Kean, Barella, Zaniolo e la carica degli Under 21; calcio femminile, quanta passione domenica - IVG.it

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      Kean, Barella, Zaniolo e la carica degli Under 21; calcio
      femminile, quanta passione domenica
      Mercoledì 27 marzo 2019

      Nuova Italia. L’Italia è scarsa, non ci sono più i Baggio o i Del Piero di un tempo, non
      vinceremo per molti anni con i giocatori attuali, sono solamente calciatori montati dai
      giornali.

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      Ecco le chiacchiere da bar di uno dei più classici tifosi prima dell’arrivo sulla panchina
      della nostra nazionale di Roberto Mancini, allenatore che ha portato nuovamente un
      gioco e uno spirito combattivo ad una selezione che, per troppo tempo, si è espressa su
      livelli bassi ed inaccettabili.

      Da anni infatti, si era capito che qualcosa non stava funzionando nel nostro sistema
      calcistico, ma grazie agli exploit negli Europei da parte delle formazioni allenate
      rispettivamente da Prandelli nel 2012 (finale contro la Spagna) e da Conte nel 2016 (quarti
      di finale, eliminando la Spagna nel turno precedente), la situazione era stata
      mascherata al meglio.

      I più attenti ricorderanno però che, a far piangere grandi e piccini (me compreso), non
      furono quelle annate. Dal 2010 infatti, i mondiali sono diventati il vero tabù della nostra
      nazionale che, dopo non aver passato la fase a gironi per due edizioni consecutive, è
      riuscita addirittura nell’impresa di non qualificarsi per la fase finale disputatasi
      quest’estate in Russia.

      Tutto questo però, adesso, sembra alle spalle e, lentamente, qualcosa sta cambiando. Il
      nuovo commissario tecnico Mancini è una figura di grande prestigio e, sulla panchina
      azzurra, si sta dimostrando all’altezza del gravoso incarico. Forse è presto per definire
      rinata la nostra nazionale, ma possiamo affermare con certezza che la strada imboccata,
      pare essere quella giusta.

      Ripartire dal gioco e dalle prestazioni grazie ai giovani. Questa la filosofia del
      selezionatore azzurro, il quale, dal suo insediamento in poi, ha cercato di plasmare
      gradualmente un gruppo che aveva sicuramente bisogno di una nuova iniezione di fiducia.
      La cocente e frustrante mancata qualificazione ai mondiali aveva infatti causato un blocco
      nei nostri giocatori che, finalmente, sembra sparito. Merito degli esordienti e
      soprattutto del lavoro del Mancio che, appunto, si è affidato a loro per ricreare
      l’entusiasmo perduto.

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      Donnarumma, Barella, Kean, Zaniolo, Chiesa, Sensi e Mancini (Gianluca però, il CT
      purtroppo non ha levato gli scarpini dal chiodo) sono solo alcuni dei simboli della nuova
      Italia che, in queste qualificazioni, dovrà convincere i tifosi di avere personalità e
      carattere. Il talento non serve nominarlo perché sembra essercene in abbondanza,
      ma bisognerà sfruttarlo al meglio per cercare di andare alla conquista del prossimo
      Europeo. Questo sarebbe infatti il sogno proibito del tecnico ex Inter che, più volte, lo ha
      fatto intendere in conferenza stampa.

      La strada nel girone J sarà sicuramente ripida ed impervia ed il successo della linea
      verde sarà determinante per la nostra nazionale che adesso, deve solamente fare una
      cosa: vincere e convincere.

      P.S. Sarebbe gradito l’impiego di una punta in grado di segnare con una certa
      frequenza e, se la soluzione al problema è rappresentata da Fabio Quagliarella, ben
      venga… L’esperienza non guasta mai e, la sua attuale forma fisica, non ha nulla da
      invidiare a quella di Immobile… Cosa ne pensi Mancio?

      Chi lo ha detto che il calcio non è uno sport per femmine? Domenica si è giocato
      Juventus W–Fiorentina W, il big match del campionato di Serie A women. La squadra
      bianconera ha vinto 1 a 0, compiendo un passo decisivo verso la conquista dello scudetto,
      con 4 punti di vantaggio sulle viola a tre partite dal termine.

      La particolarità dell’evento è stata però la cornice di pubblico: il bellissimo stadio della

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      Juventus (l’Allianz Stadium) ha ospitato per la prima volta la sua squadra femminile.
      Solitamente infatti, le partite casalinghe della Juventus W, vengono disputate nell’impianto
      di Vinovo, contando qualche centinaia di spettatori. Questa domenica però allo Stadium di
      Torino ad assistere allo scontro al vertice tra bianconere e viola ci sono state quasi 40
      mila persone. Il flusso è stato favorito dalla vendita di biglietti gratuiti, ma i tifosi hanno
      comunque risposto in massa ben oltre le aspettative.

