La famiglia non si tutela con le barricate

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«La famiglia non si tutela
con le barricate»
Il Congresso mondiale della Famiglia che si celebra a Verona
ha alimentato il dibattito anche nella città di Salerno dove
sono state allestite anche delle manifestazioni tese a
dissentire su quello che è l’obiettivo del Congresso delle
Famiglie. Salerno come le altre città italiane è divisa.
Sull’argomento è intervenuto il parlamentare salernitano
Alfonso Andria. “La famiglia non si tutela con le barricate,
men che meno rimettendo in discussione – peraltro senza che ve
ne siano le condizioni – leggi che riflettono scelte
ampiamente condivise, sia pure in un contesto di pluralismo
culturale, dalla coscienza civile del Paese. Un impegno serio
in favore della famiglia deve, al contrario, concentrarsi
sulla richiesta di concreti interventi di sostegno attraverso
fondi e servizi adeguati. Il tono che caratterizza il
Congresso di Verona, a mio avviso, inaccettabile, certamente
non aiuta la ricerca di soluzioni a problemi reali e anzi
spesso si si traduce nel disprezzo e nell’insulto verso intere
categorie di cittadini. Anche il Papa non ha voluto esimersi
da un commento definendo l’iniziativa “giusta nella sostanza
ma sbagliata nel metodo”. E infatti, sulla carta, i temi sono
la centralita ̀ della famiglia nella societa ̀ , la promozione
della natalita ̀, il rispetto della donna. Ma poi l’uso che di
questi argomenti si fa è ben altro e assai elevato è il tasso
di strumentalità che connota le varie adesioni da parte delle
forze politiche, in specie quelle di maggioranza, all’interno
delle quali diverse sono le voci fuori dal coro! Persino tra
esponenti dell’Esecutivo (Salvini e Spadafora) che danno
spettacolo con botte e risposte velenose, fortemente
indicative di un malessere ormai non più sommerso che
addirittura potrebbe preludere alla rottura della solidarietà
politica, o meglio rappresentare l’utile pretesto perché si
consegua quell’obiettivo da tempo perseguito dalla Lega. Del
resto qualche imbarazzo l’iniziativa già lo aveva suscitato:
la Presidenza del Consiglio dei Ministri dopo aver accordato
il patrocinio lo ha ritirato; il Presidente della Regione
Veneto, il leghista Luca Zaia ha espresso, con coraggio e
nettezza, forte preoccupazione per gli equivoci grossolani e
fuorvianti che si stanno creando: “se in questa discussione
c’e ̀ una patologia e ̀ l’omofobia, non l’omosessualita ̀ ”. La
coscienza democratica di questo nostro Paese è nell’attitudine
al confronto che i Cittadini sono abituati ad esercitare sui
grandi temi che regolano la convivenza civile in una Comunità
nazionale matura, che non si lascia condizionare acriticamente
dal capopopolo di turno!”.

«Non   siamo   disposti a
rinunciare a nessuno dei
diritti conquistati»
di Aniello Palumbo

