La città, il viaggio, il turismo nell'epoca dell'industria 4.0: esternalità positive e negative

Pagina creata da Monica Giordano
 
CONTINUA A LEGGERE
La città, il viaggio, il turismo nell’epoca
      dell’industria 4.0: esternalità positive e negative
Il processo di “digitalizzazione e di interconnessione del tutto”, da oltre un ventennio in
ascesa esponenziale, sta determinando nuovi paradigmi e cardini della geografia mondiale,
annullando preesistenti confini fisici e facendone emergere nuovi virtuali: uno scenario che
trova nel termine Industria 4.0 la sua concretizzazione. L’espressione Industria 4.0 è stata
usata per la prima volta alla Fiera di Hannover nel 2011 in Germania. A ottobre 2012 un
gruppo di lavoro dedicato all'Industria 4.0, presieduto da Siegfried Dais della
multinazionale di ingegneria ed elettronica Robert Bosch GmbH e da Henning Kagermann
della Acatech (Accademia tedesca delle Scienze e dell’Ingegneria) presentò al governo
federale tedesco una serie di raccomandazioni per la sua implementazione. L’8 aprile 2013,
all’annuale Fiera di Hannover, fu diffuso il report finale del gruppo di lavoro. Lo scorso
novembre 2015 il Ministero per lo sviluppo economico ha annunciato un documento
intitolato “Industry 4.0, la via italiana per la competitività”, con sottotitolo “Come fare della
trasformazione digitale dell’industria una opportunità per la crescita e l’occupazione”, nel
quale ha indicato la propria strategia d’azione. Finora la macchina a vapore, il motore a
scoppio e l’informatica sono stati considerati elementi caratterizzanti le tre rivoluzioni
industriali occidentali, la quarta rivoluzione industriale, attualmente in atto, si sta
concretizzando proprio nella interconnessione totale di cose e persone. In tale frame in ogni
ambito, culturale, scientifico, sociale, occorre una seria riflessione delle riverberazioni e
delle esternalità che tale rivoluzione determina, con l’ulteriore difficoltà di una maggiore
complessità di indagine legata al fatto che gli effetti prodotti sono sistemici e dunque non
affrontabili tematicamente ma in logica integrata. Quali le declinazioni di tale rivoluzione
alla città, al viaggio e al turismo? A questa domanda, rispondono gli scritti che seguono, che
forniscono le riflessioni di ricercatori, studiosi, professionisti e operatori di settore. Gli
interrogativi sono tanti e complessi: quanto, ad esempio, la digitalizzazione e
interconnessione del tutto alimenta i processi urbani di co-creazione di valore, soprattutto
nell’ulteriore specificità di aree urbane periferiche o aree rurali? Quanto essa diventa fattore
di catalizzazione di fenomeni di accoglienza in questo particolare momento storico e quanto
invece è co-responsabile di alienazione umana? Il piano Industria 4.0 previsto nella
prossima legge di stabilità punta a mobilitare nel 2017 investimenti privati aggiuntivi per 10
miliardi, 11,3 miliardi di spesa privata in ricerca, sviluppo e innovazione con focus sulle
tecnologie, più 2,6 miliardi di euro per gli investimenti privati early stage. In tale
prospettiva quanto le nuove tecnologie di virtualizzazione di siti museali, culturali, artistici e
ambientali contribuiranno a rafforzare gli attrattori turistici e quanto invece esse potranno
determinare una riduzione dei flussi turistici e dei relativi viaggi. Infine come coniugare il
concetto di identità storica urbana o ad esempio di originalità artistica sotto l’effetto
distorsivo dell’impiego di tecnologie di fruizione remota del bene? In conclusione, dunque,
il tema dell’interferenza, sia positiva che negativa, delle azioni concretizzate nel piano
Industria 4.0 con quello di elementi quali la città, il viaggio e il turismo, è il cuore centrale
dei saggi di seguito raccolti.
                                                                                Stefano de Falco

                                              1517
Turismo e smart cities nel paradigma Industria 4.0
                                             Stefano de Falco
                           Università di Napoli Federico II – Napoli – Italia
Parole chiave: smart cities, turismo, industria 4.0, innovazione, geografia.

1. Introduzione:
Il processo di “digitalizzazione e di interconnessione del tutto”, da oltre un ventennio in
ascesa esponenziale, sta determinando nuovi paradigmi e cardini della geografia mondiale,
annullando preesistenti confini fisici e facendone emergere nuovi virtuali: uno scenario che
trova nel termine Industria 4.0 la sua concretizzazione.
In tale frame in ogni ambito, culturale, scientifico, sociale, occorre una seria riflessione delle
riverberazioni e delle esternalità che tale rivoluzione determina, con l’ulteriore difficoltà di
una maggiore complessità di indagine legata al fatto che gli effetti prodotti sono sistemici e
dunque non affrontabili tematicamente ma in logica integrata.
Quali le declinazioni di tale rivoluzione alla città, al viaggio e al turismo?
A questa domanda, questo contributo ambisce a fornire argomentazioni e riflessioni,
attraverso un riesame della letteratura di settore, che inducano elementi circa il nuovo
carattere “intelligente” che una città deve possedere per soddisfare le nuove dinamiche
esigenze della domanda turistica e relativi alla propensione che l’utente-turista manifesta nel
fenomeno di adozione delle nuove tecnologie di pianificazione turistica, di fruizione
esperienziale e di gestione dei dati raccolti da tale esperienza.

2. La propensione dei turisti a fruire di servizi smart
L’espressione Industria 4.0 è stata usata per la prima volta alla Fiera di Hannover nel 2011 in
Germania. A ottobre 2012 un gruppo di lavoro dedicato all’Industria 4.0, presieduto da
Siegfried Dais della multinazionale di ingegneria ed elettronica Robert Bosch GmbH e da
Henning Kagermann della Acatech (Accademia tedesca delle Scienze e dell’Ingegneria)
presentò al governo federale tedesco una serie di raccomandazioni per la sua
implementazione. L’8 aprile 2013, all’annuale Fiera di Hannover, fu diffuso il report finale
del gruppo di lavoro.
In tale frame, anche la domanda turistica si sta conformando allo scenario digitale e sta
divenendo sempre più esperta e qualificata con impatti rilevanti sull’elemento cardine dei
fenomeni turistici rappresentato dalla città.
L’adeguamento a tali trasformazioni digitali sta determinando modifiche strutturali di molte
funzioni urbane e di elementi fisici del contesto urbano, quali, ad esempio, stazioni
ferroviarie, aeroporti e terminali marittimi che sono i primi ad essere interessati dai flussi
turistici e, pertanto, i primi a dover erogare servizi tecnologicamente avanzati (mappe
interattive, mappe ontologiche, guide turistiche virtuali, beacon systems, realtà aumentata e
così via. Si veda l’Appendice).
Smartphone, telefoni cellulari avanzati con funzionalità di accesso ai dati e una moltitudine di
applicazioni software, svolgono un ruolo sempre più importante nella vita quotidiana di un
turista e nelle fasi pre e post attività turistica, in termini di pianificazione del viaggio e
soggiorno prima della partenza e di memorizzazione ed elaborazione di dati acquisiti durante
il viaggio nella fase post.
Il rapporto tra turismo e tecnologia può essere spiegato anche solo osservando dati oggettivi.
Da un lato si ha che la stragrande maggioranza dei consumatori di entrambe le economie,
sviluppate ed emergenti, possiede un telefono cellulare e in quella maggioranza la percentuale
di proprietà di smartphone è in aumento (Nielsen Research, 2013).

