L'Italia c'è sempre stata, ma solo da 150 anni è davvero unita
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Pensieri liberi risalendo la secolare storia, non sempre gloriosa, dello Stivale L’Italia c’è sempre stata, ma solo da 150 anni è davvero unita P erché ricordare il 150° anniver- sario dell’Unità d’Italia? In fondo l’Italia esiste da millenni; di Gianni Sabbadini e a quella rinascimentale, alle opere per ricchezze superava Paesi come l’Inghilterra, gli anni di Ludovico il Moro duca di Milano la cui cor- se prendiamo un atlante storico ed letterarie e alla musica... te non aveva eguali in Europa, e poi andiamo a vedere l’Italia di Augu- Eppure, è proprio con l’unità d’Ita- ancora Napoli, la più grande città sto, di duemila anni fa, beh l’Italia lia sancita (quasi banalmente ver- d’Europa che da sola valeva un re- è già lì bella disegnata con i suoi rebbe da dire) con la legge 17 marzo gno e... Roma, la Roma dei Papi, confini naturali, le Alpi che le fan- 1861 n.4671 con cui Vittorio Ema- città universale centro del mondo no da arco a nord, dal golfo ligure al nuele II di Savoia (sino ad allora re cristiano... golfo di Trieste, e la penisola che si di Sardegna) assumeva il titolo di Ma la storia cammina, quei tempi allunga nel Mediterraneo a sud con Re d’Italia, che l’Italia si fa moder- passarono, in Europa si affermarono le grandi isole di Sicilia, Sardegna na ed entra nel mondo moderno; di gli Stati-nazione come la Francia, la e Corsica che le fanno da cornice... quell’Italia noi oggi siamo figli e da Spagna, l’Inghilterra o imperi dina- La storia “del bel paese là dove ‘l essa non possiamo prescindere. stici come quello degli Asburgo o sì sona”, come scrive Dante nel tre- Certo, ci fu un periodo in cui il mo- quello russo e l’Italia si addormentò, cento (sette secoli fa) non inizia cer- dello delle città-Stato italiane sem- nel ricordo del suo grande ed irripe- to nel 1861... brava vincente ed era difficile (ma tibile passato, diventando... “un’e- Anzi, le maggiori glorie italiane per forse anche inutile) pensare ad un spressione geografica”. le quali l’Italia è conosciuta ed ap- unico Paese dalle Alpi alla Sicilia... Certo dell’Italia si parlava ancora prezzata nel mondo e la sua lingua era l’epoca gloriosa di Venezia e di (il gran tour continuò a far parte ancora studiata nelle università stra- Genova che coi loro commerci do- della formazione culturale dei gio- niere, risalgono tutte o quasi a prima minavano l’intero Mediterraneo, il vani colti di Francia, Germania, del 1861, pensiamo all’arte classica tempo della Firenze medicea che Inghilterra) ma più come di un re- perto archeologico piuttosto che di un Paese moderno, le relazioni sui viaggi in Italia nel settecento ed an- Battaglia di Solferino. I piemontesi all’attacco del Colle di S. Martino 80
cora nell’ottocento ci rappresentano un paese primitivo, polveroso o fan- goso, dove si possono acquistare per pochi soldi quadri e sculture antichi per arricchire collezioni private e musei pubblici stranieri, un Paese ai margini del mondo moderno, quasi primitivo nei suoi costumi. Ed ecco che avvenne il miracolo... Spinti dagli ideali illuministici e dall’esperienza napoleonica che, seppur per poco, aveva dimostrato che era possibile cambiare le cose, si cominciò a pensare concretamen- te ad un’unificazione italiana, dai confini ancora incerti, che potesse però rimettere il Paese in linea con il mondo moderno, una nazione italia- na libera ed unita fra le altre nazioni europee, questo l’ideale che infiam- mò il nostro Risorgimento. Dapprima furono solo pochi matti (come qualcuno direbbe oggi), del- le donne malmaritate, studenti più o meno idealisti a pensarci, ma poi, dopo i primi fallimenti, arrivarono il genio politico di Cavour, il buon senso di re Vittorio Emanuele II di Savoia, il coraggio e l’impeto di Ga- ribaldi ed in