Introduzione all'Islam II (Approcci cristiani all'Islam) - Pontificia Università Lateranense - A.A. 2021/2022 - Prof. Diego Sarrió ...

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Introduzione all'Islam II (Approcci cristiani all'Islam) - Pontificia Università Lateranense - A.A. 2021/2022 - Prof. Diego Sarrió ...
Pontificia Università Lateranense - A.A. 2021/2022

10255 Introduzione all’Islam II
(Approcci cristiani all’Islam)

 2o semestre - 3 CFU

Prof. Diego Sarrió Cucarella, M.Afr.

sarriocucarella@pul.it

                              ( ad usum privatum studentium )
                                                                1
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Louis Massignon
(1883-1962)

Data di nascita: 25 luglio 1883
Luogo di nascita: Nogent-sur-Marne
(Grand Paris)
Data di morte: 31 ottobre 1962
Luogo di morte: Parigi               Massignon nel 1956
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Introduzione

  L’orientalista francese Louis Massignon (1883-1962) è stato uno
dei più rinomati studiosi occidentali dell’Islam nel XX secolo.

  Fu anche uno dei più influenti pensatori cattolici prima del
Concilio Vaticano II sul rapporto tra la Chiesa e i musulmani.

  Le sue opinioni religiose sull’Islam, su Muhammad e sul Corano
furono in gran parte responsabili dell’approccio positivo della
Chiesa al dialogo con il mondo islamico, come espresso nei
documenti del Vaticano II.
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Massignon credeva

(1) che musulmani e cristiani adorano entrambi il

Dio di Abramo;

(2) che Muhammad è un sincero portavoce di Dio;

(3) che il Corano è in qualche modo ispirato;

(4) che l’Islam ha una missione positiva nella storia

della salvezza; e

(5) che l’arabo è una lingua di rivelazione divina.
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Attraverso il suo studio del misticismo nell’Islam, Massignon
scoprì come Dio poteva servirsi dell’Islam per attirare le persone a
sé. Questo era dovuto alla presenza invisibile dello Spirito di
Cristo, che si serve dell’Islam per attirare le persone a Dio, al di là
dei limiti posti dai dogmi e dalle ortodossie. Secondo Massignon,
l’Islam deve essere giudicato da questi frutti di santità e non solo
dai difetti dei suoi adepti meno fedeli.

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Massignon rimane una figura controversa.
Ci sono coloro che considerano le sue idee
poco ortodosse o ingenue e lo incolpano di
ciò che percepiscono come un’errata
comprensione della missione della Chiesa
verso i musulmani.

                                             Louis Massignon, 1956

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Biografia

  Louis Massignon è nato il 25 luglio 1883 da
genitori borghesi a Nogent-sur-Marne, un
suburbio di Parigi.
  Suo padre, un famoso scultore, era uno scettico.
Da bambino, Massignon abbraccia la tradizionale
pietà cattolica e la devozione alla Vergine Maria
                                                         Louis Massignon a 17 anni
di sua madre.

  Gli studi liceali e l’influenza della cultura positivista del padre
non contribuiscono a mantenere l’originaria identità cattolica.
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Manifesta un talento naturale per le lingue e suo padre incoraggia la
sua formazione in linguistica e filologia.
  Nel 1901 Massignon inizia a studiare letteratura, storia e sanscrito alla
Sorbona.
  Durante il 1902-1903 fa il suo servizio militare.
  Il tema scelto per conseguire il diploma di studi superiori in storia
riguarda Leo Africanus, al quale è legato il suo primo viaggio in Marocco
nel 1904 per verificare le scoperte di questo cartografo del XVI secolo.
Questo fu il primo contatto serio di Massignon con il mondo islamico.
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Sostiene la tesi nel giugno del 1904 e la
pubblica ad Algeri nel 1906.

  Massignon invia il suo lavoro a Charles de
Foucauld, il che segnò l’inizio di
un’importante amicizia.

             Charles de
              Foucauld                         9
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Tornato a Parigi, Massignon inizia a studiare l’arabo
con l’intenzione di perseguire l’egittologia come
carriera.

  Nel 1906 viene nominato membro dell’Istituto
Francese di Archeologia Orientale (IFAO) al Cairo.

  Nel 1907 i suoi interessi si spostano e decide di fare
la tesi di dottorato sul mistico persiano musulmano, Al-
Ḥusayn ibn Manṣūr al-Hallāj (m. 922), che era stato
giustiziato (per crocifissione) a Bagdad, accusato di
                                                           Parigi, intorno al 1906
blasfemia.
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Massignon vestito come uno
studente di Al-Azhar, Cairo

                              11
Cairo, april 1907
                    12
Durante l’anno accademico 1907-1908, Massignon si reca a
Bagdad per le sue ricerche archeologiche (ad al-Ukhaydir). Contro il
consiglio del console francese, Massignon va a vivere in un quartiere
musulmano della città.

