La famiglia non si tutela con le barricate
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«La famiglia non si tutela con le barricate» Il Congresso mondiale della Famiglia che si celebra a Verona ha alimentato il dibattito anche nella città di Salerno dove sono state allestite anche delle manifestazioni tese a dissentire su quello che è l’obiettivo del Congresso delle Famiglie. Salerno come le altre città italiane è divisa. Sull’argomento è intervenuto il parlamentare salernitano Alfonso Andria. “La famiglia non si tutela con le barricate, men che meno rimettendo in discussione – peraltro senza che ve ne siano le condizioni – leggi che riflettono scelte ampiamente condivise, sia pure in un contesto di pluralismo culturale, dalla coscienza civile del Paese. Un impegno serio in favore della famiglia deve, al contrario, concentrarsi sulla richiesta di concreti interventi di sostegno attraverso fondi e servizi adeguati. Il tono che caratterizza il Congresso di Verona, a mio avviso, inaccettabile, certamente non aiuta la ricerca di soluzioni a problemi reali e anzi spesso si si traduce nel disprezzo e nell’insulto verso intere categorie di cittadini. Anche il Papa non ha voluto esimersi da un commento definendo l’iniziativa “giusta nella sostanza ma sbagliata nel metodo”. E infatti, sulla carta, i temi sono la centralita ̀ della famiglia nella societa ̀ , la promozione della natalita ̀, il rispetto della donna. Ma poi l’uso che di questi argomenti si fa è ben altro e assai elevato è il tasso di strumentalità che connota le varie adesioni da parte delle forze politiche, in specie quelle di maggioranza, all’interno delle quali diverse sono le voci fuori dal coro! Persino tra esponenti dell’Esecutivo (Salvini e Spadafora) che danno spettacolo con botte e risposte velenose, fortemente indicative di un malessere ormai non più sommerso che addirittura potrebbe preludere alla rottura della solidarietà politica, o meglio rappresentare l’utile pretesto perché si consegua quell’obiettivo da tempo perseguito dalla Lega. Del
resto qualche imbarazzo l’iniziativa già lo aveva suscitato: la Presidenza del Consiglio dei Ministri dopo aver accordato il patrocinio lo ha ritirato; il Presidente della Regione Veneto, il leghista Luca Zaia ha espresso, con coraggio e nettezza, forte preoccupazione per gli equivoci grossolani e fuorvianti che si stanno creando: “se in questa discussione c’e ̀ una patologia e ̀ l’omofobia, non l’omosessualita ̀ ”. La coscienza democratica di questo nostro Paese è nell’attitudine al confronto che i Cittadini sono abituati ad esercitare sui grandi temi che regolano la convivenza civile in una Comunità nazionale matura, che non si lascia condizionare acriticamente dal capopopolo di turno!”. «Non siamo disposti a rinunciare a nessuno dei diritti conquistati» di Aniello Palumbo “Giù le mani dai nostri corpi ribelli e dai nostri desideri favolosi”. Era questo lo slogan che campeggiava su uno degli striscioni che ieri sera tanti giovani hanno esposto, insieme a dei cartelli, in Piazza Portanova, durante la manifestazione di protesta organizzata dalla rete nazionale transfemminista e femminista “Non una di meno”, contro il “Congresso Mondiale delle Famiglie” di Verona. Giovani, ma non solo, vestiti di nero e di viola. “Il viola è il colore della rivendicazione e della libertà delle donne – ha spiegato Francesco Napoli, presidente dell’Arcigay di Salerno, che ha contribuito all’organizzazione della manifestazione – Il congresso di Verona è discriminatorio nei confronti di tutte le famiglie
non tradizionali: si continua a riproporre un dettato arcaico e patriarcale. In tutta Italia sono state organizzate manifestazioni come questa e a Verona stanno manifestando oltre cinquantamila persone per rivendicare il diritto delle donne all’autodeterminazione, per rivendicare e tutelare la legge 194 sull’aborto, per continuare a dire No a ogni forma di discriminazione e violenza, per rivendicare le unioni civili e ricordare che in questo Paese esiste ancora la democrazia laica. Dal congresso di Verona si sta lanciando un messaggio di odio e di discriminazione. Da tutte le piazze d’Italia e da Salerno, sta invece arrivando un messaggio di uguaglianza, di amore, di tolleranza e una visione laica e aperta della società”. A ribadire che a Verona si portano avanti valori che appartengono soltanto ad una parte della società, è stata Manuela Marmo, componente della “Chiesa Pastafariana Italiana”. “Una parte della società che oggi non è più così grande. Si sta rinunciando alla grande opportunità di contribuire alla realizzazione di tutti i cittadini e della loro felicità: dagli indirizzi dei congressisti è esclusa una quantità enorme di persone che non potranno mai entrare nei loro modelli. Bisognerebbe cambiare prospettiva: non bisogna partire dalla famiglia, da questo tipo di unione, ma dal sentimento d’amore che si concretizza in forme diverse. Unioni diverse possono nascere dallo stesso sentimento: non c’è un’unione che può minacciare qualcuno». Presente anche Margaret Cittadino rappresentante di “Cittadinanza Attiva” e dell’organizzazione sindacale Cgil Pensionati. “A Verona, gente arrogante e ipocrita, componente di famiglie anomale, vuole imporre famiglie regolari agli altri e imporre il controllo sul proprio corpo. Noi non siamo disposti a rinunciare a nessuno dei diritti conquistati”.
