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La crisi dei mutui immobiliari negli USA Alessandro Gatti Materiale utilizzato: “La crisi dei mutui immobiliari negli USA: analisi e considerazioni” di Angelo Minafra. Dalla rivista “Banche e banchieri” n 1 del 2010
Quadro generale Aumentano i prezzi delle abitazioni (i prezzi degli immobili passano da un valore di 100 nel 2000 a circa 190 nel 2006. A questo punto inizio di una lenta discesa nel 2007 fino ad arrivare alla fine del 2008 ad un valore di 140.
Indice dei prezzi delle case negli USA
Notevole incremento(eccessivo) dell’attività edilizia causato anche da un aumento della domanda di nuove abitazioni: - Incremento del reddito (richiesta di case di maggior lusso e dimensione) - Aumento della popolazione
Tale comportamento del settore edilizio e degli imprenditori in generale fu incentivato da alcuni fattori, tra i quali è possibile evidenziare la politica applicata dal governo Bush, oppure la credenza che con la ridotta disponibilità di terreni i prezzi dovessero inevitabilmente aumentare
Incremento delle abitazioni invendute
Il settore bancario ed il settore finanziario hanno contribuito ed agevolato l’acquisto di nuove abitazioni, attraverso la stipulazione di mutui a condizioni favorevoli oppure con finanziamenti vantaggiosi per coloro che ne facessero richiesta.
Entità di erogazione dei mutui
Le politiche degli intermediari finanziari Ai fattori evidenziati in precedenza, vanno aggiunti i comportamenti degli operatori finanziari e degli enti creditizi, poiché con le loro politiche hanno contribuito in maniera decisiva alla crisi finanziaria che ha colpito gli Stati Uniti e di riflesso tutto il resto del mondo.
I mutui sub-prime Quello che è forse il principale indiziato della crisi nel settore: - Durata trentennale - Primi due anni con tasso fisso (contenuto) e successivi anni con tasso variabile (spesso proibitivo), determinato con uno spread su un tasso di riferimento - Elevati costi di estinzione anticipata
Tutto ciò comportava, nella maggior parte dei casi, un rifinanziamento da parte della banca del mutuo(altro mutuo sub-prime), poiché le condizioni di rimborso diventavano spesso proibitive, con la conseguenza che la proprietà dell’immobile passava a quest’ultima. Il vantaggio per la banca era rappresentato dal fatto che il valore dell’immobile cresceva e di conseguenza ciò comportava maggiori garanzie per la banca stessa ed in alcuni casi un vantaggio per il mutuatario, che vendendo l’immobile poteva sfruttare il maggior valore per estinguere anticipatamente il mutuo. 190 miliardi di dollari nel 2001 a circa 600 miliardi nel 2006
Altre innovazioni di prodotto I mutui sub-prime non furono gli unici prodotti che contribuirono alla crisi, ma nacquero ulteriori mutui, quali: - Mutui con seconda ipoteca: stipulazione di ulteriori mutui con altre banche fino ad arrivare al 100% del finanziamento; aumento del rischio di insolvenza, tassi più elevati. - Mutui ad ammortamento negativo: pagamenti mensili iniziali ed obbligo di rimborso del mutuo al termine del periodo; conveniente in caso di aumento del valore del bene
- Mutui “interest only”: rimborso interessi dall’inizio dell’ammortamento; pagamento della quota capitale a partire da un certo numero di anni. Più rischioso, favorevole per soggetti che abbiano entrate caratterizzate da ampia variabilità (commercianti). Non particolarmente conveniente, nemmeno con incrementi del valore dell’immobile. - Mutui con tasso di ingresso favorevoli: tassi di ingresso fissi e più bassi per i primi anni.
Mutui erogati
Cartolarizzazione e nuovo modello originate to distribute Nascita di questo nuovo modello che prevede una distribuzione del rischio su tutto il mercato, attraverso la cartolarizzazione dei mutui, trasformati in obbligazioni e spezzettati tra migliaia di investitori diversi che a loro volta hanno ulteriormente suddiviso tale rischio, creando così una diffusione immensa di questi titoli tossici. Comportamento scorretto delle banche(moral suasion) che guadagnano in questo modo quote dagli investitori e si deresponsabilizzano, scaricando sugli investitori il rischio di insolvenza dei mutui.
Ulteriori scelte dannose degli operatori finanziari Innalzamento della percentuale di finanziamento (spese notarili ed oneri fiscali quasi nulli, detrazione quasi totale degli interessi) Criteri di concessione dei mutui “discutibili” (minor attenzione alle credenziali del debitore, valutazioni sbagliate, incentivi al “guadagno di breve termine”)
Correlazione fra tasso di insolvenza, tasso di disoccupazione e prezzi della case negli Stati Uniti
L’insolvenza dei mutuatari è “favorita” anche dal sistema americano, che prevede brevi di tempi di esproprio del bene ed in alcuni stati una irresponsabilità nei confronti della banca in caso di insolvenza. Ad ogni modo la banca privilegia operazioni basate sul valore dell’immobile,potendo contare sull’espropriazione forzata relativamente rapida e non sulla capacità di rimborso del mutuatario, poiché sosterrebbe ulteriori costi giudiziari.
Espropriazioni forzate
Conclusioni Dalla somma di tutti questi fattori (sistema giudiziario, prezzi immobili, edilizia, finanziamenti, mutui) si sviluppò la crisi che ancora oggi colpisce tutto il mondo. Tale situazione forse si sarebbe potuta evitare o almeno limitare, se si fosse prestata maggior attenzione a fattori quali: - L’aumento dei prezzi degli immobili, evitando bolle speculative - Maggior rigidità nei criteri di valutazione dei debitori e concessione dei mutui - Attenzione al medio e lungo termine e non hai risultati di breve termine - Situazione giudiziarie,finanziarie e fiscali soggette a maggior controllo
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