La Protezione Civile per il Volontario della Croce Rossa Italiana

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La Protezione Civile per il Volontario della Croce Rossa Italiana
La Protezione Civile
             per il Volontario della Croce Rossa Italiana

VdS Federico Merlo – CRI Arona
- Delegato Locale di Protezione Civile
- Istruttore di Protezione Civile
- Monitore di Primo Soccorso
- Operatore SMTS
VdS Michele Albera – CRI Oleggio
- CTR Protezione Civile
- Formatore di Protezione Civile
- Monitore di Primo Soccorso
- Istruttore PSTI
- Operatore NBCR
La Protezione Civile per il Volontario della Croce Rossa Italiana
Prefazione al capitolo

Cari Volontari,

Ho accolto con grande piacere l’invito a redigere la prefazione di questo memorandum di
Protezione Civile della Croce Rossa Italiana. La collaborazione tra il vostro Ente e lo “European
Master in Disaster Medicine” di cui ho l’onore di essere il Direttore di Corso, è una conferma
dell’importanza dell’apertura verso scenari più ampi in materia di Protezione Civile, e di quanto
ciò sia determinante nella crescita professionale e culturale di cui anche questo manoscritto è
frutto.
In questi anni ho potuto apprezzare l’entusiasmo e la professionalità di molti Volontari del
Soccorso e di quanto essi prendano sul serio il loro ruolo dedicando generosamente il loro tempo e
le loro energie a chi si trova in difficoltà e preoccupandosi di farlo nel migliore dei modi,
preparandosi, studiando e facendosi interpreti e protagonisti della divulgazione della migliore
cultura del soccorso.
Ringraziando tutti voi per l’importante opera che svolgete ed in particolare i due volontari
redattori di queste pagine per l’impegno ed il rigore con cui le hanno stilate, vi faccio i miei auguri
per tutte le attività dei vostri Comitati, fiducioso che la nostra collaborazione possa proseguire
sempre più fruttuosa.

                                                                Con simpatia

                                                      Prof. Francesco Della Corte

Prof. Francesco Della Corte
Direttore Dipartimento Emergenza ed Urgenza
S.C.D.U. Anestesia, Terapia Intensiva e Rianimazione Generale
A.O.U. Maggiore della Carità - Novara -
Università del Piemonte Orientale "Amedeo Avogadro"

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La Protezione Civile per il Volontario della Croce Rossa Italiana
OBIETTIVI
Dopo aver letto questo capitolo, sarà possibile dare risposta alle seguenti domande:

   Che cos’è la Protezione Civile ?

   Quali sono le tipologie di eventi di Protezione Civile ?

   Quali sono i compiti della Protezione Civile e le normative di Legge di riferimento ?

   Quali sono i compiti della C.R.I. in Protezione Civile e la normativa di riferimento ?

   Chi è il Delegato C.R.I. di Protezione Civile ?

   Quali sono i compiti degli Istruttori e Formatori C.R.I. di Protezione Civile ?

   Quali sono i compiti dei volontari C.R.I. operatori di centralino in Protezione Civile ?

   Quali sono i compiti dei volontari C.R.I. addetti alla raccolta, immagazzinamento e
    distribuzione degli aiuti in Protezione Civile ?

   Quali sono i compiti dei volontari C.R.I. addetti alle operazioni di assistenza alla popolazione ?

   Quali sono i compiti dei volontari C.R.I. in un incidente maggiore ?

   Quali sono i compiti dei volontari C.R.I. specializzati in attività speciali ?

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La Protezione Civile per il Volontario della Croce Rossa Italiana
Sommario
Protezione Civile ................................................................................................................................................ 5
L’attività del Volontario di Croce Rossa ........................................................................................................... 14
    Nelle fasi di Previsione e Prevenzione ......................................................................................................... 14
       Delegati di Protezione Civile .................................................................................................................... 14
       Istruttori e Formatori CRI di Protezione Civile......................................................................................... 14
    Nelle fasi di Intervento e di Superamento e ripristino ................................................................................ 14
    Operatore di centralino ............................................................................................................................... 14
       Richiesta da parte delle autorità ............................................................................................................. 15
       Richiesta proveniente dal proprio territorio di competenza .................................................................. 15
    Addetto alla raccolta, immagazzinamento e distribuzione aiuti ................................................................. 16
       Materiali Dotazione delle Organizzazioni di Soccorso............................................................................. 16
       Materiali di assistenza raccolti da privati o aziende ................................................................................ 16
    Soccorritore in operazioni di assistenza alla popolazione ........................................................................... 19
    Soccorritore in un incidente maggiore – MCI Mass Casualty Incident........................................................ 20
       Allarme e conferma ................................................................................................................................. 21
       Comando ................................................................................................................................................. 22
       Sicurezza .................................................................................................................................................. 24
       Comunicazione ........................................................................................................................................ 25
       Valutazione .............................................................................................................................................. 25
       Triage ....................................................................................................................................................... 26
       Trattamento............................................................................................................................................. 33
       Trasporto ................................................................................................................................................. 36
       Dopo l’emergenza.................................................................................................................................... 39
    Soccorritore specializzato in attività speciali............................................................................................... 39
Bibliografia ....................................................................................................................................................... 41
Indice delle figure: ........................................................................................................................................... 42
Indice analitico: ............................................................................................................................................... 43

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La Protezione Civile per il Volontario della Croce Rossa Italiana
Protezione Civile
Già reperti antichissimi, all’inizio della storia, ci testimoniano come l’umanità sia stata sempre
accompagnata da “grandi eventi” cui ha dovuto fare fronte; alcuni esempi sono noti a tutti: il “diluvio
universale” narrato in vari testi, dalla Bibbia all’epopea di Gilgamesh, che è in realtà la narrazione di una
vasta alluvione che colpì la zona della città di Ur, in Mesopotamia, circa 4000 anni prima di Cristo. Più
recentemente il grande incendio di Roma che colpì la città nel 64 d.C., sotto il regno di Nerone, che infuriò
per ben nove giorni; l’eruzione del Vesuvio del 79 d.C., che distrusse, tra le altre, le città di Pompei ed
Ercolano. Ma anche fatti molto più recenti, dallo Tsunami che colpì il sud-est asiatico il 26 dicembre 2004,
agli incidenti di Chernobyl del 1986 e di Bhopal nel 1984.

È quindi indispensabile essere pronti ad affrontare eventi di portata superiore alla normale capacità di
risposta dei sistemi di emergenza esistenti; questo viene fatto mettendo in campo risorse aggiuntive a
quelle normalmente disponibili, con una gestione ed una organizzazione complessiva ed unitaria che
comprenda tutte le fasi e gli aspetti dell’emergenza. La Protezione Civile è quella “entità” che è in grado di
reperire le forze straordinarie e metterle in campo secondo necessità.

