il centenario
             della sua traslazione da Aquileia a Roma nell’Altare della Patria

G
           iunge da Aquileia a Roma l’Eroe                    Giangaspare Basile                  basilica di Aquileia. Aveva in mano un
           degli Eroi circonfuso di gloria                                                        fiore bianco che avrebbe dovuto lasciare
           […]. La voce registrata sul di-                                                        sulla bara prescelta, invece si fermò da-
           sco di vinile ha il tono solenne                                                       vanti al secondo feretro, si tolse il velo
dei grandi momenti storici. Il disco, giro                                                        e lo adagiò su di esso. Poi, visibilmente
dopo giro, ripercorre, sulle note della Leg-                                                      commossa, passò accanto alle altre bare
genda del Piave, la storia del passaggio dei                                                      accasciandosi infine fra le braccia degli
fanti il 24 maggio del 1915. Racconta di                                                          ufficiali della scorta.
un Caduto che sta tornando a casa in                                                              La scelta era fatta. Il resto è stato la cro-
una bara di abete avvolta nel Tricolore.                                                          naca di un cammino di gloria, di grande
Avrà una grande tomba di marmo bian-                                                              suggestione. Il 28 ottobre 1921 il fe-
co, chiamata Altare della Patria e a ogni                                                         retro del Milite Ignoto fu posto su un
ricorrenza ufficiale gli porteranno coro-                                                         affusto di cannone all’interno di vagone
ne di fiori, mentre le massime autorità                                                           ornato di fiori e aperto, affinché miglia-
dello Stato gli renderanno gli onori che,                                                         ia di persone lungo il percorso potesse-
per suo tramite, saranno estesi a tutto                                                           ro vederlo mentre il treno procedeva a
l’Esercito e a tutti i Caduti italiani che il                                                     velocità limitata attraverso il territorio
Soldato Ignoto rappresenta.                                                                       di cinque regioni e centoventi paesi. Il
Quel disco ha una storia particolare: lo                                                          treno impiegò cinque giorni per rag-
ascoltava un bambino di nascosto, a bas-                                                          giungere Roma, dove il feretro venne
so volume, durante l’occupazione nazista                                                          accolto presso la chiesa di Santa Maria
di Sacile, in Friuli, nel 1943. Erano tempi                                                       degli Angeli: lo attendevano un milione
di guerra e il nemico aveva il comando                                                            di persone e la famiglia reale al comple-
proprio dall’altra parte della strada, nella                                                      to. Il 4 novembre la bara fu solenne-
scuola media occupata. Ma l’Eroe degli             soldati non identificati, selezionati nei      mente tumulata al Vittoriano, nell’Al-
Eroi, che Gabriele D’Annunzio chiamò               diversi campi di battaglia. I corpi non do-    tare della Patria, vegliato ancora oggi
Milite Ignoto, affascinava così tanto il           vevano rivelare alcun segno di identifica-     costantemente da una Guardia d’Onore
bambino che questi non si stancava di              zione, ma solo dimostrare – dalla divisa,      composta da militari delle diverse Forze
ascoltarlo e il sottofondo con gli squilli         anche se lacerata, dalle scarpe chiodate,      Armate italiane. Presso l’Altare ardono
di tromba e le grida di battaglia – Savoia!        dalle stellette – di appartenere a un com-     in perpetuo due bracieri.
Savoia! – lo riempivano di orgoglio.               battente italiano caduto su uno dei tanti      Maria Bergamas, la donna che aveva
È una storia che ci riporta ancora più             fronti: il Trentino, l’Ortigara, il Pasubio,   scelto la bara del Milite Ignoto, morì il
indietro, al primo dopoguerra e a tutti i          il Carso, il Grappa.                           3 novembre 1953 a Trieste. Dall’anno
soldati caduti sul Pasubio, sull’Ortigara,         I corpi di undici Caduti, non identificati,    seguente riposa ad Aquileia, accanto agli
sul Carso.                                         furono così composti in bare tutte ugua-       altri dieci Militi Ignoti. Le tombe sono in
A guerra finita, sulla scia di un sentimen-        li, trasportate nella basilica di Aquileia.    una zona ombrosa del Sacrario, illumina-
to crescente che si estendeva anche ad al-         La scelta di quella che sarebbe stata la       te al tramonto dai raggi del sole.
tre nazioni che avevano combattuto, fu             bara con i resti del Milite Ignoto venne       Sono passati cento anni, ma il tempo non
organizzato un grande funerale di Stato            fatta, in un’atmosfera di grande sugge-        ha intaccato il grande significato che rive-
in un’atmosfera epica, che glorificava il          stione, da Maria Bergamas di Gradisca          ste il Milite Ignoto. È una figura ricorren-
Caduto. Ma qualcosa ha superato l’or-              d’Isonzo, madre di un irredento disperso       te nelle guerre che abbiamo combattuto.
ganizzazione ufficiale ed è stato il senti-        sull’altopiano di Asiago durante la Stra-      La memoria è viva perché ci sono ancora
mento spontaneo della gente e la capa-             fexpedition, che segnò la fine dell’invin-     “Ignoti” nei campi di battaglia, in Grecia,
cità di vedere in solo Caduto il proprio           cibilità delle truppe scelte austriache.       in Africa, in Russia. Figure di esemplare
fratello, il figlio, il padre. Si spiega così la   Mentre le campane suonavano a stor-            valore che riempiono di orgoglio. È anche
straordinaria e commossa partecipazione            mo, sulle note del Piave suonato dalla         per loro che ardono perennemente due
di tutto un popolo, mai così unito come            fanfara della brigata Sassari e tra salve      fiamme ai lati dell’Altare della Patria.
durante le complesse fasi della ricerca            di cannone, Maria venne accompagnata           Quel disco di vinile, da cui siamo partiti,
e della scelta del Caduto fra i resti dei          da quattro militari Medaglie d’Oro nella       gira ancora.