                                                       1519
Allo stesso tempo, i dati sul turismo internazionale dicono che esso ha continuato ad
espandersi e l’Organizzazione Mondiale del Turismo delle Nazioni Unite ha stimato che nel
2013 i turisti internazionali erano più di 1 miliardo con ricavi di 1,4 trilioni di dollari
(UNWTO, 2014).
Se il rapporto tra tecnologia e turismo è evidente da semplici osservazioni, va, invece,
approfondita la propensione dei turisti rispetto alla adozione delle nuove tecnologie e alle
modalità con cui questa è rilevata nella letteratura scientifica di settore.
Modelli di accettazione tecnologica (in inglese noti come TAMs, Technological Acceptance
Models) come quelli proposti da Venkatesh et al. (2003), Venkatesh et al. (2012) e altri
forniscono un quadro per analizzare le decisioni di adozione delle tecnologie, ma si
concentrano principalmente sui fattori di input che contribuiscono all’adozione della
tecnologia, piuttosto che sui fattori di output legati ai comportamenti di utilizzo delle nuove
tecnologie da parte dei turisti. Altri studi sull’utilizzo della tecnologia mobile tra i turisti (ad
esempio Bader et al., 2012; Lai, 2015; Kim et al., 2008; No & Kim, 2014; Oh et al., 2009) si
sono orientati, in questi anni recenti, a spiegare la fase preliminare dell’utente-turista, ossia a
capire le motivazioni della sua intenzione di adottare la tecnologia, piuttosto che indagare
specifici comportamenti d’uso una volta che la tecnologia sia già stata adottata. Comprendere
come i turisti stiano utilizzando le loro tecnologie mobili è importante perché, come hanno
dimostrato alcuni autori (Neuhofer et al., 2014), la tecnologia ha il potenziale di migliorare
significativamente l’interazione tra imprese e consumatori nel contesto turistico, portando ad
un’esperienza personalizzata rispetto ai bisogni e gusti del turista.

3. La necessità di un approccio olistico alle smart cities per il turismo
Con la rapida crescita delle tecnologie informatiche basate su internet, le applicazioni di
comunicazione informatica e tecnologie (ICT), in questi ultimi anni,sono diventate un
argomento principale sia nel dibattito scientifico e sia tra gli attori del settore turistico
(Buhalis & Deimezi, 2004; Wu, 2004 , Chen & Yung, 2004, Wu & Chang, 2006, Alvarez et
al., 2007, Buhalis & Law, 2008, Law & Cheung, 2009, Hjalager, 2010, Pena & Jamilena,
2010, Aldebert et al. El-Gohary, 2012; Berne et al., 2012).
Per sopravvivere in un mercato fortemente dinamico, gli operatori del settore turistico sono
obbligati a far fronte rapidamente al cambiamento delle richieste dei clienti in termini di
prodotti e servizi richiesti (Berne et al., 2012). Con lo sviluppo di dispositivi wireless e
mobili, le applicazioni di tecnologia mobile sono attualmente considerate come uno dei canali
di distribuzione chiave attraverso i quali gli addetti possono fornire i propri servizi (Burgess et
al., 2012; Wang et al., 2012; Xiang et al., 2015; Law et al., 2015; Murphy et al., 2016).
Pertanto, gli utenti possono accedere istantaneamente alle informazioni rilevanti in qualsiasi
momento e da qualsiasi luogo utilizzando dispositivi mobili (Bart et al., 2014; Xiang et al.,
2015).
Il trend sull’utilizzo dei cellulari presenta dati di diffusione geografica molto rapida: cinque
miliardi di persone nel mondo hanno un telefonino, e ancora di più sono gli abbonamenti
sottoscritti, pari a 7,4 miliardi complessivi. Che, poi, è lo stesso numero cui ammonta l’intera
popolazione mondiale a maggio 2016. Lo rivela il Mobility Report di Ericsson 2016.
Se è ancora in lieve maggioranza chi possiede un cellulare tradizionale (3,7 miliardi gli
abbonamenti sottoscritti finora), rispetto a chi ha già in uso uno smartphone (fermi nel 2016 a
quota 3,4 miliardi di abbonamenti), le schede sim associate agli smartphone supereranno per
numero quelle relative ai telefoni cellulari nel terzo trimestre dell’anno 2016, tra luglio e
settembre.
Entro il 2021, prosegue il rapporto sulla mobilità di Ericsson, le sottoscrizioni associate a
smartphone raddoppieranno, passando da 3,4 a 6,3 miliardi. Smartphone e cellulari, tuttavia,
verranno a loro volta superati dall’Internet of Things, cioè gli oggetti connessi. Gli analisti,

                                                1520
infatti, prevedono che entro il 2018 nel mondo si conteranno più dispositivi connessi a
internet che telefonini.
Attualmente esistono tre principali tecnologie mobili: i codici QR (Canadi, Höpken & Fuchs,
2010), i siti web mobili (Tsiotsou & Ratten, 2010) e le applicazioni mobili (Dickinson et al.,
2014; Lai , 2013), che costituiscono la tipologia più diffusa e ampiamente utilizzata
nell’industria del turismo.
Nella maggior parte dei lavori di ricerca, riportati nella letteratura di settore, incentrati sul
tema del rapporto tra tecnologia e turismo (Bigne et al., 2008; Chen & Yung, 2004; Law et
al., 2009; Mallat et al., 2003; Ronnie et al., 2005; Wu et al., 2008; Wu & 2006; Stamboulis &
Skayannis, 2003), le ICT sono state ampiamente esplorate dal punto di vista della loro
capacità di migliorare l'efficienza operativa e l’esperienza dei clienti nel settore turistico e non
si è indagato il ruolo degli effetti legati alla adozione di tecnologie mobili dalla prospettiva
dell’innovazione organizzativa. In realtà, invece, l’adozione di una tecnologia mobile è un
problema complesso che conduce ad una serie di decisioni aziendali strategiche piuttosto che
a una sola decisione.

4. Conclusioni
Il miglioramento dell’offerta turistica rappresenta uno dei principali obiettivi delle politiche di
sviluppo mirate a migliorare l’immagine delle città e il rilancio competitivo urbano, ma uno
sviluppo strategico territoriale non può essere basato solo ed esclusivamente sulla
realizzazione di servizi avanzati in logica smart(guide turistiche virtuali, realtà aumentata,
sistemi Beacon, e così via). Al contrario, esso dovrebbe essere il risultato di un accurato
progetto di nuova funzionalizzazione e organizzazione dell’offerta urbana, che dovrebbe
essere in grado di integrare le varie direttrici secondo cui intercettare i bisogni turistici
(sicurezza, mobilità, accesso selettivo alle informazioni, alloggio, e così via).
Il turismo è un’attività antropologica esperienziale non lineare nella quale la percezione
soggettiva non è proporzionale alla sommatoria dei fattori attraenti, ma è legata alla capacità
che i posti visitati e la loro forma di fruizione, sempre più basata su tecnologia evoluta,
manifestano nel suscitare emozioni nel singolo turista.
Appare evidente, quindi, la sottile linea di confine che in tale scenario 4.0 viene a configurarsi
tra le funzioni di ausilio e meta facilitazione da un alto e distorsione dall’altro che possono
essere attribuiti ad una tecnologia smart di impiego turistico.

