Introduzione all'Islam II (Approcci cristiani all'Islam) - Pontificia Università Lateranense - A.A. 2021/2022 - Prof. Diego Sarrió ...
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Pontificia Università Lateranense - A.A. 2021/2022 10255 Introduzione all’Islam II (Approcci cristiani all’Islam) 2o semestre - 3 CFU Prof. Diego Sarrió Cucarella, M.Afr. sarriocucarella@pul.it ( ad usum privatum studentium ) 1
Louis Massignon (1883-1962) Data di nascita: 25 luglio 1883 Luogo di nascita: Nogent-sur-Marne (Grand Paris) Data di morte: 31 ottobre 1962 Luogo di morte: Parigi Massignon nel 1956 2
Introduzione L’orientalista francese Louis Massignon (1883-1962) è stato uno dei più rinomati studiosi occidentali dell’Islam nel XX secolo. Fu anche uno dei più influenti pensatori cattolici prima del Concilio Vaticano II sul rapporto tra la Chiesa e i musulmani. Le sue opinioni religiose sull’Islam, su Muhammad e sul Corano furono in gran parte responsabili dell’approccio positivo della Chiesa al dialogo con il mondo islamico, come espresso nei documenti del Vaticano II. 3
Massignon credeva (1) che musulmani e cristiani adorano entrambi il Dio di Abramo; (2) che Muhammad è un sincero portavoce di Dio; (3) che il Corano è in qualche modo ispirato; (4) che l’Islam ha una missione positiva nella storia della salvezza; e (5) che l’arabo è una lingua di rivelazione divina. 4
Attraverso il suo studio del misticismo nell’Islam, Massignon scoprì come Dio poteva servirsi dell’Islam per attirare le persone a sé. Questo era dovuto alla presenza invisibile dello Spirito di Cristo, che si serve dell’Islam per attirare le persone a Dio, al di là dei limiti posti dai dogmi e dalle ortodossie. Secondo Massignon, l’Islam deve essere giudicato da questi frutti di santità e non solo dai difetti dei suoi adepti meno fedeli. 5
Massignon rimane una figura controversa. Ci sono coloro che considerano le sue idee poco ortodosse o ingenue e lo incolpano di ciò che percepiscono come un’errata comprensione della missione della Chiesa verso i musulmani. Louis Massignon, 1956 6
Biografia Louis Massignon è nato il 25 luglio 1883 da genitori borghesi a Nogent-sur-Marne, un suburbio di Parigi. Suo padre, un famoso scultore, era uno scettico. Da bambino, Massignon abbraccia la tradizionale pietà cattolica e la devozione alla Vergine Maria Louis Massignon a 17 anni di sua madre. Gli studi liceali e l’influenza della cultura positivista del padre non contribuiscono a mantenere l’originaria identità cattolica. 7
Manifesta un talento naturale per le lingue e suo padre incoraggia la sua formazione in linguistica e filologia. Nel 1901 Massignon inizia a studiare letteratura, storia e sanscrito alla Sorbona. Durante il 1902-1903 fa il suo servizio militare. Il tema scelto per conseguire il diploma di studi superiori in storia riguarda Leo Africanus, al quale è legato il suo primo viaggio in Marocco nel 1904 per verificare le scoperte di questo cartografo del XVI secolo. Questo fu il primo contatto serio di Massignon con il mondo islamico. 8
Sostiene la tesi nel giugno del 1904 e la pubblica ad Algeri nel 1906. Massignon invia il suo lavoro a Charles de Foucauld, il che segnò l’inizio di un’importante amicizia. Charles de Foucauld 9
Tornato a Parigi, Massignon inizia a studiare l’arabo con l’intenzione di perseguire l’egittologia come carriera. Nel 1906 viene nominato membro dell’Istituto Francese di Archeologia Orientale (IFAO) al Cairo. Nel 1907 i suoi interessi si spostano e decide di fare la tesi di dottorato sul mistico persiano musulmano, Al- Ḥusayn ibn Manṣūr al-Hallāj (m. 922), che era stato giustiziato (per crocifissione) a Bagdad, accusato di Parigi, intorno al 1906 blasfemia. 10
Massignon vestito come uno studente di Al-Azhar, Cairo 11
Cairo, april 1907 12
