La Saggezza di Chirone - Lettere eretiche CACCIA, ANIMALISMO E POLITICA

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La Saggezza di Chirone - Lettere eretiche CACCIA, ANIMALISMO E POLITICA
La Saggezza di Chirone
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       Lettere eretiche

CACCIA, ANIMALISMO E POLITICA

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LETTERA APERTA ALLO STAFF OPA

Massimo Tettamanti
Marina Berati
Adriano Fragano
Aldo Sottofattori
Filippo Schillaci
Andrea Argenton

“UNA SVOLTA POLITICA PER L’ANIMALISMO RADICALE?”

09.07.04

Caro Max,

scrivo a te che conosco ma mi indirizzo a tutto lo staff OPA, che con l’eccezione di Aldo non conosco. L’altro giorno
ho letto un articolo su Repubblica che mi ha fatto sobbalzare.

Repubblica scriveva che, nelle elezioni europee del Nord Est “primo, di gran lunga” era arrivato Fini, ma subito
dopo si era piazzato Sergio Berlato, “consigliere ministeriale di Alemanno, incaricato di tenere i rapporti con la
potente lobby dei cacciatori” (sic!).

In ducati sonanti: la lobby dei cacciatori é riuscita a mandare a Strasburgo un suo rappresentante che aveva
preceduto, nella corsa europea, uno dei più forti cavalli di razza post-fascisti: Adolfo Urso. Pur vivendo lontano
seguo sempre gli avvenimenti politici italiani con un senso di sbalordimento e di apprensione.

Pochi giorni dopo ho scoperto che nella regione dove vivo - il Devon del Nord - i cacciatori – che sono una sparuta
minoranza - avevano creato un partito “The Country Party Alliance Fighting for Rural Issues”, mascherando la
sanguinolenta smania di massacro dietro un paravento di idee bonarie, mielose e buoniste in difesa del cosiddetto
Country Side.

Ho pensato, caro Max, che vi state muovendo bene. Mi congratulo con voi.

Avete capito che il tempo dei cani sciolti è finito. Che è terminato il tempo delle masturbazioni ideologiche, delle
stravaganti idee riguardanti il destino delle specie umana, delle litanie dei gruppi di preghiera e delle idee utopiche
legate a ideologie animaliste estreme che riescono solo a creare gruppi settari e disgregati. Avete capito che se
vogliamo aiutare veramente gli animali, bisogna trascendere, andare oltre la minutaglia compassionevole e ideare
una nuova strategia in grado di far pesare politicamente la massa di coloro che hanno a cuore il bene del non -
umano.

Occorre un nucleo che aggreghi i cani sciolti e tenti – almeno tenti – di creare un movimento - ombrello che dia
copertura alle mille anime dell’animalismo.

E questo va tentato con o senza le associazioni.

Il tempo dell’inane chiacchiericcio è finito: o strutturiamo una forza politica - come hanno fatto i cacciatori - o si
continuerà a sguazzare nella palude delle piccole cose, validissime per il salvataggio di uno sparuto numero di esseri
viventi, ma fallimentare come strategia globale perché incapace di attivare una vera svolta epocale.

Lo ripeto da anni. Come è possibile che una minoranza vilipesa e odiata come quella dei cacciatori abbia una lobby
in grado di mandare un suo rappresentante a Strasburgo?

Come è possibile che una lobby di 730.000 cacciatori e le loro famiglie abbia un potere maggiore

di una massa di animalisti che secondo me rasenta i sette milioni?

Io so che in questo paese (l’Inghilterra)- che sicuramente non è il Regno dei Cieli, ma è con la Germania uno dei due
paesi più aperti verso il problema della sofferenza animale – appena i cacciatori hanno fatto le loro mosse - che
sconfinano con un terrorismo vagamente annunciato - la Lega contro la Crudeltà verso gli Animali (una grande

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lobby animalista) ha reagito pubblicando immediatamente una pagina intera su diversi quotidiani per informare
Blair e il suo governo – sguazzante nel magma miasmatico iracheno - che se non concludeva rapidamente l’iter
parlamentare, che avrebbe dovuto mettere fine alla “Caccia alla volpe”, ci sarebbero state ingenti perdite di voti alle
prossime elezioni - che si stanno già annunciando foriere di grandi tempeste per il Labour. Ed è stata una messa in
guardia sparata su una pagina intera dei quotidiani.

Qui, ogni mossa dei cacciatori o dei vivisezionatori è contrastata da lobby animaliste che rispondono colpo su colpo,
autogestendosi da sole attraverso i media.

Non piace ai nostri animalisti la parola “lobby”? Usino allora il termine “gruppo di pressione”.

Bisogna fregarsene delle parole e arrivare ai fatti. Gli animali si aiutano se siamo in grado di creare una forza
politica, con gli artigli di acciaio, in grado di determinare lo spostamento di un

notevole numero di voti. Se invece si continua a litigare tra vegetariani e veganiani saremo condannati alla
frammentazione del movimento, all’atomizzazione, all’eterne chiacchiere su internet e alla perenne minutaglia, che
aiuta molti essere viventi - ed è eticamente nobile e lodevole - ma che non può troncare “con l’ascia” - come dice il
Battista - le radici della violenza verso gli animali.

L’idea malsana che la politica faccia schifo e che sia sufficiente il chiacchiericcio su internet e la persuasione
veganiana verso limitatissimi gruppi di persone è una strategia suicida e perdente.

Montanelli diceva di turarsi il naso e votare. E lo stesso giornalista - notoriamente di destra - non esitò a votare a
sinistra quando il conflitto con Berlusconi divenne insostenibile.

Io sostengo da anni che il sacrificio ideologico vale la vita di milioni di esseri senzienti.

Storcere il naso astenendosi o sostenere partiti schierati contro il non – umano è come tradire gli animali e la
natura.

Un esempio della follia astensionista?

Il 49% dei neri d’America se ne infischia di votare.

Alle ultime elezioni di questo 51% di votanti il 90% ha votato Gore e il 10% Bush.

Ma il 49% degli afro americani non votando ha perpetrato un’autentica follia: ha consegnato il potere alla destra
guerrafondaia di Cheney, Wolfowitz, Pearl e soci.

Il risultato di questo astensionismo suicida?

La destra ha scatenato la guerra in Iraq.

Ma i soldati mandati a combattere di che colore sono?

Sono in maggioranza neri o ispanici, e figli dei poveri bianchi.

L’astensionismo nero e ispanico ha creato le condizioni affinché i figli dei poveri vengano massacrati in una guerra
sponsorizzata da una maggioranza bianca - sostenitrice di oligarchie finanziarie - che ha consegnato il potere a Bush
votandolo al 54% - ma assicurandosi che i propri figli non siano spediti in Iraq a farsi sbudellare. Ora che i propri
figli ritornano chiusi nei “body bags”, i poveri si rendono conto cosa significhi una manciata di voti: un voto nero
compatto avrebbe evitato che Bush vincesse contro Gore.

Storcere il naso verso la politica è suicida.

Se Gianpaolo Pansa avesse scritto ( vedi Espresso del 27-11-03- Bestiario) che erano stati i cacciatori e non gli
“animalisti estremi” a gridare “in faccia ai carabinieri “….dieci,cento, mille, Nassyria!..”, ci sarebbe stata una levata
di scudi memorabile da parte delle associazioni venatorie. Quando ho evidenziato a un mio caro amico, un

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“animalista doc”, la cosa, mi ha risposto che quella non era altro che una “goliardata!” Ecco “in nuce” la basilare
differenza di approccio.

