La performatività della carta per rappresentare mondi di vita

Pagina creata da Silvia Zanetti
 
CONTINUA A LEGGERE
La performatività della carta per rappresentare mondi di vita
La performatività della carta per rappresentare
ri-vista

                  mondi di vita
                  Daniela Poli
                  DIDA - Dipartimento di Architettura, Universita degli Studi di Firenze, Italia
                  daniela.poli@unifi.it

  02
   2020
                  Abstract
  seconda serie

                  Il presente articolo riflette sul potere performativo della carta e sulle sue differenti applicazioni,
                  nel corso della storia, come linguaggio spaziale portatore di progetto e di azione sociale che
                  ha rappresentato per l’Occidente una delle logiche che più hanno influenzato l’organizzazione
                  sociale, politica, economica delle comunità. L’articolo illustra un’innovazione nelle pratiche di pi-
                  anificazione con la proposta di un ‘processo di rappresentazione patrimoniale del territorio’, ca-
                  pace di includere e di rafforzare il potere decisionale della popolazione locale nel riconoscimento
                  e nella riappropriazione dei suoi valori profondi. Si tratta di un passaggio fondamentale, utile
                  al tempo stesso per contenere l’esuberanza omologante degli strumenti informatici e ridare
                  forma umana al mondo di vita.
                  Keywords
                  Rappresentazione, progetto di territorio, pianificazione, arte, processo.

                  Abstract
                  This article reflects on the performative power of maps and its different applications, throughout
                  history, as a spatial language conveying project and social action, which has represented one of
                  the logics that most influenced the social, political, economic organization of communities in
                  the West. The article illustrates an innovation in planning practices, proposing a ‘process of pat-
                  rimonial representation of territories’ apt to include and strengthen the decision-making power
                  of local populations in the recognition and re-appropriation of their deep values. It is a crucial
                  step, useful at the same time to contain the homologating exuberance of IT tools and restore the
                  human form of life worlds.
                  Keywords
                  Representation, territorial design, planning, art, process.

                  Received: October 2020 / Accepted: November 2020 | © 2020 Author(s). Open Access issue/article(s) edited by QULSO,
                  distributed under the terms of the CC-BY-4.0 and published by Firenze University Press. Licence for metadata: CC0 1.0
      80          DOI: 10.13128/rv-9895- www.fupress.net/index.php/ri-vista/
La performatività della carta per rappresentare mondi di vita
Poli
Premessa                                                      gi culturali e tecnici attraverso il linguaggio estetico,
Nella nota frase di Paul Klee “L’arte non deve ripro-         esse non saranno mai frutto dell’arte pura e quindi
durre il visibile ma deve rendere visibile”, contenuta        dell’inutilità. Il dominio della rappresentazione sto-
ne La confessione creatrice (1920), è celato un pro-          rica sarà sempre quello della ricerca della bellezza
getto importante. Ciò che per Klee è necessario ren-          ‘utile’ a fini ricognitivi, conoscitivi, progettuali, una
dere visibile è l’invisibile, la struttura delle immagi-      bellezza che ha saputo essere a lungo ‘bellezza con-
ni che si definisce in un processo di organizzazione          testuale’, in grado di dialogare con, e di valorizzare a
delle forme elementari della visione. In questo per-          fini progettuali, i caratteri locali.
corso, aperto all’astrazione e alla percezione, il di-        Dopo studi fondativi in ambito geografico come
pinto non è più mimesi ma creazione, autonoma dal             quello di Harley e Woodward (1987) si è diffusa “la
soggetto rappresentato. L’arte per Klee deve esse-            consapevolezza che bisognasse interpretare la car-
re ‘inutile’: solo l’inutilità è infatti garanzia di liber-   tografia storica alla luce delle culture collettive e
tà, purezza, profondità dello spirito. Nei suoi diari,        delle personalità individuali che l’avevano prodot-
al 16 Aprile 1914 Klee scrive: “Il colore mi possiede.        ta” (Mangani, 2008, p. 188). La carta è un disposi-
Non ho bisogno di tentare di afferrarlo. Mi possiede          tivo utile a ‘trattare’ la realtà rappresentata attra-
per sempre, lo sento. Questo è il senso dell’ora feli-        verso tecniche, posizioni, proporzioni, scelte, sele-
ce: io e il colore siamo tutt’uno. Sono pittore”. Klee è      zioni, cancellazioni, colori, in una parola attraverso
un pittore, certo un pittore riflessivo, ma è appunto         le diverse forme di ‘mediazione visuale’. Ogni carta
un artista, dedito alla ricerca della bellezza assoluta.      è quindi ‘falsa’ come può esserlo qualsiasi strumen-
La figura dei cartografi storici, viceversa, sebbene          to di mediazione (Harley, 1989; Paba, 1999). Le carte
impegnata nel produrre splendide rappresentazioni             sono infatti strumenti culturali, argomentativi, rap-
dei luoghi, è assai diversa da quella dell’artista pu-        presentano la verità del momento, una verità che
ro. La formazione dei cartografi è ibrida. I cartografi       cambia continuamente. La carta orienta, evidenzia,
provenivano da un multiverso di professioni (artisti,         suggerisce, nasconde, aggiunge, è uno strumento co-
pittori, ingegneri, architetti, incisori, ecc.) e a parti-    sciente del progetto che partecipa all’innovazione dei
re dalle loro competenze erano impegnati nella re-            modelli socio-culturali. La pianificazione e la proget-
dazione di carte alle varie scale. Sebbene per lungo          tazione territoriale non sono concepite al di fuori di
tempo le cartografie abbiano comunicato messag-               esse, ma attraverso, dentro e mediante le carte che         81
La performatività della carta per rappresentare mondi di vita
descrivono il territorio e, inevitabilmente, ne riducono     l’organizzazione sociale, politica, economica delle
ri-vista

