Le Cheratiti - Antonio Delfino Editore
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Angelo Balestrazzi • Emilio Balestrazzi • Massimo Busin • Aldo Caporossi Michela Cennamo • Rossella Colabelli-Gisoldi • Romina Fasciani • Giulio Ferrari Stefano Ferrari • Luigi Fontana • Antonella Franch • Severino Fruscella Paola Gallon • Giuseppe Giannaccare • Leonardo Mastropasqua • Rita Mencucci Antonio Moramarco • Mario Nubile • Diego Ponzin • Paolo Rama • Giuseppe Russello Le Cheratiti Le Cheratiti ADEI 10000001865
SOCIETÀ ITALIANA TRAPIANTO DI CORNEA E SUPERFICIE OCULARE Le Cheratiti Angelo Balestrazzi • Emilio Balestrazzi • Massimo Busin Aldo Caporossi • Michela Cennamo • Rossella Colabelli-Gisoldi Romina Fasciani • Giulio Ferrari • Stefano Ferrari • Luigi Fontana Antonella Franch • Severino Fruscella • Paola Gallon Giuseppe Giannaccare • Leonardo Mastropasqua • Rita Mencucci Antonio Moramarco • Mario Nubile • Diego Ponzin Paolo Rama • Giuseppe Russello
Indice Indice Autori . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5 Prefazione. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 9 Severino Fruscella Cheratiti batteriche . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 11 Giuseppe Giannaccare, Stefano Ferrari, Paola Gallon, Massimo Busin Cheratiti fungine . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 31 Antonio Moramarco, Giuseppe Russello, Luigi Fontana, Diego Ponzin, Mario Nubile, Leonardo Mastropasqua, Aldo Caporossi Cheratiti da Acanthamoeba . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 47 Rita Mencucci, Antonella Franch, Michela Cennamo, Rossella Colabelli Gisoldi Cheratiti erpetiche. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 73 Paolo Rama, Giulio Ferrari, Romina Fasciani, Angelo Balestrazzi Conclusioni. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 101 Emilio Balestrazzi 7
Cheratiti batteriche Cheratiti batteriche Giuseppe Giannaccare,1 Stefano Ferrari,2 Paola Gallon,2 Massimo Busin3-5 1 U.O. Oftalmologia Universitaria, Policlinico S.Orsola-Malpighi, Università di Bologna 2 Fondazione Banca degli Occhi del Veneto, Zelarino, Venezia 3 U.O. Oftalmologia, Ospedale Privato “Villa Igea”, Forlì 4 Istituto Internazionale per Ricerca e Formazione in Oftalmologia (IRFO), Forlì 5 Dipartimento di Morfologia, Chirurgia e Medicina Sperimentale, Università di Ferrara, Ferrara Epidemiologia contatto a seconda del materiale e del tipo di ricambio delle lenti stesse.4 I batteri rappresentano la principale causa di I fattori che influenzano l’eziologia e la pa- cheratite infettiva, e vengono isolati nell’80% togenesi della cheratite batterica sono vari, ed dei pazienti con cheratite ulcerativa. La che- includono: uso di lenti a contatto, alterazioni della superficie oculare, traumi, terapia immu- ratite batterica si sviluppa generalmente in nosoppressiva e chirurgia oculare. Tra i princi- seguito alla compromissione dell’integrità pali agenti patogeni Gram positivi vi sono gli della superficie corneale che permette all’a- Staphylococcus aureus ed epidermidis, mentre tra i gente patogeno di invadere le strutture cor- Gram negativi lo Pseudomonas aeruginosa. neali più profonde. Solo alcuni batteri, quali Neisseria gonorreae, Listeria monocytogenes ed Haemofilus influenzae, riescono ad infettare la Fattori di rischio cornea pur in assenza di un presistente difet- to epiteliale.1 I fattori di rischio che predispongono alla che- L’incidenza delle cheratiti batteriche è si- ratite batterica possono essere divisi in quat- gnificativamente più elevata nei paesi in via di tro categorie: i) fattori estrinseci; ii) alterazioni sviluppo, causa le scarse misure igieniche, an- del sistema della superficie oculare; iii) difetti che se sta progressivamente aumentando nei dell’epitelio corneale; iiii) condizioni sistemi- paesi Occidentali per la crescente diffusione che (Tabella 1).5 e utilizzo delle lenti a contatto e della chirur- L’uso delle lenti a contatto rappresenta la gia refrattiva. Diversi studi hanno dimostrato causa più comune di cheratite batterica. Si cal- che l’uso delle lenti a contatto rappresenta la cola che un portatore abituale di lenti a contat- principale causa di cheratite batterica con un to abbia un rischio di svilupparne un episodio aumento dell’incidenza del 435% dagli anni nell’arco della vita dell’1,5%, con una variabili- ’50 agli anni ’80.2 In generale, l’incidenza è tà legata al tipo di lente indossata, all’igiene del di 11/100.000 casi in USA e di 799/100.000 paziente, all’uso notturno o non corretto delle in Nepal.3 In uno studio Europeo condotto lenti, ed alle caratteristiche oculari. in Inghilterra, l’incidenza annuale variava da Alterazioni della dinamica palpebrale, 2.9 a 55.9 casi /10.000 utilizzatori di lenti a quali il lagoftalmo, o del margine palpebra- 11
