La città, il viaggio, il turismo nell'epoca dell'industria 4.0: esternalità positive e negative
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La città, il viaggio, il turismo nell’epoca dell’industria 4.0: esternalità positive e negative Il processo di “digitalizzazione e di interconnessione del tutto”, da oltre un ventennio in ascesa esponenziale, sta determinando nuovi paradigmi e cardini della geografia mondiale, annullando preesistenti confini fisici e facendone emergere nuovi virtuali: uno scenario che trova nel termine Industria 4.0 la sua concretizzazione. L’espressione Industria 4.0 è stata usata per la prima volta alla Fiera di Hannover nel 2011 in Germania. A ottobre 2012 un gruppo di lavoro dedicato all'Industria 4.0, presieduto da Siegfried Dais della multinazionale di ingegneria ed elettronica Robert Bosch GmbH e da Henning Kagermann della Acatech (Accademia tedesca delle Scienze e dell’Ingegneria) presentò al governo federale tedesco una serie di raccomandazioni per la sua implementazione. L’8 aprile 2013, all’annuale Fiera di Hannover, fu diffuso il report finale del gruppo di lavoro. Lo scorso novembre 2015 il Ministero per lo sviluppo economico ha annunciato un documento intitolato “Industry 4.0, la via italiana per la competitività”, con sottotitolo “Come fare della trasformazione digitale dell’industria una opportunità per la crescita e l’occupazione”, nel quale ha indicato la propria strategia d’azione. Finora la macchina a vapore, il motore a scoppio e l’informatica sono stati considerati elementi caratterizzanti le tre rivoluzioni industriali occidentali, la quarta rivoluzione industriale, attualmente in atto, si sta concretizzando proprio nella interconnessione totale di cose e persone. In tale frame in ogni ambito, culturale, scientifico, sociale, occorre una seria riflessione delle riverberazioni e delle esternalità che tale rivoluzione determina, con l’ulteriore difficoltà di una maggiore complessità di indagine legata al fatto che gli effetti prodotti sono sistemici e dunque non affrontabili tematicamente ma in logica integrata. Quali le declinazioni di tale rivoluzione alla città, al viaggio e al turismo? A questa domanda, rispondono gli scritti che seguono, che forniscono le riflessioni di ricercatori, studiosi, professionisti e operatori di settore. Gli interrogativi sono tanti e complessi: quanto, ad esempio, la digitalizzazione e interconnessione del tutto alimenta i processi urbani di co-creazione di valore, soprattutto nell’ulteriore specificità di aree urbane periferiche o aree rurali? Quanto essa diventa fattore di catalizzazione di fenomeni di accoglienza in questo particolare momento storico e quanto invece è co-responsabile di alienazione umana? Il piano Industria 4.0 previsto nella prossima legge di stabilità punta a mobilitare nel 2017 investimenti privati aggiuntivi per 10 miliardi, 11,3 miliardi di spesa privata in ricerca, sviluppo e innovazione con focus sulle tecnologie, più 2,6 miliardi di euro per gli investimenti privati early stage. In tale prospettiva quanto le nuove tecnologie di virtualizzazione di siti museali, culturali, artistici e ambientali contribuiranno a rafforzare gli attrattori turistici e quanto invece esse potranno determinare una riduzione dei flussi turistici e dei relativi viaggi. Infine come coniugare il concetto di identità storica urbana o ad esempio di originalità artistica sotto l’effetto distorsivo dell’impiego di tecnologie di fruizione remota del bene? In conclusione, dunque, il tema dell’interferenza, sia positiva che negativa, delle azioni concretizzate nel piano Industria 4.0 con quello di elementi quali la città, il viaggio e il turismo, è il cuore centrale dei saggi di seguito raccolti. Stefano de Falco 1517
Turismo e smart cities nel paradigma Industria 4.0 Stefano de Falco Università di Napoli Federico II – Napoli – Italia Parole chiave: smart cities, turismo, industria 4.0, innovazione, geografia. 1. Introduzione: Il processo di “digitalizzazione e di interconnessione del tutto”, da oltre un ventennio in ascesa esponenziale, sta determinando nuovi paradigmi e cardini della geografia mondiale, annullando preesistenti confini fisici e facendone emergere nuovi virtuali: uno scenario che trova nel termine Industria 4.0 la sua concretizzazione. In tale frame in ogni ambito, culturale, scientifico, sociale, occorre una seria riflessione delle riverberazioni e delle esternalità che tale rivoluzione determina, con l’ulteriore difficoltà di una maggiore complessità di indagine legata al fatto che gli effetti prodotti sono sistemici e dunque non affrontabili tematicamente ma in logica integrata. Quali le declinazioni di tale rivoluzione alla città, al viaggio e al turismo? A questa domanda, questo contributo ambisce a fornire argomentazioni e riflessioni, attraverso un riesame della letteratura di settore, che inducano elementi circa il nuovo carattere “intelligente” che una città deve possedere per soddisfare le nuove dinamiche esigenze della domanda turistica e relativi alla propensione che l’utente-turista manifesta nel fenomeno di adozione delle nuove tecnologie di pianificazione turistica, di fruizione esperienziale e di gestione dei dati raccolti da tale esperienza. 2. La propensione dei turisti a fruire di servizi smart L’espressione Industria 4.0 è stata usata per la prima volta alla Fiera di Hannover nel 2011 in Germania. A ottobre 2012 un gruppo di lavoro dedicato all’Industria 4.0, presieduto da Siegfried Dais della multinazionale di ingegneria ed elettronica Robert Bosch GmbH e da Henning Kagermann della Acatech (Accademia tedesca delle Scienze e dell’Ingegneria) presentò al governo federale tedesco una serie di raccomandazioni per la sua implementazione. L’8 aprile 2013, all’annuale Fiera di Hannover, fu diffuso il report finale del gruppo di lavoro. In tale frame, anche la domanda turistica si sta conformando allo scenario digitale e sta divenendo sempre più esperta e qualificata con impatti rilevanti sull’elemento cardine dei fenomeni turistici rappresentato dalla città. L’adeguamento a tali trasformazioni digitali sta determinando modifiche strutturali di molte funzioni urbane e di elementi fisici del contesto urbano, quali, ad esempio, stazioni ferroviarie, aeroporti e terminali marittimi che sono i primi ad essere interessati dai flussi turistici e, pertanto, i primi a dover erogare servizi tecnologicamente avanzati (mappe interattive, mappe ontologiche, guide turistiche virtuali, beacon systems, realtà aumentata e così via. Si veda l’Appendice). Smartphone, telefoni cellulari avanzati con funzionalità di accesso ai dati e una moltitudine di applicazioni software, svolgono un ruolo sempre più importante nella vita quotidiana di un turista e nelle fasi pre e post attività turistica, in termini di pianificazione del viaggio e soggiorno prima della partenza e di memorizzazione ed elaborazione di dati acquisiti durante il viaggio nella fase post. Il rapporto tra turismo e tecnologia può essere spiegato anche solo osservando dati oggettivi. Da un lato si ha che la stragrande maggioranza dei consumatori di entrambe le economie, sviluppate ed emergenti, possiede un telefono cellulare e in quella maggioranza la percentuale di proprietà di smartphone è in aumento (Nielsen Research, 2013). 1519