Bibliografia
Abacus International, 2011. New Technology and Innovation Critical for Continued Growth
in Travel. Retrieved August 31, 2015, from http://www.4hoteliers.com/features/article/6366
Aldebert B, Dang RJ, Longhi C. 2011. Innovation in the Tourism Industry: The Case of
Tourism@. Tourism Management 32(5): 1204–1213.
Alvarez LS, Martin AMD, Casielles RV. 2007. Relationship Marketing and Information and
Communication Technologies: Analysis of Retail Travel Agencies. Journal of Travel
Research 45(4): 453–463.
Bader A, Baldauf M, Leinert S, Fleck M, Liebrich A. 2012. Mobile tourism services and
technology acceptance in a mature domestic tourism market: the case of Switzerland. In
Information and Communication Technologies in Tourism 2012, Fuchs M, Ricci F, Cantoni L
(eds). Springer-Verlag/Wien: Vienna; 296–307.
Bart Y, Stephen AT, Sarvary M. 2014. Which Products are Best Suited to Mobile
Advertising? A Field Study of Mobile Display Advertising Effects on Consumer Attitudes
and Intentions. Journal of Marketing Research 51(3): 270–285.
Berne C, Garcia-Gonzalez M, Mugica J. 2012. How ICT Shifts the Power Balance of Tourism
Distribution Channels. Tourism Management 33(1): 205–214.

                                                1521
Bigne JE, Aldas J, Andreu L. 2008. B2B Services: IT Adoption in Travel Agency Supply
Chains. Journal of Services Marketing 22(6): 454–464.
Buhalis D, Deimezi O. 2004. E-Tourism Developments in Greece: Information
Communication Technologies Adoption for the Strategic Management of the Greek Tourism
Industry. Tourism and Hospitality Research 5(2): 103–130.
Buhalis D, Law R. 2008. Progress in Information Technology and Tourism Management: 20
Years on and 10 Years After the Internet-The State of eTourism Research. Tourism
Management 29(4): 609–623.
Canadi M, Höpken W, Fuchs M. 2010. Application of QR Codes in Online Travel
Distribution. Information and Communication Technologies in Tourism 2010: 137–148.
Chen KH, Yung CY. 2004. Business Model for Exploration of Travel Websites in Taiwan.
Tourism Management 25(3): 405–407.
Hjalager AM. 2010. A Review of Innovation Research in Tourism. Tourism Management
31(1): 1–12.
Kim DY, Park JK, Morrison AM. 2008. A Model of Traveler Acceptance of Mobile
Technology. International Journal of Tourism Research 10(5): 393–407.
Kim MJ, Chung N, Lee C, Preis MW. 2015. Motivations and Use Context in Mobile Tourism
Shopping: Applying Contingency and Task–Technology Fit Theories. International Journal of
Tourism Research 17(1): 13–24.
Lai IK. 2013. Traveler Acceptance of an App-Based Mobile Tour Guide. Journal of
Hospitality & Tourism Research 39(3): 401–432.
Lai IKW. 2015. Traveler Acceptance of an App-Based Mobile Tour Guide. Journal of
Hospitality & Tourism Research 39(3): 401–443.
Mallat N, Rossi M, Tuunainen VK, Öörni A. 2009. The Impact of use Context on Mobile
Services Acceptance: The Case of Mobile Ticketing. Information & Management 46(3): 190–
195.
Murphy HC, Chen MM, Cossutta M. 2016. An Investigation of Multiple Devices and
Information Sources Used in the Hotel Booking Process. Tourism Management 52: 44–51.
Neuhofer B, Buhalis D, Ladkin A. 2014. A Typology of Technology-Enhanced Tourism
Experiences. International Journal of Tourism Research 16(4): 340–350.
Nielsen Research. 2013. The Mobile Consumer: A Global Snapshot. [online] Accessed May
22, 2013 from http://www.nielsen.com/us/en/reports/2013/mobile-consumer-report-february-
2013.html
No E, Kim JK. 2014. Determinants of the Adoption for Travel Information on Smartphone.
International Journal of Tourism Research 16(6): 534–545.
Oh S, Lehto XY, Park J. 2009. Travelers’ Intent to Use Mobile Technologies as a Function of
Effort and Performance Expectancy. Journal of Hospitality Marketing & Management 18(8):
765–781.
Pena AIP, Jamilena DMF. 2010. The Relationship Between Business Characteristics and ICT
Deployment in the Rural Tourism Sector. The Case of Spain. International Journal of Tourism
Research 12(1): 34–48.
Ronnie Y, Jerrold L, Lee B, Hu WT. 2005. Analysis of Ecommerce and Information
Technology Applications in Hotels: Business Travelers’ Perceptions. Asia Pacific Journal of
Tourism Research 10(1): 59–83.
Stamboulis Y, Skayannis P. 2003. Innovation Strategies and Technology for Experience-
Based Tourism. Tourism Management 24(1): 35–43.
Venkatesh V, Morris MG, Ackerman PL. 2000. A Longitudinal Field Investigation of Gender
Differences in Individual Technology Adoption Decision Making Processes. Organizational
Behaviour and Human Decision Processes 83(1): 33–60.

                                           1522
Venkatesh V, Morris MG, Davis GB, Davis FD. 2003. User Acceptance of Information
Technology: Toward a Unified View. MIS Quarterly 27(3): 425–478.
Venkatesh V, Morris MG. 2000. Why Don’t Men Ever Stop to Ask For Directions? Gender,
Social Influence, and Their Role in Technology Acceptance and Usage Behaviour. MIS
Quarterly 24(1): 115–139.
Venkatesh V, Thong JYL, Xu X. 2012. Consumer Acceptance and Use of Information
Technology: Extending the Unified Theory of Acceptance and Use of Technology. MIS
Quarterly 36(1): 157–178.
Wu JH, Wang SC. 2005. What Drives Mobile Commerce? An Empirical Evaluation of the
Revised Technology Acceptance Model. Information & Management 42(5): 719–729.
Wu JJ, Chang YS. 2006. Effect of Transaction Trust on e- Commerce Relationships Between
Travel Agencies. Tourism Management 27(6): 1253–1261.

                                         1523
Una metodologia evoluzionistica per lo sviluppo urbano
                                       Italo Del Gaudio
         Associazione Italiana Cultura per il Trasferimento Tecnologico – Napoli – Italia
Parole chiave: socio economia, frattale, cyber, quartieri spagnoli, rue des bouchers.

1. Napoli: città tutta da scoprire
Negli ultimi tempi scrittori napoletani e non, si stanno sbizzarrendo a cercare ed a descrivere
tutta una serie di eccellenze e di primizie che la città di Napoli ha espresso nella sua storia più
o meno recente e, proprio mentre mi accingo a scrivere questo lavoro, apprendo in anteprima
dalla rete che “la finanza è nata a Napoli con i cosiddetti banchi pubblici, negli anni a cavallo
tra il 1400 e il 1500”.
Il ritrovamento delle fedi di credito con cui fu pagato Caravaggio per un quadro (Madonna
con bambino in un coro di angeli) che non fu mai ritrovato e i documenti che attestano il
pagamento del Cristo Velato dello scultore Sanmartino mi offrono lo spunto per descrivere
una delle caratteristiche che contraddistinguono la metodologia per la pianificazione
economica e territoriale oggetto del presente lavoro, con l' ambizioso obiettivo di collegare il
glorioso passato col futuro mediante le potentissime tecnologie informatiche e telematiche
che nel frattempo si sono rese disponibili per far evolvere i degradati quartieri spagnoli in un
fiore all' occhiello tale da contribuire positivamente allo sviluppo economico della Città.