  Diviene ospite della famiglia Alūsī, che gestiva la scuola della
moschea locale e manteneva una biblioteca di manoscritti medievali.
Alla fine si sviluppa una grande amicizia tra Massignon e i suoi
ospiti, ma all’inizio c’era molto sospetto: perché questo europeo era
venuto a vivere tra i musulmani? Perché si vestiva come un arabo?
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Massignon deve convincere la famiglia
che lo ospitava che non avrebbe fatto
nulla per metterli in imbarazzo.
Massignon affermerà più tardi che quello
fu il momento in cui capì l’importanza
dell’ospitalità nella cultura musulmana.

                                           Hajj ‘Alī al-Alūsī (m. 1922), amico e
                                            mentore musulmano di Massignon.
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La situazione politica dell’Impero ottomano all’epoca era precaria. Le
potenze europee cercavano di esercitare la loro influenza. Gli archeologi
tedeschi denunciarono Massignon al governo ottomano come spia
francese. All’inizio di maggio 1908, viene arrestato e messo su un
vaporetto sul Tigri per tornare a Bagdad.

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Durante quel viaggio, convinto che i suoi custodi avessero intenzione di
ucciderlo, Massignon comincia a disperare e tenta addirittura il suicidio.
Cade in un delirio.
  In uno stato di grande agitazione, durante la notte dal 3 al 4 maggio, si
sente improvvisamente travolto da una presenza. Più tardi si riferirà a quel
momento come alla “Visita dello Straniero” (La Visitation de l’Etranger)
e dirà che fu l’occasione della sua prima preghiera matura a Dio,
significativamente in lingua araba.
  Questa esperienza religiosa è alla base della conversione di Massignon a
Dio e del suo ritorno alla pratica della fede cattolica, che aveva
abbandonato durante gli anni di giovinezza.                                    16
In seguito, Massignon viene portato in un ospedale e curato contro la
malaria, ma rimane sotto il controllo della polizia. Gli Alūsī assicurano
il suo rilascio e gli danno asilo.

  Massignon sentì fortemente che alcune persone - sia vive che
defunte - avevano interceduto per lui nell’ora della disperazione.

  Egli elenca tra questi sua madre, Charles de Foucauld, Joris-Karl
Huysmans (m. 1907, romanziere francese, amico del padre di
Massignon) e al-Hallāj.
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Massignon sarà grato ai musulmani non solo per essere intervenuti a suo
favore e con grande rischio personale, ma anche per averlo ricondotto alla
fede in Dio e alla Chiesa cattolica. Alcuni anni dopo, scriverà:

          Ci sono molti di noi in Francia che hanno ricevuto nel deserto
          arabo questa chiamata dell’Islam, che è una grazia, e che ci ha
          permesso di riscoprire Dio nel suo Cristo, per adorare la sua
          trascendenza in esso, Charles de Foucauld ... ai margini del
          Sahara ... e [Ernst] Psichari in Mauritania. Questa chiamata è
          un'autentica missione dell’Islam.
                              (Le signe marial, articolo pubblicato nel 1948)
                                                                                18
La tesi di dottorato di Massignon su al-Hallāj viene discussa soltanto
nel maggio 1922 (il ritardo fu dovuto alla guerra).

  Nel frattempo, Massignon aveva stretto un’amicizia con Charles de
Foucauld, che incontrò a Parigi nel 1909 e che lo incoraggiò a
raggiungerlo nel Sahara, diventare prete e passare la sua vita studiando
le popolazioni e le lingue locali.

  Massignon alla fine decide di non unirsi a Foucauld. Invece, nel
gennaio 1914, sposa una cugina, dalla quale avrà tre figli.
                                                                           19
Massignon, Prima guerra
Massignon, Parigi 1913       mondiale, 1918
                                                   20
Dal 1914 al 1919, Massignon serve
nell’esercito francese durante la prima
guerra mondiale.

  Nel 1917, fa parte della missione Sykes-
Picot che negoziò un accordo con i paesi
arabi precedentemente governati dagli
ottomani.

