La Banca Dati georeferenziata del Progetto Regionale "Il lupo in Liguria" - SETTORE VALUTAZIONE IMPATTO AMBIENTALE

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La Banca Dati georeferenziata del Progetto Regionale "Il lupo in Liguria" - SETTORE VALUTAZIONE IMPATTO AMBIENTALE
REGIONE LIGURIA

             Dipartimento Pianificazione Territoriale

                Giovanni Diviacco e Piero Ferrari

   La Banca Dati georeferenziata del
 Progetto Regionale “Il lupo in Liguria”

                      Genova, Marzo 2009
SETTORE VALUTAZIONE IMPATTO AMBIENTALE
La Banca Dati georeferenziata del Progetto Regionale "Il lupo in Liguria" - SETTORE VALUTAZIONE IMPATTO AMBIENTALE
Giovanni Diviacco e Piero Ferrari

La Banca Dati georeferenziata del Progetto Regionale
                “Il lupo in Liguria”

                                     Con la collaborazione di

                                         Marco Carraro
                                       Patrizia Gavagnin
                                       Massimo La Iacona
                                         Elena Nicosia
                                         Ubaldo Ricci
                                        Laura Schenone
                                       Desirée Signorelli
                                        Roberto Sobrero

CONTENUTI

Introduzione                                                    pag. 3
L’avvio del Progetto Regionale                                      3
Il monitoraggio della presenza del lupo                             3
Uscite simultanee in aree contigue                                  5
La Banca Dati Regionale sulla presenza del lupo                     7
Le elaborazioni delle informazioni contenute nella Banca Dati      17
Conclusioni                                                        18
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INTRODUZIONE

        Il processo di ricolonizzazione dell’Appennino e delle Alpi Occidentali da parte del lupo
nel corso degli ultimi decenni ha coinvolto direttamente le aree montane della Liguria, che hanno
costituito e costituiscono tuttora un “corridoio ecologico” di fondamentale importanza.
        Questa ricomparsa ha suscitato opinioni e sentimenti contrastanti: da un lato la
soddisfazione per il ritorno di questa importantissima specie; dall’altro la preoccupazione degli
allevatori, che lo vedono come una minaccia per il bestiame, l’ostilità dei cacciatori, ed il timore
degli abitanti dell’entroterra.
        Alcuni Enti, tra cui principalmente le Amministrazioni Provinciali, ma anche il Corpo
Forestale dello Stato ed alcuni Enti Parco, hanno promosso diverse indagini a partire dalla metà
degli anni Ottanta, per ottenere informazioni utili alla gestione di questo ritorno. Queste indagini
non erano però coordinate e non prevedevano collaborazioni e scambio di informazioni sulle
varie aree indagate.
        Nel frattempo, in altre regioni confinanti con la Liguria erano stati avviati progetti
organici sulla presenza del lupo ed erano giunte richieste di collaborazione e di scambio di
informazioni alla nostra regione, in particolare dall’Emilia Romagna e dal Piemonte
        Per tutti questi motivi la Regione Liguria ha avviato il Progetto Regionale “Il Lupo in
Liguria”, con lo scopo di studiare tutti gli aspetti, scientifici e socioeconomici legati al ritorno di
questo carnivoro ed i conseguenti conflitti possibili con le attività economiche dell’entroterra, in
particolar modo quelle zootecniche. Ciò al fine di garantire da un lato la tutela di questa
importantissima specie, e dall’altro lo svolgimento delle attività zootecniche, individuando le più
opportune azioni gestionali.

L’AVVIO DEL PROGETTO REGIONALE

        Dopo una fase preparatoria, in cui sono stati effettuati incontri sia tra strutture regionali
potenzialmente interessate, sia con la partecipazione di altri Enti, come le Province, i Parchi, il
Corpo Forestale, l’Università ed esperti in materia, all’inizio del 2007 è stato ufficialmente
avviato il Progetto Lupo regionale. Sono stati inoltre svolti incontri con la Regione Piemonte e la
Regione Emilia Romagna e con l’Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica (INFS, attualmente
confluito nell’ISPRA), per concordare iniziative comuni, lo scambio di informazioni e per
uniformare le metodologie di monitoraggio e di raccolta dei campioni per le analisi di
laboratorio.
        È stato infine elaborato un protocollo per la raccolta dei dati di campo in maniera
uniforme e standardizzata per tutta la Regione ed è stata approntata una banca dati per
l’inserimento di tutte le informazioni raccolte.