“Giù le mani dai nostri corpi ribelli e dai nostri desideri
favolosi”. Era questo lo slogan che campeggiava su uno degli
striscioni che ieri sera tanti giovani hanno esposto, insieme
a dei cartelli, in Piazza Portanova, durante la manifestazione
di protesta organizzata dalla rete nazionale transfemminista e
femminista “Non una di meno”, contro il “Congresso Mondiale
delle Famiglie” di Verona. Giovani, ma non solo, vestiti di
nero e di viola. “Il viola è il colore della rivendicazione e
della libertà delle donne – ha spiegato Francesco Napoli,
presidente dell’Arcigay di Salerno, che ha contribuito
all’organizzazione della manifestazione – Il congresso di
Verona è discriminatorio nei confronti di tutte le famiglie
non tradizionali: si continua a riproporre un dettato arcaico
e patriarcale. In tutta Italia sono state organizzate
manifestazioni come questa e a Verona stanno manifestando
oltre cinquantamila persone per rivendicare il diritto delle
donne all’autodeterminazione, per rivendicare e tutelare la
legge 194 sull’aborto, per continuare a dire No a ogni forma
di discriminazione e violenza, per rivendicare le unioni
civili e ricordare che in questo Paese esiste ancora la
democrazia laica. Dal congresso di Verona si sta lanciando un
messaggio di odio e di discriminazione. Da tutte le piazze
d’Italia e da Salerno, sta invece arrivando un messaggio di
uguaglianza, di amore, di tolleranza e una visione laica e
aperta della società”. A ribadire che a Verona si portano
avanti valori che appartengono soltanto ad una parte della
società, è stata Manuela Marmo, componente della “Chiesa
Pastafariana Italiana”. “Una parte della società che oggi non
è più così grande. Si sta rinunciando alla grande opportunità
di contribuire alla realizzazione di tutti i cittadini e della
loro felicità: dagli indirizzi dei congressisti è esclusa una
quantità enorme di persone che non potranno mai entrare nei
loro modelli. Bisognerebbe cambiare prospettiva: non bisogna
partire dalla famiglia, da questo tipo di unione, ma dal
sentimento d’amore che si concretizza in forme diverse. Unioni
diverse possono nascere dallo stesso sentimento: non c’è
un’unione che può minacciare qualcuno». Presente anche
Margaret Cittadino rappresentante di “Cittadinanza Attiva” e
dell’organizzazione sindacale Cgil Pensionati. “A Verona,
gente arrogante e ipocrita, componente di famiglie anomale,
vuole imporre famiglie regolari agli altri e imporre il
controllo sul proprio corpo. Noi non siamo disposti a
rinunciare a nessuno dei diritti conquistati”.
Lambiase accusa: «Il Comune
anticipa la flat tax della
Lega»
«Due questioni sono state ignorate e/o sottovalutate durante
la seduta del Consiglio Comunale di Salerno di venerdì scorso
29 marzo. La prima riguarda i provvedimenti che hanno
ridefinito le aliquote e le modalità di riscossione delle
tasse comunali a carico dei cittadini, la seconda riguarda le
previsioni di bilancio contenute nel Documento Unico di
Programmazione per il triennio 2019/2021». Incalza Gianpaolo
Lambiase, consigliere comunale di “Salerno di Tutti”, che,
all’indomani della seduta consiliare,dice: «Le mie domande
sono rimaste senza alcuna risposta» – sottolinea Lambiase
che,in particolare,pone la sua attenzione sull’addizionale
comunale Irpef 2019. «E’ stata decisa l’aliquota massima
prevista per legge (0,8% sul reddito) ed è stata fissata in
10.000 euro di reddito/anno la quota di esenzione per i
cittadini. Il Comune di Salerno cioè adotta, fa propria ed
anticipa la “flat tax” della Lega e del centrodestra: il
sistema fiscale non progressivo che usa l’aliquota fissa di
tasse per chi è poverello e per chi è straricco. Ho fatto
notare in Consiglio che invece tanti comuni italiani applicano
aliquote differenziate a secondo dei redditi. Ma la cosa
paradossale, ed a mio parere anche illegittima, è la quota di
10.000 euro fissata per l’esenzione dalla tassa. Si arriva al
paradosso che chi usufruirà del “reddito di cittadinanza” (780
euro mensili netti),non pagherà l’addizionale comunale
Irpef,però guadagnerà più del cittadino che con il proprio
lavoro porta a casa 600/700 euro mensili,il quale ogni anno
sarà obbligato a versare al Comune un “obolo” di oltre 100
euro», spiega Lambiase. «E’ ancora più problematica la vicenda
relativa ai contenuti del Documento Unico di Programmazione
2019/2021, approvato con l’intero“pacchetto”dei provvedimenti
finanziari. Il Dup tiene conto, nelle sue previsioni, del
Piano delle alienazioni e della valorizzazione dei beni
immobiliari del Comune, che riporta la valutazione monetaria
degli “immobili”. La redazione del Dup, però, ha ignorato un
fattore“variabile”,che è sopraggiunto quando la Giunta
Comunale ha adottato il nuovo Piano Urbanistico Comunale a
fine 2018. Sono cambiate le destinazioni d’uso delle
cosiddette Aree Prog (piazza Mazzini, area parcheggio pubblico
Foce Irno, via Vinciprova)». Lambiase,infatti, sottolinea come
dai nuovi alloggi privati previsti dal vecchio Puc si sia
passati ad alloggi privati a cui si sostituiscono, in parte,
nuove costruzioni a carattere turistico. «Fino a quando il
nuovo Puc non viene definitivamente approvato – ricorda il
consigliere comunale – vanno obbligatoriamente applicate le
“misure di salvaguardia”, che non consentono in quell’area né
di costruire alloggi, né uffici, negozi e/o alberghi.I valori
attribuiti alle aree pubbliche, utili per la “vendita” ad
imprenditori privati, sono di fatto nulli, fino a quando il
nuovo Piano non sarà vigente (probabilmente alla fine
dell’anno)! La stima per l’alienazione della sola Area Prog
Foce Irno ammonta a 14.580.000 euro. E’ una delle somme
calcolate, che diventa improponibile quale entrata in
previsione,perché sulle aree in questione non è possibile
realizzare alcunché! Mi meraviglia che i revisori dei conti
non abbiano segnalato tale “incongruenza”».