Allo stesso tempo, i dati sul turismo internazionale dicono che esso ha continuato ad espandersi e l’Organizzazione Mondiale del Turismo delle Nazioni Unite ha stimato che nel 2013 i turisti internazionali erano più di 1 miliardo con ricavi di 1,4 trilioni di dollari (UNWTO, 2014). Se il rapporto tra tecnologia e turismo è evidente da semplici osservazioni, va, invece, approfondita la propensione dei turisti rispetto alla adozione delle nuove tecnologie e alle modalità con cui questa è rilevata nella letteratura scientifica di settore. Modelli di accettazione tecnologica (in inglese noti come TAMs, Technological Acceptance Models) come quelli proposti da Venkatesh et al. (2003), Venkatesh et al. (2012) e altri forniscono un quadro per analizzare le decisioni di adozione delle tecnologie, ma si concentrano principalmente sui fattori di input che contribuiscono all’adozione della tecnologia, piuttosto che sui fattori di output legati ai comportamenti di utilizzo delle nuove tecnologie da parte dei turisti. Altri studi sull’utilizzo della tecnologia mobile tra i turisti (ad esempio Bader et al., 2012; Lai, 2015; Kim et al., 2008; No & Kim, 2014; Oh et al., 2009) si sono orientati, in questi anni recenti, a spiegare la fase preliminare dell’utente-turista, ossia a capire le motivazioni della sua intenzione di adottare la tecnologia, piuttosto che indagare specifici comportamenti d’uso una volta che la tecnologia sia già stata adottata. Comprendere come i turisti stiano utilizzando le loro tecnologie mobili è importante perché, come hanno dimostrato alcuni autori (Neuhofer et al., 2014), la tecnologia ha il potenziale di migliorare significativamente l’interazione tra imprese e consumatori nel contesto turistico, portando ad un’esperienza personalizzata rispetto ai bisogni e gusti del turista. 3. La necessità di un approccio olistico alle smart cities per il turismo Con la rapida crescita delle tecnologie informatiche basate su internet, le applicazioni di comunicazione informatica e tecnologie (ICT), in questi ultimi anni,sono diventate un argomento principale sia nel dibattito scientifico e sia tra gli attori del settore turistico (Buhalis & Deimezi, 2004; Wu, 2004 , Chen & Yung, 2004, Wu & Chang, 2006, Alvarez et al., 2007, Buhalis & Law, 2008, Law & Cheung, 2009, Hjalager, 2010, Pena & Jamilena, 2010, Aldebert et al. El-Gohary, 2012; Berne et al., 2012). Per sopravvivere in un mercato fortemente dinamico, gli operatori del settore turistico sono obbligati a far fronte rapidamente al cambiamento delle richieste dei clienti in termini di prodotti e servizi richiesti (Berne et al., 2012). Con lo sviluppo di dispositivi wireless e mobili, le applicazioni di tecnologia mobile sono attualmente considerate come uno dei canali di distribuzione chiave attraverso i quali gli addetti possono fornire i propri servizi (Burgess et al., 2012; Wang et al., 2012; Xiang et al., 2015; Law et al., 2015; Murphy et al., 2016). Pertanto, gli utenti possono accedere istantaneamente alle informazioni rilevanti in qualsiasi momento e da qualsiasi luogo utilizzando dispositivi mobili (Bart et al., 2014; Xiang et al., 2015). Il trend sull’utilizzo dei cellulari presenta dati di diffusione geografica molto rapida: cinque miliardi di persone nel mondo hanno un telefonino, e ancora di più sono gli abbonamenti sottoscritti, pari a 7,4 miliardi complessivi. Che, poi, è lo stesso numero cui ammonta l’intera popolazione mondiale a maggio 2016. Lo rivela il Mobility Report di Ericsson 2016. Se è ancora in lieve maggioranza chi possiede un cellulare tradizionale (3,7 miliardi gli abbonamenti sottoscritti finora), rispetto a chi ha già in uso uno smartphone (fermi nel 2016 a quota 3,4 miliardi di abbonamenti), le schede sim associate agli smartphone supereranno per numero quelle relative ai telefoni cellulari nel terzo trimestre dell’anno 2016, tra luglio e settembre. Entro il 2021, prosegue il rapporto sulla mobilità di Ericsson, le sottoscrizioni associate a smartphone raddoppieranno, passando da 3,4 a 6,3 miliardi. Smartphone e cellulari, tuttavia, verranno a loro volta superati dall’Internet of Things, cioè gli oggetti connessi. Gli analisti, 1520
infatti, prevedono che entro il 2018 nel mondo si conteranno più dispositivi connessi a internet che telefonini. Attualmente esistono tre principali tecnologie mobili: i codici QR (Canadi, Höpken & Fuchs, 2010), i siti web mobili (Tsiotsou & Ratten, 2010) e le applicazioni mobili (Dickinson et al., 2014; Lai , 2013), che costituiscono la tipologia più diffusa e ampiamente utilizzata nell’industria del turismo. Nella maggior parte dei lavori di ricerca, riportati nella letteratura di settore, incentrati sul tema del rapporto tra tecnologia e turismo (Bigne et al., 2008; Chen & Yung, 2004; Law et al., 2009; Mallat et al., 2003; Ronnie et al., 2005; Wu et al., 2008; Wu & 2006; Stamboulis & Skayannis, 2003), le ICT sono state ampiamente esplorate dal punto di vista della loro capacità di migliorare l'efficienza operativa e l’esperienza dei clienti nel settore turistico e non si è indagato il ruolo degli effetti legati alla adozione di tecnologie mobili dalla prospettiva dell’innovazione organizzativa. In realtà, invece, l’adozione di una tecnologia mobile è un problema complesso che conduce ad una serie di decisioni aziendali strategiche piuttosto che a una sola decisione. 