                           Massignon sul fronte
                                serbo nel 1916
                                                  21
Jacques Maritain (morto nel 1973) fu uno degli amici più stretti di
Massignon.
 Altri amici stretti furono Paul Claudel (m. 1955), Gabriel Marcel (m.
1973), François Mauriac (m. 1970), il cardinale Charles Journet (m.
1975), Léon Bloy (m. 1917), Pierre Jean de Menasce, O.P. (m. 1973),
il cardinale Jean Daniélou, S.J. (m. 1974) e Thomas Merton, O.C.S.O.
(m. 1968), per citarne solo alcuni, il che pone Massignon al centro
della vita intellettuale cattolica della prima metà del XX secolo.

                                                                         22
Massignon ebbe udienze private con tre papi: Pio XI nel 1934; Pio XII

nel 1949; e Giovanni XXIII nel 1959.

  Era anche in frequente contatto con un

certo numero di vescovi di alto livello sia

nella Chiesa latina che in quella melchita ed

fu a lungo amico personale di Giovanni

Battista Montini (poi Papa Paolo VI).

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Dal 1919 al 1924, Massignon lavora per la Revue du monde
musulman.

  Dal 1926 al 1954 Massignon tiene la cattedra di Sociologia e
Sociografia musulmane al Collège de France di Parigi.

  Durante quegli anni diventa anche una guida intellettuale e
spirituale per molti importanti cristiani di lingua araba, tra cui
Georges Anawati, O.P. (m. 1994); Youakim Moubarac (m. 1995),
Paul Nwiya, S.J. (m. 1980) e Michel Hayek (m. 2005).

                                                                     24
Nel 1927 Massignon fonda la Revue des études islamiques, così come
l’Institut d’études islamiques, e diventa presidente dell’Institut d’études
iraniennes. Dal 1933 al 1954 è direttore degli studi in Scienze religiose
all’École pratique des hautes études della Sorbona.

 A partire dal 1933 trascorre anche un mese all’anno insegnando in
arabo storia della filosofia all’Università del Cairo (fondata nel 1908).

  Nel 1939 viene reclutato dal Ministero dell’Informazione e inviato in
missione nel Vicino Oriente, ma continua a insegnare al Collège de
France durante gli anni della guerra.
                                                                              25
Inoltre, Massignon era abbastanza coinvolto nella diplomazia e nella
vita politica francese. Fu uno dei fondatori del Comité chrétien
d’Entente France-Islam nel 1947.

  Incontrò e subì l’influenza di Gandhi a Parigi nel 1931.

  Sempre nel 1931 diventa terziario francescano con il nome di
Ibrāhīm (=Abraham).

                                                                         26
Nel 1934, in una piccola cappella francescana ad
Alessandria d’Egitto, Massignon e Mary Kahil,
una amica egiziana greco-cattolica, fecero voto di
offrire la loro vita per i musulmani, affinché la
volontà di Dio si compisse in loro e attraverso di
loro.                                                Mary Kahil (1889-1979)

  Questo voto, che loro chiamarono Badaliyya (“sostituzione”),
portò alla fondazione al Cairo nel 1947 di un omonimo gruppo
di preghiera composto da cristiani arabi.
                                                                          27
La radice araba della parola Badaliyya racchiude il senso di
“scambiare o rimpiazzare una cosa con un’altra”. Massignon la tradusse
con “sostituzione”, intendendola come un’offerta di sé stesso per il bene
di un’altra vita. Il modello a cui ci si ispira è Cristo nella sua esperienza
di martirio e redenzione in sostituzione di altri.

  I membri della Badaliyya offrono la loro preghiera e il digiuno per il
benessere dei loro fratelli e sorelle musulmane e si impegnano per
l’amicizia islamo-cristiana, una sorta di quotidiano peacemaking, a
livello umano.
                                                                                28
Massignon concepisce la Badaliyya originariamente come una
vocazione per i cristiani che vivevano in una situazione di minoranza
nei paesi musulmani: questi fedeli erano in particolar modo chiamati
a testimoniare, proprio nel cuore dell’Islam, l’amore di Cristo per
tutta l’umanità.

                                                                        29
Nel 1949 Massignon passa al rito melchita per poter pregare in
arabo e viene ordinato sacerdote nella Chiesa melchita nel gennaio
del 1950 al Cairo.

  Negli anni successivi al suo ritiro dall’insegnamento nel 1954,
Massignon parteciperà attivamente alle proteste pubbliche contro gli
abusi durante la guerra franco-algerina.

                                                                       30
Sviluppa un vivo interesse per i Sette Dormienti di Efeso; nel 1951
visita la loro grotta a Efeso, fa ricerche sui santuari e sui luoghi di
pellegrinaggio a loro dedicati in tutto il mondo.

