CCLLUUBB AALLPPIINNOO - CAI Lendinara
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CLUB ALPINO ITALIANO Sezione di Lendinara Dolomiti Ampezzane (BL) Sui sentieri della Grande Guerra Lagazuoi – Col Gallina e 5 Torri Sabato 31 luglio e domenica 1 agosto 2021 Una grande escursione sulle tracce che la Grande Guerra ha lasciato sul fronte delle Dolomiti di Fanes attraverso camminamenti e gallerie che attraversavano il fronte austriaco del Lagazuoi e quello italiano di Col Gallina e 5 Torri. Itinerario. 1 giorno: Passo Falzarego m.2105 –Cima Lagazuoi m.2778 – Rifugio Lagazuoi 2752 - Passo Falzarego m.2105. 2 giorno: Passo Falzarego m.2105 –Col Gallina m. 2370 - Bivacco Starlight Room Dolomites m. 2290 - Forcella Averau m.2435 – Rif. Averau m. 2416 – Rif. Nuvolau m. 2575 – Rif. Scoiattoli m. 2225 – Pian dei Menis m. 2000 Rif. Col Gallina m. 2060 - Passo Falzarego m.2105. Difficoltà Tempi (soste escluse). EE -EEA (Escursionionisi esperti e 1 giorno 5 h Escursionisti esperti con attrezzatura) 2 giorno 7 ore Cartografia Dislivello Cartina Tabacco 03 Cortina 1 giorno m. 700 circa d’Ampezzo e Dolomiti Ampezzane Quota massima: m. 2778 Scala 1:25000 2° giorno m. 700 circa Quota massima m. 2575 Scarponi con suola ben marcata, bastoncini, abbigliamento estivo da alta montagna, giacca a vento, giacca anti pioggia, berretto, occhiali da sole, crema solare, caschetto con set completo da ferrata, bevande, lampada frontale, cibo al sacco, sacco lenzuolo e ciabatte, cambio personale per pernotto in rifugio, tessera Cai. Segnavia: tabelle in loco,402, Direttori di escursione 422,424,439,440, 441. Fabio Furini (3202641887) Emanuele Saggiorato (32 6599949) Ritrovo ore 6.00 con mezzi propri park A13 casello Villamarzana. Percorrenza: ore 3.15 Lunghezza percorso stradale: 535 km a/r Costo autostrada euro 28 a/r. Tariffa euro 0,20 al Km..
Iscrizioni limitate fino a 15 persone entro giovedì 29 luglio 2021 con versamento caparra euro 20. CAI Sezione di Lendinara - Via Monte Grappa, 31 – 45026 Lendinara (RO) Aperto per iscrizioni i giovedì non festivi dalle ore 21:00 alle ore 22:30 E-mail: info@cailendinara.it CAI Sezione di Rovigo – Via Samuele Donatoni 6 - 45100, Rovigo Email: info@cairovigo.it - Tel. 0425 21061 Itinerario stradale Imboccata l'autostrada A13 a Villamarzana, si prosegue per Padova e poi si imbocca l'au- tostrada A4 in direzione di Venezia. Percorso il passante di Mestre si seguono le indica- zioni per Belluno, percorrendo la A27 fino all’uscita di Pian di Vedoia. Ci s’immette sulla SS 51 Alemagna fino a Longarone. Qui si svolta a sinistra e alla rotonda si prende la se- conda uscita in direzione Igne su SP 251. Si attraversa Zoldo Alto, Pianaz, Dont, Mareson fino a giungere a Passo Staulanza. Si scende attraversando Selva di Cadore e in località Rucavà si prende a sinistra per Colle S. Lucia. Si lascia a sinistra l’abitato e ci si immette su SR 203 agordina svoltando a destra. Dopo 5 km si giunge al bivio e si svolta a destra su SS 48 che si percorre fino a Passo Falzarego. Programma dell’escursione Il primo giorno dal Passo Falzarego a m 2105 metri si seguono i cartelli che indicano il sentiero dei Kaiserjager. Esso sale ripidamente in quota in un tipico paesaggio "lunare" dolomitico fino a raggiungere la prima attrattiva dell'escursione, un ponte tibetano sospeso. In questo breve tratto, prima e dopo il ponte, è consigliato l'uso di imbrago/set da ferrata perché molto esposto. Qui si è a circa metà della salita. Si prosegue ancora abbastanza ripidamente sempre per sentiero tipicamente dolomitico fino a raggiungere la vetta del Lagazuoi a m. 2778 per poi ridiscendere di qualche metro per arrivare al rifugio Lagazuoi