4. Conclusioni Il miglioramento dell’offerta turistica rappresenta uno dei principali obiettivi delle politiche di sviluppo mirate a migliorare l’immagine delle città e il rilancio competitivo urbano, ma uno sviluppo strategico territoriale non può essere basato solo ed esclusivamente sulla realizzazione di servizi avanzati in logica smart(guide turistiche virtuali, realtà aumentata, sistemi Beacon, e così via). Al contrario, esso dovrebbe essere il risultato di un accurato progetto di nuova funzionalizzazione e organizzazione dell’offerta urbana, che dovrebbe essere in grado di integrare le varie direttrici secondo cui intercettare i bisogni turistici (sicurezza, mobilità, accesso selettivo alle informazioni, alloggio, e così via). Il turismo è un’attività antropologica esperienziale non lineare nella quale la percezione soggettiva non è proporzionale alla sommatoria dei fattori attraenti, ma è legata alla capacità che i posti visitati e la loro forma di fruizione, sempre più basata su tecnologia evoluta, manifestano nel suscitare emozioni nel singolo turista. Appare evidente, quindi, la sottile linea di confine che in tale scenario 4.0 viene a configurarsi tra le funzioni di ausilio e meta facilitazione da un alto e distorsione dall’altro che possono essere attribuiti ad una tecnologia smart di impiego turistico. Bibliografia Abacus International, 2011. New Technology and Innovation Critical for Continued Growth in Travel. Retrieved August 31, 2015, from http://www.4hoteliers.com/features/article/6366 Aldebert B, Dang RJ, Longhi C. 2011. Innovation in the Tourism Industry: The Case of Tourism@. Tourism Management 32(5): 1204–1213. Alvarez LS, Martin AMD, Casielles RV. 2007. Relationship Marketing and Information and Communication Technologies: Analysis of Retail Travel Agencies. Journal of Travel Research 45(4): 453–463. Bader A, Baldauf M, Leinert S, Fleck M, Liebrich A. 2012. Mobile tourism services and technology acceptance in a mature domestic tourism market: the case of Switzerland. In Information and Communication Technologies in Tourism 2012, Fuchs M, Ricci F, Cantoni L (eds). Springer-Verlag/Wien: Vienna; 296–307. Bart Y, Stephen AT, Sarvary M. 2014. Which Products are Best Suited to Mobile Advertising? A Field Study of Mobile Display Advertising Effects on Consumer Attitudes and Intentions. Journal of Marketing Research 51(3): 270–285. Berne C, Garcia-Gonzalez M, Mugica J. 2012. How ICT Shifts the Power Balance of Tourism Distribution Channels. Tourism Management 33(1): 205–214. 1521
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Una metodologia evoluzionistica per lo sviluppo urbano Italo Del Gaudio Associazione Italiana Cultura per il Trasferimento Tecnologico – Napoli – Italia Parole chiave: socio economia, frattale, cyber, quartieri spagnoli, rue des bouchers. 1. Napoli: città tutta da scoprire Negli ultimi tempi scrittori napoletani e non, si stanno sbizzarrendo a cercare ed a descrivere tutta una serie di eccellenze e di primizie che la città di Napoli ha espresso nella sua storia più o meno recente e, proprio mentre mi accingo a scrivere questo lavoro, apprendo in anteprima dalla rete che “la finanza è nata a Napoli con i cosiddetti banchi pubblici, negli anni a cavallo tra il 1400 e il 1500”. Il ritrovamento delle fedi di credito con cui fu pagato Caravaggio per un quadro (Madonna con bambino in un coro di angeli) che non fu mai ritrovato e i documenti che attestano il pagamento del Cristo Velato dello scultore Sanmartino mi offrono lo spunto per descrivere una delle caratteristiche che contraddistinguono la metodologia per la pianificazione economica e territoriale oggetto del presente lavoro, con l' ambizioso obiettivo di collegare il glorioso passato col futuro mediante le potentissime tecnologie informatiche e telematiche che nel frattempo si sono rese disponibili per far evolvere i degradati quartieri spagnoli in un fiore all' occhiello tale da contribuire positivamente allo sviluppo economico della Città. 2. La Cyber Socio Economia Frattale Il concetto informatore che ha portato a coniare la locuzione di Cyber Socio Economia Frattale si basa sulla seguente considerazione: dalla più piccola unità sociale, persona, nucleo familiare, tribù o comunità che sia, fino alle grandi aggregazioni di province o stati, la struttura comune che le caratterizza è costituita da un numero limitato ed economicamente e matematicamente descrivibile di blocchi elementari funzionalmente definiti e connessi attraverso flussi quantificabili economicamente. Una famiglia, una tribù o una comunità, un' azienda, un laboratorio di ricerca, sono costituiti da raggruppamenti di individui capaci di produrre, con la loro attività, un valore aggiunto che si trasforma in reddito che in parte serve a procurarsi beni di consumo per la sopravvivenza delle singole individualità, in parte in risparmio e in beni immobili e così via. Inoltre ogni frattale socioeconomico di una certa dimensione può essere descritto come aggregazione di frattali di ordine inferiore collegati tra di loro da flussi di beni e servizi che possono provenire o fluire dall'interno del frattale stesso, da e verso frattali contigui o molto remoti, come capita ad aziende che esportano o importano beni o servizi da altre regioni o paesi. I blocchi frattali possono essere caratterizzati come entità territoriali o geografiche ma anche come entità sovraterritoriali perché costituite da blocchi funzionalmente strettamente legati ma appartenenti a territori geografici diversi. Sostanzialmente si tratta di definire le funzioni matematiche che legano tra di loro i flussi economici entranti, i flussi economici uscenti, i capitali investiti ed immobilizzati, il numero di addetti, l'utile di esercizio, la potenziale ricaduta economica (nel caso di istituzioni) e così via. Questa descrizione, potrà anche essere ricavata parametricamente da serie storiche precedenti mediante metodologie di intelligenza artificiale che aggiornano continuamente il processo. Ma la cosa innovativa, che può rendere la metodologia estremamente dinamica, consiste nel fatto che i dati relativi ai diversi frattali, che vengono definiti dagli studiosi in un sito di background, verranno introdotti dai soggetti costituenti gli stessi in rete 1525