2. La Cyber Socio Economia Frattale
Il concetto informatore che ha portato a coniare la locuzione di Cyber Socio Economia
Frattale si basa sulla seguente considerazione: dalla più piccola unità sociale, persona, nucleo
familiare, tribù o comunità che sia, fino alle grandi aggregazioni di province o stati, la
struttura comune che le caratterizza è costituita da un numero limitato ed economicamente e
matematicamente descrivibile di blocchi elementari funzionalmente definiti e connessi
attraverso flussi quantificabili economicamente.
Una famiglia, una tribù o una comunità, un' azienda, un laboratorio di ricerca, sono costituiti
da raggruppamenti di individui capaci di produrre, con la loro attività, un valore aggiunto che
si trasforma in reddito che in parte serve a procurarsi beni di consumo per la sopravvivenza
delle singole individualità, in parte in risparmio e in beni immobili e così via.
Inoltre ogni frattale socioeconomico di una certa dimensione può essere descritto come
aggregazione di frattali di ordine inferiore collegati tra di loro da flussi di beni e servizi che
possono provenire o fluire dall'interno del frattale stesso, da e verso frattali contigui o molto
remoti, come capita ad aziende che esportano o importano beni o servizi da altre regioni o
paesi.
I blocchi frattali possono essere caratterizzati come entità territoriali o geografiche ma anche
come entità sovraterritoriali perché costituite da blocchi funzionalmente strettamente legati
ma appartenenti a territori geografici diversi.
Sostanzialmente si tratta di definire le funzioni matematiche che legano tra di loro i flussi
economici entranti, i flussi economici uscenti, i capitali investiti ed immobilizzati, il numero
di addetti, l'utile di esercizio, la potenziale ricaduta economica (nel caso di istituzioni) e così
via.
Questa descrizione, potrà anche essere ricavata parametricamente da serie storiche precedenti
mediante metodologie di intelligenza artificiale che aggiornano continuamente il processo.
Ma la cosa innovativa, che può rendere la metodologia estremamente dinamica, consiste nel
fatto che i dati relativi ai diversi frattali, che vengono definiti dagli studiosi in un sito di
background, verranno introdotti dai soggetti costituenti gli stessi in rete

                                               1525
Ciò garantisce un continuo aggiornamento da parte dai registri delle imprese, delle camere di
commercio, delle unioni degli industriali, delle associazioni di categoria, dei privati, di enti di
ricerca, istituti bancari, ministeri e così via. In background si costruirà un modello matematico
del frattale i cui dati verranno, sapientemente ottenuti vagliando e pesando i dati forniti dal
social network e pertanto alimentati dal Cyber Spazio.

3. La persona fisica (la particella di Higgs dell¶universo socioeconomico)
Seguendo i criteri sopra indicati proviamo a definire l’elemento base di ogni frattale
socioeconomico che è un essere umano, senza il quale non esisterebbe alcuna aggregazione
sociale ne alcuna forma di economia.
Un essere umano per sopravvivere deve consumare cibo, proteggersi dalle intemperie e da
altre condizioni ambientali aggressive, quindi, in sostanza richiede un apporto di risorse
economiche che ne consentano la sopravvivenza .
Non è questa la sede per approfondire le notazioni, le formulazioni, gli algoritmi e le
euristiche da sviluppare per descrivere il comportamento socio economico della persona
perchè questi argomenti dovranno essere affrontati da team costituiti da economisti,
sociologi, matematici e storici, perchè, non sembri irriverente, ma Michelangelo, Raffaello o
Vivaldi, oltre al compenso percepito per le opere prodotte hanno generato fenomeni
economici ricostruibili attraverso la valutazione dei flussi di visitatori che affollano i musei
che ospitano le loro opere, gli eventi organizzati per la divulgazione delle stesse e così via.

4. Le aggregazioni di persone fisiche come frattali
Le persone fisiche, nel nostro schema, vanno analizzate per classi sociali, categorie,
professioni etc. da individuare a cura degli studiosi di sociologia, in base ai diversi
comportamenti economici.
In ogni caso ogni frattale potrà essere caratterizzato da flussi economici entranti caratterizzati
dalle diverse aree di provenienza dei proventi, da flussi economici uscenti per beni di
consumo, beni mobili e immobili acquisiti, servizi pubblici e privati , tasse etc. Nonché da
capitali immobilizzati e/o investiti.
Le persone fisiche si aggregano spontaneamente o vengono aggregate a loro volta sotto forma
di aziende produttive di beni materiali e immateriali, servizi pubblici o privati e le forme più
svariate di istituzioni aventi le funzioni più varie.

5. Il cyberspazio come supporto vivo alla sperimentazione
la Socio Economia Frattale per definizione trova la sua localizzazione nel cyberspazio in sedi
diverse come cloud, domini , portali e simili, funzionalizzati alle diverse esigenze che qui
di seguito vengono descritte:

5.1. La sede della realtà
Può essere simile a un social network nel quale, in maniera anagrafica i frattali
socioeconomici vengono registrati, corredati dei dati economicamente e socialmente rilevanti,
costantemente aggiornati dagli operatori stessi e dagli enti pubblici e privati del caso, come
comuni, regioni, associazioni di categoria, camere di commercio, unione degli industriali e
così via.

5.2. La sede degli studiosi, dei ricercatori e degli sperimentatori
Questo spazio può essere paragonato a un Blog munito di biblioteca per depositarvi
pubblicazioni, appunti, schemi e simili per consentire la libera contaminazione delle idee,

                                               1526
lavori di gruppo e simili, aventi come obiettivo la rappresentazione in formule, algoritmi ed
euristiche dei fenomeni socio economici che si presentano nella evoluzione temporale dei
frattali di diverso ordine.

5.3. La palestra dello sperimentatori
In questo portale, sito, dominio o social network, anch’ esso assimilabile a un Blog multi
gestito gli studiosi, ricercatori o sperimentatori possono inserire i sistemi da loro concepiti ed
effettuare le relative evoluzioni al variare di parametri, variabili, condizioni al contorno e
quant’altro.

5.4. lo spazio della realtà virtuale
I componenti sviluppati e testati in palestra convergeranno, quando maturi, in questo spazio
in cui interi frattali individuati nello spazio delle realtà consentendo di studiarne gli sviluppi
in diversi scenari, situazioni e modalità di evoluzione, per studiare le soluzioni ideali di
conduzione.