Cheratiti batteriche Tabella 4. Terreni di coltura utilizzati per l’identificazione dell’agente eziologico in caso di cheratiti batteriche, con relativa sensibilità. Terreno di coltura Sensibilità Agar sangue Aerobi, Micobatteri, Nocardia Anaerobi: crescita lenta Adatto in caso di: P. aeruginosa, S. aureus, S. epidermidis, and S. pneumoniae Agar sangue anaerobio Anaerobi Adatto per: P. acnes, Peptostreptococcus Agar cioccolato Selettivo per Neisseria, Moraxella e Haemophilus Adatto anche per: H. influenzae, N. gonorrhea e Bartonella Thayer-Martin Selettivo per N. gonorrhoeae e N. meningitidis Brodo Tioglicolato Sia aerobi che anaerobi Lowenstein-Jensen Micobatteri e Nocardia Agar Middlebrook Micobatteri Brodo caseina-soia Aerobi Talvolta anche per anaerobi Agar macConkey Selettivo Gram- sia solidi che liquidi, i quali si differenziano per Imaging corneale tipologia e concentrazione di sostanze nutritive presenti, per grado di umidità e per pH. Laddove possibile, fotografie della cornea e Quando si utilizzano terreni di coltura so- del segmento anteriore dovrebbero essere re- lidi, il materiale infetto prelevato deve essere gistrate in tutti i casi al momento della prima disposto in file parallele a forma di C: crescite visita. Le immagini sono particolarmente utili microbiche lungo la “C” sono significative, men- per verificare l’andamento della patologia e la tre qualsiasi crescita lontana dalla “C” è proba- risposta alla terapia. bilmente dovuta a contaminazione. Il materiale Se una lampada a fessura fotografica non va depositato sulla superficie della piastra, pre- è disponibile, è utile disegnare e annotare sul- stando attenzione che l’applicatore non scavi nel la cartella clinica del paziente le dimensioni terreno di coltura rompendone la superficie. dell’ulcera, dell’infiltrato stromale e la sua pro- Ogni terreno è specifico per una determi- fondità e dello spessore corneale residuo (Fi- 22 nata tipologia di microorganismi. gure 14-15).
Cheratiti batteriche Figura 19 Gestione chirurgica di un quadro infettivo non rispondente alla terapia medica topica. Il pazien- te è stato inizialmente sottoposto a ricoprimento congiuntivale parziale d’urgenza (Parte A) ed in seguito a cheratoplastica escissionale terapeutica decentrata sul sito di infezione (Parte B), ed infine, dopo alcuni mesi, ad una cheratoplastica a scopo ottico (Parte C). teriostatico, sembrano bloccare la cheratolisi Trapianto corneale (Figura 19) inibendo le proteasi leucocitarie liberate della cornea lesionata. Il trapianto corneale dovrebbe essere esegui- to preferibilmente dopo la risoluzione del quadro infettivo, ma in caso di ampia perfo- Ricoprimento congiuntivale (Figura 18) razione corneale si raccomanda di eseguire La congiuntiva vascolarizzata aiuta la cica- la cheratoplastica in urgenza. La cheratopla- trizzazione e la guarigione della ferita ap- stica perforante è la tecnica che consente di portando elementi trofici ed immunogenici rimuovere il tessuto corneale infetto e sosti- alla cornea affetta. Prima di eseguire il flap tuirlo con tessuto sano. Altra tecnica è la che- è necessario rimuovere il tessuto necrotico e ratoplastica lamellare anteriore, che riduce il infetto dall’ulcera per favorire l’adesione del- rischio di rigetto del lembo e il contatto del la congiuntiva trasposta. È particolarmente materiale infetto con la camera anteriore. utile soprattutto in caso di ulcere periferiche Con questa tecnica si riscontra un maggiore nelle quali non viene significativamente ri- rischio di recidiva dell’infezione per la pos- dotta la visione. sibile non completa rimozione dell’agente In base alla posizione dell’ulcera ed alla patogeno. La Figura 19 mostra un quadro sua estensione, dopo accurata rimozione di clinico infettivo non controllato dalla terapia tutto l’epitelio corneale e del tessuto necrotico, medica caratterizzato da un ampio ascesso un sottile lembo congiuntivale viene scollato corneale temporale (Parte A). In tale caso si dalla sottostante membrana di Tenone e tra- è reso necessario un trapianto di cornea con sposto a ricoprire totalmente o parzialmente indicazione terapeutica decentrato sul sito la cornea affetta. La congiuntiva viene fissata dell’infezione (Parte B). In un secondo tem- alla cornea mediante suture in monofilamento po si è proceduto con un nuovo trapianto di non riassorbibili avendo cura di infossare in cornea centrato sull’asse visivo con indica- nodi. zione ottica (Parte C). 29