                                      Figura 1 Attività della Protezione Civile

Osservando i precedenti esempi, si nota come questi possano essere divisi in due grandi categorie: gli
eventi naturali e quelli causati dall’attività dell’uomo; a queste due categorie va inoltre aggiunta una terza
categoria riguardante i grandi eventi sociali, cioè eventi programmati (come grandi concerti, manifestazioni,
ecc.) che, a causa della presenza di un elevato numero di persone in uno stesso luogo, possono costituire
un pericolo e           necessitano       quindi di una apposita organizzazione                di supporto.

                                   Figura 2 Campi di attività di Protezione Civile

                                                                                                            5
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Questa suddivisione concettuale tra eventi naturali ed antropici, basata sulla causa dell’evento, non è in
realtà l’unica catalogazione possibile.

È infatti possibile procedere ad una suddivisione degli eventi in base alla loro gravità:

                                         Figura 3 Scala di gravità degli eventi

Maxiemergenza:

            “Qualsiasi evento che determina un numero di vittime tale da compromettere i
            normali servizi sanitari e di soccorso ma comunque gestibile dalle strutture locali
            predisposte al trattamento delle emergenze. Essa produce una improvvisa e grave
            sproporzione tra richieste di soccorso e risorse disponibili, destinata a perdurare
            meno di 12 ore.1”

Disastro:

            “una situazione dove le risorse disponibili sono insufficienti in relazione alle esigenze
            del soccorso immediato e dove la severità della situazione e’ cosi elevata che la
            normale qualità dei servizi sanitari non può essere mantenuta a lungo nonostante
            l’adozione di misure adeguate.2”

Emergenza complessa:

            “crisi umanitaria in uno stato, nazione o società dove vi è la totale o considerevole
            perdita dell’autorità, dovuta a conflitti interni od esterni, e che richiede un
            intervento internazionale che supera il mandato o la capacità di ogni singolo Ente
            e/o del programma nazionale delle Nazioni Unite vigente.3”

Ancora, una suddivisione può essere fatta sulla base del numero delle vittime4:

                   Severità                                  Numero di vittime

                   Modesta                                   Tra 25 e 99 unità

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Media                                       Fra 100 e 999 vittime con 50-250
                                                             persone ospedalizzate

                 Maggiore                                    Con oltre 1000 vittime e oltre 250
                                                             ospedalizzati
                                                                                         4
                                Tabella 1 Classificazione secondo il numero di vittime

Una categorizzazione più precisa può inoltre essere fatta valutando diversi aspetti dell’evento5:

                   Classificazione                          Grado                            Punteggio

         Effetti sulle infrastrutture (zona di            Semplice                              1
               impatto + area di filtro)                 Composto                               2

                                                           < 1 ora                              0

                 Tempo di impatto                        1 – 24 ore                             1

                                                          > 24 ore                              2

                                                           < 1 km                               0

             Raggio dell’area di impatto                 1 – 10 km                              1

                                                           > 10 km                              2

                                                            < 100                               0
                  Numero di morti
                                                            > 100                               1

                                                            < 100                               0

                  Numero di feriti                       100 – 999                              1

                                                           > 1.000                              2

                                                              2                                2

                                                           < 6 ore                              0
          Tempo del soccorso (recupero +
                                                         6 – 24 ore                             1
            primo soccorso + trasporto)
                                                          > 24 ore                              2

                       Totale                                                                 1 – 13
                                                                               5
                                           Tabella 2 Disaster Severity Scale

                                                                                                         7
La Protezione Civile per il Volontario della Croce Rossa Italiana
Anche sulla base degli elementi considerati dalla Disaster Severity Scale, è opportuno sottolineare come
alle differenti caratteristiche degli eventi corrisponda una diversa impostazione della risposta in termini di
organizzazione e struttura dei soccorsi che deve essere attuata. Mentre alcuni eventi come le
maxiemergenze si risolvono solitamente nel giro di 12-24 ore e colpiscono una parte limitata di popolazione
e territorio, lasciando per lo più intatto il sistema sociale dei servizi e dei soccorsi (es. maxi incidente in
autostrada, deragliamento treno, ecc.), altre, come le calamità naturali colpiscono una vasta area di
territorio e di popolazione, e la durata dell’intervento di assistenza è solitamente superiore alle 24 ore, con
la necessità quindi di provvedere alla turnazione del personale di soccorso, al vitto e all’alloggio dei
soccorritori e della popolazione accolta in eventuali strutture di ricovero; inoltre, anche le strutture di
soccorso (ospedali, sedi di ambulanze, Vigili del Fuoco, etc.) e sociali possono essere state danneggiate
dall’evento calamitoso.

Quando però un evento può essere considerato un disastro? Per rispondere a questa domanda è
necessario dare alcune definizioni.

Anzitutto, per verificarsi, un evento può verificarsi solo se ha la possibilità di farlo. Possiamo quantificare la
probabilità che ciò avvenga definendo il concetto di rischio:

           “la probabilità oggettiva (matematica) e soggettiva (induttiva) che qualcosa di
           negativo succeda6”

Si nota subito che il concetto di rischio è sempre associato a qualcosa di negativo.

Un pericolo è qualsiasi evenienza che possa determinare un danno, o

           Un fenomeno naturale o determinato dall’uomo o una combinazione di entrambi che
           ha potenzialità negative nei confronti della salute umana, delle proprietà e/o
           dell’ambiente7.

Un evento è la realizzazione di un pericolo, cioè

           Un’evenienza che potenzialmente può colpire gli esseri umani o il loro ambiente8.

Tuttavia non abbiamo ancora modo di considerare se un evento possa essere considerato un disastro. Per
fare questo è necessario parlare del danno, che è:

                                       Il risultato negativo di un evento9

Quando un pericolo si trasforma in un evento che produce un danno così grave da squilibrare fortemente le
necessità rispetto alle capacità di risposta del sistema di soccorso, si può parlare di disastro.

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La Protezione Civile per il Volontario della Croce Rossa Italiana
In Italia il Servizio Nazionale di Protezione Civile è stato istituito con la legge del 24 febbraio 1992 n°225,
che individua come scopo del servizio:

          Tutelare la integrità della vita, i beni, gli insediamenti e l’ambiente dai danni o dal
          pericolo di danni derivanti da calamità naturali, da catastrofi, o da altri eventi
          calamitosi.10

Le emergenze vengono suddivise in tre tipologie secondo l’estensione dell’area colpita e le risorse
necessarie per la loro gestione11:

    A. Eventi che possono essere fronteggiati mediante interventi attuabili da singoli enti e
       amministrazioni competenti in via ordinaria. Competenze ai Comuni.
    B. Eventi che per loro natura ed estensione comportano l’intervento coordinato di più enti o
       amministrazioni competenti in via ordinaria. Competenze alle Province e/o alle Regioni.
    C. Calamità naturali, catastrofi o altri eventi che devono essere fronteggiati con mezzi e poteri
       straordinari. Competenze allo Stato mediante il Dipartimento della Protezione Civile.