6. I quartieri spagnoli
I quartieri spagnoli iniziarono ad essere costruiti nel 1500 per far insediare le guarnigioni
militari spagnole destinate alla repressione di possibili rivolte del popolo napoletano, oppure
come alloggio temporaneo per viaggiatori in transito nella città. La collocazione dei militari e
la precarietà degli altri ospiti favorirono, fin dal principio la criminalità e soprattutto
prostituzione, che nemmeno le apposite leggi promulgate dal viceré di Napoli, don Pedro de
Toledo, riuscirono a contenere, consentendone la “tradizione” fino ai nostri giorni. É
importante però notare che questo stato di degrado sociale e ambientale mentre si accetta per i
quartieri periferici delle grandi metropoli non dovrebbe essere tollerato per un territorio
estremamente centrale per la città di Napoli: la posizione dei quartieri dislocati lungo l’
arteria più popolare della città, con alcuni degli edifici storici che mostrano le monumentali
facciate su via Toledo mentre le altre tre pareti accolgono bassi e botteghe fatiscenti è a un
tiro di schioppo dalla casa comunale, da piazza del Plebiscito assurta a simbolo della Città,
vicinissima alla stazione marittima dalla quale le grandi navi da crociera immettono sul suolo
cittadino migliaia di turisti provenienti da tutto il mondo e attualmente servita da tre
bellissime stazioni della metropolitana, quella di Piazza Dante , quella di Toledo che ha
ricevuto nel 2013 il premio Emirates leaf international e, secondo il Daily Telegraph è la
stazione più bella d’ Europa che si addentra, mediante scala mobile e tapis roulant fino a
Montecalvario nel cuore dei quartieri e, infine , la stazione Porto (Piazza Municipio).Questa
particolare posizione li renderebbe estremamente fruibili ai turisti di di massa a caccia di
esperienze gastronomiche di dieta mediterranea locale, di souvenir di artigianato locale, di
concerti di mandolino e chitarra e così via, se solo si creassero le condizioni per fornire in
maniera sicura , corretta e rilassata i suddetti servizi senza imbattersi in spacciatori, prostitute
e travestiti.Da queste considerazioni è scaturita l’idea di applicare la metodologia della Cyber
Socio Economia Frattale a questo ambiente paragonandolo, per similitudine al quartiere che
circonda Rue des Bouchers a Bruxelles che in un certo senso può rappresentare il punto di
arrivo di una operazione di questo tipo.Basandosi sui principi informatori di questa disciplina
che prevede che alla base dello sviluppo socio economico vi sia la persona con le sue capacità
creative e produttive, si potrebbe effettuare una sorta di censimento di tutte le capacità ed
esperienze creative e produttive esistenti in loco. Si pensi, ad esempio alle persone capaci di
confezionare alimenti tradizionali con ricette tramandate in famiglia che potrebbero essere
addestrate e formate per poterli cucinare secondo le norme HCCP e dei dettami della cucina
internazionale e attenendosi alle specifiche mittel europee anche per quanto concerne il costo

                                               1527
del coperto e le mance per organizzare piccoli ristoranti tipici e punti di ristoro.Si tratterebbe
di far rinascere, accanto ai ristoranti tradizionali, tradizioni conservate fino a qualche anno fa
come la trippa “’o pere e ’o musso”, gli spaghetti “di strada” e il polpo lesso col pepe, le
frittelle e le paste crescute e via discorrendo ovviamente tutte rigorosamente certificate
HCCP.Inoltre si potrebbero far rinascere antichi mestieri come quelli della realizzazione dei
guanti per i quali Napoli era famosa nella produzione “su misura” che vedeva artigiani
specializzati operare in anguste botteghe, la lavorazione delle caffettere napoletane realizzae
con la bandella stagnata in maniera artigianale, il venditore di “spasso” cioè il carrettino
attrezzato con fornello per tostare noccioline, semi di zucca, arachidi etc e munito di fischietto
di richiamo azionato a vapore, il “pianino” a schede perforate che riproduce i classici
napoletani e, dulcis in fundo i suonatori di chitarra, mandolino e tamburelli che si esibiscono
in teatrini opportunamente attrezzati.In sostanza se Napoli è ricordata per la sua veste
oleografica è opportuno attrezzarsi perchè il turista la possa vivere in prima persona e nel
migliore dei modiOccorrerà poi effettuare un accurato censimento degli edifici e gli ambienti
per utilizzarli come ambienti museali, alberghetti, bed and breackfast o “zimmer”.Infine il
problema della praticabilità del quartiere, da affrontare in maniera radicale.

7. I luoghi di riferimento
La struttura che circonda La rue des Bouchers, dal punto di vista urbanistico non è molto
diversa dai quartieri spagnoli anche se meno compatta, ma essendosi da anni stabilizzata
come zona di attrazione turistica, è sufficientemente documentata per farne una
modellizzazione di confronto mediante la metodologia della CSEF, Infatti intorno alla rue des
Bouchers sono localizzati vari ristoranti che offrono le loro specialità gastronomiche.Vi sono
inoltre numerosi edifici di interesse architettonico, botteghe artigianali, bar etc. il tutto
strutturato per invogliare I turisti ad addentrarsi nel quartiere. La modellizzazione di questo
territorio con la metodologia in rete sopra descritta potrà consentire di studiarne le
caratteristiche socio economiche per risalire al tenore di vita medio, il livello di occupazione,
il grado di soddisfazione e vivibilità degli abitanti e dei visitatori e verificarne la validità di
assunzione come punto di riferimento tendenziale dei quartieri spagnoli per trarne indirizzi
operativi per eventuali azioni operative di tipo urbanistico e sociale allo scopo di recuperare
questo interessantissimo quartiere ad una fruibilità decisamente più gradevole e redditizia per
i napoletani e per il mondo.

Bibliografia
Del Gaudio I., 2015. La Socio economia Frattale, IX Giornata Studio INU. Istituto Nazionale
di Urbanistica.
De Falco S., Del Gaudio I., 2013. Innovazione d’impresa. v. 1: L,a capacità innovativa.
Diogene Edizioni.
Forrester J.W., 1967. Industrial dinamics – after the first decade. Massachussets Institute of
Technology.
Forrester J.W., 1973. System Dynamics Group, i limiti dello sviluppo, verso un equilibrio
globale, Mondadori.
Hofstadter D., Godel, Escher, Bach: as Eternal Golden Braid. Basic Books, 1979.
Mandelbrot B., 1997. Fractals and Scaling in Finance, Selecta, v. E, Springer-Verlag, New
York.
Mandelbrot B., Hudson R., 2004. The (Mis)Behavior of Markets. A Fractal View of Risk,
Ruin, and Reward, Basic Books.
Labini P. S., 1988. Saggio sulle classi sociali, Laterza.

                                               1528
Horizon 2020: un nuovo orizzonte tecnologico per una
                    Industria del Turismo 4.0
                                                  Paolo Neri
                               Warrant Group s.r.l. – Correggio (Re) – Italia
Parole chiave: Industria del Turismo, Horizon 2020, Catena del Valore del Turismo, Ricerca & Innovazione.

