L'ASSETTO PENSIONISTICO ITALIANO NON È STATO TRAVOLTO DALLA PANDEMIA: NEL 2020, SECONDO L'ULTIMO RAPPORTO DI ITINERARI PREVIDENZIALI, IL SISTEMA ...
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ATTUALITÀ COVID-19, LA TENUTA DEL SISTEMA PREVIDENZIALE di GIACOMO CORVI L’ASSETTO PENSIONISTICO ITALIANO NON È STATO TRAVOLTO DALLA PANDEMIA: NEL 2020, SECONDO L’ULTIMO RAPPORTO DI ITINERARI PREVIDENZIALI, IL SISTEMA HA MOSTRATO UNA CERTA CAPACITÀ DI TENUTA. PREOCCUPANO INVECE LA CRESCITA DELLE PRESTAZIONI SOCIALI E UN WELFARE DIVENTATO TROPPO GENEROSO © arvitalya – iStock 24 INSURANCE REVIEW, MARZO 2022
Spesa pensionistica in aumento, entrate contributive in calo, rapporto fra attivi e pensionati che, dopo un lungo periodo di progressivo miglioramento, è risul- tato per la prima volta da anni in deterioramento. Ep- pure, nonostante tutte le difficoltà generate dalla pan- demia di coronavirus, il sistema previdenziale italiano ha mostrato nel 2020 una certa capacità di tenuta. E adesso, secondo l’ultima edizione de Il bilancio del si- stema previdenziale italiano di Itinerari Previdenzia- li, il nostro assetto pensionistico si avvia rapidamente © JOHNGOMEZPIX – iStock verso una maggiore sostenibilità. Presentato a metà febbraio a Roma, con una conferen- za stampa trasmessa in diretta streaming dalla sala Caduti di Nassirya del Senato, il rapporto fotografa un sistema previdenziale che ha retto bene l’urto della pandemia, e che non è stato travolto (almeno non nella misura che ci si sarebbe potuti aspettare) dalle conse- guenze demografiche ed economiche dell’emergenza coronavirus. “A oggi il sistema è sostenibile e lo sarà In diminuzione, invece, il numero di occupati. Nel anche tra 15 anni, nel 2035, quando anche le ultime 2020 si contavano meno di 16 milioni di lavoratori, frange dei baby boomer nati dal dopoguerra al 1980, cosa che ha spinto il tasso di occupazione generale al in termini previdenziali assai significative, si saranno 58,1%. Diminuiscono le donne lavoratrici, che tornano pensionate”, ha commentato Alberto Brambilla, pre- al di sotto della soglia psicologica del 50%, e diminui- sidente del centro studi e ricerche Itinerari Previden- scono anche gli over 55, il cui tasso di occupazione si è ziali. fermato nel 2020 al 54,2%. PIÙ PENSIONATI, MENO LAVORATORI IL RAPPORTO ATTIVI-PENSIONATI La pandemia ha innanzitutto spinto al rialzo il numero La dinamica demografica innescata dalla pandemia, di pensionati: dopo anni di progressivo calo a seguito con pensionati in aumento e lavoratori in diminuzione, delle ultime riforme previdenziali, le ricadute economi- ha avuto inevitabili ripercussioni anche sul rapporto che dell’emergenza sanitaria hanno incentivato molte fra attivi e pensionati. L’indice, dopo il picco di 1,458 persone a scegliere la strada della pensione. In pratica, lavoratori per ogni singolo pensionato raggiunto nel chi ne aveva la possibilità, ha osservato Brambilla, “ha 2019, è calato del 2,4% e si è fermato nel 2020 a quota preferito abbandonare il lavoro piuttosto che correre il 1,424: si tratta della prima flessione negativa dal 2013. rischio di rimanere disoccupato”. L’aumento, tuttavia, I curatori del rapporto invitano tuttavia a non farsi è stato piuttosto contenuto: nel 2020 si contavano poco prendere dal panico: stando alle previsioni della ricer- più di 16 milioni di pensionati, appena 6mila in più ca, gli scenari previsionali di ripresa economica, uniti di quanto si registrava nell’anno precedente. Un au- agli effetti positivi che il Pnrr potrà avere su investi- mento dunque minimo, quasi trascurabile, comunque menti pubblici e privati, potranno