Lambiase accusa: «Il Comune anticipa la flat tax della Lega» «Due questioni sono state ignorate e/o sottovalutate durante la seduta del Consiglio Comunale di Salerno di venerdì scorso 29 marzo. La prima riguarda i provvedimenti che hanno ridefinito le aliquote e le modalità di riscossione delle tasse comunali a carico dei cittadini, la seconda riguarda le previsioni di bilancio contenute nel Documento Unico di Programmazione per il triennio 2019/2021». Incalza Gianpaolo Lambiase, consigliere comunale di “Salerno di Tutti”, che, all’indomani della seduta consiliare,dice: «Le mie domande sono rimaste senza alcuna risposta» – sottolinea Lambiase che,in particolare,pone la sua attenzione sull’addizionale comunale Irpef 2019. «E’ stata decisa l’aliquota massima prevista per legge (0,8% sul reddito) ed è stata fissata in 10.000 euro di reddito/anno la quota di esenzione per i cittadini. Il Comune di Salerno cioè adotta, fa propria ed anticipa la “flat tax” della Lega e del centrodestra: il sistema fiscale non progressivo che usa l’aliquota fissa di tasse per chi è poverello e per chi è straricco. Ho fatto notare in Consiglio che invece tanti comuni italiani applicano aliquote differenziate a secondo dei redditi. Ma la cosa paradossale, ed a mio parere anche illegittima, è la quota di 10.000 euro fissata per l’esenzione dalla tassa. Si arriva al paradosso che chi usufruirà del “reddito di cittadinanza” (780 euro mensili netti),non pagherà l’addizionale comunale Irpef,però guadagnerà più del cittadino che con il proprio lavoro porta a casa 600/700 euro mensili,il quale ogni anno sarà obbligato a versare al Comune un “obolo” di oltre 100 euro», spiega Lambiase. «E’ ancora più problematica la vicenda relativa ai contenuti del Documento Unico di Programmazione 2019/2021, approvato con l’intero“pacchetto”dei provvedimenti
finanziari. Il Dup tiene conto, nelle sue previsioni, del Piano delle alienazioni e della valorizzazione dei beni immobiliari del Comune, che riporta la valutazione monetaria degli “immobili”. La redazione del Dup, però, ha ignorato un fattore“variabile”,che è sopraggiunto quando la Giunta Comunale ha adottato il nuovo Piano Urbanistico Comunale a fine 2018. Sono cambiate le destinazioni d’uso delle cosiddette Aree Prog (piazza Mazzini, area parcheggio pubblico Foce Irno, via Vinciprova)». Lambiase,infatti, sottolinea come dai nuovi alloggi privati previsti dal vecchio Puc si sia passati ad alloggi privati a cui si sostituiscono, in parte, nuove costruzioni a carattere turistico. «Fino a quando il nuovo Puc non viene definitivamente approvato – ricorda il consigliere comunale – vanno obbligatoriamente applicate le “misure di salvaguardia”, che non consentono in quell’area né di costruire alloggi, né uffici, negozi e/o alberghi.I valori attribuiti alle aree pubbliche, utili per la “vendita” ad imprenditori privati, sono di fatto nulli, fino a quando il nuovo Piano non sarà vigente (probabilmente alla fine dell’anno)! La stima per l’alienazione della sola Area Prog Foce Irno ammonta a 14.580.000 euro. E’ una delle somme calcolate, che diventa improponibile quale entrata in previsione,perché sulle aree in questione non è possibile realizzare alcunché! Mi meraviglia che i revisori dei conti non abbiano segnalato tale “incongruenza”». Grimaldi, da Piazza e Crescent alla presidenza