Durante l’anno accademico 1907-1908, Massignon si reca a Bagdad per le sue ricerche archeologiche (ad al-Ukhaydir). Contro il consiglio del console francese, Massignon va a vivere in un quartiere musulmano della città. Diviene ospite della famiglia Alūsī, che gestiva la scuola della moschea locale e manteneva una biblioteca di manoscritti medievali. Alla fine si sviluppa una grande amicizia tra Massignon e i suoi ospiti, ma all’inizio c’era molto sospetto: perché questo europeo era venuto a vivere tra i musulmani? Perché si vestiva come un arabo? 13
Massignon deve convincere la famiglia che lo ospitava che non avrebbe fatto nulla per metterli in imbarazzo. Massignon affermerà più tardi che quello fu il momento in cui capì l’importanza dell’ospitalità nella cultura musulmana. Hajj ‘Alī al-Alūsī (m. 1922), amico e mentore musulmano di Massignon. 14
La situazione politica dell’Impero ottomano all’epoca era precaria. Le potenze europee cercavano di esercitare la loro influenza. Gli archeologi tedeschi denunciarono Massignon al governo ottomano come spia francese. All’inizio di maggio 1908, viene arrestato e messo su un vaporetto sul Tigri per tornare a Bagdad. 15
Durante quel viaggio, convinto che i suoi custodi avessero intenzione di ucciderlo, Massignon comincia a disperare e tenta addirittura il suicidio. Cade in un delirio. In uno stato di grande agitazione, durante la notte dal 3 al 4 maggio, si sente improvvisamente travolto da una presenza. Più tardi si riferirà a quel momento come alla “Visita dello Straniero” (La Visitation de l’Etranger) e dirà che fu l’occasione della sua prima preghiera matura a Dio, significativamente in lingua araba. Questa esperienza religiosa è alla base della conversione di Massignon a Dio e del suo ritorno alla pratica della fede cattolica, che aveva abbandonato durante gli anni di giovinezza. 16
In seguito, Massignon viene portato in un ospedale e curato contro la malaria, ma rimane sotto il controllo della polizia. Gli Alūsī assicurano il suo rilascio e gli danno asilo. Massignon sentì fortemente che alcune persone - sia vive che defunte - avevano interceduto per lui nell’ora della disperazione. Egli elenca tra questi sua madre, Charles de Foucauld, Joris-Karl Huysmans (m. 1907, romanziere francese, amico del padre di Massignon) e al-Hallāj. 17
Massignon sarà grato ai musulmani non solo per essere intervenuti a suo favore e con grande rischio personale, ma anche per averlo ricondotto alla fede in Dio e alla Chiesa cattolica. Alcuni anni dopo, scriverà: Ci sono molti di noi in Francia che hanno ricevuto nel deserto arabo questa chiamata dell’Islam, che è una grazia, e che ci ha permesso di riscoprire Dio nel suo Cristo, per adorare la sua trascendenza in esso, Charles de Foucauld ... ai margini del Sahara ... e [Ernst] Psichari in Mauritania. Questa chiamata è un'autentica missione dell’Islam. (Le signe marial, articolo pubblicato nel 1948) 18
La tesi di dottorato di Massignon su al-Hallāj viene discussa soltanto nel maggio 1922 (il ritardo fu dovuto alla guerra). Nel frattempo, Massignon aveva stretto un’amicizia con Charles de Foucauld, che incontrò a Parigi nel 1909 e che lo incoraggiò a raggiungerlo nel Sahara, diventare prete e passare la sua vita studiando le popolazioni e le lingue locali. Massignon alla fine decide di non unirsi a Foucauld. Invece, nel gennaio 1914, sposa una cugina, dalla quale avrà tre figli. 19
Massignon, Prima guerra Massignon, Parigi 1913 mondiale, 1918 20
Dal 1914 al 1919, Massignon serve nell’esercito francese durante la prima guerra mondiale. Nel 1917, fa parte della missione Sykes- Picot che negoziò un accordo con i paesi arabi precedentemente governati dagli ottomani. Massignon sul fronte serbo nel 1916 21
Jacques Maritain (morto nel 1973) fu uno degli amici più stretti di Massignon. Altri amici stretti furono Paul Claudel (m. 1955), Gabriel Marcel (m. 1973), François Mauriac (m. 1970), il cardinale Charles Journet (m. 1975), Léon Bloy (m. 1917), Pierre Jean de Menasce, O.P. (m. 1973), il cardinale Jean Daniélou, S.J. (m. 1974) e Thomas Merton, O.C.S.O. (m. 1968), per citarne solo alcuni, il che pone Massignon al centro della vita intellettuale cattolica della prima metà del XX secolo. 22