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Non vedo l'ora! - Associazione Nazionale Alpini Como
Foto Lic María Del Carmen Reposi

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Non vedo l'ora! - Associazione Nazionale Alpini Como
CENT’ANNI FA

IL GENERALE GIUSEPPE PAOLINI GUIDÒ LA COMMISSIONE DI RICERCA DELLE SALME

Di nuovo in trincea
P   er la realizzazione del progetto di
    tumulare al Vittoriano la salma di
un soldato ignoto, il generale Giuseppe
                                                più in profondità. Infine, le salme non
                                                dovevano presentare alcun indizio che
                                                potesse consentire la loro identificazio-
Paolini Medaglia d’Oro al Valor Mili-           ne. Insieme alla commissione operò un
tare e commissario alle Onoranze per i          nucleo di supporto con un cappellano,
Caduti in guerra, decise la costituzione        autisti, falegnami, zappatori.
di una speciale commissione compo-              Dobbiamo al diario tenuto dal tenente
sta da ufficiali, sottufficiali e militari di   Tognasso, che peraltro non infranse il
truppa – tutti decorati al valor militare       giuramento dando solo indicazioni piut-
– che procedesse alle ricognizioni e alle       tosto vaghe circa i luoghi visitati, la pos-
esumazioni delle salme da raccogliere e         sibilità di ricostruire seppur per sommi
inviare ad Aquileia dove si sarebbe tenu-       capi l’attività che dal 3 al 24 ottobre portò
ta la cerimonia di designazione di quello       la commissione a esplorare undici campi
che sarebbe diventato il Milite Ignoto.         di battaglia e a scegliere altrettante salme.
I prescelti, identificati con la collabora-     I luoghi visitati furono la zona del Coni
zione del Sindaco di Udine anche col cri-       Zugna e del Pasubio, il Monte Ortigara, il
terio della vicinanza geografica ai luoghi      massiccio del Grappa, il Montello, Capo-
                                                                                                Il generale Giuseppe Paolini, qui ritratto
dei combattimenti furono: il colonnello         sile e Cortellazzo sul Piave, la zona delle     con l’uniforme da tenente colonnello
Vincenzo Paladini; il tenenete colonnello       Tofane, Monte Rombon, il San Michele,           dell’11° reggimento Bersaglieri in Libia 1911.
Carlo Trivulzio; il maggiore medico Ni-         Castagnevizza del Carso e Monte Herma-          Sotto, a sinistra: i membri della
cola Fabrizi; il tenente Augusto Tognas-        da. In quest’ultima località fu preannun-       commissione durante una delle ricognizioni
so; i sergenti Giuseppe De Carli e Ivanoe       ciata la visita di Gabriele D’Annunzio, che     sui campi di battaglia; al centro nella foto,
Vaccaroni; i caporalmaggiori Giuseppe           però non si fece vedere. Per ciascuna zona      col cappello alpino, il tenente colonnello
Sartori, Luigi Marano, Ludovico Duca e          le indicazioni di Tognasso non forniscono       Carlo Trivulzio, riconoscibile anche
il soldato Massimo Moro. Quasi tutti i          elementi utili all’identificazione del luogo    dalla giubba col bavero aperto dei reparti
                                                                                                d’assalto. Sotto, a destra: due salme
membri della commissione provenivano            preciso dove le salme furono rinvenute;         dissotterrate durante una delle ricognizioni.
dalla Fanteria – Bersaglieri, Alpini e Mi-      sappiamo che alcune furono esumate dai
traglieri – con un solo rappresentante del      piccoli cimiteri allestiti dai reparti appena
Genio. Vennero scelti più membri rispet-        dietro le linee: In altri casi vennero trova-   un altro caduto la cui uniforme lo iden-
to al numero strettamente necessario            ti corpi tumulati sulla linea del fuoco a       tificò come un soldato austriaco. Un’ul-
(sei) per assicurare comunque il numero         ridosso delle trincee avanzate. Dalle sue       teriore ricerca portò a scoprire dentro un
legale fissato in caso di assenze.              note però emergono le emozioni che i            tratto di caverna, chiusa esternamente da
La commissione si riunì a Udine il 2 ot-        militari della commissione sicuramente          un reticolato, i resti di due caduti italiani
tobre 1921 presso la sede del Commis-           provarono nel “tornare all’inferno” e nel       che vennero trovati con l’elmetto ancora
sariato e il generale Paolini, dopo aver        rivivere i momenti terribili della perma-       sul capo, il fucile a fianco del corpo e le
fatto giurare a tutti che mai avrebbero         nenza in linea questa volta non per com-        giberne con ancora qualche caricatore.
rivelato il luogo esatto dove le salme sa-      battere ma per un’opera di pietà.               Nessuno dei due aveva documenti o altri
rebbero state esumate, precisò che esse         Durante la ricognizione sull’Ortigara, la       elementi utili all’identificazione, cosicché
dovevano essere di caduti sicuramente           commissione trovò a fianco di una trincea       ne fu scelto uno mentre l’altro venne av-
riconosciuti come italiani, che i luoghi        un corpo sepolto che a un esame appro-          viato, con altri corpi rinvenuti, alla tumu-
dove effettuare le ricerche erano quelli        fondito dei resti dell’uniforme, mostrò         lazione in un vicino cimitero.
dove più aspramente si era combattuto           il piastrino di riconoscimento e dovette        A Cortellazzo, sul basso Piave, la commis-
e dove le nostre truppe erano avanzate          quindi essere scartato; poi fu la volta di      sione cercò e trovò una salma di ignoto

6    luglio-settembre 2021
Non vedo l'ora! - Associazione Nazionale Alpini Como
nell’allora “cimitero delle ancore” dove      i corpi erano due, poiché le ossa erano          nel duomo di Gorizia, dedicato ai santi
erano sepolti anche i marinai del “Reg-       di lunghezze diverse e probabilmente si          patroni Ilario e Taziano, prima di essere
gimento Marina”, oggi “San Marco”. La         trattava di due militari straziati dall’e-       traslate ad Aquileia dove vennero siste-
scelta fu guidata dall’intento del generale   splosione di una granata. Non potendo            mate nella basilica il 27 ottobre. La notte
Giuseppe Paolini di voler includere nella     ricomporre i poveri resti, la commissione        prima della cerimonia le bare vennero
rosa anche la salma di uno dei Marinai        proseguì nelle ricerche e trovò un'altra se-     più volte cambiate di posto per evitare
che avevano combattuto a fianco dei re-       poltura che, eseguito lo scavo, portò alla       che dalle venature del legno o da piccoli
parti dell’Esercito.                          luce i resti di un soldato italiano che pre-     particolari si potesse capire da quale zona
Particolarmente toccante fu la riesuma-       sentava un’ampia ferita al cranio, le gam-       provenisse quella che sarebbe stata scelta.
zione della decima salma a Castagneviz-       be spezzate appena sopra le ginocchia e          In poco più di tre settimane la commis-
za del Carso. Si identificò un tumulo di      altre ferite al corpo. Si trattava di un altro   sione aveva assolto il compito con uma-
pietre che vennero rimosse e apparve un       ucciso da schegge di granata. Il generale        nità ed efficienza.
corpo ormai ridotto a un mucchio di ossa,     Giuseppe Paolini, visibilmente commos-                                            Luigi Scollo
dal momento che spesso i caduti erano         so, invitò tutti a inginocchiarsi mentre il
sepolti senza bara talvolta avvolti nella     cappellano recitava una preghiera.               Gran parte delle notizie sono tratte da
mantellina o in un telo tenda. A un esa-      Le undici salme, composte in altrettante         Presente! La leggenda del Milite Ignoto di
me più attento ci si accorse che in realtà    casse di legno uguali, furono concentrate        Lorenzo Cadeddu.