Il primo responsabile delle attività di Protezione Civile sul territorio è il Sindaco, che con i mezzi e le
strutture che ha a disposizione fronteggia gli eventi che possono accadere (emergenze di tipo A); laddove
mezzi e risorse non fossero sufficienti o l’estensione sia tale da coinvolgere più comuni, interviene in suo
supporto la Provincia e la Prefettura o la Regione (emergenze di tipo B); qualora la gravità o l’estensione
dell’evento superi anche le capacità di questo livello, l’intervento è assistito e coordinato dallo Stato –
Dipartimento della Protezione Civile (emergenze di tipo C).

La legge definisce anche i compiti della Protezione Civile12:

        Previsione: analisi dei rischi esistenti sul proprio territorio di competenza, della probabilità del
        verificarsi di questi rischi, e lo studio della stima dei danni che ne possono derivare. Tale attività
        comprende l’analisi del territorio, degli insediamenti, della storicità degli eventi calamitosi
        verificatisi ecc.
        Prevenzione: studio e attuazione di strategie che hanno lo scopo di abbassare il livello di rischio
        esistente mediante la messa in atto di :
            - azioni atte a ridurre il livello di pericolosità di un evento;
            - azioni atte a mitigare i danni che l’evento provocherà al suo scatenarsi (abbassamento del
                 livello di Vulnerabilità).
        La formula sotto riportata sintetizza il concetto di R (Rischio) che è direttamente proporzionale a
        due fattori P (Pericolosità) e V (Vulnerabilità):

                             R (Rischio) = P (Pericolosità) x V (Vulnerabilità)
        Intervento: comprende tutte le iniziative di soccorso da attuare all’accadere dell’evento.
        Superamento e ripristino: le iniziative da condurre, una volta terminata la fase di intervento di
        emergenza, per riportare il territorio e la popolazione ad una condizione il più possibile simile a
        quella precedente il verificarsi dell’evento.

                                                                                                             9
La Protezione Civile per il Volontario della Croce Rossa Italiana
Figura 4 Ciclo dei compiti di Protezione Civile

Inoltre, la legge 225/92 individua come Strutture Operative Nazionali di Protezione Civile13:

     a)   Vigili del Fuoco
     b)   Forze Armate
     c)   Forze di Polizia
     d)   Corpo Forestale dello Stato
     e)   Servizi tecnici nazionali
     f)   Gruppi nazionali di ricerca scientifica
     g)   Croce Rossa Italiana
     h)   Servizio Sanitario Nazionale
     i)   Organizzazioni di Volontariato
     j)   Soccorso Alpino

La recente direttiva della Presidenza del Consiglio dei Ministri riguardante gli “Indirizzi operativi per la
gestione delle emergenze”, e l’organizzazione della Sala Situazioni del Dipartimento della Protezione Civile,
denominata “SISTEMA”, definisce nel dettaglio i compiti affidati alla Croce Rossa Italiana in caso di
emergenze di tipo “C”:

     Azioni Immediate
          a)   concorrere a fornire dettagliate informazioni riguardo le conseguenze determinate dall’evento,
               al fine di determinare una prima stima delle perdite di vite umane, del numero dei feriti, della
               popolazione che necessita assistenza;
          b)   fornisce gli elementi informativi riguardo le risorse umane, logistiche e tecnologiche presenti
               ed impiegabili nell’immediatezza sul territorio;
          c)   propone l’eventuale impiego di risorse aggiuntive,                        individuandone   provenienza,
               caratteristiche, tempistica e modalità di impiego;
          d)   assicura il concorso al concorso e all’assistenza sanitaria dei feriti;

10
Entro 12 ore
       a)     assicura la presenza di proprio personale presso i centri operativi e di coordinamento attivati
              sul territorio;
       b)     garantisce il concorso all’attività di allestimento e gestione dei campi base dei soccorritori e
              delle aree di ricovero della popolazione;
       c)     assicura il concorso all’attività di assistenza alla popolazione e garantisce particolare
              attenzione nelle attività a favore delle fasce più deboli;
       d)     attiva le proprie strutture permanenti al fine di garantire, nei limiti delle capacità, l’assistenza
              alloggiativa alle persone evacuate e comunque coinvolte dall’evento;
       e)     propone l’eventuale invio di team di specialisti sia di soccorsi speciali sia per la validazione di
              specifiche situazioni di rischio (sanitario-logistica-psicologica);
       f)     propone l’invio di team per il censimento delle necessità della popolazione e per il
              ricongiungimento dei nuclei famigliari;
       g)     attiva i propri nuclei trasporti con l’utilizzo di mezzi speciali;
    Entro 24 ore
       a)     assicura l’attivazione di servizi di produzione e distribuzione pasti per i soccorritori e per la
              popolazione;

       b)     assicura l’attivazione delle attrezzature e del personale necessario alla dislocazione e gestione
              sul territorio di potabilizzatori e macchine imbustatrici e distribuzione di acqua.

In conseguenza dei compiti Istituzionali affidati alla Croce Rossa Italiana, quale Struttura Operativa
Nazionale, la stessa sì è data una propria struttura interna di Protezione Civile, allo scopo di

            promuovere e diffondere, nel rispetto della normativa vigente, l’educazione
            sanitaria, la cultura di protezione civile e dell’assistenza alla persona organizzare e
            svolgere in tempo di pace, servizio di assistenza socio-sanitaria in favore di
            popolazioni nazionali e straniere nelle occasioni di calamità e nelle situazioni di
            emergenza sia interne sia internazionali e svolgere i compiti di struttura operativa
            nazionale del servizio nazionale di protezione civile.14

La “Normativa di Croce Rossa” che riguarda le attività di Protezione Civile dell’Associazione è la Delibera
39/06, che stabilisce che, per compiere quanto previsto dallo Statuto l’Associazione:

            si avvale della propria organizzazione articolata territorialmente, impiegando
            unicamente il proprio personale volontario e dipendente in regola con le rispettive
            leggi e regolamenti.

            Il supporto per gli interventi di emergenza nazionale e/o interregionale sarà disposto
            e garantito dall’Unità di Crisi per il tramite del Servizio Interventi in Emergenza
            (S.I.E.) con la propria organizzazione operativa dei Centri d’Intervento Emergenze
            (C.I.E.).15

                                                                                                               11
I Presidenti delle Unità CRI, ai vari livelli (Locale, Provinciale, Regionale, Nazionale), svolgono le proprie
funzioni in materia attraverso la figura del Delegato di Protezione Civile, che ha i seguenti compiti16:

        La programmazione di attività di formazione del personale dell’associazione in materia di
        Protezione Civile.
        Il coordinamento degli interventi dell’associazione in caso di emergenza.
        La redazione e la tenuta del Piano di Protezione Civile.
        La stesura di documenti di natura contabile ed economica per le attività di Protezione Civile.
        La partecipazione, in rappresentanza della Croce Rossa, in tutte le commissioni, comitati e strutture
        operative e di pianificazione istituzionalmente insediate dagli organi competenti.