                  la complessità per non perdersi nel labirinto della vita     comunità. Il linguaggio cartografico è intimamente
                  vanificando l’efficacia della rappresentazione.              portatore di progetto e di azione sociale. Si pensi al-
                  È dunque fondamentale chiederci che ruolo gioca la           la grande riforma di Clistene del 508 a.C., che spez-
                  rappresentazione nel progetto di territorio contem-          zava le vecchie logiche di potere tribale per procede-
                  poraneo. È determinante inoltre capire cosa abbiamo          re verso un’organizzazione democratica incentrata
                  perso nel passaggio dalle modalità storiche a quelle         su una vera e propria rivoluzione spaziale. La rifor-
                  attuali del processo di rappresentazione e cosa possa        ma è quindi un progetto territoriale che incardina il
                  essere messo a frutto dell’esperienza storica per tor-       nuovo potere democratico allo spazio urbano e ter-
                  nare a rappresentare la complessità dei luoghi.              ritoriale. Non è possibile in questa sede approfondi-
                  L’articolo che segue ripercorre i punti salienti della       re questi aspetti (Poli, 2019), ma mi preme sugge-
                  storia della cartografia con l’obiettivo di far riflette-    rire degli esempi storici che mostrano la percezione
  02              re sul potere performativo della descrizione, e dun-         multidimensionale dello spazio, che dalla moderni-
   2020
  seconda serie

                  que della sua efficacia nel sostenere scelte implici-        tà inizia un processo di assottigliamento arrivato a
                  te di progetto (Dematteis, 2002), puntando l’atten-          compimento nella contemporaneità.
                  zione sul pericolo attuale del nesso strutturale fra         Sebbene la visione spazializzata del mondo sia insita
                  ‘verità territoriale’ socialmente percepita e forme di       nella cultura occidentale in tutte le epoche, giova ri-
                  rappresentazione sempre più neutre e tecnicamen-             flettere sul fatto che per lungo tempo non sia esisti-
                  te performanti della cartografia contemporanea. In-          ta la concezione di ‘spazio astratto’, neutro e isotropo
                  fine, come antidoto a questa dinamica, propone di            cui oggi siamo abituati. Ciò che veniva raccontato nel-
                  usare consapevolmente il potere performativo del-            le carte in forma spazializzata era un territorio den-
                  la carta, delineando il passaggio dalla redazione di         so di storia, di memoria, di miti. Imbevuti come siamo
                  una serie di prodotti descrittivi alla definizione di un     di logica newtoniana, può apparire impensabile che
                  ‘processo di rappresentazione patrimoniale del ter-          il concetto di ‘spazio’ come lo ha disegnato Newton,
                  ritorio’, costruito in un dialogo fra saperi esperti e sa-   “infinito, assoluto, continuo e omogeneo”, fosse pra-
                  peri contestuali in tutto il percorso di pianificazione      ticamente inesistente nel Medioevo. Jérôme Baschet
                  che, dalla descrizione del territorio, arriva alla pro-      (2002) ricorda come al posto dello spazio, il Medioevo
                  gettazione di scenari condivisi per continuare poi nel       preferisse riferirsi al luogo, inteso come “contenito-
                  monitoraggio delle azioni di pianificazione.                 re delle cose di cui è luogo”. Nel Medioevo l’estensio-
                                                                               ne spaziale, lo spazio contenitore, che sussiste al di
                  Dal territorio alla cronofagia dello spazio                  là degli oggetti in esso contenuti, non esiste. L’esten-
                  Che la cartografia sia sempre stata uno strumento            sione non è dunque un dato primario, indipendente, il
                  di potere è ormai valutazione condivisa. Le mappe            luogo non è mai dunque scollegato dagli oggetti che
                  celano motivazioni politiche, economiche, religiose,         vi sono immersi. 1 Quindi per il Medioevo è corretto ri-
                  sociali che si proiettano sullo spazio geografico usa-       ferire le rappresentazioni al luogo piuttosto che allo
                  to come sfondo rappresentativo. La decostruzione             spazio, al concetto di localizzazione piuttosto che di
                  del suo linguaggio (Harley, 1989) è un passaggio ob-         spazializzazione (Baschet, 2002).
                  bligato per comprendere il valore multidimensiona-           La modernizzazione contemporanea, come noto, ha
                  le del documento cartografico. La razionalità spa-           compresso lo spazio-territorio (Harvey, 1993) in una
                  ziale, e quindi cartografica, rappresenta per l’Occi-        sorta di “cronofagia” (Paolucci, 2003) che lo divora
      82          dente una delle logiche che più hanno influenzato            e lo incardina al tempo presente. Le carte geodeti-
La performatività della carta per rappresentare mondi di vita
che, che utilizzano la legittimazione della scienza e        chi che trascurano le forme, le partizioni territoriali,