dell’Acamir di Andrea Pellegrino E’ considerato uno dei dirigenti chiave per vicenda Fusandola e Crescent di Salerno. Un marchio che si porta dietro da tempo ormai, da quando colleziona incarichi, perlopiù regionali. Giuseppe Grimaldi ne ha conquistato un altro: alla presidenza dell’Acamir, società regionale nota anche ad Alberto Di Lorenzo, ormai ex superdirigente comunale prossimo alle dimissioni a Salerno, che con l’agenzia della mobilità ha avuto buone consulenze. Grimaldi sarà alla guida della società, dopo essere stato commissario post terremoto ad Ischia. Ma l’architetto, dipendente regionale, a Salerno è noto per due vicende: da componente dell’autorità di bacino espresse parere favorevole alla deviazione del torrente Fusandola per la realizzazione di Piazza della Libertà mentre fu verificatore nominato dal Consiglio di Stato per il Crescent. Per la prima vicenda (deviazione del Fusandola) l’attenzione è ancora alta, soprattutto da parte di Italia Nostra e No Crescent che attendono riscontri da parte della Procura della Repubblica che, nel passato, ha acquisito proprio atti all’interno dell’Autorità di Bacino. Per il Crescent, invece, il deposito delle motivazioni della sentenza di assoluzione pronunciata lo scorso settembre hanno messo fine in primo grado alla complessa vicenda giudiziaria ed amministrativa. Insomma tra Grimaldi e Salerno c’è il Crescent. Opera fortemente voluta dall’allora sindaco Vincenzo De Luca, oggi presidente della Regione Campania, lo stesso che ha dato il via libera – dopo una selezione – alla nomina di Grimaldi all’Acamir. La delibera regionale risale alla fine dello scorso febbraio.
«Le fibrillazioni in maggioranza? Critiche e dissenso fanno bene» di Andrea Pellegrino «Le fibrillazioni? Sono fisiologiche, anzi ben vengano». Al termine dell’ultima seduta di Consiglio comunale, il bilancio è di Alessandro Ferrara che dall’inizio della consiliatura guida l’Assise. Politico e amministratore di lungo corso, è anche capostaff in Provincia di Salerno. Guarda al futuro (politico) ma guida con equilibrio il civico consesso. Partiamo dall’ultimo Consiglio. Ci sono stati dei distinguo all’interno della maggioranza ma alla fine il risultato è stato messo in sicurezza… «Ritengo che siano fibrillazioni fisiologiche, anzi ben vengano perché ritengo che la critica o il dissenso possa portare valore aggiunto permettendo a chi gestisce di operare gli aggiustamenti necessari per raggiungere al meglio il risultato. Voglio anche evidenziare che oggi amministrare la cosa pubblica è un compito difficile e con alto carico di responsabilità». Da politico e amministratore di lungo corso come giudica questa fase politica ed amministrativa? «Il buon politico è quello che conosce l’iter amministrativo e che agisce nonsolo alla ricerca del consenso elettorale ma che risponde alla fiducia riposta in lui dagli elettori con fatti e azioni concrete con il fine di garantire efficacia ed efficienza della macchina amministrativa mettendo al primo posto bene comune. In questo periodo di grande lassismo politico, chi si discosta dall’essere un buon politico è destinato a perdere il consenso della gente e quindi ad uscire
di scena». Un po’ di nostalgia del passato? «Non mi ritengo un nostalgico: penso semplicemente che anche la politica deve inevitabilmente adeguarsi al cambiamento e all’evoluzione della società». Le urne hanno consegnato una maggioranza ampia, le discussioni sono fisiologiche o pensa che siano i tempi cambiati? «Sicuramente i tempi sono cambiati ma la maggioranza a mio avviso non viene messa in discussione. Come ho già sottolineato ben vengano il confronto costruttivo e le discussioni se finalizzate a lavorare bene in un momento difficile sia dal punto di vista locale che nazionale». Lei è noto per il suo equilibrio, pensa che sia la dote principale per questo ruolo? «La figura del presidente del consiglio comunale è senza dubbio fondamentale per garantire il buon andamento dell’intera amministrazione e l’equilibrio tra maggioranza e opposizione. In tale veste ritengo essenziale la moderazione, l’educazione e il rispetto delle opinioni di tutti e soprattutto il rispetto della buona condotta della pubblica amministrazione. Per questi motivi ogni volta che viene chiesto il mio intervento mi impegno a tutelare il dialogo e a garantire un clima quanto più sereno possibile per discutere al meglio dei tanti e seri problemi che riguardano la nostra città». Progetti per il futuro? «Sì. Essendo alla mia terza consiliatura, e soprattutto alla luce del mio percorso in crescendo nell’ambito politico, sono sicuro di voler continuare a percorrere questa strada contando molto sulla esperienza acquisita in questi anni e sull’affetto e sostegno dei cittadini che sono i detentori del vero potere