IL MONITORAGGIO DELLA PRESENZA DEL LUPO

        Il protocollo operativo del progetto è stato stabilito sulla base delle conoscenze fino ad
allora esistenti, conseguite durante le ricerche svolte soprattutto a livello provinciale. Il
monitoraggio della presenza del lupo è stato effettuato sia su aree intensive, dove si avevano già
segni di presenza, sia su aree estensive, in zone per le quali non esistevano segnalazioni.
        Il monitoraggio ha lo scopo di rendere disponibili dati sempre aggiornati su i seguenti
aspetti inerenti la presenza della specie:
1) distribuzione sul territorio;
2) tendenze della popolazione;
3) stima delle unità riproduttive (branchi);
4) status genetico.
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Nel corso della prima fase del progetto, i cui rilevamenti di campo si sono svolti da
gennaio 2007 alla primavera del 2008, le aree a monitoraggio intensivo hanno riguardato le
province di Genova e di Imperia e le aree a monitoraggio estensivo la provincia di Savona e
quella della Spezia. Inoltre, adiacenti alle zone intensive, alcune aree di indagine nuove o poco
conosciute sono state considerate estensive.
        Il monitoraggio di tipo intensivo è basato sull’esecuzione di percorsi (transetti), già
definiti con le indagini svolte precedentemente, che si percorrono con periodicità ravvicinata in
modo da coprire regolarmente tutta l’area dell’indagine.
        Il monitoraggio di tipo estensivo ha lo scopo di valutare la presenza del lupo in aree non
conosciute e, conseguentemente, di individuare possibili nuovi transetti da percorrere almeno
una volta per stagione.
        Il monitoraggio è stato condotto da collaboratori a contratto (Patrizia Gavagnin, Ubaldo
Ricci, Laura Schenone e Desirèe Signorelli), coadiuvati dai responsabili dei Centri di
Educazione Ambientale dei Parchi naturali regionali dell’Antola e dell’Aveto, Massimo La
Iacona e Annalisa Campomenosi, da volontari, studenti e dalle guardie provinciali di Genova e
di Imperia.

Fig. 1. Svolgimento di un “transetto” nella zona del Colle di Nava (Alpi Liguri) (Foto Diviacco – SPAP).

         In totale, tra gennaio 2007 e la primavera del 2008, sono state condotte 280 uscite così
ripartite:
    • 102 in Provincia di Genova, nei Parchi dell’Antola e dell’Aveto, ai Piani di Praglia
         adiacenti al Parco piemontese delle Capanne di Marcarolo, e nel Parco del Beigua,
    • 108 in Provincia di Imperia nelle Valli Arroscia, Tanarello, Argentina e Nervia,
    • 36 in Provincia della Spezia nell’area del Monte Gottero,
    • 34 in Provincia di Savona, in particolare nelle Valli Pennavaire, Neva e Bormida.
         La percorrenza dei transetti ha comportato un tragitto di 2.476,92 km, suddivisi in:
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•  1145 Km in Provincia di Genova,
    •  754,72 Km in Provincia di Imperia,
    •  348 Km in Provincia della Spezia,
    •  229,20 Km in Provincia di Savona.
       Sono stati rilevati in totale 228 escrementi, di cui 64 freschi, da cui trarre il materiale per
l’esecuzione delle analisi genetiche.
       La provenienza degli escrementi è la seguente:
    - 77 di cui 28 freschi dalla Provincia di Genova,
    - 72 di cui 25 freschi dalla Provincia di Imperia,
    - 70 di cui 11 freschi dalla Provincia della Spezia,
    - 9 dalla Provincia di Savona.

Fig. 2. Rilevamento di segni di presenza di lupo sull’Appennino Ligure (Foto Diviacco – Arch. SPAP).

