L'ARTE SI È FATTA SPAZIO - Tucci Russo, dal 1994 nell'ex Stamperia Mazzonis
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122 Cultura
Tucci Russo, dal 1994
nell’ex Stamperia Mazzonis
L’ARTE
SI È FATTA SPAZIO
ex Stamperia EE Erica Scroppo È bello avere Lisa (Elisabetta Di Grazia) e
del Cotonificio Mazzonis PP Torre Pellice Tucci (Antonio Russo) tutti per me, senza
In questo stabilimento, fonda- EE Daniele Arghittu l’allegro caos che li circonda nelle inaugura-
to da Federico Mylius nel 1873 e zioni e senza le preoccupazioni di nuove
Q
acquistato da Paolo Mazzonis uanti abitanti o frequentatori esposizioni o fiere, essendo appena rientrati
nel 1880, si completava il ciclo abituali della valle sanno che a dall’esperienza della Fiera di Basilea.
produttivo del cotonificio: la fi-
latura e la tessitura del cotone
Torre Pellice c’è una galleria d’arte di Sono insieme da parecchio, da quando
avvenivano a Pralafera (Luser- fama internazionale? Non moltissimi, sono Tucci, arrampicandosi verso la sua mansarda
na San Giovanni), mentre la fase pronta a scommettere. di via Bava, a Torino, incontrò Lisa intenta a
dello stampaggio si svolgeva Lo Studio per l’Arte contemporanea Tucci Russo studiare per la Maturità seduta sugli scalini.
appunto a Torre Pellice. sorge nell’ex Stamperia del Cotonificio Si sposarono in modo quasi sommesso, in
Mazzonis. Locali storici, pieni del fascino Municipio, nel 1976, festeggiando con un po’
Fiera di Basilea delle costruzioni industriali ottocentesche, di amici alla storica birreria Mazzini. «Il
L’Art Basel, nata nel 1970, è la che parlano di un passato architettonico, nostro viaggio di nozze fu un salto a Roma
più famosa fiera d’arte del mon- per parlare con Jannis Kounellis». Questo
economico, sociale e umano più ancora che di
do. Ha luogo tre volte l’anno, in
più sedi: a marzo a Hong Kong, a libri e documenti. Per fortuna sono stati particolare ci illumina sul loro sodalizio e sul
giugno a Basilea, a dicembre a salvati dal degrado e restituiti a nuova vita. quarantennio successivo come coppia, come
Miami Beach. Vi si accede per
invito dopo rigorosa selezione.
NELLA TORRE PELLICE CHE PER QUARANT’ANNI
Jannis Kounellis
Pittore e scultore greco (1936- OSPITÒ LE MOSTRE CURATE DA FILIPPO SCROPPO
2017), trasferitosi nel 1956 a Ro-
ma. Nel 1967 confluisce nel mo-
SORGE UNA GALLERIA DI FAMA INTERNAZIONALE,
vimento Arte Povera e usa
qualsiasi materiale e oggetto,
PARADOSSALMENTE POCO FREQUENTATA DA CHI
fuoco incluso. Nel 1969 diventa
famoso per aver esposto dodici
VIVE IN VALLE. STORIA E SUCCESSI DI TUCCI E LISA,
cavalli alla galleria L’Attico di
Roma. La mostra sarà ripropo-
UNA COPPIA CHE HA FATTO DELL’AMORE
sta a New York nel 2015. PER L’ARTE UN PERCORSO DI VITAL’arte si è fatta spazio 123
amici, come partner nell’impresa Tucci Russo Lisa Di Grazia e Tucci Russo
e soprattutto come amanti e propugnatori sulla porta che conduce
dell’arte. Fanno tutto insieme con una al tetto della vecchia
passione che, dice lui ridendo, «alla fine Stamperia Mazzonis
diventa quasi una malattia, anche se è di Torre Pellice
importante ritagliarsi degli spazi “normali”
(vedi l’immagine
perché aiutano a vedere meglio tutto quanto».