Massignon ebbe udienze private con tre papi: Pio XI nel 1934; Pio XII nel 1949; e Giovanni XXIII nel 1959. Era anche in frequente contatto con un certo numero di vescovi di alto livello sia nella Chiesa latina che in quella melchita ed fu a lungo amico personale di Giovanni Battista Montini (poi Papa Paolo VI). 23
Dal 1919 al 1924, Massignon lavora per la Revue du monde musulman. Dal 1926 al 1954 Massignon tiene la cattedra di Sociologia e Sociografia musulmane al Collège de France di Parigi. Durante quegli anni diventa anche una guida intellettuale e spirituale per molti importanti cristiani di lingua araba, tra cui Georges Anawati, O.P. (m. 1994); Youakim Moubarac (m. 1995), Paul Nwiya, S.J. (m. 1980) e Michel Hayek (m. 2005). 24
Nel 1927 Massignon fonda la Revue des études islamiques, così come l’Institut d’études islamiques, e diventa presidente dell’Institut d’études iraniennes. Dal 1933 al 1954 è direttore degli studi in Scienze religiose all’École pratique des hautes études della Sorbona. A partire dal 1933 trascorre anche un mese all’anno insegnando in arabo storia della filosofia all’Università del Cairo (fondata nel 1908). Nel 1939 viene reclutato dal Ministero dell’Informazione e inviato in missione nel Vicino Oriente, ma continua a insegnare al Collège de France durante gli anni della guerra. 25
Inoltre, Massignon era abbastanza coinvolto nella diplomazia e nella vita politica francese. Fu uno dei fondatori del Comité chrétien d’Entente France-Islam nel 1947. Incontrò e subì l’influenza di Gandhi a Parigi nel 1931. Sempre nel 1931 diventa terziario francescano con il nome di Ibrāhīm (=Abraham). 26
Nel 1934, in una piccola cappella francescana ad Alessandria d’Egitto, Massignon e Mary Kahil, una amica egiziana greco-cattolica, fecero voto di offrire la loro vita per i musulmani, affinché la volontà di Dio si compisse in loro e attraverso di loro. Mary Kahil (1889-1979) Questo voto, che loro chiamarono Badaliyya (“sostituzione”), portò alla fondazione al Cairo nel 1947 di un omonimo gruppo di preghiera composto da cristiani arabi. 27
La radice araba della parola Badaliyya racchiude il senso di “scambiare o rimpiazzare una cosa con un’altra”. Massignon la tradusse con “sostituzione”, intendendola come un’offerta di sé stesso per il bene di un’altra vita. Il modello a cui ci si ispira è Cristo nella sua esperienza di martirio e redenzione in sostituzione di altri. I membri della Badaliyya offrono la loro preghiera e il digiuno per il benessere dei loro fratelli e sorelle musulmane e si impegnano per l’amicizia islamo-cristiana, una sorta di quotidiano peacemaking, a livello umano. 28
Massignon concepisce la Badaliyya originariamente come una vocazione per i cristiani che vivevano in una situazione di minoranza nei paesi musulmani: questi fedeli erano in particolar modo chiamati a testimoniare, proprio nel cuore dell’Islam, l’amore di Cristo per tutta l’umanità. 29
Nel 1949 Massignon passa al rito melchita per poter pregare in arabo e viene ordinato sacerdote nella Chiesa melchita nel gennaio del 1950 al Cairo. Negli anni successivi al suo ritiro dall’insegnamento nel 1954, Massignon parteciperà attivamente alle proteste pubbliche contro gli abusi durante la guerra franco-algerina. 30
Sviluppa un vivo interesse per i Sette Dormienti di Efeso; nel 1951 visita la loro grotta a Efeso, fa ricerche sui santuari e sui luoghi di pellegrinaggio a loro dedicati in tutto il mondo. Nel 1954 istituisce un pellegrinaggio congiunto islamo-cristiano in uno di questi siti in Bretagna, a Vieux- Marché, un pellegrinaggio che continua ogni anno fino ad oggi. 31
