Le azioni del fare matematica
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GIOCARE «Il gioco come tale oltrepassa i limiti dell’attività puramente biologica; è una funzione che contiene un senso. Al gioco partecipa qualcosa che oltrepassa l’immediato istinto a mantenere la vita, e che mette un senso nell’azione del giocare. Ogni gioco significa qualche cosa» (Homo ludens, J.Huizinga)
GIOCARE • Nell’infanzia l’apprendimento del bambino è concreto e il gioco ne è uno strumento privilegiato • Giocare non è un contenitore per evitare la noia, è il modo con cui il bambino entra in rapporto con la realtà, la comprende e la rielabora
GIOCARE IL PENSIERO SIMBOLICO • Il gioco presuppone l’ingresso in un mondo di fantasia, richiede una «trasfigurazione» della realtà con la peculiare possibilità di cogliere nelle cose nuovi nessi e significati • Tale trasfigurazione della realtà è la radice della funzione simbolica senza la quale non ci sarebbero né l’arte, né la scienza.
GIOCO E LINGUAGGIO Il gioco stimola l’acquisizione del linguaggio • Il bambino usa la parola perché essa corrisponde a qualcosa di concreto, fino ad inventare parole nuove, perfette sintesi di segno e significato ( Il fermaforo, il vestitaio…) • Il linguaggio del bambino è impregnato di metafora, che rivela la possibilità di attribuire alle parole un senso sommerso, eppure «reale» («Papà, vengo a farmi cucciolare da te») • Nel gioco il bambino usa le parole degli adulti, appropriandosi così in modo nuovo della lingua e dei suoi significati
GIOCARE SPAZIO E TEMPO «Facciamo che io ero la mamma….» L’uso dell’imperfetto esprime linguisticamente la distinzione che il bambino fa tra lo spazio e il tempo del gioco e lo spazio e il tempo reale L’acquisizione della consapevolezza dello spazio e del tempo è una funzione importante nello sviluppo della razionalità
GIOCARE LA RIPETIZIONE DELL’ATTO • Riprodurre la stessa azione, ascoltare le stesse parole o le stesse fiabe, rivedere gli stessi film, continuare a lanciare gli oggetti dal seggiolone: quello che a noi appare noioso o anche fastidioso è una necessità per il bambino. • La ripetizione dell’atto serve al bambino per elaborare l’esperienza che sta facendo secondo i propri tempi e le proprie modalità • Dal punto di vista del bambino ogni azione ha un suo senso proprio, il gesto successivo non è lo stesso del precedente; la ripetizione termina quando il bambino ha assimilato tutto il senso che può venire dall’azione stessa.
GIOCARE LA RAPPRESENTAZIONE I bambini non raccontano, ma mostrano, mettono in scena; essi sanno riprodurre i gesti, gli atteggiamenti, le funzioni. Rappresentando un ruolo nell’occasione del gioco, essi capiscono la funzione del personaggio che interpretano e cercano di assimilarne le ragioni. Attraverso questo, come anche attraverso il disegno, si avvia il passaggio alla rappresentazione simbolica
GIOCARE IL PENSIERO STRATEGICO Scrive Huizinga che il gioco è un atto libero, una occupazione volontaria, che tuttavia impegna in maniera assoluta … «Entro gli spazi destinati al gioco domina un ordine proprio e assoluto. Ed ecco qui un nuovo e più positivo segno del gioco: esso crea un ordine, è un ordine» • Il gioco necessita di regole che devono essere formulate e poi rispettate. • Quando il gioco è connesso alla competizione conduce alla necessità di elaborare strategie di comportamento. • Ciò contribuisce alla formazione del pensiero strategico, caratterizzato da un grande uso della ragione.
GIOCARE PER CONCLUDERE • Molte caratteristiche del pensare e dell’agire razionale sono presenti nel gioco, anche nelle sue forme più semplici e spontanee. • Nel gioco il bambino conquista ed esprime la forma della sua razionalità nel modo più adeguato al suo essere • E’ giusto allora considerare il gioco una attività tra le più utili.
