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DALLE 14:32 DI DOMENICA 22 MARZO
2020

ALLE 04:28 DI GIOVEDì 02 APRILE
2020
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Black&White Stories: la top five del 2012
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Cosa rende un gol storico? La classifica di un anno speciale
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Siamo tutti d’accordo che il 2012 sia l’anno dal quale il
nostro meraviglioso ciclo è partito. Non solo perché ha
ospitato il primo degli 8 scudetti di fila, ma anche per il
modo del tutto eccezionale con il quale lo abbiamo vissuto.
Giorno dopo giorno, è stata un’emozione crescente che
significava qualcosa di più profondo della pur importantissima
ricongiunzione con la Juventus vincente del passato. L’anno
solare lasciava infatti già intendere che il percorso fosse
solo all’inizio, che altre tappe sarebbero arrivate, anche se
nessuno – neanche il più inguaribile degli ottimisti – avrebbe
potuto immaginare la sequenza di vittorie che stiamo ancora
vivendo e vogliamo proseguire.
Alla fine del 2012, Hurrà Juventus propose un gioco, più che
un bilancio, sulla top ten dei gol realizzati. Chiedendosi
quali siano le caratteristiche che rendono speciale una rete.
La bellezza dell’esecuzione, certamente (se il dibattito sul
bel gioco divide, quello sulla qualità di un gol è solitamente
più morbido). L’originalità della giocata, forse (che è altra
cosa dal fascino, è il mai visto prima, è il piacere
dell’inedito, materia rara e perciò degna di essere
preservata). Oppure, più concretamente, la sacrosanta
importanza ai fini del risultato (perché c’è poco da fare: se
vale una vittoria decisiva, anche un tocco a porta vuota
assume toni leggendari).
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Già allora, qualsiasi fosse l’idea prevalente, si avanzava un
“sospetto”. Che determinati gol sappiano andare oltre le
ragioni della stretta attualità e si proiettino immediatamente
nel futuro, diventando nel tempo momenti da collezione. Ve ne
riproponiamo la metà di quelli scelti allora. Divertitevi ad
accostare le sensazioni di allora e quelle di oggi in un
juventinissimo Ritorno al futuro…
FIORENTINA-JUVENTUS 0-5 ANDREA PIRLO
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La Signora travolge la Viola sul proprio campo con un sonante
0-5, punteggio storico, mai visto prima. L’eccezionalità della
serata è ben rappresentata da Andrea Pirlo che si scambia la
parte con Mirko Vucinic: stavolta è lui a presentarsi a tu per
tu con il portiere per trasformare in rete la geniale
invenzione del montenegrino con un morbidissimo tocco. E
d’incanto si capisce che un gol di Andrea Pirlo non alla
Andrea Pirlo è sempre per definizione il gol di un Maestro.
JUVENTUS-LAZIO 2-1 ALESSANDRO DEL PIERO
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Di punizioni perfette il 10 bianconero ne ha regalate talmente
tante che ogni dibattito su quale sia la più bella o la più
importante rischia di diventare un esercizio accademico che
non mette d’accordo nessuno. Questa è la più sorprendente,
però, nessun dubbio. Perché Alex la tira precedendo Pirlo che
lo affianca al momento della battuta e in quella frazione di
secondo inganna Marchetti, lasciandolo inchiodato alla linea
di porta. E’ esagerato dire – col senno di poi – che in
quell’istante abbiamo capito che avremmo vinto lo scudetto?
JUVENTUS-ROMA 4-0 ARTURO VIDAL
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Un gol, anzi due. Impossibile separarli, anche a costo di
allargare un po’ la Top Five con un numero supplementare.
Quarto minuto, Vidal si getta su un pallone che attraversa
l’area di rigore e Juve-Roma prende già una direzione ben
precisa. Altri 4 minuti e il cileno inventa un tiro folgorante
e non è una definizione esagerata. Probabile che di Arturo
siano restate tante altre cose nella nostra memoria tifosa.
Fate spazio, questa doppietta velocissima lo merita.
CAGLIARI-JUVENTUS 0-2 MIRKO VUCINIC
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Probabile che siano talmente tante le immagini della felicità
di Trieste – la notte dello scudetto numero 30 – che si
finisca per dimenticarsi del gol sblocca-partita. Lo realizza
Vucinic su un lancio calibrato di Bonucci. Tutto appare
splendidamente giusto, anche perché arriva dopo appena 6
minuti, risparmiando una discreta dose d’ansia per gli altri
84.
JUVENTUS-TORINO 3-0 CLAUDIO MARCHISIO
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Il primo derby dello Stadium non si scorda mai, tanto meno il
primo gol se lo realizza un ragazzo che li gioca già da
bambino. Particolare non secondario: il cross per il tuffo di
testa di Marchisio lo disegna Sebastian Giovinco, pure lui
prodotto del vivaio bianconero. E conferma una tradizione che
dal Delle Alpi all’Allianz, passando per l’Olimpico, a oggi
conta in 24 gli anni trascorsi dall’ultima volta che la Juve
ha perso in casa contro i cugini
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COVID-19, le misure adottate da Juventus
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I provvedimenti adottati da Juventus in ottemperanza ai DPCM
ed ai decreti del Ministero della Salute
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A seguito del DPCM del 9 marzo 2020, la Federazione Italiana
Giuoco Calcio ha deciso di sospendere sino al 3 aprile 2020
tutte le competizioni sportive calcistiche organizzate sotto
sua egida.
Juventus continua a monitorare la situazione relativa al
Coronavirus (Covid-19) conformandosi alle disposizioni
impartite delle Autorità competenti. Pertanto, preso atto del
DPCM del 4 marzo 2020 e degli altri provvedimenti straordinari
ancora in vigore per il contenimento e la gestione
dell’emergenza epidemiologica da Coronavirus, la Società ha
adottato una serie di misure di prevenzione che abbracciano
tutte le attività del Club.
ATTIVITÀ APERTE AL PUBBLICO
In ottemperanza alle disposizioni del Dpcm dell’8 marzo 2020,
lo Juventus Museum sarà chiuso al pubblico fino al 3 aprile,
salvo diversa disposizione ministeriale.
Gli interventi di sanificazione delle superfici dei luoghi di
lavoro vengono effettuati con regolarità attraverso l’utilizzo
di prodotti disinfettanti a base alcolica od ipoclorito di
sodio.
È stata infine operata la sanificazione di ogni sede Juventus,
dei pullman delle diverse squadre e di ogni indumento
utilizzato dagli atleti tramite tintorie industriali.
JUVENTUS STORE
Gli Juventus Store di Torino, Milano e Roma sono al momento
chiusi, in ottemperanza al DPCM dell’11 marzo 2020.