Per poter svolgere i propri compiti, è prevista inoltre la nomina di un Delegato di Protezione Civile Vicario,
che ha il compiti di affiancare il Delegato e rappresentarlo in caso di assenza.

Nel 2003, a rimarcare il ruolo preponderante della Croce Rossa Italiana nell’assistenza alla popolazione
colpita da eventi maggiori, il Dipartimento della Protezione Civile ha realizzato un protocollo d’intesa con
l’associazione che la equipara, per le grandi emergenze, ai Vigili del Fuoco e alle Forze Armate; in
particolare, il protocollo prevede che17:

           la Croce Rossa mette a disposizione, entro cinque ore dal verificarsi dell’evento, la
           propria intera organizzazione diffusa sul territorio nazionale, (…)

e specifica in particolare18:

        La rete radio nazionale
        I Posti Medici Avanzati (PMA)
        Le unità di bonifica, protezione e decontaminazione da agenti tossici e nocivi
        Le unità di assistenza ai bisogni della popolazione
        Le unità di assistenza psicologica
        Ospedale da campo climatizzato
        Hovercraft, imbarcazioni e natanti con equipaggi subacquei e di soccorso dotati di camera
        iperbarica mobile
        La Centrale Operativa mobile
        Le unità logistiche di vettovagliamento di massa (cucine e mense da campo)
        Le unità di potabilizzazione e distribuzione dell’acqua
        Le unità logistiche pesanti

12
Queste infine le attività svolte dalla CRI durante le fasi di soccorso ed emergenza:

                                                     Primo soccorso
                                                   Sgombero dei feriti
                                                    Trasporto infermi
                                   Allestimento e gestione posti di primo soccorso
                                     Concorso all’evacuazione della popolazione
                                                        sinistrata
                                                Censimento delle vittime
                                         Allestimento tendopoli e roulottopoli
                                        Ricerca e ricongiungimento dei dispersi
                                              Gestione ospedali da campo
                                         Raccolta e distribuzione dei soccorsi
                                      Invio di materiale di assistenza immediata
                                                Assistenza socio-sanitaria
                                      Diffusione delle nozioni di primo soccorso,
                                       educazione sanitaria e protezione civile
                                  Assistenza psicologica alle vittime e ai soccorritori

Note:

1
   Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento di Protezione Civile, Servizio Emergenza Sanitaria, “Criteri di
massima per l’organizzazione dei soccorsi sanitari nelle catastrofi”, 2001
2
  Ibid.
3
  Office of the Coordinator of Humanitarian Affairs [OCHA] Inter-Agency Standing Committee [IASC], December 1994
4
  A. Lavell, "Desastres naturales y zonas de riesgo en Centroamérica: Condicionantes y opciones de prevención y
mitigación," CSUCA (Centra Superior Universitario de Centre América) 4 (1991).
5
  Jan de Boer, “Definition and classification of disasters: Introduction of a disaster severity scale”, Journal of Emergency
Medicine, Vol. 8, No. 5. ( 1990)
6
  Task Force on Quality Control in Disaster Medicine. Health Disaster Management: Guidelines for Evaluation and
Research in the “Utstein Style”. Glossary of terms. Prehosp Disast Med 2002; 17 (Suppl 3): 144-167
7
  Ibid.
8
  Ibid.
9
  Ibid.
10
   D.L. 225 del 24/2/1992, Istituzione del Servizio Nazionale di Protezione Civile, art. 1
11
   Ibid, art. 2
12
   Ibid, art. 3
13
   Ibid, art. 11
14
   Statuto C.R.I. del 6/5/2005, art. 2
15
   D.C.C. C.R.I. del 29/4/2006, Regolamento dell’organizzazione centrale e territoriale della Croce Rossa Italiana in
materia di Protezione Civile e maxi emergenze, art. 1
16
   Ibid., art. 2
17
   Protocollo di intesa tra Presidenza del Consiglio dei Ministri Dipartimento della Protezione Civile e Associazione
Italiana della Croce Rossa del 29/8/2003, art. 3
18
   Ibid.

                                                                                                                         13
L’attività del Volontario di Croce Rossa
Per brevità, date la complessità e l’estensione dell’argomento, in questo testo non verranno trattate le
problematiche relative ad incidenti con scenario di contaminazione NBCR (Nucleare-Batteriologico-
Chimico-Radiologico).

Il Volontario di Croce Rossa può trovarsi ad operare principalmente nei seguenti scenari, relativamente alle
attività di Protezione Civile:

Nelle fasi di Previsione e Prevenzione
        Delegati di Protezione Civile
        Istruttori e Formatori CRI di Protezione Civile

Delegati di Protezione Civile
I Delegati di Protezione Civile nello svolgimento delle attività di pianificazione riguardanti la predisposizione
dei Piani di Protezione Civile CRI, sono chiamati ad operare presso tutte le commissioni, comitati e strutture
operative e di pianificazione, contribuendo alle fasi di analisi dei rischi e alla predisposizione delle scelte
strategiche inerenti i programmi di prevenzione dei rischi.

Istruttori e Formatori CRI di Protezione Civile

Gli Istruttori e Formatori CRI di Protezione Civile assolvono all’importante compito della creazione e
diffusione della “cultura di protezione civile”, sia all’interno della CRI che nella popolazione e soprattutto
nelle scuole. Lo svolgimento di corsi di protezione civile riguardanti le tipologie di rischio presenti sul
territorio, delle norme di comportamento da tenere in caso di emergenza, complementari alle nozioni di
Primo Soccorso tenute dai Monitori CRI hanno una estrema importanza proprio nella fase di prevenzione,
per mitigare la “vulnerabilità” della popolazione e diminuire per quanto possibile i danni derivanti dai rischi
con i quali essa deve necessariamente convivere.

Nelle fasi di Intervento e di Superamento e ripristino
        Operatore di centralino che riceve una richiesta di intervento per la PC
        Addetto alla raccolta, immagazzinamento e distribuzione aiuti
        Soccorritore in operazioni di assistenza alla popolazione
        Soccorritore in un incidente maggiore
        Soccorritore specializzato in attività speciali

Queste cinque tipologie di attività verranno ora descritte più in dettaglio.

Operatore di centralino
Nel piano di Protezione Civile di ogni unità CRI dovrebbero essere descritte le modalità di attivazione della
struttura di Protezione Civile, ivi compresi i casi in cui la struttura stessa va messa in allerta.