Quello dei cacciatori è rivolto verso il mondo e verso la modernità dominata dai media.

Quello nostro è dominato invece da una specie di autismo, da un sistema chiuso in se stesso, solipsistico con una
visione del mondo paurosamente limitata.

Per me, caro Max, si presentano una serie di possibili scenari.

Si aprono alcune vie percorribili.

La prima è quella di una fondazione di un partito verde – animalista autentico.

Un partito - logicamente - schierato a sinistra che sia: pacifista, antiglobalista, profondamente verde - Kyoto,
disposto in maniera risoluta contro la fame del mondo e che sia un baluardo per i diritti degli animali e degli
uomini. Ma non un partito veganiano o vegetariano, un partito aperto a tutte le persone che si battono per i diritti
animali, un partito che prenda una ferma posizione contro: caccia, vivisezione, allevamenti di ogni tipo,
combattimenti degli animali, vivisezione, commercio degli animali, combattimenti, feste, abbandono…ecc….

La seconda è quella della “lobby” (o chiamiamola “gruppo di pressione”) politicamente trasversale, schierata sulle
posizioni sopra elencate. Non una lobby veganiana – vegetariana ma una lobby aperta che – simile alle grandi lobby
statunitensi – sia in grado di spostare masse di voti da uno schieramento all’altro. E’ lapalissiano che una lobby
puramente vegetariana – veganiana avrebbe una forza esigua. Una tale idea è demenziale.

Un esempio? La lobby inglese contro la crudeltà verso gli animali che minaccia di spostare i voti – che generalmente
concede ai laburisti (e lo fa anche attraverso il sacrificio ideologico di attivisti orientati a destra) – in un’altra
direzione. Se Blair, eternamente esitante, decidesse di procrastinare l’iter parlamentare per concludere la
legislazione sull’abolizione della caccia alla volpe, sarebbe duramente punito come è stato punito per la guerra in
Iraq.

Molti miei amici non hanno esitato – per la prima volta nella loro vita – a votare per i liberali e per i verdi che si
erano espressi contro la guerra. E anch’io ho votato verde.

La terza è quella dell’infiltrazione di massa in un partito. Un’adesione di massa che crei all’interno del partito
infiltrato – se così si può dire – una maggioranza che scalzi una minoranza.

Un esempio? L’ingresso di migliaia di nuovi iscritti nel Partito Verde per contrastare – ed eliminare - la presenza
della minoranza favorevole alla caccia e alla sperimentazione.

La quarta è quella dell’entrata di gruppi animalisti in vari partiti.

Esempio: la creazione di ARCIANIMALI nei DS per contrastare ed eliminare la presenza dell’ARCICACCIA o la
presenza di un folto gruppo animalista in AN per contrastare le posizioni di Alemanno e soci. L’idea che
l’animalismo sia solo di Sinistra è errata. Io ho aiutato, in Umbria, una signora - che si dichiarava apertamente di
destra - che ebbe 15 cani avvelenati, e sosteneva che gli avvelenamenti erano stati perpetrati da cacciatori comunisti.
Una cosa molto probabile.

Ed io che ero stato una vita nel PCI non ho esitato ad aiutarla e a combattere i compagni avvelenatori denunciandoli
dappertutto. Anche alla BBC World News.

A coloro che sostengono che il sacrificio ideologico è insostenibile ricordo che una presa di posizione che elimini - o
radicalmente limiti -: caccia, vivisezione, combattimenti, allevamenti, abbandoni ecc…pur non essendo che una
scheggia nella dinamica dello strazio animale è fortemente auspicabile per la massa di esseri viventi che si
riuscirebbe a salvare.

Cerco di evidenziare alcune cifre, con un gruppo di esempi limitati.

Ogni anno, in Italia:

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La caccia uccide 250 milioni di animali.

Il mercato italiano delle pellicce massacra 20 milioni di animali.

La vivisezione tortura e uccide oltre un milione di animali.

5000 cani soccombono nei combattimenti.

Per non parlare della pesca che sta distruggendo i nostri fondali marini.

Se il mio sacrificio ideologico riuscisse a salvare una parte di queste povere creature io voterei anche per il Principe
Dracula. O Belzebù se preferite. Altri hanno altre idee.

Il sacrificio ideologico per loro è un prezzo troppo alto da pagare. Per me, non lo è.

Qualsiasi movimento o organizzazione che nasca dovrebbe accantonare, per suo interesse, idee bizzarre e
controproducenti, e basarsi solo sulla lotta verso i diritti degli esseri senzienti.

Ma di tutti gli esseri senzienti. In poche parole un nuovo movimento oltre a salvare i randagi deve anche combattere
– e con grande forza - il problema della fame, della miseria e della schiavitù nel mondo.

Una nuova coscienza sta sorgendo. E questa coscienza avanza inesorabilmente.

Se dovessi evidenziarla con un esempio sceglierei Julia “Butterfly”, la ragazza che visse in cima a una vetusta
sequoia di 500 anni - per 737 notti dal 10 dicembre del 1997 - per salvarla.

E’ lei che impersona, secondo il mio modesto parere, la coscienza che avanza.

E’ lei che rappresenta il nuovo sentire – la “coscienza migliore” schopenhaueriana - che si staglia contro il male del
mondo senza alcuna titubanza; una nuova coscienza laica che, senza sottofondi religiosi o mistici, anela al bene
contro tutto e tutti. E questa consapevolezza avanza malgrado che molti animalisti – che voi conoscete bene, Max –
la neghino a priori per i loro motivi ideologici.

Durante la settimana vegetariana inglese Tanit Carey ha presentato uno studio che ci ha informato che nel 2047
tutti i cittadini britannici saranno vegetariani, precisando che gran parte della popolazione sta meditando sulla
scelta vegetariana e che il 6% è già completamente vegetariano.

Il massimo numero di vegetariani è in Germania, ma anche in Italia il vegetarianismo avanza.

Se la stampa internazionale continua a parlare di una percentuale di vegetariani che nel mondo rasenta il 35% della
popolazione mondiale, qualcosa si sta muovendo.

So bene quello che affermano molti “animalisti” riguardo a questa crescita esponenziale.

Essi sembrano turbati, in un modo autolesionista e inspiegabile, perché convinti che questa tendenza non sia
riscontrabile nella realtà. E spiegano – correttamente in un senso – che anche il mercato della carne è in crescita
esponenziale. E hanno pienamente ragione - le statistiche sono chiare -: il World Bank ha predetto che il consumo
della carne crescerà nel 2020 del 50%. E ha precisato che ci sono, ormai, due volte più polli che esseri umani nel
pianeta, oltre a un miliardo di maiali, un miliardo e 300 milioni di vacche e un miliardo e 800 mila di ovini.

Questo è il paradosso: crescita esponenziale dei vegetariani e, allo stesso tempo, del consumo della carne. Ma la
crescita del mercato della carne é principalmente dovuta all’aumento sproporzionato delle nascite umane. Nascono
ogni giorno 200.000 piccoli nel mondo.

Parliamoci chiaro: aveva ragione Nietzsche quando diceva che siamo una malattia sulla pelle della terra. Nel 2050 si
prevede che saremo 9,2 miliardi. Sappiamo però che l’Italia entrerà in recessione demografica già dal 2010 e che nel
2050 saremo circa 8 milioni in meno.

Come dicono i romani: consoliamoci con l’aglietto.