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ATTIVITÀ AGONISITCA
A seguito del DPCM del 9 marzo 2020, la Federazione Italiana
Giuoco Calcio ha deciso di sospendere sino al 3 aprile 2020
tutte le competizioni sportive calcistiche organizzate sotto
sua egida.
Prima Squadra Maschile e Femminile – agg. 12.03.2020
Tre i giocatori risultati positivi al COVID-19: Daniele
Rugani, Blaise Matuidi e Paulo Dybala. Per tutti e tre è
scattato l’isolamento domiciliare volontario.
La partita di Champions League fra Juventus e Olympique Lione,
inizialmente prevista per il prossimo 17 marzo, è rinviata a
data da destinarsi
—

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Il Responsabile del Settore Medico, Dott. Stefanini, in
ottemperanza a quanto disposto dal Gruppo Scientifico dei
medici sportivi di Serie A, ha comunicato, esplicato e
disposto per le Prime Squadre Maschile e Femminile le seguenti
21 regole che valgono anche per dirigenti, personale tecnico e
addetti ai lavori.
NON BERE DALLA STESSA BOTTIGLIA
Non bere dalla stessa bottiglietta, borraccia, bicchiere né in
gara né in allenamento, utilizzando sempre bicchieri monouso o
una bottiglietta nominale o comunque personalizzata, e non
scambiare con i compagni altri oggetti come asciugamani,
accappatoi, ecc.
NON MANGIARE NELLO SPOGLIATOIO
Evitare di consumare cibo negli spogliatoi.
GLI INDUMENTI
Riporre oggetti e indumenti personali nelle proprie borse,
evitando di lasciarli esposti negli spogliatoi o in ceste
comuni.
I FAZZOLETTI DI CARTA
Buttare subito negli appositi contenitori i fazzolettini di
carta o altri materiali usati come cerotti, bende, ecc.
LAVARSI LE MANI
Lavarsi accuratamente le mani il più spesso possibile: il
lavaggio e la disinfezione delle mani sono decisivi per
prevenire l’infezione. Le mani vanno lavate con acqua e sapone
per almeno 20 secondi e poi, dopo averle sciacquate
accuratamente, vanno asciugate con una salvietta monouso; se
non sono disponibili acqua e sapone, è possibile utilizzare
anche un disinfettante per mani a base di alcol al 60%.
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SERVIZI IGIENICI
Evitare, nell’utilizzo di servizi igienici comuni, di toccare
il rubinetto prima e dopo essersi lavati le mani, ma
utilizzare salviette monouso per l’apertura e la chiusura
dello stesso.
DISPENSER E DISINFETTANTE
Favorire l’uso di dispenser automatici con adeguate soluzioni
detergenti disinfettanti, sia negli spogliatoi, sia nei
servizi igienici.
NON TOCCARSI OCCHI, NASO, BOCCA
Non toccarsi gli occhi, il naso o la bocca con le mani non
lavate.
TOSSIRE NEL BRACCIO
Coprirsi la bocca e il naso con un fazzoletto –
preferibilmente monouso – o con il braccio, ma non con la
mano, qualora si tossisca o starnutisca.
CAMBIO D’ARIA
Arieggiare tutti i locali il più spesso possibile.
PULIRE TAVOLI, SEDIE, RUBINETTI
Disinfettare periodicamente tavoli, panche, sedie,
attaccapanni, pavimenti, rubinetti, maniglie, docce e servizi
igienici con soluzioni disinfettanti a base di candeggina o
cloro, solventi, etanolo al 75%, acido paracetico e
cloroformio.
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COSA FARE IN PISCINA
In caso di attività sportiva o allenamento in vasca,
richiedere un costante monitoraggio dei parametri chimici
(cloro o altre soluzioni disinfettanti) e dei parametri fisici
(fra cui il pH o la temperatura, che influisce sul livello di
clorazione) .
COSA FARE AI PRIMI SINTOMI
Gli atleti che manifestino sintomi evidenti di infezione
respiratoria e/o febbre devono immediatamente abbandonare il
resto della squadra, possibilmente, isolarsi, e avvisare il
medico sociale nelle squadre professionistiche o il
responsabile medico della federazione nei raduni federali, che
provvederà a rivolgersi, se ne sussistesse l’indicazione, al
Numero 112 o al Numero 1500 del Ministero della Salute
operativo 24 ore su 24, senza recarsi al Pronto Soccorso.
VACCINARSI CONTRO L’INFLUENZA
Per chi non fosse ancora vaccinato contro l’influenza,
ricorrere il più rapidamente possibile il vaccino
antiinfluenzale, in modo da rendere più semplice la diagnosi e
la gestione dei casi sospetti.
I CONTATTI A RISCHIO
Informarsi dagli atleti e dal personale societario se ci sono
stati eventuali contatti in prima persona o all’interno del
proprio ambito familiare con persone rientrate da zone a
rischio o in quarantena.
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LO SCREENING MEDICO SPORTIVO
Utilizzare la visita medico-sportiva quale fondamentale
strumento di screening, attraverso un’attenta anamnesi ed
esame obiettivo per l’individuazione di soggetti
potenzialmente a rischio immunitario o con sintomatologia.
I RADUNI DELLE NAZIONALI
In caso di raduni nazionali o di atleti o di manifestazioni di
circuito internazionale autorizzate anche all’estero,
prevedere sempre la presenza di un Medico di Federazione che
possa valutare clinicamente, a livello preventivo, tutti i
partecipanti, identificando eventuali soggetti a rischio e
adottando le più idonee misure di isolamento, seguendo
adeguate procedure gestionali secondo gli indirizzi del
Ministero della Salute.
I MEDICI SOCIALI
Lo staff medico deve monitorare con attenzione i Paesi verso
cui si è diretti o da cui si rientra, secondo le indicazioni
del Ministero della Salute. La FMSI ha istituito un
collegamento diretto e indirizzi di posta elettronica
specifica per tutti i Medici Federali, che sono il punto di
riferimento delle Società e degli Atleti, per un più efficace
coordinamento delle informazioni grazie alla linea diretta fra
Ministero della Salute, Ministero dello Sport, Coni e FMSI.
NIENTE PREMIAZIONI
Evitare premiazioni o altre forme di contatto con il pubblico
(es. club o manifestazioni varie)
IL RISCHIO DELLE INTERVISTE
Utilizzare un unico microfono nelle interviste da disinfettare
ogni volta (quindi non vari microfoni tenuti in mano dal
giornalista)
EVITARE IL CONTATTO CON I TIFOSI
Uscire dal centro di allenamento e/o dallo stadio nel bus
della squadra o sull’auto privata evitando il contatto fisico
con tifosi (es. evitare selfie, autografi e abbracci).