consentire di incre- inferiore a quello che ci si sarebbe potuti aspettare, mentare la forza lavoro e di tornare, di conseguenza, anche escludendo gli effetti della pandemia, con l’ap- su livelli di maggiore sostenibilità. Nel dettaglio, il provazione di quota 100 e con la conferma di dispo- rapporto ipotizza una rapida inversione di tendenza sitivi di anticipo pensionistico come opzione donna e nel rapporto fra attivi e pensionati: entro il 2024, se ape sociale. le previsioni del centro studi si riveleranno corrette, INSURANCE REVIEW, MARZO 2022 25
ATTUALITÀ l’indice dovrebbe assestarsi in prossimità dell’1,49, vicinissimo dunque a quell’1,5 che Itinerari Previden- ziali considera da tempo necessario per garantire la PENSIONATI DA QUARANT’ANNI sostenibilità a medio e lungo termine del sistema pre- A videnziale italiano. ll’inizio del 2021 risultavano in pa- gamento presso l’Inps oltre 476mila L’IMPATTO FINANZIARIO prestazioni pensionistiche erogate a DELLA PANDEMIA persone che sono andate in pensione La pandemia ha mostrato i suoi effetti anche dal punto nel 1980 o anche prima: in pratica, a persone che di vista economico e finanziario. La spesa pensionisti- hanno abbandonato il mondo del lavoro da al- meno 40 anni. Nella maggior parte dei casi (oltre ca, a tal proposito, ha messo a segno nel 2020 un au- 23mila), si tratta di prestazioni del settore priva- mento dell’1,9% su base annua e si è attestata a poco to, fruite sia da lavoratori dipendenti che auto- più di 234 miliardi di euro. Le entrate contributive, nomi. viceversa, sono diminuite di quasi 14 miliardi di euro Sulla base di questi dati, il rapporto curato da Iti- (-6,7%), concorrendo a generare un saldo negativo fra nerari Previdenziali evidenzia che la durata me- dia delle pensioni più remote ancora oggi vigenti entrate e uscite di quasi 40 miliardi di euro: si tratta di è di quasi 46 anni per il settore privato e 44 anni un dato persino peggiore di quello che era stato regi- per il settore pubblico: prestazioni corrette dal strato nel 2015, l’anno più critico dalla crisi finanziaria punto di vista attuariale, ricorda la ricerca, non scoppiata nel 2008. A pesare, con un passivo di oltre dovrebbero superare i 20-25 anni. Per questo, 36 miliardi di euro, è soprattutto la gestione dei dipen- secondo i curatori del rapporto, è necessario lanciare “un monito fortissimo alle forze politi- denti pubblici, mentre tutte le casse privatizzate (con che e sociali che, a fronte di una delle più elevate la sola eccezione dell’Inpgi) e quattro gestioni separate aspettative di vita, continuano a proporre forme dell’Inps hanno chiuso il 2020 con il segno positivo. di anticipazioni”. Anche in questo caso, tuttavia, il rapporto invita a mantenere la calma ed evitare inutili allarmismi. In- nanzitutto perché, come già anticipato, l’adesione a strumenti di anticipo pensionistico si è rivelata più bassa del previsto, agevolando così il mantenimento del deficit al di sotto delle stime più pessimistiche. E poi perché, ancora una volta, le positive prospettive di crescita economica potranno consentire di recuperare progressivamente i livelli occupazionali e, di conse- guenza, di ammortizzare rapidamente le perdite che sono state registrate negli ultimi anni. IL PESO DELL’ASSISTENZIALISMO L’assetto previdenziale italiano, almeno a giudicare dai numeri del rapporto, è dunque rimasto sostanzial- mente sotto controllo. Cosa che invece non si può dire per il più generale sistema di welfare in Italia. Le maggiori criticità permangono, come sottolinea il Alberto Brambilla, presidente di Itinerari Previdenziali centro studi da anni, sul versante assistenziale. Il rap- 26 INSURANCE REVIEW, MARZO 2022