Ciò garantisce un continuo aggiornamento da parte dai registri delle imprese, delle camere di commercio, delle unioni degli industriali, delle associazioni di categoria, dei privati, di enti di ricerca, istituti bancari, ministeri e così via. In background si costruirà un modello matematico del frattale i cui dati verranno, sapientemente ottenuti vagliando e pesando i dati forniti dal social network e pertanto alimentati dal Cyber Spazio. 3. La persona fisica (la particella di Higgs dell¶universo socioeconomico) Seguendo i criteri sopra indicati proviamo a definire l’elemento base di ogni frattale socioeconomico che è un essere umano, senza il quale non esisterebbe alcuna aggregazione sociale ne alcuna forma di economia. Un essere umano per sopravvivere deve consumare cibo, proteggersi dalle intemperie e da altre condizioni ambientali aggressive, quindi, in sostanza richiede un apporto di risorse economiche che ne consentano la sopravvivenza . Non è questa la sede per approfondire le notazioni, le formulazioni, gli algoritmi e le euristiche da sviluppare per descrivere il comportamento socio economico della persona perchè questi argomenti dovranno essere affrontati da team costituiti da economisti, sociologi, matematici e storici, perchè, non sembri irriverente, ma Michelangelo, Raffaello o Vivaldi, oltre al compenso percepito per le opere prodotte hanno generato fenomeni economici ricostruibili attraverso la valutazione dei flussi di visitatori che affollano i musei che ospitano le loro opere, gli eventi organizzati per la divulgazione delle stesse e così via. 4. Le aggregazioni di persone fisiche come frattali Le persone fisiche, nel nostro schema, vanno analizzate per classi sociali, categorie, professioni etc. da individuare a cura degli studiosi di sociologia, in base ai diversi comportamenti economici. In ogni caso ogni frattale potrà essere caratterizzato da flussi economici entranti caratterizzati dalle diverse aree di provenienza dei proventi, da flussi economici uscenti per beni di consumo, beni mobili e immobili acquisiti, servizi pubblici e privati , tasse etc. Nonché da capitali immobilizzati e/o investiti. Le persone fisiche si aggregano spontaneamente o vengono aggregate a loro volta sotto forma di aziende produttive di beni materiali e immateriali, servizi pubblici o privati e le forme più svariate di istituzioni aventi le funzioni più varie. 5. Il cyberspazio come supporto vivo alla sperimentazione la Socio Economia Frattale per definizione trova la sua localizzazione nel cyberspazio in sedi diverse come cloud, domini , portali e simili, funzionalizzati alle diverse esigenze che qui di seguito vengono descritte: 5.1. La sede della realtà Può essere simile a un social network nel quale, in maniera anagrafica i frattali socioeconomici vengono registrati, corredati dei dati economicamente e socialmente rilevanti, costantemente aggiornati dagli operatori stessi e dagli enti pubblici e privati del caso, come comuni, regioni, associazioni di categoria, camere di commercio, unione degli industriali e così via. 5.2. La sede degli studiosi, dei ricercatori e degli sperimentatori Questo spazio può essere paragonato a un Blog munito di biblioteca per depositarvi pubblicazioni, appunti, schemi e simili per consentire la libera contaminazione delle idee, 1526
lavori di gruppo e simili, aventi come obiettivo la rappresentazione in formule, algoritmi ed euristiche dei fenomeni socio economici che si presentano nella evoluzione temporale dei frattali di diverso ordine. 5.3. La palestra dello sperimentatori In questo portale, sito, dominio o social network, anch’ esso assimilabile a un Blog multi gestito gli studiosi, ricercatori o sperimentatori possono inserire i sistemi da loro concepiti ed effettuare le relative evoluzioni al variare di parametri, variabili, condizioni al contorno e quant’altro. 5.4. lo spazio della realtà virtuale I componenti sviluppati e testati in palestra convergeranno, quando maturi, in questo spazio in cui interi frattali individuati nello spazio delle realtà consentendo di studiarne gli sviluppi in diversi scenari, situazioni e modalità di evoluzione, per studiare le soluzioni ideali di conduzione. 6. I quartieri spagnoli I quartieri spagnoli iniziarono ad essere costruiti nel 1500 per far insediare le guarnigioni militari spagnole destinate alla repressione di possibili rivolte del popolo napoletano, oppure come alloggio temporaneo per viaggiatori in transito nella città. La collocazione dei militari e la precarietà degli altri ospiti favorirono, fin dal principio la criminalità e soprattutto prostituzione, che nemmeno le apposite leggi promulgate dal viceré di Napoli, don Pedro de Toledo, riuscirono a contenere, consentendone la “tradizione” fino ai nostri giorni. É importante però notare che questo stato di degrado sociale e ambientale mentre si accetta per i quartieri periferici delle grandi metropoli non dovrebbe essere tollerato per un territorio estremamente centrale per la città di Napoli: la posizione dei quartieri dislocati lungo l’ arteria più popolare della città, con alcuni degli edifici storici che mostrano le monumentali facciate su via Toledo mentre le altre tre pareti accolgono bassi e botteghe fatiscenti è a un tiro di schioppo dalla casa comunale, da piazza del Plebiscito assurta a simbolo della Città, vicinissima alla stazione marittima dalla quale le grandi navi da crociera immettono sul suolo cittadino migliaia di turisti provenienti da tutto il mondo e attualmente servita da tre bellissime stazioni della metropolitana, quella di Piazza Dante , quella di Toledo che ha ricevuto nel 2013 il premio Emirates leaf international e, secondo il Daily Telegraph è la stazione più bella d’ Europa che si addentra, mediante scala mobile e tapis roulant fino a Montecalvario nel cuore dei quartieri e, infine , la stazione Porto (Piazza Municipio).Questa particolare posizione li renderebbe estremamente fruibili ai turisti di di massa a caccia di esperienze gastronomiche di dieta mediterranea locale, di souvenir di artigianato locale, di concerti di mandolino e chitarra e così via, se solo si creassero le condizioni per fornire in maniera sicura , corretta e rilassata i suddetti servizi senza imbattersi in spacciatori, prostitute e travestiti.Da queste considerazioni è scaturita l’idea di applicare la metodologia della Cyber Socio Economia Frattale a questo ambiente paragonandolo, per similitudine al quartiere che circonda Rue des Bouchers a Bruxelles che in un certo senso può rappresentare il punto di arrivo di una operazione di questo tipo.Basandosi sui principi informatori di questa disciplina che prevede che alla base dello sviluppo socio economico vi sia la persona con le sue capacità creative e produttive, si potrebbe effettuare una sorta di censimento di tutte le capacità ed esperienze creative e produttive esistenti in loco. Si pensi, ad esempio alle persone capaci di confezionare alimenti tradizionali con ricette tramandate in famiglia che potrebbero essere addestrate e formate per poterli cucinare secondo le norme HCCP e dei dettami della cucina internazionale e attenendosi alle specifiche mittel europee anche per quanto concerne il costo 1527