Cheratiti fungine Tabella 2. Temperatura Tempo Terreni di coltura Tipo di terreno utilizzato di incubazione in settimane Agar sangue 37°C 4-6 Solidi Agar cioccolato 37°C 4-6 Agar Sabouraud 30°C 4-6 Brodo Sabouraud 37°C 4-6 Liquidi Brodo Brain Heart Infusion BHI) 30°C 4-6 TECNICHE DI BIOLOGIA no nel campione analizzato, dal periodo del prelievo in relazione al decorso del processo MOLECOLARE morboso ed all’iniziale processo di estrazione del genoma batterico dal campione corneale Seppure le indagini microscopiche e colturali che potrebbe determinare una perdita del ge- rimangano le metodiche “gold standard”, un ul- noma fungino (23). teriore contributo nella diagnostica delle che- Risultati falsamente positivi sono ascrivibili ratiti fungine viene fornito dalle metodiche di al rilevamento di DNA fungino non vitale, degra- biologia molecolare. dato, a contaminazione dei campioni o a fenome- Negli ultimi anni sono state messe a ni di colonizzazione come conseguenza dell’ele- punto una grande varietà di queste tecniche vata sensibilità delle metodiche stesse (23). (nested PCR, real-time PCR, loop-mediated Bisogna sempre tenere in considerazione i isothermal amplification, dot hybridization, limiti delle metodiche molecolari; queste non Next-generation sequencing) in grado di rile- dovrebbero essere mai utilizzate come metodi- vare il genoma fungino direttamente da cam- che stand alone, ma far parte di un più specifico pione biologico (22). algoritmo diagnostico che non può prescin- Caratterizzate da elevata sensibilità e spe- dere dalle indagini microbiologiche classiche cificità, superiori anche alle metodiche tradi- considerate “gold standard” ovvero l’esame mi- zionali, queste tecniche sono in grado di rile- croscopico e colturale. vare in un tempo stimato tra le 3-8 ore piccoli quantitativi di genoma fungino anche in por- zioni minimali di tessuto corneale. TEST DI SENSIBILITÀ La maggior parte di queste tecniche è tutta- ANTIFUNGINA via in fase sperimentale e, a causa degli elevati costi e della difficoltà di esecuzione viene ese- L’esecuzione dei test di sensibilità antimicotica guita solo in laboratori di ricerca specializzati nella diagnostica delle cheratiti fungine risulta o centri di riferimento. fondamentale per l’ottimizzazione della tera- Ben documentati sono anche i limiti di pia empirica impostata. queste metodiche; risultati falsi negativi pos- La sensibilità agli antifungini dei lieviti sono derivare dell’assenza dell’agente patoge- patogeni può essere facilmente effettuata me- 39
Cheratiti da Acanthamoeba A B C D E F Figura 18. (A, B, C, D, E, F). Paziente affetto da cheratite da acanthamoeba sottoposto a terapia con PHMB ed esamidina, si noti come l’anello di infiltrazione iniziale prima si circoscrive (i margini della lesione diven- tano più netti) e la guarigione avviene in senso centripeto 65
Cheratiti erpetiche Fattori di rischio virus a DNA che infettano umani e animali. La trasmissione avviene per areosol o saliva. Do- Qualsiasi condizione che deprime il sistema po l’infezione primaria, che può essere in un immunitario predispone all’infezione erpetica: sito anche distante dall’occhio, il virus è tra- pazienti immunodepressi, come ad esempio sportato nel ganglio sensitivo dove si stabilisce dopo trapianto d’organo, pazienti in terapia un’infezione latente. Non si esclude, poi, che con cortisone per qualsiasi motivo, malati di il virus possa rimanere latente anche nella cor- HIV, persone affette da diabete mellito e malat- nea, ed essere diffuso per via di trapianto (Tuft tie debilitanti. La cheratite immunitaria è inve- 2012). ce più frequente e più severa nelle situazioni di iperattività del sistema immunitario, come ad esempio nei pazienti atopici e