        In Provincia di Imperia sono state individuate 5 urine, sia attribuibili a maschio (2) che a
femmina (3).
        In Provincia della Spezia sono state individuate 3 urine, di cui due attribuibili a maschio e
una a femmina.
   Sono state rilevate anche alcune predazioni su ungulati selvatici (cinghiale e capriolo) nelle
Province di Genova, Imperia e Savona.
        Si segnalano infine alcuni avvistamenti diretti in provincia di Imperia e di Genova.

USCITE SIMULTANEE IN AREE CONTIGUE

       Il protocollo operativo del progetto prevede lo svolgimento di uscite simultanee in zone
contigue, sia in aree confinanti tra le diverse province sia al confine con il Piemonte, in
collaborazione con il progetto di questa Regione.
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Le uscite simultanee sono molto utili per comprendere i movimenti dei lupi sui crinali
compresi in territori appartenenti a diverse amministrazioni. L’esecuzione delle uscite estese
facilita inoltre la stima del numero degli animali, costituendo un momento importante del
monitoraggio.
        Le aree di interesse ligure al confine con il Piemonte sono costituite dalle alte valli
Arroscia, Argentina, Nervia e Tanarello per la provincia di Imperia, dall’area adiacente al Parco
delle Capanne di Marcarolo per la Provincia di Genova e dalle valli Pennavaire e Neva per la
provincia di Savona.
        Le uscite simultanee hanno avuto luogo secondo il seguente programma:
    • gennaio 2007, 2 uscite simultanee ai Piani di Praglia e all’Antola in concomitanza col
        Piemonte;
    • febbraio 2007, 1 uscita simultanea tra le province di Genova e La Spezia;
    • novembre 2007, 2 uscite in Provincia di Savona e Imperia in concomitanza col Piemonte;
    • dicembre 2007, 2 uscite in Provincia di Savona e Imperia e 1 in Provincia di Genova;
    • gennaio 2008, 1 uscita simultanea in Provincia di Imperia in concomitanza col Piemonte;
    • febbraio 2008, 2 uscite in Provincia di Savona e Imperia in concomitanza col Piemonte e
        1 uscita tra Savona e Genova.

Fig. 3. Pista di lupo sull’Appennino Ligure, al confine ligure-piemontese (Foto Diviacco – Arch. SPAP).
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LA BANCA DATI REGIONALE SULLA PRESENZA DEL LUPO

       Al termine della prima fase, conclusa tra la primavera e l’estate 2008, tutte le
informazioni raccolte sul campo sono state inserite in una banca dati, realizzata mediante il
software Mapinfo. Sono stati individuati i seguenti campi (Fig. 4):
    • id: codice progressivo
    • data: esempio 01/01/2007
    • giorno: esempio 01
    • mese: esempio 01
    • anno: esempio 2007
    • provincia
    • comune
    • località
    • tipo segnalazione: escremento, urina, tracce, predazione, ecc.
    • codice segnalazione: esc, uri, tra, pre, ecc.
    • longitudine Gauss Boaga
    • latitudine Gauss Boaga
    • longitudine UTM WGS 84
    • latitudine UTM WGS 84
    • codice campione; es. GE01, SP02
    • analisi genetica: si/no
    • codice analisi genetica: es. WGE1F
    • rilevatore
    • note: es. escremento con peli di cinghiale, tracce di 2 individui seguite per 2 km, ecc.

Fig. 4. Particolare della tabella della Banca Dati Regionale sul Lupo.
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In collaborazione con l’Associazione Regionale Allevatori (ARA) e con le APA
(Associazione Provinciale Allevatori) della Liguria, è stata realizzata anche una banca dati degli
allevamenti, distinti in bovini e in ovi-caprini, con particolare riferimento a quelli più a rischio di
predazione da parte del lupo, per motivi geografici (vicinanza alle zone di presenza del
predatore) e per la tipologia di allevamento.
       Ogni banca dati comprende diversi campi (Fig. 5-7):
    • Comune
    • Codice azienda
    • Denominazione allevamento
    • Detentore
    • Proprietario
    • Orientamento produttivo: carne, riproduzione, ingrasso, lana, ecc.
    • Indirizzo
    • Modalità allevamento: all’aperto, stabulato, ecc.
    • Numero di capi
    • Razza allevata
    • Misure di prevenzione
    • Tempistica e modalità dell’alpeggio: es. tutto l’anno, da maggio a ottobre, ecc.
    • Presenza di vitelli sotto i 2 mesi in alpeggio
    • Eventi di predazione subiti

Fig. 5. Banca dati generale sugli allevamenti bovini.
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Fig. 6. Banca dati generale sugli allevamenti ovini.