Quando parla Tucci (diminutivo di nella pagina precedente).
Antonio usato dai genitori e dai parenti Lo stabilimento industriale
siciliani) si coglie un’eco del suo passato abbandonato è diventato
letterario. Figlio di due catanesi trasferitisi in la sede ideale della loro
Piemonte, sostiene di essere stato da ragazzi- galleria d’arte.
no un “testaccione” e di aver fatto disperare C PAOLA MONGELLI
genitori e insegnanti. «Ero indipendente e
ribelle, di temperamento focoso e incapace di
stare seduto immobile per ore, come si
richiedeva negli anni ‘50 perfino alle elemen-
tari». Eppure la sua salvezza venne sotto
forma di un professore, niente meno che un
underground
assistente di Giovanni Getto, luminare di Si definisce così il movimento
Letteratura italiana nell’Ateneo torinese e, che si oppone alla cultura tradi-
aggiungo io, bestia nera degli studenti zionale e ufficiale, con specifico
contestatori prima e durante il ’68; ma riferimento allo sperimentali-
questa è un’altra storia... smo e all’anarchismo diffusosi
Il giovane professore, Franco Gabriele, era dagli Stati Uniti al mondo intero
suo cugino; lo prese sotto la sua ala e, nella a partire dagli anni ‘60.
sua casa piena di libri, il monellaccio Tucci si
appassionò alla letteratura, diventando un editing
Cura redazionale di un testo
patito dei poeti crepuscolari. «Iniziai ad destinato alla pubblicazione:
amare ogni forma di cultura, aiutato dal fatto consiste nella correzione orto-
che Torino, nei primi anni ’60, era un grafica e grammaticale, ma an-
focolaio di fermenti, attività, iniziative, Galleria Sperone, avvenivano spontanea- che nell’organizzazione e nella
suggestioni…». Intraprese perciò una strada mente incontri straordinari capaci di verifica dei contenuti.
ben diversa da quella sperata dal padre che lo segnare una vita. Di certo ti aiutavano a
avrebbe voluto solido ragioniere con la testa crescere» dice Tucci. Al Bar Mulassano, in libreria Hellas
sulle spalle e uno stipendio assicurato. piazza Castello, ci s’imbatteva regolarmen- Cambiando sede, diventerà
te in artisti come Mario Merz, Giovanni la Luxemburg.
VERSO IL SESSANTOTTO Anselmo e Gilberto Zorio, bastioni del Allen Ginsberg
In quel periodo Tucci gravitava intorno al movimento Arte Povera. E poi attori in Poeta americano (1926-
Partito comunista e alla sua organizzazione tournée come Carmelo Bene o vari membri 1997), tra i più famosi esponen-
giovanile, la Fgci. «Ricordo il pullulare di del Living Theatre. ti della generazione Beat.
dibattiti nel pre-Sessantotto torinese con il Politica e cultura erano tutt’uno ma
contorno di intellettuali, artisti, musicisti, abbastanza presto Tucci Russo si rese conto Arte Povera
teatranti». Negli anni 1964-65 fondò con altri che l’esplosione del Sessantotto era di fatto Termine coniato dal critico
una casa editrice underground dal sugge- una reazione dei figli di papà contro le Germano Celant nel 1967 per il
stivo nome Pitecanthropus. Pubblicavano una proprie origini borghesi o alto borghesi e, movimento antielitario (legato
soprattutto a Torino), che sfidava
collana di poesia ispirata alle opere di poco a poco, se ne staccò. arte e cultura tradizionali nelle
Ferlinghetti, di cui Vasco Are faceva l’editing tecniche, nei materiali e soprat-
e Angelo Pezzana, allora proprietario della LA COLLABORAZIONE CON SPERONE tutto nell’importanza attribuita
mitica libreria Hellas, curava la grafica ed Sempre di più, intanto, si appassionò al all’installazione e al rapporto
era coordinatore. La casa editrice fu accusata mondo dell’arte che in quel periodo era un linguaggio-società-messaggio-
di oscenità e ci fu un processo di cui parlaro- calderone in ebollizione. A fine ’68 Gian natura.