IL GIOCO COME RISORSA • L’adulto può usare consapevolmente il gioco per aiutare a sviluppare e consolidare quegli elementi di razionalità intrinsecamente connessi all’attività ludica (azione ludiforme) • Il gioco può essere scelto consapevolmente come strumento didattico educativo, con la consapevolezza che non è un ‘trucco’ per indorare la pillola, ma un metodo che tiene conto del linguaggio e del livello di percezione a cui il bambino può pienamente accedere • Con il gioco è possibile apprendere in una situazione meno rischiosa e meno soggetta a frustrazioni rispetto a quelle che si presentano nella realtà.
MATEMATICA E GIOCO I concetti matematici trovano la loro origine nelle esperienze percettive, attraverso le quali il bambino può osservare, indagare la natura dello spazio intorno a sé, acquisire l’idea del contare. Tali esperienze e la loro rielaborazione interiore, che avvengono prevalentemente nella forma del gioco, sono il retroterra di qualunque apprendimento formale successivo. Domanda: quali giochi sono più adatti per insegnare la matematica o, più in generale, per insegnare a ragionare? Due possibilità: a)Giochi senza esplicito contenuto matematico, ma che influiscono sulla formazione dei concetti matematici. b)Giochi di matematica veri e propri, che hanno come oggetto numeri, figure…….
GIOCARE a) Si possono considerare ‘intelligenti’ quei giochi che si basano sull’osservazione, sulla riflessione, sull’associazione di idee, che richiedono strategie - giochi linguistici, indovinelli, anagrammi, sciarade - giochi in cui i bambini stabiliscono o modificano regole - scatole di costruzioni, Lego, Meccano, Geomag… - giochi di carte, scacchi, dama… - …..
GIOCARE b) -Tombola delle tabelline - giochi con le simmetrie - quadrati magici - sudoku - battaglia navale - gare di matematica -….. Nel gioco si può spezzare il circolo vizioso regola-applicazione, problema-schema risolutivo che avvilisce l’apprendimento matematico ad addestramento e si possono reintrodurre elementi che non dovrebbero mai mancare, quali creatività, intuizione, prefigurazione, competizione, elementi che contribuiscono a rendere l’attività matematica interessante e piacevole.
IL PERCORSO DALL’OSSERVAZIONE ALLA DEFINIZIONE
Le azioni del fare matematica OSSERVARE
Osservare • Dalla spontanea formazione dei concetti nella mente del bambino fino alla concezione delle idee più astratte, l’origine dell’apprendimento matematico è rintracciabile nell’esperienza dell’osservazione della realtà almeno tanto quanto quello delle altre scienze della natura. • L’azione dell’osservare va privilegiata e coltivata anche ai fine dell’educazione scientifica in generale e dell’apprendimento della matematica in particolare.
Osservare non è solo vedere Osservare non è un rilevamento acritico e passivo di dati; infatti, in generale, noi vediamo ciò per cui abbiamo un’attesa; capita di ‘non vedere’ quello che si ha davanti se la nostra mente è concentrata altrove • L’azione dell’osservare richiede la compresenza di tre fattori: oggetto, soggetto e intenzionalità del soggetto. • La capacità di osservare consiste nel saper scegliere quali sono le informazioni che interessano: essa dunque deriva da uno scopo che determina il punto di vista con cui si guarda qualcosa; osservare è un procedimento inscindibile di analisi e sintesi.
Osservare: l’Analisi Elementi che caratterizzano una buona attività di osservazione: • cogliere le differenze, le diversità, i contrasti, le contraddizioni • vedere le analogie, le regolarità, le uguaglianze, le somiglianze, le invarianze • riconoscere oggetti uguali in contesti diversi • riconoscere lo stesso oggetto in diverse funzioni
Osservare: l’Analisi Esempio 1 Cosa hanno di diverso queste due figure? E cosa hanno di uguale?