QUEL SOLDATO CHE DA CENT’ANNI RIPOSA AL VITTORIANO DIVENNE SUO FIGLIO

La scelta di Maria
P   er una madre, ricevere la comunica-
    zione della morte di un figlio caduto
in combattimento, dev’essere un dolore
                                              onori speciali e, visto che erano tantissi-
                                              mi, si scelse di recuperane uno in rappre-
                                              sentanza di tutti gli altri.
insopportabile. Una pena destinata ad         Non fu una scelta casuale e ci si indirizzò
accompagnarla per il resto dei suoi gior-     ai campi di battaglia che avevano visto i
ni. Sapere poi che un bombardamento ha        più terribili sacrifici di vite umane. Undici
sconvolto il cimitero di guerra in cui era    campi di battaglia da cui si riesumarono
sepolto, distruggendolo in ogni sua parte     altrettanti resti di soldati sconosciuti.
e disperdendo i poveri resti dei tanti Ca-    Undici Caduti tra i quali individuarne
duti, è come affondare un coltello in una     uno solo, un Milite Ignoto appunto, che
ferita ancora sanguinante. La guerra non      rappresentasse tutti gli altri.
si è accontentata di portarsi via una vita,   E a chi altri affidare la scelta, se non a
ma ne ha cancellato anche ogni traccia.       una di quelle madri che non avevano mai
E chissà a quante madri è stato riservato     smesso di piangere, proprio per non avere
lo stesso destino, quello di non avere una    avuto il conforto di accarezzare una bara.
tomba su cui versare una lacrima e reci-      In un primo momento si decise di affida-
tare una preghiera. Non avere neppure         re il compito a Anna Visentini Feruglio,
la misera consolazione di sapere almeno       alla quale la guerra aveva portato via due
dove riposava il figlio.                      figli uno dei quali, Manlio, capitano del
Proprio cent’anni fa si decise che ai tanti   7° Alpini, era stato decorato di Medaglia
Caduti di cui non c’era più possibilità di    d’Oro al Valore Militare. Si trattava però       La mamma Maria Maddalena Bergamas.
identificazione spettasse un’attenzione       di una signora di ceto piuttosto elevato e       Sotto, a sinistra: la bara scelta
particolare. Si pensò che ai resti di quei    si pensò che sarebbe stato meglio affidare       del Milite Ignoto. Sotto, a destra: le bare
ragazzi sconosciuti dovessero essere resi     il compito a una popolana, una persona           nella basilica di Aquileia.

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CENT’ANNI FA

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                                                                                                   ben tradotta in pitture e sculture da gran-
                                                                                                   di artisti, che sono stati capaci di trasmet-
                                                                                                   tere il senso del dolore in chi le osserva.
                                                                                                   Con tutte le sue angosce, Maria si trovò
                                                                                                   davanti a undici bare, ben allineate nella
                                                                                                   basilica di Aquileia. Forse in una c’erano i
                                                                                                   resti di suo figlio Antonio, ma quasi cer-
                                                                                                   tamente no.
                                                                                                   Eppure in quel momento Maria era di-
                                                                                                   ventata la mamma di tutti i Caduti, cari-
                                                                                                   candosi nel cuore il dolore di tutte le altre
                                                                                                   mamme che non avevano visto tornare
                                                                                                   a casa i propri figli. In quel momento la
                                                                                                   pietà dell’Italia intera assumeva un volto
                                                                                                   e un nome, erano quelli di Maria.
                                                                                                   Iniziò a camminare davanti a quelle bare
                                                                                                   e, quantunque avesse già deciso di indica-
                                                                                                   re la seconda su cui aveva già appoggiato
                                                                                                   il suo velo nero, giunta alla decima si ac-
                                                                                                   casciò a terra gridando il nome del figlio
che fosse più rappresentativa della gran          dell’Impero austro-ungarico. Il figlio Anto-     Antonio e quel gesto venne interpretato
parte delle mamme italiane.                       nio era stato arruolato nell’esercito austria-   come la sua scelta.
La sorte designò una madre che non ave-           co, ma aveva deciso di disertare e di arruo-     Avvenne proprio così la scelta di Maria
va più un luogo su cui piangere. I bom-           larsi nel Regio Esercito, che però gli impose    e quel soldato che da cent’anni riposa al
bardamenti del cimitero in cui riposava           di cambiare identità, in quanto irredenti-       Vittoriano divenne suo figlio, come tutti
il figlio avevano cancellato proprio tutto.       sta. Diventò allora Antonio Bontempelli.         gli altri Caduti rimasti senza un nome e
Quella mamma si chiamava Maria Ber-               Fu quindi quella mamma a dover com-              sepolti chissà dove.
gamas di Gradisca d’Isonzo in territorio          piere la scelta. Già il nome Maria evoca                                        Enrico Gaffuri

UNA DELLE PIÙ GRANDI MANIFESTAZIONI DI POPOLO DELLA STORIA D’ITALIA

Il viaggio dell’Eroe
I  l 20 agosto 1921 l’Ufficio Onoranze al
   Soldato Ignoto definiva, nel programma
per le solenni cerimonie del 4 Novembre,
il trasferimento a Roma della salma per
mezzo di uno speciale convoglio ferrovia-
rio. Così, al termine della cerimonia del
28 ottobre ad Aquileia, un corteo accom-
pagnava il feretro prescelto dalla basili-
ca alla stazione, dove attendeva il carro
funebre progettato dall’architetto Guido
Cirilli. Trainato da due locomotrici a va-
pore, il treno era composto da altri sedici
vagoni, dei quali ben quattordici destinati
a raccogliere, durante le numerose soste
nelle stazioni, i fiori e le corone. L’itinera-
rio era stato reso noto da una circolare del
30 settembre 1921, mentre il cerimoniale
stabiliva che l’unico brano musicale am-
messo era la Canzone del Piave (composta
nel 1918 dal maestro Ermete Giovanni              voglio, a velocità ridotta, attraversava il      A Treviso l’arrivo alle 16:30 e la fermata
Gaeta, noto con lo pseudonimo di E.A.             Friuli per raggiungere Venezia via Udine,        per l’omaggio della numerosa gente accor-
Mario, ndr), vietando ogni discorso uffi-         Codroipo, Pordenone, Sacile, Conegliano          sa; presenti anche gli Alpini della locale
ciale per lasciare spazio all’omaggio e alla      Treviso, Mestre. Il passaggio del Piave av-      sezione appena costituita. Nella stazione
commozione del popolo.                            veniva sul ponte della Priula con il lancio      di Mestre una sosta di un’ora; anche qui
La mattina del 29 ottobre 1921 il viaggio         di fiori nel fiume sacro alla Patria. In ogni    la popolazione riunita con musiche e ban-
aveva inizio. Nella prima tappa il con-           stazione, ad attendere, una folla enorme.        diere. La prima tappa del viaggio si con-

