IL C.A.I., LA SUA STORIA E LA MIA ESPERIENZA - di Federico Dell'Orto, 3 D, Scuola Cozzi-Quarenghi
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INDICE −La storia del C.A.I. −Intervista a… Alessandro Giorgetta −L’alpinismo −I rifugi −Gli Alpini e i canti −Io e il C.A.I. −Le Alpi −K2: il nodo infinito −1954: l’Italia sul K2 −Walter Bonatti −Rheinold Messner −Riccardo Cassin −Bibliografia Federico Maria Dell’Orto 3^D
LA STORIA DEL C.A.I. Il C.A.I. (Club Alpino Italiano) è la più antica e popolare associazione di alpinisti in Italia, fondata nel 1863 dall’allora ministro delle finanze Quintino Sella in occasione di un’ascensione al Monviso con diversi alpinisti. L’idea fondante è il desiderio di contribuire al consolidamento dell’idea di nazione, in un’Italia appena unificata. Quintino Sella, fondatore del C.A.I. Sella voleva, anche dal punto di vista politico, unire il popolo costituendo sezioni del C.A.I. in ogni regione d’Italia. Questo principio è stato portato fino ai giorni nostri. Lo scopo statuario è quello “di far conoscere le montagne, più specialmente le italiane e di agevolarvi le salite e le esplorazioni scientifiche”. Oggi il C.A.I. sostiene la difesa dell’ambiente naturale e la ricerca scientifica. Il Monviso Federico Maria Dell’Orto 3^D
INTERVISTA A… ALESSANDRO GIORGETTA Incontro Alessandro Giorgetta, direttore editoriale del C.A.I. presso la sede Centrale di Milano; in questa intervista esclusiva racconta di sé e del C.A.I. D: Signor Giorgetta, come si è avvicinato al C.A.I.? R: Un po’ per tradizione familiare e ovviamente per la mia passione per la montagna. D: Qual è il suo ruolo all’interno del C.A.I.? R: Io sono il responsabile della comunicazione e direttore della rivista di approfondimenti culturali, alpinismo e montagna “Lo Scarpone”. D: Cosa fa il C.A.I. per avvicinare i giovani come me alla montagna? R: Attraverso l’alpinismo giovanile, ma anche con pubblicazioni, proiezioni e conferenze adatte ovviamente per i più piccoli. Inoltre interviene nelle scuole attraverso attività formative. D: Cosa fa il C.A.I. e quali sono i suoi obiettivi? R: Mentre in passato si occupava solo di alpinismo, oggi il C.A.I. offre un appoggio crescente alla collettività avvicinando gli italiani alla montagna attraverso diverse attività: escursionismo estivo e invernale, arrampicata, mountain bike e canyoning. D: L’anno prossimo il C.A.I. festeggerà i suoi 150 anni di vita: quali iniziative prenderete per questo grande traguardo? R: Per i 150 anni pubblicheremo un libro, organizzeremo una mostra e varie manifestazioni tra cui un trekking da Marsala a Trieste e la scalata contemporanea di 150 cime nel giorno della fondazione. Federico Maria Dell’Orto 3^D
L’ALPINISMO L’alpinismo è una disciplina sportiva il cui scopo è raggiungere la vetta di una montagna. E’ praticato da chi, nella montagna, ricerca un’esperienza avventurosa e una sfida con i propri limiti e con le difficoltà della natura. Proprio per questo l’alpinista trova soddisfazione e orgoglio nel raggiungere la cima. La tipica modalità di ascensione è l’arrampicata, Arrampicata su roccia che può avvenire su roccia, neve, ghiaccio o percorsi misti e con condizioni ambientali variabili. Essa è classificata secondo una scala di difficoltà in base alla lunghezza e al rischio della via. Per la sicurezza dell’ascensione è indispensabile l’uso di corde, moschettoni, ramponi, picozze e imbraghi oltre, naturalmente, a una buona preparazione fisica e mentale, per sopportare le temperature e la ridotta presenza d’ossigeno. Arrampicata su ghiaccio Federico Maria Dell’Orto 3^D