decisionale nel modello democratico come il nostro. Concludo dicendo che sono pronto a cogliere le nuove occasioni e sfide che mi si presenteranno nei prossimi anni». Lambiase accusa: «Il Comune anticipa laflat taxdella Lega» «Due questioni sono state ignorate e/o sottovalutate durante la seduta del Consiglio Comunale di Salerno di venerdì scorso 29 marzo. La prima riguarda i provvedimenti che hanno ridefinito le aliquote e le modalità di riscossione delle tasse comunali a carico dei cittadini, la seconda riguarda le previsioni di bilancio contenute nel Documento Unico di Programmazione per il triennio 2019/2021». Incalza Gianpaolo Lambiase, consigliere comunale di “Salerno di Tutti”, che, all’indomani della seduta consiliare, dice: «Le mie domande sono rimaste senza alcuna risposta» – sottolinea Lambiase che, in particolare, pone la sua attenzione sull’addizionale comunale Irpef 2019. «E’ stata decisa l’aliquota massima prevista per legge (0,8% sul reddito) ed è stata fissata in 10.000 euro di reddito/anno la quota di esenzione per i cittadini. Il Comune di Salerno cioè adotta, fa propria ed anticipa la “flat tax” della Lega e del centrodestra: il sistema fiscale non progressivo che usa l’aliquota fissa di tasse per chi è poverello e per chi è straricco. Ho fatto notare in Consiglio che invece tanti comuni italiani applicano aliquote differenziate a secondo dei redditi. Ma la cosa paradossale, ed a mio parere anche illegittima, è la quota di 10.000 euro fissata per l’esenzione dalla tassa. Si arriva al paradosso che chi usufruirà del “reddito di cittadinanza” (780 euro mensili netti), non pagherà l’addizionale comunale Irpef, però guadagnerà più del cittadino che con il proprio lavoro
porta a casa 600/700 euro mensili, il quale ogni anno sarà obbligato a versare al Comune un “obolo” di oltre 100 euro», spiega Lambiase. «E’ ancora più problematica la vicenda relativa ai contenuti del Documento Unico di Programmazione 2019/2021, approvato con l’intero “pacchetto” dei provvedimenti finanziari. Il Dup tiene conto, nelle sue previsioni, del Piano delle alienazioni e della valorizzazione dei beni immobiliari del Comune, che riporta la valutazione monetaria degli “immobili”. La redazione del Dup, però, ha ignorato un fattore “variabile”, che è sopraggiunto quando la Giunta Comunale ha adottato il nuovo Piano Urbanistico Comunale a fine 2018. Sono cambiate le destinazioni d’uso delle cosiddette Aree Prog (piazza Mazzini, area parcheggio pubblico Foce Irno, via Vinciprova)». Lambiase, infatti, sottolinea come dai nuovi alloggi privati previsti dal vecchio Puc si sia passati ad alloggi privati a cui si sostituiscono, in parte, nuove costruzioni a carattere turistico. «Fino a quando il nuovo Puc non viene definitivamente approvato – ricorda il consigliere comunale – vanno obbligatoriamente applicate le “misure di salvaguardia”, che non consentono in quell’area né di costruire alloggi, né uffici, negozi e/o alberghi. I valori attribuiti alle aree pubbliche, utili per la “vendita” ad imprenditori privati, sono di fatto nulli, fino a quando il nuovo Piano non sarà vigente (probabilmente alla fine dell’anno)! La stima per l’alienazione della sola Area Prog Foce Irno ammonta a 14.580.000 euro. E’ una delle somme calcolate, che diventa improponibile quale entrata in previsione, perché sulle aree in questione non è possibile realizzare alcunché! Mi meraviglia che i revisori dei conti non abbiano segnalato tale “incongruenza”».