                                                                                                                          Poli
del dato quantitativo per essere definite ‘oggettive’,       la struttura minuta del paesaggio: quante autostra-
hanno progressivamente annullato il carattere spe-           de hanno impresso segni violenti, incuranti della vi-
cifico della carta trasformandola in un foglio bianco        ta vissuta nei luoghi?
uguale per ogni luogo. E fu proprio con la sparizio-         Sebbene appaia affascinante l’ipotesi di Cosgro-
ne delle “misure locali [che] sparirono naturalmente         ve (2001) e di Sloterdijk (2014) circa il ruolo giocato
anche i relativi luoghi” (Farinelli, 1992, p. 52), intesi    dalle rappresentazioni storiche dell’intero globo nel-
come entità sociali e politiche complesse.                   la definizione politica della globalizzazione, ritengo
Appare rilevante riflettere sul fatto che la carta to-       che nel passato, anche nella fase dell’ossessione del-
pografica contemporanea continua ad essere per-              la misura, vi fossero potenti anticorpi visivi sapien-
formativa (non perde cioè il suo carattere fondati-          temente usati dai cartografi che riportavano l’atten-
vo), ma comunica una concezione dei luoghi ridot-            zione costantemente all’osservazione lenta dei luo-
ti a puro spazio. La rappresentazione non è infatti          ghi, alla loro specificità e rilevanza nella quotidianità.
una testimonianza passiva di eventi, ma è un docu-           Le carte depurate, i big data satellitari, le immagini
mento attivo, è pensiero visivo ‘in azione’: un attore       di Google maps consentono invece con un clic di ve-
quindi, e non uno spettatore passivo della trasfor-          dere per decidere. Gli elementi della rete globale de-
mazione (Latour, 1998; Söderström, 2000).                    finiscono le città come nodi di una rete mondiale, il
La carta contemporanea è la testimone del passag-            “global urban ecumene” (Söderström, 2011), trami-
gio avvenuto verso una rappresentazione oggetti-             te immagini che hanno una forte valenza politica e
vante e neutra, in cui la mediazione conoscitiva e in-       dunque performativa.
terpretativa del cartografo storico è stata cancellata.      L’urbanizzazione infinita 2, cifra rappresentati-
La facilità con la quale è possibile entrare nello spazio    va della contemporaneità, ci invita a cercare degli
tridimensionale con foto o video satellitari induce al-      antidoti a questi processi anche in nuove forme di
la redazione di carte descrittive o progettuali senza        rappresentazione.
sopralluoghi, schemi o schizzi manuali dal vero, arri-
vando alla produzione di ‘carte senza cartografo’, au-       Ridurre la potenza della misura e dare spazio
tomatiche, frutto di rilievi aerofotografici o satellita-    all’arte
ri, redatte in assenza di controllo visivo, di relazione     Le carte topografiche, quali riproduzioni diminuite
percettiva e sensibile con il luogo concreto.                della realtà, si adattano in maniera esemplare alla
La digitalizzazione ha ulteriormente smaterializza-          progettazione di spazi funzionali, senza mostrare
to la cartografia, consentendo di trattare il territo-       alcuna ruvidezza o increspatura. Lo strumento in-
rio per strati ‘dis-integrati’, ognuno dei quali ha un       formatico è potente nel consegnare una massa ri-
valore in sé: solo armatura urbana, infrastrutture,          levante e assai utile di conoscenze. Questa elevata
insediamenti, rilievi, idrografia, e così via. Il territo-   capacità, se non guidata e controllata dall’interpre-
rio può essere così smembrato, sezionato, perden-            tazione poetica e artistica del progettista (dell’anti-
do facilmente di vista i caratteri di unitarietà e d’in-     co cartografo storico), dalla volontà di collegarlo ai
sieme del luogo. La flessibilità della cartografia au-       corrugamenti del territorio, alle sue tante sfumatu-
tomatica consiste nella possibilità di interagire col        re e asperità, alla progettualità locale, può ancora
dato quantitativo, nel continuo aggiornamento, nel           creare mostri.
confrontare, sovrapporre, riutilizzare. Su tali carte,       Alla potenza dello strumento è necessario contrap-
all’apparenza neutre, è possibile agire con segni cie-       porre allora la ricchezza del territorio, la sensibilità     83
La performatività della carta per rappresentare mondi di vita
del corpo che percepisce (che indaga, annusa, toc-          le autorità cittadine possano connettersi e collabo-
ri-vista