no i giornali. Quasi nessuno invece fece Enzo Sperone gli propose di lavorare nella
caso al fatto che Pezzana – che poi fu il sua galleria che presto trasferì in corso San Gian Enzo Sperone
principale fondatore del movimento omoses- Maurizio e di cui Tucci divenne il direttore, Gallerista torinese famoso in
tutto il mondo. Alla prima galle-
suale Fuori – fosse riuscito a portare a Torino rimanendovi fino al 1974. Quel quinquennio ria (fondata a Torino nel 1963)
un certo Allen Ginsberg. pienissimo, intenso, totalizzante fu una vera seguono le esperienze di Roma
«In quegli anni, girando per il centro, il cui e propria università. Tucci poté spaziare (1972) e New York (1975), con
cuore intellettuale era costituito dall’Unione dalla nuova arte italiana al mondo interna- Westwater e Fischer. Fu tra i pri-
culturale, dal Teatro stabile, dal Centro zionale. Pur comunicando, dice, con il suo mi a esporre Pop Art, Arte Con-
Universitario Cinematografico (Cuc), dalla inglese “maccheronico”, seppe creare una rete cettuale, Arte Povera.124 Cultura
Carl Andre fittissima di nomi e personaggi, di cui molti infastidiva Tucci. «A me sembrava che la
Pittore e scultore statuniten- prestigiosi: una rete basata soprattutto scena italiana avesse molto da offrire». E la
se, nato nel 1935. È un esponen- sull’affinità e lo scopo comune ma rafforzata storia, non solo dell’arte, gli ha dato ragione.
te della corrente minimalista. dalla sua grande carica umana.
La nuova Galleria Sperone aprì con la DAL MATERIALE ALL’INSTALLAZIONE
Richard Long prima personale di Carl Andre a Torino e da All’inizio degli anni ’70 era in atto una
subito il materiale – quasi sempre di recupero profonda trasformazione nel pensare e nel
e comunque mai ortodosso – e il suo assem- sentire il concetto stesso di arte, non più
blaggio esercitarono un enorme fascino sul considerata fine a se stessa, bensì parte
giovane gallerista. L’espressione “tessuto integrante di un insieme, dal materiale
creativo” ricorre spesso nel suo racconto, che all’installazione finale, che non era però mai
restituisce l’incanto delle sue prime scoperte definitiva. Il cambiamento, lo spostamento, il
pur a distanza di decenni: il minimalismo che riposizionamento erano parte dell’opera
diventa scultura, il magma vivente della stessa.
materia che si fa arte. La comunità degli artisti italiani, specie
Tucci Russo è un grande affabulatore dalla quella che ruotava intorno al gruppo dell’Arte
memoria di ferro, ti coinvolge nel profondo e Povera, era come una grande famiglia che
tu pendi dalle sue labbra mentre ripercorre e ogni tanto s’incontrava. E si scontrava. «La
illustra mostre presentate quasi cinquant’an- competizione era positiva, lo scontro era
ni fa, come se le avesse montate il giorno dialettico: si discuteva sul lavoro, erano
Fotografo e scultore inglese, prima... diverbi di scambio, di crescita».
classe 1945, esponente della Gli anni da Sperone furono avvincenti e Nel corso del quinquennio “speroniano”
Land Art e dell’Arte Concettua- formativi. A questo periodo risalgono molte ogni tanto qualcuno, critico, amico e più
le, famoso per le sue “passeg- amicizie che dureranno una vita: basti spesso artista, suggerì a Tucci Russo di aprire
giate-arte” e le sue costruzioni-
espressioni in pietra. Ha vinto il
ricordare quella con Richard Long al cui la propria galleria. «Lo ha fatto anche Sol
Turner Prize ed è commendato- nome e alle cui opere è in parte legato il suo LeWitt, sin dal 1970 – ricorda –. Quando
re dell’Ordine dell’Impero bri- prestigio di gallerista. Presto, però, Russo finalmente seguii il consiglio, Sol m’inviò una
tannico dal 2013. La foto è di iniziò a sviluppare le proprie opinioni e cartolina da Pompei augurandomi buona
Pieter Delicaat (CC BY-SA 3.0). inclinazioni. Sperone era spesso assente, fortuna».