8     luglio-settembre 2021
cludeva a Venezia alle 18:30. Seguiva il ce-   Podestà. Dopo la cerimonia religiosa, gli        ne di Perugia e dei comuni limitrofi con
rimoniale con la benedizione del cardinale     onori militari, l’omaggio delle corone di        le autorità, i soldati del 51° reggimento
patriarca e il corteo con le bandiere delle    fiori donate dalla città e dei comuni della      Fanteria, le associazioni dei combattenti
associazioni; poi le scolaresche seguite da    Romagna, infine il pubblico che sfilava          e dei mutilati, delle madri e delle vedove
una folla immensa e commossa. I negozi         fino a tardissima ora.                           di guerra. Quando entrava a Orvieto ave-
della città erano chiusi in segno di lutto.    Il convoglio ripartiva il giorno successivo,     va un ritardo di due ore, ma effettuava lo
Il giorno successivo si contavano già un       lunedì 31 ottobre, alle 6:24. Dopo il pas-       stesso una lunga sosta; dal cielo un aereo
migliaio di corone deposte sul treno, così     saggio da Pistoia, la successiva méta era        pilotato da un aviatore orvietano lanciava
venivano aggiunti nuovi vagoni. In cielo       Firenze. Tutta la città era imbandierata         fiori. A Orte giungeva che era ormai notte
numerosi aeroplani accompagnavano il           già dal primo mattino. Le fabbriche ave-         a causa del ritardo, ma la stazione era gre-
viaggio. Nelle piccole stazioni di Abano,      vano cessato il lavoro alle ore 12 e la po-      mita di folla, come nelle successive fino a
Montegrotto, Battaglia, Monselice si ripe-     polazione aveva cominciato ad affollare la       Roma. Alle 22 il convoglio entrava nella
teva sempre la medesima scena: la popo-        stazione, in attesa del treno che giungeva       stazione di Roma Portonaccio.
lazione commossa inginocchiata lungo i         alle 14:15, accolto con le note della Can-       Il giorno dopo il trasferimento alla stazio-
binari, in preghiera, in silenzio o lancian-   zone del Piave. Dopo l’omaggio delle auto-       ne Termini, atteso dalle massime autorità
do fiori. Dopo Rovigo le stazioni del Po-      rità e la benedizione del vicario generale,      del Regno, prima della tumulazione defi-
lesine: Arquà, Polesella, Pontelagoscuro       alle 16:40 sfilava l’enorme corteo che era       nitiva al Vittoriano.
e Ferrara alle ore 15:46. Nel frattempo,       giunto da piazza della Signoria. Il viaggio      Il lungo viaggio del Milite Ignoto si era
migliaia di persone si erano radunate alla     proseguiva attraversando la Toscana. Ad          concluso dopo ottocento chilometri e
stazione di Bologna. Alle 19, dopo la par-     Arezzo, passata la mezzanotte, attendeva         centoventicinque stazioni ferroviarie.
tenza del convoglio da Castel Maggiore,        una folla enorme.                                Centinaia di migliaia di persone lo ave-
venivano accesi grandi riflettori e si leva-   Il giorno successivo, 1 novembre, dopo           vano atteso lungo i binari, con una delle
vano tre razzi di segnalazione bianco, ros-    gli onori militari il treno ripartiva alle ore   più grandi manifestazioni di popolo della
so e verde per annunciare l’arrivo e dare      10. Sostava poi a Chiusi, Città della Pieve,     storia d’Italia.
il segnale per suonare il campanone del        Terontola dove era confluita la popolazio-                                    Massimo Peloia

UNA RITROVATA UNITÀ NAZIONALE, UNA MAREA DI POPOLO PARTECIPE

La cerimonia a Roma                                                                             piano di Asiago nel 1916, al quale era stata
                                                                                                data provvisoria sepoltura; ma poi, negli
                                                                                                sconvolgimenti bellici, non più ritrovato.
                                                                                                Con la Bergamas, quel 4 novembre di

E    ra stato il governo presieduto da Da-
     vid Lloyd George a decidere di rende-
re omaggio ai Caduti sconosciuti nella
                                               ta a scegliere fra undici bare, si chiamò
                                               – per definizione di Gabriele D’Annun-
                                               zio – “Milite Ignoto” o “Soldato Ignoto”.
                                                                                                cento anni fa, al Vittoriano c’erano al-
                                                                                                tre mamme o vedove di soldati morti
                                                                                                in guerra ai quali non era stato possibile
Grande Guerra, tumulando a Londra,             Il suo sacello venne deciso nel monumen-         dare un nome. Lei era stata chiamata a
nell’abbazia di Westminster, la salma di       to a Vittorio Emanuele II, comunemen-            rappresentarle tutte e, per completezza di
un soldato inglese “privo di identità”:        te noto come il “Vittoriano”; progettato         informazione, aggiungeremo che dopo la
l’omaggio di una nazione ai suoi militari      dall’architetto Giuseppe Sacconi nel 1885,       scomparsa avvenuta nel 1953 il suo corpo
morti, rimasti senza nome. L’evento reca       era stato inaugurato nel 1911, ma com-           era stato sepolto nella basilica di Aquileia,
la data dell’11 novembre 1920.                 pletato soltanto nel 1935 in piazza Vene-        accanto alle tombe degli altri dieci soldati
L’esempio dell’Inghilterra sarebbe stato       zia a Roma.                                      “sconosciuti” a suo tempo indicati prima
seguito dagli altri paesi belligeranti dal     Maria Maddalena Bergamas, nata nel               della scelta di quell’unico del Vittoriano.
1914 al 1918 e la volta dell’Italia avvenne    1867, era una popolana madre del soldato         La cerimonia fu la più importante e par-
il 4 novembre 1921.                            Antonio, disertore dall’esercito austriaco       tecipata della nazione unita: un milione
Quel Caduto sconosciuto, indicato da           per arruolarsi in quello italiano, morto in      di italiani, provenienti da ogni parte della
una madre di Gradisca d’Isonzo chiama-         battaglia a Tonezza del Cimone sull’Alti-        penisola, a rendere omaggio a quel Cadu-