                  ca, guarda con stupore) assieme ai tanti sguardi che        rare in domini senza scopo di lucro (come il commer-
                  abitano i luoghi. L’unico antidoto è a mio avviso una       cio equo e solidale, la collaborazione culturale, ecc.)
                  chiara consapevolezza nella necessità di riempire le        e quindi contribuire al rimontaggio del mondo urba-
                  ‘carte di base’ col “mondo di vita” (Poli, 2019), col la-   no secondo ciò che desideriamo diventi” (Söders-
                  birinto che proviene dal passato e dal presente, in         tröm, 2011, p. 118)3.
                  cui è anche possibile perdersi (Quaini, 1992).              Oggi assistiamo a un fiorire di rappresentazioni
                  Molte carte del passato (mappamondi, plantari, ca-          apertamente schierate dalla parte del locale (Poli,
                  brei, ecc.) mostravano una ricchezza espressiva og-         2018) che sovvertono il dettato moderno dell’uni-
                  gi inimmaginabile: i luoghi venivano descritti con          versalismo e della standardizzazione. Spesso però
                  linguaggi locali che spesso trattenevano il proprio         questi documenti cartografici non sono inseriti in un
                  orientamento, collegato al punto di vista del redat-        processo che organizza sistematicamente la cono-
  02              tore che si muoveva sul territorio; il paesaggio era        scenza per il progetto.
   2020
  seconda serie

                  esaltato dalla capacità del cartografo di sottoline-
                  are specificità locali per sopperire alla mancanza di       Il processo di rappresentazione patrimoniale del
                  informazioni e di certezza metrica. È utile allora ri-      territorio
                  baltare volontariamente (eticamente) la logica car-         Nei processi di pianificazione alle diverse scale la co-
                  tografica per dare spazio all’arte e all’interpretazio-     munità locale è (almeno teoricamente) chiamata a
                  ne del cartografo, forzando anche le dimensioni, in-        co-produrre il progetto fin dall’inizio del processo in
                  troducendo i fuori scala, sottolineando con ombre e         una dialettica costante con gli esperti4. Che tipo di
                  artifici tecnici (che l’informatica avanzata diffonde a     rappresentazione è necessaria, allora, per questo
                  piene mani) gli elementi patrimoniali. Appare dun-          rinnovato ruolo del progetto di territorio?
                  que fondamentale ridurre volontariamente la cen-            Se identità, democrazia e partecipazione sono un
                  tralità della misura per dare spazio alla retro-innova-     processo e non un oggetto, anche la rappresenta-
                  zione (Stuiver, 2006) cartografica che seleziona, en-       zione patrimoniale del territorio non può che esse-
                  fatizza e valorizza i luoghi con sapienza, come è pos-      re un processo. È necessario riferirsi quindi a un ‘pro-
                  sibile riscontrare nelle cartografie dei Piani paesaggi-    cesso di rappresentazione patrimoniale’, un conti-
                  stici della Puglia e della Toscana (Lucchesi, 2016; Po-     nuo ‘andata-e-ritorno’ fra rappresentazione esperta
                  li, 2016) che hanno sostenuto il valore euristico della     e non esperta, fra parola e figura, fra disegno come
                  rappresentazione qualitativa e identitaria.                 stimolo per lo sguardo e disegno utile.
                  L’identità di un territorio, elemento fondamentale          L’incontro fra la spinta partecipativa del piano e la ri-
                  col quale dialogare, è il terreno intermedio fra real-      scoperta dei valori patrimoniali ha imposto alla cas-
                  tà e percezione che il cartografo storico ha interpre-      setta degli attrezzi dell’urbanista e del progettista
                  tato e può continuare ancor oggi a interpretare. “Di-       territoriale un adeguamento importante della tecni-
                  segnare è selezionare, selezionare è interpretare,          ca di rappresentazione. Due elementi appaiono fon-
                  interpretare è proporre” (Solà-Morales, 1979), in un        damentali a questo fine: entrare dentro il meccani-
                  percorso da farsi però collettivamente, mantenen-           smo della performatività della carta e dare spazio
                  do la complessità e la rugosità del territorio. Per con-    alla rappresentazione dei valori patrimoniali del ter-
                  trastare l’appiattimento del global urban ecumene           ritorio con la riscoperta di tecniche artistiche, per poi
                  sembra utile elaborare “nuove immagini del mondo            procedere verso la costruzione di scenari progettua-
      84          urbano. Immagini che mostrino come gli abitanti e           li condivisi.
La performatività della carta per rappresentare mondi di vita
La performatività della carta                                progettuale che seleziona, sistematizza ed integra