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Il paradosso è che mentre cresce il vegetarianismo, con rapidità impressionante, allo stesso tempo aumenta il
commercio della carne. Negli ultimi quarant’anni il consumo della carne in Europa è cresciuto da 56 chili a 89 chili
per persona all’anno. Se si pensa alla crescita economica del Terzo Mondo è facile immaginare come sia inevitabile
che il consumo delle carni di esseri senzienti tenderà a svilupparsi. Ma il fatto innegabile è che mentre aumenta
l’orrore, allo stesso tempo e con rapidità sbalorditiva, cresce la coscienza, specialmente tra i giovani, alla “Julia
Butterfly”. E questo ci dà grande speranza.

I nodi stanno giungendo al pettine.

Le contraddizioni si stanno sovrapponendo nella storia umana e sono contraddizioni esplosive.

Monoteismi spuri continuano, come morti viventi, a sopravvivere e a predicare l’osceno verbo della proliferazione
delle nascite. I veri terroristi sono coloro che infettano il pianeta con idee medioevali e malsane, e lo avvelenano e lo
distruggono.

Peter Singer, considerato tra i più influenti filosofi del secolo se ne è venuto fuori, giorni fa, con un gioiello. Ha detto
– provocando un pandemonio tra le minoranze fondamentaliste cristiane - che è più giusto sperimentare su un
umano in coma che su un cane o su uno scimpanzé in condizioni normali. Ormai tutte le sacre verità tremano.
L’iperuranio specista con i suoi valori eterni traballa. Oscilla paurosamente il baldacchino delle mezze verità della
specie tirannica egemone sull’orbe terracqueo.

Ma chi è il vero terrorista? Chi avvelena due miseri panettoni e libera qualche visone o chi avvelena il pianeta?

Ormai nel mondo la logora logica specista si sta paurosamente incrinando.

Ho letto, giorni fa, un articolo di Umberto Eco (Espresso 11-3- 04 Bustina di Minerva pag.206),

in difesa degli uccellini, che evidenziava l’essenza del pensiero specista.

Eco scrive: “ Visto che il consorzio umano ammette l’allevamento di polli, di bovini e maiali per poi ucciderli e
mangiarli, si può ammettere che in riserve dedicate, lontane dall’abitato, in stagioni precise si possa accettare che
qualcuno vada ad uccidere per sport (sic) animali commestibili la cui riproduzione sia salvaguardata e controllata.
Ma entro certi limiti…”

Il più letto degli intellettuali italiani nel mondo difendendo gli uccellini - un minuscolo passo avanti - ci ha
propinato una difesa della caccia degna dell’Arcicaccia, che è sulle sue esatte posizioni. Massacrare si, ma con
intelligenza. Spappolare e sbudellare si ma “cum grano salis”.

E chi lo decreta questo?

Ma il “consorzio umano” lo decreta – spiega Eco - che, simile a un Giove Olimpico, rigurgita eterne, immutabili
verità. Eco difendendo gli uccellini ha giustificato la caccia.

E difendendo la caccia ha dato voce ai reprobi come la presidente della Commissione Agricola del Lazio, Laura
Allegrini di AN che si è precipitata a proporre l’allargamento delle specie cacciabili e delle aree cacciabili per
ottenere un misero pugno di voti.

Ma chi è allora il vero terrorista?

Il vero terrorista, che bisogna combattere con tutte le forze è chi distrugge il pianeta.

Chi rigurgita onde velenose di diossina. Chi distrugge le foreste. Chi massacra esseri inermi.

L’Occidente che avvelena il pianeta, mi ricorda Kieu Sampham, il braccio destro di Pol Pot, che ha dichiarato di non
saper nulla dei massacri; era assente, Kieu Sampham, mentre i Khmer Rossi liquidavano un milione di persone,
esattamente come l’Occidente che, perversamente, ignora lo sfacelo del mondo.

Fatti?

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Un americano produce ogni anno 5.40 tonnellate di carbonio contro lo 0.09 di un nigeriano.

Uno statunitense emette 21.000 CO2, mentre un italiano ne emette 9000 e un abitante della CIAD uno. Basta
studiare la classifica delle emissioni di carbonio per capire chi è il vero terrorista nel mondo. Michael Meacher - che
è stato ministro dell’ambiente nel Regno Unito dal 1997 al 2003 - è stato di chiarezza cristallina quando ha spiegato
che coloro che avvelenano il pianeta dovrebbero essere giudicati da un tribunale internazionale come Milosevic o
Pol Pot.

Meacher ha scritto: a causa dell’avvelenamento e del “global warming” 420 milioni di persone vivono in paesi che
non sono più in grado di coltivare la terra a causa della desertificazione e mezzo miliardo vivono in regioni che si
stanno, con estrema rapidità, desertificando.

Nel 2025 il numero di persone che vivranno in aree trasformate in deserti si raddoppierà.

Tutto l’ecosistema è ormai ha rischio. Le foreste bruciano. Entro il 2050 l’Amazzonia sarà deforestata. Inoltre, ha
precisato: ci sono voluti 150.000 anni per la popolazione del mondo per raggiungere il miliardo di persone. Ed era il
1804. Ci sono voluti altri 123 anni per raggiungere i 2 miliardi di abitanti. Ed era il 1927. Ci sono voluti solo 14 anni
per raggiungere i 4 miliardi. Altri 13 anni per raggiungere i 5 miliardi. E ancora 12 per diventare 6 miliardi.

Gli scienziati dicono che il livello di estinzione delle specie è cresciuto del 100% a causa della

contaminazione perpetrata dagli umani. Le specie stanno svanendo a una velocità incredibile.

In 10 anni la popolazione dei gorilla, nell’aera del Congo, è diminuita del 70%.

Nel 1994 erano 17.000 ne sono rimasti solo 5000.

Il “global warming” distrugge, ogni anno, un milione di specie – tra piante, animali, uccelli e insetti e almeno
150.000 umani. Le immagini satellitari ci rimandano continuamente il monitoraggio della distruzione che dissolve
annualmente la Foreste Pluviali, i polmoni della Terra. Ogni anno scompaiono 10.000 miglia quadrate di foreste: un
aumento del 40% dal 2002. E questo disastro è in gran parte causato dalla smodata necessità di carne
dell’Occidente. I bovini nell’Amazzonia sono diventati 57 milioni raddoppiando il proprio numero dal 1990 al 2002.
L’importo di carne verso l’Europa dal Brasile è cresciuto dal 40% al 74% in 12 anni.

Il vero terrorista?

L’ha indicato il Pentagono in un recente studio.

Davanti all’indifferenza della destra americana per il destino del mondo, lo stesso Pentagono ha reagito spiegando al
presidente più ottuso della storia americana che negare il “global warming” – per mantenere l’attuale livello di
qualità della vita degli USA – avrebbe portato alla catastrofe planetaria. Il Pentagono ha spiegato che la cecità della
classe dirigente – e aggiungerei l’indifferenza e l’ignoranza del popolo - creerà uno scenario apocalittico da
sopravvivenza “darwiniana” della specie.

Nel rapporto si legge che:

dal 2007 terribili tempeste devasteranno le coste del mondo e che gran parte dell’Olanda rischierà di finire
sommersa dal mare.

Dal 2010 al 2020 il clima europeo cambierà drammaticamente e la Gran Bretagna sarà esposta a un clima
siberiano.

Ci saranno guerre tremende a causa della desertificazione e della fame.

Rivoluzioni e sommosse sconvolgeranno India e Indonesia.

La guerra per la mancanza dell’acqua mieterà un gigantesco numero di vittime.

Nei prossimi 20 anni il pianeta non riuscirà più a sostenere la sua popolazione in crescita a un ritmo vertiginoso.

