La raffinazione del petrolio - Approfondimento sulla distillazione per la I Itis Prof. Maurizi Franco Itis Einstein Roma

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La raffinazione del petrolio - Approfondimento sulla distillazione per la I Itis Prof. Maurizi Franco Itis Einstein Roma
La raffinazione del petrolio
           Approfondimento sulla distillazione per la I^ Itis

                                Prof. Maurizi Franco
                                 Itis Einstein Roma
( foto ed immagini reperiti da internet, eventuali detentori di diritti sono pregati di segnalarsi
                                    all'autore fmaurizi@tiscali.it )
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TIPOLOGIA DEL GREGGIO
Il petrolio, come molti altri prodotti che si formano in natura, non
ha sempre la stessa composizione: ogni giacimento produce un
tipo di greggio con delle caratteristiche differenti

I parametri di qualità principali sono densità e percentuale di zolfo

 Minori sono la densità e il contenuto di zolfo, maggiore è la qualità ed
 il valore commerciale di un petrolio greggio

 A fronte della grande varietà di tipologie di greggio, due hanno
 assunto un ruolo di riferimento per il mercato. Quando si parla di
 prezzo del greggio in Europa, ci si riferisce al BRENT, un greggio
 prodotto nella parte britannica del Mare del Nord, per gli Stati Uniti il
 riferimento è il WTI, West Texas Intermediate.

 Oggi la qualità del greggio, e quindi il suo valore di mercato, dipendono
 essenzialmente dalla quantità di prodotti pregiati, benzina e gasolio,
 che da esso si possono ottenere.
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TIPOLOGIA DEL GREGGIO
•   L'unità di misura standard utilizzata per il petrolio e i suoi derivati è il barile,
    che corrisponde a 159 litri. A parità di tecnica di raffinazione, da un barile
    di greggio leggero, come il Brent o il WTI si possono ottenere maggiori
    quantità di benzina rispetto ad un barile di greggio pesante.
•   Inoltre un greggio leggero ha spesso un basso contenuto di zolfo; questo
    permette di ricavare carburanti per autotrazione con delle caratteristiche già
    vicine alle richieste del mercato, evitando così ulteriori trattamenti e quindi
    ulteriori costi.

                                    http://oronero.wordpress.com/2010/08/26/prezzo-petrolio-lato-peak-oil/
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Schematizzazione strati geologici

Aspetto del petrolio
grezzo
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La raffinazione
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ricordiamo la distillazione...

                    Ad ogni temperatura compresa
                   nell'intervallo tra le temperature di
                    ebollizione dei due componenti
                    puri (Ta e Tb) corrisponde una
                    differenza di composizione tra il
                        liquido e il vapore presenti
                           contemporaneamente
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La colonna a piatti
Nella colonna a piatti il greggio
   viene riscaldato in basso: la
  corrente di vapore sale verso
l'alto allontanandosi dalla fonte
  di calore. La temperatura alla
  sommità è molto più bassa e
  quindi i vapori condensano; il
 liquido ricade verso il basso e
  si incontra sulla superfice dei
 piatti con la corrente di vapore
 che sale. Quindi su ogni piatto
c'è una temperatura differente
    ed un liquido di differente
 composizione: man mano che
       si sale è più ricco dei
  componenti a basso punto di
            ebbollizione
( i componenti del petrolio sono
             tantissimi)
Piatti a “campanelli”
•   Su ogni piatto ci sono degli sfiatatoi con coperchi forati che costringono la corrente di vapore
    proveniente dal piatto sottostante a gorgogliare all'interno del liquido condensato proveniente dal
    piatto sovrastante

http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/2/29/Colonna_di_distillazione_a_piatti.png
La distillazione frazionata
Distillazione sotto vuoto (vacuum)
Il “residuo atmosferico” alimenta a sua volta una colonna di distillazione che funziona
praticamente sotto vuoto per consentire la distillazione dei vari componenti a
temperature non troppo elevate, al fine di evitare fenomeni di cracking non voluti.
La frazione di residuo atmosferico che non raggiunge la temperatura di ebollizione si
raccoglie sul fondo della colonna e costituisce il “residuo vacuum”.
Gli altri processi di
                    raffinazionone
•     Desolforazione
      Il processo di rimuovere lo zolfo dai carburanti utilizzando idrogeno,
      è utilizzato da decenni dalla generalità delle raffinerie. Attualmente le
      raffinerie stanno concentrandosi su processi di desolforazione
      innovativi per rispettare specifiche più severe sul contenuto di zolfo
      delle benzine e dei gasoli, ma anche per migliorare la flessibilità
      delle raffinerie stesse. Il ricorso a greggi a basso contenuto di zolfo,
      in alternativa alla realizzazione di impianti di desolforazione, limita
      infatti la flessibilità di una raffineria

    Reforming
    Col processo di reforming componenti basso ottanici come la nafta distillata
    sono trasformati in componenti alto-ottanici. Il processo, di tipo catalitico, dà
    luogo anche ad una produzione associata di idrogeno.
    Il processo di reforming, oltre ad essere indispensabile per la produzione di
    benzine, rappresenta anche la fonte primaria di idrogeno per le necessità
    della raffineria.
– Isomerizzazione
  Col processo di isomerizzazione una benzina leggera basso-
  ottanica è trasformata in un taglio a più elevato numero di ottano.
  A livello molecolare, paraffine lineari vengono convertite in
  paraffine ramificate con pari atomi di carbonio.
– Cracking
  Attraverso questo processo molecole di frazioni medie e pesanti
  (come gasolio e distillati vacuum) vengono “rotte” (da qui il
  termine cracking) e trasformate in molecole di frazioni più
  leggere.
  I processi di cracking possono essere di tre tipi: il “cracking
  termico”, che usa solamente il calore, il “fluid catalytic cracking”,
  che si avvale del calore e di un catalizzatore chimico di
  conversione e l’”hydrocracking”, che utilizza il calore, un
  catalizzatore e l'idrogeno; è un processo specifico per
  massimizzare la produzione di gasolio.
– Alchilazione
  L'alchilazione è un processo che combina a due a due molecole
  gassose a tre o quattro atomi di carbonio, per produrre
  componenti alto-ottanici da destinare alla formulazione delle
  benzine. Il processo utilizza per lo più i gas provenienti
  dall’impianto di cracking.
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