                                                                                                                          Poli
È necessario ribaltare il problema del ‘potere subìto        le conoscenze e gli orientamenti progettuali emer-
a causa della carta’, interpretandolo come il ‘pote-         si nella fase precedente (Magnaghi, 2007). Senza
re performativo della rappresentazione cartografi-           la sintesi dello scenario progettuale questi passag-
ca’ nel processo di costruzione condivisa del conte-         gi potrebbero arrestarsi e non arrivare mai all’ultima
sto di vita5.                                                fase, relegando la parte conoscitiva, come accaduto
Una nuova forma di rappresentazione può (e deve)             per anni, a puro orpello esornativo assieme al contri-
quindi utilizzare la grande opportunità offerta dal-         buto degli abitanti, percepito di fatto come un fasti-
la capacità performativa insita nella carta per comu-        dioso intralcio. Nel processo di rappresentazione pa-
nicare e stabilizzare messaggi innovativi, ‘poetici’6        trimoniale del territorio si possono quindi individua-
che oggi non riescono ancora ad emergere, schiac-            re rappresentazioni per:
ciati dalla normalizzazione ripetitiva dell’immagine         • evidenziare (conoscenza esperta al lavoro)
dominante del mondo ancora troppo vicina a quel-             • stimolare (avvio del processo conoscitivo)
la funzionalista.                                            • far emergere (attivazione del processo conosciti-
                                                                vo)
La rappresentazione patrimoniale                             • convalidare (sintesi del processo conoscitivo)
Il messaggio fondamentale che la descrizione car-            • progettare (costruzione del progetto socialmen-
tografica deve comunicare è la densità patrimo-                 te prodotto)
niale dei luoghi, sulla quale costruire progetto. Nel        • condividere (definizione dello scenario progettua-
processo di rappresentazione patrimoniale, la sto-              le)
ria viene interrogata con l’obiettivo di far emerge-         • agire (traduzione operativa del progetto social-
re la razionalità insediativa che il susseguirsi dei sa-        mente prodotto).
peri contestuali ha sedimentato in un determinato
                                                             Nella ‘rappresentazione per evidenziare’, la cono-
contesto, partendo dalle informazioni storiche certe
                                                             scenza esperta lavora in parallelo su due orizzonti
per cogliere “l’ultima immagine di una pellicola che
                                                             temporali:
ci sforzeremo poi di srotolare all’indietro, rassegnati
                                                             • ricostruzione della struttura patrimoniale di lunga
a scoprirvi non poche lacune, ma risoluti a rispettar-
                                                               durata con i suoi sedimenti materiali (strade, edifi-
ne la mobilità” (Bloch, 1973, p. XXIX).
                                                               ci, città, ecc.) e immateriali (economie, saperi con-
Il patrimonio territoriale non è pensato come una se-
                                                               testuali, culture, mitologie, simboli, ecc.) (fig. 1);
quenza di oggetti (castello, strada, ponte, ecc.), ma
                                                             • ricostruzione delle dinamiche contemporanee
come un sistema complesso (Marson, 2016; Poli,
                                                               per mettere in luce gli elementi di conoscenza di
2017) in cui convergono elementi visibili, come il pae-
                                                               sfondo, i fattori di criticità nella gestione del patri-
saggio agrario o la struttura insediativa, ma anche in-
                                                               monio territoriale e le energie sociali che si occu-
visibili, come la permeabilità ecologica o la biodiversi-
                                                               pano del suo mantenimento.
tà, e soprattutto le relazioni e le logiche che li legano.
Nel corso del processo di rappresentazione patrimo-          Nella ‘rappresentazione per stimolare’, la finalità è
niale del territorio è necessario utilizzare più tecni-      quella di alimentare il processo di conoscenza con-
che di rappresentazione, calibrate sulle diverse scale       diviso con strumenti e materiali diversi (interviste,
d’intervento (Gabellini, 1999). Il passaggio fra la fase     schizzi, passeggiate, incontri, ecc.) tramite fasi di
conoscitiva e quella attuativa richiede poi un fonda-        “ascolto attivo” (Sclavi, 2000) dove far affiorare te-
mentale anello di congiunzione, dato dallo scenario          mi e problematiche rilevanti (fig. 2).                       85
La performatività della carta per rappresentare mondi di vita
ri-vista

  02
   2020
  seconda serie

                  Fig.1 – “Coltivare con l’Arno”: Carta del patrimonio territoriale. Questa e le seguenti immagini che illustrano il “processo di
                  rappresentazione patrimoniale” del territorio sono state prodotte durante il progetto partecipativo “Coltivare con l’Arno. Parco
                  agricolo perifluviale” coordinato dalla scrivente (Poli, 2018a).