a m. 2752. Dopo la sosta si scende per la via ferrata Galleria del Lagazuoi, una via facile molto bella in quanto si sviluppa quasi per intero nelle gallerie della Grande Guerra che necessita però di caschetto e pila frontale con set da ferrata. Al termine si sbuca sul sentiero n.402 che chiude l’anello al passo Falzarego. Qui con le auto si raggiunge il rifugio Di Bona in cui si cena e pernotta. Il secondo giorno si ritorna al Passo Falzarego e dietro al rifugio sale a destra il sen- tiero n. 441 che si sale fino a m. 2168 all’arrivo della seggiovia. Sempre a destra si prende il sentiero per il Col Gallina che si raggiunge a m. 2316 e da qui si scende per un ampio valico compreso tra la possente Croda Negra, punto più alto della catena, e cima Gallina, con le sue fortificazioni risalenti all’epoca del I° conflitto mondiale. Straordinario il panorama verso il Sasso di Stria, il Lagazuoi, le Torri Falzarego, il Col dei Bos e la Tofana di Rozes. Al valico si devia a destra con alcuni saliscendi fino ad una forcella (croce di legno) e, aggirando lo sperone roccioso del versante meridionale di Cima Gallina, si raggiunge il caposaldo di artiglieria italiana della Grande Guerra. La postazione italiana era dotata di alloggi, in baracca ed in caverna, per ufficiali e soldati, un osservatorio. Dopo una visita veloce ai manufatti militari, si prosegue, a sinistra verso il sottostante, e recente, bivacco Starlight Room Dolomites a m. 2290. Da qui si scende fin ad incrociare il sentiero n.422 che passa sotto la Croda Negra prima d’intersecare il sentiero n. 441 che porta a forcella Averau a m.2435. Si prose- gue sotto l’Averau fino all’omonimo rifugio a m. 2416. A destra parte il sentiero n.439 che conduce a Rifugio Nuvolao a m. 2575. Dopo una sosta si scende per lo stesso sentiero fino a Rifugio Scoiattoli a m. 2225. Sempre sulla destra ben visibile è il gruppo delle 5 Torri ai cui piedi sorge il museo all’aperto della Grande Guerra che si visita passando per postazioni, trincee e caposaldi appena restaurati.
Ritornati al Rifugio Scoiattoli si prende il sentiero n. 440 che in discesa prima su ter- reno roccioso e poi in bosco arriva a Pian dei Menìs a m. 2000. Si risale lungo un sentiero facile seguendo l'indicazione per Passo Falzarego. Si raggiunge il Rifugio Col Gallina a m. 2060 e successivamente il Passo Falzarego. Avvertenze per le escursioni sociali: I Referenti dell’escursione possono, in ogni momento, a loro insindacabile giudizio, in con- siderazione delle condizioni atmosferiche e/o valutazioni tecniche sulla difficoltà del per- corso e/o delle capacità dei partecipanti e/o delle condizioni del manto nevoso: a) Modificare, in tutto o in parte, il percorso ed eventualmente disporre la rinuncia ad intra- prendere il percorso stesso; b) Escludere dalla partecipazione all’escursione quanti non ritenuti idonei, per capacità o per carenze di equipaggiamento. I partecipanti hanno il dovere di attenersi al regolamento di partecipazione all’attività e- scursionistica sociale nonché alle direttive specifiche impartite dai Referenti. In caso di i- nosservanza saranno, di fatto, esclusi dall’escursione sociale con conseguente esonero da ogni responsabilità degli Accompagnatori e della Sezione CAI di Lendinara. I minori devono essere accompagnati da un adulto che ne abbia la responsabilità. In questo periodo di emergenza pandemica, oltre alle citate avvertenze normalmente indicate per le escursioni sociali organizzate dal- la Sezione, si ricorda di mantenere con tutte le persone una rispettosa distanza di almeno un metro e di avere sempre con sé mascherina e gel igienizzante. Per poter partecipare all’escursione bisogna