GEOGRAFIA Prof. Marcello Tanca ()
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Corso di Laurea: Lettere (L-10) Corso di Studi: Lettere classiche/Lettere moderne/Storia Periodo di erogazione: 2° semestre Durata del corso e crediti attribuiti: 60 ore Università degli Studi di Cagliari frontali (12 cfu) Anno Accademico 2018-2019 GEOGRAFIA Prof. Marcello Tanca (mtanca@unica.it)
Argomento del corso: Il corso ha l’obiettivo di formare conoscenze, abilità e competenze atte ad investigare ed interpretare nella loro dimensione territoriale i processi fisici, economici, sociali e culturali che più incidono sul territorio stesso, al fine di adeguare la conoscenza sociale di tali processi e la capacità di decisione in merito ad essi. Il corso si propone quindi di fornire agli studenti gli strumenti di interpretazione dei fondamentali processi territoriali alle diverse scale. GEOGRAFIA Prof. Marcello Tanca (mtanca@unica.it)
Programma del corso 1) F. Tétart, Il mondo nel 2019 in 200 mappe. Atlante di geopolitica, Gorizia, LEG, 2018 2) A.L. Greyner, G. Dematteis, C. Lanza, Geografia umana. Un approccio visuale, Torino, Utet, 2012. I seguenti capitoli: - 2, La geografia culturale e la globalizzazione - 3, Popolazione e migrazioni - 10, Geografia urbana 2) F. Barteletti, Geografia. Teoria e prassi, Torino, Bollati Boringhieri, 2012. I seguenti capitoli: - 1, La geografia dall'antichità al Medioevo - 2, La geografia dal Medioevo al XVII secolo - 3, La costruzione della geografia moderna: Humboldt e Ritter - 4, La geografia nell'era dell'evoluzionismo - 5, Il possibilismo come reazione al determinismo ambientale
Programma del corso 3) E. dell’Agnese (a cura di), Geo-grafia. Strumenti e parole, Milano, Unicopli, 2009. I seguenti capitoli: - V. della Dora e C. Minca, Regione (pp. 59-84) - E. Squarcina, Carta (pp. 85-94) - M. Schmidt di Friedberg, Ambiente (pp. 165-192) - B. Vecchio, Beni culturali (pp. 219-238) 4) G. de Vecchis, C. Palagiano (a cura di), Le parole chiave della geografia, Roma, Carocci, 2003. I seguenti capitoli: - R. Morri, Complessità (pp. 60-65) - M. Tondinelli, Carta geografica (pp. 90-93) - S. Leonardi, Viaggi e scoperte geografiche (pp. 174-178) - M. Maggioli, Globalizzazione (pp. 225-234) 5) B. Castiglioni B., M. De Marchi, V. Ferrario V., S. Bin, N. Carestiato e A. De Nardi, Il paesaggio 'democratico' come chiave interpretativa del rapporto tra popolazione e territorio: applicazioni al caso veneto, “Rivista Geografica Italiana”, CXVII, 1, 2010, pp. 93-126
Attenzione! Le slide delle lezioni sono parte integrante del programma di esame I non frequentanti devono preparare 2 capitoli a scelta dal libro di E. dell’Agnese (a cura di), Geo-grafia. Strumenti e parole, Milano, Unicopli, 2009 oppure dal libro di G. de Vecchis, C. Palagiano (a cura di), Le parole chiave della geografia, Roma, Carocci, 2003. Gli studenti non frequentanti sono invitati a prendere contatto col docente al seguente indirizzo di posta elettronica: mtanca@unica.it
Che cos’è l’ambiente? Un termine apparentemente banale? ma che, come con molti altri, è aperto e polisemico: non ha un significato universalmente condiviso e una singola definizione e può assumere usato in modi anche molto diversi per fare riferimento a una varietà di cose, entità e processi e così ricoprire un ampio spettro di ambiti e per giustificare particolari posizioni e argomenti: a) In qualità di nozione figurata, nel senso francese di milieu, ambiente significa l'insieme delle condizioni socio-economiche culturali, storiche e geografiche nelle quali noi viviamo b) in ecologia l'ambiente ha essenzialmente carattere spaziale e designa una porzione di spazio con caratteristiche tali da poter contenere vita, oppure suscettibile di contenere vita c) per l’architettura, il design e l’arredamento 'ambiente' è un termine di moda, riferito a uno spazio interna, un vano, un'abitazione ove si vive o si svolge la propria attività Marcello_Tanca_UniCa_2019 d) per l' informatica ambiente è l'insieme dei software e delle componenti grafiche che permettono l'interfaccia tra un utente e un sistema operativo. e) nel diritto si distingue tra: 1) l'ambiente come paesaggio, 2) l'ambiente corne oggetto degli interventi normativi in materia di tutela delle acque, dell'aria e del suolo, 3) l'ambiente in campo urbanistico.
In geografia l’ambiente… 1) non è paesaggio né luogo 2) non è separabile da altre dimensioni della vita sociale (occupazione, salute, politica, turismo, ecc.) 3) assume connotazioni globali, ossia planetarie Marcello_Tanca_UniCa_2019
Thomas Kuhn La struttura delle rivoluzioni scientifiche (1962) Marcello_Tanca_UniCa_2019 • In quest'opera Kuhn introduce il concetto di paradigma scientifico. Un paradigma è al tempo stesso (1)una certa immagine scientifica del mondo e (2)una certa maniera di definire e fare scienza In altre parole un paradigma definisce sia la dimensione teorica (che cosa c’è da conoscere?) del lavoro scientifico che quella operativa (come posso conoscerlo?)