lavorando con circa 35 artisti: «Si stava Con Sperone si erano creati degli attriti.
Sol LeWitt trasformando da gallerista in mercante, il Alla fine del 1974, dopo l’ennesimo battibec-
Solomon LeWitt (1928-2007), che implicava oneri e obblighi finanziari che co, Tucci gli disse: «Io vado via dalla galleria e
artista statunitense, esponente
gli impedivano di curare in modo approfon- ti annuncio che ne aprirò una per i fatti
di concettualismo e minimali-
smo. La sua produzione com- dito l’aspetto culturale». Tucci non ha niente miei». La reazione fu violentissima: all’inizio
prende foto, disegni, dipinti, contro il mercato che, anche nel mondo fu guerra feroce. «Dopo tante discussioni,
sculture. dell’arte, è importante, spesso essenziale, ma grazie alla mediazione del socio di Sperone,
lo critica quando esso diventa la forza Pierluigi Pero, mi diedero da vendere un
trainante, non di rado a scapito di libertà, piccolo Andy Warhol, un ritratto di Jackie
pulsioni, ispirazione. Inoltre, quasi tutti gli Kennedy. Un collezionista torinese lo comprò
artisti di Sperone erano stranieri e questo per 6 milioni di lire: la metà la diedi a
Alcune delle installazioni
che hanno fatto la storia
della galleria Tucci Russo,
dapprima a Torino
e poi a Torre Pellice.
Da sinistra:
Mario Merz,
Tavolo a spirale per festino
di giornali datati il giorno
del festino (1976);
Daniel Buren, Portici (1985);
nella pagina accanto:
Richard Long,
Untitled (2008);
Robin Rhode,
Exhibition view (2008).
C ARCHIVIO TUCCI RUSSO125
Pierpaolo Calzolari
Artista italiano (1943). Espo-
nente dell’Arte Povera, usa ma-
teriali insoliti come ghiaccio,
margarina, piombo fuso, a sot-
tolineare il concetto di trasfor-
mazione.
Stedelijk di Amsterdam
Museo di arte moderna e con-
temporanea aperto nel 1895, ri-
strutturato e reinaugurato nel
2012. Espone capolavori di Van
Gogh, Cézanne, Malevich…
Lisa e Tucci: il loro è uno straordinario sodalizio umano e artistico.
C PAOLA MONGELLI Mulino Feyles
Fu il primo mulino industria-
le di Torino, nel quartiere San
Sperone e il resto rappresentò la mia AL MULINO FEYLES Donato. Oggi è stato riconver-
liquidazione». Gli inizi furono difficili. «Ogni lira guada- tito a uso abitativo e ospita dei
Con quel denaro aprì nel 1975, insieme gnata la reinvestivo nell’attività. Per anni il loft.