Osservare: l’Analisi Esempio 2 due tipi di problemi, ma analoga struttura logica SPESA + GUADAGNO = RICAVO
Osservare: l’Analisi Esempio 3 In matematica il simbolo + viene utilizzato in contesti diversi • 2+3 • a+b • AB + CD • + In matematica, in generale, si sceglie di mantenere lo stesso simbolo per facilitare il riconoscimento di analogie, ma allo stesso tempo l’identità del segno può ostacolare la comprensione dei diversi significati di ciò che via via rappresenta
Osservare: La sintesi • Raccogliere informazioni non è sufficiente a produrre comprensione: per saper osservare è necessario riconoscere nella realtà i nessi che la rendono significativa, è necessaria la scelta di un punto di vista sintetico. • Tale scelta permette di precisare l’analisi, di migliorare l’osservazione; ciò fa guadagnare un nuovo livello di sintesi ESEMPIO CON GEOGEBRA
Osservare in matematica Per fare matematica è necessaria una profonda capacità di osservazione: i concetti matematici nascono dalla necessità di razionalizzare esperienze della vita comune, di trovare strategie per affrontare problemi della pratica abituale. Di fronte a certe difficoltà di apprendimento della matematica si tende spesso ad insistere sul piano formale, rafforzando alcune forme di addestramento; può essere invece più efficace aiutare l’allievo a potenziare l’osservazione per allargare e approfondire il suo rapporto con la realtà. Saper osservare consiste nella capacità di stare davanti ad un oggetto secondo un preciso punto di vista, formulando una domanda particolare su di esso; ad esempio, in geometria, se guardiamo le figure osservandone la forma ragioniamo in termini di similitudine, se osserviamo la sua estensione ragioniamo in termini di equiscomponibilità, e così via
Osservare in matematica L’osservazione delle regolarità e delle invarianze è la condizione per intuire proprietà generali. La risoluzione di problemi richiede capacità di osservazione, sia nell’aspetto dell’analisi che in quello della sintesi: -analizzare il testo per identificare dati, ipotesi…. -individuare l’obiettivo da raggiungere, la risposta da dare. -La chiarificazione dell’obiettivo illumina le ipotesi e permette di sviluppare un percorso di soluzione.
Osservare: educare con il gioco La capacità di osservazione può essere educata. I bambini osservano spontaneamente: tale attività va stimolata e valorizzata. Uno strumento utile può essere il gioco: • Gare di osservazione: si mostra un oggetto e lo si fa osservare per un po’ di tempo, poi lo si toglie alla vista e si chiede di rispondere ad una serie di domande • Aguzziamo la vista • Che cosa manca • Scopri le differenze • Fotografie da diversi punti di vista • ………. N.B. Il tempo dedicato ad educare l’osservazione è tempo guadagnato per tutte le discipline!!!!!
Osservare E in matematica? • Guardare le cose evidenziandone gli elementi matematici • Ricercare simmetrie o regolarità • Lavorare su problemi nei quali sia indispensabile esaminare il testo o la figura da uno specifico punto di vista • ….
ESEMPIO Completa, osserva e pensa + 0 1 2 3 4 + 0 1 2 3 4 0 0 0 1 2 3 4 1 1 1 2 3 4 5 2 2 2 3 4 5 6 3 3 3 4 5 6 7 4 4 4 5 6 7 8
Le azioni del fare matematica DESCRIVERE
DESCRIVERE • La descrizione è la presa d’atto dell’esperienza dell’osservare; perciò anche tale attività dipende dallo scopo con cui si è osservato e dall’intento comunicativo. • Anche la scelta del mezzo descrittivo dipende dallo scopo, ma dipende anche dalle capacità espressive e dalla sensibilità di chi descrive. • Una descrizione è sempre in qualche misura una schematizzazione della realtà e quindi anche una sua interpretazione
DESCRIVERE È lo scopo a determinare il grado di adeguatezza di una descrizione e la modalità espressiva Esempi: • Per dare le indicazioni di una località possiamo fare uno schizzo o una piantina. • Per descrivere la scena di un incidente il verbale deve contenere tipi di informazione ben determinati. • Una foto o un quadro sono metodi adeguati per descrivere un panorama. • …….