Durante i suoi ultimi anni Massignon esercitò, per lo più privatamente, il suo ministero sacerdotale e cercò regolarmente la solitudine nella preghiera. Morì il 31 ottobre 1962, la vigilia della festa di Tutti i Santi. Agosto 1959 32
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Christian S. Krokus, “Louis Massignon’s influence on the teaching of Vatican II on Muslims and Islam”, Islam and Christian-Muslim Relations 23 (2012) 329-345. Christian S. Krokus University of Scranton, Pennsylvania 34
La questione dell’influenza di Massignon sul Concilio Vaticano II è difficile da risolvere in modo soddisfacente; Da un lato, i commentatori di Massignon spesso lo ritengono ampiamente responsabile dell’orientamento conciliare riguardo all’Islam. Dall’altro lato, le connessioni storiche concrete tra Massignon e i pronunciamenti conciliari non sono state ancora sufficientemente spiegate. 35
Chiaramente, qualsiasi influenza esercitata da Massignon è stata indiretta. Il Concilio si aprì l’11 ottobre 1962 e Massignon morì 20 giorni dopo. Non fu invitato al Concilio come esperto, né fu consultato durante la fase preparatoria. La questione dell’Islam è emersa solo un anno dopo l’apertura del Concilio, in relazione alla discussione di un testo sul rapporto della Chiesa con il popolo ebraico. Quando questo testo fu presentato il 18 novembre 1963, incontrò l’opposizione dei vescovi del mondo arabo-musulmano, dove la questione di Israele era una questione calda. 36
Il patriarca melchita Massimo IV Saigh propose che se il Concilio invitava i cristiani ad un atteggiamento più giusto nei confronti degli ebrei, allora un atteggiamento simile doveva essere promosso nei confronti dell’Islam. Massimo IV Saigh (Aleppo 1878 - Beirut 1967) Patriarca di Antiochia dei Melchiti 37
Considerata la data della morte di Massignon, e considerato il fatto che la discussione sull’Islam è emersa relativamente tardi nel Concilio, perché si parla spesso della sua influenza? Gli studiosi rispondono generalmente in due modi: Il linguaggio dei passaggi della Lumen gentium e della Nostra aetate che si riferiscono ai musulmani richiama, più o meno intenzionalmente, la posizione di Massignon. Le persone al Concilio che furono principalmente responsabili dell’introduzione e poi della stesura delle dichiarazioni sui musulmani erano in grand parte amici e studenti di Massignon. 38
Le posizioni di Massignon che trovano eco nella Lumen gentium e nella Nostra aetate Lumen gentium 16 (1964): Ma il disegno di salvezza abbraccia anche coloro che riconoscono il Creatore, e tra questi in particolare i musulmani, i quali, professando di avere la fede di Abramo, adorano con noi un Dio unico, misericordioso che giudicherà gli uomini nel giorno finale. 39
Nostra aetate 3 (1965): La Chiesa guarda anche con stima i musulmani che adorano l'unico Dio, vivente e sussistente, misericordioso e onnipotente, creatore del cielo e della terra, che ha parlato agli uomini. Essi cercano di sottomettersi con tutto il cuore ai decreti di Dio anche nascosti, come vi si è sottomesso anche Abramo, a cui la fede islamica volentieri si riferisce. Benché essi non riconoscano Gesù come Dio, lo venerano tuttavia come profeta; onorano la sua madre vergine, Maria, e talvolta pure la invocano con devozione. Inoltre attendono il giorno del giudizio, quando Dio retribuirà tutti gli uomini risuscitati. Così pure hanno in stima la vita morale e rendono culto a Dio, soprattutto con la preghiera, le elemosine e il digiuno. 40
L’affermazione del Vaticano II secondo la quale cristiani e musulmani adorano un Dio unico rappresenta una svolta. Prima del Vaticano II, e in particolare nelle encicliche di Leone XIII, Pio XI e Pio XII, il “Dio di Muhammad” non era generalmente considerato l’unico vero Dio. Massignon, tuttavia, fin dai primi giorni dopo la sua conversione, sosteneva pubblicamente che il Dio di Muhammad - al quale di solito si riferiva come al Dio di Abramo - era in realtà l’unico vero Dio. Quindi è ragionevole dedurre l’influenza di Massignon sul Vaticano II a questo riguardo. 41