Fig. 7. Banca dati di dettaglio sugli allevamenti bovini.
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Anche i dati relativi agli allevamenti bovini ed ovicaprini a rischio sono stati inseriti in un
data-base georeferenziato di Mapinfo, comprendente l’ubicazione dell’allevamento e l’area di
pascolo, nel caso questo si svolga liberamente e gli animali non vengano rinchiusi nelle stalle
durante la notte.
        Dalla banca dati sulla presenza del lupo e da quella degli allevamenti è stato così
possibile ottenere una cartografia georeferenziata, continuamente aggiornata in maniera
dinamica, e con la possibilità di sovrapporre più livelli tematici, come le carta tecnica regionale
in formato raster, le aree parco o SIC, la carta della vegetazione, oltre ovviamente ai segni di
presenza del lupo e agli allevamenti (Fig. 8-). Negli esempi illustrati nelle figure seguenti sono
inoltre evidenziati con le linee continue verdi i transetti programmati, cioè i tracciati seguiti
durante i rilevamenti e con la linea tratteggiata rossa il percorso dell’Alta Via dei Monti Liguri,
che risulta essere una delle vie più utilizzate dai lupi per i loro spostamenti e per la
ricolonizzazione dell’Appennino e delle Alpi Liguri. Le linee continue nere delimitano i confini
comunali.
        I dati sono stati riportati con una buona precisione (errore di qualche metro), utilizzando
generalmente un GPS e la base cartografica della CTR a scala 1:5000.
        La zona illustrata in Fig. 9 evidenzia ad esempio diversi segni di presenza (escrementi, un
avvistamento, l’ascolto di un ululato, varie impronte ed una predazione) lungo alcuni transetti
percorsi nella Liguria di Ponente e l’area indicata in Fig. 10 riporta le segnalazioni registrate
lungo un transetto (sentiero lungo un torrente) che si è rivelato particolarmente interessante (tre
tracce di urina e quattro escrementi, due dei quali hanno fornito genotipi di lupo).

Fig. 8. Legenda della Banca Dati Regionale sul Lupo.
Fig. 9. Segni di presenza (escrementi, avvistamento, ululato, tracce, predazione) lungo alcuni transetti liguri percorsi
durante i monitoraggi.

Fig. 10. Segni di presenza lungo un transetto (sentiero lungo un torrente) che si è rivelato particolarmente
interessante (tre tracce di urina e quattro escrementi, due dei quali hanno fornito genotipi di lupo).
La Fig. 11 mostra la situazione schematica relativa alla Provincia di Imperia. Oltre ai
segni di presenza del lupo, in parte non visibili, perché a questa scala si coprono a vicenda, si
notano gli allevamenti (triangoli col vertice in basso), il percorso dell’Alta Via con le varianti (in
rosso) e i limiti comunali (linee nere).

Fig. 11. Situazione schematica relativa alla Provincia di Imperia. Oltre ai segni di presenza del lupo, in parte non
visibili, perché a questa scala si coprono a vicenda, si notano gli allevamenti (triangoli col vertice in basso), il
percorso dell’Alta Via con le varianti (in rosso) e i limiti comunali (linee nere). Il rettangolo blu indica la zona
ingrandita in Fig. 12.