Grimaldi,   da                        Piazza   e
Crescent  alla                        presidenza
dell’Acamir
di Andrea Pellegrino

E’ considerato uno dei dirigenti chiave per vicenda Fusandola
e Crescent di Salerno. Un marchio che si porta dietro da tempo
ormai, da quando colleziona incarichi, perlopiù regionali.
Giuseppe Grimaldi ne ha conquistato un altro: alla presidenza
dell’Acamir, società regionale nota anche ad Alberto Di
Lorenzo, ormai ex superdirigente comunale prossimo alle
dimissioni a Salerno, che con l’agenzia della mobilità ha
avuto buone consulenze. Grimaldi sarà alla guida della
società, dopo essere stato commissario post terremoto ad
Ischia. Ma l’architetto, dipendente regionale, a Salerno è
noto per due vicende: da componente dell’autorità di bacino
espresse parere favorevole alla deviazione del torrente
Fusandola per la realizzazione di Piazza della Libertà mentre
fu verificatore nominato dal Consiglio di Stato per il
Crescent. Per la prima vicenda (deviazione del Fusandola)
l’attenzione è ancora alta, soprattutto da parte di Italia
Nostra e No Crescent che attendono riscontri da parte della
Procura della Repubblica che, nel passato, ha acquisito
proprio atti all’interno dell’Autorità di Bacino. Per il
Crescent, invece, il deposito delle motivazioni della sentenza
di assoluzione pronunciata lo scorso settembre hanno messo
fine in primo grado alla complessa vicenda giudiziaria ed
amministrativa. Insomma tra Grimaldi e Salerno c’è il
Crescent. Opera fortemente voluta dall’allora sindaco Vincenzo
De Luca, oggi presidente della Regione Campania, lo stesso che
ha dato il via libera – dopo una selezione – alla nomina di
Grimaldi all’Acamir. La delibera regionale risale alla fine
dello scorso febbraio.
«Le      fibrillazioni                                    in
maggioranza?    Critiche                                  e
dissenso fanno bene»
di Andrea Pellegrino

«Le fibrillazioni? Sono fisiologiche, anzi ben vengano». Al
termine dell’ultima seduta di Consiglio comunale, il bilancio
è di Alessandro Ferrara che dall’inizio della consiliatura
guida l’Assise. Politico e amministratore di lungo corso, è
anche capostaff in Provincia di Salerno. Guarda al futuro
(politico) ma guida con equilibrio il civico consesso.