                                                                                                                  luglio-settembre 2021   9
CENT’ANNI FA

to sconosciuto e, implicitamente, al sacri-     ta da dieci madri e da altrettante vedove       va: Degno Figlio di una stirpe prode e di una
ficio di tutti i combattenti.                   di Caduti nonché dalle alte cariche dello       millenaria civiltà resistette inflessibile nelle
Come riportarono i giornali dell’epoca, la      Stato e dell’Esercito, fu trasportata all’Al-   trincee più contese prodigo il suo coraggio
bara del Milite Ignoto era giunta a Roma        tare della Patria, dove era attesa dal So-      nelle più cruenti battaglie cadde combatten-
nella mattinata del 2 novembre, accolta         vrano con la famiglia reale; dal presidente     do senz’altro premio sperare che la vittoria e
alla stazione Termini da re Vittorio Ema-       del Consiglio dei Ministri, l’Alpino Ivanoe     la grandezza della Patria.
nuele III, da rappresentanze, bandiere,         Bonomi e da una folla indescrivibile.           Da allora la tomba all’Ignoto Militi è vigila-
stendardi di armi e vertici militari, deco-     Fu una manifestazione austera, semplice         ta da un picchetto d’onore di militari delle
rati di medaglia d’oro, mutilati. La bara,      e solenne nel contempo. Davanti al mo-          varie armi a turno e da due fiamme.
su un affusto di cannone, venne traspor-        numento, in quadrato, uno “smisurato            Quel giorno memorabile rappresentò, e
tata in Santa Maria degli Angeli, seguita       picchetto” a rendere gli onori insieme a        non soltanto idealmente, uno spirito pa-
a piedi da un lungo corteo col Re in te-        trecentotrentacinque bandiere di reggi-         triottico ritrovato in una raggiunta unità
sta. In piazza Esedra era stata benedetta       menti. Prima della tumulazione nell’Alta-       nazionale da parte di una marea di popo-
dall’ordinario militare monsignor Angelo        re della Patria, sotto la statua della Dea      lo partecipe, anche se non tutti i partiti
Bartolomasi, quindi portata a spalle all’in-    Roma, un soldato semplice pose sulla            politici parteciparono alla cerimonia. In
terno della basilica, dove rimase per l’o-      bara l’elmetto da fante. Poi, una lapide        particolare i socialisti definirono quel sol-
maggio degli italiani fino al 4 novembre.       con la motivazione alla Medaglia d’Oro al       dato sconosciuto un “proletario straziato
La mattina di quel giorno, alle 8:30, sem-      Valor Militare alla memoria nel frattempo       da altri proletari”.
pre su un affusto di cannone la bara segui-     conferita al Milite Ignoto che così recita-                                Giovanni Lugaresi

IL VITTORIANO, EMBLEMA DELL’UNITÀ D’ITALIA E DEI SUOI VALORI

La tomba di un re                                                                               mo d’Italia. Otto giorni dopo i suoi resti
                                                                                                mortali furono trasferiti al Pantheon
                                                                                                tra due ali di folla commossa e furono
                                                                                                tumulati in una tomba provvisoria. La

R    oma Città Eterna. Percorrendo le sue
     strade e le sue piazze, soffermandosi
davanti alle sue vestigia architettoniche,
                                                zia, sul versante settentrionale del Cam-
                                                pidoglio, a poca distanza dal Colosseo e
                                                dal cuore della Roma imperiale.
                                                                                                scomparsa del “Padre della Patria” – così
                                                                                                era soprannominato il sovrano – susci-
                                                                                                tò profondo cordoglio. In molti comuni,
si respira a pieni polmoni il profumo del-      La scelta del sito dove costruirlo non è        grandi e piccoli, furono eretti in suo ri-
la storia e si è avvolti dalle suggestioni di   casuale; gli ideatori predilessero il cuore     cordo monumenti, vennero intitolate vie,
un passato ancora vivo e presente. Roma,        di Roma nel luogo in cui, narra la leg-         piazze e scoperte lapidi.
che la leggenda dice essere stata fondata       genda, fu edificato l'antico tempio di          Questo movimento di opinione non pas-
il 21 aprile dell’anno 753 avanti Cristo, è     Giove Capitolino. In quel punto preciso         sò inosservato alla classe politica e nel
stata nei secoli a venire la culla dell'Im-     il Vittoriano avrebbe assunto anche la          1881 il governo istituì un concorso aper-
pero, il cuore del cattolicesimo e, dal 17      funzione di baluardo simbolico contro il        to a tutti per la progettazione di un mo-
marzo 1861, la capitale dell’Italia unita.      potere temporale del Papa la cui sede, la       numento funebre da dedicare al defunto
Tra i numerosi monumenti simbolo di cui         basilica di San Pietro e il Vaticano, sono      re. Vinse l’architetto francese Henri-Paul
la città è ricca, spicca il Vittoriano – così   a poca distanza.                                Nénot ma il suo progetto non venne mai
chiamato in onore al re Vittorio Emanue-        Il 9 gennaio 1878 morì Vittorio Emanuele        realizzato a causa di accese polemiche sul
le II – che sorge maestoso in piazza Vene-      II, ultimo re di Sardegna e dal 1861 pri-       fatto di aver assecondato la proposta di