Thomas Kuhn La struttura delle rivoluzioni scientifiche (1962) Marcello_Tanca_UniCa_2019 • La storia della scienza non è un processo di progressivo accumulo di informazioni sul mondo, ma è attraversata da rivoluzioni scientifiche che introducono nuovi paradigmi e, con questi, modificano insieme e nello stesso tempo sia la nostra immagine del mondo sia il modo in cui lavorano gli scienziati • Ruolo della comunità scientifica • Scienza «normale» e rivoluzioni scientifiche
Thomas Kuhn La struttura delle rivoluzioni scientifiche (1962) Scienza normale anomalia anomalia anomalia CRISI Marcello_Tanca_UniCa_2019 mutamento paradigmatico Per KUHN ogni rivoluzione scientifica corrisponde ad un cambiamento radicale di metodo, di strumenti, di oggetti e di linguaggio (incommensurabilità dei paradigmi)
I principali paradigmi geografici Marcello_Tanca_UniCa_2019
I principali paradigmi geografici Marcello_Tanca_UniCa_2019 STADIO STORICO PARADIGMA PARADIGMA DISCIPLINARE CONCETTO GENERALE GEOGRAFICO DI REGIONE stadio mercantile (fino alla seconda meccanica razionale determinismo regione naturale metà del sec. XVIII) stadio paleoindustriale (dalla fine meccanica razionale determinismo regione naturale del secolo XVIII all’inizio del secolo XX) stadio neoindustriale, decollo (prima termodinamica possibilismo regione umanizzata metà del secolo XX) stadio neoindustriale, maturità e strutturalismo funzionalismo regione polarizzata declino (seconda metà del secolo XX) stadio transindustriale, decollo (fine sistema generale complessità regione, sistema aperto secolo XX, inizio secolo XXI)
Paradigmi geografici e ambiente SPAZIO FISICO OMOGENEO I REGIONE CUI CONFINI SONO DETERMINISMO NATURALE DELIMITATI DA ENTITÀ GEOGRAFICHE Marcello_Tanca_UniCa_2019 RELAZIONE UOMO- REGIONE POSSIBILISMO UMANIZZATA AMBIENTE: CAUSALITÀ BIDIREZIONALE STRUTTURA GERARCHICA REGIONE FUNZIONALISMO POLARIZZATA CHE RUOTA INTORNO A UN’AREA DI GRAVITAZIONE SISTEMA REGIONE SISTEMA LOCALE TERRITORIALE SISTEMICA TERRITORIALE
Paradigmi geografici e ambiente SPAZIO FISICO OMOGENEO REGIONE DETERMINISMO I CUI CONFINI SONO NATURALE DELIMITATI DA ENTITÀ GEOGRAFICHE POSSIBILISMO REGIONE UMANIZZATA RELAZIONE UOMO- AMBIENTE: CAUSALITÀ ambiente BIDIREZIONALE = REGIONE STRUTTURA GERARCHICA natura FUNZIONALISMO POLARIZZATA CHE RUOTA INTORNO A UN’AREA DI GRAVITAZIONE Marcello_Tanca_UniCa_2019 ambiente SISTEMA REGIONE SISTEMA LOCALE TERRITORIALE SISTEMICA ≠ TERRITORIALE natura
natura VS ambiente qualità naturali indistinte e ubiquitarie «Natura» è il nome che diamo ad un’entità o ad una serie di proprietà indefinite (il mare, la montagna, ecc.), prive di qualunque connotazione specificamente territoriale. La fisicità del mondo è ricondotta ad una ideale wilderness sospesa fuori dal tempo e dallo spazio La «Natura» precede ogni attribuzione di senso e qualunque progettualità umana Marcello_Tanca_UniCa_2019 realtà diretta qualità ambientali concrete e ubicate (o supposta tale) veicolano informazioni che hanno a che fare con i sistemi di valori e con le pratiche che gli attori mettono in atto nel rapportarsi a determinati contenuti naturali. L’ambiente procede da (nel senso che è l’esito di) un’ attribuzione di senso, valori e e progettualità umana realtà mediata
Paradigmi geografici e ambiente SPAZIO FISICO OMOGENEO REGIONE DETERMINISMO I CUI CONFINI SONO NATURALE DELIMITATI DA ENTITÀ GEOGRAFICHE POSSIBILISMO REGIONE UMANIZZATA RELAZIONE UOMO- AMBIENTE: CAUSALITÀ ambiente BIDIREZIONALE = REGIONE STRUTTURA GERARCHICA natura FUNZIONALISMO POLARIZZATA CHE RUOTA INTORNO A UN’AREA DI GRAVITAZIONE Marcello_Tanca_UniCa_2019 ambiente SISTEMA REGIONE SISTEMA LOCALE TERRITORIALE SISTEMICA ≠ TERRITORIALE natura
I principali paradigmi geografici: il determinismo 1752: data di nascita del concetto di regione naturale Marcello_Tanca_UniCa_2019 P. Buache pubblica l'Essai de géographie physique sur l'espèce de charpente du globe terrestre avec des chaînes de montagnes qui traversent les mers comme les terres nel quale suddivise il territorio francese in bacini fluviali sostenendo che essi erano regioni naturali L’idea di base è la sostanziale continuità tra natura e uomo: il fiume e la sua valle costituiscono una sede che determina in modo naturale le forme di insediamento, di agricoltura e di allevamento L’ambiente fisico (natura) viene considerato la causa, e le forme di uso del territorio l’effetto Philippe Buache (1700-1773)
La regione «naturale» Le regioni Marcello_Tanca_UniCa_2019 climatiche italiane
La regione «naturale» Le regioni climatiche Marcello_Tanca_UniCa_2019 italiane
Marcello_Tanca_UniCa_2019 La regione «naturale»