Una descrizione scientifica: • riguarda oggetti sottoposti a indagini di tipo scientifico • sceglie forme e strumenti espressivi in cui prevale la funzionalità allo scopo, rispetto all’aspetto estetico • mira a comunicare il proprio contenuto in modo intersoggettivo e senza ambiguità (eliminando, perciò, dalla descrizione tutto quello che è soggettivo) • contiene forme di rappresentazione nel simbolismo della scienza stessa (formule, diagrammi, schemi…)
DESCRIZIONE COME RAPPRESENTAZIONE IN MATEMATICA • La descrizione-rappresentazione riveste anche un altro ruolo, oltre a quello di comunicazione di una esperienza • La rappresentazione è una funzione del pensiero, quando esso trasferisce i dati della realtà in forme e linguaggi diversi da quelli con cui si presentano , a scopo operatorio, per poter eseguire sulle rappresentazioni stesse quelle manipolazioni che consentono di comprendere nuovi aspetti del reale. Esempi: • la rappresentazione della moltiplicazione come schieramenti • la rappresentazione delle frazioni • l’uso della rappresentazione nei problemi • …….
DESCRIZIONE MATEMATIZZAZIONE In matematica questo processo viene denominato matematizzazione di un contesto, che si tratti del più semplice problemino di scuola elementare, fino alle più complesse equazioni in fisica: -si costruisce una rappresentazione che deve contenere le informazioni necessarie a fare operazioni o deduzioni su di esse; -poi si opera su tale rappresentazione, staccandosi dal suo riferimento reale e seguendo le leggi proprie dell’ambiente in cui si opera; -infine le conclusioni vengono reinterpretate nella situazione reale da cui si è partiti.
Descrivere ESEMPIO Quando non piove Antonio va a scuola effettuando una prima parte del percorso in auto fino all’ufficio del padre, poi in bici fino a scuola. Se, in media, il tempo necessario per fare tutto il percorso è 11 minuti e il tempo per fare il tratto in auto supera quello in bici di 3 minuti, per quanto minuti, in media, Antonio usa la bici? AB+CD=11 AL+CD=11-3=8 CD=8/2=4 Antonio usa la bici per 4 minuti
La descrizione a scuola • Il mezzo descrittivo primario è la lingua, parlata o scritta • Le rappresentazioni grafiche sono altrettanto importanti delle descrizioni verbali • Costruire identikit di persone è esercizio utile, anche in forma di gioco • Di fatto la descrizione è una forma di codificazione dell’esperienza. Esercizio importante è quindi anche lavorare sulle decodifica di descrizioni fatte da altri; esempio: le istruzioni di un gioco le istruzioni di una scatola di montaggio le istruzioni di una ricetta di cucina I comandi di un software
Descrivere Prova tu Descrivi ognuna delle due figure
Le azioni del fare matematica DEFINIRE
DEFINIRE • Perché è così difficile parlare, in matematica? È proprio necessario? Non basta saper fare? • E le definizioni bisogna proprio impararle a memoria? «La parola, in un certo senso, è costitutiva della realtà. Adamo dà il nome alle cose, e dare il nome alle cose significa riconoscerle per sé…Consegnare le parole vuol dire offrire delle categorie, cioè delle esperienze possibili, vuol dire formare la categorialità» (Eddo Rigotti, Questioni di lessico) Finché ad una cosa non viene dato un nome, in un certo senso è come se non esistesse
Definire Se spezziamo una ‘cimetta’ del cavolfiore otteniamo un particolare che è un cavolfiore in miniatura; se ripetiamo l’operazione sul particolare otteniamo una parte più piccola che assomiglia all’intero. Sappiamo dare un nome a questo fatto? Benoît Mandelbrot , matematico polacco naturalizzato francese, padre della geometria frattale, chiama questa proprietà autosomiglianza
DEFINIRE • Dice Hans Freudenthal: “Bisogna insegnare non le parole, ma a parlare, non le definizioni, ma a definire”. • La questione delle definizioni è una spia del problema più ampio del linguaggio nell’insegnamento scientifico. • In quanto le parole scaturiscono da una storia, il linguaggio non è un semplice strumento in dotazione alle persone, ma tocca e richiama il livello dell’esperienza. • Occorre allora indagare la forte connessione esistente fra l’uso delle parole che caratterizza il linguaggio comune e le parole che formano i linguaggi specifici
DEFINIRE • Il procedimento della definizione sta alla base della possibilità di dare i nomi alle cose, azione costitutiva della capacità di astrazione, della formazione dei concetti. • I termini del discorso si caratterizzano per estensione ( l’insieme degli oggetti a cui si riferisce) e intensione (il suo significato, il concetto che denomina). • Es. Il termine parallelogrammo ha maggiore intensione e minore estensione del termine quadrilatero. • In ambito scientifico si tende ad assumere un termine per designare un concetto solo dal punto di vista dell’estensione: un termine, usato in un linguaggio specifico, sta semplicemente a denotare l’insieme degli oggetti che identifica.