Prima Squadra Femminile – AGGIORNAMENTO 10.03.20
La FIGC dispone la sospensione e il rinvio a data da
destinarsi di tutte le gare della Divisione Calcio Femminile
(Campionato Serie A femminile TIMVISION, Campionato Nazionale
femminile Serie B, Campionato Nazionale femminile Primavera,
Coppa Italia femminile TIMVISION) in programma durante tutto
il periodo di vigenza delle prescrizioni imposte dal D.P.C.M.
del 9 marzo 2020 e, comunque, sino a quando le disposizioni
statali non modificheranno le stesse.
Anche gli allenamenti della Prima Squadra Femminile sono
sospesi, a data da destinarsi.
Under 23 – AGGIORNAMENTO 9.03.2020
Sospeso fino al 3 aprile il campionato di Serie C, sono fermi
anche gli allenamenti della squadra.
Settore giovanile

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Oltre a quanto disposto per la Prime Squadra Maschile e
Femminile, per il Settore Giovanile è stato indicato come sarà
regolata l’attività delle varie formazioni:
Settore giovanile maschile – AGGIORNAMENTO 12.03.20
UNDER 19 – Tutte le gare del Campionato Primavera 1 TIM, SONO
sospese fino al 3 aprile prossimo. Sospesi anche gli
allenamenti, rinviata a data da destinarsi la partita di Youth
League contro il Real Madrid, prevista inizialmente per l’11
marzo.
UNDER17-UNDER15 – attività ufficiale sospesa fino al 03.04
UNDER14-UNDER13 – attività ufficiale sospesa fino al 03.04
UNDER12-UNDER7 – attività ufficiale sospesa fino al 03.04
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Settore giovanile femminile – AGGIORNAMENTO 09.03.20
TUTTE le attività (Under 19 compresa) sono sospese fino al 3
aprile. La ripresa degli allenamenti – al momento – è pertanto
fissata per il 6 aprile prossimo.
ESPORTS
Le gare della sesta giornata del torneo eFootball.Pro, cui la
Juventus partecipa con il suo team, inizialmente in programma
per sabato 7 marzo, sono rinviate a data da destinarsi
DIPENDENTI
Ad oggi, alla luce delle ulteriori restrizioni imposte dal
DCPM del 11.3.2020 e fatta eccezione per la Sede Principale
(HQ), per i centri allenamento (JTC Continassa e Vinovo) e per
lo stadio, tutte le altre sedi di lavoro sono state chiuse.
L’attività aziendale presso la Sede Principale (HQ), i centri
allenamento (JTC Continassa e Vinovo), nonché lo stadio è
stata comunque ridotta al minimo essenziale, ovvero alle sole
attività ritenute necessarie e indifferibili (incluse le
attività di sanificazione degli ambienti di lavoro).
La presenza di personale dipendente è stata conseguentemente
ridotta al minimo necessario.
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Juventus ha infine impartito precise indicazioni ai propri
dipendenti, invitandoli ad attenersi scrupolosamente alle
indicazioni igienico sanitarie di seguito riportate:
•
lavarsi spesso le mani e utilizzare le soluzioni idroalcoliche
per il lavaggio delle mani;
•
evitare il contatto ravvicinato con persone che soffrono di
infezioni respiratorie acute;
•
evitare abbracci e strette di mano;
•
mantenimento, nei contatti sociali, di una distanza
interpersonale di almeno un metro;
•
igiene respiratoria (starnutire e/o tossire in un fazzoletto
evitando il contatto delle mani con le secrezioni
respiratorie);
•
evitare l’uso promiscuo di bottiglie e          bicchieri,   in
particolare durante l’attività sportiva;
•
non toccarsi occhi, naso e bocca con le mani;
•
coprirsi bocca e naso se si starnutisce o tossisce;
•
non prendere farmaci antivirali e antibiotici, a meno che
siano prescritti dal medico;
•
pulire le superfici con disinfettanti a base di cloro o alcol;
•
usare la mascherina solo se si sospetta di essere malati o se
si presta assistenza a persone malate.
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Juventus ha inoltre invitato tutti i dipendenti delle varie
sedi a limitarsi agli spostamenti strettamente necessari per
motivi di servizio. La Società sta mettendo in atto iniziative
e misure concrete a supporto dei propri dipendenti volte a
sostenere tutti, anche con particolare riguardo alle famiglie.
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Un anno fa, la Première
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Oggi si celebra l’anniversario della prima gara delle Juventus
Women all’Allianz Stadium:

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24 marzo 2019: un anno fa, all’Allianz Stadium, come capita
spesso tra quelle mura, scrivevamo una pagina di storia. Un
anno fa vivevamo, tutti insieme, le emozioni della Premiére:
la prima volta delle Juventus Women allo Stadium.
Una giornata indimenticabile, preceduta da giorni densi di
emozioni, scanditi da pensieri e notizie che hanno spinto le
ragazze sempre più vicine a vivere un evento senza
precedenti e la realtà è stata in grado di andare anche oltre
le aspettative, con i tifosi che hanno riempito l’impianto
bianconero: 39.000 persone per Juventus-Fiorentina, record di
presenze per il calcio femminile italiano.
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Oltre alle emozioni di una splendida giornata di calcio e di
sport c’era la tensione di una partita fondamentale, una
gara Scudetto. La Fiorentina, infatti, arrivava al cospetto
delle bianconere con un punto di svantaggio a quattro giornate
dal termine. Il colpo di testa di Pedersen ha indirizzato al
meglio pallone e risultato: 1-0 per la Juve e al triplice
fischio i punti di vantaggio sono diventati quattro, a tre
giornate dal traguardo. Il dolce risvolto calcistico di
una giornata storica, preludio del secondo titolo consecutivo
per le nostre ragazze, che hanno poi chiuso la stagione
mettendo in bacheca anche la Coppa Italia.
«Sembrava di essere dentro un film», il commento, a fine gara
di coach Guarino. «Una giornata spartiacque», l’inciso di
capitan Gama, specchio della portata dell’evento non solo per
i colori bianconeri, ma anche per tutto il calcio femminile
italiano, per cui quella data ha rappresentato un
momento storico e un nuovo punto di partenza.
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Juventus-Inter, rimborso dei biglietti
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Tutte le informazioni relative alle modalità per il rimborso
dei tagliandi emessi per la gara giocata l’8 marzo a porte
chiuse
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Vista l’assoluta peculiarità del contesto nazionale, Juventus
F.C. ha deciso – in eccezionale deroga alla recente normativa
applicabile, nonché alle condizioni contrattuali attualmente
in vigore – di rimborsare il prezzo del biglietto singolo
acquistato e pagato dai tifosi attraverso i canali di vendita
ufficiali per la partita Juventus F.C. vs F.C. Internazionale
Milano, disputatasi in data 8 marzo a porte chiuse su ordine
della Pubblica Autorità (precedentemente programmata per il 1
marzo 2020, gara valevole per il campionato di SERIE A 19/20).