La regione «naturale» il concetto di bioregione - il suo territorio è un bacino fluviale, una catena Marcello_Tanca_UniCa_2019 montuosa o altra area omogenea per i caratteri naturali degli ecosistemi (clima, suolo, flora, fauna) e per i caratteri sociali degli abitanti (identità storica e culturale, senso di appartenenza) - una bioregione è delimitata dai confini «oggettivi» dei suoi ecosistemi e dai confini «soggettivi» delle sue popolazioni e deve essere ampia da consentire l'integrità degli ecosistemi e piccola affinché le comunità la considerino casa propria - ha dunque un’identità ecologica e un'identità sociale
I principali paradigmi geografici: il determinismo Friedrich Ratzel • Studia geologia e zoologia e si interessa (1844-1904) all’Ecologia di Haeckel • dal 1874 al 1876 viaggia in Nordamerica, Cuba e Messico • conia l'espressione spazio vitale (Lebensraum) Marcello_Tanca_UniCa_2019 • insegna all'Università di Lipsia • Le sue principali opere sono: - Antropogeografia. Geografia dell'uomo, dal 1882 al 1891 - Volkerkunde (Le razze umane), dal 1885 al 1888, in tre volumi - Gli archi africani, loro diffusione e affinità, del 1891 - Geografia politica, degli Stati, del commercio e della guerra, del 1897
I principali paradigmi geografici: il determinismo Friedrich Ratzel (1844-1904) La configurazione della geografia umana (Anthropogeographie) Marcello_Tanca_UniCa_2019 Posizione obiettivo della scienza oggetto Visione organicista del territorio: Terra e uomo Antropogeografia: come realtà unica disciplina di connessione tra Manifestazioni scienze naturali concrete e scienze umane dell’interazione tra uomo e natura POSITIVISMO = RIDUZIONISMO FISICALISTA
la natura precede (ed è esterna) alla storia umana Friedrich Ratzel (1844-1904) caratteristiche fisiche del suolo, NATURA posizione geografica, clima, ecc. Marcello_Tanca_UniCa_2019 struttura e valori sociali UOMO capacità tecniche cultura, demografia
Come funziona una descrizione determinista del mondo? Friedrich Ratzel (1844-1904) • La realtà geografica viene vista come una «macchina banale» in cui vige un rapporto di causalità unidirezionale tra la natura e l’uomo: quest’ultimo è il Marcello_Tanca_UniCa_2019 mero prodotto dell’ambiente fisico • Tutte le caratteristiche umane (storiche, demografiche, culturali, economiche, tecniche di organizzazione e produzione degli spazi, rapporti di forza, ecc,) vengono "naturalizzate" e ricondotte all’azione decisiva dei fattori geografico- ambientali: posizione geografica, clima, caratteristiche geologiche e geomorfologiche, idrografia, orografia, vicinanza al mare, ecc. • In relazione alle aree geografiche economicamente meno fortunate (per cause storici) il clima ad es. è descritto sempre come avverso, e la terra è giudicata ostile quando non è fertile a sufficienza. La ricchezza dei paesi più sviluppati è attribuita invece alla loro posizione geografica climaticamente favorevole e alla natura dei suoli descritti sempre come molto fecondi. La conseguenza è che le "ingiustizie spaziali" non sono prodotte dagli umani, ma sono un dato naturale (e in quanto tali non sono eliminabili).
In sintesi Friedrich Ratzel • le cause del comportano umano risiedono nelle componenti fisico- (1844-1904) ambientali dello spazio geografico; esiste un legame fra una certa area Marcello_Tanca_UniCa_2019 geografica e i costumi che regolano la vita dei suoi abitanti. Sono le proprietà dell’ambiente a spingere i popoli ad adottare determinate pratiche sociali o valori: la geografia determina la cultura • la diversità culturale è spiegabile sulla base della diversità geografica ed ecologica: ambienti fisicamente e climaticamente diversi producono uomini diversi. • "il freddo tipico dei paesi del Nord Europa può spiegare la generale attitudine dei loro abitanti alla razionalità, al rigore, alla programmazione e al pragmatismo" • "la povertà di un dato territorio dipende strettamente dalla scarsità delle risorse e delle materie prime presenti al suo interno. A questo vanno aggiunti i suoli poco fertili e il clima che inibiscono le pratiche agricole"
I principali paradigmi geografici: il possibilismo Paul Vidal de la Blache • fonda la rivista Annali di geografia Marcello_Tanca_UniCa_2019 1845-1918 • maestro indiscusso della scuola geografia francese della géographie humaine • «La geografia è la scienza dei luoghi e non degli uomini; essa si interessa agli eventi storici nella misura in cui questi producono e mettono in luce, nei paesi in cui hanno luogo, delle proprietà e delle potenzialità che senza di essi sarebbero rimaste irrealizzate. La storia d'Inghilterra è insulare, quello della Francia è divisa tra il mare e la terraferma; la geografia ha un ruolo in ciascuna di esse».