  Nel 1954 istituisce un pellegrinaggio
congiunto islamo-cristiano in uno di
questi siti in Bretagna, a Vieux-
Marché, un pellegrinaggio che continua
ogni anno fino ad oggi.
                                                                          31
Durante i suoi ultimi anni Massignon esercitò, per lo più privatamente,
il suo ministero sacerdotale e cercò regolarmente la solitudine nella
preghiera. Morì il 31 ottobre 1962, la vigilia della festa di Tutti i Santi.

                                 Agosto 1959
                                                                               32
33
Christian S. Krokus, “Louis Massignon’s influence on the teaching of
Vatican II on Muslims and Islam”, Islam and Christian-Muslim Relations
23 (2012) 329-345.

          Christian S. Krokus
        University of Scranton,
                  Pennsylvania
                                                                         34
La questione dell’influenza di Massignon sul Concilio Vaticano II è
difficile da risolvere in modo soddisfacente;

   Da un lato, i commentatori di Massignon spesso lo ritengono
 ampiamente responsabile dell’orientamento conciliare riguardo
 all’Islam.

   Dall’altro lato, le connessioni storiche concrete tra Massignon e i
 pronunciamenti conciliari non sono state ancora sufficientemente
 spiegate.
                                                                         35
Chiaramente, qualsiasi influenza esercitata da Massignon è stata
indiretta. Il Concilio si aprì l’11 ottobre 1962 e Massignon morì 20 giorni
dopo. Non fu invitato al Concilio come esperto, né fu consultato durante
la fase preparatoria.
  La questione dell’Islam è emersa solo un anno dopo l’apertura del
Concilio, in relazione alla discussione di un testo sul rapporto della
Chiesa con il popolo ebraico.
  Quando questo testo fu presentato il 18 novembre 1963, incontrò
l’opposizione dei vescovi del mondo arabo-musulmano, dove la questione
di Israele era una questione calda.
                                                                              36
Il patriarca melchita Massimo IV
Saigh propose che se il Concilio
invitava i cristiani ad un
atteggiamento più giusto nei confronti
degli ebrei, allora un atteggiamento
simile doveva essere promosso nei
confronti dell’Islam.

                                                 Massimo IV Saigh
                                            (Aleppo 1878 - Beirut 1967)
                                         Patriarca di Antiochia dei Melchiti
                                                                               37
Considerata la data della morte di Massignon, e considerato il fatto che la
discussione sull’Islam è emersa relativamente tardi nel Concilio, perché si
parla spesso della sua influenza? Gli studiosi rispondono generalmente in
due modi:

     Il linguaggio dei passaggi della Lumen gentium e della Nostra aetate
   che si riferiscono ai musulmani richiama, più o meno intenzionalmente,
   la posizione di Massignon.
     Le persone al Concilio che furono principalmente responsabili
   dell’introduzione e poi della stesura delle dichiarazioni sui musulmani
   erano in grand parte amici e studenti di Massignon.
                                                                              38
Le posizioni di Massignon che trovano eco nella Lumen gentium
e nella Nostra aetate

  Lumen gentium 16 (1964):

    Ma il disegno di salvezza abbraccia anche coloro che
    riconoscono il Creatore, e tra questi in particolare i musulmani,
    i quali, professando di avere la fede di Abramo, adorano con
    noi un Dio unico, misericordioso che giudicherà gli uomini nel
    giorno finale.

                                                                        39
Nostra aetate 3 (1965):
 La Chiesa guarda anche con stima i musulmani che adorano l'unico
 Dio, vivente e sussistente, misericordioso e onnipotente, creatore del
 cielo e della terra, che ha parlato agli uomini. Essi cercano di
 sottomettersi con tutto il cuore ai decreti di Dio anche nascosti, come
 vi si è sottomesso anche Abramo, a cui la fede islamica volentieri si
 riferisce. Benché essi non riconoscano Gesù come Dio, lo venerano
 tuttavia come profeta; onorano la sua madre vergine, Maria, e talvolta
 pure la invocano con devozione. Inoltre attendono il giorno del
 giudizio, quando Dio retribuirà tutti gli uomini risuscitati. Così pure
 hanno in stima la vita morale e rendono culto a Dio, soprattutto con la
 preghiera, le elemosine e il digiuno.
                                                                           40
L’affermazione del Vaticano II secondo la quale cristiani e musulmani
adorano un Dio unico rappresenta una svolta.
  Prima del Vaticano II, e in particolare nelle encicliche di Leone XIII,
Pio XI e Pio XII, il “Dio di Muhammad” non era generalmente
considerato l’unico vero Dio.
  Massignon, tuttavia, fin dai primi giorni dopo la sua conversione,
sosteneva pubblicamente che il Dio di Muhammad - al quale di solito si
riferiva come al Dio di Abramo - era in realtà l’unico vero Dio. Quindi è
ragionevole dedurre l’influenza di Massignon sul Vaticano II a questo
riguardo.
                                                                            41
Lo stesso argomento potrebbe essere fatto per molte delle cose positive
che i due documenti conciliari dicono dei musulmani, specialmente la loro
devozione a Gesù e Maria, la loro pratica della preghiera, la elemosina e il
digiuno, e la loro stima per la vita morale.