del coperto e le mance per organizzare piccoli ristoranti tipici e punti di ristoro.Si tratterebbe di far rinascere, accanto ai ristoranti tradizionali, tradizioni conservate fino a qualche anno fa come la trippa “’o pere e ’o musso”, gli spaghetti “di strada” e il polpo lesso col pepe, le frittelle e le paste crescute e via discorrendo ovviamente tutte rigorosamente certificate HCCP.Inoltre si potrebbero far rinascere antichi mestieri come quelli della realizzazione dei guanti per i quali Napoli era famosa nella produzione “su misura” che vedeva artigiani specializzati operare in anguste botteghe, la lavorazione delle caffettere napoletane realizzae con la bandella stagnata in maniera artigianale, il venditore di “spasso” cioè il carrettino attrezzato con fornello per tostare noccioline, semi di zucca, arachidi etc e munito di fischietto di richiamo azionato a vapore, il “pianino” a schede perforate che riproduce i classici napoletani e, dulcis in fundo i suonatori di chitarra, mandolino e tamburelli che si esibiscono in teatrini opportunamente attrezzati.In sostanza se Napoli è ricordata per la sua veste oleografica è opportuno attrezzarsi perchè il turista la possa vivere in prima persona e nel migliore dei modiOccorrerà poi effettuare un accurato censimento degli edifici e gli ambienti per utilizzarli come ambienti museali, alberghetti, bed and breackfast o “zimmer”.Infine il problema della praticabilità del quartiere, da affrontare in maniera radicale. 7. I luoghi di riferimento La struttura che circonda La rue des Bouchers, dal punto di vista urbanistico non è molto diversa dai quartieri spagnoli anche se meno compatta, ma essendosi da anni stabilizzata come zona di attrazione turistica, è sufficientemente documentata per farne una modellizzazione di confronto mediante la metodologia della CSEF, Infatti intorno alla rue des Bouchers sono localizzati vari ristoranti che offrono le loro specialità gastronomiche.Vi sono inoltre numerosi edifici di interesse architettonico, botteghe artigianali, bar etc. il tutto strutturato per invogliare I turisti ad addentrarsi nel quartiere. La modellizzazione di questo territorio con la metodologia in rete sopra descritta potrà consentire di studiarne le caratteristiche socio economiche per risalire al tenore di vita medio, il livello di occupazione, il grado di soddisfazione e vivibilità degli abitanti e dei visitatori e verificarne la validità di assunzione come punto di riferimento tendenziale dei quartieri spagnoli per trarne indirizzi operativi per eventuali azioni operative di tipo urbanistico e sociale allo scopo di recuperare questo interessantissimo quartiere ad una fruibilità decisamente più gradevole e redditizia per i napoletani e per il mondo. Bibliografia Del Gaudio I., 2015. La Socio economia Frattale, IX Giornata Studio INU. Istituto Nazionale di Urbanistica. De Falco S., Del Gaudio I., 2013. Innovazione d’impresa. v. 1: L,a capacità innovativa. Diogene Edizioni. Forrester J.W., 1967. Industrial dinamics – after the first decade. Massachussets Institute of Technology. Forrester J.W., 1973. System Dynamics Group, i limiti dello sviluppo, verso un equilibrio globale, Mondadori. Hofstadter D., Godel, Escher, Bach: as Eternal Golden Braid. Basic Books, 1979. Mandelbrot B., 1997. Fractals and Scaling in Finance, Selecta, v. E, Springer-Verlag, New York. Mandelbrot B., Hudson R., 2004. The (Mis)Behavior of Markets. A Fractal View of Risk, Ruin, and Reward, Basic Books. Labini P. S., 1988. Saggio sulle classi sociali, Laterza. 1528
Horizon 2020: un nuovo orizzonte tecnologico per una Industria del Turismo 4.0 Paolo Neri Warrant Group s.r.l. – Correggio (Re) – Italia Parole chiave: Industria del Turismo, Horizon 2020, Catena del Valore del Turismo, Ricerca & Innovazione. 1. L’industria del turismo in Europa In Europa il turismo rappresenta, in termini di contributo al PIL e all’occupazione, la terza maggiore attività di rilievo socio-economico dopo i settori del commercio e dell’edilizia. Si tratta peraltro di uno dei pochi comparti ad aver mostrato un impatto positivo sulla crescita economica, sull’occupazione e sullo sviluppo sociale, nonostante la crisi economico- finanziaria e la crescente concorrenza di altre regioni del mondo. In particolare, secondo le stime della Commissione europea, l’Industria del Turismo, nella sua accezione più stretta, conta circa 1,8 milioni di imprese – principalmente PMI – genera tra il 3% e il 5% del PIL dell’UE e contribuisce all’occupazione per il 5,2%. Se si considerano anche i settori economici collegati al turismo, quali ad esempio i trasporti, le costruzioni, l’ambiente e la cultura, il contributo aumenta, superando il 10% del PIL e il 12% dell'occupazione totale 1. L’Industria del Turismo costituisce, dunque, un settore chiave dell’economia europea, che può contribuire in modo sostanziale alla crescita, all’occupazione e allo sviluppo sociale europeo e, in definitiva, all’attuazione della Strategia “Europa 2020”. La Commissione europea ha di recente rilanciato l’Osservatorio virtuale del turismo2, un portale che raccoglie informazioni, dati, statistiche e analisi sui flussi e le tendenze del turismo in Europa e nei Paesi membri. Questo strumento testimonia la necessità e l’importanza di inquadrare il fenomeno europeo, nelle sue declinazioni nazionali, al fine di migliorare la conoscenza socio- economica del settore e fondare le politiche pubbliche su evidenze concrete. 