      Infatti è stato stabilito il record italiano di spettatori per una partita di calcio femminile.
      Anche su Sky, che trasmette i match della Serie A woman, gli ascolti sono stati un
      successo (più di 340 mila spettatori di media). Una settimana prima, allo stadio Wanda
      metropolitano di Madrid (in occasione di Atletico Madrid–Barcellona di football rosa),
      grazie ai quasi 61 mila presenti, era stato superato il primato mondiale di pubblico
      presente a una partita di calcio femminile. Un record che durava da quasi un secolo.

      Tutto ciò testimonia la crescita del calcio rosa, una sezione del mondo del pallone
      rimasta per troppo tempo nell’ombra.

      Già dagli inizi del XX secolo nacquero movimenti di calcio praticati da ragazze e donne in
      Italia e nel resto d’Europa (in particolare in Inghilterra), bloccati però sul nascere poiché
      questo sport era ritenuto inadatto per il gentil sesso. L’inizio vero del football femminile in
      Italia risale alla fine degli anni sessanta, con la formazione della Federazione Italiana
      Calcio Femminile e dei primi tornei. Squadre e campionati crescono fino al 1986 quando la
      Serie A e la Serie B vengono inserite nella Lega Nazionale Dilettanti. Nel 2018 le
      calciatrici iscritte alla FIGC risultano quasi 24 mila, con numeri però in forte e costante
      aumento (sebbene in Italia si sia ancora distanti dai paesi scandinavi e dagli Usa, pilastri
      del football femminile). Negli ultimi anni sono state introdotte diverse norme a livello
      nazionale ed europeo per sviluppare questo movimento. L’anno scorso la Federcalcio ha
      inglobato al suo interno Serie A e Serie B women, rendendo a tutti gli effetti il calcio
      femminile uno sport professionistico. L’Uefa ha introdotto invece nel 2016 l’obbligo per i
      top team maschili di tesserare un determinato numero di calciatrici.

      La Nazionale italiana nasce anch’essa tra gli anni sessanta e settanta, risultando
      inizialmente tra le migliori al mondo con diversi ottimi piazzamenti (in particolare agli
      Europei). Dall’inizio del ventunesimo secolo l’Italia femminile ha ottenuto risultati meno

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      buoni, non partecipando a quattro edizioni dei Mondiali consecutive, riuscendo però a
      ottenere la qualificazione per quelli del 2019.

      Proprio l’accesso ai Campionati del Mondo, che si terranno in Francia e nei suoi
      prestigiosi stadi tra giugno e luglio, è stata un’altra notizia che ha permesso la crescita di
      visibilità del calcio rosa in Italia. A differenza dei maschietti, le ragazze guidate dal CT
      Milena Bertolini sono riuscite a conquistare il pass per la manifestazione mondiale, dopo
      vent’anni di digiuno. La competizione, che si svolgerà tra giugno e luglio, sarà visibile
      interamente sui canali di Sky sport, ma anche su Rai sport, dove verranno trasmesse le
      partite più importanti della manifestazione, comprese quelle delle azzurre. Questo a
      testimonianza della maggior rilevanza che anche i media stanno riservando al calcio
      femminile.

      Chi denigra l’inclinazione femminile del calcio dovrebbe pensare a questi due aspetti.
      L’Italia women in questo momento ha superato quella maschile, in quanto presente al
      Mondiale e 16esima nel ranking Fifa, contro il 18esimo posto della Nazionale di Mancini
      nella corrispondente classifica riservata alle nazionali di genere opposto.

      Ma soprattutto il mondo del pallone rosa non rispecchia il pianeta calcio maschile.
      Fortunatamente. I veri seguaci del calcio femminile affermano un clima totalmente diverso
      in tutto quello che concerne questo mondo parallelo. Le calciatrici in campo sono molto
      più rispettose dell’avversario. Risse, insulti e brutti comportamenti sono eventi quasi
      sconosciuti. Le stesse protagoniste sono più serene e disponibili con i fan senza ostentare
      quella superiorità tipica del calciatore medio. Stesso discorso si può fare per il pubblico
      che assiste ai match. Il tifoso va a vedere una partita della serie A Woman per divertirsi e
      per incitare la propria squadra. Non si urla contro la prima ragazza che sbaglia, non si
      sbeffeggia un errore dell’avversaria. Solo cori tranquilli e divertenti, con i radi sfottò
      comunque sempre nel limite della sportività. I pochi tifosi ospiti presenti non vengono
      scortati dalla polizia, perché il pubblico a un match di calcio femminile si mischia senza
      nessun rischio di collusioni. Anzi, spesso i supporter della squadra in trasferta vengono
      accolti dai tifosi locali: si chiacchiera, si prende un caffè insieme e si assiste
      pacificamente a una semplice partita di pallone.

      Un vero spettacolo. Non è un utopia. È solo quel mondo rosa da cui ci arriva un’altra
      lezione. Quel punto di vista femminile che troppo spesso è stato accantonato in nome di
      una stupida superiorità maschile. Abbiamo tanto da imparare da loro. Non sarebbe l’ora di
      iniziare a seguire di più il calcio femminile?

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