Astensioni e no, «deluchismo con i giorni contati» “Il deluchismo ha i giorni contati”. Così i consiglieri comunali d’opposizione Antonio Cammarota, Roberto Celano, Ciro Russomando e Giuseppe Zitarosa, commentano il Consiglio comunale di venerdì. «I continui e marcati disimpegni, nel corso di questi mesi, su temi e punti di assoluto rilievo, dei vari Domenico Ventura, Giuseppe Ventura, Pietro Stasi, Corrado Naddeo, Nico Mazzeo e Horace Di Carlo, la posizione politica dei socialisti e dei verdi, e il voto addirittura contrario sulla Tari anche di Sara Petrone, ma ancora di più l’incapacità di gestire le divergenze, facendole esplodere in Consiglio Comunale, sono segnali forti e inequivocabili dello sfaldamento dei numeri e della coesione politica della maggioranza che governa la città. E’ di tutta evidenza che la maggioranza ha perso, se mai lo abbia avuto, il timone e la spinta propulsiva di governo, cartina di tornasole del tramonto del deluchismo. Ed è di tutta evidenza che, questa maggioranza, oggi si regge esclusivamente su una inerzia ormai alla fine e sul collante di qualche gestione e di aspettative, non solo politiche, ma individuali». Il centrodestra al Comune di Salerno denuncia «l’arroganza del potere deluchiano e i guasti del governo cittadino, così come ha sempre proposto alternative e fornito contributi, come è avvenuto ieri quando è stata recepita l’istanza di Cammarota sulle vendite degli immobili, solo nell’esclusivo interesse della nostra città. Il conto alla rovescia è iniziato, e il centro destra si farà trovare pronto quando il sistema Salerno imploderà».
Grimaldi, da Piazza e Crescent alla presidenza dell’Acamir Andrea Pellegrino E’ considerato uno dei dirigenti chiave per vicenda Fusandola e Crescent di Salerno. Un marchio che si porta dietro da tempo ormai, da quando colleziona incarichi, perlopiù regionali. Giuseppe Grimaldi ne ha conquistato un altro: alla presidenza dell’Acamir, società regionale nota anche ad Alberto Di Lorenzo, ormai ex superdirigente comunale prossimo alle dimissioni a Salerno, che con l’agenzia della mobilità ha avuto buone consulenze. Grimaldi sarà alla guida della società, dopo essere stato commissario post terremoto ad Ischia. Ma l’architetto, dipendente regionale, a Salerno è noto per due vicende: da componente dell’autorità di bacino espresse parere favorevole alla deviazione del torrente Fusandola per la realizzazione di Piazza della Libertà mentre fu verificatore nominato dal Consiglio di Stato per il Crescent. Per la prima vicenda (deviazione del Fusandola) l’attenzione è ancora alta, soprattutto da parte di Italia Nostra e No Crescent che attendono riscontri da parte della Procura della Repubblica che, nel passato, ha acquisito proprio atti all’interno dell’Autorità di Bacino. Per il Crescent, invece, il deposito delle motivazioni della sentenza di assoluzione pronunciata lo scorso settembre hanno messo fine in primo grado alla complessa vicenda giudiziaria ed amministrativa. Insomma tra Grimaldi e Salerno c’è il Crescent. Opera fortemente voluta dall’allora sindaco Vincenzo De Luca, oggi presidente della Regione Campania, lo stesso che ha dato il via libera – dopo una selezione – alla nomina di Grimaldi all’Acamir. La delibera regionale risale alla fine dello scorso febbraio.