Partiamo dall’ultimo Consiglio. Ci sono stati dei distinguo
all’interno della maggioranza ma alla fine il risultato è
stato messo in sicurezza…

«Ritengo che siano fibrillazioni fisiologiche, anzi ben
vengano perché ritengo che la critica o il dissenso possa
portare valore aggiunto permettendo a chi gestisce di operare
gli aggiustamenti necessari per raggiungere al meglio il
risultato. Voglio anche evidenziare che oggi amministrare la
cosa pubblica è un compito difficile e con alto carico di
responsabilità».

Da politico e amministratore di lungo corso come giudica
questa fase politica ed amministrativa?

«Il buon politico è quello che conosce l’iter amministrativo e
che agisce nonsolo alla ricerca del consenso elettorale ma che
risponde alla fiducia riposta in lui dagli elettori con fatti
e azioni concrete con il fine di garantire efficacia ed
efficienza della macchina amministrativa mettendo al primo
posto bene comune. In questo periodo di grande lassismo
politico, chi si discosta dall’essere un buon politico è
destinato a perdere il consenso della gente e quindi ad uscire
di scena».

Un po’ di nostalgia del passato?

«Non mi ritengo un nostalgico: penso semplicemente che anche
la politica deve inevitabilmente adeguarsi al cambiamento e
all’evoluzione della società».

Le urne hanno consegnato una maggioranza ampia, le discussioni
sono fisiologiche o pensa che siano i tempi cambiati?

«Sicuramente i tempi sono cambiati ma la maggioranza a mio
avviso non viene messa in discussione. Come ho già
sottolineato ben vengano il confronto costruttivo e le
discussioni se finalizzate a lavorare bene in un momento
difficile sia dal punto di vista locale che nazionale».

Lei è noto per il suo equilibrio, pensa che sia la dote
principale per questo ruolo?

«La figura del presidente del consiglio comunale è senza
dubbio fondamentale per garantire il buon andamento
dell’intera amministrazione e l’equilibrio tra maggioranza e
opposizione. In tale veste ritengo essenziale la moderazione,
l’educazione e il rispetto delle opinioni di tutti e
soprattutto il rispetto della buona condotta della pubblica
amministrazione. Per questi motivi ogni volta che viene
chiesto il mio intervento mi impegno a tutelare il dialogo e a
garantire un clima quanto più sereno possibile per discutere
al meglio dei tanti e seri problemi che riguardano la nostra
città».

Progetti per il futuro?

«Sì. Essendo alla mia terza consiliatura, e soprattutto alla
luce del mio percorso in crescendo nell’ambito politico, sono
sicuro di voler continuare a percorrere questa strada contando
molto sulla esperienza acquisita in questi anni e sull’affetto
e sostegno dei cittadini che sono i detentori del vero potere
decisionale nel modello democratico come il nostro. Concludo
dicendo che sono pronto a cogliere le nuove occasioni e sfide
che mi si presenteranno nei prossimi anni».

