PROCALCITONINA, PCR E FUNZIONALITA' EPATICA NEL TRAPIANTO DI FEGATO

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PROCALCITONINA, PCR E FUNZIONALITA’ EPATICA NEL
                                   TRAPIANTO DI FEGATO
                               (Dott. Lugano M, Dott. Varutti R)

INTRODUZIONE
Procalcitonina (PCT) e Proteina C reattiva (PCR) sono marcatori di flogosi ed aumentano in corso
di infiammazione e infezione. Mentre l’aumento della PCR non correla con la causa della flogosi, la
PCT aumenta in modo sensibile in corso di infezioni batteriche e fungine. Inoltre, un suo aumento è
stato dimostrato dopo un trauma multiplo o un intervento di chirurgia maggiore, nelle ustioni gravi
o nei neonati, durante terapia con anticorpi OKT3 e con altri farmaci che stimolano il rilascio di
citochine, nello shock cardiogeno grave o prolungato, nelle alterazioni della per fusione d’organo
grave prolungata.
L’infezione sistemica è una complicanza comune dopo trapianto di organo solido ed è associato ad
un aumento della morbilità e mortalità. I riceventi l’organo solido hanno un alto rischio di
sviluppare un rigetto acuto dell’organo trapiantato durante il primo periodo postoperatorio.
Infezione e rigetto acuto possono essere accompagnati da segni di infiammazione sistemica con un
concomitante incremento delle proteine della fase acuta, rendendone pertanto difficile la diagnosi
differenziale.

Procalcitonina
La PCT è una proteina di 116 aminoacidi derivata dalla proteolisi intracellulare del precursore (la
pre-procalcitonina). La calcitonina attiva viene prodotta per proteolisi della pocalcitonina ad opera
dell’enzima pro-ormone convertasi, a livello delle cellule C della tiroide. La procalcitonina, invece,
si trova in circolo in questa forma integra in caso di infezioni batteriche gravi e sepsi e la sua
origine è in parte extratiroidea. Nei soggetti sani la PCT è < 0.01 ng/ml. Nel corso di infezione
aumentano i livelli di PCT, per aumento della sintesi in sedi extratiroidee (fegato, cellule del
sistema monocito-macrofagico), sotto lo stimolo del Tumor Necrosi Factor e dell’Interleukina 6. La
PCT ha proprietà chemiotattiche per i linfociti e modula la produzione di ossido nitrico (NO) da
parte delle cellule endoteliali.
Nelle infezioni virali supera raramente 1 ng/ml, mentre durante le infezioni batteriche, fungine e
parassitarie i valori si innalzano notevolmente e possono oscillare tra i 20 e i 200 ng/ml. Studi in
vitro hanno dimostrato che la procalcitonina aumenta dopo 4 ore dalla somministrazione di
endotossina, raggiunge il picco intorno alle 10-20 ore; ha un’emivita di circa 24 ore.
La PCT plasmatica risulta sensibilmente elevata durante la sepsi e in particolar modo nei primi
giorni della sepsi grave e dello shock settico (valore >10 ng/ml). Nei pazienti con SIRS non di
origine batterica, i livelli di PCT sono compresi di solito nell’intervallo inferiore (< 1 ng/ml).
Anche subito dopo un trauma multiplo o un intervento di chirurgia maggiore, nelle ustioni gravi o
nei neonati, durante terapia con anticorpi OKT3 e con altri farmaci che stimolano il rilascio di
citochine (1), nello shock cardiogeno grave o prolungato, nelle alterazioni della perfusione d’organo
grave prolungata, i livelli di PCT possono risultare elevati, indipendentemente dalla presenza di un
processo infettivo. Il ritorno ai valori di base è di solito rapido ed un eventuale secondo aumento
della PCT può essere interpretato come lo sviluppo di un episodio settico. Le infezioni virali, le
colonizzazioni batteriche, le infezioni localizzate, i disordini allergici, le malattie autoimmuni e le
reazioni di rigetto dei trapianti, non inducono una risposta significativa della PCT (valori
Ha un valore predittivo positivo di 44-83%, una sensibilità di 60-92%, una specificità di 67-88%
(4).

Funzionalità epatica
La funzionalità epatica viene valutata con gli enzimi epatici, di secrezione duttulare biliare (GOT,
GPT, gammaGT, Fosfatasi alcalina, colinesterasi, albumina, bilirubina totale e diretta) e con il
Plasma Disapeard Ratio (PDR- frazione di eliminazione plasmatica del verde di indocianina per
rimozione epatica).