  Per apprezzare la forza di questo argomento, si deve contrastare la
visione positiva di Massignon dell’Islam con il sentimento prevalente a
quel tempo. Anche se c’erano alcune voci di simpatia verso l’Islam tra gli
studiosi e i teologi cattolici, la visione dominante era piuttosto negativa.
L’Islam era giudicato, nel migliore dei casi, come una opera umana.
                                                                               42
Un’altra possibile connessione tra Massignon e il Vaticano II può essere
vista nel processo di redazione della Lumen gentium, la cui bozza originale
recitava:
             I figli di Ismaele, che riconoscono Abramo come loro
             padre credono anche nel Dio di Abramo, non sono
             totalmente estranei alla rivelazione fatta ai patriarchi.

Questa affermazione - molto più forte della versione finale - riecheggia le
idee di Massignon, che sosteneva:
     la connessione Abramo-Ishmael-Arabi-Islam come storicamente e
   religiosamente plausibile e
     la designazione dell’Islam come una religione di fede patriarcale.       43
Il testo fu cambiato perché molti dei padri conciliari erano a disagio
nell’affermare il legame dell’Islam con la rivelazione.

  Inoltre, alcuni studiosi dell’epoca sollevavano dubbi sulla discendenza
fisica degli arabi/musulmani da Abramo attraverso Ismaele.

  Era probabilmente quel cambiamento nella Lumen gentium che
Christian Troll aveva in mente quando scrisse:

                                                                            44
“Vaticano II di aspetti centrali della fede e della pratica
    Mentre, da un lato, la descrizione positiva del

 dei musulmani e la sua nuova visione dell’Islam
 sarebbero impensabili senza l’intuizione e l’impegno di
 Massignon, dall’altro, il Concilio, come è stato
 dimostrato, si è astenuto dall’adottare elementi chiave
 della visione teologico-profetica sui generis di
 Massignon dell’Islam e del suo profeta.
                                                    ”
  Christian Troll, S.J., “Changing Catholic views of Islam”, in Islam and Christianity: mutual
  perceptions since the mid-twentieth century, ed. J. Waardenburg, Peeters, Leuven 1998, 28.     45
“description of central aspects of the Muslims’ faith and
    Whereas, on the one hand, Vatican II’s positive

 practice and its new outlook on Islam would be
 unthinkable without Massignon’s insight and
 commitment, on the other hand, the Council, as has
 been shown, refrained from adopting key elements of
 Massignon’s idiosyncratic theologico-prophetic vision
 of Islam and its prophet.
                                 ”
  Christian Troll, S.J., “Changing Catholic views of Islam”, in Islam and Christianity: mutual
  perceptions since the mid-twentieth century, ed. J. Waardenburg, Peeters, Leuven 1998, 28.     46
Le versioni finali dei testi conciliari rimangono ambigue sullo
status abramitico dell’Islam: « … Abramo, a cui la fede islamica
volentieri si riferisce» (NA 3); «…i musulmani, i quali, professando di
avere la fede di Abramo…» (LG 16).

  Il Concilio, tuttavia, non chiude la porta su questa questione. Secondo
Robert Caspar, M.Afr., uno degli esperti che lavorarono alle
dichiarazioni conciliari sull’Islam, il Concilio rimandò il giudizio
sull’Islam come “fede abramitica” in attesa di ulteriori ricerche.

                                                                            47
Alcuni teologi contemporanei hanno accettato lo status abramitico
dell’Islam senza necessariamente affermare il legame storico tra
Abramo, Ismaele, gli arabi e Muhammad.

                                                                     48
Le relazioni di Massignon con le figure chiave del Vaticano II

  Come possibili canali per la parziale adozione delle idee di Massignon
nelle dichiarazioni del Consiglio sui musulmani, i commentatori di solito
citano le relazioni di Massignon con persone che erano direttamente
coinvolte nei lavori del Concilio.