In generale, vi sono due possibilità per cui si rende necessario mobilitare la struttura:

        Comunicazione di stato di attenzione/allerta/emergenza da parte delle autorità (es. Prefetture,
        Unità CRI superiori, ecc.)
14
Richiesta proveniente dal proprio territorio di competenza

Richiesta da parte delle autorità
Il Sistema di Protezione Civile prevede quattro livelli di attivazione:

        Bianco: situazione di normalità, non sono segnalate condizioni di rischio.
        Verde: situazione di attenzione; è possibile che vi siano condizioni di rischio sul territorio (es.
        l’attesa di piogge intense.)
        Giallo: situazione di preallarme; va predisposto il materiale, organizzata la disponibilità del
        personale per una prossima situazione di allarme.
        Rosso: situazione di allarme; il personale ed i mezzi sono impegnati in interventi di assistenza.

Il livello corrente di allarme dovrebbe essere sempre esposto nei locali dell’unità CRI, con l’eventuale rischio
in atto, per dare a tutto il personale idea della situazione in atto. Eventi improvvisi possono comunque
scaturire in situazioni di allarme senza passare necessariamente per le fasi di attenzione e preallarme.

In caso Enti esterni all’associazione o unità CRI superiori diano notizia di situazioni di rischio o richiedano
l’innalzamento del livello di attività generalmente è sufficiente darne comunicazione al Delegato di
Protezione Civile della propria unità; in ogni caso è indispensabile fare riferimento ai propri protocolli locali.

Richiesta proveniente dal proprio territorio di competenza
Più complesso è il caso in cui non vi sia una chiara indicazione da parte di un’autorità.

Sempre facendo riferimento ai propri protocolli locali, che dovrebbero contenere una linea guida dei casi in
cui procedere all’allertamento, il Delegato di Protezione Civile – o suo collaboratore individuato dalla
procedura locale – dovrebbe essere avvisato ogni qual volta si riceva notizia di un evento che può
presupporre l’intervento di PC; questa notizia può arrivare da diverse fonti:

        Cittadini coinvolti o spettatori
        Altri Enti
        Equipaggi di soccorso impegnati in un servizio

Per capire quando un accadimento ordinario diventa un “intervento di PC”, occorre considerare una serie di
elementi che si riallacciano alle definizioni iniziali di evento. In generale qualsiasi situazione di emergenza
che non trova risoluzione o conclusione con le normali risorse di mezzi, personale, strutture ordinarie, e
richiede quindi l’intervento di una struttura più complessa e coordinata, scaturisce in un evento di
Protezione Civile. Gli elementi che influiscono l’evento possono essere molteplici (n°persone coinvolte,
località, durata temporale dell’evento, condizioni meteo ecc.).

Alcuni esempi:

        Incolonnamenti in autostrada con condizioni meteorologiche avverse (freddo/caldo intenso);
        Persone da soccorrere in ambiente disagevole (es. battello in mezzo al lago);
        Assistenza socio-sanitaria a persone sfollate da edifici inagibili;
        Improvviso arrivo non programmato di profughi;
        Condizioni meteo avverse particolari e persistenti (lunghi periodi di gelo, ondate di calore).

Una volta ricevuta questa notizia, i responsabili provvedono a verificarla e a mettere in moto la struttura di
Protezione Civile. Pur rispettando quanto indicato dai protocolli locali, è quindi opportuno comunicare
                                                                                                               15
l’esistenza di una possibile situazione di emergenza ogni qual volta se ne abbia il dubbio, senza il timore di
scatenare una risposta sovradimensionata ed inarrestabile.

Qualora si verifichi un’emergenza sul territorio della propria unità CRI, è opportuno individuare il prima
possibile un secondo centralinista; infatti, accanto all’emergenza che vedrà un numero considerevole di
chiamate, sia radio che telefoniche, procederà anche tutta l’attività ordinaria, con persone che vorranno
prenotare dimissioni, servizi ordinari, etc. Poiché l’attività ordinaria non può essere fermata, ma nemmeno
può essere rallentata la risposta all’emergenza, è opportuno che quanto prima il centralinista che ha
iniziato la gestione dell’emergenza continui a occuparsi solo di quella, trovando qualcuno che si occupi della
gestione delle comunicazioni ordinarie. Anche in questo caso comunque è indispensabile fare riferimento al
proprio protocollo locale.

Addetto alla raccolta, immagazzinamento e distribuzione aiuti
Spesso, in caso di emergenze con risvolti di carattere socio-assistenziale, la Croce Rossa Italiana si occupa di
raccogliere immagazzinare e distribuire generi di prima necessità nelle zone colpite da un disastro.

Tale attività può prevedere due tipologie di aiuti:

Materiali Dotazione delle Organizzazioni di Soccorso
- Comprende kit specifici per gruppi famigliari o per i singoli individui, da acquistare e inviare sul posto,
   solitamente contenenti razioni alimentari, dotazioni per l’igiene e la pulizia della persona, vestiario ecc.

Materiali di assistenza raccolti da privati o aziende
- E’ importante che le raccolte di materiali soprattutto in quantità significative, vengano effettuate solo
   dopo che sia stato eseguito un censimento delle effettive necessità esistenti nella località colpita
   dall’evento. Ciò al fine di evitare raccolte indiscriminate di qualsiasi tipo di materiale, viveri, medicinali
   che poi non servono alle reali esigenze di soccorso e supporto, e rischiano di non essere utilizzati.

                     Figura 5 Aiuti inutilizzati ammassati a New Orleans dopo l'uragano Kathrina (2004)
             Per gentile concessione European Master in Disaster Medicine – Università del Piemonte Orientale

     Il censimento delle necessità in emergenza è una delle attività tipiche della CRI in situazioni di
     protezione civile e riveste quindi carattere di estrema importanza al fine di ottimizzare le azioni di

16
soccorso nelle emergenze soprattutto di carattere socio-assistenziale. Le indicazioni scaturite dal
    censimento potranno servire a indirizzare le raccolte spontanee di aiuti provenienti dalla popolazione o
    dalle azienda.
È quindi importante suggerire di che cosa c’è bisogno, e quali caratteristiche devono avere i generi offerti;
ad esempio:

        Alimentari non deperibili
        No contenitori di vetro
        Generi di prima necessità
        Indumenti nuovi
        Prodotti per l’igiene personale
        Prodotti per l’igiene delle strutture

Questo per facilitare le operazioni di raccolta, stoccaggio ed invio degli aiuti; capita tuttavia che alcune
persone portino aiuti che non rispondono alle caratteristiche, e che per questo mettono in difficoltà l’intero
sistema di aiuti (un esempio le persone che donavano confezioni di acqua minerale da inviare alle
popolazioni del sud-est asiatico dopo lo tsunami del 2004). Dato che ad ogni donazione va sempre rilasciata
una ricevuta, è opportuno che vi sia specificato che:

           “l’associazione si riserva il diritto di convertire questo materiale in denaro o altro
           materiale che sarà comunque destinato alle operazioni di soccorso in atto”.