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I paesi ricchi dell’Occidente si trasformeranno in fortezze per respingere le ondate migratorie di masse disperate e
affamate per la desertificazione e per la mancanza d’acqua.

Spaventose ondate migratorie si riverseranno verso l’Europa dall’Africa e dal Sud America verso gli Stati Uniti.

La proliferazione nucleare, ormai inevitabile dopo il crollo del potere sovietico, creerà scenari d’inferno e gli ordigni
nucleari saranno utilizzati da Stati asiatici, mediorientali o africani.

La temperatura raggiungerà costantemente i 33 –35 gradi e 400 milioni di persone rischieranno la morte. Il
Bangladesh sarà sommerso dal mare e la Cina sperimenterà condizioni terribili.

Il Pentagono ci ha sorprendentemente propinato l’immagine di un mondo futuro – anzi già presente – ove ricchi
“bunkerizzati” resistono all’attacco dei poveri resi folli dalla fame e dalla miseria. Un’ immagine descritta con
grande accuratezza da Paul Virilio, che immagina le megametropoli bunkerizzate alla “Blade Runner” pullulanti
sulla terra. Negli Stati Uniti - ci dice l’urbanista francese - oltre 30 milioni di americani già vivono nelle “gated
communities”: la borghesia e gli “yuppie” hanno già creato i loro campi di concentramento dorati per contenere le
invasioni barbariche dei nullatenenti.

Hanna Arendt ha scritto che progresso e catastrofe sono le due facce della stessa medaglia: nulla di più vero.

Ma davanti alla possibile catastrofe planetaria, annunciata dal Pentagono, Bush preferisce ignorare l’avvertimento
per mantenere il livello di vita del suo popolo – o parte del suo popolo – e, quindi, preservare i suoi voti.

In ducati suonanti: meglio non rinunciare all’aria condizionata che salvare il mondo.

Se c’è un caso che dimostra che l’indifferenza politica di un popolo può condurre all’Apocalisse

quello è il caso americano.

Ma non sono terroristi coloro che distruggono il pianeta, terroristi sono coloro che liberano visoni o cani dai
laboratori della sperimentazione.

La criminale indifferenza per il destino del pianeta e del non –umano è evidenziata da Mosca che sta tentando di
vendere 843 milioni di ettari di foreste.

La Russia ha il 22% delle foreste del mondo che sono determinanti per la stabilità climatica

e per la biodiversità, e assorbono il 15% delle emissioni globali di diossina e monossido di carbonio producendo
ossigeno per l’Europa e per il mondo.

Ma ora sono in vendita: tutto è in vendita nel tempo del capitalismo trionfante.

L’assassino globale si aggira indisturbato, Max, e se vogliamo vedere il suo volto criminale è sufficiente esaminarci
ogni mattina allo specchio. I “serial killer” globali siamo noi.

L’Hannibal Lecter del mondo è la nostra specie.

Bisogna difendere il mondo creando un nuovo movimento che protegga tutti gli esseri viventi e il pianeta. Ma
questo non si può fare con minoranze suscettibili, nevrotiche, che orbitano, come nomadi chiuse, nel labirinto
autistico della compassione e dell’angst.

E’ necessario che nasca un nuovo movimento che trascenda la galassia animalista, senza ignorarla, ma che non
rimanga impigliato tra le grinfie dell’inanità che è foriera di fallimento.

Bisogna aprirsi al mondo con un programma che attacchi il ventre molle della violenza verso gli esseri viventi e che
dia battaglia solo dove - in un dato momento storico - sia tatticamente possibile farlo. Dal nucleo di questo
movimento qualcosa di notevole può germogliare.

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In questo momento storico, se si vuole creare qualcosa di politicamente valido e aggregante, è possibile attaccare il
ventre molle della violenza verso gli animali costituito da:

caccia

sperimentazione

sadismo e maltrattamenti

ecomafia

zoomafia

abbandoni

bracconaggio

business delle pellicce

combattimenti

allevamenti

feste

corride

pesca incontrollata

ecc…ecc…

Lo so, non è tutto, ma non è neanche poco. Stiamo parlando di milioni di animali salvati.

Fare tutto subito non è possibile: le avanguardie che vogliono tutto immediatamente mi ricordano le sparute
minoranze sessantottesche pronte a innestare la propria leadership su ipotetiche masse per condurle verso il sole
nascente del comunismo occidentale (con sfumature maoiste).

E sappiamo tutti come finì.

Un’avanguardia non può precedere le masse di anni luce: spingersi troppo in avanti equivale a una forma di
solipsistica follia.

Il discorso essenziale è questo: “E’ possibile iniziare – almeno - un ampio dibattito nell’animalismo “radicale” per
capire se esista la seria volontà di organizzarsi in qualcosa di politico?”

La via che avete intrapreso con l’OPA, l’Osservatorio Politico animalista è per me quella giusta, ma la mia paura è
che troverete un muro d’indifferenza da parte dei “coltivatori dei campetti d’ossa” e dovrete affrontare un muro di
micidiale indifferenza. Molti animalisti preferiscono continuare con l’eterno chiacchiericcio e la minutaglia
compassionevole che – pur essendo eticamente giusta - non risolve il problema globale.

Pasolini ha scritto, riguardo al papa:

“Quanto bene tu potevi fare! E non l’hai fatto:

non c’è stato un peccatore più grande di te.”

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Si, caro Max, bisogna sporcarsi le mani nella politica e sguazzare nell’inferno degli onorevoli e dei senatori. E non è
una cosa piacevole (l’ho esperimentata sulla mia pelle) ma assolutamente necessaria. E se non ci sporcheremo le
mani saremo noi i grandi peccatori.

Un abbraccio

Paolo Ricci

Lettera a Maurizio Ferrara
(Sulla caccia e le elezioni politiche in Toscana)

Castiglion Fiorentino, 26/09/97

Non so come raggiungerLa, anche se sono molto vicino al Mugello, quindi invio questa lettera a Repubblica con la
speranza che sia pubblicata e che lei possa leggerla. Stavo rileggendo uno stupendo volume di poesie di Shikichi
Takahashi, un grande poeta Zen Giapponese, che Lei sicuramente conoscerà, intitolato: "Il Trionfo del Passero". Lo
stavo rileggendo dopo aver salvato dagli artigli dei miei gatti un piccolo uccello, che sfortunatamente, dopo una
breve agonia, è morto. Ho cercato disperatamente di salvarlo ma non ci sono riuscito. Capirà, quindi, con quale
orrore ho letto il suo intervento in difesa dei cacciatori che vogliono uccidere passeri e fringuelli. Questa ignobile
trovata, questa orrenda malandrinata, l'ha fatta per ottenere una manciata di miserabili voti, nel vano tentativo di
battere il cacciatore Di Pietro, che a sua volta stermina in nome di un’immaginaria civiltà contadina. I verdi
dovrebbero meditare su questa contraddizione prima di concedere il loro appoggio, su questo, Lei ha ragione
Ferrara.

Consideri che in termini elettorali questa è un’idea perdente, i cacciatori stanno diminuendo notevolmente, mi
risulta che sono calati del 40% e diminuiscono ancora e questa malandrinata Le farà perdere un notevole numero di
voti. Mi creda, io sento quello che la gente dice e pensa. E' stata un'idea balorda dettata dalla disperazione. Dire
"amo i cacciatori" è una cosa assurda, dal momento che afferma di non praticare la caccia, e cercare di raccogliere
un pugno di consensi con questi miserabili metodi è un atto indegno, inumano e vergognoso. E mi permetta,
politicamente perdente. Ammesso, poi, che i cacciatori rossi siano sprofondati nella logica allucinante di votarLa in
cambio di un possibile e vago appoggio, cosa della quale dubito profondamente. Questa ignobile coglionata Le
costerà cara, i legami ideologici non si superano con vaghe promesse ed anche le promesse spesso non bastano.