  Coloro che hanno avuto un forte legame con Massignon e che hanno avuto
più voce in capitolo sulla versione finale delle dichiarazioni conciliari
includono Papa Paolo VI, Robert Caspar, M.Afr., Georges Anawati, O.P., e
l’arcivescovo latino di Smyrna (Turchia), Joseph Descuffi, C.M.
                                                                            49
Tra gli altri nomi che vengono citati ci sono il patriarca melchita Massimo
IV Saigh, Youakim Moubarac, Charles Journet e Yves Congar, O.P.

      Charles Journet (m. 1975)          Yves Congar, O.P. (m. 1995)
     cardinale e teologo svizzero        cardinale e teologo francese
                                                                               50
Massignon e Giovanni Battista Montini erano amici ed è chiaro che

Massignon esercitò una certa influenza sul futuro Papa Paolo VI.

  Montini era apparentemente membro della Badaliyya a Roma (anche se

questo attende di essere verificato).

  Forse attraverso questa amicizia, Massignon convinse Montini delle virtù

dell’Islam e quindi influenzò indirettamente la decisione del papa di

includere una dichiarazione positiva sull’Islam al Concilio.

                                                                             51
Nella lettera apostolica Spiritus paracliti (30 aprile 1964) e nell’enciclica
Ecclesiam suam (6 agosto 1964), Paolo VI sostenne, indipendentemente
dal Concilio, che musulmani e cristiani di fatto adorano lo stesso Dio.

                     Paolo VI
       Viaggio in Terra Santa
         (4 - 6 gennaio 1964)
                                                                                52
Robert Caspar, M.Afr., e Georges Anawati, O.P., erano esperti del
Concilio; facevano parte del comitato che ha scritto le sezioni sull’Islam
nei documenti del Concilio.

  Sia Caspar che Anawati hanno testimoniato
l’amicizia (nel caso di Anawati) e la direzione che
Massignon aveva dato ai loro studi sull’Islam.

                                   Robert Caspar, M.Afr.
                                       (1923-2007)
                                                                             53
Per alcuni commentatori, il riferimento del Vaticano II alla venerazione
musulmana per Maria è dovuto in gran parte all’intervento di Joseph
Descuffi, C.M. (m. 1972), arcivescovo latino di Smirne, con il quale
Massignon aveva collaborato per far rivivere il culto di Maria a Efeso.

                Casa di Maria a
                Efeso (Turchia)
                                                                           54
Il 19 settembre 1964, Descuffi fece un discorso al Concilio in cui
celebrava la prospettiva di includere una dichiarazione sui musulmani «che
sono legati al nostro comune padre Abramo, non attraverso Israele ma
attraverso Ismaele figlio di Agar».

  Parlò della fede dei musulmani in Dio, della loro affermazione dei
miracoli di Gesù, il suo concepimento verginale e il suo status di profeta,
della loro fede nel giudizio, dell’onore che rendono a Maria e le preghiere
che le rivolgono, il loro riconoscimento della sua Immacolata Concezione e
verginità.
                                                                              55
Menzionò anche che i musulmani osservavano la legge naturale del
decalogo, il digiuno, l’elemosina e la preghiera, dichiarando che i
musulmani «sono più vicini a noi degli ebrei».

 Anche se Massignon non è citato per nome, è chiaro che la sua
comprensione dell’Islam si riflette nella presentazione dell’arcivescovo
Descuffi.

                                                                           56
Anche se non sembra che avessero relazioni particolarmente strette,
fu Massimo IV Saigh ad approvare l’ordinazione di Massignon nel
rito melchita della Chiesa cattolica.

  Fu l’ausiliario di Massimo IV, Pierre-Kamel Medawar, ad ordinare
Massignon, a benedire gli statuti della Badaliyya e a permettere al
gruppo di riunirsi in una chiesa parrocchiale del Cairo.

  Medawar ha scritto della propria simpatia per il progetto di dialogo
islamo-cristiano di Massignon.

                                                                         57
Youakim Moubarac (m. 1995) fu un sacerdote libanese che si era
formato in islamistica sotto Massignon. Partecipò al Concilio come
assistente del patriarca maronita Boulos Boutrous Meouchi (m. 1975).

  Moubarac ha adottato la tesi di Massignon
che l’Islam è una religione abramitica.

                                                                       58
Sidney H. Griffith, “Sharing the Faith of Abraham: The ‘Credo’ of Louis
Massignon”, Islam and Christian-Muslim Relations 8 (1997) 193-210.