«Quei rincari erano una contraddizione» I socialisti spiegano la loro astensione in Consiglio su Tari e tassa di soggiorno «Nessun atteggiamento “schizofrenico” come qualcuno ha giudicato la nostra astensione al voto sul provvedimento relativo all’aumento della tassa di soggiorno». Il gruppo del Psi composto da Massimiliano Natella, Paolo Ottobrino e Veronica Mondany, definisce la sua posizione avuta in Consiglio Comunale sul regolamento proposto dall’assessore. «Sì, è vero che parte dei nostri correttivi erano stati accolti dall’assessore al Bilancio ma è altrettanto vero che il risultato finale non andava nella direzione da noi auspicata: evitare proprio quegli aumenti che avrebbero disincentivato il turismo. Anzi ulteriori ritocchi verso l’alto erano stati aggiunti». Tanto è vero, chiariscono i tre consiglieri comunali socialisti, «che anche altri, nella nostra maggioranza, hanno colto la contraddizione, astenendosi dal votare». Del resto, aggiungono i socialisti, «con i maggiori controlli avuti in questi mesi sull’evasione, il provvedimento dell’amministrazione non avrebbe avuto necessità di essere». In più «l’aumento della tassa di soggiorno, sommata all’aumento della Tari, colpisce un settore risorsa della città e potrebbe addirittura favorire le strutture di altri comuni vicini in un effetto domino che colpirebbe una delle principali economie della città di Salerno costruita con anni di sacrificio e investimenti, proprio da questa amministrazione».
«Le fibrillazioni in maggioranza? Critiche e dissenso fanno bene» Andrea Pellegrino «Le fibrillazioni? Sono fisiologiche, anzi ben vengano». Altermine dell’ultima seduta di Consiglio comunale, il bilancio è di Alessandro Ferrara che dall’inizio della consiliatura guida l’Assise. Politico e amministratore di lungo corso, è anche capostaff in Provincia di Salerno. Guarda al futuro (politico) ma guida con equilibrio il civico consesso. Partiamo dall’ultimo Consiglio. Ci sono stati dei distinguo all’interno della maggioranza ma alla fine il risultato è stato messo in sicurezza… «Ritengo che siano fibrillazioni fisiologiche, anzi ben vengano perché ritengo che la critica o il dissenso possa portare valore aggiunto permettendo a chi gestisce di operare gli aggiustamenti necessari per raggiungere al meglio il risultato. Voglio anche evidenziare che oggi amministrare la cosa pubblica è un compito difficile e con alto carico di responsabilità». Da politico e amministratore di lungo corso come giudica questa fase politica ed amministrativa? «Il buon politico è quello che conosce l’iter amministrativo e che agisce non solo alla ricerca del consenso elettorale ma che risponde alla fiducia riposta in lui dagli elettori con fatti e azioni concrete con il fine di garantire efficacia ed
efficienza della macchina amministrativa mettendo al primo posto bene comune. In questo periodo di grande lassismo politico, chi si discosta dall’essere un buon politico è destinato a perdere il consenso della gente e quindi ad uscire di scena». Un po’ di nostalgia del passato? «Non mi ritengo un nostalgico: penso semplicemente che anche la politica deve inevitabilmente adeguarsi al cambiamento e all’evoluzione della società». Le urne hanno consegnato una maggioranza ampia, le discussioni sono fisiologiche o pensa che siano i tempi cambiati? «Sicuramente i tempi sono cambiati ma la maggioranza a mio avviso non viene messa in discussione. Come ho già sottolineato ben vengano il confronto costruttivo e le discussioni se finalizzate a lavorare bene in un momento difficile sia dal punto di vista locale che nazionale». Lei è noto per il suo equilibrio, pensa che sia la dote principale per questo ruolo? «La figura del presidente del consiglio comunale è senza dubbio fondamentale per garantire il buon andamento dell’intera amministrazione e l’equilibrio tra maggioranza e opposizione. In tale veste ritengo essenziale la moderazione, l’educazione e il rispetto delle opinioni ditutti e soprattutto il rispetto della buona condotta della pubblica amministrazione. Per questi motivi ogni volta che viene chiesto il mio intervento mi impegno a tutelare il dialogo e a garantire un clima quanto più sereno possibile per discutere al meglio dei tanti e seri problemi che riguardano la nostra città». Progetti per il futuro? «Sì. Essendo alla mia terza consiliatura, e soprattutto alla
luce del mio percorso in crescendo nell’ambito politico, sono sicuro di voler continuare a percorrere questa strada contando molto sulla esperienza acquisita in questi anni e sull’affetto e sostegno dei cittadini che sono i detentori del vero potere decisionale nel modello democratico come il nostro. Concludo dicendo che sono pronto a cogliere le nuove occasioni e sfide che mi si presenteranno nei prossimi anni».
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