porto, a tal proposito, evidenzia che nel 2020 sono state erogate oltre quattro milioni di prestazioni total- mente assistenziali. Pari a 3,7 milioni sono i pensionati che, al netto delle duplicazioni, hanno ricevuto questo genere di prestazioni: considerando anche i titolari di altri generi di servizi assistenziali, si arriva a una © Inside Creative House – iStock platea di oltre 7,7 milioni di pensionati totalmente o parzialmente assistiti, pari al 47,9% di tutti coloro che hanno abbandonato il mondo del lavoro. Una situazio- ne di questo genere, secondo Brambilla, “non sembra rispecchiare le reali condizioni socio-economiche del Paese”. Poco credibile, ha aggiunto, è anche che “la maggior parte di queste persone non sia riuscita in 67 anni di vita a versare quei 15-17 anni di contribuzione regolare che avrebbe consentito di raggiungere la pen- to al 2019. Le risorse messe a disposizione per le pre- sione minima”. stazioni sociali sono arrivate a coprire il 30,9% del Pil: in pratica, al welfare state è destinato più di un quarto UN WELFARE TROPPO GENEROSO di quello che riesce a generare il sistema produttivo L’offerta di prestazioni assistenziali ha richiesto nel nazionale. “Siamo chiaramente davanti a numeri – ha 2020 un esborso complessivo di oltre 144 miliardi di detto Brambilla – che contraddicono il sentire comune euro, cifra in rialzo del 62,6% rispetto al 2012. secondo cui l’Italia spenderebbe meno degli altri Paesi Più in generale, però, è l’intero sistema di welfare a ri- dell’Unione Europea per il proprio sistema di protezio- sultare, per dirla con le parole del rapporto, “generoso ne sociale: anzi, spendiamo molto, soprattutto in assi- ma vulnerabile”. Nel dettaglio la spesa totale per pen- stenza, ed è forse questa spesa eccessiva che, abbinata sioni, sanità e assistenza è arrivata a poco più di 510 a inefficienti controlli, genera il tasso di occupazione miliardi di euro, quasi 22 miliardi in più (+44%) rispet- peggiore in Europa”. L’aumento della spesa assisten- ziale in particolare, ha aggiunto Brambilla, “dovrebbe far riflettere la politica, incline a promettere nuovi sus- sidi senza pensare a come razionalizzare la spesa già L’ECCESSO DI MORTALITÀ PER COVID-19 esistente a scapito delle risorse per aumentare svilup- po e produttività”. Anche perché, a fronte di uno sfor- I zo di questa portata, ci si potrebbe almeno aspettare l rapporto curato da Itinerari Previdenziali un calo della povertà. Invece, ha concluso il presidente sottolinea che il 96,3% dell’eccesso di mor- talità provocato dal coronavirus nel 2020 ha del centro studi, fra 2008 e 2019 “i cittadini in povertà riguardato persone con un’età uguale o su- assoluta sono più che raddoppiati e passati, secondo periore a 65 anni, per la stragrande maggioranza i dati dell’Istat, da 2,1 milioni a 4,6 milioni, mentre pensionati. Anche considerando l’erogazione di quelli in povertà relativa sono cresciuti del 36%: è il nuovi sussidi di reversibilità, la pandemia ha dun- drammatico risultato – ha concluso Brambilla – del que tristemente generato per l’Inps un risparmio di 1,11 miliardi di euro: nell’orizzonte del decennio modello italiano basato sulla distribuzione di sussidi a in corso, il risparmio complessivo per l’istituto piè di lista senza controlli, piuttosto che su un’effettiva nazionale di previdenza dovrebbe arrivare a 11,9 presa in carico delle famiglie in difficoltà, lasciate sole miliardi di euro. e abbandonate sia da parte dei servizi sociali sia di quelli del lavoro”. INSURANCE REVIEW, MARZO 2022 27
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