I principali paradigmi geografici: il possibilismo Paul Vidal de la Blache NATURA Marcello_Tanca_UniCa_2019 1845-1918 creazione di produzione di Rappresentazione vincoli opportunità delle relazioni tra comunità offerta di possibilità alle umane e natura, comunità umane secondo Vidal de la capacità di scelta delle comunità umane Blache tecniche cultura comunità umane
Determinismo vs Possibilismo caratteristiche fisiche del suolo, caratteristiche fisiche del suolo, NATURA posizione geografica, NATURA posizione geografica, Marcello_Tanca_UniCa_2019 clima, ecc. clima, ecc. struttura e valori sociali struttura e valori sociali UOMO capacità tecniche cultura, demografia UOMO capacità tecniche cultura, demografia
I principali paradigmi geografici: il possibilismo natura Comunità locali Genere di vita Marcello_Tanca_UniCa_2019 Genius loci Paesaggio
Il genere di vita come concetto-chiave della geografia vidaliana Paul Vidal de la Blache • Il genere di vita è l'insieme delle componenti sociali metodiche e 1845-1918 Marcello_Tanca_UniCa_2019 continuative che caratterizzano un determinato gruppo sociale e che vengono trasmesse per via ereditaria; in esse si riassume la varietà delle tecniche di organizzazione e di produzione del territorio e del paesaggio • Frutto della «collaborazione tra la natura e gli uomini», il genere di vita risente da un lato delle condizioni ambientali e, dall’altro, della creatività e dell’inventiva degli uomini • i generi di vita si sono consolidati nel tempo, portando ogni gruppo umano a utilizzare determinate tecniche e strumenti e talune risorse locali, anziché altre, e si esprimono attraverso un paesaggio tipico (pastorale, agricolo, industriale ecc.) • Nel genere di vita si esprime la civilisation di un popolo
Il paesaggio come concetto-chiave della geografia vidaliana Paul Vidal de la Blache «Un paesaggio terrestre è un insieme complesso nel quale, per non parlare dapprima che di forme, entrano degli elementi che hanno età e Marcello_Tanca_UniCa_2019 1845-1918 conformazioni differenti. Il geografo si trova in presenza di una combinazione di linee e di forme che hanno ciascuna il loro significato: le une come espressione di energie nel pieno del loro vigore; le altre come testimonianze di azioni torrentizie o glaciali in parte estinte; altre infine come resti fievoli di qualche topografia risalente a epoche lontane. Ma le forme del terreno non sono che una parte dello spettacolo che si dispiega sotto i nostri occhi. Anche la vegetazione e le opere dell’uomo influiscono – eccome! – sulla fisionomia dei paesaggi; esse arricchiscono il quadro di nuovi tocchi. Anche qui si offre materia su cui riflettere [matière à problèmes]. Le colture e gli insediamenti umani non sono raggruppati a caso. Lo stato del mantello vegetale è rivelatore di cambiamenti che riguardano la vita del paese nella sua interezza. Il compito del geografo consiste nel districare [démêler] lo sforzo incessante attraverso il quale la natura animata cerca di adattarsi a delle condizioni continuamente soggette a modificarsi»
Paesaggio = ambiente + cultura • Il PAESAGGIO è un concetto centrale per Vidal che lo utilizza per raccontare la fisionomia del paese: Marcello_Tanca_UniCa_2019 [i campi chiusi della Normandia] È questa linea di altezza che separa dal Bassin di Laval il bocage normanno, analogo al bocage vandeano, ma con la sfumatura speciale che un altro clima, altri rapporti di contiguità e di vicinanza gli comunicano. Sotto il reticolo di alberi le nebbie si addensano e trattengono l’umidità al suolo. I diversi piani del paesaggio si staccano nella bruma, e sfumano in dentellature boscose uno dietro l’altro. Dappertutto, attraverso gli alberi, brilla la prateria. Il bestiame, senz’altro guardiano che le siepi, sembra il padrone del paese. Perché lo sguardo raramente può estendersi; e dello spettacolo della vita rustica che prosegue tranquillamente tutt’attorno, non coglie che qualche dettaglio. Tuttavia non mancano i segni attraverso i quali si manifestano le proprietà intime del clima e del suolo. La vegetazione di alberi esibisce una varietà di essenze che è lontana dall’avere nelle pianure vicine. In mezzo alle ginestre e alle felci la frequenza degli agrifogli, dell’edera, dell’alloro potrebbe far supporre al viaggiatore, dal fondo dei sentieri [cavées] dove è imprigionato, la vicinanza dell’Oceano, quand’anche non vedesse le grandi nuvole che passano sopra la sua testa, e l’aspetto spesso tempestoso [orageux] del cielo. (ivi, pp. 465-466)
Il Tableau de la géographie de la France (1903) # costituisce il I tomo dell’Histoire de France di Ernest Marcello_Tanca_UniCa_2019 Lavisse, in 28 voll. (1903-1922) # considerato il testo fondativo della geografia francese # modello di descrizione regionale e di rappresentazione territoriale dell’identità francese # diviso in 2 parti: I – La personalità geografica della Francia (“In che senso la Francia è un essere geografico” – relazioni col mondo mediterraneo – rapporto con la massa continentale europea – fisionomia d’insieme della Francia) II – Descrizione regionale
Il Tableau de la géographie de la France (1903) • la geografia contribuisce alla costruzione di una Marcello_Tanca_UniCa_2019 rappresentazione territoriale dell’identità nazionale • «la geografia politica non può accontentarsi di una piccola frazione della superficie terrestre. Il suo campo non è ristretto allo spazio che occupano le società che si trovano ad un grado avanzato di civiltà; essa non può credere che il suo compito si esaurisca nello studio di alcuni Stati, punti luminosi attorno ai quali galleggerebbe in una vaga penombra il resto dell’umanità» (“La Géographie politique. À propos des écrits de M. Frédéric Ratzel”, Annales de Géographie, 1898) • strettissima continuità sussistente tra geografia e storia o, come si esprime lo stesso Vidal, tra suolo e uomo: «I rapporti tra il suolo e l’uomo sono improntati, in Francia, ad un carattere originale di antichità e continuità»