Disegno dello studio
20 pazienti candidati a olt(x) per cirrosi HCV, HBV, esotossica, HCC.
Di ciascun paziente considerare: età, BMI, sesso, fumo, alcol, patologie presenti (HBV, HCV, HIV,
ipertensione arteriosa, diabete mellito, dislipidemia, scompenso cardiaco, BPCO, malattia
infiammatoria intestinale, malattie autoimmuni), mutazioni FV Leiden, Protrombina, MTHFR,
HFE, α1-antitripsina, Lp(a), omocisteina, terapia in atto (steroidi, FANS, antidiabetici orali,
insulina, antistaminici, ipolipemizzanti orali, vit. K,E,A, aldactone, furosemide, sartanici, beta-
bloccanti).
Sul donatore di fegato si eseguono prelievi per: procalcitonina, PCR e VES prima del prelievo
dell’organo (sala operatoria) e all’inizio dell’osservazione.

Prelievi ematici da:
       lume distale di Swan Ganz: 1 provetta rossa piccola e 1 provetta verde all’induzione + 1
       provetta rossa piccola e 1 provetta verde dopo riperfusione (procalcitonina e PCR).

Da sangue intero: a T1 (1 giorno), T2 (2 giorno), T3 (3 giorno), T4 (7 giorno), T5 (15 giorno), si
effettuano prelievi per:emocromo, elettroliti, creatinina, bilirubina totale e diretta, transaminasi,
amilasi, clearance della creatinina, amilasi, lipasi, albumina, glicemia, proteine, PCR, PCT, VES,
EGA arterioso e venoso, lattati, INR, PT, PTT, fibrinogeno, D-dimero, antitrombina III, PDR.

Al tempo T3, T4, T5: dosaggio di aldosterone plasmatico, cortisolo plasmatico, renina attiva, B2-
microglobulina, omocisteina.
OBIETTIVI DELLO STUDIO

   1) Andamento di procalcitonina e indici di flogosi nel donatore e nel ricevente durante il
       periodo di osservazione.

   2) Correlazione tra PCT, PCR e:
           a. indici di funzionalità epatica (GOT, GPT, gammaGT, LDH, INR, aPTT, colesterolo
               totale, proteine, albumina)
           b. PDR
           c. Child-Pugh e MELD scores

   3) Correlazione tra PDR e:
           a. indici di funzionalità epatica (GOT, GPT, gammaGT, LDH, INR, aPTT, colesterolo
               totale, proteine, albumina)
           b. omocisteina,
           c. aldosterone e cortisolo plasmatici, renina attiva

   4) Frequenza delle mutazioni di FV Leiden, Protrombina, MTHFR, HFE, α1-antitripsina nella
       popolazione campionata.

   5) Correlazione tra le mutazioni note, Child-Pugh e MELD scores.

   6) Correlazione tra mutazioni FV Leiden, Protrombina, MTHFR e quantità di emoderivati
       trasfusi.

   7) Frequenza dei fattori maggiori e minori di rischio cardiovascolare nella popolazione
       campionata prima di essere sottoposti a OLT(x) e loro modificazione dopo trapianto.

Lo studio non prevede manovre invasive o costi aggiuntivi rispetto alla consueta gestione del
paziente trapiantato di fegato.
BIBLIOGRAFIA

  1. Zazula R et al. Induction of procalcitonin in liver transplant patients treated with anti-
     thymocyte globulin. Critical Care 2007; 11 (6)

  2. Guida all’uso clinico della PCT. Nella diagnosi e nel monitoraggio della sepsi. Ed. Brahms,
     2004

  3. Procalcitonin in liver translantation : are high levels due to donors or recipients?
  4. Eyraud D et al. Critical Care 2008; 8

  5. Galletto-Lacour A et al. Pediatrics 2003; 112:1054-60

  6. Simon L et al. Clin Infect Dis 2004; 39: 206-17

  7. Peres Bota D et al. Serum levels of C-Reactive Protein and procalcitonin in critically ill
     patients with cirrhosis of the liver. J Lab Clin Med 2005; 146 (6):347-361

  8. Kuse ER et al. Procalcitonin –a new diagnostic tool in complications following liver
     transplantation. Intensive Care Med 2000; 26: S 187-S192

  9. Jaresova M et al. Serum procalcitonin concentrations in transplant patients with acute
     rejection and bacterial infections. Immunology letters 1999; 69: 355-358

  10. Cooper D et al. Comparison between Procalcitonin, Serum Amyloid A, and C-Reactive
     Proteina s marker of serious bacterial and fungal fection after solid organ transplantation.
     Transplantation Proceedings. 2001; 33:1808-1810
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