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del materiale di costruzione: il progetto
                                                                                                                           in origine prevedeva il pregiato marmo
                                                                                                                           di Carrara, sostituito poi dalla pietra
                                                                                                                           botticino – calcare compatto di colore
                                                                                                                           beige estratto dalle cave di Botticino,
                                                                                                                           Nuvolento, Nuvolera, Rezzato e Serle
                                                                                                                           in provincia di Brescia – di gran lunga
                                                                                                                           meno costoso.
                                                                                                                           Il complesso monumentale fu solenne-
                                                                                                                           mente inaugurato il 4 giugno 1911. Man-
                                                                                                                           cava ancora l’imponente statua equestre
                                                                                                                           in bronzo raffigurante Vittorio Emanuele
                                                                                                                           II – opera iniziata da Enrico Chiaradia e
                                                                                                                           portata a termine da Emilio Gallori – che
                                                                                                                           fu posata l'anno seguente; una scultura
                                                                                                                           gigantesca alta dodici metri e lunga die-
                                                                                                                           ci. La statua poggia su un basamento di
                                                                                                                           marmo ai piedi del quale sono rappresen-
                                                                                                                           tate alcune città italiane: Firenze con la
                                                                                                                           testa coronata di alloro, Ravenna rivestita
                                                                                                                           con abiti bizantini e Bologna con la toga
                                  uno straniero per un monumento a ricor-      con un percorso ideale: dalle scalinate e   accademica e un libro.
                                  do di un regnante italiano.                  terrazzamenti, con al centro il tempio      L’intero edificio rappresenta la Patria e
                                  Il bando venne nuovamente emesso l’an-       dell'Altare della Patria, fino ai templi    i valori del popolo italiano: la Forza, il
                                  no successivo 1882 e il 9 febbraio 1884      laterali e al grande portico sormontato     Diritto, l’A zione, la Concordia, il Sacrifi-
                                  la commissione appositamente formata         dalle quadrighe in bronzo che simboleg-     cio e il Pensiero. Ai due lati, dove sorge e
                                  presieduta dall’onorevole bresciano Giu-     giano l’Unità della Patria e la Libertà.    tramonta il sole due fontane raffigurano
                                  seppe Zanardelli attribuì il primo pre-      Purtroppo il Sacconi non fece in tempo      il mar Adriatico e il mar Tirreno. In alto,
                                  mio all’architetto marchigiano Giuseppe      a vedere compiuta la sua opera perché       sui due propilei, troneggiano le scritte a
                                  Sacconi che, nel gennaio 1885, ricevette     la morte lo raggiunse nel 1905 quando       caratteri cubitali Patriae unitati e Civium
                                  la nomina di sovrintendente e direttore      il complesso non era ancora terminato       libertati ovvero “All’unità della Patria” e
                                  dei lavori. Il 22 marzo dello stesso anno    a causa di lungaggini dei lavori causate    “Alla libertà dei cittadini”.
                                  fu posata la prima pietra. Il progetto, di   dai numerosi ritrovamenti archeologici      Il grande porticato di sedici colonne rap-
                                  grande ambizione e spiccato simbolismo,      riportati alla luce duranti gli scavi ma    presenta le regioni d’Italia. Mancano la
                                  prevedeva una struttura architettonica       anche dalla sostituzione in corso d’opera   Valle d’Aosta, il Friuli Venezia Giulia, il
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                                                                                                                                            luglio-settembre 2021   11
CENT’ANNI FA

Foto Francesco Perilli
Molise e il Trentino Alto Adige che furo-            temporanea ventuno colpi di cannone.                to è dedicato, è da sempre sepolto al
no create successivamente.                           Nel corso degli anni Trenta del secolo              Pantheon? La risposta è affermativa e
All'interno del Vittoriano si trovano spa-           scorso il feretro venne traslato nella crip-        inoppugnabile: il Vittoriano è resterà
zi espositivi dedicati alla storia d'Italia: il      ta interna del Vittoriano, denominata               per sempre la tomba di un re. Ma quale
museo centrale del Risorgimento; il sa-              Sacello del Milite Ignoto dove si trova             re? Il re è il Milite Ignoto: re dei Cadu-
crario delle Bandiere e un'area che ospita           tutt’ora. Alcune parti del sepolcro sono            ti e dei Dispersi in guerra; re dei feriti,
mostre temporanee di interesse artistico,            realizzate con materiali lapidei provenien-         degli invalidi, dei mutilati e di quelli che
storico, sociologico e culturale.                    ti dal Monte Grappa e dal Carso.                    rimasero privi dell’uso della ragione per
Ma quello che doveva essere il monu-                 L'epigrafe della pietra sepolcrale riporta          il resto della vita; il re degli orfani, delle
mento funebre a Vittorio Emanuele II, il             la scritta Ignoto Militi con le date di ini-        vedove e delle fidanzate che hanno at-
Padre della Patria, rimase vuoto fino al 4           zio e di fine della partecipazione italiana         teso invano; il re delle mamme i cui figli
novembre 1921 quando sotto la statua                 al primo conflitto mondiale: XXIV Mag-              non sono tornati e delle quali la mam-
della Dea Roma, in un loculo ricavato da             gio MCMXV e IV Novembre MCMXVIII.                   ma signora Maria Bergamas rimarrà per
un unico blocco di botticino cavo all’in-            Sul lato interno del sacello la scritta             sempre simbolo imperituro.
terno, ebbe solenne sepoltura la salma di            Degno figlio di una stirpe di prodi e di una        Il Milite Ignoto è il re della pace; dal suo
un soldato sconosciuto: il Milite Ignoto.            millenaria civiltà, resistette inflessibile nelle   meraviglioso e superbo luogo di riposo
Questa cerimonia è stata la più impor-               trincee più contese, prodigò il suo coraggio        lancia un monito: Uomini di tutto il mondo
tante manifestazione patriottica dell’I-             nelle più cruenti battaglie e cadde combat-         abbandonate la guerra che produce solo do-
talia unita: vi partecipò un milione di              tendo senz’altro premio sperare che la Vit-         lore e morte; costruite la pace, la sola virtù
persone. In tutta Italia venne ordinato              toria e la grandezza della Patria.                  che offre fratellanza e vita a tutte le donne, a
il silenzio che fu rotto solo al momento             A questo punto, rileggendo il titolo, pos-          tutti i bambini e a tutti gli uomini del mondo.
dell’inumazione del Milite Ignoto quando             siamo ancora affermare che il Vittoriano            Date ascolto a quella voce che duemila anni
rullarono i tamburi, suonarono le campa-             è “La tomba di un re”?                              fa veniva dal cielo “Pace a voi uomini di buo-
ne di tutte le città della penisola e in tutti       Come può essere se Vittorio Emanue-                 na volontà”.
i presìdi militari furono sparati in con-            le II, cui questo grandioso monumen-                                            Piergiorgio Pedretti