1. L’industria del turismo in Europa
In Europa il turismo rappresenta, in termini di contributo al PIL e all’occupazione, la terza
maggiore attività di rilievo socio-economico dopo i settori del commercio e dell’edilizia. Si
tratta peraltro di uno dei pochi comparti ad aver mostrato un impatto positivo sulla crescita
economica, sull’occupazione e sullo sviluppo sociale, nonostante la crisi economico-
finanziaria e la crescente concorrenza di altre regioni del mondo. In particolare, secondo le
stime della Commissione europea, l’Industria del Turismo, nella sua accezione più stretta,
conta circa 1,8 milioni di imprese – principalmente PMI – genera tra il 3% e il 5% del PIL
dell’UE e contribuisce all’occupazione per il 5,2%. Se si considerano anche i settori
economici collegati al turismo, quali ad esempio i trasporti, le costruzioni, l’ambiente e la
cultura, il contributo aumenta, superando il 10% del PIL e il 12% dell'occupazione totale 1.
L’Industria del Turismo costituisce, dunque, un settore chiave dell’economia europea, che
può contribuire in modo sostanziale alla crescita, all’occupazione e allo sviluppo sociale
europeo e, in definitiva, all’attuazione della Strategia “Europa 2020”. La Commissione
europea ha di recente rilanciato l’Osservatorio virtuale del turismo2, un portale che raccoglie
informazioni, dati, statistiche e analisi sui flussi e le tendenze del turismo in Europa e nei
Paesi membri. Questo strumento testimonia la necessità e l’importanza di inquadrare il
fenomeno europeo, nelle sue declinazioni nazionali, al fine di migliorare la conoscenza socio-
economica del settore e fondare le politiche pubbliche su evidenze concrete.

2. Il ciclo di vita dell’area turistica
Crescita, redditività e competitività sono i pilastri su cui poggiano le strategie di qualunque
azienda, dalla più piccola che lavora in ambito distrettuale alla più grande che opera su scala
globale. Ed è ormai riconosciuto da tutte le parti che crescita, redditività e competitività
dipendono dalla capacità dell’azienda di portare al mercato soluzioni innovative di prodotto o
servizio in grado di attrarre clienti attuali o potenziali. Dopo la grande rivoluzione turistica del
secondo dopoguerra che ha segnato il passaggio a livello globale da 25 milioni di viaggiatori
internazionali nel 1950 al miliardo e 186 milioni del 2015 (dato WTO), il comparto turistico
europeo si trova oggi da affrontare una nuova sfida. Seguendo il modello del ciclo di vita
dell’area turistica (Touristic Area Life Cycle – TALC), già noto nella letteratura economica
come ciclo di vita del prodotto e utilizzato per spiegare la dinamica del mercato dei beni di
consumo durevoli, il numero di visitatori tende a crescere all’aumentare della notorietà e
dell’organizzazione turistica di un determinato Paese. Da luoghi inesplorati, le destinazioni
turistiche diventano sempre più oggetto di sviluppo e investimenti, fino a trasformarsi in aree
di turismo consolidato. Quando il consolidamento diventa stagnazione, occorre ri-orientare
l’offerta per puntare sul rinnovamento, ossia su nuove forme e tipologie di turismo ed evitare
così il declino. Esattamente come avviene per qualsiasi altro prodotto dell’industria
manifatturiera.

1
    CDP Studio di settore n.07 – febbraio 2016, p. 33.
2
    https://ec.europa.eu/growth/tools-databases/vto/home.

                                                       1529
Fig. 1. Il ciclo di vita dell’area turistica

3. La catena del valore del turismo
Nel corso degli ultimi sessant’anni il turismo ha visto crescere e intensificarsi il suo impatto
sulla realtà socio economica di quasi tutti i Paesi del mondo. Anzi, da attività concentrata
soltanto nelle aree economicamente più avanzate, è andato via via diffondendosi anche nei
Paesi più arretrati, dove è spesso uno dei driver di sviluppo. Il suo peso in termini di PIL e
occupazione è di estremo rilievo non solo per gli effetti legati direttamente alla spesa dei
turisti, ma anche per l’impatto in numerosi altri comparti, grazie alla fitta rete di relazioni
esistenti tra il turismo e le altre attività economico produttive del Paese.
I turisti abitualmente spendono il loro denaro in una grande varietà di beni e servizi, per
trasporti, alloggi, divertimenti, musei, vitto e altro ancora. Si è detto di come il prodotto
turistico sia costituito da un insieme di beni e servizi sostanzialmente eterogenei sul piano
merceologico e accomunati solamente dal tipo di bisogno soddisfatto. Appare evidente
dunque come il turismo sia strettamente connesso a moltissimi comparti, coinvolgendo nel
suo sviluppo l’intera economia. I settori interessati, in maniera più o meno intensa, dalle
attività turistiche sono, solo per citarne alcuni:
    - i trasporti, che del turismo sono un driver imprescindibile: una località non sarà
         turistica fin tanto che non sarà raggiungibile;
    - la tipicità, ovvero il “Made in” (moda, artigianato, agro-alimentare), in quanto
         attrattore di flussi turistici e motivazione della scelta di viaggio, ma anche perché
         oggetto di acquisto da parte del turista, sia durante la sua permanenza, sia una volta
         rientrato a casa;
    - i servizi pubblici locali e il settore edile, dato che la “qualità” delle città e degli
         agglomerati urbani rappresenta oggi un importante fattore per l’attrazione dei flussi
         turistici;
    - l’ICT, per il rivoluzionario impatto che il digitale ha avuto per il settore;
    - la “green economy”, per il ruolo sempre più rilevante che la sostenibilità ambientale,
         sociale ed economica sta assumendo per un crescente numero di turisti;
    - il settore dei beni culturali e del restauro, per l’indiscutibile peso del turismo di tipo
         culturale;

                                                  1530
-     l’industria creativa, il cui rapporto con il turismo passa principalmente per beni
         intangibili, legati alle tradizioni, agli stili di vita, alla contemporaneità di un Paese,
         coinvolgendo nella creazione dell’offerta turistica l’intera popolazione, e interessando
         anche attività come gli eventi e gli spettacoli.
Il rilancio dell’Industria del Turismo non passa quindi unicamente in un rinnovamento
infrastrutturale finalizzato alla ricettività, ma anche e soprattutto per la capacità di intercettare
tecnologie emergenti in tutti questi comparti di complementarietà, quasi si trattasse di una
“catena del valore del turismo”, utilizzando il celebre modello teorizzato da Micheal Porter.
La catena del valore è uno strumento che serve a valutare in maniera dinamica il vantaggio
competitivo di una struttura. Secondo Porter un’organizzazione è vista come un insieme di 9
attività, di cui 5 primarie e 4 di supporto: le attività primarie sono quelle che contribuiscono
direttamente alla creazione del prodotto o del servizio; quelle di supporto sono funzionali alle
precedenti in termini di creazione di valore. Se applichiamo quello modello al comparto
turistico, possiamo senz’altro dire che ricettività, trasporti, sicurezza, ambiente e beni culturali
contribuiscono in maniera determinante alla creazione di valore, ma le tecnologie ict, i servizi,
le tipicità di un luogo e l’industria creativa diventano leve imprescindibili.

                               Fig. 2. La catena del valore del turismo

La Ricerca e l’Innovazione sono dunque fattori abilitanti per la crescita ed il riposizionamento
strategico dell’offerta turistica in Europa.