Lambiase accusa: «Il Comune
anticipa laflat taxdella Lega»
«Due questioni sono state ignorate e/o sottovalutate durante
la seduta del Consiglio Comunale di Salerno di venerdì scorso
29 marzo. La prima riguarda i provvedimenti che hanno
ridefinito le aliquote e le modalità di riscossione delle
tasse comunali a carico dei cittadini, la seconda riguarda le
previsioni di bilancio contenute nel Documento Unico di
Programmazione per il triennio 2019/2021». Incalza Gianpaolo
Lambiase, consigliere comunale di “Salerno di Tutti”, che,
all’indomani della seduta consiliare, dice: «Le mie domande
sono rimaste senza alcuna risposta» – sottolinea Lambiase che,
in particolare, pone la sua attenzione sull’addizionale
comunale Irpef 2019. «E’ stata decisa l’aliquota massima
prevista per legge (0,8% sul reddito) ed è stata fissata in
10.000 euro di reddito/anno la quota di esenzione per i
cittadini. Il Comune di Salerno cioè adotta, fa propria ed
anticipa la “flat tax” della Lega e del centrodestra: il
sistema fiscale non progressivo che usa l’aliquota fissa di
tasse per chi è poverello e per chi è straricco. Ho fatto
notare in Consiglio che invece tanti comuni italiani applicano
aliquote differenziate a secondo dei redditi. Ma la cosa
paradossale, ed a mio parere anche illegittima, è la quota di
10.000 euro fissata per l’esenzione dalla tassa. Si arriva al
paradosso che chi usufruirà del “reddito di cittadinanza” (780
euro mensili netti), non pagherà l’addizionale comunale Irpef,
però guadagnerà più del cittadino che con il proprio lavoro
porta a casa 600/700 euro mensili, il quale ogni anno sarà
obbligato a versare al Comune un “obolo” di oltre 100 euro»,
spiega Lambiase. «E’ ancora più problematica la vicenda
relativa ai contenuti del Documento Unico di Programmazione
2019/2021, approvato con l’intero “pacchetto” dei
provvedimenti finanziari. Il Dup tiene conto, nelle sue
previsioni, del Piano delle alienazioni e della valorizzazione
dei beni immobiliari del Comune, che riporta la valutazione
monetaria degli “immobili”. La redazione del Dup, però, ha
ignorato un fattore “variabile”, che è sopraggiunto quando la
Giunta Comunale ha adottato il nuovo Piano Urbanistico
Comunale a fine 2018. Sono cambiate le destinazioni d’uso
delle cosiddette Aree Prog (piazza Mazzini, area parcheggio
pubblico Foce Irno, via Vinciprova)». Lambiase, infatti,
sottolinea come dai nuovi alloggi privati previsti dal vecchio
Puc si sia passati ad alloggi privati a cui si sostituiscono,
in parte, nuove costruzioni a carattere turistico. «Fino a
quando il nuovo Puc non viene definitivamente approvato –
ricorda il consigliere comunale – vanno obbligatoriamente
applicate le “misure di salvaguardia”, che non consentono in
quell’area né di costruire alloggi, né uffici, negozi e/o
alberghi. I valori attribuiti alle aree pubbliche, utili per
la “vendita” ad imprenditori privati, sono di fatto nulli,
fino a quando il nuovo Piano non sarà vigente (probabilmente
alla fine dell’anno)! La stima per l’alienazione della sola
Area Prog Foce Irno ammonta a 14.580.000 euro. E’ una delle
somme calcolate, che diventa improponibile quale entrata in
previsione, perché sulle aree in questione non è possibile
realizzare alcunché! Mi meraviglia che i revisori dei conti
non abbiano segnalato tale “incongruenza”».
Astensioni e no, «deluchismo
con i giorni contati»
“Il deluchismo ha i giorni contati”. Così i consiglieri
comunali d’opposizione Antonio Cammarota, Roberto Celano, Ciro
Russomando e Giuseppe Zitarosa, commentano il Consiglio
comunale di venerdì. «I continui e marcati disimpegni, nel
corso di questi mesi, su temi e punti di assoluto rilievo, dei
vari Domenico Ventura, Giuseppe Ventura, Pietro Stasi, Corrado
Naddeo, Nico Mazzeo e Horace Di Carlo, la posizione politica
dei socialisti e dei verdi, e il voto addirittura contrario
sulla Tari anche di Sara Petrone, ma ancora di più
l’incapacità di gestire le divergenze, facendole esplodere in
Consiglio Comunale, sono segnali forti e inequivocabili dello
sfaldamento dei numeri e
della coesione politica della maggioranza che governa la
città. E’ di tutta evidenza che la maggioranza ha perso, se
mai lo abbia avuto, il timone e la spinta propulsiva di
governo, cartina di tornasole del tramonto del deluchismo. Ed
è di tutta evidenza che, questa maggioranza, oggi si regge
esclusivamente su una inerzia ormai alla fine e sul collante
di qualche gestione e di aspettative, non solo politiche, ma
individuali». Il centrodestra al Comune di Salerno denuncia
«l’arroganza del potere deluchiano e i guasti del governo
cittadino, così come ha sempre proposto alternative e fornito
contributi, come è avvenuto ieri quando è stata recepita
l’istanza di Cammarota sulle vendite degli immobili, solo
nell’esclusivo interesse della nostra città. Il conto alla
rovescia è iniziato, e il centro destra si farà trovare pronto
quando il sistema Salerno imploderà».
Grimaldi,    da                       Piazza   e
Crescent   alla                       presidenza
dell’Acamir
Andrea Pellegrino