2. Il ciclo di vita dell’area turistica Crescita, redditività e competitività sono i pilastri su cui poggiano le strategie di qualunque azienda, dalla più piccola che lavora in ambito distrettuale alla più grande che opera su scala globale. Ed è ormai riconosciuto da tutte le parti che crescita, redditività e competitività dipendono dalla capacità dell’azienda di portare al mercato soluzioni innovative di prodotto o servizio in grado di attrarre clienti attuali o potenziali. Dopo la grande rivoluzione turistica del secondo dopoguerra che ha segnato il passaggio a livello globale da 25 milioni di viaggiatori internazionali nel 1950 al miliardo e 186 milioni del 2015 (dato WTO), il comparto turistico europeo si trova oggi da affrontare una nuova sfida. Seguendo il modello del ciclo di vita dell’area turistica (Touristic Area Life Cycle – TALC), già noto nella letteratura economica come ciclo di vita del prodotto e utilizzato per spiegare la dinamica del mercato dei beni di consumo durevoli, il numero di visitatori tende a crescere all’aumentare della notorietà e dell’organizzazione turistica di un determinato Paese. Da luoghi inesplorati, le destinazioni turistiche diventano sempre più oggetto di sviluppo e investimenti, fino a trasformarsi in aree di turismo consolidato. Quando il consolidamento diventa stagnazione, occorre ri-orientare l’offerta per puntare sul rinnovamento, ossia su nuove forme e tipologie di turismo ed evitare così il declino. Esattamente come avviene per qualsiasi altro prodotto dell’industria manifatturiera. 1 CDP Studio di settore n.07 – febbraio 2016, p. 33. 2 https://ec.europa.eu/growth/tools-databases/vto/home. 1529
Fig. 1. Il ciclo di vita dell’area turistica 3. La catena del valore del turismo Nel corso degli ultimi sessant’anni il turismo ha visto crescere e intensificarsi il suo impatto sulla realtà socio economica di quasi tutti i Paesi del mondo. Anzi, da attività concentrata soltanto nelle aree economicamente più avanzate, è andato via via diffondendosi anche nei Paesi più arretrati, dove è spesso uno dei driver di sviluppo. Il suo peso in termini di PIL e occupazione è di estremo rilievo non solo per gli effetti legati direttamente alla spesa dei turisti, ma anche per l’impatto in numerosi altri comparti, grazie alla fitta rete di relazioni esistenti tra il turismo e le altre attività economico produttive del Paese. I turisti abitualmente spendono il loro denaro in una grande varietà di beni e servizi, per trasporti, alloggi, divertimenti, musei, vitto e altro ancora. Si è detto di come il prodotto turistico sia costituito da un insieme di beni e servizi sostanzialmente eterogenei sul piano merceologico e accomunati solamente dal tipo di bisogno soddisfatto. Appare evidente dunque come il turismo sia strettamente connesso a moltissimi comparti, coinvolgendo nel suo sviluppo l’intera economia. I settori interessati, in maniera più o meno intensa, dalle attività turistiche sono, solo per citarne alcuni: - i trasporti, che del turismo sono un driver imprescindibile: una località non sarà turistica fin tanto che non sarà raggiungibile; - la tipicità, ovvero il “Made in” (moda, artigianato, agro-alimentare), in quanto attrattore di flussi turistici e motivazione della scelta di viaggio, ma anche perché oggetto di acquisto da parte del turista, sia durante la sua permanenza, sia una volta rientrato a casa; - i servizi pubblici locali e il settore edile, dato che la “qualità” delle città e degli agglomerati urbani rappresenta oggi un importante fattore per l’attrazione dei flussi turistici; - l’ICT, per il rivoluzionario impatto che il digitale ha avuto per il settore; - la “green economy”, per il ruolo sempre più rilevante che la sostenibilità ambientale, sociale ed economica sta assumendo per un crescente numero di turisti; - il settore dei beni culturali e del restauro, per l’indiscutibile peso del turismo di tipo culturale; 1530
- l’industria creativa, il cui rapporto con il turismo passa principalmente per beni intangibili, legati alle tradizioni, agli stili di vita, alla contemporaneità di un Paese, coinvolgendo nella creazione dell’offerta turistica l’intera popolazione, e interessando anche attività come gli eventi e gli spettacoli. Il rilancio dell’Industria del Turismo non passa quindi unicamente in un rinnovamento infrastrutturale finalizzato alla ricettività, ma anche e soprattutto per la capacità di intercettare tecnologie emergenti in tutti questi comparti di complementarietà, quasi si trattasse di una “catena del valore del turismo”, utilizzando il celebre modello teorizzato da Micheal Porter. La catena del valore è uno strumento che serve a valutare in maniera dinamica il vantaggio competitivo di una struttura. Secondo Porter un’organizzazione è vista come un insieme di 9 attività, di cui 5 primarie e 4 di supporto: le attività primarie sono quelle che contribuiscono direttamente alla creazione del prodotto o del servizio; quelle di supporto sono funzionali alle precedenti in termini di creazione di valore. Se applichiamo quello modello al comparto turistico, possiamo senz’altro dire che ricettività, trasporti, sicurezza, ambiente e beni culturali contribuiscono in maniera determinante alla creazione di valore, ma le tecnologie ict, i servizi, le tipicità di un luogo e l’industria creativa diventano leve imprescindibili. Fig. 2. La catena del valore del turismo La Ricerca e l’Innovazione sono dunque fattori abilitanti per la crescita ed il riposizionamento strategico dell’offerta turistica in Europa. 4. Horizon 2020, il programma quadro per ricerca e innovazione Nonostante non esista una linea di intervento, un programma o uno strumento finanziario dedicato esclusivamente al turismo, il finanziamento europeo delle iniziative turistiche è stato tradizionalmente realizzato nell’ambito della politica di coesione, tramite il supporto dei fondi strutturali, principalmente il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR). La Ricerca e l’Innovazione, al contrario, vengono finanziati dalla Commissione europea in maniera continuativa e strutturata dal 1984 tramite i Programmi Quadro per la Ricerca (PQ), che tutt’oggi rappresentano il principale strumento attuativo di sostegno alla politica comunitaria in materia di scienza e tecnologia. Horizon 2020 è il Programma di finanziamento in corso per la Ricerca e l’Innovazione e rappresenta lo strumento principale dell’Unione europea per il finanziamento della ricerca in Europa per il periodo 2014 – 2020. Horizon 2020 è il più importante programma di ricerca finora varato dall’UE, uno dei più grandi del mondo 1531