Il sistema di raccolta di aiuti CRI è codificato in modo che rapidamente si possa sapere cosa contiene ogni
singolo collo.

La codifica prevede l’uso di tre colori per le schede da applicare alle scatole:

        Rosso: viveri e generi di conforto
        Blu: Tende, vestiario, effetti letterecci, arredamento, stoviglieria ed accessori per cucina, articoli
        personali e da toilette.
        Verde: Medicinali, dotazioni mediche ed equipaggiamento sanitario.

                                      Figura 6 Esempio di etichetta per aiuti CRI

Per i contenitori ROSSI e VERDI, vista la grande varietà di materiali, non esiste un sistema codificato per
identificarne i contenuti. Si dovrà quindi apporre all’esterno la lista del contenuto con le relative quantità.
In particolare per i colli contenti medicinali sarà importante apporre all’esterno del collo la lista dei

                                                                                                            17
medicinali contenuti, con le quantità, il tipo di confezione e le date di scadenza, oltre ad eventuali
precauzioni per quanto riguarda il loro stoccaggio al caldo o al freddo.

Nel caso invece delle scatole BLU contenti il vestiario, al fine di avere un rapido sistema di identificazione
del contenuto dei colli, esiste un sistema di codifica mediante simboli per indicare la taglia e il genere di
indumento:

                                        Figura 7 Figure esplicative aiuti CRI

18
Soccorritore in operazioni di assistenza alla popolazione

                                      Figura 8 Campo CRI a Foligno (PG), 1997

I grandi eventi calamitosi mettono in crisi il tessuto sociale della zona colpita per lungo tempo; per questo si
rende necessario compiere interventi di soccorso a lungo termine, che richiedono molte risorse umane per
mantenere, mediante turnazioni, la necessaria continuità di presenza e una serie di strutture, mezzi e
materiali che siano in grado di sopperire tutte le esigenze della popolazione (tendopoli, roulottopoli,
cucine, mense, servizi igienici e tecnici, strutture di carattere sociale ecc.).

Esempi di questo tipo di assistenza sono stati l’alluvione del 1994, il terremoto di Umbria e Marche del
1997, il terremoto del Molise del 2002, lo tsunami nel sud-est asiatico nel 2004.

Lo scopo dell’azione di soccorso in queste situazioni non si limita all’intervento sanitario effettuato nella
primissima fase per salvaguardare le perdite di vite umane, ma deve comprendere sia nelle prime fasi che
nelle successive il fornire alla popolazione colpita l’attività di assistenza socio-sanitaria venuta a mancare a
causa dell’evento. Alcuni esempi:

        Allestimento campi di accoglienza
        Preparazione e distribuzione pasti
        Allestimento di un sistema sanitario alternativo a quello colpito (es. realizzazione di ospedali da
        campo, ambulatori, servizi di assistenza domiciliare)
        Predisposizione di luoghi di ritrovo sociali alternativi (scuole, centri sociali, centri per anziani)
        Assistenza psicologica alle popolazione e ai soccorritori
        Distribuzione di aiuti alla popolazione

Questo richiede la presenza di strutture logistiche molto articolate, totalmente autonome, che consentano
ai soccorritori di svolgere i propri compiti: i campi.

Operando all’interno di un campo, secondo le proprie capacità individuali di Croce Rossa e professionali, il
volontario potrà essere destinato a numerosi e differenti compiti, quali ad esempio:

        Assistenza alla popolazione (in tutte le sue forme)
                                                                                                             19
Cucina (per popolazione o per soccorritori)
         Segreteria del campo
         Autoparco
         Manutenzione attrezzature
         Manutenzione impianti (idraulici, elettrici…)
         Pulizia del campo

     Ogni compito è quindi fondamentale per consentire a tutti gli altri operatori presenti al campo di
     svolgere le loro attività. L’impiego di personale volontario in tali operazioni di soccorso dovrà inoltre
     prevedere:

        dotazioni personali e dispostivi di protezione individuale adeguati all’ambiente operativo;
        turnazioni del personale;
        assistenza psicologica ai soccorritori sia nella fase di preparazione alla missione che al rientro della
        stessa.

                                       Figura 9 Campo CRI a Larino (CB), 2002

Soccorritore in un incidente maggiore – MCI Mass Casualty Incident
Una delle esperienze più difficili per un soccorritore è quella di trovarsi a gestire un incidente maggiore,
specialmente nelle prime fasi.

Per definizione, questo tipo di eventi mette in crisi il normale sistema dei soccorsi:

           “..una situazione dove le risorse disponibili sono insufficienti in relazione alle
           esigenze del soccorso immediato e dove la severità della situazione è così elevata
           che la normale qualità dei servizi sanitari non può essere mantenuta a lungo
           nonostante l’adozione di misure adeguate.” 1

20
Per fronteggiare tali situazioni sono necessari addestramento, una struttura di comando forte e ben
organizzata, e la capacità di adeguare le poche risorse disponibili alle elevate necessità, senza sprechi né
perdite di tempo; infatti quello che è il normale rapporto di 3-4 soccorritori per ogni assistito è in questo
tipo di eventi di 5 o più vittime per ogni soccorritore.

In linea di massima, lo scopo del sistema di soccorsi nell’incidente maggiore coincide con quello di ogni
altro intervento: fornire le prime cure ed ospedalizzare i feriti; questo si scontra con la carenza di risorse, e
con l’impossibilità del sistema sanitario ospedaliero di fornire cure immediatamente ad un elevato numero
di pazienti. Per questo motivo il flusso di pazienti deve essere ordinato, partendo da quelli più gravi e che
tuttavia hanno ancora possibilità di sopravvivenza, per andare gradualmente verso i meno gravi. Inoltre, è
spesso necessario posizionare un “filtro” sanitario in prossimità dell’evento, noto con il nome di Posto
Medico Avanzato (PMA). Le vittime giungono al PMA dopo aver ricevuto una prima valutazione sul campo,
in ordine di priorità. A questo punto vengono stabilizzate e non appena un ospedale è disponibile a ricevere
quel tipo di vittima questa viene trasportata con il mezzo più adatto.

Ora vedremo più nel dettaglio come si svolgono queste operazioni, e quali sono i compiti dei Volontari CRI.

Le due maggiori linee guida nel mondo per la gestione di incidenti maggiori sono il NIMS, “National Incident
Management System2” americano e il MIMMS, “Major Incident Medical Management and Support3”
britannico; pur essendo due realizzazioni completamente indipendenti, le indicazioni che forniscono sono
fondamentalmente concordi riguardo i punti salienti della gestione dell’evento.