      86          Fig. 2 – Il processo di progettazione partecipata del Parco agricolo multifunzionale: a. schizzi di lavoro ai tavoli; b. la visione integrata.
La performatività della carta per rappresentare mondi di vita
Poli

Fig. 3 – La mappa comune del cibo locale: a. momenti della realizzazione partecipata; b. graficizzazione con fili di lana e puntine da
disegno; c. la carta esito del percorso di progettazione.
                                                                                                                                         87
La performatività della carta per rappresentare mondi di vita
ri-vista

  02
   2020
                  Nella ‘rappresentazione per far emergere’ si utiliz-      tere in campo col monitoraggio dei soggetti locali.
  seconda serie

                  zano tecniche di attivazione della memoria e dei sa-      La rappresentazione patrimoniale del territorio è
                  peri, finalizzati alla condivisione della conoscenza in   dunque un grande processo sociale, che diffonde
                  modo da far emergere ricordi, problemi, sintetizzati      consapevolezza e attiva il patrimonio territoriale
                  in mappe di comunità (fig. 3).                            (Carandini, 2017; Volpe, 2015) per condividere e da-
                  Nella ‘rappresentazione per convalidare’ si confron-      re forma cartografica a scelte progettuali che hanno
                  tano le diverse immagini e le diverse attribuzioni di     come obiettivo la valorizzazione dei “mondi di vita”
                  senso patrimoniali (valori e criticità) emerse dalla      della popolazione.
                  fase interattiva, per arrivare a un’immagine condivi-
                  sa validata collettivamente (fig. 4).                     Conclusioni
                  Nella ‘rappresentazione per progettare’ vengono           La cartografia storica è un documento denso in cui
                  definite varie ipotesi progettuali (anche conflittuali)   converge un multiverso di conoscenze, di tecniche,
                  orientate a risolvere le criticità emerse e mettere in    di culture e di intenzionalità di progetto. Molte car-
                  valore i patrimoni riconosciuti con nuovi approfon-       te del passato hanno utilizzato consapevolmente e
                  dimenti, sopralluoghi, confronti con esperti (fig. 5).    a fini squisitamente politici la performatività insi-
                  Nella ‘rappresentazione per condividere’ prende av-       ta nel meccanismo cartografico che porta a sovrap-
                  vio una fase orientata a definire lo scenario proget-     porre gli oggetti rappresentati con la realtà esterna
                  tuale condiviso, una ‘carta statutaria e costituente’     e a conferirle valore di ‘verità territoriale’. La raffina-
                  del territorio, in cui il lavoro precedente viene sele-   tezza e la bellezza della tecnica di rappresentazione
                  zionato, integrato, sintetizzato e schematizzato e        hanno sostenuto la trasmissione sociale del mes-
                  nuovamente condiviso (fig. 6).                            saggio contenuto nella carta. Anche se depurate e
                  Nella ‘rappresentazione per agire’ gli esperti facili-    ammantate di oggettività tecnica, le carte descritti-
                  tatori e i cartografi patrimoniali producono la tradu-    ve contemporanee continuano sottotraccia a comu-
                  zione esperta dello scenario progettuale, ‘median-        nicare il loro messaggio che parla oggi di oggettività,
                  do’ il linguaggio contestuale con quello tecnico per      neutralità, isotropia, consegnando all’immaginario
                  poter dare avvio alla fase operativa della pianifica-     tecnico e sociale un territorio senza spessore storico
                  zione e della programmazione, in cui vengono indi-        né identitario su cui è possibile operare qualsiasi ti-
      88          viduati strumenti, soggetti e finanziamenti da met-       po di trasformazione.
Poli
Fig. 4 – La sintesi condivisa di valori e problematiche del territorio di progetto.

Fig. 5 – Un progetto agro-ambientale per il fiume Arno.                               89
ri-vista

  02
   2020
                  Negli ultimi anni abbiamo assistito al proliferare di       collegata alla fatica degli uffici amministrativi di la-
  seconda serie