Lo stesso argomento potrebbe essere fatto per molte delle cose positive che i due documenti conciliari dicono dei musulmani, specialmente la loro devozione a Gesù e Maria, la loro pratica della preghiera, la elemosina e il digiuno, e la loro stima per la vita morale. Per apprezzare la forza di questo argomento, si deve contrastare la visione positiva di Massignon dell’Islam con il sentimento prevalente a quel tempo. Anche se c’erano alcune voci di simpatia verso l’Islam tra gli studiosi e i teologi cattolici, la visione dominante era piuttosto negativa. L’Islam era giudicato, nel migliore dei casi, come una opera umana. 42
Un’altra possibile connessione tra Massignon e il Vaticano II può essere vista nel processo di redazione della Lumen gentium, la cui bozza originale recitava: I figli di Ismaele, che riconoscono Abramo come loro padre credono anche nel Dio di Abramo, non sono totalmente estranei alla rivelazione fatta ai patriarchi. Questa affermazione - molto più forte della versione finale - riecheggia le idee di Massignon, che sosteneva: la connessione Abramo-Ishmael-Arabi-Islam come storicamente e religiosamente plausibile e la designazione dell’Islam come una religione di fede patriarcale. 43
Il testo fu cambiato perché molti dei padri conciliari erano a disagio nell’affermare il legame dell’Islam con la rivelazione. Inoltre, alcuni studiosi dell’epoca sollevavano dubbi sulla discendenza fisica degli arabi/musulmani da Abramo attraverso Ismaele. Era probabilmente quel cambiamento nella Lumen gentium che Christian Troll aveva in mente quando scrisse: 44
“Vaticano II di aspetti centrali della fede e della pratica Mentre, da un lato, la descrizione positiva del dei musulmani e la sua nuova visione dell’Islam sarebbero impensabili senza l’intuizione e l’impegno di Massignon, dall’altro, il Concilio, come è stato dimostrato, si è astenuto dall’adottare elementi chiave della visione teologico-profetica sui generis di Massignon dell’Islam e del suo profeta. ” Christian Troll, S.J., “Changing Catholic views of Islam”, in Islam and Christianity: mutual perceptions since the mid-twentieth century, ed. J. Waardenburg, Peeters, Leuven 1998, 28. 45
“description of central aspects of the Muslims’ faith and Whereas, on the one hand, Vatican II’s positive practice and its new outlook on Islam would be unthinkable without Massignon’s insight and commitment, on the other hand, the Council, as has been shown, refrained from adopting key elements of Massignon’s idiosyncratic theologico-prophetic vision of Islam and its prophet. ” Christian Troll, S.J., “Changing Catholic views of Islam”, in Islam and Christianity: mutual perceptions since the mid-twentieth century, ed. J. Waardenburg, Peeters, Leuven 1998, 28. 46
Le versioni finali dei testi conciliari rimangono ambigue sullo status abramitico dell’Islam: « … Abramo, a cui la fede islamica volentieri si riferisce» (NA 3); «…i musulmani, i quali, professando di avere la fede di Abramo…» (LG 16). Il Concilio, tuttavia, non chiude la porta su questa questione. Secondo Robert Caspar, M.Afr., uno degli esperti che lavorarono alle dichiarazioni conciliari sull’Islam, il Concilio rimandò il giudizio sull’Islam come “fede abramitica” in attesa di ulteriori ricerche. 47
Alcuni teologi contemporanei hanno accettato lo status abramitico dell’Islam senza necessariamente affermare il legame storico tra Abramo, Ismaele, gli arabi e Muhammad. 48
Le relazioni di Massignon con le figure chiave del Vaticano II Come possibili canali per la parziale adozione delle idee di Massignon nelle dichiarazioni del Consiglio sui musulmani, i commentatori di solito citano le relazioni di Massignon con persone che erano direttamente coinvolte nei lavori del Concilio. Coloro che hanno avuto un forte legame con Massignon e che hanno avuto più voce in capitolo sulla versione finale delle dichiarazioni conciliari includono Papa Paolo VI, Robert Caspar, M.Afr., Georges Anawati, O.P., e l’arcivescovo latino di Smyrna (Turchia), Joseph Descuffi, C.M. 49