Il Tableau de la géographie de la France (1903) Come Vidal fonda l’idea di patria? Attraverso il concetto di genius loci: Marcello_Tanca_UniCa_2019 «Un’atmosfera ambientale, che ispira dei modi di sentire, delle espressioni, dei modi di dire, un genere particolare di socievolezza, ha avvolto le diverse popolazioni che la sorte ha riunito sulla terra di Francia. Non c’è niente che ha fatto di più per avvicinarne gli elementi. C’è sempre qualche cosa di amaro nell’attrito di uomini di razze diverse. Il Celtico non ha perdonato l’Anglosassone né il Tedesco lo Slavo. Nati dall’orgoglio, questi antagonismi si eccitano e si esasperano con la vicinanza. In Francia, niente di simile. Come resistere contro una forza immateriale che ci cattura senza che noi ce ne rendiamo conto, che si diffonde dal fondo delle nostre abitudini rendendoci via via meno estranei gli uni agli altri? Presto o tardi, tutti hanno ordinatamente aderito all’accordo. Vi è dunque una forza benefica, un genius loci, che ha preparato la nostra esistenza nazionale e che le comunica qualche cosa di sano. È un non-so-che che aleggia sopra le differenze regionali. Esso le compensa e le combina in un tutto; e tuttavia queste varietà sussistono, sono viventi»
Il Tableau de la géographie de la France (1903) Vidal descrive descritto il sito di Parigi, le campagne limose e permeabili e il piano calcareo, ne presenta il clima e accenna al ruolo Marcello_Tanca_UniCa_2019 della Senna nell’estetica parigina («il fiume traccia attraverso la città una grande corrente d’aria e di luce») e alla sua «fisionomia storica» (da Notre-Dame a place de la Concorde passando per il Louvre in un miscuglio di «austerità», «grazia» ed «eleganza»); infine, aver fornito qualche annotazione sulla sua configurazione topografica, quando finalmente il lettore si aspetterebbe finalmente un avvincente saggio di geografia urbana, la descrizione si interrompe con le seguenti parole: «Non la seguiremo nel suo sviluppo storico. Dopo che la monarchia vi si installa definitivamente, e la costituzione dell’Università, questo sviluppo si lega in maniera sempre più intima alla storia stessa della Francia. La geografia non se ne disinteressa sicuramente, ma non ha più un ruolo di primo piano. Ci basta aver studiato dove e come si deposita il germe dell’essere futuro, come cresce una pianta vivace che nessun vento tempestoso può sradicare, e aver mostrato che in questa vitalità si fa sentire una forza possente che proviene dal suolo, e un intreccio di radici che si sono così ben spinte in profondità, che niente può estirparle né reciderle tutte» (ivi, p. 143)
I principali paradigmi geografici: il funzionalismo • Metodi matematici quantitativismo in geografia Marcello_Tanca_UniCa_2019 • La regione polarizzata è costituita da un’area di gravitazione caratterizzata da una struttura territoriale di tipo gerarchico • I suoi elementi costitutivi sono: 1. Struttura 2. Funzione 3. Evoluzione • Importanza centrale del concetto di struttura: nella visione funzionalista non esistono singoli fenomeni isolati
I principali paradigmi geografici: il funzionalismo • La struttura è composta da un magnete e da un’area di Marcello_Tanca_UniCa_2019 gravitazione • Le funzioni sono le attività economiche (produzione e offerta di beni e servizi) sviluppate in quell’area • L’evoluzione implica le trasformazioni cui va incontro la struttura
I principali paradigmi geografici: il funzionalismo • LOCALITÀ CENTRALI (o magneti o poli industriali): centri Marcello_Tanca_UniCa_2019 che servono un territorio circostante più o meno vasto, fornendo agli abitanti beni e servizi • AREA DI GRAVITAZIONE: il territorio servito da un luogo centrale, l’insieme delle località dipendenti • PORTATA DI UN BENE O SERVIZIO CENTRALE: il raggio dell’area di mercato di un bene o servizio centrale
I principali paradigmi geografici: il funzionalismo • Nella geografia funzionalista le componenti ambientali del territorio non vengono prese in Marcello_Tanca_UniCa_2019 considerazione: sono considerate un elemento esterno e secondario della descrizione geografica • Ciò che conta sono gli scambi di materia, energia, popolazione, beni, servizi, denaro, informazioni, conoscenze ecc. che avvengono tra le varie località
I principali paradigmi geografici: il funzionalismo Nel modello della geografia funzionalista il territorio ha caratteristiche omogenee e costanti: 1) lo spazio è visto come uniforme, senza barriere 2) la popolazione come se fosse distribuita sempre in modo uniforme 3) si dà per scontato che gusti, redditi e tipo di domanda siano gli stessi 4) ogni prodotto ha una propria soglia (e portata) 5) i consumatori acquistano dove è più vicino Marcello_Tanca_UniCa_2019
Geografia e sviluppo sostenibile sviluppo sostenibile Marcello_Tanca_UniCa_2019 Paradigm a politico Sistema di obiettivi Le questioni ambientali sono sempre anche e soprattutto questioni territoriali
Geografia e sviluppo sostenibile Marcello_Tanca_UniCa_2019 Sostenibilità: Quale deve Se il territorio è/ha una obiettivo canonico essere il propria progettualità adottato dalla progetto (teleologia)… comunità territoriale? internazionale continuità paradigma scientifico/paradigma politico continuità paradigma scientifico/paradigma politico continuità