all’amico Paolo Marinucci, la propria conto fu in rosso!». In quel primo periodo fu
galleria – un garage di 250 metri quadrati essenziale il sostegno morale, culturale, ma Mario e Marisa Merz
non lontano dal parco del Valentino –e anche economico della sua giovane compa- Celebre coppia di artisti: Ma-
l’inaugurò con una mostra di Pierpaolo gna di vita e di lavoro: Lisa. «Il suo stipendio rio, milanese, nato nel 1925, e
Calzolari. «Nel suo lavoro c’era un aspetto di traduttrice fu provvidenziale». Marisa, torinese, di un anno più
giovane. Sposati dal 1959, Ma-
ampio, globale, che riguardava anche il lato Il grosso salto in avanti avvenne a fine ’75 rio (deceduto nel 2003) è stato
performativo, perfetto per contrastare e con il trasferimento al Mulino Feyles, un un esponente di spicco dell’Ar-
dialogare con Kounellis, che ha sempre grande edificio storico che – oltre alla nuova te Povera, noto soprattutto per
delegato all’arte anche una funzione politica, galleria – ospitava lo studio di Mario e le sue grandi composizioni di
mentre in Calzolari c’era una forte compo- Marisa Merz e, per un paio d’anni, quello materiali di recupero, come
nente poetica». di Calzolari. Qui Tucci e Lisa rimasero fino igloo e tavoli; Marisa, l’unica
In questo spazio limitato riuscirono al 1990: un periodo determinante. donna del gruppo, predilige
addirittura a presentare un lavoro che alla La mostra di apertura, nel 1976, f u di materiali leggeri o liquidi e il
mostra dello Stedelijk di Amsterdam era Sandro Chia, ispirata alle due poesie La rame.
rimasto allo stato progettuale e che prevede- spada e il culo e L’asinella e l’asinello, che metafo- Sandro Chia
va la presenza di un cane (un boxer albino ricamente si sviluppavano nello spazio Pseudonimo di Alessandro
con gli occhi rossi) con blocchi di ghiaccio attraverso piccoli oggetti. «C’era una piccola Coticchia, pittore e scultore ita-
rosa, che si scioglievano lentamente. Il rosa scultura in lamiera dipinta, quasi futurista liano (1946). Membro chiave
era per parallelismo con gli occhi del cane come immagine, che tagliava teoricamente lo della Transavanguardia, negli
– di salute precaria come molti albini – e il spazio in due e da cui si sviluppava il filo del ultimi decenni è tornato al figu-
ghiaccio simboleggiava l’effimero. discorso.. .». Poesia e spazio, spazio come rativo.126 Cultura
Lo Studio per l’arte
contemporanea Tucci Russo,
in via Stamperia 9
a Torre Pellice,
è aperto, dal martedì
alla domenica,
tra le 10,30 e le 13
e tra le 15 e le 19.
C PAOLA MONGELLI
galleria pensiero. Ecco le tematiche portanti dell’idea Ma torniamo al 1976 e alla prima grande
Il locale principale era lungo espositiva di Tucci. Al Mulino ebbe origine mostra di Merz, che Tucci definisce ancor oggi
30 metri e largo 12 e sopra c’e- quella che divenne la sua specialità: opere – a distanza di 41 anni – indimenticabile.
ra un altro spazio di 200 metri concepite o almeno adattate o reinventate in Immaginate un tavolo a spirale zeppo di
quadri di «pura libertà». base allo spazio della galleria e ai suggeri- fascine, frutta e verdura e pacchi di giornali da
menti e interventi del gallerista stesso. macero (trasportati a fatica da tutti loro,
Daniel Buren
Artista francese concettuale
Daniel Buren, ad esempio, costruì cinque Marisa compresa) con sopra i numeri della
e minimalista, famoso per le stanze in muratura: «Ci mettemmo due serie Fibonacci che tanto affascinava l’artista.