                     Sidney H. Griffith
                    Professor Emeritus
         Catholic University of America
                                                                          59
Sebbene il Vaticano II non abbia dichiarato che i musulmani
professano effettivamente la fede di Abramo, tuttavia ha riconosciuto
chiaramente l’importanza di Abramo nell’autocomprensione dei
musulmani, e quindi ha fornito ai cattolici un punto di riferimento
teologico e biblico in vista del quale stimare i musulmani.

 La strada per questo sviluppo del pensiero cattolico è stata preparata in
gran parte da Louis Massignon.

                                                                             60
La drammatica conversione di Massignon nel maggio 1908 e il suo

fascino per al-Ḥallāj lo spinsero a esplorare i modi in cui i cristiani

potevano giungere a una visione positiva di ciò che Dio intendeva

realizzare nel mondo con la predicazione di Muhammad, la

proclamazione del Corano e l’instaurazione dell’Islam.

  La maggior parte della ricerca di Massignon di una teologia cristiana

positiva dell’Islam ebbe luogo nei due decenni tra gli anni 1927 e 1947.

                                                                           61
Ma fino a quel momento, le opinioni di Massignon sull’Islam erano
quelle standard della Chiesa dell’epoca.

  Nei suoi primi scritti, si preoccupò della conversione dei musulmani al
cristianesimo e di correggere le opinioni islamiche errate o polemiche sul
cristianesimo. Sottolineò le differenze dogmatiche tra le due religioni,
escludendo l’Islam dall’eredità spirituale di Abramo e negando
l’ispirazione del Corano (due posizioni iniziali che avrebbe poi
modificato).

                                                                             62
La visione matura di Massignon sull’Islam è stata sviluppata in
tandem con la sua devozione personale e religiosa al patriarca Abramo.

  Le idee di Massignon sul significato religioso dell’Islam possono
essere riassunte in cinque punti: (1) il Dio dei musulmani; (2) la
sincerità di Muhammad, (3) l’ispirazione del Corano; (4) la missione
dell’Islam; e (5) la vocazione della lingua araba.

                                                                         63
1. Il Dio dei musulmani

  Massignon accetta come autentica la pretesa islamica di credere
  nell’unico Dio dell’Antico Testamento, che in termini cristiani è il Padre
  nella Trinità.

2. La sincerità di Muhammad

  Contrariamente agli usi dei primi apologeti e polemisti cristiani in
  Occidente, Massignon parlava spesso della sincerità del profeta
  dell’Islam.
                                                                               64
In risposta alla domanda: “Muhammad è un falso profeta?”,
Massignon si riferiva a lui come a un “profeta negativo”.

  Muhammad era un “profeta negativo” nel senso che negava le false
concezioni dei misteri cristiani (cioè, Massignon pensava che quei passi
del Corano che apparentemente rifiutano le dottrine centrali della fede
cristiana, in realtà negano solo presentazioni eretiche di queste dottrine).

                                                                               65
Per Massignon, Muhammad e l’Islam occupano quello che lui chiama

«uno stato patriarcale», come quello di Abramo, anche se 600 anni dopo

la Pentecoste.

  Di conseguenza, ci si deve aspettare che in un tale stato «la coscienza

morale, mirabilmente chiara sull’obbedienza a Dio... e sulla proibizione

dell’idolatria, sia ancora in una zona crepuscolare sulla poligamia, il

concubinaggio, il rapimento, gli stratagemmi di guerra».

                                                                            66
3. L’ispirazione del Corano

   Massignon ha insistito sul fatto che Muhammad non ha fabbricato il
 Corano. Inoltre, Massignon parlava esplicitamente dell’ispirazione del
 libro sacro dei musulmani. Ma che tipo di ispirazione intendeva?

   Per Massignon, il Corano era una scrittura che rifletteva l’alleanza
 abramitica che era già stata sostituita dall’Antico e dal Nuovo
 Testamento.

                                                                          67
4. La missione dell’Islam

Per Massignon, l’Islam è «la fede di Abramo ravvivata da Muhammad».
Credeva quindi fermamente che l’Islam avesse una missione positiva,
quasi profetica, nel mondo post-cristiano. Massignon descrisse l’Islam
come uno «scisma abramitico». Egli scrisse:

 “   L’Islam è un grande mistero della volontà divina, la rivendicazione
     degli esclusi, quelli cacciati nel deserto con Ismaele, il loro
     antenato, contro i “privilegiati” di Dio, gli ebrei, e soprattutto i
     cristiani, che hanno abusato dei privilegi divini della Grazia.
                                                                            68
Già nel 1917 Massignon pensava all’Islam non come a una nuova
religione, ma come alla religione primitiva, naturale, che richiamava gli
esseri umani alle più elementari osservanze religiose. Egli scriveva:

 “   Lo scopo della rivelazione coranica non è quello di rivelare e
     giustificare dei dati soprannaturali sconosciuti fino al suo
     tempo, ma di far riscoprire alle menti e di ricordare loro il nome
     di Dio, le sanzioni temporali ed eterne, la religione naturale, la
     legge primordiale, il culto molto semplice che Dio aveva
     prescritto da sempre, che Adamo, Abramo e i profeti
     praticavano sotto le stesse forme.
                                                                            69
Massignon ha precisato che nel pensare all’Islam come una religione
naturale non intendeva una convinzione filosofica. Piuttosto, scrive,
«l’Islam è la religione della fede. Non è una religione di fede naturale nel
Dio dei filosofi, ma la fede nel Dio di Abramo, di Isacco e di Ismaele, la
fede nel nostro Dio».

                                                                               70
5. La vocazione della lingua araba

Le lingue semitiche, secondo Massignon, erano in modo unico le lingue
della rivelazione per il monoteismo. Egli pensa in particolare all’ebraico,
all’aramaico e all’arabo.

                                                                              71
Il giudizio di Sidney Griffith su Massignon

  Da un lato, Massignon rovescia, quasi punto per punto, tutte le
confutazioni tradizionali dell’Islam che si trovano nelle opere
occidentali di apologetica e di polemica.

  Dall’altro, Massignon esprime le sue idee in un linguaggio cristiano
così arcaico da essere quasi incomprensibile per i moderni. Usa il "modo
di pensare tipologico” dei Padri della Chiesa e di quegli antichi scrittori
spirituali monastici il cui pensiero era radicato nell’esercizio della lectio
divina.
                                                                                72
Inoltre, le opinioni di Massignon non nascono affatto da preoccupazioni
teologiche accademiche, ma dalla sua esperienza spirituale di devozione ad
Abramo.

 Alla fine, le idee di Massignon si fondano su un
incontro personale con Dio che ha sperimentato in
solidarietà con i cristiani e i musulmani, sia con i
compagni di vita che con le figure del passato
cristiano e musulmano.

                                                                             73
Ma si pone legittimamente la domanda se ci sia o meno una vera
connessione attraverso Abramo, sia storicamente che teologicamente, tra
cristiani e musulmani.

  Per alcuni teologi cristiani, la convinzione islamica che Abramo sia
stato coinvolto nell’edificazione della Kaʿba alla Mecca è un esempio
delle difficoltà storiche che influenzano le conversazioni tra le due
comunità, allo stesso livello della negazione islamica della morte per
crocifissione di Gesù.

                                                                          74
Jean-Marie Gaudeul:

“riassumere. Egli vedeva la storia del mondo come una specie di sinfonia,
    Il pensiero di Massignon non è facile da seguire e ancor meno da

 con chiavi segrete e armonie tra vari eventi e vite separate a volte da
 secoli. Un coro in cui tutte le voci si fondevano, dove una,
 inconsapevolmente, rispondeva all’altra attraverso un intervallo di
 diverse centinaia di anni. Abramo, Isacco, Ismaele, Gesù, Maria,
 Muhammad, i musulmani, Francesco d’Assisi, San Luigi di Francia, si
 corrispondono e si completano a vicenda in modi misteriosi.
                                                                ”           75
Si potrebbe sintetizzare il ricco e articolato pensiero di Louis Massignon
nello sguardo d’insieme che egli scrive in una lettera del 1958:

“natura, ferita dal peccato di Adamo, corrispondente all’epoca patriarcale;
     Nella storia dell’umanità, abbiamo tre periodi religiosi: lo stato di

  lo stato legale, che comincia al Decalogo del Sinai; lo stato evangelico,
  che comincia con Cristo e alla Pentecoste. È assurdo discutere con un
  ebreo credente, come se fosse arrivato allo stato evangelico: è ancora
  sottomesso alla Legge del timore; similmente, è assurdo discutere con
  un musulmano come se fosse arrivato sia allo stato legale sia allo stato
  evangelico.
                ”                                                             76
Egli conclude così: «L’Islam è ancora allo stato patriarcale, al tempo di
Abramo». Secondo Massignon, dunque, l’Islam sembrerebbe essere «una
religione naturale ravvivata da una rivelazione profetica», in quanto
prende in prestito dalla tradizione giudeo-cristiana la parte principale del
suo vocabolario e alcuni elementi semplificati del suo insegnamento.

                                                                               77
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