Geografia e sviluppo sostenibile Sostenibilità: Quale deve Se il territorio è/ha una obiettivo canonico essere il propria progettualità adottato dalla progetto (teleologia)… comunità territoriale? internazionale continuità paradigma scientifico/paradigma politico continuità paradigma scientifico/paradigma politico continuità Marcello_Tanca_UniCa_2019 Gli Stati che hanno sottoscritto questi lo sviluppo sostenibile è insieme un mezzo e un accordi si sono obiettivo da raggiungere impegnati ad adottare politiche basate sulla sostenibilità
Geografia e sviluppo sostenibile come tutti i concetti anche quello di sviluppo sostenibile ha una storia che può essere divisa in diverse fasi Marcello_Tanca_UniCa_2019
Geografia e sviluppo sostenibile come tutti i concetti anche quello di sviluppo sostenibile ha una storia che può essere divisa in diverse fasi Marcello_Tanca_UniCa_2019
Geografia e sviluppo sostenibile Marcello_Tanca_UniCa_2019 posizione convenzionale a) lo sviluppo coincide con la crescita economica, per cui una società si sviluppa se un'economia cresce b) la crescita economica è espressa dai tassi di aumento dell'occupazione, del prodotto nazionale lodo e del prodotto lordo pro-capite c) il rapporto tra comportamento sociale e ambiente non riguarda lo sviluppo; anzi, costituisce un'esternalità rispetto al sistema economico, qualcosa che ne sta al di fuori e che non deve essere necessariamente considerato nelle politiche
Geografia e sviluppo sostenibile come tutti i concetti anche quello di sviluppo sostenibile ha una storia che può essere divisa in diverse fasi Marcello_Tanca_UniCa_2019
Geografia e sviluppo sostenibile L’indice di sviluppo umano nasce dal riconoscimento da parte delle Nazioni Unite della non sovrapponibilità di crescita e sviluppo Insufficienza delle variabili macroeconomiche (reddito, occupazione, ecc.) e necessità di integrare la qualità della vita (quality of life) indicatori sociali: la maggioranza della popolazione può fruire di una serie di vantaggi politici, economici e sociali (possesso dei diritti politici, sicurezza dal crimine, la sperequazione sociale, la Marcello_Tanca_UniCa_2019 libertà politica, la salute fisica, l'accesso all'istruzione, ecc.) che le permettono di sviluppare con discreta facilità le proprie potenzialità umane e condurre una vita relativamente serena e soddisfatta.
Geografia e sviluppo sostenibile Principali indicatori economici Principali indicatori di sviluppo umano Marcello_Tanca_UniCa_2019 (politici) PNL/PIL Governo libero e democratico Tasso di sviluppo assoluto e relativo Accesso al voto Retribuzione media, potere d'acquisto Alternanza di partiti al governo Numero di ore di lavoro annuali Rispetto dei diritti umani (libertà di pensiero, di opinione, espressione, di associazione, di religione ecc.) Numero giorni di ferie Libertà di stampa Tasso di disoccupazione Partecipazione al voto Tasso di sottoccupazione Accesso alla giustizia Tasso di povertà Stabilità politica (legislature complete) Tasso di proprietà della prima casa Livello di corruzione… Tasso di proprietà della seconda casa (sociali) Tasso proprietà automobile Tasso proprietà prodotti tecnologici Discriminazioni (sesso, età, etnia, religione, ecc.) Tasso di persone con assicurazione sulla vita Inclusione dei gruppi minoritari Alfabetizzazione … Numero di libri venduti Tasso persone con laurea Differenza di condizioni di vita città/campagna
Geografia e sviluppo sostenibile Primi 5 paesi con il più alto Primi 5 paesi con il più alto Marcello_Tanca_UniCa_2019 Pil (miliardi di dollari) indice di sviluppo umano 1. Stati Uniti (18.624) 1. Norvegia (94,9) 2. Cina (11.222) 2. Australia 3. Giappone (4.949) 3. Svizzera (93,9) 4. Germania (3.479) 4. Germania (92,6) 5. Regno Unito (2.661) 5. Danimarca (92,5)
Geografia e sviluppo sostenibile Primi 5 paesi con il più alto Pil (miliardi di dollari) Marcello_Tanca_UniCa_2019 indice di sviluppo umano 1. Stati Uniti (18.624) 2. Cina (11.222) 4. Germania (92,6) 3. Giappone (4.949) 10. Stati Uniti (92,0) 4. Germania (3.479) 16. Regno Unito (90 5. Regno Unito (2.661) 17. Giappone (90,3) 90. Cina (0.738)
Geografia e sviluppo sostenibile come tutti i concetti anche quello di sviluppo sostenibile ha una storia che può essere divisa in diverse fasi Marcello_Tanca_UniCa_2019
Geografia e sviluppo sostenibile posizione convenzionale VS posizione innovativa Marcello_Tanca_UniCa_2019 a) lo sviluppo non si identifica necessariamente nella crescita, anche se non la esclude a) lo sviluppo coincide con la crescita economica, per cui una società si sviluppa se un'economia b) incorpora l’ambiente nelle internalità del sistema cresce economico b) la crescita economica è espressa dai tassi di c) comporta sempre un miglioramento qualitativo aumento dell'occupazione, del prodotto nazionale (qualità della vita, paesaggio, patrimonio lodo e del prodotto lordo pro-capite culturale) d) implica il riconoscimento di valori che riguardano c) il rapporto tra comportamento sociale e ambiente sia la società, sia la natura non riguarda lo sviluppo; anzi, costituisce un'esternalità rispetto al sistema economico, e) riconosce a tutti i componenti della comunità il qualcosa che ne sta al di fuori e che non deve diritto a esprimere le proprie potenzialità essere necessariamente considerato nelle politiche f) presuppone che sia garantita l’integrità dell’ecosistema
Le principali tappe dello sviluppo sostenibile (1992) Marcello_Tanca_UniCa_2019 Lo sviluppo sostenibile come obiettivo canonico che disegna il campo delle finalità generali valide per qualsiasi scala politica (internazionale, nazionale, regionale) Gli obiettivi specifici vengono definiti in rapporto ai contesti locali (cfr. Agenda 21)
Conferenza di Rio de Janeiro (1992) Marcello_Tanca_UniCa_2019 pp. 7-8