“strisce”. Nato nel 1938, ha da mesi!». È qui che si rivela la peculiarità di un Studio e galleria erano aperti e confinanti,
poco inaugurato un’esposizio- gallerista che non commissiona l’opera quindi la mostra spaziava tra i due. Dalle travi
ne permanente nella metropo- commercializzabile, ma viene incontro pendevano dipinti di spirali originati da gusci
litana di Londra. all’artista senza tirarsi indietro neppure di lumache e l’atmosfera risultante era di
davanti alle proposte meno facili. Questo è il provocazione e scherzoso divertimento. Per
Germano Celant motivo per cui Tucci si è essenzialmente gli organizzatori fu invece un grosso impegno,
Storico dell’arte e curatore, votato alla scultura, che «essendo più ostica «anche perché Merz – ricorda Lisa – non era
classe 1940, famoso per aver
coniato la definizione Arte Po-
per il mercato, ha spesso più qualità». un personaggio facile». L’inaugurazione – co-
vera. È stato responsabile del L’idea fondamentale per Tucci Russo è me quelle che seguirono – fu una vera festa
Guggenheim a New York e del- mettere in piedi il progetto e offrirlo in con una gran quantità di vino e cibo caserec-
la Biennale di Venezia. Dirige visione: solo dopo si può tentare la vendita. cio... Del resto erano tutti giovani esuberanti
la Fondazione Prada. «Il contrario è deleterio». con una gran voglia di vivere e chi aveva
Il suo ruolo supera quello del gallerista qualche anno in più era ragazzo nell’animo.
Achille Bonito Oliva tradizionale. Non solo per amicizia ma perché Nel 1977 fu la volta di Kounellis, con l’ormai
Critico, saggista e curatore, Tucci è un appassionato intenditore che spesso famoso trenino immobile che però potenzial-
nato nel 1939. Ha introdotto un s’inserisce nel concepimento delle opere. Ogni mente viaggiava nello spazio. La parete era
nuovo concetto di critico che
non solo commenta e spiega
tanto Merz, ma non solo lui, gli chiedeva annullata con un’enorme X incisa nel muro
ma precede e spinge verso nuo- suggerimenti: «Talvolta mi domandava: “Ma con catrame all’interno e la mostra, nell’insie-
ve forme di arte, come nel caso quest’opera secondo te è finita?”». Tucci Russo me, era molto “dechirichiana”. Altra mostra
della Transavanguardia da lui ha stabilito con produttori e prodotti un memorabile fu quella di Giovanni Anselmo
iniziata. rapporto dialettico talmente intenso che il nel ’78, in cui il pezzo più notevole era un
ruolo del critico d’arte, quando c’è lui di blocco di antracite che, rimasto al buio per due
quella del 1980 mezzo, finisce per scomparire. Anche per milioni di anni, veniva ora illuminato da una
La mostra allestita presso questo probabilmente, pur essendo amico di piccola luce, seguito da un blocco di granito
Tucci Russo sarà ricostruita in- critici di spicco come Germano Celant o con il magnete puntato al Nord e un proiettore
teramente per la Biennale di
Venezia.
Achille Bonito Oliva, non li frequenta che illuminava la parola “particolare” nello
molto e soprattutto non se ne serve. spazio. Per non parlare di quella del 1980 diL’arte si è fatta spazio 127
Marisa Merz, l’unica donna dell’Arte Povera, di
cui indimenticabile fu il “laghetto” di paraffina
con giocattolo da bambini galleggiante. GIUSEPPE PENONE FINO AL 5 NOVEMBRE
Tutt’intorno strutture varie con gli immanca-
bili fili di rame. Images de pierre (Immagini di
Richard Long merita un discorso a parte pietra) è il titolo della mostra di
anche perché è l’artista più riconoscibile Giuseppe Penone allestita alla
– nella persona e nelle opere! – perfino dai Galleria Tucci Russo fino al 5 no-
profani. Nel 1983 fu protagonista di una vembre.
gran mostra con manate di fango sulle pareti «L’immagine è quanto noi perce-
e tonnellate di vagliata spaccata, portata piamo mediante la vista e, per
dalle cave in sacchi da trenta chili, che al estensione, una rappresentazione
momento dello scarico fecero tremare tutto mentale rievocata dalla memoria o
l’edificio. Nel 1986 invece fu la volta di dall’immaginazione», spiegano gli
blocchi di marmo di Carrara. organizzatori.