E’ considerato uno dei dirigenti chiave per vicenda Fusandola
e Crescent di Salerno. Un marchio che si porta dietro da tempo
ormai, da quando colleziona incarichi, perlopiù regionali.
Giuseppe Grimaldi ne ha conquistato un altro: alla presidenza
dell’Acamir, società regionale nota anche ad Alberto Di
Lorenzo, ormai ex superdirigente comunale prossimo alle
dimissioni a Salerno, che con l’agenzia della mobilità ha
avuto buone consulenze. Grimaldi sarà alla guida della
società, dopo essere stato commissario post terremoto ad
Ischia. Ma l’architetto, dipendente regionale, a Salerno è
noto per due vicende: da componente dell’autorità di bacino
espresse parere favorevole alla deviazione del torrente
Fusandola per la realizzazione di Piazza della Libertà mentre
fu verificatore nominato dal Consiglio di Stato per il
Crescent. Per la prima vicenda (deviazione del Fusandola)
l’attenzione è ancora alta, soprattutto da parte di Italia
Nostra e No Crescent che attendono riscontri da parte della
Procura della Repubblica che, nel passato, ha acquisito
proprio atti all’interno dell’Autorità di Bacino. Per il
Crescent, invece, il deposito delle motivazioni della sentenza
di assoluzione pronunciata lo scorso settembre hanno messo
fine in primo grado alla complessa vicenda giudiziaria ed
amministrativa. Insomma tra Grimaldi e Salerno c’è il
Crescent. Opera fortemente voluta dall’allora sindaco Vincenzo
De Luca, oggi presidente della Regione Campania, lo stesso che
ha dato il via libera – dopo una selezione – alla nomina di
Grimaldi all’Acamir. La delibera regionale risale alla fine
dello scorso febbraio.
«Quei   rincari  erano   una
contraddizione» I socialisti
spiegano la loro astensione
in Consiglio su Tari e tassa
di soggiorno
«Nessun atteggiamento “schizofrenico” come qualcuno ha
giudicato la nostra astensione al voto sul provvedimento
relativo all’aumento della tassa di soggiorno». Il gruppo del
Psi composto da Massimiliano Natella, Paolo Ottobrino e
Veronica Mondany, definisce la sua posizione avuta in
Consiglio Comunale sul regolamento proposto dall’assessore.
«Sì, è vero che parte dei nostri correttivi erano stati
accolti dall’assessore al Bilancio ma è altrettanto vero che
il risultato finale non andava nella direzione da noi
auspicata: evitare proprio quegli aumenti che avrebbero
disincentivato il turismo. Anzi ulteriori ritocchi verso
l’alto erano stati aggiunti». Tanto è vero, chiariscono i tre
consiglieri comunali socialisti, «che anche altri, nella
nostra maggioranza, hanno colto la contraddizione, astenendosi
dal votare». Del resto, aggiungono i socialisti, «con i
maggiori controlli avuti in questi mesi sull’evasione, il
provvedimento dell’amministrazione non avrebbe avuto necessità
di essere». In più «l’aumento della tassa di soggiorno,
sommata all’aumento della Tari, colpisce un settore risorsa
della città e potrebbe addirittura favorire le strutture di
altri comuni vicini in un effetto domino che colpirebbe una
delle principali economie della città di Salerno costruita con
anni di sacrificio e investimenti, proprio da questa
amministrazione».
«Le     fibrillazioni                                    in
maggioranza?    Critiche                                  e
dissenso fanno bene»
Andrea Pellegrino