L’indicazione delle priorità da seguire nella gestione dell’emergenza è la seguente:

                                    Allarme e conferma
                                    Comando
                                    Sicurezza
                                    Comunicazioni
                                    Valutazione
                                    Triage
                                    Trattamento
                                    Trasporto

Allarme e conferma
È chiaro come questo sia uno dei passi fondamentali. Il più preciso e funzionale sistema di soccorso non
può funzionare se non viene attivato. Sovente le informazioni a disposizione all’uscita dei primi mezzi sono
molto scarse, e possono non rendere l’idea della situazione che si trova una volta sul target. Spesso ci si
rende conto solo all’arrivo di trovarsi su un incidente maggiore. Non appena si riscontra l’anomalia della
situazione – che corrisponde all’incirca con le situazioni individuate nel paragrafo per l’operatore di
centralino – seguendo i propri protocolli locali, è indispensabile avvisare della situazione sia la Centrale
Operativa 118 sia la propria sede CRI. A questo punto le strutture preposte potranno dare il via alla catena
dei soccorsi. Spesso capita che sia necessario, da parte dei responsabili, capire meglio la situazione, senza
tuttavia ritardare i soccorsi, perciò è indispensabile che anche i primi equipaggi giunti sul posto siano dotati
di telefono e di radio portatile per poter dare la conferma della loro segnalazione di incidente maggiore. In
alcuni sistemi di soccorso si considera incidente maggiore la presenza di 10/12 vittime con codice giallo e/o
rosso. Tuttavia è opportuno ricordare che anche la presenza di un numero elevato di codici verdi, per
quanto non siano in una situazione di rischio di vita immediato, costituisce un problema logistico da gestire
adeguatamente.
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Comando
Quanto prima va realizzata la struttura di comando, in quanto la gestione deve essere unitaria e coordinata.
Il rischio di un “vuoto di potere” è quello di sprecare le risorse e di ritardare i soccorsi. Il comando sanitario
durante un incidente maggiore spetta ad un medico del Servizio 118; tuttavia anche il personale CRI ha dei
compiti nella catena di comando. I protocolli locali definiscono chi deve prendere le varie posizioni di
comando; può trattarsi, per quanto riguarda i primi equipaggi, del primo barelliere giunto sul posto, o del
soccorritore più anziano, o della persona più esperta in materia. Questa persona manterrà il comando fino
alla sua sostituzione da parte di personale più qualificato.

I ruoli che il personale CRI deve ricoprire nelle prime fasi dell’intervento sono due:

        Coor.So: Coordinatore dei Soccorritori
        Coor.Ev: Coordinatore dell’evacuazione

Il coordinatore dei soccorritori svolge il compito di organizzare il lavoro delle varie squadre di soccorritori
che man mano giungeranno sul luogo dell’evento, in accordo con le esigenze individuate insieme al medico,
che è il comandante sanitario dell’incidente (DSS, Direttore dei Soccorsi Sanitari) e nella prima fase svolge
anche il compito di direttore del triage; Coor.So. è l’unico soccorritore a parlare con il medico, svolgendo
quindi una funzione di filtro con tutti gli altri soccorritori. A sua volta il medico sarà a stretto contatto con i
responsabili del soccorso tecnico (Vigili del Fuoco) e delle Forze dell’Ordine per coordinare le operazioni di
soccorso.

Il coordinatore dell’evacuazione si occupa invece di gestire il parcheggio e il movimento dei mezzi che
arrivano con i successivi equipaggi di soccorritori, individuando percorsi di accesso e di deflusso
possibilmente separati, un’area di parcheggio organizzata secondo le varie tipologie di mezzo (vettura,
pulmino, ambulanza di base, rianimazione, ecc.) e ricordando agli autisti di rimanere sui mezzi. Nella fase di
evacuazione si occuperà di individuare i mezzi necessari ad evacuare ogni vittima, sulla base delle esigenze
espresse dai sanitari.

                                       Figura 10 Catena di comando e controllo

Esistono anche altri ruoli di riferimento che possono essere svolti dai soccorritori, e in ogni caso il
riferimento valido è quello ai propri protocolli locali. Un esempio di una struttura più articolata è il
seguente:

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Figura 11 Proposta di catena di comando e controllo per soccorritori

Tutti questi ruoli possono essere coperti da Volontari di Croce Rossa, secondo le esigenze.

Ogni struttura di comando dovrebbe inoltre essere modulare, con la possibilità di attivare solamente le
funzioni necessarie per l’emergenza in questione. Ad esempio, se viene deciso di non allestire un PMA sul
posto (le funzioni del PMA saranno descritte più avanti), è assolutamente inutile individuare un
responsabile del PMA o del triage secondario, come indicato nello schema. In ogni caso le indicazioni cui
fare riferimento sui casi in cui attivare o meno le varie funzioni sono quelle date dai propri protocolli locali.

             Figura 12 Esempi di pettorine identificative CRI e Associazione Italiana Medicina delle Catastrofi ©

In ogni caso, le figure di riferimento devono essere rapidamente individuabili da tutti, eventualmente anche
da coloro che non fanno parte dell’associazione o provengono da altre sedi; è pertanto necessario che vi
siano dei segni di riconoscimento (es. pettorine) che indichino chiaramente i ruoli.

È poi opportuno individuare sul luogo dell’incidente un posto di comando unificato per tutti i servizi di
soccorso (sanitari, soccorso tecnico e forze dell’ordine) cui sia possibile fare riferimento con certezza in
caso di necessità.

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Figura 13 Posto di comando VVF - Esercitazione St. Cristophe 2006
             Per gentile concessione European Master in Disaster Medicine – Università del Piemonte Orientale

Sicurezza
La sicurezza prevede tre aspetti:

        Sicurezza per sé
        Sicurezza della scena
        Sicurezza per le vittime

Sicurezza per sé significa conoscere ed usare tutti i Dispositivi di Protezione Individuali (DPI) in dotazione:
uniforme completa, guanti da lavoro, elmetto, scarpe antinfortunistiche. Un soccorritore che non ha o non
utilizza questi strumenti è un soccorritore che non può svolgere le proprie funzioni in sicurezza; il rischio è
quindi di diventare una ulteriore vittima dell’incidente maggiore, e di togliere un soccorritore ad una
macchina dei soccorsi già in difficoltà.

La sicurezza per sé implica inoltre una precisa conoscenza dei propri compiti e dei propri limiti. Questo
significa non andare in nessun settore dell’incidente maggiore senza il benestare dei Vigili del Fuoco, cui
spetta il compito di mettere in sicurezza la scena dell’incidente maggiore. Qualora per qualche ragione
alcune aree non possano essere messe in sicurezza (es. edificio a rischio crollo) saranno i Vigili del Fuoco,
con le loro competenze ed attrezzature, ad entrare per portare fuori eventuali feriti (operazione di
salvataggio), e mai il soccorritore, che potrà svolgere i propri compiti solo in area sicura.