finanziato con fondi pubblici ed è lo strumento finanziario di attuazione dell’Unione dell’Innovazione, una delle 5 iniziative faro della strategia Europa 2020, volta a garantire la competitività globale dell’Europa. Una delle caratteristiche principali dei Programmi Quadro è l’approccio “top down” dove la Commissione europea a vincola le priorità su cui fare Ricerca ed Innovazione, identificando annualmente i bandi che saranno oggetto di finanziamento nei diversi Programmi di lavoro tematici. 5. Verso una industria del turismo 4.0 Mentre fino al 7° Programma Quadro i Work Program tematici erano orientati principalmente alla Ricerca intesa come sviluppo di nuova conoscenza, con Horizon 2020 la Commissione europea ha introdotto una visione maggiormente legata al concetto di Innovazione, ovvero alla dimensione applicativa della conoscenza che deve essere fortemente orientata al mercato. Questa scelta è stata certamente indotta dagli obiettivi di crescita economica ed occupazionale della Strategia “Europa 2020”, ma senza dubbio ha sortito effetti concreti sull’Industria del Turismo, fino a quel momento di fatto esclusa dalle priorità comunitarie nel campo della Ricerca. Con il programma Horizon 2020, l’Europa sta finanziando lo studio e la sperimentazione di nuove tecnologie per la valorizzazione del proprio patrimonio culturale: nuovi materiali per la protezione di opere d’arte e monumenti, soluzioni innovative per la conservazione del “cultural heritage” del XX secolo, ma anche la protezione dell’ambiente come driver per una crescita sostenibile o la tracciabilità di “traditional food”. Sono diversi infatti i bandi proposti dalla Commissione europea con cui vengono finanziati progetti di eccellenza che hanno ricadute dirette nella “catena del valore del turismo”. Così come il processo di “digitalizzazione e di interconnessione del tutto” sta conducendo il comparto manifatturiero verso una ridefinizione dei propri paradigmi che trovano nel termine Industria 4.0 una dimensione attuativa, l’investimento continuativo in nuove tecnologie, il coinvolgimento di Università, Centri di Ricerca, Imprese ed Enti Pubblici, attori imprescindibili dei Programmi Quadro, porteranno l’Industria del Turismo ad una vera e propria rivoluzione 4.0. 6. I progetti finanziati L’elenco progetti dalla Commissione europea che stanno contribuendo a questa rivoluzione tecnologica nel comparto turistico è lungo ed in continua evoluzione. A titolo esemplificativo e non esaustivo vengono riportati di seguito i riferimenti a sette progetti finanziati le cui ricadute tecnologiche avranno un forte impatto sulla catena del valore del turismo: 6.1. Nano-Cathedral3 Il progetto Nano-Cathedral ha lo scopo di sviluppare nuove tecnologie e procedure per la conservazione di materiali lapidei deteriorati negli edifici monumentali ponendo attenzione alla preservazione dei materiali originari. In particolare il progetto prevede lo sviluppo di nano-materiali per la conservazione e il restauro applicabili su scala europea attraverso un lavoro di ricerca condotto su litotipi rappresentativi di aree geografiche, stili e condizioni climatiche differenti. I prodotti innovativi a base di nano-particelle saranno sperimentati su cinque cattedrali rappresentative della diversità dei beni culturali europei: il Duomo di Pisa, la Catterale di Santa Maria di Vitoria Gasteiz in Spagna, la Cattedrale di Ghent in Belgio, il Duomo di Colonia in Germania e la Cattedrale di Santo Stefano a Vienna in Austria. 6.2. NanoRestArt4 3 http://cordis.europa.eu/project/rcn/196845_en.html. 4 http://cordis.europa.eu/project/rcn/196839_en.html. 1532
Il progetto NanoRestArt affronta il tema della conservazione a lungo termine dell’arte moderna e contemporanea. Il progetto mira allo sviluppo di materiali specifici per arginare i fenomeni di degrado che colpiscono una parte considerevole del patrimonio culturale globale, in particolare le opere realizzate dalla fine del 1800 agli anni ’40 del Novecento che sono spesso composte da materiali deperibili, come legno, stoffa o realizzate su superfici fragili. La ricerca di NanoRestArt si basa sull’individuazione della compatibilità fisico-chimica dei materiali di restauro con i materiali artistici innovativi per ridurre al minimo i rischi di non conservazione. 6.3. Scan4Reco5 Scan4Reco vuole sviluppare una nuova soluzione portatile, integrata e modulare per una digitalizzazione automatica in situ del patrimonio culturale. L'obiettivo finale è quello di creare "surrogati" digitali di alta precisione dei beni culturali, fornendo un quadro dettagliato sulla loro superficie e sulla struttura volumetrica, dalla composizione materiale e la forma e struttura dei sottostanti materiali, permettendo il rendering sia tramite tecniche di visualizzazione o tramite stampa 3D multi-materiale. Questa tecnologia faciliterà ulteriormente la conservazione, indicando parti o segmenti di beni culturali che necessitiamo di una imminente protezione e che richiedono una particolare attenzione. 6.4. Oleum6 L’obiettivo di Oleum è quello di garantire la qualità e l’autenticità dell’olio di oliva, rafforzando l’individuazione e la prevenzione delle frodi. Venti partner provenienti da quindici paesi porteranno in seno al progetto competenze diverse che spaziano dall’analisi dei prodotti alimentari, alla legislazione in materia di alimenti, e ancora alla progettazione di attrezzature industriali, alla bioinformatica, alla comunicazione ed allo scambio di conoscenze. 6.5. CITY.RISKS7 Il progetto City.Risks sviluppa un ecosistema innovativo di applicazioni mobili che trasformeranno lo smartphone ed il tablet dei cittadini in uno strumento per raccogliere, visualizzare e condividere con le autorità e la comunità le informazioni critiche per la sicurezza. Le applicazioni sviluppate consentiranno di prevenire o attenuare l'impatto degli episodi di criminalità o di altre minacce alla sicurezza in modo collaborativo. Il progetto contribuirà ad incrementare la percezione di sicurezza dei cittadini, misurando e convalidando i risultati in scenari d'uso, attraverso l'implementazione di azioni pilota in diverse città. 6.6. DESTINATIONS8 Il progetto ha l’obiettivo di studiare e sviluppare un set comune di misure e servizi di mobilità e turismo sostenibile in 6 località turistiche Europee caratterizzate dal fenomeno della variabilità della domanda di mobilità e trasporto dovuta ai flussi turistici, che rendono le piccole realtà del tutto simili alle classiche aree urbane delle grandi città per quanto riguarda la gestione dei servizi e le problematiche legate a congestione, inquinamento e consumi energetici. Nelle 6 località coinvolte, Funchal (Portogallo), Las Palmas (Spagna), Limmassol (Cipro), La Valetta (Malta), Isola d'Elba (Italia) e Rethymno, (Grecia), le soluzioni innovative verranno studiate, definite, implementate e valutate affrontando anche le differenze organizzative, operative, tecnologiche, di policy e di comportamento della domanda. 5 http://cordis.europa.eu/project/rcn/197123_en.html. 6 http://cordis.europa.eu/project/rcn/204671_en.html. 7 http://cordis.europa.eu/project/rcn/196894_en.html. 8 http://cordis.europa.eu/project/rcn/204144_en.html. 1533