Ma con che esseri abbiamo a che fare? Vediamo dei poveracci vestiti da Rambo, rincoglioniti dai violenti film
americani, giungerti a 50 metri da casa (io abito in campagna) per massacrare tutto quello che si muove, solo per il
gusto sadico di uccidere. Lei sa che ciò che li spinge a cacciare non è la necessità, ma il piacere di sterminare, di
estinguere ciò che vive. E vediamo politici, che per raccogliere una manciata di voti, li assecondano. Ma con che
mostri ci misuriamo, che orrore ci confronta? Puro, vergognoso sadismo. Si può perdonare l'abiura, il passaggio dal
materialismo dialettico al liberalismo italico, la difesa del galantuomo Previti, il riciclaggio dell'eccelsa mente
politica di Pomicino, l'assalto ai giudici delle varie procure, la difesa degli inquisiti, ma la difesa dei cacciatori è un
atto ignobile che Le costerà caro, se sarà giustamente evidenziato dalla stampa.

E sarebbe costato caro a Veltroni, al PDS, a Rifondazione se non avessero fatto marcia indietro riguardo la famosa
proroga. Una manciata di voti insanguinati di un gruppo di sadici non giustifica l'appoggio di un partito. E' un atto
di inaudita vergogna. Se si è contro l'oppressione degli uomini come si può giustificare lo sterminio di indifesi
animali? E la sinistra non è composta solo da cacciatori assatanati ma anche da un notevole numero di votanti che
odia la caccia.

Ne so io qualcosa che vedo vagare questi assassini con le loro doppiette sotto casa, tra i campi, ossessionati dal
bisogno di uccidere, di annientare queste povere creature; e vedo bimbi, cani, gatti giocare sui terreni, e vivo nel
terrore che vengano impallinati durante la stagione venatoria.

Rifletta su quanto Le dico e legga Shikichi Takahashi, le farà bene all'anima.

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Non cerchi voti tra i cacciatori, perderà comunque, lo faccia con un po' di stile, non si renda ridicolo, abbandoni
questa ignobile malandrinata. Anche il circo ha i suoi limiti.

Paolo Ricci.

Lettera alla scrittrice Muriel Spark
(Sugli avvelenamenti in Toscana)

Attenzione ANTONIO POLITO
La REPUBBLICA

Alla Sig.ra MURIEL SPARK

Castiglion Fiorentino, 24/04/99

Cara Sig.ra Spark,

dopo una lunga tribolazione, spero di aver scoperto il suo indirizzo e sono molto contento. Le scrivo questa lettera
per ringraziarla della denuncia che ha sporto contro gli avvelenatori di cani. Le scrivo perché non sopporto più
questa barbarie. Non riesco più a tollerare che avvengano queste nefandezze nella mia terra. Ed è importante che le
autorità mettano, drasticamente, fine a questo orrore prima che qualcuno combini qualcosa di irreparabile. Non
tutti gli italiani sono disposti ad accettare passivamente violenze verso un animale amato, qualcuno potrebbe
reagire in maniera incontrollata. Se trovassi l'avvelenatore del mio cane non so quello che farei. Sono sicuro, per
quello che sento, che questi assassini rischiano il linciaggio. Questa vergognosa pratica sta infangando il nome della
Toscana e della Valdichiana.

Le denunce contro l'avvelenamento di animali con polpette avvelenate hanno ormai avuto un triste risalto nel
mondo: la Valdichiana è identificata, a causa di un gruppo di delinquenti, come un'area di spietati avvelenatori di
inermi animali. E' incomprensibile che le autorità non intervengano e non si rendano conto dell'effetto devastante
che hanno avuto queste accuse. E' inconcepibile che gli albergatori della Toscana, e in particolar modo della
Valdichiana, non comprendano che accuse di questo tipo, fatte sulla stampa estera e nazionale, danneggino l'area e
le loro strutture a livello turistico. Lei, che ha subito l'orrore dell'avvelenamento di quattro cani, ha fatto benissimo
a denunciare sulla stampa britannica e su Repubblica questi orrori.

Ho letto un'altra lettera che mi ha commosso, scritta da una studentessa su Repubblica: Barbara Cagli. In seguito
alle sue denunce il Daily Mail e il Guardian hanno pubblicato servizi in prima pagina su questa vergognosa pratica.
La Toscana e la Valdichiana sono apparsi come luoghi dove dei mascalzoni avvelenano povere bestie con bocconi di
carne farcite con stricnina. La Televisione inglese ha trasmesso immagini di cani in agonia, mio figlio, inglese, che
ha visto il programma, mi ha detto di aver provato una profonda vergogna per quello che veniva mostrato.

Devo dirle che quando ho letto degli operai ridenti davanti al suo cane in agonia mi sono vergognato anch'io di
essere italiano.

Per fortuna qualcuno sta reagendo: Repubblica è all'avanguardia di questa lotta: Michele Serra, Antonio Polito e
Forattini hanno evidenziato con forza questo orrore, denunciando, senza mezzi termini, queste orrende pratiche.
Sono convinto che la caccia sia responsabile in gran parte di quello che accade. E' inconcepibile che per l'egoismo di
alcuni mascalzoni tutti debbano pagare e che sia diventato impossibile fare una passeggiata con il proprio cane per i
boschi senza correre il rischio che venga avvelenato. E' inaccettabile e vergognoso che in un paese civile avvengano
queste mostruosità e che intorno a queste pratiche oscene sia stata eretto un muro di omertà che protegge
incoscienti, che dopo aver messo i loro cani in recinti sicuri, avvelenano quelli degli altri.

Il silenzio stesso dei veterinari è spesso inconcepibile e odioso. I veterinari spesso sanno.

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Il calo del numero dei cacciatori è sintomatico. Un'industria che con il suo indotto fattura oltre 6.000 miliardi
dovrebbe essere più attenta e investire parte dei suoi introiti per controllare gli eccessi che con il tempo la
distruggeranno. Va ricordato che le famiglie italiane ospitano oltre sei milioni di cani e otto milioni di gatti e che
queste famiglie potrebbero formare, a causa degli eccessi dei cacciatori che avvelenano gli animali, una lobby
potente che potrebbe attivarsi contro la caccia in maniera devastante. E questa lobby potrebbe riuscire dove
fallirono i referendum del 1990 e del 1997 a causa del mancato raggiungimento del "quorum". Mi capita spesso di
ascoltare esternazioni di estrema violenza verso gli avvelenatori e verso i cacciatori. L'intero concetto della caccia va
radicalmente ripensato: 900.000 cacciatori che vomitano 25.000 tonnellate di piombo contro inermi animali sono
troppi, 100 milioni di animali uccisi sono troppi. Io sono romano, sono un vegetariano convinto e detesto la caccia e
trovo barbaro lo sterminio di passeri, fringuelli, tortore, peppole, corvi. Trovo indecente lo sterminio di creaturine
di 22 grammi. La caccia mi offende ed i toscani divorati da questa oscena passione li sopporto poco.

Non bastasse la caccia, in questo benedetto paese, c'è il flagello dell'ecomafia e della zoomafia, bisogna rendersi
conto che quello che stiamo facendo in Italia agli animali è assolutamente vergognoso, barbarico. Combattimenti fra
cani con 5000 povere bestie coinvolte, corse clandestine di cavalli, traffico di animali esotici, traffico della fauna
selvatica: un osceno giro di 3000 miliardi secondo le ultime statistiche. A questo vanno aggiunti il sistematico
massacro degli uccelli: due milioni morti o feriti a causa degli incendi dolosi provocati dai piromani.