Definire IL LINGUAGGIO SCIENTIFICO • Un linguaggio scientifico si costituisce quando viene operata una selezione di ambito di esperienza, e per descrivere quella si producono gli strumenti espressivi necessari. • Infatti la realtà che la disciplina indaga influisce sullo strumento espressivo, piega, forma e arricchisce la lingua perché rifletta adeguatamente la struttura di ciò che vuole comunicare • Il linguaggio comune fornisce parole e discorsi al linguaggio scientifico, che non è però un sottoinsieme impoverito di esso; anzi l’intreccio tra i due livelli di espressione è molto complesso • Mettere a fuoco analogie e differenze tra la lingua del discorso comune e la lingua del “parlare” in matematica aiuta a focalizzare l’azione del definire
Descrizione Definizione Definire vuol dire trovare una descrizione sintetica dell’oggetto in esame a partire dalla quale possiamo essere certi di intenderci quando ne parliamo. Ogni termine che troviamo nel vocabolario è di fatto spiegato con una definizione Esempio • Il lessico (o vocabolario) è il complesso delle parole e delle locuzioni di una lingua • Per locuzione si intende un gruppo di parole in relazione grammaticale tra loro, costituente un'unità autonoma del lessico Cosa si può notare? C’è un problema!
La definizione in matematica La matematica ha esigenze diverse da quelle del linguaggio comune; i termini devono essere definiti in modo inequivocabile, con significati univoci. Una definizione matematica è anch’essa una descrizione, ma non si possono ammettere circolarità Dovendo ricorrere ad altre parole, devono esistere dei termini il cui significato si suppone evidente e che non devono essere definiti, cioè i termini primitivi o concetti primitivi Mentre in una lingua non si sente la necessità di dichiarare esplicitamente quali essi siano, nel linguaggio scientifico, e in particolare matematico, tale operazione è assolutamente necessaria.
La definizione in matematica • Spesso la definizione matematica, oltre che una descrizione, è una abbreviazione (es. segmento, triangolo):ha la funzione di poter sostituire ad un’intera frase un unico termine, senza rischio di equivoci. Es: il segmento è una parte di retta delimitata da due punti, detti estremi. • Questo uso rende scarno il linguaggio matematico, il che è un vantaggio, ma presuppone nella sua lettura una buona capacità interpretativa.
La definizione in matematica La definizione matematica può anche avere carattere operativo: essa cioè sintetizza in un singolo termine le operazioni, concrete o mentali, eseguite per arrivare ad un certo concetto. In questo senso la definizione può essere considerata la descrizione di un procedimento. Esempio: la somma di due numeri interi è il numero che si ottiene contando di seguito al primo, tutte le unità del secondo.
Definire Esempio: il valore assoluto Se si da la seguente definizione (scorretta!!!): «il valore assoluto di un numero reale è il numero senza il segno» cosa si può dire del valore assoluto del numero 1 − 2 ? Invece esaminiamo la seguente definizione, che ha un carattere operativo: «il valore assoluto di un numero a è il numero stesso se a è maggiore o uguale a zero, è il suo opposto se a è un numero negativo» Qual è allora il valore assoluto del numero 1 − 2 ?
DEFINIRE A SCUOLA • Nella didattica è particolarmente importante arrivare con i ragazzi a formulare definizioni, non partire dalla loro enunciazione. • La definizione infatti deve essere la sintesi di un processo di comprensione, non ne può essere l’origine. • Essa può essere conseguita alla fine di un percorso operativo, che parte da una osservazione o da una domanda, procede con altre osservazioni o deduzioni, giunge a formulare una risposta, che può essere sintetizzata in un termine nuovo. • Durante questo percorso è possibile utilizzare un linguaggio approssimato, per favorire la comprensione, ma da quando si conquista la formulazione corretta della definizione è giusto pretenderne la ripetizione in termini rigorosi.