4. Horizon 2020, il programma quadro per ricerca e innovazione
Nonostante non esista una linea di intervento, un programma o uno strumento finanziario
dedicato esclusivamente al turismo, il finanziamento europeo delle iniziative turistiche è stato
tradizionalmente realizzato nell’ambito della politica di coesione, tramite il supporto dei fondi
strutturali, principalmente il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR). La Ricerca e
l’Innovazione, al contrario, vengono finanziati dalla Commissione europea in maniera
continuativa e strutturata dal 1984 tramite i Programmi Quadro per la Ricerca (PQ), che
tutt’oggi rappresentano il principale strumento attuativo di sostegno alla politica comunitaria
in materia di scienza e tecnologia. Horizon 2020 è il Programma di finanziamento in corso per
la Ricerca e l’Innovazione e rappresenta lo strumento principale dell’Unione europea per il
finanziamento della ricerca in Europa per il periodo 2014 – 2020. Horizon 2020 è il più
importante programma di ricerca finora varato dall’UE, uno dei più grandi del mondo

                                                 1531
finanziato con fondi pubblici ed è lo strumento finanziario di attuazione dell’Unione
dell’Innovazione, una delle 5 iniziative faro della strategia Europa 2020, volta a garantire la
competitività globale dell’Europa. Una delle caratteristiche principali dei Programmi Quadro
è l’approccio “top down” dove la Commissione europea a vincola le priorità su cui fare
Ricerca ed Innovazione, identificando annualmente i bandi che saranno oggetto di
finanziamento nei diversi Programmi di lavoro tematici.

5. Verso una industria del turismo 4.0
Mentre fino al 7° Programma Quadro i Work Program tematici erano orientati principalmente
alla Ricerca intesa come sviluppo di nuova conoscenza, con Horizon 2020 la Commissione
europea ha introdotto una visione maggiormente legata al concetto di Innovazione, ovvero
alla dimensione applicativa della conoscenza che deve essere fortemente orientata al mercato.
Questa scelta è stata certamente indotta dagli obiettivi di crescita economica ed occupazionale
della Strategia “Europa 2020”, ma senza dubbio ha sortito effetti concreti sull’Industria del
Turismo, fino a quel momento di fatto esclusa dalle priorità comunitarie nel campo della
Ricerca. Con il programma Horizon 2020, l’Europa sta finanziando lo studio e la
sperimentazione di nuove tecnologie per la valorizzazione del proprio patrimonio culturale:
nuovi materiali per la protezione di opere d’arte e monumenti, soluzioni innovative per la
conservazione del “cultural heritage” del XX secolo, ma anche la protezione dell’ambiente
come driver per una crescita sostenibile o la tracciabilità di “traditional food”. Sono diversi
infatti i bandi proposti dalla Commissione europea con cui vengono finanziati progetti di
eccellenza che hanno ricadute dirette nella “catena del valore del turismo”. Così come il
processo di “digitalizzazione e di interconnessione del tutto” sta conducendo il comparto
manifatturiero verso una ridefinizione dei propri paradigmi che trovano nel termine Industria
4.0 una dimensione attuativa, l’investimento continuativo in nuove tecnologie, il
coinvolgimento di Università, Centri di Ricerca, Imprese ed Enti Pubblici, attori
imprescindibili dei Programmi Quadro, porteranno l’Industria del Turismo ad una vera e
propria rivoluzione 4.0.

6. I progetti finanziati
L’elenco progetti dalla Commissione europea che stanno contribuendo a questa rivoluzione
tecnologica nel comparto turistico è lungo ed in continua evoluzione. A titolo esemplificativo
e non esaustivo vengono riportati di seguito i riferimenti a sette progetti finanziati le cui
ricadute tecnologiche avranno un forte impatto sulla catena del valore del turismo:

6.1. Nano-Cathedral3
Il progetto Nano-Cathedral ha lo scopo di sviluppare nuove tecnologie e procedure per la
conservazione di materiali lapidei deteriorati negli edifici monumentali ponendo attenzione
alla preservazione dei materiali originari. In particolare il progetto prevede lo sviluppo
di nano-materiali per la conservazione e il restauro applicabili su scala europea attraverso un
lavoro di ricerca condotto su litotipi rappresentativi di aree geografiche, stili e condizioni
climatiche differenti. I prodotti innovativi a base di nano-particelle saranno sperimentati su
cinque cattedrali rappresentative della diversità dei beni culturali europei: il Duomo di Pisa, la
Catterale di Santa Maria di Vitoria Gasteiz in Spagna, la Cattedrale di Ghent in Belgio, il
Duomo di Colonia in Germania e la Cattedrale di Santo Stefano a Vienna in Austria.

6.2. NanoRestArt4

3
    http://cordis.europa.eu/project/rcn/196845_en.html.
4
    http://cordis.europa.eu/project/rcn/196839_en.html.

                                                          1532
Il progetto NanoRestArt affronta il tema della conservazione a lungo termine dell’arte
moderna e contemporanea. Il progetto mira allo sviluppo di materiali specifici per arginare i
fenomeni di degrado che colpiscono una parte considerevole del patrimonio culturale globale,
in particolare le opere realizzate dalla fine del 1800 agli anni ’40 del Novecento che sono
spesso composte da materiali deperibili, come legno, stoffa o realizzate su superfici fragili. La
ricerca di NanoRestArt si basa sull’individuazione della compatibilità fisico-chimica dei
materiali di restauro con i materiali artistici innovativi per ridurre al minimo i rischi di non
conservazione.

6.3. Scan4Reco5
Scan4Reco vuole sviluppare una nuova soluzione portatile, integrata e modulare per una
digitalizzazione automatica in situ del patrimonio culturale. L'obiettivo finale è quello di
creare "surrogati" digitali di alta precisione dei beni culturali, fornendo un quadro dettagliato
sulla loro superficie e sulla struttura volumetrica, dalla composizione materiale e la forma e
struttura dei sottostanti materiali, permettendo il rendering sia tramite tecniche di
visualizzazione o tramite stampa 3D multi-materiale. Questa tecnologia faciliterà
ulteriormente la conservazione, indicando parti o segmenti di beni culturali che necessitiamo
di una imminente protezione e che richiedono una particolare attenzione.

6.4. Oleum6
L’obiettivo di Oleum è quello di garantire la qualità e l’autenticità dell’olio di oliva,
rafforzando l’individuazione e la prevenzione delle frodi. Venti partner provenienti da
quindici paesi porteranno in seno al progetto competenze diverse che spaziano dall’analisi dei
prodotti alimentari, alla legislazione in materia di alimenti, e ancora alla progettazione di
attrezzature industriali, alla bioinformatica, alla comunicazione ed allo scambio di
conoscenze.

6.5. CITY.RISKS7
Il progetto City.Risks sviluppa un ecosistema innovativo di applicazioni mobili che
trasformeranno lo smartphone ed il tablet dei cittadini in uno strumento per raccogliere,
visualizzare e condividere con le autorità e la comunità le informazioni critiche per la
sicurezza. Le applicazioni sviluppate consentiranno di prevenire o attenuare l'impatto degli
episodi di criminalità o di altre minacce alla sicurezza in modo collaborativo. Il progetto
contribuirà ad incrementare la percezione di sicurezza dei cittadini, misurando e convalidando
i risultati in scenari d'uso, attraverso l'implementazione di azioni pilota in diverse città.