        Aumentando l’ingrandimento dell’immagine è ovviamente possibile distinguere meglio i
dettagli (Fig. 12). Si riescono infatti a riconoscere i vari segni di presenza del lupo lungo i
transetti e lungo l’Alta Via ed i singoli allevamenti della zona. Attorno ai due allevamenti vicini
in basso a sinistra si riconosce inoltre l’area di pascolo (linea rossa continua).
        In Fig. 13 viene riportata la situazione relativa alla Provincia di Savona, che evidenzia
una maggiore presenza nella parte sud-occidentale, ed una rarefazione delle segnalazioni nella
parte centro-settentrionale. La Fig. 14 illustra un particolare ingrandito della Fig. 13.
        Le Fig. 15 e 16 illustrano le informazioni relative alla Provincia di Genova, che appare
quella maggiormente interessata dalla presenza del lupo. Bisogna però ricordare che il territorio
di questa provincia è stato il più studiato, soprattutto nell’ultimo decennio, grazie a indagini
promosse dall’Amministrazione Provinciale e dagli Enti Parco Regionali dell’Aveto e
dell’Antola.
        La Provincia della Spezia risulta maggiormente frequentata nell’area di confine ligure-
tosco-emiliana compresa tra il Monte Gottero e il Passo del Rastello, come si può osservare nelle
Fig. 17 e 18.
Fig. 12. Particolare della figura 11.

Fig. 13. Situazione schematica relativa alla Provincia di Savona. Il rettangolo blu indica la zona ingrandita in Fig.
14.
Fig. 14. Particolare della figura 13.

Fig. 15. Situazione schematica relativa alla Provincia di Genova. Il rettangolo blu indica la zona ingrandita in Fig.
16.
Fig. 16. Particolare della figura 15.

Fig. 17. Situazione schematica relativa alla Provincia di Genova. Il rettangolo blu indica la zona ingrandita in Fig.
18.
Fig. 18. Particolare della figura 17.

        Come già ricordato, ogni elemento (punto, linea o area) riportato nella banca dati è
georeferenziato e interrogabile e le informazioni ad esso associate sono disponibili cliccando su
di esso con l’opzione “informazioni” (Fig. 19). In questo caso sono ad esempio illustrati i campi
relativi al ritrovamento di un escremento in Comune di Torriglia.

Fig. 19. Visualizzazione delle informazioni associate alla banca dati.
La possibilità di usare vari livelli raster come sfondo, ad esempio la Carta Tecnica
Regionale (Fig. 20) o l’ortofotocarta, in scala di grande dettaglio, consente una precisa
localizzazione delle segnalazioni rispetto agli aspetti territoriali (crinali, sentieri, ecc.) e
costituisce un utile strumento per elaborazioni e considerazioni di tipo scientifico e gestionale, in
base ad esempio agli aspetti fisici, come la morfologia, la copertura vegetale, ecc.
        Tutte le informazioni contenute nella Banca Dati regionale sul Lupo vengono
continuamente aggiornate sulla base dei dati progressivamente raccolti nel corso del Progetto e
sono utilizzate per successive elaborazioni statistiche, svolte in particolare dall’Università di
Pavia, che collabora al Progetto.

Fig. 20. Presenza di allevamenti misti (ovini e bovini) sovrapposta alla Carta Tecnica Regionale a scala 1:10000.