DEFINIRE • Insegnare a “parlare” in matematica significa insegnare a utilizzare un adeguato apparato linguistico ed espressivo per comunicare le proprie conquiste intellettuali. • Al linguaggio scientifico occorre arrivare per approssimazioni successive e non va mai dato per scontato; d’altra parte l’acquisizione graduale di un linguaggio disciplinare è un obiettivo permanente nella programmazione. N.B. E’ necessario avere particolare attenzione a quanto le difficoltà di natura linguistica influiscano sull’apprendimento, generando ostacoli alla comprensione dei concetti. • Lavorare sulla lingua è perciò uno degli interessi più importanti che accomuna l’educazione scientifica a ogni altro ambito disciplinare.
Le azioni del fare matematica •SIMBOLIZZARE
Formalizzare significa dare espressione all’insieme di conoscenze che possediamo attraverso un sistema di segni: l’oggetto a cui ‘diamo forma ‘ è il pensiero, usando innanzitutto le parole e la lingua; in matematica la formalizzazione avviene soprattutto usando i simboli; potremmo dire che il simbolismo è linguaggio della matematica e contenuto della matematica al tempo stesso.
La prima funzione del simbolo è quella di rappresentare concetti nella forma più breve e chiara possibile, ma è molto di più della stenografia di un concetto; basta pensare alla scrittura decimale del numero: il simbolo contiene al proprio interno la formalizzazione di alcune proprietà delle operazioni sui numeri stessi, è già una sintesi concettuale di un elevato grado di complessità.
Se però il simbolo si stacca dal suo significato, sorgono seri problemi di apprendimento; l’uso dei simboli diventa meccanico, le procedure vengono applicate in maniera ripetitiva ed acritica. Si può ad esempio fare un errore di calcolo in una sottrazione, ottenere un risultato maggiore del numero di partenza e non accorgersene perché non si considera la logica dell’operazione.
E’ pertanto indispensabile guidare il bambino alla comprensione profonda del significato dei simboli aritmetici, anche attraverso la manipolazione di oggetti concreti, per evitare un utilizzo rigido dei simboli.
Le azioni del fare matematica
Ciascuno di noi ragiona per sua natura. Ognuno spontaneamente sa mettere in atto inferenze, che riconosce errate o corrette alla luce dell’esperienza.
Spesso i bambini ragionano particolarmente bene; ci stupiscono con le loro deduzioni fulminee, con la stringente coerenza delle loro conclusioni. Non sempre però sanno rendere conto dei procedimenti fatti, non sempre riescono ad esplicitare completamente sul piano verbale e a rendere coscienti, e quindi comunicabili, i percorsi inferenziali che hanno spontaneamente seguito.
Ma questo non vale solo per i bambini: prendere coscienza del proprio ragionamento, riflettere sul proprio pensiero per orientarlo ed organizzarlo non è facile e non è spontaneo. (Basta pensare ai problemi che si incontrano nell’organizzazione delle dimostrazioni di geometria sintetica)
In questo senso, la capacità di ragionamento, che riconosciamo innata in tutti, può essere coltivata e approfondirsi. Al contrario, se viene esercitata solo in modo inconsapevole, può addirittura affievolirsi
Si può quindi insegnare a ragionare, nel senso cioè di aiutare a sviluppare la consapevolezza dei propri ragionamenti.
In tal senso l’utilità di quella che viene chiamata logica formale sta nel fornire uno strumento che favorisce la visione esplicita dei procedimenti mentali, permette eventualmente di correggerli e può aiutare in generale ad organizzare la facoltà di ragionare.
ALCUNI CENNI Una forma corretta del ragionamento è una relazione tra implicazioni che conduce da premesse vere a conclusioni vere e che viene perciò accettata come regola di procedimento corretto.