6.7. POSEIDON9 Il progetto sviluppa un dispositivo per il rilevamento ottico automatico dell'agente patogeno della Legionella, un batterio molto pericoloso per la salute dell'uomo, che viene trasmesso da flussi di aerosol e di acqua contaminata, come nel caso di locali condizionati o con l'uso di umidificatori. Costituisce un elemento di rischio per tutte le situazioni in cui le persone sono riunite in uno stesso ambiente, come avviene in hotel, ospedali, piscine, terme e altri luoghi pubblici, nei quali è in funzione un sistema di condizionamento, di umidificazione, di trattamento dell'aria o di ricircolo delle acque. La nuova piattaforma assicurerà una rapida intercettazione ed analisi, consentendo di rilevare in poche ore il batterio e quindi di poter procedere tempestivamente con le contromisure di disinfezione dell'impianto e controllo delle persone esposte all'agente patogeno. 7. Conclusioni La competitività del settore turistico dovrà giocare una partita fondamentale nel campo dell’innovazione in un mercato globale dove da sempre dominano le imprese ed i sistemi economici che mettono in primo piano forti componenti di innovazione scientifico‐ tecnologica. La programmazione comunitaria del triennio 2018-2020 di Horizon 2020 sarà pubblicata ufficialmente dalla Commissione nel prossimo mese di ottobre 2017, ma dagli “orientation paper” ad oggi disponibili è facilmente ipotizzabile che lo sviluppo tecnologico delle attività classificate nella catena del valore del turismo avranno un ruolo centrale nei prossimi piani di lavoro. E forse non è proprio un caso che la Commissione europea abbia proclamato il 2018 come “The first European year of Cultural Heritage”. Bibliografia R.W. Butler, “The concept of a Tourist Area Cycle of Evolution: implications for management of resources”, marzo 1980. Cassa Depositi e Prestiti, Studio di Settore n.07 “L’Industria del Turismo, le azioni prioritarie per valorizzare la destinazione Italia”, febbraio 2016. Commissione europea, https://ec.europa.eu/culture/european-year-cultural-heritage-2018_en Commissione europea, http://cordis.europa.eu/projects/home_it.html. G. Feller, “Il rilancio dell’innovazione nelle imprese italiane”, Harvard Business Review Italia, numero 6, giugno 2007. M. Porter,“The Competitive Advantage: Creating and Sustaining Superior Performance”, NY Free Press, 1985. 9 http://cordis.europa.eu/project/rcn/194231_en.html. 1534
Produzione e Città: nuovi contesti urbani Emanuele Protti Politecnico di Torino – Torino – Italia Parole chiave: Industry 4.0, Urban Manufacturing, City, Infrastructure, Platform, Social space. 1. Introduzione All’interno degli effetti di un nuovo paradigma industriale, identificato come industria 4.0, assume particolare importanza la ridefinizione del rapporto che sussiste tra città e produzione, al fine di indagare come l’evoluzione dei processi industriali conduca di riflesso ad una trasformazione dello spazio e delle relazioni al suo interno. Seppur non condividendo una definizione univoca e condivisa, “l’industrie 4.0” o “smart factory” si pone in antitesi alle rivoluzioni che l’hanno preceduta. La difficoltà nell’identificare la quarta rivoluzione industriale, nel darne una definizione accurata, deriva dall’essere concentrata sull’interconnessione piuttosto che su un processo, e di conseguenza spostare il fulcro d’interesse dal soggetto/i all’atto della comunicazione. Viene così ad identificarsi il ruolo di potere dell’infrastruttura comunicativa, non solo come strumento ma come spazio, reale e digitale, delle interazioni. Allo stesso modo, i nuovi processi produttivi cambiano lo spazio e il ruolo della fabbrica, che ritrova luogo all’interno della città, ricoprendo la funzione economica e sociale lasciata vuota dalla delocalizzazione. Questo rinnovato rapporto con il contesto urbano è indagato nella delineazione di valori e proposte per altri ambiti della città creativa. Lo studio si focalizza sulle realtà industriali che stanno sperimentando la ricollocazione nello spazio urbano, fondamentale per una riflessione spaziale e sociale ancora mancante nelle linee guida dell’industria 4.0. 2. Lo spazio dell’industria 4.0 Nella storia dell’umanità, questa dichiarata imminente rivoluzione è preceduta da altre tre rivoluzioni industriali: la prima, a partire dalla seconda metà del XVIII secolo e intensificatasi per tutto il XIX secolo, attraverso l’introduzione di impianti di produzione meccanica. La seconda, definitasi a partire da metà del XIX secondo grazie all’introduzione dell’elettrificazione, del motore a scoppio e all’organizzazione scientifica del lavoro. Infine la terza rivoluzione industriale, chiamata anche “rivoluzione digitale”, attiva dagli anni settanta del XX secolo, quando l’elettronica avanzata e la tecnologia dell’informazione svilupparono ulteriormente l’automazione dei processi produttivi1. L’introduzione dell’ “Era della meccanizzazione”2 e la portata dei processi che hanno caratterizzato i tempi di queste rivoluzioni, si sono resi catalizzatori di un’innovazione che ha segnato non solo i campi tecnici e industriali ma l’intera struttura spaziale e sociale. Una ridefinizione che ha trovato all’interno dello spazio urbano, nella Città, il luogo predefinito per l’interazione e la condensazione di nuovi modelli. La lettura dell’urbano, attraverso l’evoluzione dei processi industriali, identifica la città del XX e XXI secolo come fortemente “manipolata” dal rapporto con la produzione che ne ha trasformato le pratiche spaziali, temporali e comportamentali. 3 Una trasformazione che è in atto tuttora e che è nostro obiettivo analizzare. L’industria 4.0 si delinea, per la prima volta, come una rivoluzione industriale a priori, non osservata ex-post. Un anomalo caso che declina le sue incertezze all’interno della sua stessa 1 R. Drath, A. Horch, Industrie 4.0: Hit or Hype?, in IEEE Industrial Electronics Magazine, 8, 2014, pp. 56-58. 2 S. Giedion, “Mechanization Takes Command”, Oxford, Oxford University Press, 1948. 3 P. Panerai, J. Castex, J. C. Depaule, Urban forms the death and life of the urban block, Orford, MA: Architectural Press, 2004. 1535
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