Queste le modalità con cui i tifosi potranno ricevere, a
partire da giovedì 26 marzo 2020 ore 10.00, il rimborso del
prezzo versato per il/i biglietto/i per il match Juventus vs
Inter:
1. I tifosi che hanno acquistato il biglietto sul sito web
Sport.ticketone.it o tramite il call center Ticketone,
otterranno automaticamente e senza necessità di richieste, un
rimborso pari all’importo indicato sul titolo di accesso,
tramite riaccredito sulla medesima carta di credito utilizzata
per acquistare i biglietti;
2. I tifosi che hanno          acquistato     il   biglietto
in ricevitoria dovranno inviare una comunicazione
all’indirizzo                       PEC                     di
TicketOne restituzione.biglietti.puntivendita@pec-legal.it (è
possibile inviare dal proprio indirizzo di posta elettronica
ordinaria anche se non certificato PEC). La mail deve
contenere:
·       la scansione fronte/retro del biglietto acquistato – o
della propria Juventus card (nel caso di caricamento del
titolo sulla tessera) – per il quale viene richiesto il
rimborso. Il rimborso viene garantito solo se la
scansione/immagine del biglietto o della tessera saranno
adeguatamente leggibili. SCARICA IL MODULO DI RIMBORSO
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Il rimborso viene garantito solo se tutti gli elementi
riportati sul modulo scansionato saranno ben leggibili.
Si consiglia di verificare pertanto l’ottima qualità
dell’immagine prima dell’invio. Il modulo di rimborso con gli
allegati dovranno pervenire a TicketOne entro il 30 aprile
2020;
3. I soci iscritti ad un Official Fan Club che hanno
acquistato il singolo biglietto, si dovranno rivolgere al
proprio Club – che ha fatto richiesta dei biglietti per loro
conto tramite il portale dedicato – al fine di ottenere il
rimborso del prezzo specificato sul tagliando. Maggiori
informazioni saranno comunicate tramite il portale dedicato
JOFC;
4. I tifosi   che   hanno   acquistato   tramite   Fan   Service
Juventus riceveranno indicazioni su come procedere tramite e-
mail dedicata;
5. Per il rimborso dei tagliandi della tribuna Legends Club,
gli acquirenti verranno contattati tramite mail dall’account
di riferimento.
Il rimborso prevede il riaccredito del prezzo del biglietto
pertanto sono escluse eventuali commissioni di servizio e/o
oneri aggiuntivi applicati dal fornitore del servizio
di biglietteria.
Tale iniziativa di rimborso riguarda esclusivamente l’acquisto
da parte dei tifosi di singoli biglietti per la partita
Juventus vs Inter acquistati tramite i canali ufficiali
Juventus. Sono esclusi gli abbonamenti, i pacchetti
riguardanti più match o servizi e gli acquisti di singoli
biglietti di altre partite ad oggi rinviate (a titolo
esemplificativo e non esaustivo Juventus vs Olympique Lyonnais
di Champions League e Juventus vs Milan di Coppa Italia): in
relazione a tali situazioni, restano ferme le previsioni
contrattuali vigenti anche in attesa delle determinazioni
ufficiali in merito alle competizioni attualmente sospese.
Ulteriori informazioni e comunicazioni saranno pubblicate sul
sito Juventus.com.
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Black&White Stories: Brio e Rossi a 18 anni
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Un’intervista del 1975 a due giovani promesse
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Non capita molte volte di essere compagni nelle formazioni
giovanili e poi incontrarsi in prima squadra. Tanto meno
succede a 7 anni di distanza, dopo una serie di eventi
piuttosto nutrita di colpi di scena. Chissà se ci hanno
pensato Sergio Brio e Paolo Rossi, classe 1956 entrambi,
quando il 5 maggio 1982 si sono trovati a condividere la
titolarità nella Juventus che scende in campo a Udine. Chissà
se, venticinquenni ormai affermati (due mesi e mezzo dopo e
Pablito diventa il capocannoniere del Mundial spagnolo) hanno
rievocato quella volta che – insieme a Nicola Zanone – sono
stati intervistati da Hurrà Juventuscome promesse del vivaio
bianconero. A 18 anni si possono già avere un po’ di idee sul
proprio futuro, soprattutto se professionalmente parlando
qualche tappa significativa c’è già stata. Ed avere la
personalità di esprimerle ad alta voce, con tutto l’entusiasmo
della propria età.
SERGIO E PAOLO
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La maglia della prima squadra Brio l’ha indossata tre mesi
prima in un’amichevole a Lecco. Viene definito “uno stangone
simpaticissimo” e, soprattutto, uno di personalità: “è inoltre
assai schietto, e lo dimostra un paio di volte, allorché si
dichiara “non d’accordo” con l’intervistatore: ragazzo cioè di
forte carattere, che ci ricorda un po’ il Causio prima
maniera, quando, sentendosi in un determinato caso intimidito,
reagisce quasi con furore, ribaltando così la situazione”.
Inevitabile l’accostamento istintivo al Barone, data la stessa
provenienza leccese. Anche se vedendo lo sviluppo delle
carriere dei due e la personalità, i due sono agli antipodi e
non solo per ragioni di ruolo.
Quanto a Paolo Rossi, toscano, un anno prima dell’intervista è
stato schierato titolare in una gara di Coppa Italia a Cesena.
Le relazioni sul suo conto sono più che positive, peccato che
sia già passato sotto i ferri troppe volte, subendo
l’asportazione di ben tre menischi. Il ritratto proposto,
perciò, è quello di un ragazzo “con un sorriso buono ma con
due occhi un po’ tristi”. Si vede che è il suo destino – lo si
capirà meglio per l’appunto al Mondiale ’82 – partire da
situazioni problematiche e volgerle a proprio vantaggio (alzi
la mano chi non ne avrebbe voluto l’esclusione dai titolari
azzurri dopo le prime 3 gare, a eccezione naturalmente di Enzo
Bearzot)
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IL MODELLO D’ISPIRAZIONE
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Ogni ragazzo che dà calci a un pallone ha un punto di
riferimento, un idolo che traccia la strada maestra, almeno
idealmente. Può sorprendere quello di Rossi, se non si sapesse
che anche l’evoluzione della sua carriera ha avuto una
sterzata, sorprendente come quelle che gli permettevano di
essere un grande “rapinatore” dell’area di rigore. Lui non
nasce come centravanti, bensì come ala, ed ha come modello un
campione che ha segnato un’epoca nel Brasile che ha vinto i
Mondiali del 1958 e 1962 (e il cui eco, evidentemente, è
andato ben oltre l’infanzia di Paolo):      “Un calciatore
esiste, per il quale da giovanissimo ho fatto pazzie, e del
quale, sia pure in sedicesimo, mi sembra di avere qualche
caratteristica, e cioè il grande Garrincha”. Brio è invece più
granitico, come richiede la professione dello stopper (oggi si
direbbe del centrale difensivo), non ha un solo punto
cardinale nel suo processo di apprendimento: “Seguo tutti,
negli exploits come negli errori, e cerco di imparare,
prendendo, come si dice, un po’ di buon polline da ogni
fiore”.