L'altra sera "Striscia la notizia" evidenziava l'abbattimento di rapaci in Calabria a causa di pratiche superstiziose che
dovrebbero proteggere per un decennio da eventuali tradimenti coniugali: cose inaudite in un paese civile. Ma lo
siamo? A questo si aggiunge l'abbandono di animali, tra i 150.000 e i 300.000 all'anno. Un esercito di 650.000
randagi vaga per la penisola provocando con la loro povera morte 45.000 incidenti stradali all'anno. Un orrore
senza fine.

La mia casa è diventata da tempo un centro di raccolta per animali abbandonati. La gente li abbandona nel mio
giardino. Alcuni mesi fa ero finito con quattro cani e cinque gatti a causa della compassione che provo per le bestie.
Una donna, che poi identificai, rintracciai e denunciai mi gettò nel giardino una cagnetta gravida.

Preso atto che mi è impossibile restare in Italia perché rischio di finire con un centinaio di animali, sto cercando
disperatamente di rientrare a Londra, ove ho una casa a Wimblendon Park.

Scilla e Cariddi, Signora Spark: da una parte gli avvelenatori con le loro pratiche immonde, dall'altra la follia
britannica della quarantena che imprigiona gli animali per sei mesi in anguste gabbie per timore della rabbia.
Sfortunatamente ho una vecchia cagna e una vecchia gatta che non sopravviverebbero. Ho gatti e cani che
uscirebbero insani dall'esperienza.

Quindi oscillo tra due orrori: la possibilità che le mie bestie vengano avvelenate e la prigionia che le ucciderebbe o le
renderebbe folli. Nel frattempo tre gatti ed un cane sono morti. Sto spendendo una fortuna per non far finire le mie
bestie in quarantena sperando che qualcuno non getti una micidiale polpetta tra i campi. Una condizione veramente
invidiabile. I cacciatori dementi da una parte, il piccolo capitalismo dei canili inglesi, con i suoi osceni miserabili
interessi, dall'altra.

Le dico la verità, Signora Spark, voglio andare a vivere in un posto ove non avvengono le nefandezze che lei ha
evidenziato. Voglio trasferirmi in un paese ove un avvelenatore rischierebbe il linciaggio o la prigione. Ho già
vissuto 23 anni in Inghilterra, conosco bene la sua nazione. Sto pensando alla Cornovaglia. Mi dicono che la
quarantena sarà abolita. Spero che lo facciano presto Signora Spark!.

Ieri leggevo un libro intitolato: "Yossl Rakover si rivolge a Dio" di Zvi Kolitz. Un capolavoro di pochissime pagine.
Nel piccolo manoscritto l'io narrante, l'ultimo ebreo combattente nel ghetto di Varsavia, lascia un messaggio finale
in una bottiglia. Yossl attende la morte e riflette dopo lo sterminio dell'intera famiglia da parte dei nazisti. E' solo,
tutti gli altri combattenti sono caduti, scrive:

".... Le belve della foresta mi sembrano così amabili e care che è per me un profondo dolore sentir paragonare a
belve gli scellerati che dominano l'Europa ...non è vero che Hitler ha in se qualcosa di bestiale, è un tipico figlio
dell'umanità moderna, ne sono profondamente convinto. E' stata l'intera umanità a generarlo e a crescerlo, ed egli è
il più sincero interprete dei suoi desideri. In un bosco dove mi ero nascosto, incontrai un cane malato, famelico,
forse anche impazzito, con la coda tra le gambe. Entrambi sentimmo subito la comunanza, se pure non la
somiglianza della nostra condizione, infatti la condizione dei cani è certo di gran lunga superiore della nostra. Si
appoggiò a me affondò la testa nel mio grembo e mi leccò le mani. Non so se ho mai pianto come in quella notte: mi
gettai al suo collo e scoppiai in singhiozzi come un bambino. Quando affermo che allora invidiavo le bestie, non c'è
da stupirsi, ma ciò che provai in quel momento era più che invidia vergogna. Mi vergognavo davanti al mio cane di
non essere un cane, ma un uomo........ "

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Mentre leggevo queste parole, pensavo ai suoi poveri cani avvelenati, Signora Spark, e ho provato anch'io la
vergogna di essere un uomo e di appartenere alla specie che ha generato gli sterminatori del Kosovo: gli Arkan, i
Mladic, i Seseli, ma anche gli avvelenatori dei suoi cani e gli operai ridenti davanti al suo Raoul in agonia.

Un caro saluto.

Paolo Ricci.

Lettera a Michele Serra.
Risposta all'articolo: "Quelli che sparano ai gatti"
(Contraddizioni etiche di fronte alla caccia come tradizione,
il finto animalismo e l'antropizzazione)

Castiglion Fiorentino, 05/10/99

Caro Serra,

ho letto con grande attenzione il suo articolo e mentre scrivo sento i colpi dei cacciatori che esplodono nelle
vicinanze della mia casa, ma non troppo vicino...

Vede Serra, io vivevo a Chicago con i miei gatti in cima ad un grattacielo, al 59esimo piano. Queste povere creature
le avevo raccolte a Roma, mezze morte, le avevo curate e poi portate con me negli Stati Uniti. Per cinque anni hanno
vissuto in un grande appartamento tra le nuvole. Quando sono tornato in Italia con le bestiole, scelsi una casa
isolata, come la sua, e li lasciai vagare liberi per il giardino e per i campi di girasole. Erano felici, assolutamente
contenti della nuova condizione. Ma dopo un alcuni giorni mi accorsi che, vicino alla casa, apparivano degli
imbecilli travestiti da Rambo che sparavano su tutto ciò che si muoveva. Poveri fessi, con i loro fuciletti e con la loro
uniforme da massacratori che mi ricordavano quello che Bernard Shaw disse riguardo i boy scout: 'cretini vestiti da
bambini - bambini vestiti da cretini'.

Ho riflettuto sul suo articolo, ed ho parlato con due amici, uno di destra e uno di sinistra ed entrambi mi hanno
detto la stessa cosa: 'Diocristo quest'uomo è un coglione! Si è fatto accoppare quattro gatti e sta lì a cincischiare sui
grandi sistemi dell'equilibrio naturale... ma non ha le palle?'

Serra, non funziona sempre così il mondo... non è necessario subire violenze... neanche in nome d'una becera civiltà
contadina! Oreste, Nullo, La Bianchina, Lene, i suoi gatti, sono stati impallinati da stupidi selvaggi. Io, invece, i miei
li ho strenuamente difesi, rischiando qualcosa; cercando, prima, di comprendere le ragioni dei cacciatori, e poi,
notando che era totalmente inutile, reagendo, minacciando questi sadici assassini. In poche parole ho detto: 'Se mi
impallinate i bambini, i cani o i gatti io faccio fuori voi...' L'ho gridato a brutto muso ed ha funzionato. E quando uno
di questi bruti ha cercato di farmi fuori il cane gli ho urlato: 'Mi guardi bene... questo è come mio figlio... lei lo
uccide ed è come accopparmi un piccolo...'

Detesto questa razza degenere che vomita 25.000 tonnellate di piombo su esseri inermi e indifesi, poveracci esaltati
dalla violenza che assorbono quotidianamente da una televisione perversa; sadici che uccidono, se lo ricordi bene
Serra, solo per puro sadismo, soltanto per la gioia di colpire, di sterminare. Sa che in questo paese ci sono 900.000
cacciatori, e che la caccia è un business con un giro d'affari di 20.000 miliardi?