Tra gli altri nomi che vengono citati ci sono il patriarca melchita Massimo IV Saigh, Youakim Moubarac, Charles Journet e Yves Congar, O.P. Charles Journet (m. 1975) Yves Congar, O.P. (m. 1995) cardinale e teologo svizzero cardinale e teologo francese 50
Massignon e Giovanni Battista Montini erano amici ed è chiaro che Massignon esercitò una certa influenza sul futuro Papa Paolo VI. Montini era apparentemente membro della Badaliyya a Roma (anche se questo attende di essere verificato). Forse attraverso questa amicizia, Massignon convinse Montini delle virtù dell’Islam e quindi influenzò indirettamente la decisione del papa di includere una dichiarazione positiva sull’Islam al Concilio. 51
Nella lettera apostolica Spiritus paracliti (30 aprile 1964) e nell’enciclica Ecclesiam suam (6 agosto 1964), Paolo VI sostenne, indipendentemente dal Concilio, che musulmani e cristiani di fatto adorano lo stesso Dio. Paolo VI Viaggio in Terra Santa (4 - 6 gennaio 1964) 52
Robert Caspar, M.Afr., e Georges Anawati, O.P., erano esperti del Concilio; facevano parte del comitato che ha scritto le sezioni sull’Islam nei documenti del Concilio. Sia Caspar che Anawati hanno testimoniato l’amicizia (nel caso di Anawati) e la direzione che Massignon aveva dato ai loro studi sull’Islam. Robert Caspar, M.Afr. (1923-2007) 53
Per alcuni commentatori, il riferimento del Vaticano II alla venerazione musulmana per Maria è dovuto in gran parte all’intervento di Joseph Descuffi, C.M. (m. 1972), arcivescovo latino di Smirne, con il quale Massignon aveva collaborato per far rivivere il culto di Maria a Efeso. Casa di Maria a Efeso (Turchia) 54
Il 19 settembre 1964, Descuffi fece un discorso al Concilio in cui celebrava la prospettiva di includere una dichiarazione sui musulmani «che sono legati al nostro comune padre Abramo, non attraverso Israele ma attraverso Ismaele figlio di Agar». Parlò della fede dei musulmani in Dio, della loro affermazione dei miracoli di Gesù, il suo concepimento verginale e il suo status di profeta, della loro fede nel giudizio, dell’onore che rendono a Maria e le preghiere che le rivolgono, il loro riconoscimento della sua Immacolata Concezione e verginità. 55
Menzionò anche che i musulmani osservavano la legge naturale del decalogo, il digiuno, l’elemosina e la preghiera, dichiarando che i musulmani «sono più vicini a noi degli ebrei». Anche se Massignon non è citato per nome, è chiaro che la sua comprensione dell’Islam si riflette nella presentazione dell’arcivescovo Descuffi. 56
Anche se non sembra che avessero relazioni particolarmente strette, fu Massimo IV Saigh ad approvare l’ordinazione di Massignon nel rito melchita della Chiesa cattolica. Fu l’ausiliario di Massimo IV, Pierre-Kamel Medawar, ad ordinare Massignon, a benedire gli statuti della Badaliyya e a permettere al gruppo di riunirsi in una chiesa parrocchiale del Cairo. Medawar ha scritto della propria simpatia per il progetto di dialogo islamo-cristiano di Massignon. 57
Youakim Moubarac (m. 1995) fu un sacerdote libanese che si era formato in islamistica sotto Massignon. Partecipò al Concilio come assistente del patriarca maronita Boulos Boutrous Meouchi (m. 1975). Moubarac ha adottato la tesi di Massignon che l’Islam è una religione abramitica. 58
Sidney H. Griffith, “Sharing the Faith of Abraham: The ‘Credo’ of Louis Massignon”, Islam and Christian-Muslim Relations 8 (1997) 193-210. Sidney H. Griffith Professor Emeritus Catholic University of America 59