compilare tassativamente l’AUTOCERTIFICAZIONE consegnate al momento dell’iscrizione unitamente alle disposi- zioni vigenti per COVID 19. Il documento va inviato compilato in tutte le sue parti, a in- fo@cailendinara.it e info@cairovigo.it, oppure consegnato il giorno stesso dell’escursione agli organizzatori di riferimento. UN PO’ DI STORIA Il sentiero dei Kaiserjäger Durante la Grande Guerra rappresentava la via di comunicazione tra il fondovalle e le postazioni austriache in quota sul Lagazuoi, attraverso il quale avveniva il trasporto di viveri, munizioni e materiale. Percorrendo un sistema di cenge, si raggiunge il famo- so ponte sospeso, lungo ca. 10 m e alto 25 m. Attraversato questo ponte, si raggiunge una ripida cengia esposta ma ben assicurata.Si prosegue attraversando postazioni ben conservate, poi il sentiero degrada sulla Cengia Martini. Da qui si vedono molto bene il cratere della mina austriaca e, sullo sfondo, l'anticima con gli accessi alla Galleria italia- na. Il Sentiero dei Kaiserjäger prende il nome dai soldati austro-ungarici che hanno com- battuto contro gli italiani sul Lagazuoi durante la Prima Guerra Mondiale. I Kaiserjäger (cacciatori imperiali) erano i 4 reggimenti di fanteria dell'esercito austriaco. Dal 1867 al 1918, durante la duplice monarchia imperiale e regia (kaiserliche und königliche Dop- pelmonarchie), queste unità militari dell’impero austro-ungarico furono chiamate k.u.k. Kaiserjäger. Quale fosse il valore di questo corpo militare già dalle origini, risulta evidente soprattutto dal fatto che lo stesso imperatore lo onorò concedendo l’uso del proprio nome nella denominazione. Era l’unico corpo dell’intero esercito che potesse fregiarsi di questo onore. Dove c'erano situazioni che richiedevano truppe scelte per tenacia, venivano schierati loro. Erano fra le truppe più fedeli alla monarchia danubiana reclutate - preva- lentemente- in Tirolo e nel Voralberg. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, non erano truppe da montagna ma, al pari dei fanti italiani impegnati in montagna, hanno imparato sulla loro pelle a combattere in alta quota. Lo sbarramento difensivo austriaco nell'area del Lagazuoi era costituito da un sistema di trincee scavato sul passo Valparola, la cosiddetta postazione Vonbank, i cui resti ben conservati si incontrano ancor oggi alle pendici del Lagazuoi sulla sinistra della stazione di valle della funivia. A breve distanza dai Kaiserjäger, gli Alpini occupavano la Cengia Martini nella parete sud del Lagazuoi e la trasformarono praticamente in una fortezza. Tutti i tentativi dei Kaiserjäger di stanare
gli italiani da lì, fallirono. Nemmeno l’esplosione di quattro mine austriache sulla cengia diedero i risultati tattici sperati. In sei mesi, gli italiani perforarono faticosamente la roc- cia della parete sud della montagna arrivando a quasi 40 metri sotto la posizione au- striaca sull’Anticima, a 2668 metri di altitudine, e il 20 giugno 1917 fecero saltare 33 tonnellate di esplosivo lasciando segni indelebili nel paesaggio.In questo modo riuscirono ad eliminare un avamposto austriaco e ad avanzare sulla cresta. Ma nemmeno questa enorme esplosione diede risultati risolutivi.I soldati dovettero affrontare una lunga e in- sostenibile situazione di stallo finché, dopo la disfatta di Caporetto, le truppe non furono ritirate. In quota vi erano da un lato le postazione sul Sasso di Stria, e dall'altro gli appo- stamenti sulla cengia del Lagazuoi. La vetta del Lagazuoi era saldamente in mano ai Kai- serjäger. Durante la Grande Guerra i soldati italiani costruirono un ardito sistema di gal- lerie che dall'imbocco presso la Cengia Martini saliva fino alla