6.6. DESTINATIONS8
Il progetto ha l’obiettivo di studiare e sviluppare un set comune di misure e servizi di mobilità
e turismo sostenibile in 6 località turistiche Europee caratterizzate dal fenomeno della
variabilità della domanda di mobilità e trasporto dovuta ai flussi turistici, che rendono le
piccole realtà del tutto simili alle classiche aree urbane delle grandi città per quanto riguarda
la gestione dei servizi e le problematiche legate a congestione, inquinamento e consumi
energetici. Nelle 6 località coinvolte, Funchal (Portogallo), Las Palmas (Spagna), Limmassol
(Cipro), La Valetta (Malta), Isola d'Elba (Italia) e Rethymno, (Grecia), le soluzioni innovative
verranno studiate, definite, implementate e valutate affrontando anche le differenze
organizzative, operative, tecnologiche, di policy e di comportamento della domanda.

5
  http://cordis.europa.eu/project/rcn/197123_en.html.
6
  http://cordis.europa.eu/project/rcn/204671_en.html.
7
  http://cordis.europa.eu/project/rcn/196894_en.html.
8
  http://cordis.europa.eu/project/rcn/204144_en.html.

                                                        1533
6.7. POSEIDON9
Il progetto sviluppa un dispositivo per il rilevamento ottico automatico dell'agente patogeno
della Legionella, un batterio molto pericoloso per la salute dell'uomo, che viene trasmesso da
flussi di aerosol e di acqua contaminata, come nel caso di locali condizionati o con l'uso di
umidificatori. Costituisce un elemento di rischio per tutte le situazioni in cui le persone sono
riunite in uno stesso ambiente, come avviene in hotel, ospedali, piscine, terme e altri luoghi
pubblici, nei quali è in funzione un sistema di condizionamento, di umidificazione, di
trattamento dell'aria o di ricircolo delle acque. La nuova piattaforma assicurerà una rapida
intercettazione ed analisi, consentendo di rilevare in poche ore il batterio e quindi di poter
procedere tempestivamente con le contromisure di disinfezione dell'impianto e controllo delle
persone esposte all'agente patogeno.

7. Conclusioni
La competitività del settore turistico dovrà giocare una partita fondamentale nel campo
dell’innovazione in un mercato globale dove da sempre dominano le imprese ed i sistemi
economici che mettono in primo piano forti componenti di innovazione scientifico‐
tecnologica. La programmazione comunitaria del triennio 2018-2020 di Horizon 2020 sarà
pubblicata ufficialmente dalla Commissione nel prossimo mese di ottobre 2017, ma dagli
“orientation paper” ad oggi disponibili è facilmente ipotizzabile che lo sviluppo tecnologico
delle attività classificate nella catena del valore del turismo avranno un ruolo centrale nei
prossimi piani di lavoro. E forse non è proprio un caso che la Commissione europea abbia
proclamato il 2018 come “The first European year of Cultural Heritage”.

Bibliografia
R.W. Butler, “The concept of a Tourist Area Cycle of Evolution: implications for
management of resources”, marzo 1980.
Cassa Depositi e Prestiti, Studio di Settore n.07 “L’Industria del Turismo, le azioni prioritarie
per valorizzare la destinazione Italia”, febbraio 2016.
Commissione europea, https://ec.europa.eu/culture/european-year-cultural-heritage-2018_en
Commissione europea, http://cordis.europa.eu/projects/home_it.html.
G. Feller, “Il rilancio dell’innovazione nelle imprese italiane”, Harvard Business Review
Italia, numero 6, giugno 2007.
M. Porter,“The Competitive Advantage: Creating and Sustaining Superior Performance”, NY
Free Press, 1985.

9
    http://cordis.europa.eu/project/rcn/194231_en.html.

                                                          1534
Produzione e Città: nuovi contesti urbani
                                             Emanuele Protti
                                 Politecnico di Torino – Torino – Italia
Parole chiave: Industry 4.0, Urban Manufacturing, City, Infrastructure, Platform, Social space.

1. Introduzione
All’interno degli effetti di un nuovo paradigma industriale, identificato come industria 4.0,
assume particolare importanza la ridefinizione del rapporto che sussiste tra città e produzione,
al fine di indagare come l’evoluzione dei processi industriali conduca di riflesso ad una
trasformazione dello spazio e delle relazioni al suo interno.
Seppur non condividendo una definizione univoca e condivisa, “l’industrie 4.0” o “smart
factory” si pone in antitesi alle rivoluzioni che l’hanno preceduta. La difficoltà
nell’identificare la quarta rivoluzione industriale, nel darne una definizione accurata, deriva
dall’essere concentrata sull’interconnessione piuttosto che su un processo, e di conseguenza
spostare il fulcro d’interesse dal soggetto/i all’atto della comunicazione. Viene così ad
identificarsi il ruolo di potere dell’infrastruttura comunicativa, non solo come strumento ma
come spazio, reale e digitale, delle interazioni. Allo stesso modo, i nuovi processi produttivi
cambiano lo spazio e il ruolo della fabbrica, che ritrova luogo all’interno della città,
ricoprendo la funzione economica e sociale lasciata vuota dalla delocalizzazione. Questo
rinnovato rapporto con il contesto urbano è indagato nella delineazione di valori e proposte
per altri ambiti della città creativa.
Lo studio si focalizza sulle realtà industriali che stanno sperimentando la ricollocazione nello
spazio urbano, fondamentale per una riflessione spaziale e sociale ancora mancante nelle linee
guida dell’industria 4.0.

2. Lo spazio dell’industria 4.0
Nella storia dell’umanità, questa dichiarata imminente rivoluzione è preceduta da altre tre
rivoluzioni industriali: la prima, a partire dalla seconda metà del XVIII secolo e intensificatasi
per tutto il XIX secolo, attraverso l’introduzione di impianti di produzione meccanica. La
seconda, definitasi a partire da metà del XIX secondo grazie all’introduzione
dell’elettrificazione, del motore a scoppio e all’organizzazione scientifica del lavoro. Infine la
terza rivoluzione industriale, chiamata anche “rivoluzione digitale”, attiva dagli anni settanta
del XX secolo, quando l’elettronica avanzata e la tecnologia dell’informazione svilupparono
ulteriormente l’automazione dei processi produttivi1. L’introduzione dell’ “Era della
meccanizzazione”2 e la portata dei processi che hanno caratterizzato i tempi di queste
rivoluzioni, si sono resi catalizzatori di un’innovazione che ha segnato non solo i campi
tecnici e industriali ma l’intera struttura spaziale e sociale. Una ridefinizione che ha trovato
all’interno dello spazio urbano, nella Città, il luogo predefinito per l’interazione e la
condensazione di nuovi modelli. La lettura dell’urbano, attraverso l’evoluzione dei processi
industriali, identifica la città del XX e XXI secolo come fortemente “manipolata” dal rapporto
con la produzione che ne ha trasformato le pratiche spaziali, temporali e comportamentali. 3
Una trasformazione che è in atto tuttora e che è nostro obiettivo analizzare.
L’industria 4.0 si delinea, per la prima volta, come una rivoluzione industriale a priori, non
osservata ex-post. Un anomalo caso che declina le sue incertezze all’interno della sua stessa

1
  R. Drath, A. Horch, Industrie 4.0: Hit or Hype?, in IEEE Industrial Electronics Magazine, 8, 2014, pp. 56-58.
2
  S. Giedion, “Mechanization Takes Command”, Oxford, Oxford University Press, 1948.
3
  P. Panerai, J. Castex, J. C. Depaule, Urban forms the death and life of the urban block, Orford, MA:
Architectural Press, 2004.

                                                      1535
Puoi anche leggere