                  nuove forme di rappresentazione orientate alla de-          vorare per progetti invece che per settori, rende an-
                  scrizione dei caratteri locali, accompagnate dall’e-        cora complicata una traduzione operativa in tempi
                  voluzione legislativa (Convenzione Europea del Pa-          brevi di quanto proposto. L’auspicio è che comunque
                  esaggio, Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio,         l’aver decostruito e guardato da vicino il potere taci-
                  leggi regionali di governo del territorio, ecc.) e da       to della cartografia collabori a rendere la performa-
                  un’importante richiesta proveniente dal basso di in-        tività della rappresentazione contemporanea utile a
                  clusione e di partecipazione nella cura del territo-        rafforzare il potere della popolazione locale nel co-
                  rio (Contratti di fiume, Ecomusei, Osservatori loca-        struire progetti che sappiano valorizzare la bellezza
                  li del Paesaggio, cura dei beni comuni, ecc.). Questo       e la densità dei loro mondi di vita.
                  cambiamento di contesto richiede un ripensamen-
                  to delle forme di rappresentazione. Appare dunque
                  fondamentale dare forma compiuta a un ‘processo
                  di rappresentazione patrimoniale del territorio’, fi-
                  nalizzato a reinscrivere la costruzione e la manipo-
                  lazione delle carte da parte di urbanisti e pianifica-
                  tori nel tempo millenario della raffigurazione carto-
                  grafica, avendo guardato nel cannocchiale della rap-
                  presentazione dai due lati: quello della comprensio-
                  ne delle ‘logiche cartografiche’ e quello della ‘utili-
                  tà’ delle informazioni in esse contenute in vista di
                  un progetto corale di territorio. Questo processo di
                  rappresentazione mette metaforicamente al lavo-
                  ro l’eredità dei cartografi storici in ambienti proget-
                  tuali interattivi e plurali con competenze ampliate e
                  capacità moltiplicate. La fretta cronica con cui i pia-
                  ni sono concepiti e realizzati, la difficoltà dei deciso-
      90          ri politici di accettare contesti decisionali ampliati,
Poli

Fig. 6 – Lo scenario strategico del Parco agricolo di Riva sinistra d’Arno.

                                                                              91
ri-vista

                  Note
                  1
                   Lo stesso spatium non è un concetto autonomo, ma si li-          lazione risulta così confinato ad alcuni momenti specifici
                  mita ad essere l’intervallo fra due oggetti. Il luogo nel Me-     senza che vi sia un reale processo deliberativo che arrivi a
                  dioevo è il contesto fisico dove si trova ciò di cui si parla e   incidere sul progetto finale.
  02              chi ne parla. Non c’è quindi separazione fra oggetto e sog-       5
                                                                                      Appare utile ricordare come la stratificazione di senso
   2020
                  getto, fra dentro e fuori, fra ambiente esterno e interno,        operata dalla descrizione letteraria e iconografica abbia
  seconda serie