#IORESTOACASA
In tempi di sosta forzata, può essere utile, anche a così
tanti anni di distanza, fare un piccolo viaggio nei gusti
“culturali” di due ragazzi del 1975. Se qualche giovane d’oggi
volesse trarne materia d’ispirazione, sappia in anticipo che
sono scelte ovviamente datate, ma estremamente affascinanti.
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“Mi piacciono molto i film drammatici, e fra gli attori che
preferisco citerei Dustin Hoffman e Katrine Rose, quella de Il
Laureato.· Vedo poco la televisione perché le ore serali le
passo davanti ad un libro di scuola. Come letture diciamo il
mio conterraneo Pratolini” (Paolo Rossi).
“Fra i miei preferiti vi sono i film polizieschi; come attore
uno dei migliori è Alain Delon; l’attrice di cui non perdo un
film è Laura Antonelli; leggo parecchio, specie giornali e
libri che abbiano come argomento la storia” (Sergio Brio).
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Goal Anatomy | Come segna l’Under 19
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Viaggio all’interno delle reti della squadra di Mister Zauli:

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I momenti di pausa sono da sempre l’occasione per i bilanci.
Abbiamo già analizzato la stagione dell’Under 19 fino a questo
momento, ora scopriamo i gol realizzati dai ragazzi di Mister
Zauli. Tra tutte le competizioni sono 57 le reti messe a
segno, così suddivise: 31 in Primavera 1, 9 in Coppa Italia e
17 in Youth League, dove solo il Bayern Monaco ha segnato di
più (18) nella fase a gironi.
COME SEGNA LA JUVE
I gol sono arrivati in tanti modi diversi: grazie alla classe,
alla grinta e ovviamente al lavoro quotidiano, evidentissimo
nella crescita esibita dai bianconeri in stagione.
Sei le reti messe a segno di testa, fondamentale in cui si
sono messi in luce gli specialisti Dragusin e Petrelli, oltre
a Daniel Leo. Quest’ultimo, che di mestiere fa l’esterno di
difesa, è l’unico giocatore, insieme a Marco Da Graca, a
essere andato in gol in tutte le competizioni giocate dai
bianconeri, ed è anche quello ad aver trovato la rete in tanti
modi diversi: di testa, di destro e di sinistro.
Hanno fatto la differenza, spesso, anche gli inserimenti dei
centrocampisti, come per esempio quelli di Filippo Ranocchia,
autore di cinque gol in stagione e in buona compagnia tra i
centrocampisti col vizio del gol: da Ahamada a Tongya, senza
dimenticare Fagioli, perfetto, tra l’altro, dal dischetto
quando ce n’è stato bisogno.
A referto vanno anche diverse bellissime conclusioni da fuori,
come quella di Sekulov in casa del Cagliari, o di Ahamada a
Madrid, nella prima bellissima gara di Youth League, oltre ai
gol nati da splendidi spunti personali.
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Black&White Stories: il sogno di Marco Storari
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Hurrà Juventus nel 2015 conosceva meglio il portiere
bianconero
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Uno dei meriti storici       di   Hurrà   Juventus   è   stato
l’allargamento dello sguardo intorno alla professione del
calciatore, raccogliendo e valorizzando la curiosità del
tifoso, che   intorno all’idolo della domenica (come si diceva
una volta quando quello era il giorno canonico della gara) ha
sviluppato una marea di curiosità. Perciò, sin dagli anni ’60,
uno dei piaceri del lettore era l’ingresso nella casa dei
giocatori, la scoperta della loro vita privata, la conoscenza
degli affetti familiari. Un’indagine che permetteva di capire
il nesso tra il campo e il fuori, oltre che godere di una sana
chiacchierata più rilassata, lontana dagli eventi agonistici
con tutti i loro condizionamenti.
Nonostante oggi il calcio sia narrato in tutti gli aspetti e
la sensazione prevalente sia quello di sapere tutto o quasi –
già solo perché gli stessi atleti si mettono in scena
attraverso i social -, nel numero di aprile del 2015
un’intervista a Marco Storari pone in una luce nuova il
portiere della Juve.
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Si scopre che c’è la stabilità familiare alla base di una
carriera piena di deviazioni di percorso, con ben 12 squadre
diverse e, quindi, i relativi traslochi. Una serenità e
un’allegria regalate da una moglie e due figli piccoli, uno
dei quali “sente” le partite e dice alla mamma che non vuole
andare ai giardinetti a dare due calci al pallone: “Sai,
questa sera papà gioca e mi devo rilassare prima della
partita”.
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I 5 ANNI IN BIANCONERO
Storari arriva alla Juventus nell’estate del 2010. La sua
carriera è a un bivio importante. Con la Sampdoria ha appena
conquistato i preliminari di Champions League, sfoderando una
serie di prestazioni davvero eccezionali, come eccezionale è
il risultato conseguito dal club blucerchiato. La Juve punta
su di lui, c’è un’emergenza alla quale rispondere:
l’infortunio patito da Gigi Buffon al Mondiale sudafricano.
Marco arriva a Torino sapendo che partirà come titolare almeno
per metà stagione, ma è ben lontano dal prevedere ciò che
avverrà. Sarà la Juve la sua esperienza di maggiore
continuità, 5 anni sintetizzati così: “Non pensai alla
panchina futura, ma solo a quei sei mesi, in quanto ipotizzavo
di andare poi a giocare da un’altra parte. Tornato Gigi,
invece, ho accettato di rimanere in panchina per vari motivi,
soprattutto perché mi sentivo parte di un gruppo competitivo e
attratto da un progetto vincente. Avrei fatto il vice al più
forte al mondo e ci poteva stare. È stata la decisione
migliore”.
LA VOCAZIONE DI UN PORTIERE
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Era abbastanza normale nel passato sentirsi fare un racconto
standard dai portieri: avevano scelto nell’infanzia quel ruolo
semplicemente perché negli altri non funzionavano. Nel calcio
di strada era questa la logica che metteva tutti d’accordo, se
non sei bravo con i piedi affidati alle mani se vuoi fare
parte del gruppo. Non è il caso di Marco, la vocazione ha
altre origini: “Ha influito il fatto che da bambino cercavo
di emulare mio padre che era portiere a livello
dilettantistico. Così quando giocavo con lui e con mia sorella
gemella, che è una brava calciatrice, mi mettevo sempre in
porta. Quando mi iscrissi alla scuola calcio dissi che volevo
fare il portiere e non ho più cambiato”.