Sa che la caccia è un'attività che distrugge ogni anno 150 milioni di animali solo in Italia? E che esportiamo 5000
sadici all'estero per i loro miseri, sanguinosi orgasmi?

Meravigliarsi? Via! Questo è un popolo che abbandona alla morte tra 150.000 e i 300.000 animali, che utilizza
5000 cani nei combattimenti per le scommesse clandestine e che provoca, annualmente, la morte e il ferimento di
2.000.000 di uccelli per la follia di piromani (2300 incendi dall'inizio dell'anno). E' stato uno spettacolo indecoroso
vedere Di Pietro e Ferrara lottare per accaparrarsi i voti dei cacciatori del Mugello, una vergogna inaudita!

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E lascerei anche perdere le seghe mentali alla Dersù Urzula o alla Rigoni Stern. Questi non sono uomini che devono
uccidere per mangiare, ma sadici che passano il loro tempo a sterminare, solo per il gusto di annientare, per la gioia
di colpire un bersaglio vivo e mobile. Questi uomini non uccidono per l'armonia ecologica, se lo facessero per
l'equilibrio naturale sarebbero almeno parzialmente giustificati, questa orrenda attività la praticano esclusivamente
per il piacere di massacrare. E mi perdoni se mi ripeto...

Sono uomini assurdi che sterminano storni, fringuelli, taccole, corvi, passeri, peppole, creaturine di 22 grammi...
Me lo spieghi lei, Serra, qual è la logica, lo scopo di disintegrare un passero?

Ed io sono un 'intruso, stupido e arrogante' che li affronta, e l'assicuro che i miei gatti e i miei cani nessuno li tocca
perché chi vorrebbe provarci sa a cosa va incontro. Il risultato è che non si avvicinano più alla mia casa, e
soprattutto non passano 'dove si vuole'. E del loro 'Buongiorno' me ne frego, e se mi accettano o non mi accettano
mi è totalmente indifferente; ho il sacrosanto diritto di proteggere i miei piccoli e i miei animali che giocano tra i
campi; e se non lo capiscono con le buone, perché anch'io ci ho provato, allora bisogna che lo capiscano con le
cattive. Per questo è necessario rischiare, spiegando che si è pronti a tutto. Non siamo nel Far West, uno straccio di
legge esiste ancora. Soprattutto si ricordi che moltissime persone odiano la caccia e questi assassini stanno calando
rapidamente di numero.

E neanche provano ad avvelenarmi le bestie, anche se quest'area è piena di maniaci avvelenatori, che farebbero
invidia alla corte dei Borgia. Mio figlio mi ha informato da Londra, che Chanell 4, un canale televisivo inglese, ha
trasmesso un programma, visto da moltissimi telespettatori nel Regno Unito, ove la Toscana e l'Umbria apparivano
come luoghi di nefandezze e di orrori.

Un veterinario inglese residente in Arezzo era stato intervistato ed aveva coraggiosamente denunciato queste
orrende pratiche. Chapeau!! Tutto questo aiuterà il turismo, spero... Io non sono un violento, anzi detesto qualsiasi
forma di violenza, ma sono costretto a difendere esseri inermi da uno stuolo di folli che hanno, come unico scopo, la
volontà di annientarli, perché, come ho scritto, queste creature si presentano come bersaglio mobile.

Parli con i cacciatori che hanno rinunziato a massacrare, chieda a loro perché hanno cessato di uccidere. Li ho
ascoltati con attenzione e ho sentito i loro schifati pareri e preso atto della loro volontà di non voler più continuare.
Venga a trovarmi e le faccio raccontare alcune storie altamente edificanti... Quello che mi sorprende è il suo civismo,
la sua ottusa tolleranza. Mi ricorda un sessantottino grondante di sangue che cercava di spiegare ai picchiatori
fascisti i limiti della violenza.

Sembra pieno di comprensione verso i violenti che gli hanno massacrato quattro, dico quattro, gatti. E mentre
descrive dolorosamente 'l'intatta morbidezza del pelo' delle sue povere bestie trucidate, ascolta affascinato le ragioni
della civiltà contadina, la logica mistificatrice che giustifica il ruolo del cacciatore nel riequilibrare la natura. Scrive
che, dopo averci provato con 'pazienza e curiosità', è diventato amico degli amabili massacratori dei suoi innocenti
gatti.

Ma non sembra aver comprensione per coloro che definisce 'finti animalisti', che 'antropizzano le bestie'. Ma gli
animalisti rispetterebbero i suoi gatti, e non farebbero del male ad altri esseri viventi.

Si ricordi che sterilizzare è una forma di antropizzazione. Anche i miei animali sono sterilizzati per non
moltiplicarsi, ma la sterilizzazione resta una forma di antropizzazione, non ci vuole molto a capirlo.

Vede Serra, io seppellisco le mie bestie nel grembo della terra, le antropizzo in una 'odiosa pantomina' cimiteriale.
Divento, quindi, ai suoi occhi, un 'finto animalista', mentre i massacratori delle sue amate bestie, si trasformano in
amici che vanno compresi. Sempre più realisti del re. Sempre aperti verso le ragioni della sopraffazione. Noi di
sinistra non cambieremo mai!

Sì, sono un finto animalista, ho sepolto con amore una gattina che è morta di cancro. L'ho sepolta nel giardino con
infinita cura, anche se capisco la sua scelta. Il problema è che qui, nella civilissima, simpatica Toscana di Pieraccioni
e di Benigni, gli animali morti giacciono per giorni in uno stato di avanzata putrefazione.

Nessuna faina li mangia, dal momento che gli amici di Rigoni Stern hanno annientato tutto, e non sembra che
esistano più tassi, istrici, volpi in queste lande desolate. Solo fagiani allevati nei pollai per essere, susseguentemente,
distrutti in un sadico gioco.

Ma il suo suggerimento è ottimo e funzionerebbe perfettamente per gli umani: i tibetani lasciano che gli animali
divorino i cadaveri dei loro cari, e gli zoroastriani li depongono in cima alle Torri del Silenzio affinché vengano

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consumati dagli avvoltoi. Mi sembra giusto. Con una pratica del genere si eliminerebbero i grotteschi cimiteri da
'soap opera cattolica', sparirebbero gli squallidi appartamentini dei morti, la froceria kitsch dei serafini paffuti, gli
angeli ermafroditi, e le personificazioni di marmo delle virtù dalle tette stupende.

E se mi consente, come direbbe l''Unto del Signore', con i cacciatori ce l'ho anche per un'altra ragione: ho trovato
una povera cagna da caccia abbandonata, investita da una macchina, era incinta, con un tumore ad una mammella.
Abbandonata perché inutile.

Dopo un parto cesareo ha dato alla luce uno splendido segugio.

Ora la cara vecchia riposa, vicino al suo giovane figlio, nella mia casa quasi sempre su un lettino, assolutamente
felice, totalmente antropizzata.

Con che mostri ci misuriamo? Quali mutanti degeneri sta producendo la terra? Abbandonare una vecchia, povera
cagna perché inutile... la fine del mondo! Altro che comprensione, altro che equilibrio naturale!!!

Forse la tolleranza ha veramente un limite, se avessero accoppato i miei animali, non so proprio quello che avrei
fatto... mi creda... ci penso spesso e tremo... Se avessero accoppato Basho, Byron, Gretel o Issa sarebbe successo un
finimondo... avrei cercato questi sadici sterminatori ovunque e chissà... chissà, caro Serra... io sono un tipo strano...