«Le fibrillazioni? Sono fisiologiche, anzi ben vengano».
Altermine dell’ultima seduta di Consiglio comunale, il
bilancio è di Alessandro Ferrara che dall’inizio della
consiliatura guida l’Assise. Politico e amministratore di
lungo corso, è anche capostaff in Provincia di Salerno. Guarda
al futuro (politico) ma guida con equilibrio il civico
consesso.

Partiamo dall’ultimo Consiglio. Ci sono stati dei distinguo
all’interno della maggioranza ma alla fine il risultato è
stato messo in sicurezza…

«Ritengo che siano fibrillazioni fisiologiche, anzi ben
vengano perché ritengo che la critica o il dissenso possa
portare valore aggiunto permettendo a chi gestisce di operare
gli aggiustamenti necessari per raggiungere al meglio il
risultato. Voglio anche evidenziare che oggi amministrare la
cosa pubblica è un compito difficile e con alto carico di
responsabilità».

Da politico e amministratore di lungo corso come giudica
questa fase politica ed amministrativa?

«Il buon politico è quello che conosce l’iter amministrativo e
che agisce non solo alla ricerca del consenso elettorale ma
che risponde alla fiducia riposta in lui dagli elettori con
fatti e azioni concrete con il fine di garantire efficacia ed
efficienza della macchina amministrativa mettendo al primo
posto bene comune. In questo periodo di grande lassismo
politico, chi si discosta dall’essere un buon politico è
destinato a perdere il consenso della gente e quindi ad uscire
di scena».

Un po’ di nostalgia del passato?

«Non mi ritengo un nostalgico: penso semplicemente che anche
la politica deve inevitabilmente adeguarsi al cambiamento e
all’evoluzione della società».

Le urne hanno consegnato una maggioranza ampia, le discussioni
sono fisiologiche o pensa che siano i tempi cambiati?

«Sicuramente i tempi sono cambiati ma la maggioranza a mio
avviso non viene messa in discussione. Come ho già
sottolineato ben vengano il confronto costruttivo e le
discussioni se finalizzate a lavorare bene in un momento
difficile sia dal punto di vista locale che nazionale».

Lei è noto per il suo equilibrio, pensa che sia la dote
principale per questo ruolo?

«La figura del presidente del consiglio comunale è senza
dubbio fondamentale per garantire il buon andamento
dell’intera amministrazione e l’equilibrio tra maggioranza e
opposizione. In tale veste ritengo essenziale la moderazione,
l’educazione e il rispetto delle opinioni ditutti e
soprattutto il rispetto della buona condotta della pubblica
amministrazione. Per questi motivi ogni volta che viene
chiesto il mio intervento mi impegno a tutelare il dialogo e a
garantire un clima quanto più sereno possibile per discutere
al meglio dei tanti e seri problemi che riguardano la nostra
città».

Progetti per il futuro?

«Sì. Essendo alla mia terza consiliatura, e soprattutto alla
luce del mio percorso in crescendo nell’ambito politico, sono
sicuro di voler continuare a percorrere questa strada contando
molto sulla esperienza acquisita in questi anni e sull’affetto
e sostegno dei cittadini che sono i detentori del vero potere
decisionale nel modello democratico come il nostro. Concludo
dicendo che sono pronto a cogliere le nuove occasioni e sfide
che mi si presenteranno nei prossimi anni».
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