I CALCI DI RIGORE
Cinque anni in bianconero, 4 scudetti, 1 Coppa Italia vissuta
da protagonista (titolare dalla prima gara alla finale), 2
Supercoppe italiane. Un portiere dalle doti precise, su tutte
il coraggio, la reattività e la personalità. C’è materia a
sufficienza per essere più che soddisfatti, ma anche Marco
Storari non sfugge alla regola che governa tutti, il desiderio
quasi mai confessato di ogni guardiano della porta: “L’unica
cosa che cambierei è nell’allenarmi a tirare i rigori da
subito, perché il mio sogno è fare gol. Ne ho presi tanti,
segnati mai”.
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Nota della società
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Intesa con calciatori e allenatore della prima squadra
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Juventus Football Club S.p.A. comunica, in ragione
dell’emergenza sanitaria globale attualmente in corso che sta
impedendo lo svolgimento dell’attività sportiva, di aver
raggiunto un’intesa con i calciatori e l’allenatore della
Prima Squadra in merito ai loro compensi per la restante parte
della corrente stagione sportiva.
L’intesa prevede la riduzione dei compensi per un importo pari
alle mensilità di marzo, aprile, maggio e giugno 2020. Nelle
prossime settimane saranno perfezionati gli accordi
individuali con i tesserati, come richiesto dalle normative
vigenti.
Gli effetti economici e finanziari derivanti dall’intesa
raggiunta sono positivi per circa euro 90 milioni
sull’esercizio 2019/2020.
Qualora le competizioni sportive della stagione in corso
riprendessero, la Società e i tesserati negozieranno in buona
fede eventuali integrazioni dei compensi sulla base della
ripresa e dell’effettiva conclusione delle stesse.
Juventus desidera ringraziare i calciatori e l’allenatore per
il senso di responsabilità dimostrato in un frangente
difficile per tutti. SCARICA IL COMUNICATO

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Juve in the world: Copenhagen
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La storia della Signora attraverso un viaggio nelle città che
la hanno vista protagonista
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La prima visita in un posto mai visto è sempre la migliore. Il
piacere della scoperta, il fascino dell’inedito, la curiosità
per la novità: chi non ha mai provato questa particolarissima
sensazione (e vi invitiamo subito a un test, in questi giorni
di doverosa permanenza a casa: la vostra mente vola verso
luoghi già visitati o prefigura viaggi futuri?). Nel caso
della Juventus di Copenaghen, a rafforzare l’idea che il
meglio lo si vive subito ci sono i risultati. Che per la Coppa
dei Campioni, il 15 settembre 1982, dicono che la prova
d’esordio nella capitale danese è andata più che bene:
vittoria per 4-1 sull’Hvidovre, cancellate le ombre del
debutto in campionato con la clamorosa sconfitta in casa della
Sampdoria per 1-0, ripristinata la fiducia nei confronti della
squadra probabilmente più attesa che ci sia mai stata ai
nastri di partenza della stagione. Il motivo? Semplice:
l’estate del Mundial spagnolo con 6 bianconeri campioni
nell’Italia di Enzo Bearzot, con in più i nuovi arrivi di
Michel Platini e Zbigniew Boniek, stelle di Francia e Polonia.
Michel, per l’appunto, Paolo Rossi, Sergio Brio e Antonio
Cabrini firmano il poker della storica prima ufficiale a
Copenaghen e la partecipazione corale alla goleada è
un’ulteriore indizio di quanto il complesso bianconero sia
fortissimo in ogni reparto.
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Non altrettanto positive sono le altre prove in Champions
League, risalenti all’ultimo decennio, entrambe sotto la
gestione di Antonio Conte. Due pareggi per 1-1 con due
avversari diversi – il Nordsjaelland e il Copenaghen -, due
inciampi dal peso diverso: il primo ininfluente per la
qualificazione nel girone (2012-13); decisivo il secondo, a
conti fatti nella classifica finale (2013-14). Similitudini
nei due incontri: Juve in svantaggio; Mirko Vucinic e Fabio
Quagliarella a rimediare; una quantità di occasioni fallite da
produzione industriale. Meglio, decisamente meglio, ciò che è
successo la stagione successiva a Malmoe, la città svedese
collegata a Copenaghen dal ponte Oresund (come ben sa chiunque
non c’è mai stato ma ha seguito la fortunata serie tv The
Bridge): 0-2, gol di Llorente e Tevez, nessun problema.
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UN VIAGGIO NEL PASSATO
La prima volta, per la verità, è anche un viaggio nel passato.
Perché per il Presidente Giampiero Boniperti la Danimarca è un
déjà-vu, un ritorno ai giorni di giugno del lontanissimo 1953,
quando la Signora gioca una serie di amichevoli nel Paese, due
delle quali a Copenaghen, sconfiggendo il B93 2-1 e l’Alliance
4-2 (e quindi sono 5, tra impegni ufficiali e non, i club
della città affrontati nel corso del tempo, non male per un
luogo che istintivamente non assoceremmo al calcio…). Quella
Juve, del resto, è piena di campioni danesi e la sfida di
Coppa dei Campioni è l’occasione per una bella rimpatriata con
i compagni di un tempo: Karl Aage Praest, Karl Aage Hansen e
John Hansen (ononimi, non fratelli). E proprio John, titolare
di un’agenzia pubblicitaria appese le scarpette al chiodo,
presenta l’Hvidovre come una “formazione di dilettanti che
hanno poca tecnica e grande cuore”. Che corrono il rischio di
emozionarsi troppo, perché 45.000 spettatori nel proprio
stadio non li hanno mai avuti. Al contempo, è indicativo di
cosa significasse affrontare la Juve il particolare premio
partita strappato dai giocatori alla società, con una tabella
a scalare dalla vittoria “impossibile” alla sconfitta con uno
scarto di gol limitato.
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STORIA DI FINN
In mezzo a quel pubblico entusiasta di vedere la Juve dal
vivo, idealmente c’è un tifoso speciale di nome Finn. La sua
esistenza è su pellicola perché è uno dei personaggi
di Italiano per principianti, film diretto da Lone Scherfig
nel 2000. Un’opera di buon successo, distribuita anche nel
nostro Paese, che racconta la passione per la lingua italiana
di un gruppo di danesi. Finn è un appassionato di calcio,
innamorato della Juventus, va alle lezioni sfoggiando con
orgoglio la maglia bianconera. Non è quella ufficiale,
presenta un colletto a V non ortodosso, ma l’omaggio ai nostri
colori è decisamente simpatico.