SOLDATO SENZA NOME E SENZA STORIA

Figlio di tutti gli italiani
I  l Milite Ignoto è figlio di tutti gli italiani.
   Quando, dopo la conclusione del primo
conflitto mondiale, il Parlamento approvò
                                                     Angeli. Il re Vittorio Emanuele III aveva
                                                     fatto scrivere sulla porta del tempio le se-
                                                     guenti parole: Ignoto il nome folgora il suo
                                                                                                         ogni guerra. Quando si educherà per la coo-
                                                                                                         perazione e per offrirci l’un l’altro solidarietà,
                                                                                                         quel giorno si starà educando per la pace.
la legge 11 agosto 1921 numero 1075 per              spirito dovunque è l'Italia con voce di pianto      Il Milite Ignoto è figlio di tutti gli italiani. Da
la sepoltura a Roma, sull’Altare della Pa-           e d’orgoglio dicono innumeri madri: è mio fi-       questa convinzione e certezza, il “Grup-
tria, della salma di un soldato ignoto ca-           glio. Parole che tutte le mamme dei Caduti          po delle Medaglie d’Oro al Valor Militare
duto in guerra fu compiuto ogni possibile            hanno fatto proprie perché il Milite Igno-          d’Italia” – ente morale con Regio Decreto
sforzo per individuare nel prescelto la sua          to – degno figlio di una stirpe prode – era fi-     16 settembre 1927, numero 1858 – ha
italianità perché il Milite Ignoto doveva            glio di tutte le madri d’Italia. Egli il soldato    elaborato una proposta: Così come, cento
essere un figlio italiano.                           sconosciuto, il combattente di tutti gli assalti,   anni fa, gli sforzi effettuati per fare in modo
Il Milite Ignoto è figlio di tutti gli italiani.     l’eroe di tutte le ore, ovunque passò o sostò,      che quel soldato “di nessuno”, fosse in realtà
Il viaggio del “treno dell’Eroe” attraverso          prima di morire, confuse insieme il valore e la     percepito come “di tutti”, oggi, in occasione
l’Italia, con migliaia di persone inginoc-           pietà. Soldato senza nome e senza storia; egli      del centenario della traslazione della salma
chiate ai lati del binario, fu un’imponente          è la nostra storia: la storia del nostro lungo      al Vittoriano, è giunto il momento in cui in
manifestazione di cordoglio, un’apoteosi             travaglio italiano.                                 ogni luogo d’Italia venga riconosciuta la “pa-
del ricordo e dell’affetto di quanti vede-           Il Milite Ignoto è figlio di tutti gli italiani.    ternità” di quel Caduto con il conferimento
vano in quel soldato morto il loro figlio,           Dal luogo del suo riposo eterno, lui che ha         della cittadinanza onoraria al Milite Ignoto,
il loro marito, il padre, il fratello, il fidan-     sofferto per colpe non sue, che ha toccato          da parte di ciascuna civica amministrazione.
zato. Fu un eccezionale segno di orgoglio            con mano gli orrori della guerra, che ha            Sarebbe inoltre particolarmente significativo
nazionale che segnò uno dei momenti                  visto i suoi compagni morire prima di lui,          che si procedesse anche alla intitolazione al
spirituali più elevati nella storia italiana.        non grida vendetta; non impreca verso               “Milite Ignoto - Medaglia d’Oro al Valor Mi-
Madri, padri, figli, fratelli, sorelle, fidan-       chi gli ha chiesto il supremo sacrificio del-       litare” di piazze, vie o altri luoghi pubblici.
zate vedevano su quel treno il corpo del             la vita ma, ricordando le sofferenze sue e          Una proposta di grandissimo significa-
proprio figlio, fratello o fidanzato come            di tutti i combattenti, lancia un monito a          to che tutti gli Alpini, nella loro veste di
esaltazione del sacrificio e del valore di           tutti gli italiani di cui egli è figlio: Mai più    portatori di solidarietà, fanno propria im-
tutti combattenti.                                   la guerra! Un grido riassunto nelle parole          pegnandosi a presentarla ognuno al pro-
Il Milite Ignoto è figlio di tutti gli italiani.     della grande educatrice Maria Montesso-             prio Comune nella speranza che il valore
Quando la salma del Milite Ignoto giun-              ri: Tutti parlano di pace ma nessuno educa          e l’esempio del Milite Ignoto ci aiutino a
se a Roma prima di essere tumulata al                alla pace. A questo mondo, si educa per la          essere sempre generosi e disponibili.
Vittoriano fu portata a Santa Maria degli            competizione e la competizione è l’inizio di                                                      PPG

                                                                                                                           luglio-settembre 2021      13
IN COPERTINA

                               Non vedo l’ora!
                               Adunata nazionale, ma quanto ci manchi?

N
            on vedo l’ora di farmi strada a                 Enrico Gaffuri                   mo credendoci profondamente, sentendo
            fatica, a volte spingendo, per                Foto Andrea Cherchi                quel brivido che l’Inno nazionale ti pro-
            raggiungere la zona di ammas-                                                    voca sempre, anche se son cose che fai
            samento della mia Sezione.                                                       tutte le domeniche. Poi, tornando a casa
Uno scomodo piacere che mi sta mancan-        menticabili. Invece sono semplici bevute.      commenti l’esito della manifestazione:
do ormai da troppo tempo. Il piacere di       Non vedo l’ora di tornare a tener d’oc-        eravamo tanti, eravamo pochi, chi avrà
chiamare ed essere chiamati da amici, che     chio il calendario. Oggi che giorno è?         contato i gagliardetti. Le solite cose, ma
come te sono lì per conquistare una buo-      Questa sera è aperta la sede? Uscire di        così belle da far fatica a rinunciarci.
na posizione. Perché quando sfili in Adu-     casa per ritrovarti immediatamente di          Non vedo l’ora di vedere in faccia gli ami-
nata è bello essere sul lato della tribuna,   nuovo in casa, cioè la sede degli Alpini,      ci Alpini dal vivo. Mi hanno stancato
dove le autorità vedono solo una massa        dove c’è la tua seconda famiglia. Ma non       le videoconferenze, gli incontri on line,
che scivola via, ma a te sembra sempre        farti beccare a dirlo se c’è tua moglie,       con tanti piccoli riquadri coi volti sullo
che il Presidente ti individui e ti saluti.   altrimenti inizia il rosario dei al primo      schermo. Mi sono stancato di questa vita
Non vedo l’ora di avere un’occasione in       posto ci sono sempre gli Alpini e finisce      associativa che sta diventando digitale.
più per chiedere il silenzio agli amici e     sempre che ti devi arrampicare sui vetri       Sono contento di essere ancora un Alpi-
intonare con tutto il fiato possibile al-     per evitare il peggio.                         no analogico e aspetto con ansia che torni
ziamo il bicchier, facciamo cin cin. E poi    Non vedo l’ora di trovarmi di nuovo in         la possibilità dell’incontro, della stretta di
berne un sorso alla salute degli Alpini,      una chiesa gremita di Alpini, con il ves-      mano e dell’abbraccio. La risata in presen-
alla nostra salute, che non fa mai male.      sillo alla destra dell’altare e due file di    za fa un gran bell’effetto, è medicina.
Se poi si è a tavola in qualche ristoran-     gagliardetti lungo la navata centrale. Che     Non vedo l’ora che smettano di arrivare
te, o in trattoria che è anche meglio, si     bello poi, quando ci si calca il cappello in   le notizie degli amici Alpini che sono ri-
brinda più volte e si chiede agli estranei    testa perché è il momento della Preghiera      coverati in ospedale, di quelli che sono
di unirsi agli Alpini. Poi va sempre a fi-    dell’Alpino.                                   andati avanti, di quelli che hanno proble-
nire che imparano e si divertono anche        Non vedo l’ora di sentire di nuovo qual-       mi di lavoro.
loro. Momenti che ti si scolpiscono nella     che Alpini, attenti!, per l’alzabandiera, o    Non vedo l’ora che torni a splendere il
mente come se fossero cerimonie indi-         per gli onori ai Caduti. Gesti che compia-     sole e, grazie a Dio, ritornerà.