Forme di argomentazione • Induzione: dal particolare al generale • Abduzione: dalle conseguenze alle cause • Deduzione: dal generale al particolare
CONFRONTIAMO -tutti i fagioli di questo sacchetto sono bianchi -questi fagioli sono bianchi -questi fagioli vengono da questo sacchetto -tutti i fagioli di questo sacchetto sono bianchi -questi fagioli vengono da questo sacchetto -questi fagioli sono bianchi -da questo sacchetto vengono questi fagioli -i fagioli estratti sono bianchi -tutti i fagioli di questo sacchetto sono bianchi
INDUZIONE Il ragionamento induttivo, dal verificarsi di esperienze particolari, porta a formulazioni di carattere generale Es. -da questo sacchetto vengono questi fagioli ( fatto particolare) -i fagioli estratti sono bianchi (fatto particolare) -tutti i fagioli di questo sacchetto sono bianchi (conseguenza generale) L’induzione è il ragionamento base delle scienze empiriche; più grande è il numero delle prove fatte, più attendibile è la previsione formulata
ABDUZIONE È la forma di argomentazione che costituisce gran parte delle nostre riflessioni: ricercare le cause, risalire alle spiegazioni degli indizi…. Es.: -tutti i fagioli di questo sacchetto sono bianchi(premessa generale) -questi fagioli sono bianchi (fatto particolare) -questi fagioli vengono da questo sacchetto (conseguenza) Non è possibile stabilire il grado di validità di questo ragionamento, senza ulteriori elementi relativi al contesto L’abduzione è la struttura tipica dell’investigazione
DEDUZIONE La matematica richiede di garantire le proprie affermazioni attraverso dimostrazioni, cioè usando ragionamenti deduttivi. Es.: - tutti i fagioli di questo sacchetto sono bianchi(premessa generale) - questi fagioli vengono da questo sacchetto (fatto particolare) - questi fagioli sono bianchi (conseguenza particolare) In questa forma di ragionamento, se sono vere le premesse, la conclusione è necessariamente vera. La deduzione è l’unico schema argomentativo in cui la verità delle conclusioni è contenuta necessariamente nella verità delle premesse.
Si può insegnare a ragionare: cioè aiutare a sviluppare la consapevolezza dei propri ragionamenti. COME?
ALCUNI SUGGERIMENTI • La forma privilegiata è il dialogo: Perché hai fatto così? Spiegami!!! • Proporre di scrivere il perché. • Far spiegare ai compagni e ascoltare con attenzione il dialogo tra i bambini • Valorizzare i progressi. • Scegliere esercizi non banali.
Le azioni del fare matematica
•Progettare è una delle azioni più significative dell’apprendimento, quando esso è proposto come esperienza della persona. •Chi progetta infatti vuole “mettere in opera” una propria idea, concretizzandola in modo da far diventare patrimonio comune una creazione della propria mente. •All’interno di una progettazione, in qualunque campo, si affronta una situazione complessa, che non può essere dominata in modo frammentario, ma chiede che i particolari si inseriscano in un’ipotesi globale.
PROGETTARE IN MATEMATICA La matematica è un’attività mentale che è essenzialmente un “progettare”, anche se non sempre attraverso operazioni fisicamente eseguibili. Nell’azione del progettare, la matematica esprime la caratteristica di essere inerente alla razionalità globale della persona, alla modalità del suo rapporto con la realtà.
RISOLVERE PROBLEMI E’ PROGETTARE Per sua natura un problema richiede di orientare scelte, di sviluppare strategie, di immaginare e prefigurare un percorso risolutivo In un problema, ogni particolare è collocato in un contesto, ogni azione prende significato riferendosi ad esso. Risolvere problemi è un allenamento a progettare: richiede un’azione libera e consapevole, cioè allarga l’orizzonte della razionalità
Fasi di un “progetto”
PRIMO PASSO Lettura accurata e analisi attenta del testo DATI OBIETTIVO (Riformulazione del testo)
SECONDO PASSO Rappresentazione del problema Contesto Contesto linguistico matematico Rappresentare è una condizione per matematizzare
TERZO PASSO Strategia risolutiva Schema logico del procedimento Scomposizione in sottoproblemi
NOTA BENE •Favorire, ove possibile, la costruzione di più strategie risolutive e far eseguire una valutazione a priori e una a posteriori. •Meglio fare uno stesso problema in tre modi diversi (confrontandoli) che svolgere tre problemi diversi acriticamente
QUARTO PASSO Esecuzione Aspetto tecnico Rielaborazione
QUINTO PASSO Verifica Corrispondenza tra risultato e Coerenza del rappresentazione processo Nuovi problemi
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