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Black&White Stories: i tanti Vialli della nostra vita
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Puntata dedicata interamente a Gianluca!
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Per rimanere nell’immaginario collettivo di una tifoseria non
c’è solo la fedeltà alla causa, la lunga militanza, l’accumulo
di presenze a serie di centinaia. Ci sono giocatori che
occupano un grande posto nel cuore della Signora perché di
quel cuore sono stati il battito pulsante. Non è la logica dei
numeri, per quanto importanti, a definirli. Per provare ad
esprimerlo con una formula, loro e la Juve sono una cosa sola
proprio perché non sono mai stati una cosa sola.
Pensate a Vialli. Sta da noi 5 anni, vi arriva che ne ha 28 e
chiude in bellezza regalandoci una delle immagini più care
della nostra storia, alzando al cielo di Roma la coppa dalle
grandi orecchie. Ma la ragione del profondo amore che il
popolo bianconero ha nei suoi confronti e che ce lo fa sentire
nostro (senza spirito di annessione: riconosciamo tutti la
grandezza della sua esperienza blucerchiata) risiede
probabilmente in un’evidenza che vale solo per alcuni, per i
più grandi: i tanti Gianluca che abbiamo vissuto. Per
regalarci quest’impressione lui ci ha messo del suo: cambiando
look, trasformandosi nell’aspetto e anche nei ruoli, portando
i doveri dell’attaccante dall’essere goleador a diventare la
coscienza della squadra: il primo difensore per il pressing
esercitato e il faticatore a tutto campo, il trascinatore e il
suggeritore, il capitano e l’anima.
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PENSIERO STUPENDO
Gianluca è stato un pensiero stupendo e dolce-amaro prima
ancora che arrivasse a Torino nell’estate del 1992. A ogni
sessione di mercato veniva accostato alla Juve – e per la
verità anche ad altri – per un’incontrovertibile verità,
l’essere un giocatore dalla qualità enorme e “nuova”. Perché i
tanti gol si associavano a una personalità fuori dal comune –
e pure fuori dal campo -, sembrava l’elemento perfetto da
consegnare ad un allenatore per indurlo a sviluppare idee
vincenti. Non solo: c’è stato persino un momento nel quale il
suo mancato acquisto era considerato il fattore che definiva
le prospettive di una stagione. “Soltanto se fosse venuto
Vialli mi sentirei di dire che corriamo per lo Scudetto”,
disse Dino Zoff al raduno del 1989-90 e non aveva torto. E
attenzione, il meglio con la Sampdoria doveva ancora arrivare
per il numero 9: la Coppa delle Coppe e lo scudetto, con
titoli di capocannoniere annessi in entrambi le manifestazioni
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COME SI GIUDICA UN GIOCATORE.
“Il gol è l’emozione che non voglio perdere perché sono nato
attaccante e continuo a sentirmi tale ma non può essere la
misura per valutare il mio gioco. O almeno non può essere
l’unica”. Negli ultimi mesi del 1994 Vialli matura nuove
consapevolezze. I capelli non ci sono più e la scelta non è
solo estetica. Al terzo anno in bianconero, l’idea è di voler
dare un taglio netto al recente passato. Fatto di due stagioni
complicate, riassumibili in una formula secca: pochi gol +
troppi infortuni = giocatore in crisi.
Irreversibile per tanti, che si mettono a far di conto e
pesano l’investimento della Juve e la resa del bomber che non
lo è più. Non capendo che in una sua dichiarazione c’è già il
migliore dei futuri possibili: “Questa è l’unica cosa che
conta: contribuire all’azione, aiutare gli altri, saper fare
in campo quello che si prova in allenamento”. Si capisce che è
arrivato Marcello Lippi alla guida della Juventus?
CREMONA
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Hurrà Juventus, numero di novembre 1994, in copertina Gianluca
in azione e in un riquadro il gol in rovesciata nella sua
città. Molto più di un gesto tecnico straordinariamente
eseguito. In quella memorabile stagione che riporta lo
scudetto in casa Juve, quel momento è il rovesciamento di una
prospettiva, più personale che di squadra. Una lettrice gli
scrive: “Caro Vialli, che significato dai allo splendido gol
segnato alla Cremonese?” E lui risponde mischiando saggezza ed
ironia, è già anche uno splendido opinionista tv, l’ennesimo
“altro” Vialli che ci sarà: “Non intendo attribuire alcun
significato particolare a quel gol. È stato bello, lo hanno
detto tutti, ma ogni gol fa storia a sé. Tanto per dire,
qualche anno fa ne feci uno simile con la maglia della
Sampdoria a Empoli: pochi lo ricordano, perché quel giorno era
in programma uno sciopero degli operatori televisivi e la mia
prodezza rimase … oscurata”.
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Reparto per reparto: in porta
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I facts bianconeri finora in stagione
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La Juve è arrivata alla sosta del campionato con un clean
sheet, che significa moltissimo.
Intanto, perchè è parte decisiva di una scintillante vittoria
per 2-0 nel Derby d’Italia contro l’Inter, e poi perchè è
arrivata al termine di una prova difensiva pressochè perfetta
(verranno analizzati i dati della difesa bianconera nella
puntata dedicata a questo reparto, la prossima settimana).
Contro l’Inter, un dato che non è una novità: la Signora
infatti ha mantenuto la porta inviolata in cinque Derby
d’Italia casalinghi consecutivi, per la seconda volta nella
storia della Serie A, la prima nel dicembre 1999 (sette in
quel caso). E prima di questa gara, la Juventus aveva tenuto
la porta inviolata nel 49% delle partite interne contro
l’Inter in Serie A (42/86), percentuale che sale al 63%
nell’era dei tre punti a vittoria (15/24).
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Otto i tiri subiti, una sola la parata di Szczesny, titolare
in questa partita. Un dato che la dice lunga sulla prova
difensiva dei bianconeri. I dati dettagliati, sono
visibili qui: una volta entrati, è sufficiente selezionare il
nome dell’estremo difensore o, se lo desiderate, qualunque
altro giocatore per visualizzarne i dati particolareggiati.

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A proposito di Szczesny: anche in questa stagione il
portierone polacco si conferma quello con la migliore
percentuale di parate, 79,8%.
IL FATTORE G1G1
Il 18 dicembre contro la Sampdoria, Gianluigi Buffon ha
eguagliato Paolo Maldini come primatista di presenze in Serie
A (647 partite e per entrambi non vengono considerati gli
spareggi).
Il 15 dicembre contro l’Udinese Super Gigi ha raggiunto
Alessandro Del Piero come giocatore più presente nella storia
della Serie A a girone unico con la maglia della Juventus, per
poi superarlo sempre il 18 dicembre nel match contro la
Sampdoria – 479 le partite sin qui in bianconero in A per
l’estremo difensore.