Un caro saluto.

Paolo Ricci

P. S. La sua lettera è molto utile perché evidenzia la crudeltà dei cacciatori.

Lettera a Walter Veltroni
(Sulla caccia e gli avvelenamenti in Toscana)

Castiglion Fiorentino, 13/10/99

On.le Walter Veltroni
Segretario
Democratici di Sinistra
Via delle Botteghe Oscure
Roma

p.c. On.le Chiara Acciarini
Democratici di Sinistra
"Vita Animale"
Via delle Botteghe Oscure
Roma

Caro Veltroni,
le scrivo, accludendo una documentazione che ritengo importante. Il mondo cambia e bisogna capire le sue
profonde trasformazioni. Spero che leggerà questa lettera con attenzione. Spero, almeno, che la legga qualcuno della
sua segreteria, e che non sia un cacciatore. Sono un comunista della grande diaspora, ho militato per venti anni nel
partito e sono tra coloro che fondarono le sezioni di Londra e di Amsterdam. Ora sono un cane sciolto, libero, anche
se ho continuato a votare per il PDS-DS. Ma sto cambiando idea e non voterò più. Capisco che è un momento
difficile e ci sono problemi più importanti:, il Grande Ulivo, la bufala della KGB (Cossutta che parlava con i Russi: la
scoperta dell'acqua tiepida), ma Lei sembra attento agli umori della base e sperò che seguirà con pazienza e con
attenzione il mio ragionamento che si rivolge ad un futuro non lontano.

Non capisco il vostro accanimento, specialmente a livello locale, nel difendere la lobby perniciosa, nociva dei
cacciatori. Lobby votata al declino, detestata, offesa, ma temuta. La difesa storica dei cacciatori da parte del partito,
specialmente a livello locale, è offensiva, è un insulto alla compassione, alla decenza, all'umanità. L'ambiguità di

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avere nella stessa casa cacciatori e ambientalisti è una cosa che alla lunga pagherete e dimostra una profonda
incoerenza. Le contraddizioni, prima o poi, esplodono o implodono e riducono le organizzazioni a pezzi.

Molti affermano che la lobby dei cacciatori e una lobby potente. Non sono d'accordo. Penso, invece, che sia una
lobby declinante che vi aliena migliaia di voti e chi vi può seriamente danneggiare. Inoltre è, eticamente, una
macchia sul tessuto di un partito. Le statistiche parlano chiaro: nel 1994 i cacciatori erano 1.300.000, nel 1997:
900.000, nel l999 sono diventati 880.000. Nella zona dove abito, ad alta intensità venatoria, il 30% in meno in
dieci anni. Un declino inesorabile e costante che appare chiaro a tutti meno che ai politici e agli uomini del suo
partito, ripeto, specialmente a livello locale.

Ma molti dicono: la lobby dei cacciatori è una lobby potente, ci sono anche le loro famiglie che votano. Rispondo: se
i cacciatori declinano rapidamente, crescono, per esempio, i vegetariani che sono diventati 1.500.000: una cifra
incredibile per l'Italia. E i vegetariani sono solo la punta dell'iceberg del cambiamento. Ci rifletta.

In Europa una nuova coscienza germoglia una nuova visione del mondo matura: il rispetto verso altre forme di vita.
Quasi un Buddhismo laico, secolare, che guarda agli altri esseri senzienti con rispetto, con compassione, con
simpatia. Nel Regno Unito si parla di sette milioni di vegetariani.
Il mondo cambia radicalmente. E se ci sono le famiglie dei cacciatori che votano, ci sono anche le famiglie dei
vegetariani e di coloro che detestano la caccia, ma mangiano carne, che si esprimono democraticamente. Parliamo
di una massa notevole di persone, se consideriamo che metà della popolazione italiana possiede un animale. La
stragrande maggioranza di queste persone è contraria alla caccia. Penso che questo sia ovvio, lapalissiano.

Sono 43.500.000 gli animali che vivono in casa degli italiani, tra i quali 6.500.000 cani e 8.000.000 gatti. Alcuni
animali appartengono ai cacciatori ma la maggioranza dei possessori di animali detesta i cacciatori. Consideri i
giovani, i militanti dei gruppi ambientalisti: un agguerrito esercito di oppositori: Verdi, Legambiente, WWF, Lipu,
Lega Anticaccia, Lega Antivivisezione, IFAW, Italia Nostra, Greenpeace....

Ma molti dicono: ci sono interessi economici notevoli dietro la lobby dei cacciatori e si riferiscono all'industria della
caccia. Nel 1999: 6000 miliardi di fatturato, 1000 miliardi di fatturato nel 1994. 32.000 addetti. 1760 armerie
eccetera...eccetera.. Un giro d'affari di 20.000 miliardi di lire del settore se si includono le spese di abbigliamento e
gli accessori. La spesa pro capite per ciascun cacciatore per armarsi, camuffarsi da Rambo e massacrare conigli è di
circa 5.000.000 di lire. Inoltre ci sono i vergognosi aiuti del CONI alla Federcaccia: 5 miliardi di lire, un autentico
schifo, me lo lasci dire....

A questi risponderei: E' la logica degli operai delle fabbriche americane, ove si assemblavano bombe al napalm.
Quando la guerra in Vietnam stava per concludersi dissero: non è giusto, perdiamo il lavoro. E' la logica delle grandi
lobbies degli States che impediscono allo stato di metter fine alla nefasta vendita delle armi. E' la logica di Charlton
Heston: la logica della follia incontrollata. L'età della tecnica produce i suoi mutanti.

Come fa un partito come i DS a star dietro ad assurdità del genere?

La massa crescente di coloro che rispettano altre forme di vita è in continuo aumento. Prima o poi nascerà una
lobby politicamente trasversale, che darà enormi fastidi al sistema burocratico - politico che difende o sopporta la
caccia, anche perché esposto al continuo ricatto di organizzazioni arroganti e violente. Una lobby del genere può far
nascere un Guazzaloca animalista che danneggerà oltremodo la furba omertà dei potentati di sinistra. La cecità
della sinistra porterà ad una proliferazione incontrollata di Guazzaloca. La supponenza e l'idiozia dei suoi assessori
indebolirà la sinistra.

Il mio caso è un esempio lampante. Legga la lettera che ho inviato agli assessori riguardo il barbaro avvelenamento
degli animali in Toscana: atti immondi, denunciati da un cittadino che sfida una lercia, oscura, secolare omertà.
Nessuno ha risposto, solo Vittorio Sgarbi che ha definito questi episodi vergognosi. E gliene sono infinitamente
grato: sinistra o destra sono categorie insignificanti quando uno lotta contro la barbarie.

Alle mie lettere di denuncia sono seguite le ovvie provocazioni, riportate in prima pagina nell'articolo del Corriere di
Arezzo, un giornale molto coraggioso, che sono conseguenza logica della denuncia, e lo scontro poteva facilmente
degenerare in un fatto di sangue. Mi creda non sto esagerando.

Da parte delle istituzioni è seguito un silenzio totale e imbarazzante. L'assessore dell'ambiente di Castiglion
Fiorentino non ha mormorato una sillaba: potevamo prenderci a fucilate, tagliarci la testa con un machete, ma lui
stava a contare i voti di Castagnetti o quelli di Franceschini. Ma Forza Italia, Rifondazione, Legambiente, i Verdi, il
Wwf, la Lega Antivivisezione si sono fatti vivi. A questo punto ho attivato la campagna internazionale promessa.

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