I RIFUGI La parola “rifugio” significa accoglienza, calore e riparo. I rifugi, infatti, sono strutture organizzate per dare possibilità di sosta, ristoro e pernottamento agli escursionisti. • Il primo rifugio risale al 1785; la capanna Vincent, situata sul Monte Rosa, fu costruita come punto d’appoggio per lo sfruttamento delle Il rifugio Gianetti, ai piedi del pizzo Badile vicine miniere d’oro. Agli inizi, quindi, i rifugi avevano uno scopo molto diverso da quello attuale: commerciale, militare, scientifico e pure religioso. • A fine ‘800 il C.A.I. cominciò a costruire rifugi alpini per diffondere la pratica dell’alpinismo e del turismo italiano, e per facilitare agli alpinisti le ascensioni, funzioni ancora attuali del rifugio. • Nel ‘900 furono costruite strutture molto più piccole dei rifugi: i bivacchi fissi, posti in zone più alte della montagna, sono punti d’appoggio favorevoli alle ascensioni più impegnative. Bivacco Anghileri-Rusconi in Valmalenco Federico Maria Dell’Orto 3^D
GLI ALPINI E I CANTI Il Corpo degli Alpini, nasce a fine ottocento su progetto del Capitano Giuseppe Perucchetti, con lo scopo di difendere i confini montani dell’Italia. Il loro simbolo è il famoso cappello su cui spicca una lunga penna nera. Gli Alpini sono suddivisi attualmente in tre brigate: Julia, Taurinense e Comando Divisione Tridentina. Ogni anno, nel mese di maggio si tiene la famosa Adunata Nazionale, per ricordare la prima adunata spontanea, tenutasi nel 1920 sul monte Ortigara (Vicenza), teatro delle note vicende storiche. Nel 2012 l’Adunata avrà luogo a Bolzano. Molto famosi sono i canti che gli alpini intonavano in coro durante la Prima e la Seconda Guerra Mondiale. Questi cori che sono una testimonianza delle sofferenze e delle battaglie affrontate dagli alpini in nome dell’Italia. Sul Cappello Che Noi Portiamo.mp3 Federico Maria Dell’Orto 3^D
IO E IL C.A.I. Sono iscritto al C.A.I. Valmalenco da 11 anni e ogni anno, dal 2005, partecipo alla settimana di alpinismo giovanile, un’occasione questa per scoprire, attraverso diverse escursioni con le guide alpine, i molteplici segreti della montagna. • Sono 7 giorni in cui si susseguono diverse attività sportive, come l’arrampicata in Val Poschiavina, e attività di tipo scientifico, come lo studio dei minerali e della vegetazione alpina. •Il momento più bello ed entusiasmante della settimana è l’ascensione ad una vetta e il pernottamento in un rifugio. Questi giorni mi permettono di socializzare e condividere momenti di soddisfazione con ragazzi che coltivano la mia stessa passione. Federico Maria Dell’Orto 3^D
LE ALPI Le Alpi sono la catena montuosa più importante d’Europa Si sono formate circa 100 milioni di anni fa, in era Cretacea, dallo scontro tra le placche africana ed europea. Questo processo di orogenesi durato milioni di anni si è manifestato nella forma attuale circa 15 milioni di anni fa e tuttora permette alle Alpi di innalzarsi di qualche millimetro ogni anno. L’estensione della catena montuosa Si estendono per un migliaio di Km su un territorio che include 9 paesi, tra cui l’Italia. In Italia le Alpi si suddividono in 3 grandi blocchi: le Alpi Occidentali, le Alpi Centrali e le Alpi Orientali, a loro volta suddivisi in diversi gruppi. Le cime alpine più famose italiane sono il Monte Bianco, il gruppo del Monte Rosa, il Cervino e le suggestive punte dolomitiche. Il Monte Bianco, la vetta più alta delle Alpi Federico Maria Dell’Orto 3^D
K2: IL NODO INFINITO (spunti dal libro di Kurt Diemberger) Il K2, in lingua balti Chogori (“la grande “…è un gigantesco tetto scagliato contro il montagna”), è la seconda vetta più alta del cielo…” pianeta, situata nella catena del Karakorum, in (Kurt Diemberger, K2-Il Nodo Infinito, dall’Oglio, 1988) Pakistan. Secondo gli alpinisti è tra le prime per difficoltà con i suoi 8611 m di ghiaccio, neve e roccia. • Nel 1909, una spedizione italiana guidata da Luigi Amedeo di Savoia Duca degli Abruzzi, scoprì la via più importante della montagna, che denominarono proprio “sperone Abruzzi”. • Proprio seguendo lo sperone Abruzzi, il 31 luglio 1954 Lacedelli e Compagnoni raggiungono, per primi nella storia, la vetta, nella spedizione guidata dal prof. Ardito Desio. Da quel giorno il K2 diventa “la montagna degli italiani”. • Reinhold Messner compie la prima ascensione Il K2 “La grande montagna” dal ghiacciaio Concordia al K2 senza l’aiuto di bombole d’ossigeno. Federico Maria Dell’Orto 3^D