Sebbene il Vaticano II non abbia dichiarato che i musulmani professano effettivamente la fede di Abramo, tuttavia ha riconosciuto chiaramente l’importanza di Abramo nell’autocomprensione dei musulmani, e quindi ha fornito ai cattolici un punto di riferimento teologico e biblico in vista del quale stimare i musulmani. La strada per questo sviluppo del pensiero cattolico è stata preparata in gran parte da Louis Massignon. 60
La drammatica conversione di Massignon nel maggio 1908 e il suo fascino per al-Ḥallāj lo spinsero a esplorare i modi in cui i cristiani potevano giungere a una visione positiva di ciò che Dio intendeva realizzare nel mondo con la predicazione di Muhammad, la proclamazione del Corano e l’instaurazione dell’Islam. La maggior parte della ricerca di Massignon di una teologia cristiana positiva dell’Islam ebbe luogo nei due decenni tra gli anni 1927 e 1947. 61
Ma fino a quel momento, le opinioni di Massignon sull’Islam erano quelle standard della Chiesa dell’epoca. Nei suoi primi scritti, si preoccupò della conversione dei musulmani al cristianesimo e di correggere le opinioni islamiche errate o polemiche sul cristianesimo. Sottolineò le differenze dogmatiche tra le due religioni, escludendo l’Islam dall’eredità spirituale di Abramo e negando l’ispirazione del Corano (due posizioni iniziali che avrebbe poi modificato). 62
La visione matura di Massignon sull’Islam è stata sviluppata in tandem con la sua devozione personale e religiosa al patriarca Abramo. Le idee di Massignon sul significato religioso dell’Islam possono essere riassunte in cinque punti: (1) il Dio dei musulmani; (2) la sincerità di Muhammad, (3) l’ispirazione del Corano; (4) la missione dell’Islam; e (5) la vocazione della lingua araba. 63
1. Il Dio dei musulmani Massignon accetta come autentica la pretesa islamica di credere nell’unico Dio dell’Antico Testamento, che in termini cristiani è il Padre nella Trinità. 2. La sincerità di Muhammad Contrariamente agli usi dei primi apologeti e polemisti cristiani in Occidente, Massignon parlava spesso della sincerità del profeta dell’Islam. 64
In risposta alla domanda: “Muhammad è un falso profeta?”, Massignon si riferiva a lui come a un “profeta negativo”. Muhammad era un “profeta negativo” nel senso che negava le false concezioni dei misteri cristiani (cioè, Massignon pensava che quei passi del Corano che apparentemente rifiutano le dottrine centrali della fede cristiana, in realtà negano solo presentazioni eretiche di queste dottrine). 65
Per Massignon, Muhammad e l’Islam occupano quello che lui chiama «uno stato patriarcale», come quello di Abramo, anche se 600 anni dopo la Pentecoste. Di conseguenza, ci si deve aspettare che in un tale stato «la coscienza morale, mirabilmente chiara sull’obbedienza a Dio... e sulla proibizione dell’idolatria, sia ancora in una zona crepuscolare sulla poligamia, il concubinaggio, il rapimento, gli stratagemmi di guerra». 66
3. L’ispirazione del Corano Massignon ha insistito sul fatto che Muhammad non ha fabbricato il Corano. Inoltre, Massignon parlava esplicitamente dell’ispirazione del libro sacro dei musulmani. Ma che tipo di ispirazione intendeva? Per Massignon, il Corano era una scrittura che rifletteva l’alleanza abramitica che era già stata sostituita dall’Antico e dal Nuovo Testamento. 67
4. La missione dell’Islam Per Massignon, l’Islam è «la fede di Abramo ravvivata da Muhammad». Credeva quindi fermamente che l’Islam avesse una missione positiva, quasi profetica, nel mondo post-cristiano. Massignon descrisse l’Islam come uno «scisma abramitico». Egli scrisse: “ L’Islam è un grande mistero della volontà divina, la rivendicazione degli esclusi, quelli cacciati nel deserto con Ismaele, il loro antenato, contro i “privilegiati” di Dio, gli ebrei, e soprattutto i cristiani, che hanno abusato dei privilegi divini della Grazia. 68