Le 3 componenti dello sviluppo sostenibile Marcello_Tanca_UniCa_2019 Integrità Efficienza economica Equità sociale dell'ecosistema Va riferito a 2 diverse coordinate Occorre sostituire il principio di temporali: non è sufficiente contenere o produttività con quello di efficienza a) equità intragenerazionale, ha rimuovere il flusso economica. Il primo sostiene che un luogo all’interno della singola degli inquinamenti verso l'ambiente; sistema economico è tanto meglio comunità e tra le comunità in un occorre evitare che gli ecosistemi organizzato quanto più elevato è il dato momento storico subiscano cambiamenti strutturali rapporto tra ricavi/costi, mentre il b) equità intergenerazionale, ha dovuti all'azione umana secondo sostiene che un luogo tra la generazione (distruzione della resilienza e sistema economico è tanto più presente e quelle future della biodiversità). Qualunque sia efficiente quanto l’uso dell’ecosistema, devono essere più è ridotto l'uso di risorse non Deve sempre essere assicurata la rispettate soglie di biodiversità e di rinnovabili e si fa un uso intenso parità nelle opportunità di accesso a resilienza compatibili con la sua delle risorse rinnovabili. tutti i gruppi sociali che fanno parte salvaguardia L’economia deve tenere conto della comunità dell’ambiente e della qualità della vita
L’agenda 21 e la sua struttura L'agenda 21 raccoglie il "programma di azione" scaturito dalla Conferenza ONU su ambiente e sviluppo di Rio de Janeiro nel 1992. Contiene una pianificazione completa delle azioni da intraprendere a livello mondiale, nazionale e locale dalle organizzazioni delle Nazioni Unite, dai governi e dalle amministrazioni in ogni area in cui la presenza umana ha impatti sull'ambiente. Marcello_Tanca_UniCa_2019
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Le principali tappe dello sviluppo sostenibile (1997) Marcello_Tanca_UniCa_2019
Le principali tappe dello sviluppo sostenibile (2001) Marcello_Tanca_UniCa_2019
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Le principali tappe dello sviluppo sostenibile (2002)
I problemi di Johannesburg (2002) Marcello_Tanca_UniCa_2019
Le principali tappe dello sviluppo sostenibile (2007) Marcello_Tanca_UniCa_2019
Le principali tappe dello sviluppo sostenibile (2009-2012) Marcello_Tanca_UniCa_2019
Le principali tappe dello sviluppo sostenibile (2015) Marcello_Tanca_UniCa_2019
Le principali tappe dello sviluppo sostenibile (2018) Marcello_Tanca_UniCa_2019
Le principali tappe dello sviluppo sostenibile (2018) anno e luogo nome anno (previsto) di attuazione Conferenza ONU |1992| Rio de Janeiro (Brasile) sull'ambiente e lo sviluppo |1997| Kyoto (Giappone) III Convenzione ONU sui cambiamenti climatici 2012 |2002| Johannesburg (Sudafrica) Vertice mondiale sullo sviluppo sostenibile 2010 |2007| Bali (Indonesia) XIII Conferenza ONU sui cambiamenti climatici 2012 Marcello_Tanca_UniCa_2019 |2009| Copenhagen (Danimarca) XV Conferenza ONU sui cambiamenti climatici 2020 |2015| Parigi (Francia) XXI Conferenza ONU sui cambiamenti climatici 2020 |2018| Katowice (Polonia) XXIV Conferenza ONU sui cambiamenti climatici 2030
Storia e obiettivi dello sviluppo sostenibile (2030) Marcello_Tanca_UniCa_2019
Il non-sviluppo non-sostenibile: Kiribati Kiribati, piccolo arcipelago dell'Oceano Pacifico (33 atolli Marcello_Tanca_UniCa_2019 corallini e numerose isolette che si estendono lungo l'equatore per un totale di 811 km²) abitato da poco più di centomila persone combinazione di 2 fenomeni: depletion (esaurimento delle risorse a causa di uno sfruttamento cieco e incontrollato) e pollution (inquinamento degli ecosistemi locali e globali)
Il non-sviluppo non-sostenibile: Kiribati Marcello_Tanca_UniCa_2019 depletion sul finire del XIX secolo gli inglesi scoprono che il sottosuolo dell'arcipelago è ricco di fosfati, materia prima preziosa con un buon valore di mercato. L'economia di sussistenza dell'arcipelago (pesca) si trasforma in un'economia industriale di mercato. Lo sfruttamento della risorsa dura fino agli anni '70 del XX secolo, quando i depositi di fosfati sono esauriti pollution A causa dell'aumento della concentrazione di anidride carbonica, metano, protossido di azoto e clorofluorocarburi in atmosfera - derivanti dall'attività industriale - la temperatura media ed il livello dei mari si innalzano, sommergendo l'intero arcipelago che è costituito prevalentemente da atolli che affiorano di poco sopra il livello del mare. Kiribati rischia di non esistere più entro il 2100 a causa del riscaldamento globale
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Il non-sviluppo non-sostenibile: Kiribati
L'impatto negativo dei cambiamenti climatici sulla Terra 1. TEMPERATURA MEDIA: L'ANNO PIÙ CALDO DI SEMPRE IN ITALIA Marcello_Tanca_UniCa_2019 Il 2018 è stato il quarto anno più caldo mai registrato (in Italia e in Europa il più caldo di sempre), con la temperatura media in gennaio più alta di 1,1 gradi rispetto al 1900. L'impegno dei grandi è limitare l'aumento a 1,5 gradi entro la fine del secolo ma, secondo l'Onu, servono «misure senza precedenti». 2. GAS SERRA: IN COSTANTE CRESCITA DAL 1900 Indicati come i principali responsabili dell'aumento delle temperature, i gas serra sono in costante aumento dal 1900. Dopo che per 800 mila anni (dati recuperati con carotaggi nel ghiaccio) erano rimasti sotto il livello pre-industriale, ora siamo abbondantemente sopra tale soglia. 3. SUPERFICIE DEI GHIACCI: -30% NEGLI ULTIMI 50 ANNI L'aumento delle temperature ha ridotto lo spessore della calotta al Polo Nord dai 3,6 metri del 1975 agli 1,25 attuali e solo in pochissime parti i ghiacciai superano così i cinque anni di età. Non va meglio al Polo Sud, dove la calotta si è ridotta di 1.500 Km2 fra il 2010 e il 2016. In Italia, secondo alcune stime, la superficie dei ghiacciai è calata del 30% nell'arco degli ultimi 50 anni.