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Dati, questi, che rendono la Juve, con 24 reti subite, pur
essendo questo un dato in crescita rispetto alla scorsa
stagione, la seconda miglior difesa della Serie A, alla pari
dell’Inter e con un gol solo subito in meno della Lazio.
Non solo: la Juventus è la migliore difesa della Serie A per
quanto riguarda i primi tempi (otto gol subiti): i bianconeri
non hanno ancora subito gol nella prima frazione nel 2020.
Undici le partite da lui disputate finora in stagione, tutte
positive: sette in campionato (sei vittorie e un pareggio),
una in Champions League, la vittoria di Leverkusen a dicembre,
tre in Coppa Italia, due vittorie e il pareggio 1-1 nella
semifinale di andata a San Siro.
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Buon compleanno, John Elkann!
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Tanti auguri al Presidente di FCA ed Exor, che festeggia i
suoi 44 anni.
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Giornata speciale oggi per John Elkann, Presidente di FCA ed
Exor (di cui è anche amministratore delegato), che compie 44
anni.
Da parte di tutta la Juventus, i più sentiti e calorosi auguri
di buon compleanno!
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Black&White Stories: Bettega e il pallone in rete
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L’esultanza tipica di Bobby-gol
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C’è un’intera generazione di tifosi bianconeri che lo sono
diventati per merito di Roberto Bettega. Indagare sulle
motivazioni della passione è sempre un tema affascinante,
anche perché quando si ha a che fare con straordinari campioni
non c’è mai una sola ragione o una sola vittoria a spiegare un
“innamoramento” calcistico, la sua nascita e la sua durata nel
tempo.
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Nel caso di Bobby-gol si rintracciano innumerevoli fattori a
partire dai suoi tanti gol, connessi a un coefficiente
elevatissimo di bellezza. Ma ha altrettanto valore
quell’esempio di enorme forza espressa in gioventù: quella che
lo porta a segnare subito in Serie al suo esordio e a farlo di
testa, la sua specialità; e, ancor più, quella che lo porta a
rinascere dopo una malattia polmonare che lo blocca nella sua
seconda stagione in bianconero quando ha uno score
semplicemente fantastico: 15 reti in 23 partite, non male per
un ragazzo di 21 anni. E poi, non si può dimenticare
l’evoluzione del suo gioco, quel diventare un attaccante che
fuori area esprime una raffinatezza e un’eleganza inimitabile,
pur continuando a vedere la porta, tanto da conquistare il
titolo di capocannoniere nel 1979-80, per di più in un
campionato non vincente per la Signora.
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CHurrà Juventus, luglio 1970
Spesso si è parlato nel passato di Bettega anche per uno
spiccato senso della misura, una rappresentazione perfetta
dello stile Juve nella sua versione più torinese: mai una
dichiarazione eccessiva, sia da calciatore che da dirigente
nella fase successiva e non meno bianconera della sua vita.
 Però, un’eccezione c’era: ed era la felicità espressa quando
Roberto diventava Bobby-gol. Spesso, in quei casi, lo si è
visto andare a prendere il pallone in fondo alla rete, per poi
calciarlo via, lontano. Non era una firma sull’esultanza,
com’è tipico dei calciatori di oggi. Piuttosto, era il
recupero di un istinto risalente all’infanzia, quando il
bambino sognava in grande a bordo campo, mentre osservava i
suoi idoli da vicino, Omar Sivori su tutti.
IL RACCATTAPALLE
“Come tutti i ragazzini bianconeri, avevamo la possibilità di
essere utilizzati come raccattapalle e facevamo a gara per
meritarci quel premio domenicale, allenandoci come
indiavolati. Ed un giorno in cui ero di servizio non riuscii a
fermare l’impulso: partita Juventus-Santos 5-3 e tre gol di
Sivori.
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Io ero dietro la porta della formazione brasiliana. E quando
Omar segnò io entrai in campo, presi la palla dal fondo della
rete e la sparai verso il centrocampo. Avevo toccato il
pallone calciato dal mio idolo, mi ero inserito anch’io nella
festa”.
Il racconto di Bettega rievoca i tempi in cui far parte dei
“Pulcini” della Juventus garantiva un privilegio. Al Comunale
capitava di rado vedere i raccattapalle andare fuori dal
proprio posto, anche nei momenti di massima felicità.
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Ma vedere Sivori in elegante divisa nera sconfiggere
nientemeno che Pelé (un solo gol per il fuoriclasse
brasiliano) regala un’energia incontenibile: Roberto non fa
che interpretare ciò che ogni spettatore presente allo stadio
avrebbe voluto fare.
OMAR SIVORI, CAPITOLO 2
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Juventus-Santos si gioca il 26 giugno del 1963. Ma la nostra
storia ha un’appendice e stavolta non per un gol. Se la
rivalità tra Sivori e Pelé era ideale – visto che i due si
possono incontrare solo in gare amichevoli per decretare chi
fosse il più grande – ben più concreta è quella tra i due
argentini più vulcanici del periodo: Omar, per l’appunto, ed
Helenio Herrera, l’allenatore dell’Inter. Stavolta, al piccolo
Roberto, tocca la parte involontaria dell’uomo-assist, che
peraltro da adulto svolgerà benissimo: “Un altro pallone
bruciante mi trovai tra le mani, ancora da raccattapalle, in
occasione di un altro indimenticabile Juventus-Inter. La palla
uscì dal terreno di gioco e andò verso Helenio Herrera che,
anziché fermarla, se la fece passare tra le gambe, divaricate
di proposito. Io la presi, la diedi a Emoli che stava a due
passi, e che la mandò a Sivori, il quale la sparò verso la
panchina di H.H.!…”
Buon compleanno, Miralem!
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Il campione bosniaco compie oggi trent’anni.
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Miralem Pjanic oggi spegne trenta candeline, festeggiando il
suo quarto compleanno con la maglia bianconera:

In mezzo al campo, Miralem è una sicurezza: sempre pronto a
prendersi carico delle responsabilità, in questi anni ha
indossato spesso i panni del leader anche fuori dal terreno di
gioco con quella voglia di migliorarsi sempre che si sposa
alla perfezione con il nostro DNA.
Regista e all’occorrenza combattente, in questa stagione è
stato il quarto bianconero per minutaggio, segnando tre
reti belle e importanti contro Brescia, SPAL e Bologna,
specchio della sua voglia di essere sempre decisivo, unendo
eleganze ed efficacia, bellezza e pragmatismo.
In attesa di rivederci in campo, gli auguriamo, tutti insieme,
buon compleanno.
Auguri, Miralem!.
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