Da allora Long, oltre che fiore all’occhiello Le opere che danno il titolo alla
della Tucci Russo, è un caro amico della mostra sono cinque elementi in
coppia. Come Tony Cragg, che Tucci marmo che, accostati l’uno all’al-
incontrò nel ’79 a Stoccarda, dove era stato tro, rimandano a una figura antro-
invitato come giovane gallerista: «Mi pomorfa. Gli elementi sono la ma-
affascinò immediatamente. Lo esponemmo trice delle litografie, incorniciate
al Mulino nel 1984». L’entrata di Long e Cragg nella stessa sala.
li spinse a considerare altri artisti stranieri e L’esposizione si snoda in tre sale
a divulgare la loro opera in Italia: Schütte, della galleria.
Buren, Maria Nordman...
IMMERSI NELLA NATURA Tucci Russo
Oltre alla passione per l’arte Lisa e Tucci e Lisa Di Grazia
hanno in comune l’amore per la campagna, condividono
il verde, gli animali, le piante. La Natura «di anche l’amore
cui siamo tutti figli e con cui dovremmo per la natura
essere tutti più in sintonia, imparando ad
e per gli animali.
ascoltarla anche nei suoi silenzi».
C PAOLA MONGELLI
«Osservare la natura – continua – è un
momento di contemplazione anche interio-
re. Gli animali ne fanno parte come dovrem-
mo farne parte noi stessi». Del resto molti
dei “loro” artisti sono indiscutibilmente
“naturali”: in natura creano, ad essa si vagliata
ispirano o addirittura, come Penone, la Termine tecnico per pietre di
fanno diventare parte intrinseca dell’opera. lago.
Negli anni ’80 Tucci e Lisa avevano affittato
una casetta sulla collina di Bibiana per il Tony Cragg
fine settimana e da lì a Torre Pellice il passo Anthony Douglas Cragg, scul-
è stato breve. Conoscevano già la valle, la sua tore inglese, nato nel 1949. Ini-
storia e tradizione. In seguito acquistarono zia con sculture in plastica e
una casa sulla collina di Luserna San Giovan- materiali di recupero per pas-
sare a quelle in legno, gesso,
ni e, negli anni ’90, quando il Mulino Feyles bronzo e pietre varie. Membro
fu messo in vendita per essere trasformato in della Royal Academy, ha vinto il
abitazioni, iniziarono a esplorare le possibi- premio Turner. È commendato-
lità locali. La ex Stamperia si rivelò architet- re dell’Ordine dell’Impero bri-
tonicamente perfetta. Lisa fu la prima a tannico dal 2002.
visitarla: «Ce ne innamorammo entrambi,
intuendone il potenziale, nonostante Giuseppe Penone
l’aspetto un po’ fatiscente per gli anni di Scultore italiano, membro
abbandono». dell’Arte Povera. Nato a Gares-
sio (Cuneo) nel 1947, ha iniziato
La loro casa immersa nel verde – nel con la body art sottolineando il
frattempo – si riempì di animali, dai cani di rapporto uomo e natura, usan-
razza nordica ai caprioli che saltellano do spesso alberi e foglie e ma-
sfacciatamente nel prato perché sanno di teriali del mondo minerale, ani-
essere al sicuro. L’amore per la natura, per i male, vegetale a confronto.128 Cultura
Un’installazione
di Tony Cragg,
risalente al 2014.
Tucci Russo ha conosciuto
lo scultore inglese nel 1979,
a Stoccarda.
C ARCHIVIO TUCCI RUSSO
Tony Cragg illustra una delle sue opere
al museo dell’Hermitage, a San Pietroburgo (Russia).
C NINA DANILOVA (CC BY-SA 4.0)
L’ultima esposizione
di Tony Cragg da Tucci Russo
(19 marzo-30 luglio 2017).