Sicurezza della scena significa isolare quanto prima l’area dell’incidente, impedendo l’ingresso ad estranei
o curiosi che potrebbero andare ad aumentare il numero di vittime, oltre a portare confusione.

Sicurezza per le vittime significa cercare di farle uscire il prima possibile dall’area pericolosa, senza tuttavia
mettere a rischio sé stessi; ad esempio si possono invitare ad uscire coloro che sono in grado di camminare.
Per le altre vittime si provvederà ad avvisare i Vigili del Fuoco della necessità di effettuarne il recupero. In
particolare i Vigili del Fuoco sono coinvolti nel recupero di vittime contaminate da sostanze pericolose, che
normalmente vengono decontaminate (mediante lavaggio) ai margini dell’area di sicurezza, prima del
trattamento e del trasporto definitivo.

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Comunicazione
La comunicazione sul luogo dell’emergenza si svolge in due dimensioni:

        Con la Centrale Operativa
        Tra i responsabili di settore sulla scena

Entrambi queste categorie dovrebbero godere di un sistema di comunicazione affidabile, possibilmente
ridondante (es. radio + telefono), utilizzare un linguaggio chiaro (codici concordati, brevi frasi di sicura
comprensione), e devono essere precise; il tempo utilizzato per comunicare, manifestando un’esigenza o
rispondendo ad una richiesta, non è mai tempo perso.

Valutazione
Effettuare una corretta valutazione dello scenario e comunicarla alla Centrale Operativa significa avere le
risorse giuste, nel posto giusto, il prima possibile. Soprattutto il primo equipaggio giunto sul posto ha il
compito di comunicare alla CO 118 la presenza di un incidente maggiore, cercando di fornire delle
informazioni essenziali; queste si possono riassumere in un acronimo: METHANE.

             M       Incidente Maggiore (dichiarazione di allarme o di valutazione in corso)

             E       Esatta localizzazione

             T       Tipo di incidente

             H       Pericoli esistenti sulla scena (Hazards)

             A       Accesso

             N       Numero di feriti (e loro gravità/tipo)

             E       Esigenze

M – Incidente maggiore: consiste nella dichiarazione di allarme o di possibile allarme; la scena all’arrivo
potrebbe già suggerire la presenza di un incidente maggiore; è opportuno allertare la CO 118 di questa
possibilità già prima di effettuare la prima ricognizione, al termine della quale si confermerà o meno
l’allarme e si potranno fornire le informazioni dei punti successivi.

E – Esatta localizzazione: consiste nell’informare del punto preciso dell’incidente (es. km di autostrada o di
ferrovia), usando come riferimento, se possibile, carte geografiche.

T – Tipo di incidente: comunica la categoria di incidente (stradale, ferroviario, esplosione, crollo, ecc.); in
questo modo è possibile ipotizzare quali siano le esigenze delle vittime e le risorse necessarie.

H – Hazards: si comunicano quelli che sono i pericoli rilevati sulla scena; qualora si vedano fiamme, o cavi
dell’alta tensione caduti o pericolanti, ecc. questo va subito comunicato perché venga risolta la situazione
di rischio.

A – Accesso: localizzare un evento non significa specificare la migliore via di accesso; un incidente potrebbe
impedire l’accesso ai soccorritori dalla parte più comoda o veloce; se il primo equipaggio ha già rilevato e
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risolto questa difficoltà, è indispensabile che metta a disposizione questa informazione per facilitare il
lavoro dei colleghi e quindi velocizzare le operazioni di soccorso.

N – Numero e tipo di feriti: è opportuno quantificare il numero di feriti, il tipo prevalente di lesioni (es.
ustioni o traumi), e la loro gravità. In questo modo la CO 118 può allertare gli ospedali più adatti e
provvedere all’invio delle risorse necessarie sul posto.

E – Esigenze: la necessità di alcune risorse sulla scena può apparire chiara fino dai primi momenti, ed è
quindi opportuno segnalarla già in questa fase.

Triage
Triage deriva dal francese “trier”, scegliere.

Una situazione di maxi-emergenza, con l’equilibrio tra risorse ed esigenze pesantemente spostato verso
queste ultime, impone di dirigere le proprie risorse (uomini, mezzi, materiali) verso quelle vittime che
hanno più possibilità di avere un beneficio dal soccorso ricevuto, lasciando ad un momento successivo le
persone meno gravi e quelle con minore possibilità di sopravvivenza.

Questo consente di ottenere il massimo risultato, per più persone, con il minimo dispendio di risorse.

Dirigere i propri sforzi verso le persone che hanno più possibilità significa compiere una valutazione di tutte
le vittime, per poi stabilire in quale ordine procedere; inoltre questa valutazione, che viene compiuta
simultaneamente da più persone, deve essere rapida, uniforme, ben codificata; la rapidità consente di
avere un’idea della situazione della vittima esaminata in 30-40 secondi, l’uniformità consente di eliminare
la soggettività nella valutazione, la codifica aiuta il soccorritore nella pesante scelta di abbandonare alcuni
feriti.

Il triage è comunque un’operazione dinamica, per il fatto che fotografa la situazione della vittima al
momento, ma deve anche tenere conto della possibile evoluzione; per questa ragione il triage viene
ripetuto in vari momenti dell’emergenza: sul campo, nell’area di raccolta, al Posto Medico Avanzato,
durante il trasporto verso l’ospedale, eventualmente con diversi livelli di approfondimento.

Al mondo esistono diversi algoritmi stabiliti per il triage; diversi studi4 hanno evidenziato che non esiste un
metodo di triage significativamente migliore degli altri, e che la chiave che permette ad un algoritmo di
funzionare meglio di un altro è la familiarità che hanno con esso i soccorritori che devono applicarlo.

In Italia sono riconosciuti due algoritmi di triage1: il triage START5 (Simple Triage and Rapid Treatment) ed il
triage CESIRA6 (Coscienza – Emorragia – Shock – Insufficienza respiratoria – Rotture ossee – Altre
patologie). Nel mondo esistono anche altri algoritmi, uno dei quali è stato adottato in Italia, con alcune
modifiche, dalla Regione Piemonte, il Sieve & Sort.

Il metodo START è un metodo riconosciuto a livello internazionale, utilizzabile sia da soccorritori sia da
personale medico, mentre il protocollo CESIRA è limitato al personale non-medico e pressoché sconosciuto
fuori dei confini nazionali. Per via della sua adozione da parte della regione Piemonte verrà inoltre
accennato il protocollo Sieve & Sort modificato.

Va ricordato che il triage è un atto medico, che può essere compiuto dai soccorritori solo dopo
l’autorizzazione del medico responsabile sul posto o della centrale operativa.

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