sommità dell’Anticima del Lagazuoi per minare le postazioni austriache. Oltre al ramo costruito per piazzare la mi- na, ci sono la galleria di spalla con sbocco esterno sull'Anticima, la galleria dell'artiglieri- a, la galleria a spirale, il ramo inferiore che sbocca presso la Cengia Martini, e il ramo o- rizzontale che permetteva il collegamento con la postazione della Cengia Martini. Il ramo che costituiva la galleria di mina italiana fu fatta esplodere il 20 giugno 1917. La Galle- ria del Lagazuoi è stata completamente recuperata negli anni tra il 1997 e il 2004 e aper- ta ai visitatori grazie al lavoro degli Alpini della Brigata Alpina Tridentina e ai volontari della Sezione di Treviso dell’Associazione Nazionale Alpini guidati da Sergio Furlanetto. Sono stati rimossi i notevoli accumuli di detriti, restaurati gli scalini e posti i cordini di sicurezza. L'imbocco superiore della galleria si trova all’Anticima del Piccolo Lagazuoi e si raggiunge facilmente dal Rifugio Lagazuoi. La galleria alla base sbuca all'aperto dove c'e- ra il ramo orizzontale di collegamento con la cengia che oggi porta il nome del maggiore Martini, poco sopra i resti dei baraccamenti della cengia Malvezzi. Cima Gallina si trova in un punto strategico del fronte della Grande Guerra. Dalla sua posizione elevata si possono osservare il Sasso di Stria, il Piccolo Lagazuoi, le Torri Falzarego, le Tofane nonchè il Passo Falzarego e il Passo Val Parola: perciò divenne allora un importante caposaldo d’artiglieria. I cannoni in caverna battevano le posizioni austriache del Piccolo Lagazuoi e del Col dei Bos. Il caposaldo era munito di osservatori e robusti alloggiamenti in muratura e in caverna che, come si deduce dai numerosi crateri antistanti, furono un costante bersaglio dei tiri di controbatteria austriaci. Il caposaldo veniva rifornito di viveri e munizioni dalla valle tramite una teleferica ed era collegato con altre postazioni da una fitta rete telefonica. Venne abbandonato nell’autunno del 1917 durante la ritirata di Caporetto, in cui l’intero fronte dolomitico venne sgombrato in tutta fretta. Anche le posizioni del Col Gallina caddero in mano agli austriaci. Al termine della guerra le postazioni vennero smantellate delle parti in ferro dai recuperanti. Si possono notare ancora oggi i segni dei piantoni della tettoia che copriva la scala d’accesso alla galleria superiore e sono ancora visitabili la grande galleria dormitorio, la galleria del cannone e la baracca in caverna, oggi ripristinata, affacciata a strapiombo sul sottostante Pra Pontin. Nella zona delle 5 Torri oggi grazie ad un grandioso lavoro di restauro, si possono visi- tare le postazioni e camminare all’interno delle trincee.Qui si insediò il Comando del gruppo di artiglieria da montagna Italiano. Con lo stato maggiore, e il comando all’Averau, da dove da vari osservatori, dirigevano le operazioni di guerra dall’altra parte della valle.Nel 1915 erano dislocati 8 cannoni da 75 mm, nel 1916 furono posizionati due obici da 149G, e a settembre del 1917 un obice da 210 mm, puntati contro le postazioni austriache del Lagazuoi, Col dei Boss e Valon Tofana.Il tiro dei cannoni da 75 mm all’inizio della guerra, non era efficace per il Forte Tre Sassi.Nel corso della guerra, più volte venne in visita il re Vittorio Emanuele III. Le postazioni e i ripari sono stati comple- tamente restaurati; ci sono anche delle ricostruzioni con manichini e artiglieria d’epoca. Ogni trincea e postazione è corredata da pannelli informativi ben fatti e veramente utili per aiutare il visitatore ad immergersi totalmente nella vita di trincea dei soldati.
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