LE ELABORAZIONI DELLE INFORMAZIONI CONTENUTE NELLA BANCA DATI

         I ricercatori dell’Università di Pavia hanno verificato le differenze nella frequenza dei
diversi tipi di osservazione tra province e stagioni mediante il test del chi-quadrato per tabelle di
contingenza. Dal numero d’osservazioni e dalla superficie d’ogni comune è stata calcolata la
densità di osservazioni totali e quella relativa ai diversi tipi.
         Dal numero dei segni di presenza rinvenuti per ogni transetto è stato calcolato l’ Indice
Chilometrico d’Abbondanza (IKA) come rapporto tra il numero di segni e la lunghezza del
transetto. Successivamente, sono stati calcolati i valori medi dell’IKA e i relativi Errori Standard
(ES) per tutta la regione, per ogni transetto, per provincia e per stagione. Le differenze tra i
valori medi sono state analizzate mediante Analisi della Varianza Multifattoriale e i Modelli
Lineari Generalizzati (GLM). Inoltre, è stato valutato l’andamento mensile dell’IKA del lupo per
tutta la regione e per ogni provincia.
Su densità e distribuzione delle osservazioni è stata effettuata la Kernel Analysis (KA), al
fine di individuare gli areali annuali e stagionali. Questa analisi permette di definire delle fasce
concentriche, con densità d’osservazioni decrescente dal centro all’esterno.
         I contorni derivanti dalla KA sono poi stati sovrapposti al Digital Terrain Model (DTM)
della Regione e alla carta digitalizzata dell’uso del suolo CORINE Land Cover III livello e sono
state calcolate all’interno degli areali le percentuali delle fasce altitudinali, delle principali
esposizioni e dei tipi di vegetazione. Le percentuali delle stesse variabili sono state calcolate
anche per tutto il territorio regionale ed è stato effettuato un confronto tra uso (% negli areali) e
disponibilità (% nella regione) tramite l’indice di preferenza di Jacobs, che varia da -1 a +1;
valori negativi indicano un sottoutilizzo, valori positivi un sovrautilizzo e 0 un uso pari alla
disponibilità.
         Dalla mappatura e digitalizzazione dei segni di presenza sui transetti i ricercatori
dell’Università di Pavia hanno ricavato anche la distribuzione delle osservazioni per fasce
altimetriche, esposizioni e tipi di vegetazione; sono state quindi calcolate le Frequenze Osservate
(FO) come numero di osservazioni in ogni fascia altimetrica, esposizione e tipo di vegetazione e
le Frequenze Attese (FA) dal prodotto della proporzione di disponibilità (PD) con il numero
totale di osservazioni. La PD è stata calcolata come rapporto tra la lunghezza dei transetti in ogni
fascia altimetrica, esposizione e tipo di vegetazione e la lunghezza totale dei transetti.
         Per individuare i fattori ambientali che influenzano la distribuzione del lupo in Liguria, è
stato formulato un modello di valutazione ambientale (MVA), utilizzando le variabili dell’uso
del suolo, dell’altimetria e dell’esposizione. A questo scopo è stata costruita una griglia con celle
di 5 km di lato (Unità di Campionamento, UC) ed è stata sovrapposta al CORINE III Livello e al
DTM. In ogni UC sono state misurate 15 variabili dell’uso del suolo, 8 variabili altimetriche,
corrispondenti ad altrettante fasce altitudinali di 200 m ognuna, e 9 variabili d’esposizione
corrispondenti alle 8 esposizioni principali, oltre all’esposizione nulla. Alle UC è stato poi
attribuito un codice binario 0, 1 dove con 1 erano indicate le UC all’interno delle quali erano
stati trovati segni di presenza del lupo o erano pervenute segnalazioni e con 0 tutte le altre. Sono
state così individuate 53 UC di presenza che sono state confrontate con altrettante UC di
controllo, scelte in modo casuale tra quelle dove non era mai stata accertata la presenza del lupo.
         Il confronto è stato fatto con metodi statistici univariati (one-way ANOVA) e multivariati
(Analisi di Funzione Discriminante, AFD) ed è stato formulato un modello predittivo della
probabilità che una UC possa essere classificata di presenza, utilizzando l’Analisi di Regressione
Logistica binaria (ARL). In questo modo è stato possibile determinare per quali caratteristiche le
porzioni di territorio occupate dal lupo si differenziano dalle caratteristiche medie della regione e
ovviare all’incertezza del dato di assenza.

CONCLUSIONI

        Come già ricordato, il Progetto Regionale ha lo scopo di esaminare sia tutti gli aspetti,
scientifici e socioeconomici legati al ritorno di questo carnivoro sia i conseguenti conflitti
possibili con le attività economiche dell’entroterra, in particolar modo quelle zootecniche. La
Regione Liguria, conscia dell’importanza della collaborazione tra tutti gli Enti istituzionalmente
coinvolti (Amministrazioni Provinciali, Corpo Forestale dello Stato, Enti Parco, Università,
ecc.), ritiene inoltre opportuno condividere le informazioni con le realtà interessate, al fine di
partecipare insieme al raggiungimento delle finalità del Progetto e dell’interesse pubblico.
        Le strutture regionali preposte sono quindi a disposizione degli Enti interessati per
concordare le modalità di condivisione dei dati.
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