un ventennio si realizzò l’unità d’Italia, uno di quei momenti irripetibili della storia. L’unificazione, infatti, vista col sen- “Cacciatori delle Alpi” - olio di Angelo Trezzini - Torino, Museo del Risorgimento no di poi, aveva tutte le caratteristi- che di un vero e proprio miracolo... Stato conservatore ed autoritario Certo, all’indomani dell’Unità, il Se forse non era nata una nuova come la Prussia, ed avvicinava il no- nuovo Stato ereditava una situazio- grande potenza militare (i fatti di stro Paese agli Stati europei di tradi- ne pesantissima, l’Italia era com- Custoza e di Lissa nel 1866 lo di- zione liberale e democratica, come plessivamente un Paese arretrato mostrarono quasi da subito), l’uni- l’Inghilterra e la Francia. rispetto ai modelli europei come la ficazione italiana aveva però delle E ciò spiega anche perché la solu- Francia, l’Inghilterra o la Germania caratteristiche sue proprie che ben la zione federale in Italia non ebbe cui naturalmente ci si confrontava; distinguevano anche rispetto agli al- successo, perché nessuno dei vec- era un Paese senza infrastrutture tri Paesi europei del tempo: il nuovo chi Stati preunitari accettò i nuovi (alla vigilia dell’unità nel Regno Stato era uno Stato di diritto, fonda- principi di governo, e spiega anche delle Due Sicilie c’erano novanta- to sui principi di libertà e di tolle- perché la dinastia di Savoia, sino nove chilometri di ferrovia e poco ranza, con il Parlamento liberamen- ad allora piuttosto marginale rispet- più di cento nello Stato pontificio), te eletto al centro della vita politica. to ad altre dinastie italiane, con la lo sviluppo economico era assoluta- Ciò distingueva l’Italia non solo ri- concessione dello Statuto albertino mente ineguale, l’analfabetismo in spetto a Stati come l’Impero austro- assunse la guida del Risorgimento, certe regioni superava l’80%, gran ungarico o l’impero russo, ma anche l’unico Risorgimento che si dimo- parte della popolazione contadina rispetto a nuovi Stati come l’impero strò possibibile in quel determinato era rimasta estranea al movimento germanico costruito attorno ad uno contesto storico. risorgimentale e la classe dirigen- 81
te liberale ne diffidava ritenendola era scevro di difficoltà e di sbanda- Certo, a volte fa impressione pensa- non in grado di partecipare coscien- menti; alla fine della prima guerra re a questi ultimi dieci-quindici anni temente alla normale vita politica, mondiale lo Stato liberale non riu- persi nel “sonno della ragione”, ma la chiesa cattolica (così importante scì ad integrare le masse popolari e se ci guardiamo indietro, vediamo nella storia e nella cultura del Paese) le loro rappresentanze politiche nel quanta strada si è comunque fatta in per la questione di Roma capitale sistema e la necessaria modernizza- centocinquanta anni! era rimasta avversa, perlomeno nel- zione del Paese passò attraverso il E non si può non valutare positiva- le sue gerarchie, al risorgimento ed fascismo che si concluse però con la mente anche il fatto che oggi la Co- all’unificazione nazionale... sconfitta militare, la guerra civile e stituzione repubblicana e la costru- Tutti questi problemi condizionaro- la perdita irrimediabile di lembi di zione europea siano difese e portate no, inevitabilmente, sin dall’inizio terre italiane al confine orientale che avanti anche dai discendenti di quei la storia unitaria, ma complessiva- tanti sacrifici e sangue erano costate. movimenti che furono un tempo mente non si può negare che l’unità Eppure, nonostante questo, con il ostili o indifferenti all’unificazione d’Italia innestò un eccezionale pro- referendum istituzionale e la vittoria e solo qualche decennio fa guarda- cesso di modernizzazione e di svi- (di misura) della repubblica che ta- vano ancora con diffidenza al mer- luppo del Paese, sia dal punto di vi- gliava il rapporto con