14     luglio-settembre 2021
L’orgoglio di essere Alpino
                                 Rispettiamo e difendiamo le nostre tradizioni

Q     uella del sottotitolo è un’affermazione
      che leggo spesso sulla nostra stampa
e che ascolto nei discorsi ufficiali e non. Vi
                                                      cappello-e-dentro-la-vita). Vi è, tra l’al-
                                                      tro, un accostamento tra il sentimento di
                                                      alpinità e le parole dell’enciclica Laudato
                                                                                                     e rafforzano il senso di appartenenza a
                                                                                                     un “gruppo” dotato di forte caratterizza-
                                                                                                     zione. Senza scomodare l’antropologia
ha fatto riferimento anche il nostro presi-           si’ di Papa Francesco che io ho trovato        culturale, mi sembra di capire che molti
dente di Sezione Enrico Bianchi in occa-              molto convincente. Moia insiste oppor-         di noi, soprattutto coloro che sono impe-
sione dell’ultima Assemblea dei Delegati.             tunamente su concetti che sono perfet-         gnati attivamente nell’Associazione, con-
In realtà il termine tradizione è abbastan-           tamente definiti nei commi successivi          siderano inscindibile la propria identità
za neutro; deriva dal verbo latino tradere            dell’articolo 2 del nostro Statuto, con        personale da quella del “gruppo”. Certa-
che significa trasmettere, affidare. Per              particolare riferimento all’impegno per        mente nel costruire questo sentimento
estensione, si intende però il complesso              la difesa della natura e per l’apertura so-    gioca un ruolo importante il senso di co-
delle memorie e delle testimonianze che               lidale all’accoglienza di chi chiede aiuto.    esione morale e di amicizia che si avverte
una generazione intende consegnare a                  Ma, in definitiva, sono questi i valori che    nelle nostre sedi, ma è ancora più forte
quella successiva, perché le ritiene fon-             distinguono gli Alpini dalle altre persone?    la gratificazione che deriva dall’apparte-
danti della cultura di appartenenza.                  Spero di no. Risulteremmo presuntuosi se       nenza a un “gruppo” che gode di grande
Ebbene, in questa prospettiva, il nostro              ritenessimo di essere gli unici a sostenerli   prestigio da parte nell’intera nazione.
compito è tanto importante quanto de-                 e sarebbe ancor più drammatico se fossi-       Si tratta di un prestigio che deriva da
licato e coinvolge la preoccupazione che              mo gli unici a crederci. Sono infatti molte    un’attitudine: quella della disponibilità
è emersa nell’intervento assembleare di               le associazioni di volontariato religiose e    e dell’operatività gratuita che caratteriz-
Luigi Morini, capogruppo di Nesso sul                 laiche che si muovono sullo stesso terreno.    zano gli appartenenti all’Associazione
futuro associativo.                                   Dunque, dove si colloca la nostra specifi-     Nazionale Alpini.
Basta rileggere l’articolo 2 del nostro Sta-          cità? Una prima risposta potrebbe essere       Scrivo questi concetti con molto pudore
tuto per rendercene conto. Vi si ribadisce            che noi siamo un’associazione d’arma. Io,      perché non so dare un grande apporto
che la prima finalità dell’Ana è quella di            personalmente, non ritengo questo dato         nelle attività che il mio capogruppo solle-
tenere vive e tramandare le tradizioni degli          così decisivo, ma sono certo che molti non     cita, guida e svolge in prima persona, ma
Alpini, difenderne le caratteristiche, illu-          la pensino come me. Certamente contano         ciò non mi impedisce di affermare che
strarne le glorie e le gesta.                         molto i nostri “riti” e la nostra riconosci-   questa è la tradizione che prediligo e che
Illustrare le gesta e le glorie degli Alpini è        bilità. Come contano i simboli cui siamo       mi rende orgoglioso di essere Alpino.
un compito relativamente semplice anche               legati, perché ci ricordano la nostra storia                                Alberto Colzani
se nasconde qualche insidia, nel senso
che può capitare di eccedere in un’auto-
celebrazione che all’esterno potrebbe es-
sere letta come presunzione. Mi sembra
tuttavia che l’Associazione sappia porsi di
fronte alla storia con rigore e coerenza.
È sulla prima parte della frase che vorrei
soffermarmi, non perché ho da spiegare
qualcosa, ma solo per capire meglio.
Allora, un po’ provocatoriamente, chiedo:
esistono tradizioni specifiche degli Alpini che
meritano di essere tramandate?
Per cercare qualche risposta ho provato
a “rispolverare” un termine che gira solo
al nostro interno: alpinità. Ne tracciava la
definizione un breve articolo di Cesare
Di Dato comparso su L’Alpino e datato 1
febbraio 2005. Ne riporto solamente la
frase più significativa: alpinità è quell’in-
sieme di buone idee, di disinteressate azioni,
di coesione morale e di amicizia che supera i
ceti sociali e che fa dei nostri iscritti un blocco
abbastanza omogeneo.
Ancora più puntuale è un articolo di
Luciano Moia comparso sul quotidiano
Avvenire del 10 gennaio 2019 in occasio-
ne dell’Adunata del Centenario (https://
www.avvenire.it/opinioni/pagine/sul-

                                                                                                                     luglio-settembre 2021   15
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