L'impatto negativo dei cambiamenti climatici sulla Terra 4. INNALZAMENTO DEI MARI: FINO A 41 CENTRIMETRI DA QUI AL 2100 Marcello_Tanca_UniCa_2019 Sebbene gli studi più recenti siano meno allarmisti di quelli precedenti, quelli pubblicati su Nature a inizio anno parlano di un aumento del livello del mare fra gli 8 e, nello scenario peggiore, 41 centimetri da qui al 2100 dovuto allo scioglimento dei ghiacci. Ma tenendo conto delle altre componenti (aumento della temperatura dell'acqua e maggiore afflusso dalla terraferma) la crescita del livello è stimata fra 60 e 90 centimetri. 5. EVENTI ESTREMI: NEL 2018 COLPITE 61,7 MILIONI DI PERSONE Il bilancio stilato dall'Onu, anche se in calo, resta drammatico. Nel 2018 sono stati colpiti da terremoti, inondazioni, tsunami o incendi 61,7 milioni di persone, con 10.733 vittime. Europa e America hanno registrato un tasso di incendi mai così grave, con la Grecia che ha subito l'incendio con il maggior numero di vittime mai avvenuto in Europa. Mentre gli Usa hanno dovuto fare i conti con danni per quasi 75 miliardi di dollari fra incendi e uragani.
L'impatto negativo dei cambiamenti climatici sulla Terra 6. DANNI SULL'UOMO: ALLARME SULL'INQUINAMENTO DELL'ARIA Marcello_Tanca_UniCa_2019 Ancora l'Onu stila un bilancio spaventoso. L'inquinamento atmosferico è la principale causa di malattie e provoca tra 6 e 7 milioni di morti premature con perdite economiche stimate in 5 mila milioni di dollari all'anno. Anche gli inquinanti nell'acqua dolce sono un grandissimo rischio: le infezioni resistenti ad antimicrobici e antibiotici possono moltiplicarsi e diventare fra le principali cause di morte in tutto il mondo entro il 2050. 7. IMPATTO SULLA FAUNA: CRESCONO ZANZARE, MEDUSE E ZECCHE Dall'acidificazione degli oceani con la conseguente morte di coralli e barriere coralline alle migrazioni “costrette” dal cambiamento delle condizioni dell'habitat naturale, l'impatto sul mondo animale è ormai una realtà. Mentre l'aumento della temperatura avvantaggia specie poco amichevoli, come zanzare, meduse o zecche, come spiega il Wwf. La siccità contrapposta ai fenomeni delle piogge torrenziali danneggia gravemente anche anche le aree coltivate e quelle selvatiche, con danni per la catena alimentare umana e animale.
15 marzo 2019: «Global Strike For Future» Global Strike For Future (‘sciopero mondiale per il futuro’): mobilitazione su scala mondiale che ha avuto luogo in 1.700 città e 98 Marcello_Tanca_UniCa_2019 Paesi: studenti, attivisti, volontari hanno manifestato fuori dai municipi e dai Parlamenti nazionali per chiedere ai governi di agire per fermare i cambiamenti climatici. L’Italia è tra le nazioni più attive con le sue 109 piazze (circa 1 milione di partecipanti), insieme a Usa (117) e Germania (141), ma la protesta climatica sarà anche in Svezia, Regno Unito, Australia, Uruguay, Cina, Tanzania, Vanuatu, Cuba e Pakistan. L’iniziativa nasce dalla tenacia di Greta Thunberg, che si batte per chiedere una maggiore attenzione al clima e all’ambiente e per assicurare un futuro migliore alle nuove generazioni. La studentessa svedese di 16 anni, figlia di una cantante d’opera e di un attore, a partire dal 20 agosto 2018 ha iniziato a scioperare ogni venerdì di fronte al parlamento di Stoccolma, chiedendo attenzione sul tema a istituzioni e in generale agli abitanti del pianeta. Molte associazioni e diversi studenti di Germania, Paesi Bassi, Finlandia, Danimarca, Australia e Italia hanno iniziato a seguire la Thunberg scioperando ogni venerdì: è nato così il movimento internazionale “fridaysforfuture” che ha permesso alla studentessa svedese di parlare nel 2018 a Katowice, con un discorso che ha scosso le coscienze del mondo.
Geografia 2018-19 Università degli Studi di Cagliari Anno Accademico 2018-2019 Per dubbi e/o informazione, scrivere a: mtanca@unica.it
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