la dinastia che cato comune europeo, a dimostra- sta civile che economico, e non solo. aveva incarnato il risorgimento (e zione della coscienza di un comune Pensiamo a livello mondiale cosa ha che pagava con ciò il fatto che non destino ormai radicata nel popolo rappresentato per la stessa Chiesa aveva saputo garantire nei confronti italiano e ben rappresentata dal Pre- cattolica la fine del potere temporale del fascismo i diritti civili e politici sidente della Repubblica. del Papa e l’assunzione di un ruolo previsti dallo Statuto), il cammino Certo, nel mondo globalizzato si esclusivamente spirituale: un atto unitario riprese dalla Costituente pongono nuove sfide e probabil- “provvidenziale” come ebbe a defi- con l’elaborazione di una nuova Co- mente la dimensione nazionale, tipi- nirlo un Papa dei tempi moderni. stituzione, repubblicana e democra- ca degli Stati europei, sarà destinata Ma pensiamo anche al sistema poli- tica, che rimetteva di nuovo l’Italia ad essere superata da realtà più va- tico italiano che si andò sviluppando fra le grandi democrazie europee e ste, in grado di competere con Stati attorno allo Statuto albertino (che mondiali e che avrebbe dato vita ad continente come gli Stati Uniti d’A- divenne così la prima costituzione un sistema che, nonostante tutto, ha merica, la Cina, l’India, la Russia... italiana) nella direzione del governo garantito per cinquant’anni pace, Ma è altrettanto certo che dallo parlamentare e del progressivo suf- democrazia ed uno sviluppo econo- Stato nazionale non si può tornare fragio universale, pensiamo ai nuovi mico quasi impensabile, tanto da far indietro e semmai bisognerà anda- codici ed a quel primo codice penale collocare l’Italia, ormai divenuta per re avanti per poter svolgere ade- unitario nel 1889 che, auspice Za- territorio e popolazione un piccolo guatamente nelle future istituzioni nardelli, aboliva la pena di morte, Paese nel mondo globalizzato, fra le sovranazionali i nuovi compiti che acquisendo con ciò l’Italia un pri- nazioni più sviluppate, sia economi- saranno demandati ancora agli Stati mato fra i grandi Paesi europei. camente che civilmente. nazionali (pensiamo, ad esempio, a E come non considerare poi lo svi- Ma la novità istituzionale più ri- ciò che rappresenta l’euro e la sua luppo economico che, specie al levante del secondo dopoguerra è governance). nord, portò alla prima industrializ- senz’altro l’Unione Europea che ha Anche in futuro, dunque, i valori zazione del Paese con le industrie visto l’Italia, da subito, fra i Paesi che già furono alla base dell’unità tessili, manifatturiere e meccaniche, fondatori ed ispiratori (assieme a d’Italia centocinquanta anni orsono, il risanamento edilizio delle città, i Francia e Germania) e che rappre- come la libertà, la democrazia, la grandi cantieri navali, la nascita dei senta in fondo quel traguardo cui già tolleranza, lo stato di diritto, saran- sindacati, le prime forme di previ- guardavano gli uomini più sensibili no fondamentali e non rinunciabili denza e tutela sociale... del Risorgimento quando immagi- e lo Stato nazionale avrà ancora il Cento anni fa, cinquanta anni dopo navano il percorso che avrebbe por- compito di difenderli e conservarli. l’unità, l’Italia sembrava finalmente tato “dalla giovine Italia alla giovine Per questo non solo dobbiamo ricor- inserita di nuovo nel contesto euro- Europa”, “dalla federazione italiana dare la nostra Unità proclamata 150 peo come un Paese in via di moder- agli Stati Uniti d’Europa” secondo anni fa ma ben possiamo anche fe- nizzazione e con buone prospettive l’auspicio di Mazzini e di Cattaneo. steggiarla: sì, viva l’Italia! di sviluppo. In tale contesto si colloca dunque il Gianni Sabbadini Ma il percorso unitario, ancora, non nostro Paese nel nuovo millennio. Magistrato 82
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