C PAOLA MONGELLIL’arte si è fatta spazio 129
cani e ovviamente per l’arte mi suscita un tunno – che si fondono fino a diventare Filippo Scroppo
parallelo con un altro personaggio legato a tutt’uno con le opere. Siciliano valdese, pittore, cri-
Torre Pellice e alla scena artistica italiana: L’apertura risale al 1994, con un Richard tico. Nato nel 1910, dal 1934 a
Filippo Scroppo. Long in gran forma. Anche Cragg seguì Tucci Torino. È tra i fondatori del Mac
Tucci conobbe mio padre negli anni in cui («Dove vai tu vengo anch’io!») e gli diede (Movimento Arte Concreta).
insegnava all’Accademia, a Torino, e spesso lo consigli su come articolare lo spazio al pian Quattro volte alla Biennale,
due suoi autoritratti sono espo-
si poteva incontrare nel caffè di via Po allora terreno. Taluni dubitavano della riuscita di sti nel Corridoio vasariano de-
chiamato Guarany. «Era affabile, sorridente, una simile avventura fuori Torino. Furono gli Uffizi. Per oltre quarant’anni
disponibile. Con lui si poteva discutere di tut- smentiti dalle 700 persone che parteciparono ha organizzato le mostre d’arte
to». Ancor più che di arte i due parlavano di all’inaugurazione e dall’afflusso di pubblico contemporanea a Torre Pellice.
politica e si trovavano quasi sempre in che ogni mostra non cessa di attirare, oltre È morto nel 1993.
sintonia. Anni dopo, quando già si era vent’anni dopo.
trasferito in Valle, Tucci ritrovò Scroppo nei Se Richard Long e Tony Cragg amano la grande svolta
caffè torresi, accompagnato dall’immancabi- Stamperia, il pubblico a sua volta li ama e Prima del trasferimento a
le cagna maremmana, e, quando lo mise al ovviamente ama i galleristi che li ripropon- Torre Pellice ci fu un breve in-
termezzo in via Gattinara a To-
corrente del progetto di trasferire quella che gono in forme sempre nuove. In questo rino.
era già divenuta una galleria di fama interna- ventennio nomi storici e amati si sono
zionale, mio padre ne fu sinceramente alternati con alcuni meno conosciuti. Basico III
compiaciuto. Purtroppo non fece in tempo ad Qualche rara collettiva è stata proposta Con espositori come Ansel-
assistere alla sua trionfale apertura ma morì seguendo l’interesse di Tucci e Lisa per mo, Buren, Calzolari, Kounellis,
contento del fatto che l’amata Torre Pellice, scambio e parallelismo. Basico III è stata un Long, Merz, Marisa Merz, Paoli-
dove, dal 1949 e per oltre quarant’anni, omaggio alla Tucci Russo per il suo quaran- ni, Penone, Zorio.
aveva portato in mostra l’avanguardia tennale. Sempre aperti al nuovo, purché
artistica del momento, avrebbe continuato a interessante e stimolante, Tucci e Lisa di
essere anche una città d’arte. recente hanno proposto giovani talenti come
Gianni Caravaggio (1968), Paolo Piscitelli
LUCE E MONTAGNE (1971) e Robin Rhode (1976).
Eccoci quindi alla nuova grande svolta: Paura, timidezza, ritrosia, timore di essere
1.000 metri quadri di spazio espositivo su inadeguati e incapaci di capire… Questi
due piani, più gli uffici in mansarda. sono i motivi che possono tenere una Il contesto diventa parte
Ristrutturata e ridisegnata, l’ex Stamperia persona lontana da una galleria d’arte integrante dell’opera:
merita una visita anche quando è vuota: la contemporanea. «In realtà, l’arte si può quest’immagine si riferisce
luce vi entra dalle grandissime finestre poste vedere come una pianta – afferma Tucci all’esposizione
in punti strategici e da cui si colgono scorci Russo –. Noi pensiamo di conoscere le piante, di Giuseppe Penone,
diversi del panorama circostante – dalle Alpi ma in effetti sono una cosa complessissima». Images de pierre,
Cozie imbiancate al verde smeraldo della Eppure si possono godere al primo approc- tuttora in corso.
primavera alle coloratissime foglie dell’au- cio. C PAOLA MONGELLIPuoi anche leggere