Già nel 1917 Massignon pensava all’Islam non come a una nuova religione, ma come alla religione primitiva, naturale, che richiamava gli esseri umani alle più elementari osservanze religiose. Egli scriveva: “ Lo scopo della rivelazione coranica non è quello di rivelare e giustificare dei dati soprannaturali sconosciuti fino al suo tempo, ma di far riscoprire alle menti e di ricordare loro il nome di Dio, le sanzioni temporali ed eterne, la religione naturale, la legge primordiale, il culto molto semplice che Dio aveva prescritto da sempre, che Adamo, Abramo e i profeti praticavano sotto le stesse forme. 69
Massignon ha precisato che nel pensare all’Islam come una religione naturale non intendeva una convinzione filosofica. Piuttosto, scrive, «l’Islam è la religione della fede. Non è una religione di fede naturale nel Dio dei filosofi, ma la fede nel Dio di Abramo, di Isacco e di Ismaele, la fede nel nostro Dio». 70
5. La vocazione della lingua araba Le lingue semitiche, secondo Massignon, erano in modo unico le lingue della rivelazione per il monoteismo. Egli pensa in particolare all’ebraico, all’aramaico e all’arabo. 71
Il giudizio di Sidney Griffith su Massignon Da un lato, Massignon rovescia, quasi punto per punto, tutte le confutazioni tradizionali dell’Islam che si trovano nelle opere occidentali di apologetica e di polemica. Dall’altro, Massignon esprime le sue idee in un linguaggio cristiano così arcaico da essere quasi incomprensibile per i moderni. Usa il "modo di pensare tipologico” dei Padri della Chiesa e di quegli antichi scrittori spirituali monastici il cui pensiero era radicato nell’esercizio della lectio divina. 72
Inoltre, le opinioni di Massignon non nascono affatto da preoccupazioni teologiche accademiche, ma dalla sua esperienza spirituale di devozione ad Abramo. Alla fine, le idee di Massignon si fondano su un incontro personale con Dio che ha sperimentato in solidarietà con i cristiani e i musulmani, sia con i compagni di vita che con le figure del passato cristiano e musulmano. 73
Ma si pone legittimamente la domanda se ci sia o meno una vera connessione attraverso Abramo, sia storicamente che teologicamente, tra cristiani e musulmani. Per alcuni teologi cristiani, la convinzione islamica che Abramo sia stato coinvolto nell’edificazione della Kaʿba alla Mecca è un esempio delle difficoltà storiche che influenzano le conversazioni tra le due comunità, allo stesso livello della negazione islamica della morte per crocifissione di Gesù. 74
Jean-Marie Gaudeul: “riassumere. Egli vedeva la storia del mondo come una specie di sinfonia, Il pensiero di Massignon non è facile da seguire e ancor meno da con chiavi segrete e armonie tra vari eventi e vite separate a volte da secoli. Un coro in cui tutte le voci si fondevano, dove una, inconsapevolmente, rispondeva all’altra attraverso un intervallo di diverse centinaia di anni. Abramo, Isacco, Ismaele, Gesù, Maria, Muhammad, i musulmani, Francesco d’Assisi, San Luigi di Francia, si corrispondono e si completano a vicenda in modi misteriosi. ” 75
Si potrebbe sintetizzare il ricco e articolato pensiero di Louis Massignon nello sguardo d’insieme che egli scrive in una lettera del 1958: “natura, ferita dal peccato di Adamo, corrispondente all’epoca patriarcale; Nella storia dell’umanità, abbiamo tre periodi religiosi: lo stato di lo stato legale, che comincia al Decalogo del Sinai; lo stato evangelico, che comincia con Cristo e alla Pentecoste. È assurdo discutere con un ebreo credente, come se fosse arrivato allo stato evangelico: è ancora sottomesso alla Legge del timore; similmente, è assurdo discutere con un musulmano come se fosse arrivato sia allo stato legale sia allo stato evangelico. ” 76
Egli conclude così: «L’Islam è ancora allo stato patriarcale, al tempo di Abramo». Secondo Massignon, dunque, l’Islam sembrerebbe essere «una religione naturale ravvivata da una rivelazione profetica», in quanto prende in prestito dalla tradizione giudeo-cristiana la parte principale del suo vocabolario e alcuni elementi semplificati del suo insegnamento. 77
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