                  fra percezione e realtà. Isidoro di Siviglia (Etymologiae, 2,     giocato un ruolo importante nel definire la prima Leg-
                  26) definisce il luogo come il contesto dove si è, Locus est      ge di tutela del paesaggio dello Stato post-unitario, la L.
                  ubi sit, mentre Aristotele definisce il “luogo di una cosa co-    411/1905 “Per la conservazione della Pineta di Ravenna”.
                  me ciò che sta attorno a quella cosa” (Rovelli, 2017).            La Legge infatti, fortemente voluta da Luigi Rava, mini-
                  2
                    Come noto più della metà della popolazione mondiale             stro ravennate, fondava la necessità della tutela sulla
                  vive nelle aree urbane e urbanizzate. La previsione di cre-       storia del sito e sulle sue memorie, di cui rilegge i fasti da
                  scita stimata al 2050 indica un aumento ulteriore di 3 mi-        Odoacre e Teodorico, alla “divina foresta spessa e viva” di
                  liardi di persone residenti (European Commission, 2018, p.        Dante, alla novella di Nastagio degli Onesti del Boccaccio,
                  9). Le criticità connesse a questo modello di crescita sono       a Dryden, a Byron, a Garibaldi, ma anche ai quattro pannel-
                  conosciute e da più parti documentate. Nell’Atlas of the          li del Botticelli che illustrano la novella boccaccesca. Oggi il
                  Human Planet 2018, ad esempio, si osserva che “most of            rischio è quello contrario, dato che una rappresentazione
                  the urban centres expand over soils with a high agricultur-       neutra incide attivamente sull’annullamento sociale del
                  al suitability, posing important challenges and responsi-         valore dei luoghi.
                  bilities to careful use of soil resources. Urban centres in       6
                                                                                      Il termine viene usato nel suo senso originario di pŏēsis,
                  Asia, Africa and Oceania have more than half of their ur-         che è dal greco ποίησις, derivato di ποιέω con il senso di
                  ban population living below the global average, threaten-         fare, produrre.
                  ing access to opportunities, decent housing and adequate
                  standards of living. Urban centres concentrate more than
                  40% of the global population, in many of them people and
                  assets are exposed to natural hazards. Especially in Asia
                  and Africa, the increase in people exposure is due to natu-
                  ral population increase” (ibidem, p. 7).
                  3
                    Traduzione dall’inglese di chi scrive.
                  4
                    Recependo la Convenzione Europea del Paesaggio, i va-
                  ri livelli di pianificazione italiani richiedono l’interazione
                  con la popolazione locale. Il Codice dei beni culturali e del
                  paesaggio (42/2004), ad esempio, prevede che nel Piano
                  Paesaggistico (contesto regionale) gli obiettivi di qualità
                  paesaggistica vengano costruiti col contributo della po-
                  polazione, così come molte leggi regionali di governo del
                  territorio prevedono l’interazione con i soggetti locali nel
                  livello metropolitano, provinciale e comunale. Il proble-
                  ma è che nell’applicazione della normativa molte attività
                  sono ridotte alla pura formalità. Il contributo della popo-
      92
Poli
Bibliografia
Baschet J. 2002, I mondi del Medioevo: i luoghi dell’aldilà, in    Marson A. 2016, La struttura del paesaggio, Laterza, Ba-
Sergi G., Castelnuovo E. (a cura di), Arti e storia nel Medioe-    ri-Roma.
vo, Einaudi, Torino, pp. 317-347.                                  Paba G. 1999, Metodi e tecniche di analisi, descrizione e
Bloch M. 1973, I caratteri originali della storia rurale france-   interpretazione del territorio nell’approccio territorialista,
se, Einaudi, Torino (ed. or. 1931).                                «Macramé», n. 2, pp. 51-52.
Carandini A. 2017, La forza del contesto, Laterza, Bari-Roma.      Paolucci G. 2003, Cronofagia, Guerini, Milano.
Cosgrove D. 2001, Apollo’s eye, The Johns Hopkins Univer-          Poli D. 2016, Prove di sintesi: le schede degli ambiti di pae-
sity Press, Baltimore.                                             saggio, in Marson A. (a cura di), La struttura del paesaggio,
                                                                   Laterza, Bari-Roma, pp. 217-224.
Dematteis G. 2002, Il progetto implicito. Il contributo della
geografia umana alle scienze del territorio. Franco Angeli,        Poli D. 2017, Processi storici e forme della rappresentazione
Milano (ed. or.1995).                                              identitaria del territorio, «Scienze del Territorio», pp. 42-53.
European Commission, Joint Research Centre 2018,                   Poli D. 2018, Formes et figures du projet local, Eterotopia
Atlas of the Human Planet 2018 – A World of Cities,                France, Paris.
EUR 29497 EN, European Commission, Luxembourg,                     Poli D. 2018a, Le comunità progettuali della bioregione ur-
doi:10.2760/124503, JRC114316.                                     bana, Quodlibet, Macerata.
Farinelli F. 1992, I segni del mondo, La Nuova Italia, Firenze.    Poli D. 2019, Rappresentare mondi di vita, Mimesis, Mila-
Gabellini P. 1999, Il disegno urbanistico, Carocci, Roma (ed.      no.
or. 1996).                                                         Quaini M. 1992, Tra geografia e storia. Un itinerario nella
Harley J.B. 1989, Deconstructing the map, «Cartographica»,         geografia umana, Cacucci, Bari.
vol. 26, n. 2, pp. 1-20.                                           Rovelli C. 2017, L’ordine del tempo, Einaudi, Torino.
Harley J.B., Woodward D. (a cura di) 2014, The history of          Sclavi M. 2000, Arte di ascoltare e mondi possibili, Monda-
cartography, vol. 1, The University of Chicago Press, Chica-       dori, Milano.
go.                                                                Sloterdijk P. 2014, Sfere, vol. 2: Globi, Raffaello Cortina Edi-
Harvey D. 1993, La crisi della modernità, Il Saggiatore, Mi-       tore, Milano.
lano.                                                              Söderström O. 2000, Des images pour agir. Le visuel en
Latour B. 1998, Scienza in azione. Introduzione alla socio-        urbanisme, Payot, Lausanne.
logia della scienza, Edizioni di comunità, Milano (ed. or.         Söderström O. 2011, How images assemble the urban
1990).                                                             world, «New Geographies», n. 4, pp. 113-120.
Lucchesi F. 2016, L’evoluzione della rappresentazione ge-          Solà-Morales (de) M. 1979, La cultura della descrizione, «Lo-
oreferenziata dei caratteri territoriali, in Marson A. (a cura     tus International», n. 23, pp. 32-33.
di), La struttura del paesaggio, Laterza, Bari-Roma, pp.
                                                                   Stuiver M. 2006, Highlighting the retro side of innovation
101-112.
                                                                   and its potential for regime change in agriculture, in Mars-
Magnaghi A. (a cura di) 2007, Scenari strategici. Visioni          den T., Murdoch J. (a cura di), Between the local and the
identitaria per il progetto di territorio, Alinea, Firenze.        global, Emerald, Bingley, pp. 147-173.
Mangani G. 2008, Rintracciare l’invisibile, «Quaderni Stori-
ci», n. 127, pp. 177-205.
                                                                   Volpe G. 2015, Patrimonio al futuro, Electa, Milano.               93
Puoi anche leggere