1954: L’ITALIA SUL K2 Il K2 è stato oggetto, fino al 1953, di molti tentativi di conquista. Gli americani, per ultimi, riuscirono ad arrivare a quota 7800 m. È il 1954. Il geologo Ardito Desio riesce a convincere l’allora primo ministro De Gasperi a finanziare una spedizione italiana, facendo leva sui sentimenti dell’orgoglio nazionale. Il 31 luglio 1954, Lino Lacedelli e Achille I componenti della spedizione del 1954 Compagnoni issano il tricolore sulla vetta, impresa eroica, offuscata però da una successiva disputa giudiziaria chiamata “caso K2”. La versione di Compagnoni e Lacedelli contrasta con quella di Walter Bonatti; il motivo del confronto è il contributo all’impresa di quest’ultimo e del portatore Madhi. La sentenza finale del C.A.I., dopo 50 anni, fu a favore di Bonatti; rischiò la vita per portare ai compagni l’ossigeno di cui avevano bisogno. Lacedelli e Compagnoni sulla vetta del K2 Federico Maria Dell’Orto 3^D
WALTER BONATTI Walter Bonatti è uno dei simboli dell’alpinismo italiano e mondiale. « Quella notte sul K2, tra il 30 e il 31 luglio 1954, io dovevo morire. Il fatto che sia invece sopravvissuto è dipeso soltanto da me... » • La sua prima grande impresa, a 20 anni, è il (Walter Bonatti, Le mie montagne, Zanichelli, Gran Capucin e l’apertura di una nuova via 1965) sulla parete Est. • A 23 anni compie la prima scalata invernale alla cima ovest di Lavaredo. • La sua è una grande carriera alpinistica; apre molte vie sulle Grand Jorasses, sul Monte Bianco e soprattutto sul Cervino aprendo in invernale, una difficile via sulla parete Nord (cresta di Zmutt) • Ha solo 24 anni quando viene chiamato a partecipare alla vittoriosa spedizione italiana al K2. Per Bonatti fu una difficile avventura, anche giudiziaria (vedi caso K2), che lo Un giovane Bonatti al campo base del K2 proiettò nella storia mondiale dell’alpinismo. Federico Maria Dell’Orto 3^D
REINHOLD MESSNER Reinhold Messner nel corso delle sue 3500 imprese ha compiuto circa 100 prime ascensioni, misurandosi sempre con i propri limiti e con quelli della natura, senza mezzi artificiali e in condizioni spesso estreme. •Nel 1970 raggiunge la vetta del suo primo 8000: il Nanga Parbat (8125 m), con il fratello Günther, che però perde la vita durante la discesa, travolto da una slavina. Messner in vetta al Nanga Parbat nel 1978 • Nel 1980 conquista l’Everest (8848 m), in solitaria e senza bombole d’ossigeno, evento questo “Bergsteigen in seiner extremen Form bedeutet Umbhängigkeit bis zur Anarchie” considerato fino ad allora impossibile per l’uomo. Reinhold Messner Questa impresa lo fece diventare uno degli alpinisti più importanti della storia. “L’alpinismo nella sua forma estrema significa indipendenza per l’anarchia” •Nel 1986, scalando il Lhotse (8516 m) diviene il Reinhold Messner primo uomo a conquistare tutti i 14 ottomila della Terra. •Nel 1999 entra in politica battendosi a favore dell’ambiente e per le montagne sempre più danneggiate dall’inquinamento. Federico Maria Dell’Orto 3^D
RICCARDO CASSIN Riccardo Cassin, veneto di nascita ma lecchese di adozione, ha compiuto, nella sua carriera oltre 2500 ascensioni, tra cui 100 prime assolute. • La sua esperienza inizia con una nuova via sulla Grignetta. Si iscrive ai Ragni di Lecco di cui è diventato membro onorario. Le tre cime di Lavaredo • Negli anni ‘30 compie importanti ascensioni sulle Dolomiti, aprendo per la prima volta difficili vie d’arrampicata sulle Cime di Lavaredo. Nel 1938 sale per la prima volta le Grand Jorasses dallo sperone nord. •La sua passione per la montagna lo porta all’età di 78 anni a raggiungere per la seconda volta la parete nord del pizzo Badile, parete questa aperta da lui cinquant’anni prima in una mitica ascensione invernale. Cassin scala ad 80 anni il Pizzo Badile Federico Maria Dell’Orto 3^D
BIBLIOGRAFIA Bonatti Walter, Le mie montagne, Zanichelli, 1965 Diemberger Kurt, K2-Il nodo infinito, dall’Oglio, 1988 Confortola Marco, Giorni di ghiaccio, Baldini Castoldi Dalai, 2009 Articoli di giornale Costantini Emilia, Scontri e veleni sul K2 Una fiction riapre il caso, Corriere della Sera, Spettacoli, pag.30, Domenica 25 Marzo 2012 Federico Maria Dell’Orto 3^D
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