nei bambini. In Quadri clinici entrambi i casi la cheratite può essere bilaterale, recidiva con maggiore frequenza e può dare esiti La malattia erpetica può dar luogo a diverse permanenti con formazione di leucomi vascola- manifestazioni corneali, differenti come mo- rizzati (Lee White 2014). dalità di presentazione e soprattutto come La trasmissione dell’infezione è facilitata patogenesi. Questo punto è di fondamentale dal sovraffollamento, e da condizioni igieniche importanza nella pratica clinica perché il trat- scadenti, oltre che dalla malnutrizione, mala- tamento è diverso, come vedremo in seguito, ria e dal morbillo, che sopprimono l’immunità a seconda che si trattati di una manifestazione cellulo-mediata. infettiva, infiammatoria o neurotrofica. È be- L’herpes genitale materno è poi un fattore ne ricordare però che questa distinzione non di rischio per la cheratite erpetica neonatale, è assoluta e che i diversi meccanismi pato- mentre la cheratoplastica perforante (eseguita genetici possono associarsi (Pavan-Langston su occhi non infetti) aumenta il rischio di che- 1996, Pepose 1996, Hyndiuk 1996, Lee White ratite erpetica di sei volte. 2014). La recidiva è invece favorita da condizioni di stress, da malattie febbrili come l’influen- Cheratite da herpes simplex (HSV) za, mestruazioni ed altro. Anche farmaci topici possono favorire la recidiva erpetica come il Manifestazioni cliniche da HSV cortisone, gli analoghi delle prostaglandine per il trattamento del glaucoma e gli anti VEGF. 1) Infettiva – cheratite dendritica Infine qualsiasi trauma sulla superficie oculare – ulcera a “carta geogra- può stimolare la riattivazione del virus com- fica” prese le lenti a contatto, trattamenti laser e gli – ulcera marginale interventi chirurgici come la facoemulsificazio- – cheratite stromale ne- ne (Lee White 2014). crotizzante 2) Immunitaria – cheratite stromale im- munitaria Agenti infettivi – cheratite stromale ne- crotizzante La famiglia delle Herpesviridae contiene varie – cheratoendotelite 74 specie, fra cui: HSV1, HSV2, VZV. Si tratta di – cheratouveite
Cheratiti erpetiche Infine l’HZV, come l’HSV, può dare una A differenza della cheratite in corso di cheratopatia neurotrofica con difetti epite- varicella, la cheratite da zoster ricorrente si liali con difficoltà a riparare (Figura 25) , accompagna spesso a opacità permanenti e ulcere, colliquazione stromale e rischio di vascolarizzazione (Figura 26) con deposito perforazione. di lipidi o calcio. A B 92 Figura 25 Ampio difetto epiteliale neurotrofico persistente in HZV.
Cheratiti erpetiche Figura 30 Cheratite stromale con difetto epiteliale da Acanthamoeba Trattamento canismo di azione come ad esempio la trifluri- dina (Alekseev 2014). L’acyclovir somministrato per via topica ha Concetti generali un’efficacia equivalente a quella che si ottiene Gli antivirali disponibili sul mercato sono con la via sistemica, orale o endovenosa. Dal tutti efficaci ed equivalenti (Whilhelmus punto di vista clinico questo implica che se ci 2015). La differenza fra il “vecchio” acyclo- fossero problemi a utilizzare la pomata o il gel, vir e i più recenti ganciclovir, valaciclovir e come nei bambini ad esempio, si possono utiliz- famciclovir riguarda solo la biodisponibilità zare le compresse o lo sciroppo (Schwartz 2000). che consente di ridurre la dose, se presi per via sistemica, mentre non c’è alcuna differen- Protocolli di trattamento za per l’uso topico (Balfourt 1999, Whilhel- (Knickelbein 2009, Lee White 2014, mus 2015). Wilhelmus 2015, Dua 2018) Non tutti i ceppi di herpes sono egual- Trattamento delle cheratiti infettive mente sensibili ai farmaci antivirali. Sono sta- (dendritica, ulcera a “carta geografica, te dimostrate resistenze all’acyclovir e anche ulcera marginale) resistenze insorte in seguito durante il tratta- mento (Duan 2009, van Velzen 2013, Rousse- La disepitelizzazione meccanica e “toccatura” au 2017). La resistenza all’acyclovir comporta con soluzione iodate (Betadine® 10%) è stata resistenza anche agli analoghi ganciclovir, va- la procedura utilizzata prima dell’avvento de- laciclovir e famciclovir. In questi casi bisogna gli antivirali, efficace, ma oggi abbandonata in 96 orientarsi verso principi attivi con diverso mec- favore della terapia medica.
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